#muratore
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The exquisite French tenor Lucien Muratore (1878-1954).
Lucien Muratore (1876-1954) was a French dramatic tenor whose impressive career spanned some three decades. Born in Marseille, Muratore began studies there as a saxophone and oboe player before switching his focus to voice several months later. Initially pursuing a career as a dramatic actor, the young performer made his debut at the Variétés in Paris at the age of 20. Muratore spent several seasons there, as well as at the Casino in Monte Carlo and the Odéon Theatre in Paris, playing juvenile leads. During this period, he enrolled at the Paris Conservatory, where he continued his vocal studies. Muratore’s operatic debut took place at the Opéra-Comique on December 16, 1902 when he created the role of King Louis XIV in the world premiere of Renaldo Hahn’s La Carm��lite. Although Hahn’s new opera was a failure, Muratore’s memorable performance helped launch him to an international career. In 1904, Muratore made his first appearance outside of his homeland, when he sang Werther at La Monnaie in Brussels. During the next decade, the tenor spent most of his time in the major theaters of the French speaking world, building his reputation as an artist of the first rank. Not only was Muratore quite skilled in his interpretations of the leads in such standard repertoire as Faust, Roméo et Juliette, Manon, Carmen, Mignon, Pagliacci, Cavalleria Rusticana and Die Meistersinger, he also sang numerous world premieres of such works as Février’s Monna Vanna, Fauré’s Pénélope, Saint-Saëns’ Déjanire and Massenet’s operas Bacchus, Roma and Ariane. In 1913, Muratore came to the U.S. for much heralded appearances in Boston, Chicago and New York. A North American tour followed, the vehicle for which was Bizet’s Carmen. Performances in Fort Worth, Milwaukee, Omaha, Kansas City, St. Louis, Tulsa and other major cities kept the tenor quite busy, but it was Chicago that would remain his artistic home from 1913 to 1922. 1919 saw the tenor in South America for performances with the Teatro Solis in Montevideo and the Teatro Colón in Buenos Aires. A series of concert appearances with his wife, soprano Lina Cavalieri, were also well received. However, the strain of professional life took its toll and Muratore and Cavalieri separated in 1919. By the early 1920s, Muratore was back in Paris where he remained until his retirement from the stage in 1932. The tenor also made his mark on the big screen, with a starring role in 1931’s “Le Chanteur Inconnu”. Interestingly, Muratore had made previous film appearances during the silent era, including the role of des Grieux in 1914’s Manon Lescaut (opposite Cavalieri in the title role). Although he continued to appear in films well into the 1930s, Muratore primarily focused on teaching. He was briefly the director of the Opéra-Comique in 1944 but was relieved of his duties following the liberation of Paris. Muratore passed away in Paris on July 16, 1954, a few weeks shy of his 78th birthday. Lucien Muratore was the possessor of a sturdy spinto-dramatic tenor instrument which he used to great effect in over 30 diverse roles. He was also one of the finest operatic actors of his generation. His recordings, made for G&T, Odeon, Pathé, Zonophone, Edison, A.G.P.A. and other labels, show a singing actor who used his voice to great effect.
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PRIMA PAGINA Tirreno di Oggi martedì, 08 ottobre 2024
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Costruzioni, ristrutturazioni ed edilizia di qualità dal gruppo di muratori a Torino più professionale che ci sia!
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wow stai a vedere che camminare più giorni che no per un numero di chilometri compreso tra 7 e 11 serve a qualcosa a livello di benessere psicofisico e cardiocircolatorio, nonché di tonicità muscolare. pazzesco chi l’avrebbe mai detto
#allora ho sempre delle gambe che non sono belle ma sono un tipo#però ho dei polpacci pazzeschi#il problema delle gambe da muratore persiste
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Anche Elio frequentava il locale
Dolceacqua (IM): uno scorcio del paese Adriana abita a Costa d’Oneglia e ci ha ricevuto offrendo caffè e biscotti. Per me era tutto nuovo: non avevo mai fatto un’intervista. E, del resto, non posso neanche dire che questa sia un’intervista, ma una conversazione con lei. Parlare di Elio e Adriana, non di Elio scrittore ma di Elio uomo: compagno di vita, amico. E vi pare facile? Ricordo che Marino…
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#1962#Dolceacqua (IM)#Elio Lanteri#Franca Anfossi#Francesco Biamonti#Guido Seborga#La Riviera Ligure#letteratura#Lorenzo Muratore#Vence#Ventimiglia (IM)
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Anche Elio frequentava il locale
Dolceacqua (IM): uno scorcio del paese Adriana abita a Costa d’Oneglia e ci ha ricevuto offrendo caffè e biscotti. Per me era tutto nuovo: non avevo mai fatto un’intervista. E, del resto, non posso neanche dire che questa sia un’intervista, ma una conversazione con lei. Parlare di Elio e Adriana, non di Elio scrittore ma di Elio uomo: compagno di vita, amico. E vi pare facile? Ricordo che Marino…
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Anche Elio frequentava il locale
Dolceacqua (IM): uno scorcio del paese Adriana abita a Costa d’Oneglia e ci ha ricevuto offrendo caffè e biscotti. Per me era tutto nuovo: non avevo mai fatto un’intervista. E, del resto, non posso neanche dire che questa sia un’intervista, ma una conversazione con lei. Parlare di Elio e Adriana, non di Elio scrittore ma di Elio uomo: compagno di vita, amico. E vi pare facile? Ricordo che Marino…
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Anche Elio frequentava il locale
Dolceacqua (IM): uno scorcio del paese Adriana abita a Costa d’Oneglia e ci ha ricevuto offrendo caffè e biscotti. Per me era tutto nuovo: non avevo mai fatto un’intervista. E, del resto, non posso neanche dire che questa sia un’intervista, ma una conversazione con lei. Parlare di Elio e Adriana, non di Elio scrittore ma di Elio uomo: compagno di vita, amico. E vi pare facile? Ricordo che Marino…
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I was under the sun for like 3 hours and I have ugly tan lines on both arms now😐
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A far star male una persona ci vuole niente, basta una parola mal detta o mai detta, uno sguardo mal dato o mai dato.
A farla stare bene ci vuole molto più tempo.
A tirar giù un edificio basta della dinamite piazzata nei punti giusti, bastano pochi secondi.
Per tirare su una casa, ci vuole l’architetto, il geometra, il muratore, il falegname, il piastrellista, l’idraulico, l’elettricista, il fabbro, ci vogliono mesi se non anni, dipende dalla complessità della casa.
Siamo esseri delicati, la struttura esteriore può essere robusta, ma abbiamo bisogno di continua manutenzione interna, la facciata, anche se rifatta, non sempre rispecchia lo stato interno.
Far star bene le persone non è un’opzione, è una scelta precisa che ripaga; è un compito estremamente complesso, presuppone la capacità di leggere le persone e nelle persone, chi sorride non sempre è felice, chi sta in silenzio non sempre non ha nulla da dire.
Non siamo villette a schiera costruite con lo stampo, siamo piuttosto borghi meravigliosi, ognuno con i suoi vicoli e la sua storia.
Le persone si riscrivono in continuazione, e una volta che sei riuscito a leggere il loro libro, devi ricominciare da capo, perché il contenuto è cambiato.
"L'angolo della psicologia" - G. Liberati
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Ormai faccio il muratore con i muri che alzo.
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Esco a piedi direzione piazza per il caffè. A metà strada vedo Franco vicino al cancello, mi fermo, due chiacchiere, guardo come procedono i lavori di ristrutturazione, stanno lavorando anche stamattina. Dalla casa si sente un muratore straniero che lo chiama "Bianco viene qui". Lui si gira perplesso ma sempre dalla casa se ne sente un altro, probabilmente pugliese, che urla al primo "Si chiama Frengo non Biengo!". Top. Frengo alias Biengo li saluta, apre il cancello e mi accompagna verso la piazza.
Buon fine settimana follouer.
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Quel bar di periferia
Non amo frequentare le piazze, in particolare quella del mio paese, perché infuriano l’apparenza, la visibilità, la chiacchiera e il pettegolezzo.
E allora da sempre cerco la periferia, alla mano, frequentata da gente particolare, forse un po’ ai margini della società.
Un mio rifugio è il bar “da Vale”, nei dintorni, in una località poco lontana da dove abito, ma in cui ancora dominano la pace, la tranquillità e la campagna, che invecchiando apprezzo sempre di più. Il bar è il fulcro di questo luogo, in realtà l’unico esercizio commerciale presente.
Quando vado, ordino del vino bianco, con acqua e un po’ di limone, e mi siedo all’ombra per ricaricarmi.
Vale è un “vecchio comunista”, convinto, che ha viaggiato nei Paesi del Sudamerica, e perciò ama dannatamente il caldo.
Parla a bassa voce, con la saggia calma di chi sa che le sventure esistono, ma che da esse non bisogna farsi schiacciare.
Per questo, di fronte alla mia indole leggermente malinconica e sfiduciata, le sue battute sono salutari.
Il suo ottimismo è tale che quando, mentre parliamo, mi punge una zanzara, lui ne vede il beneficio: per la zanzara, ovviamente, giacché come tutti anche lei deve mangiare…
Vale rispetta la natura, quella più vera e selvaggia, infatti ha sei gatti e tre cani (tutti accolti perché non desiderati da altri), come me non mangia la carne, e ha creato un laghetto per le anatre, che vi nuotano al suono rilassante di campanelle che si muovono al vento.
E’ calmante Vale nel suo riso sommesso e spontaneo, nella sua convinzione che tutto sia finito ma che ognuno di noi sia ancora in tempo per scegliere chi vuole essere.
Per lui, al bando il consumismo, l’ipocrisia, l’imposizione e ogni forma di costrizione, di emarginazione.
E per me, sentirlo parlare è davvero un “elisir di lunga vita”…
Nel suo bar ci sono persone che non si trovano nei locali della “bella gente”, ma da loro c’è solo da imparare.
Bevono tanto, per smorzare certe delusioni e certe fatiche, o giornate troppo vuote, e proprio per questo da loro escono tanto urla selvagge quanto magnifici ragionamenti, che annoto febbrilmente nella mia memoria.
Enzo, per esempio, muratore che lavora sui tetti bollenti dell’estate, ogni giorno scende dall’auto del suo capo (puntualmente alle 18.00) e, prima ancora di sedersi, ordina la prima birra. Inizia così la sua serata “da Vale”, offrendo poi a tutti quelli che arrivano qualcosa da bere.
Per chi non lo sapesse ascoltare, Enzo è certo qualcuno da cui tenersi lontano, ma nella famiglia del bar, tutti sono attorno a lui.
Personalmente ne colgo le sfumature più generose come le umiliazioni subite.
Ecco perché in questi posti mi sento accolta, a mio agio, tra gente apparentemente diversa da me, e invece così vicina a me.
Tra gente che non bleffa, che non ha nulla di valore da darmi, ma che mi offre la genuinità umana che altrove non trovo.
(Pubblicato da "Bella di giorno" )
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Panchina e tavolo in pietra ripristinati ieri dal muratore dopo la distruzione di un anno fa da parte del "caro" nipote di Maurizio 🙄. Senza alcun motivo durante dei lavori "inavvertitamente" è andato tutto giù 😐. Ora potrò tornare a sedere sulla panchina mentre Maurizio è in giardino ❤️
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Ventimiglia nel primo anno della Resistenza
Ventimiglia (IM): la stazione ferroviaria Il 25 Luglio del 1943 vengono tolte da un gruppo antifascista le insegne dalla sede del Fascio di Ventimiglia… Dopo l’8 settembre 1943 le forze armate di stanza a Ventimiglia si sciolgono e le Caserme vengono abbandonate. Ne approfittano i nuclei della Resistenza per sabotare le armi pesanti ed asportare le armi leggere con relative munizioni portandole…
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#1944#agosto#Alessandro Rubini#fascisti#ferrovieri#Fossoli#francesi#Giuseppe Palmero#Grammondo#maggio#Mauthausen#nazifascisti#Nettù#Olimpio Muratore#Osvaldo Lorenzi#partigiani#Resistenza#Sospel#stazione#tedeschi#Ventimiglia (IM)
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Ventimiglia nel primo anno della Resistenza
Ventimiglia (IM): la stazione ferroviaria Il 25 Luglio del 1943 vengono tolte da un gruppo antifascista le insegne dalla sede del Fascio di Ventimiglia… Dopo l’8 settembre 1943 le forze armate di stanza a Ventimiglia si sciolgono e le Caserme vengono abbandonate. Ne approfittano i nuclei della Resistenza per sabotare le armi pesanti ed asportare le armi leggere con relative munizioni portandole…
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