#nino tempo

[guessimdumb]

Nino Tempo & April Stevens - The Habit of Lovin' You Baby (1967)

I don't really hear April Stevens on this tune, which sounds a bit like something the Walker Brothers might've recorded. Nino Tempo and his sister April Stevens (Carol) had a big hit with Deep Purple in 1963 and by 1966 they were moving more into Spector type pop on their LP All Strung Out.

[20th-century-scrapbook]

April Stevens, whose rushed recording of “Deep Purple” with her brother, Nino Tempo, became a chart-topping single in 1963 and won a Grammy Award

[mariocki]

Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro (Massacre Time, 1966)

"But dear Jeremiah, how can you abandon the land where you've lived, where your dead are buried?"

"I don't have any dead buried here."

"You do now."

[pettirosso1959]

Fernando Arnò:

Fa caldo? Perché ci si sta meravigliando? Fa caldo perché siamo in estate e dovrebbe essere normale per un'area favorevolmente esposta come l'Italia. Posizionata com'è nel bacino centro-meridionale del Mediterraneo e "protetta" dalle Alpi a nord, si gode di un clima particolarmente favorevole per la maggior parte dell'anno.

Soprattutto fa caldo perché il sole è particolarmente attivo. Non era stato previsto, nonostante i modelli matematici, nonostante le conoscenze storiche circa la nostra stella, nessuno aveva ipotizzato un ciclo solare n° 25 così intenso. Superiore al ciclo solare 23 del 2003, probabilmente anche al ciclo solare 21 del 1982.

Perché qualcuno ignora, e preferisce continuare ad ignorare, che l'attività massima solare irradia più energia verso la Terra provocando un NATURALE incremento delle temperature. E, se sono coincidenti altri fattori NATURALI come l'ENSO (El Nino Southern Oscillation), ecco che le temperature diventano da presunto record...

Il numero mensile di macchie solari ha appena raggiunto il massimo degli ultimi 23 anni. L'ultima volta che le macchie solari sono state così numerose, il sole era sul punto di scatenare le Grandi Tempeste di Halloween del 2003 (Il ciclo solare più potente dopo quello del 1982), che includevano il più forte brillamento solare a raggi X mai registrato (X45) e una CME (Espulsione di Massa Coronale) così potente da essere stata rilevata dalla sonda Voyager ai margini del sistema solare. La riprova di un sole particolarmente attivo ed "irrequieto" negli eccezionali eventi delle "Aurore solari" visibili a bassissime latitudini, fino in Grecia.

Non ci si aspettava che il ciclo solare 25 fosse così forte. Quando è iniziato nel dicembre 2019, gli esperti avevano previsto che sarebbe stato un ciclo debole come il suo immediato predecessore, il ciclo solare 24. Se questa previsione si fosse avverata, il ciclo solare 25 sarebbe stato uno dei cicli solari più deboli in un secolo.

Invece, il ciclo solare 25 ha superato il ciclo solare 24 e potrebbe essere sulla buona strada per rivaleggiare con alcuni dei cicli più intensi del 20° secolo. Già nel maggio 2024 abbiamo assistito a una tempesta geomagnetica di classe secolare con aurore avvistate nel Pacifico meridionale, nell'America centrale e nel Sud Africa.

L'ultima volta che il numero di macchie solari è stato così alto, il sole era sul punto di provocare le Grandi Tempeste di Halloween del 2003, che includevano il più forte brillamento solare a raggi X mai registrato (X45) e una CME così potente da essere stata infine rilevata dalla sonda Voyager ai margini del sistema solare.

È questo Solar Max? Solo il tempo darà le risposte. Il numero di macchie solari potrebbe continuare ad aumentare nei prossimi mesi e, in base al comportamento dei cicli precedenti, possiamo aspettarci con sicurezza un'elevata attività solare per almeno altri 2 o 3 anni.

[generalluxun]

In Chloleka AU how do you think Marinette and the rest of the class react to juleka getting close to chloe? On one hand chloe is acting less antagonistic, but on the other hand their history together isnt great, maybe marinette and others try to separate them and juleka responds very unlike her usual demeanor.

I also believe marinette would be more insisntent in the issue due to juleka beign a hero and seeing her getting close to chloe as compromising the team. What do you think?

I think, the way I had it progressing. It would come across as a 'wait this happened?' thing, since so much of it takes place out of sight of the public (That's a theme for the relationship and broadly in general. Introversion, things people don't see, etc.)

I like to try to put people in the best light I can in general, so I don't want the class to be *too* obnoxious about it. This isn't salt!

Rose is Happy for Juleka. Alix shrugs it off with a 'So weird'. Nathaniel's in his own little world. Mylene is the most conflicted in that she wants to believe the best, she enjoys that Chloe(who sits right in front of her) is less mean, but she also worries for Juleka- at least at first. Ivan will follow Mylene's lead. Sabrina doesn't know *exactly* how to feel. Maybe she's a touch jealous? but not in an overarching way so much as a 'wait... was this something I could have had?' way. Her main-friend has someone else in their life now, and that's going to take adjustment. Lila of course hates not having people to manipulate. Adrien's just genuinely happy for her. Nino is right there with Alix in a 'this is weird but hey, if it works' response. Alya, influenced by Marinette, will be suspicious. Alya believes in facts though, and will study and observe(and maybe snoop) before acting.

Marinette... we'll use her as a means to teach a lesson, that's her role in the show, right? She won't go after Chloe though, that would set Marinette up as too confrontational. Instead she'll go after Juleka, trying to convince her that Chloe is bad news, and that Juleka 'must be mistaken' etc. etc.

In short, Marinette will be working with Juleka's theme of 'not being seen' by ignoring Juleka's own words and opinions because Marinette 'knows she is right'. It could lead to an akumatization perhaps, it would fit the show's tempo. Then Marinette learns her lesson and decides to let it be, even if she is still in the 'so weird' camp.

[spettriedemoni]

Nino

Nel palazzo dove ho abitato per tanti anni c’era un coinquilino che aveva lavorato per anni anche in ospedale come una sorta di factotum. Spesso anche mia madre si faceva aiutare da lui per riparare tubi, lavandini, lavatrice.

Mi faceva ridere sempre con quel suo umorismo sarcastico e un po’ burbero. Aveva sempre la battuta pronta e la sigaretta in mano.

Aveva due figli, due gemelli, più giovani di me di un anno. Andrea era costretto su una sedia a rotelle e ogni tanto lo portavo in giro per il quartiere. Il fratello Gianluca invece è stato uno dei miei primi amici più stretti.

Nino portava sempre Andrea in giro per centri di riabilitazione ma non è mai riuscito ad alzarsi da quella sedia. Il padre è sempre stato con lui, una presenza costante e sicura. Ho sempre pensato che anche a causa del dolore per la disabilità del figlio lui fosse così sarcastico e pungente nella sua ironia.

Una volta mi ricordo che era venuto a sistemare la lavatrice che non scaricava bene l’acqua. Aveva trovato, dopo diverse imprecazioni e qualche bestemmia, la causa del problema: una moneta da 50 lire finita nel filtro lasciata nella tasca di chissà quale indumento.

Un’altra volta ci aveva sistemato una tapparella e quando l’ho incontrato la sera per chiedergli come era andata mi aveva risposto: «Gliel’ho rimollate tre quattro madonne, ma pare che ora vada», oppure mi vedeva tornare a casa a ora di cena e mi diceva: «Sei tornato eh? Inizia a formicolarti il pancino, vero?» sempre col suo sorriso beffardo.

Ironico e generoso, sempre pronto a salire da noi appena mia madre diceva di avere un problema domestico.

Nino se n’è andato il 14 febbraio, il giorno di San Valentino. Leggendo il suo necrologio mi accorgo che aveva 83 anni ormai. L’ultima volta che l’ho visto stava caricando in auto il figlio Andrea. Era magro ma quella volta mi era parso ancora più magro.

Mi chiedo che ne sarà del figlio adesso che lui non c’è più. Il primo pensiero è stato quello: chi porterà il figlio in questi centri di riabilitazione.

Dopo questo però mi è venuto un altro pensiero, è un altro pezzo della mia vita che se ne va, un altro pezzo di quella che è stata la mia giovinezza tra infanzia e adolescenza.

Improvvisamente mi rendo conto del tempo che è passato e mi sento malinconico.

[angelap3]

La storia del Cinema Italiano

Un genio irripetibile nel cinema italiano ancora senza eredi in quanto nessuno come lui è riuscito a racchiudere la storia e il carattere delle generazioni del dopoguerra nella propria autobiografia. Il rapporto di Sordi con la politica (ricordiamo che anche se per un giorno è stato sindaco di Roma) potrebbe sembrare secondario rispetto alla carriera dell' attore e invece sembra centrale perché affrontò il potere sempre con un sorriso anche ripensando al giorno della sua morte con la sua salma esposta in Campidoglio con le Isituzioni e una marea di gente a rendergli omaggio. Amico di Andreotti, di Veltroni, di importanti leader politici, papi e cardinali, romano de Roma, tifoso della Roma (nessuno è perfetto nella vita), scrisse la Storia di un italiano in tv, sciupafemmine incallito, non avvezzo al matrimonio

("mica me metto una estranea dentro casa"), accusato di esser avaro quando invece faceva generosa beneficenza e del tutto anonima. Come non ricordare i suoi film con Fellini (lo sceicco bianco, i vitelloni,ecc.) con Steno (un americano a Roma) , la grande guerra, una vita difficile, e quelli interpretati sotto la sua regia. Un sogno che non ebbe il tempo di realizzare fu un film sul poeta romano per eccellenza Gioacchino Belli. Un gigante

che ci ha regalato risate e che rimane sempre nei nostri cuori!

Fra i più importanti attori del cinema italiano di tutti i tempi, ha recitato in 160 film ed è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all'italiana con Nino Manfredi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, un quartetto al quale è generalmente accostato anche Marcello Mastroianni]. Inoltre, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, fu tra i massimi esponenti della cinematografia romana.

Alberto Sordi 24 Febbraio 2003

Te c’hanno mai mandato a quel paese, sapessi gia la gente che ce stà, il primo cittadino è amico mio, tu digli che te ciò mandato io.

https://m.youtube.com/watch?v=4qAPmdlwrsk&pp=ygUkYWxiZXJ0byBzb3JkaSB0ZSBjJ2hhbm5vIG1haSBtYW5uYXRv

[sistemabibliotecariomilano]

I libri della renna

Il regalo di Natale delle biblioteche di Milano consiste, naturalmente, nei nostri consigli di lettura, scelti per offrire al pubblico un’occasione per distrarsi in totale relax.

È ambientata proprio in tempo di feste l’ultima fatica di Valerio Varesi, L’affittacamere, ma è un Natale un po’ cupo per il commissario Soneri, costretto a scavare anche nel proprio doloroso passato per venire a capo dell’omicidio di un’anziana affittacamere dalla vita piuttosto torbida: “La nostalgia è la sublimazione della paura che ci fa il tempo che passa”. Forse Varesi è riuscito a darci, una volta per tutte, la spiegazione della passione per i libri gialli: “La vita, dopotutto, non assomiglia tragicamente a un omicidio? Non si concludeva sempre con un morto? Non ci ammazzava il tempo logorandoci ogni giorno con un piccolo affronto fino al cedimento? E il tempo non ha bisogno di un alibi come non ce l’ha il boia: compie semplicemente il suo mestiere”. Scritto molto bene, sembra di passeggiare insieme al protagonista per le vie nebbiose di Parma, durante le festività natalizie.

Antonio Manzini, nel titolo del suo ultimo libro della serie del vice questore Rocco Schiavone, Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?, fa il verso al noto film di Ettore Scola con Nino Manfredi e Alberto Sordi, ma l’amico, in questo caso, è misteriosamente scomparso in Sud America e non in Africa. Spassoso e divertente anche durante la trasferta, il coriaceo Rocco sembra ricordare la risposta che Aldo Fabrizi diede ai giornalisti che lo rimproveravano di parlare solo in romanesco: “Sono sicuro che se anche fossi nato altrove parlerei romanesco lo stesso”: è così anche per i nostri eroi, che si trovino a Roma, ad Aosta, a Buenos Aires o in Messico. Buon divertimento!

Anche in La ricreazione è finita, recentissimo romanzo di Dario Ferrari, si respira aria di Natale, ma in questo caso il riferimento cinematografico non è a Scola bensì al Fellini dei Vitelloni, perché il protagonista gigioneggia in quel di Viareggio senza decidersi a dare una svolta, matrimoniale e professionale, alla sua tardo-fanciullesca esperienza personale. Egli riesce però, del tutto inaspettatamente, a vincere un dottorato di ricerca in università e viene incaricato di occuparsi degli scritti del compatriota Tito Sella, morto in carcere dove era stato rinchiuso per il reato di terrorismo. Diversi generi letterari e temi, il romanzo di formazione, il mondo accademico, le suggestioni cinematografiche, storiche e metaletterarie, si intrecciano in questo romanzo davvero accattivante.

Feste decisamente spensierate per chi sceglierà Le imprudenze di Archie di Wodehouse, recentemente ripubblicato da Mursia. Inossidabile humour inglese di ottima lega, del suo stile l’autore diceva: “consiste nel costruire una specie di commedia musicale senza musica, ignorando del tutto la vita reale”. E proprio così, in assoluta leggerezza, vive Archie, il protagonista di questo romanzo che vi lascerà con il sorriso stampato durante tutta la lettura. “Mentre considerava la sua situazione alla fine del primo mese di vita matrimoniale, ad Archie pareva che andasse tutto per il meglio nel migliore di tutti i mondi possibili. … C’erano dei momenti in cui gli sembrava che New York fosse solo stata in attesa del suo arrivo prima di dare ufficialmente inizio ai bagordi”.

Le festività natalizie sono l’occasione giusta anche per affrontare un bel romanzo storico, di quelli “cappa e spada”, soprattutto per chi ha amato I promessi sposi. Il conte Attilio di Claudio Paglieri è infatti il prequel del capolavoro manzoniano e ci offre un punto di vista diverso sulla personalità del famigerato cugino di Don Rodrigo, ma l’ambientazione è sempre la stessa: la nostra grande Milano e le meravigliose sponde del lago di Como.

Ancora in tema con le feste vi proponiamo Un lungo capodanno in noir, in cui dieci autori contemporanei tra i più seguiti ci offrono la loro versione delle feste. Diversi sono anche gli scenari: Roma, Firenze e Milano “con i suoi quartieri e la sua gente; Milano che negli anni Venti ospitava Antonio Gramsci a San Vittore, uno che il Capodanno lo odiava proprio”. Poi un borgo del centro Italia, e infine Barcellona e la Svizzera: un ampio panorama per feste colorate di giallo!

Chiudiamo questa breve rassegna con una garanzia assoluta, ovvero l’ultima raccolta di racconti gialli di Simenon pubblicata da Adelphi: I misteri del Grand-Saint-Georges, anch’essa, in qualche modo, in tema con il Natale perché ambientata nei paesaggi innevati della Lituania. Una tremenda vendetta è l'argomento della prima storia, un “racconto di Natale per grandi” è il sottotitolo della seconda, mentre l’ultima, Il piccolo sarto e il cappellaio, sarà poi sviluppata nel romanzo I fantasmi del cappellaio: basta un semplice pezzettino di carta per suscitare i più atroci sospetti e scatenare la tensione.

Di nuovo auguri di buone feste a tutti i nostri fedelissimi lettori!

[tecontos]

Minha amiga e Eu traímos nossos maridos com o irmão dela com eles na sala vendo o jogo. (02-04-2023) (incesto e traição)

By; Fernanda

Olá me chamo Fernanda tenho 29 anos sou loira moro no estado de Goiás, não vou citar a cidade por privacidade dos envolvidos.

Sempre curti ler conto erótico de gostosas e contos de sexo com mulheres casadas. Esse é um dos motivos de hoje escrever aqui.

Bem tenho uma loja de roupas no shopping da cidade onde moro, sou casada a sete anos com Vinícius de 42 anos. Temos um casal de amigos desde os tempos de escola Priscila e Jairo. Ambos casados a quatro anos são pra nós os melhores amigos. Priscila uma morena de 25 anos é dona de um salão de beleza na cidade onde faço toda minhas unhas, limpeza de pele cabelo em fim faço tudo lá Priscila compra suas roupas na minha loja somos bem amigas mesmo. Jairo com seus 38 anos é engenheiro eletrônico, o que lhes permite também ter uma vida de conforto, assim como nós Priscila e Jairo não tem filhos.

Como disse eu e Priscila somos amigas desde a escola e juntas já fizemos muitas safadezas. Temos a mesma opinião quando o assunto é uma boa foda, adoramos dar, não temos frescura, pensamos igual, buceta foi feita pra tomar vara e não pra ficar de enfeite é só fazer xixi.

Já fizemos muitas loucuras juntas, já metemos juntas, somos bem vagabundas mesmo, bem putas. Nossos maridos também tem algo incomum são dois bananas, pois sempre trepamos com outros e nunca percebem ou se percebem fingem que não veem.

O que vou contar aconteceu no domingo, dia 02, sempre nos reunimos os quatro pra tomar umas cervejas assar carne coisa assim. Quando não fazemos em nossa casa fazemos na casa deles.

Em um domingo estávamos os quatro na casa de Jairo e Priscila assistindo a um jogo na televisão. Era cerveja caipirinha cachaça carne, já estávamos bem alegres quando chegou nino.

Nino é irmão de Priscila um macho com seus 30 e poucos anos. Moreno forte deve ter 1,80 de altura uns 80 kilos corpo lindo, um verdadeiro tesão. Priscila sempre dizia que se não fosse irmãos já teria dado pra ele, eu também tenho minha quedinha por ele. Nino já chegou meio de fogo pois estava bebendo em um bar com amigos. Chegou nos cumprimentou e como era de casa já foi logo bebendo. Vinícius e Jairo sempre muito brincalhão já desafiaram o rapaz pra quem bebe mais só que pra sacanear os dois não bebiam. Logo então nino ficou totalmente bêbado travado mesmo, nino usava camiseta e bermuda, ao vê-lo totalmente travado resolvemos colocá-lo no chuveiro. Sobrou pra eu e Priscila fazer o serviço, pois nossos maridos disseram que não perderiam o jogo pra dar banho em cachaceiro.

Pegamos uma de cada lado e o levamos pro chuveiro nossos maridos ficaram na sala vendo jogo. Tiramos sua camiseta e colocamos ele embaixo do chuveiro de bermuda mesmo. Me lembro que Priscila estava de mini saia eu estava de shortinho. Começamos molhando ele as duas segurando aquele homem bêbado no chuveiro era só risos por não aguentar seu peso. Só sei que ao ver aquele tesão de homem todo molhado foi me dando um fogo, a boceta já latejava, falei pra minha amiga:

- Pior que o safado é gostoso né.

– Ah se não fosse meu irmão.

Tiramos ele do chuveiro levamos pro quarto todo molhado mesmo deitamos ele na cama que já foi apagando de vez. Decidimos então trocar sua bermuda pra não molhar toda a cama pegamos uma bermuda do Jairo e assim que tiramos a bermuda do Nino veio junto a cueca deixando ele completamente pelado. Quando vi aquilo aquele homem pelado desmaiado com um pinto de uns 20cm muito grosso não contive falei:

– meu Deus o que é isso que caralho é esse amiga?

Como disse no começo sou bem vagabunda mesmo, não tenho frescura quando quero prazer, mais Priscila se supera.

Assim que falei isso ela me olhou, conhecia aquela carinha de puta, sabia que ela ia aprontar.

-os rapazes estão na sala ne.

-sim estão.

-Fica olhando de olho neles.

Falando isso já pegou no cacete do próprio irmão e foi logo colocando na boca.

-Priscila sua maluca!

– vai falar que você não quer chupar também,

Ela tinha razão eu estava louca pra chupar também, então ela veio até mim e falou.

– vai chupar

Eu cai de boca, mamei gostoso, sempre fizemos coisa arriscadas mais ali era de mais, ouvi Priscila falar com Jairo que ia vestir uma bermuda no irmão e já voltávamos, ao que Jairo respondeu.

– tudo bem ele tá bebado mesmo não vai fazer nada.

Mal sabia ele o que se passava. Priscila voltou e logo me disse.:

– vai pra porta.

Era minha vez de vigiar, minha amiga veio montou sobre Nino já mirando o cacete na buceta. Ela então soltou o corpo e deixou a vara atolar e ficava subindo e descendo. Ela gozou rápido; Era minha vez !

Eu já tava louca de tesão nem ligava pra mais nada, tirei todo meu short sentei com gosto até hoje acho que ele tava sabendo o que tava fazendo, seu pau latejava dentro de mim,eu dei umas quicadas bem gostosas e gozei gostoso, nos vestimos, colocamos a bermuda nele e voltamos pra sala.

Nossos maridos nem perceberam ou sei lá se perceberam. Só sei que aquela foi a rapidinha mais gostosa que já tive ao lado de minha amiga.

Enviado ao Te Contos por Fernanda

[thegianpieromennitipolis]

BUON 2024 - di Gianpiero Menniti

INGANNI IRRIPETIBILI

La prima immagine è di Louis Faurer, colta in una strada di New York nel 1947.

Le successive sono di Nino Migliori, bolognese, classe 1926, tuttora vivente: racconti silenziosi dell'Italia dal 1950 al 1957 circa.

La fotografia è una delle forme d'arte più intimamente tragiche emerse nell'età contemporanea: s'affianca alla millenaria pittura e come tutto quello che è accaduto e accade in quest'epoca assiale, è anch'essa fagocitata dalla velocità della trasformazione di ogni artefatto in traccia digitale.

È divenuta "storia", "momentum" che permane nel suo "movimento" intriso in una radice e proteso in uno sviluppo: si arresta e lascia il passo ai pensieri.

E in questi non riusciamo a farci capaci di accettare che i bagliori chiaroscuri siano fantasmi.

Come l'Anno che scompare e l'Anno che inizia formino l'illusione di un passaggio.

Ci affliggiamo nell'insensata scansione del tempo, rifiutando di abbandonarci ai suoi cicli segnati dalla sola natura.

Eppure, anche questa è civiltà che sarebbe irragionevole disprezzare: un edificio complesso, labirintico, spesso ineffabile.

Così, sovvengono a definirla le forme artistiche e la storia.

Per necessità.

Viviamo immersi in inganni irripetibili.

[enigmatist17]

It had been a wonderful Día de los Muertos, the first where Miguel could honestly say his entire heart and soul had been poured into it. It wasn't the best feeling to realize he hadn't been as into things as he should have been, but to actually have seen the Land of the Dead...well, he understood now.

"Make sure you change before you go to the graveyard!"

"Sí mamá!" As much as Miguel loved the charro outfit abuelita had personally made for him, he was more than happy to slip into jeans and a tank top to cool off, eyeing the guitar in the corner with a grin as he grabbed his new hoodie from his closet. It had taken months for the historical society that looked over things like Papá Héctor's guitar to allow his family the honor of placing it in the shrine they'd all built for Héctor's poems and notes. Miguel took care to clean it every day after they had finally been given the rights to it, and after about a month, Enrique had unhooked it from its case and waited for Miguel to come home from school.

"You are allowed to play it here at home, special shows, and on Día de los Muertos with permission."

His son could have blinded the world with his smile, the teen letting out the loudest grito Santa Cecilia had ever heard.

Now, it was slung across his back as Miguel ran to the graveyard, waving at familiar faces as he crossed the threshold. The area belonging to his family was tucked into one of the far sides, not far from the Marigold Bridge he'd crossed last year. Miguel scowled when he eyed Ernesto's mausoleum along the way, quickly looking around before giving the bust a middle finger before he took his familiar route along the side of the marble structure.

Hah, did you see that! I am so proud of my little chamaco!

A familiar laugh freezes Miguel in place, and for a moment, he looks around, only to shrug. He knows Papá Héctor would have laughed, or so he hoped, and Miguel smiles when he finally sees the worn tombstones adorned with the cempazuchitl he'd spent time carefully placing with his little sister. Some of the mariachi from around town had offered to keep an eye on the site from the many burgeoning fans of Héctor Rivera away from where he'd been laid to rest, tipping their hats before moving a little ways away for privacy. Miguel smiled when it was finally just himself, shifting the guitar so he could start strumming whatever little tune came to his mind as he took a seat in the grass.

"I hope you all had a great time tonight, I know I have." Miguel began, eyes drifting over to the two new additions to the family plot. The first was Mamá Coco's, the woman having passed three months after Miguel had returned with a song that revived her memory and hopefully saved her father. On the other side of the plot was the second new headstone, one that had been missing for far too long.

Héctor Rivera

Loving Father Husband and Musician

Recuérdame

"We found you Papá Héctor...had you buried about two weeks ago." Miguel sighed as he picked at the beginning notes to Un Poco Loco. "Papá let me play your guitar all day, and everyone closed down so they could attend, which was really nice. They wanted to give you Er-his mausoleum, but Mamá Elena said she'd rather burn it down than keep you away from Mamá Imelda any longer." The memory of watching the historical committee flinching at her legendary chancla made Miguel laugh to himself, and his tempo increased a little as he looked back at the invisible bridge. "I miss you guys."

We miss you too nino, last year was certainly exciting!

Miguel nearly dropped Héctor's guitar as he jerked around, knowing for a fact he had heard someone this time.

"Hola? Someone there?" Aside from some townsfolk celebrating a good few feet away, no one else seemed close enough for Miguel to hear so clearly. That changed a moment later when he heard Dante's familiar barking, the Xolo appearing to the world from seemingly nowhere to bound over to Miguel, knocking the boy onto his back to lick at his face.

Dante, get off the poor boy!

Miguel giggled as he lightly pushed Dante off of him, only to freeze when a skeletal hand covered in an orange glow grabbed the alebreije by the scruff of his neck. Said hand belonged to his Tía Rosita, his great-great aunt not noticing that Miguel could see her until Dante was let go, the taller woman freezing before a wide grin crossed her face.

Miguel?

"T-Tía Rosita?" Miguel quickly scrambled up and onto his feet, eyeing her with disbelief as he slowly reached for her hand, fully expecting to phase through her like he had with the living last year.

He did not, and found himself smothered into a tight hug as he let out a loud laugh of disbelief.

Now I don't want to accuse you of anything, but you didn't steal from an ofrenda this year, did you? Miguel pulled back when she finally cleared her throat, one eyebrow raised as he frantically shook his head.

"N-No, I learned my lesson, promise! I don't kno- wait! I-I've been hearing people since I left the house." Miguel grabbed his right arm when he thought of a familiar voice he'd sworn he'd imagined a few minutes ago, and his Tía smiled in understanding. "Is...?"

Come on, I think someone will be happy to see you. Tía Rosita held out her arm for Miguel to link with after he slung his bisabuelo's guitar over his shoulder. To the living, it looked like Miguel was escorting an invisible person through the graveyard and out into town, the boy stuffing an earbud into his ear to make it look like he was on the phone as he filled Rosita in on some of his personal life. There were skeletons every which way Miguel looked now, and while some may have noticed with a start, they mostly left the duo alone as they headed across town to a small park Miguel had been to only once or twice. He could see Mamá Coco dancing with Papá Julio as Héctor played for them, having perched himself up into the branches of the large tree that cast shade to most of the park in the daytime. Victoria sits on a bench watching with a soft smile, sometimes looking away when Óscar and Felipe laugh about something, going through the offerings the Rivera's had left for them. Mamá Imelda was sitting at the base of the tree, just keeping a gentle eye on her family while occasionally glancing up at her husband, a soft look Miguel could never have imagined crossing her face every time she laid eyes on him. Naturally, she's the first to see him, and for a moment, she has to take in the way Rosita ruffles his hair before she shoots up and onto her feet.

Miguel?!

There's a loud twang as the music comes to an abrupt halt, six pairs of eyes shooting over to where Miguel and Rosita stood arm in arm, but the child is only focused on one set in particular.

"P-Papá Héctor?" A year's worth of anxiety melts away at the sight of his stunned bisabuelo, and despite being thirteen years old now, Miguel can't stop the tears that blur his vision. It had been agony not knowing if he'd been fast enough that morning, and familiar arms were scooping Miguel up and against familiar bones before a sob tears itself from his throat.

I've got you chamaco, todo va a salir bien.

Miguel could feel others coming up to hug him, but all he could focus on was the man holding him. His bones were still stained with age and his brush with the Final Death, but after Miguel wiped some tears from his face, he noticed they were a good shade brighter than he saw that infamous night. Sobs of pent anxiety turn to sobs of joy as he hugs Héctor as tight as he could, only to giggle when the poor man's head pops off and into his hands.

"Lo siento!" Héctor and Miguel stared at each other before the elder snorted in amusement. Imelda gently reassembled her husband as the two dissolved into laughter, eyes rolling good-naturedly as the family finally stepped back to give them space.

So, would anyone like to explain? Victoria eventually spoke up, unable to keep the small smile off her face as she watched Miguel and Héctor giggle at each other. You didn't steal from an ofrenda again, right?

"Why is that the first assumption!" The teen huffed, pointedly avoiding the looks sent his way, along with Felipe's prodding to make sure no skeleton parts were becoming visible. "No I did not, I just...well, I don't know!"

It could be

A side effect?

"Maybe?" Miguel shrugged, smiling a little when Imelda took one of his hands and gently squeezed it. "I..it's really nice to see all of you, I uh, I've thought about you every day."

As have we corazón, in fact, it's hard not to with all you did for us last year. Miguel grinned when Julio ruffled his hair, heart constricting when he saw the smile on his Mamá Coco's face. Socorro couldn't get enough of hearing about your adventure last year.

My intelligent little bisnieto, you have definitely taken after papá. If he had been able to, Héctor would have fallen to pieces at the statement, settling instead for a loud sniffle and squeeze of the boy in his arms.

As much as they all wanted to stay in this happy little bubble, the sky was getting lighter as sunrise came ever closer. Miguel escorted his dead family back to the bridge, one hand firmly holding Héctor's as the other was in Coco's, Dante trotting beside his master with happy barks.

"Do you think I'll be able to see you again next year?" Miguel asked when they finally came to a stop beside the barrier, rubbing his right arm with a hesitant smile.

Maybe, maybe not. We will always be here regardless, don't ever forget that Miguel. Imelda knelt down, giving him a small hug before kissing his forehead. We will always love you, visible or not.

She's always right, you know. Héctor laughed, hanging back as everyone hugged the teen before crossing the barrier and out of Miguel's sight. Soon, only Héctor remained, the taller man kneeling down to hug Miguel as close as he could.

"I hope I get to see you every year...I miss you so much Papá Héctor,:

I do too, I'm so so proud of you. Miguel smiled as he looked up at his ancestor, pulling away despite never wanting to let go. He wouldn't be able to handle any sort of delay in getting his Papá Héctor to safety, aware the sun was close to breaching the horizon.

"You should go home, Papá Héctor; no last-minute saves here." He sniffled, watching Héctor get to his feet and look over at Santa Cecilia with a soft smile.

Get some rest chamaco, I'll see you next year. With one last ruffle of Miguel's hair, Héctor smiled and took his step through the barrier, leaving the teen standing alone at the edge of the graveyard.

"Yea...I'll see you next year." Miguel smiled as he began to whistle, the idea for a new song forming as he headed home.

So far, it's definitely the best Día de los Muertos he's ever had!

[singeratlarge]

HAPPY BIRTHDAY to Rowan Atkinson, Paul Brindley (The Sundays), Max Bruch, Capucine, Sandy Denny, Kahlil Gibran, Mickey Hargitay, Michael Houser (Widespread Panic), Van McCoy, Tom Mix, Nek, Sandra Oh, Laudir de Oliveira, the 1963 New York theatrical opening of the musical OLIVER! w/Davy Jones, singer Chris Pilcher (good to sing with you), Giuseppe Sammartini, Carl Sandburg, Franz Xaver Scharwenka, Alexander Scriabin, Earl Scruggs, bassist Andy Seal (good to play with you), John Singleton, Kathy Sledge, John Smith, Charles Sumner, Ebo Taylor, Nino Tempo, Danny Thomas, Doris Troy, Alex Turner (Arctic Monkeys), Kim Wilson, Paul Wilson (The Flamingos), Loretta Young, Malcolm Young, Yukana, and Syd Barrett, the famously troubled musician, guitar pioneer, singer-songwriter, and co-founder of Pink Floyd. Syd was a poster boy for 60s psychedelia—an influential and fascinating madcap who wrote most of PF’s early touchstones (“See Emily Play”). However, his real story is a shout-out for widespread mental illness in the music world. Meanwhile, in his short and stormy career, he set the tone for experimental and edgy pop music, inspiring David Bowie, Flaming Lips, Robyn Hitchcock, Paul McCartney, XTC, and many more. Here’s my take of “Remember a Day” from Floyd’s SAUCERFUL OF SECRETS album and one of the last songs Syd did with the band. Shine on you crazy diamond…

#birthday #sydbarrett #pinkfloyd #guitarist #rickwright #johnnyjblair #singeratlarge

[kasienda]

trick or treat! 🎃👻🥰

A scene from my next chapter of Right Behind You, but I feel like it's a cute fluffy scene that almost needs no context. <3 ...

Adrien was at the piano. The song cut off when Nino came in. “No please, keep playing,” Nino said. “I’m only here for relief from life. The piano is perfect for reordering my head.” 

Adrien smiled and started up again. 

Nino laid back on the coach and let his eyes fall closed. The music washed over him like a gentle waterfall. He needed to make a point to come listen to Adrien’s playing more often. How long had it been since he just enjoyed music for the sake of enjoying it?

Adrien moved on to another piece. Some description of the shift in mood of the piece. It was lively and playful. He found himself following the harmony line as it was clearly the thread that kept the piece in constant motion. Really it would work well with the melody he had been fighting with not half an hour prior.

He bolted upright. “Stop!” 

Adrien stopped played in an instant, looking over at Nino in concern. “What’s wrong?” 

“Go back like three, maybe four measures,” Nino ordered, coming over to sit next to Adrien on the bench.

Adrien grinned and did as he was told. 

“Only the left hand.” 

“You got it.” He repeated the sequence of notes.

Nino pursed his lips. It still wasn’t quite right, but he could use it. 

“Here and here,” he pointed towards two notes on the page. “Bump this up to the sixth, but make it flat, and double the tempo here.”

“You want me to just play it in harmonic minor?” Adrien asked. 

“Dude, you know I barely know what that means.” Nino could read music, but he hadn’t learned much beyond basic chord progressions. 

Adrien shook his head, still smiling. “To this day, I have no idea how you can compose and edit music with almost no music theory! It boggles my mind. Here’s what you asked for.” He played it out, and yeah, it didn’t quite work. Several notes sounded clearly out of key. 

“And here,” he played through it again, “It is in harmonic minor.” 

“Yes! That is much closer! Okay, this note here still isn’t quite right.” He pulled out his phone and pulled up the song in question. “Can I play you the part I’m thinking of and you can help me with my modified bass line?” 

It took only another twenty minutes before they had whatever it was in his head. Nino frantically transcribed what they had figured out into his phone for his own reference later. 

“Thanks man! You have no idea how long this particular remix has been giving me grief.” 

Adrien smiled that soft smile. “I’m honored to serve as your muse today.”

Nino felt the heat spread across his face. “Yeah, maybe we should collaborate like this more often.”

“I’d like that.”

Nino would too. Any excuse to spend more time with Adrien. 

[widowshill]

a selection from the collinwood radiogram.

carolyn: The Ventures – Where the Action Is (1965) / Jan & Dean – Drag City (1963) / The Kinks – Face to Face (1966) / The Beach Boys – Pet Sounds (1966) / Elvis Presley – Elvis' Golden Records Vol. 3 (1963) victoria: Paul Revere & The Raiders – Midnight Ride (1966) / The Mamas & The Papas – The Papas & The Mamas (1968) / The Monkees – More Of The Monkees (1967) / Herman's Hermits – Herman's Hermits On Tour (1965) / Nino Tempo & April Stevens – Hey Baby! (1966) david: The Status Quo – Picturesque Matchstickable Messages From The Status Quo (1968) / Disneyland Label – The Story And Song From The Haunted Mansion (1969) / The Ghouls – Dracula's Deuce (1964) / Donovan – Sunshine Superman (1966) / John Zacherle – Monster Mash (1962) elizabeth: Verdi, Joan Sutherland – La Traviata (1969) / Frank Sinatra – Strangers In The Night (1966) / Henry Mancini – Encore! More Of The Concert Sound Of Henry Mancini (1967) / Peggy Lee – The Fabulous Peggy Lee (1963) / Pablo Casals, Alexander Schneider, Mieczyslaw Horoszowski – A Concert At The White House (1961) roger: Maurice Jarre With The London Philharmonic Orchestra – Lawrence Of Arabia (1962) / Les And Larry Elgart – The New Elgart Touch (1965) / Rex Harrison, Julie Andrews – My Fair Lady (1956) / Harry James – Live At The Riverboat (1966) / Quincy Jones & His Orch. – Big Band Bossa Nova (1962)

[ztremx]

Tommy Tedesco! played with

the Beach Boys, the Mamas & the Papas, the Everly Brothers, the Association, Barbra Streisand, Jan and Dean, the 5th Dimension, Elvis Presley, Sam Cooke, Ella Fitzgerald, Frank Zappa, Ricky Nelson, Cher, and Nancy and Frank Sinatra as well as on Richard Harris's classic "MacArthur Park". His playing can be found on Jack Nitzsche's "The Lonely Surfer", on Wayne Newton's version of "Danke Schoen", B. Bumble and the Stingers's "Nut Rocker", the Rip Chords' "Hey Little Cobra", the Ronettes' "Be My Baby", the Sandpipers' "Guantanamera", the T-Bones' "No Matter What Shape'" and Nino Tempo & April Stevens' version of "Deep Purple". For Guitar Player, Tedesco wrote a regular column called "Studio Log" in which he would describe a day's work recording a movie, TV show or album, the special challenges each job posed and how he solved them, what instruments he used, and how much money he made on the job.[1]

Tedesco also performed on film soundtracks such as The French Connection, The Godfather, Jaws, The Deer Hunter, Field of Dreams, Gloria plus several Elvis Presley films. He was also the guitarist for the Original Roxy cast of The Rocky Horror Show. Additionally, he performed the opening guitar solo for the Howard Hawks and John Wayne film Rio Lobo. He was one of the very few sidemen credited for work on animated cartoons for The Ant and the Aardvark cartoons (1968–1971).

As a solo artist, Tedesco recorded a number of jazz guitar albums, but his musical career ended in 1992 when he suffered a stroke that resulted in partial paralysis. The following year he published his autobiography, Confessions of a Guitar Player.[1]

[benzedrina]

Quando torno a lavoro in sede F mi fa pesare i giorni di assenza. Torno e devo riconquistarmi la sua fiducia e il suo interesse. Parlare poco all'inizio, fare qualche battuta, farle una carezza sulla spalla alla pausa caffè, guardarla negli occhi e sorridere durante il pomeriggio e poi infine sedersi accanto per dire due stronzate in croce. Se non seguo quest'iter le cose vanno per le lunghe e manco il tempo di riagguantare il tutto che sparisco e poi torno dopo 5 giorni. Non so bene cosa mi leghi a F, forse non ci riusciamo a capire in fondo, forse io la trovo un po' estrema e lei mi trova un po' superficiale. M provò a chiedermelo ma non avevo e non ho risposta. Va così. Un giorno mi scaga completamente, il giorno dopo mette le mani sulle mie spalle e poggia la testa dietro la mia schiena.

Questo mese mi sono tolto un priscio grosso quanto una casa e non so bene dove mi porterà, forse lontano veramente o forse è cosa di poco. Vedremo.

Al ritorno dallo spettacolo di Nino Frassica (che non giudico, anzi, applicherò il metodo Copenhagen, quindi ve lo consiglio) mi chiedono "gi ma vuoi venirtene domani a casa a vedere Temptation Island?" che sì, lo sappiamo da sempre che siete una coppia annoiata, lo sapete pure voi, ma cosa potrò mai rispondervi? Certo.