#murales di Diamante
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Racconto. Al mio paesello acquisito: una perla chiamata Diamante di Gimignano Raffaella
Erano cinque anni che non facevo ritorno a Diamante, nella terra di Pierino il Calabrese, com’ era definito mio papà dai colleghi di lavoro a Ravenna.
Erano cinque anni che non facevo ritorno a Diamante, nella terra di Pierino il Calabrese, com’ era definito mio papà dai colleghi di lavoro a Ravenna. Non che me la passassi male quando trascorrevo le vacanze, da quando ero nata, al Riviera Bleu Hotel di Zio Mimì con nonna Maria, nonno Fiorino, tanti amici e cugini. Ora sono rimasti tutti i cugini con la nuova generazione della loro prole e Zia…
#Alessandria today#alluvioni in Italia#arte pubblica in Calabria#arte urbana#Borghi italiani#Calabria#cibo calabrese#città dei murales#concorso Hombres Itinerante.#cultura calabrese#destinazioni italiane#Diamante#Esperienze di viaggio#Fiorella Gimigliano#Fotografia di viaggio#Google News#italianewsmedia.com#letteratura di viaggio#Mare cristallino#memoria familiare#murales di Diamante#murales sul razzismo#Nani Razetti#panorami mozzafiato#pescatori di Diamante#Pier Carlo Lava#premi di giornalismo#premi di letteratura#premi letterari#Riviera Bleu Hotel
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A Diamante un murale dedicato a Carlo Alberto dalla Chiesa
https://www.cosenzapage.it/media/2023/03/murales-dalla-chiesa.jpg - #CosenzaPage DIAMANTE – Inaugurato stamani a Diamante, il murale realizzato dall’artista Agostino Cirimele e dedicato al generale dei carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa. A scoprire il Murale sono stati la prefetta di Cosenza Vittoria Ciaramella, il comandante della Legione Carabinieri Calabria Pietro Salsano e il sindaco di Diamante Ernesto Magorno.
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Città di Diamante, Calabria - Murales
#calabria#città di diamante#cittaitaliane#diamante#italia#italy#murales#arte#arte di strada#art#street art#colori#tumblr#coleichecercavalaliberta#post#blog
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Giorno 3:
- Diamante: la città con più murales in Italia. Vale davvero una visita, soprattutto se non siete particolarmente sensibili alle temperature sopra i 40 gradi.
- Spiaggia di Coreca: alle 17.30 dalla sabbia si sollevava ancora vapore caldo, per il resto non ha nulla da invidiare alle tanto lodate spiagge salentine.
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Foto bonus: pizza ad Amantea. Buonissima, un po’ meno avvincente la chiacchierata di 45 minuti con lo chef/pizzaiolo che ci teneva a spiegarmi per filo e per segno perché la sua pizza fosse la più buona dell’intero creato.
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Fra Diamante: Quattrocento Art, Imprisonment and Changing Spirituality
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Diamante di Feo was born in Terranuova, Val d’Arno in 1430 and began his artistic career as a pupil of Fra Filippo Lippi. Following his master’s death in 1469, Diamante completed the unfinished fresco cycle depicting the life of the Virgin Mary in Spoleto Cathedral (below).
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Prior to his artistic apprenticeship, as a child, Diamante had been placed in the Monastery of the Carmine at Prato by his father. Accordingly, he took the habit, becoming a mendicant friar.
In 1463, Fra Diamante was ordered to return to Florence and subsequently imprisoned for a crime that remains a mystery. Nevertheless, the Archbishop of Florence intervened and Fra Diamante was later released. Possibly as a result of his treatment and incarceration, Diamante turned his back on the Carmelites and shifted his bruised spirituality to the Vallambrosans. By 1466, he had been appointed as the Chaplain of Convento di Santa Margherita, Prato and in 1472 is documented at San Pacrazio, Florence. During 1483, Fra Diamante had risen to become the Prior of San Pietro in Gello, near Volterra.
In a strange turn of events, by 1498, Fra Diamante found himself under lock and key again. Similar to his previous brush with the authorities, the cause of his incarceration is not known, although it is believed that Diamante lost his liberty on the orders of the Prior of San Salvi, a Vallombrasan convent located just outside of Florence. The date of Fra Diamante’s death is unknown.
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Images: Fra Diamante, The Nativity, 1465-70, oil and tempera on poplar wood, 166 x 166 cm, Musée du Louvre, Paris. Web Gallery of Art.
View of the Apse of the Cathedral in Spoleto. Web Gallery of Art.
Adoration of the Child, c.1470, oil on panel, 90.5 cm x 59.5 cm, National Museum of Warsaw. Wikimedia Commons.
Filippono Lippi and Fra Diamante, Santa Margherita Predella, 15th century, oil on panel, Museo Civico Prato.
References: D. E. Colnaghi, A Dictionary of Florentine Painters from the 13th o the 17th Centuries by Sir Dominic Ellis Colnaghi, k. B., Late H. M. Consul-General at Florence, eds. P. G. Monody and Selwyn Brinton, London, John Lane The Bodley Head Ltd., 1928.
G. B. Cavalcaselle and J. A. Crowe, Storia della pittura in Italia, V, Firenze 1892, pp. 245-256.
E. Borsook, “Fra' Filippo Lippi and the murals for Prato Cathedral.” In Mitteilungen des Kunsthistor Institutes in Florenz, XIX (1975), pp. 1-148.
Posted by Samantha Hughes-Johnson.
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Diamante, al via il festival di arte urbana più atteso dell’anno
Diamante, al via il festival di arte urbana più atteso dell’anno
Attraverso un percorso in itinere strutturato su due fasi principali e con un programma ricco di ospiti d’eccezione e di iniziative speciali, Diamante Murales 40 animerà il piccolo borgo marino che, tra giugno e dicembre 2021, vedrà un susseguirsi di grandi artisti, in un exploit di opere d’arte ed un crescendo di spettacoli, mostre, incontri e inediti progetti. Una kermesse carica di eventi e…
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È la località balneare sulla costa pacifica del Messico che si è conquistata una fama internazionale grazie alle sue splendide baie dalle acque cristalline, alla vivacità della sua atmosfera ed alla bellezza del suo panorama naturale. Acapulco è denominata “la Perla del Pacifico” e nonostante le sue spiagge siano il principale richiamo per i viaggiatori che la scelgono come destinazione, la città offre molto di più a chi ha voglia di esplorarla e conoscerla più a fondo. Oltre al suo più famoso volto di Acapulco Beach, quest’area nasconde infatti chiese di rilievo e originali murales, forti secolari e interessanti giardini botanici. Cosa vedere ad Acapulco La zona costiera più celebre di Acapulco è indubbiamente La Quebrada, uno strapiombo mozzafiato che supera i 35 metri di altezza e che si trova all’interno di una piccola insenatura sul litorale. Fin dagli inizi del ‘900 decine di tuffatori si trovano qui ogni giorno ed ogni notte per dedicarsi a voli acrobatici dei più spettacolari. I clavadistas, così vengono chiamati i tuffatori professionisti che prendono parte a questo emozionante spettacolo, saltano dalle pareti rocciose della Quebrada per lasciare i curiosi osservatori col fiato sospeso per interminabili secondi, fino a fare il loro ingresso nelle acque sottostanti. I semplici avventori non possono partecipare per ragioni di sicurezza, ma possono ammirare lo show dal Mirador che si affaccia sulla baia messicana. La città vecchia di Acapulco cela un forte storico a pianta pentagonale chiamato Fuerte de San Diego. Edificato nel XVII secolo, pesantemente danneggiato e poi ricostruito in seguito del terremoto del 1776, offre oggi ai visitatori un’interessante breccia sulla storia della città messicana, oltre che un panorama davvero splendido sulla vicina Baia di Acapulco. Il suo museo presenta spiegazioni sul ruolo difensivo del forte nella storia messicana e sull’importanza commerciale di Acapulco nei traffici tra Asia, Europa ed America. Il forte è spesso utilizzato anche come scenario di spettacoli e performance musicali. Gli appassionati di arte e gli amanti delle personalità forti e controverse, non possono non dedicare una visita ad una delle più rinomate opere artistiche della città, che porta la firma niente meno che di Diego Rivera, importante artista messicano e partner di un altro personaggio dall’accattivante personalità: Frida Kahlo. Il coloratissimo murales di Rivera, creato con colori forti, scaglie di conchiglia ed altri materiali particolari è ispirato alla cultura azteca e ne rappresenta importanti divinità come Quetzalcóatl, dalla forma di serpente piumato, Exekatl, Tláloc e Coatlicue. Non troppo distante dal murales, altri colori attirano lo sguardo dei viaggiatori che si avventurano per le vibranti strade di Acapulco. Sono l’oro, il blu ed il bianco splendente della Catedral Nuestra Señora de la Soledad, la cattedrale dell’arcidiocesi di Acapulco di recente costruzione: la sua edificazione infatti risale solo agli anni ‘30 del XX secolo. La parte esterna è molto ben conservata, ma sono gli interni a colpire maggiormente, per i vivaci mosaici blu che decorano le pareti e l’imponente cupola che sovrasta l’edificio. Nei dintorni del centro città si trova inoltre il Jardín Botánico de Acapulco, un piacevole orto botanico molto amato dalle famiglie. Le specie introdotte nel parco hanno sia origini messicane che straniere ed oltre a fornire una panoramica appassionante sulla flora presente il giardino è casa di diverse specie animali come volatili, serpenti e iguane. I giardini occupano circa sei ettari di terreno e gironzolare tra i suoi laghetti ed i suoi prati rappresenta un rilassante momento di pausa e contatto con la natura. Le migliori zone costiere di Acapulco Ma se Acapulco sa essere cultura e arte, resta soprattutto un luogo dove godere di un mare tra i più spettacolari al mondo. El Revolcadero è uno degli arenili più popolari della città, incorniciata da palme da sogno e baciata da onde impetuose che la rendono perfetta per la pratica degli sport acquatici. Playa Tlacopanocha ha invece un mare più tranquillo ed essendo più sicura è spesso scelta come punto di partenza per escursioni in barca che permettono di ammirare la costa da un punto di osservazione privilegiato. E se La Condesa è una delle spiagge più centrali ed affollate, oltre che mondane, di Acapulco, per fuggire dalla folla e dal caos è preferibile scendere verso le zone di Punta Diamante, per rifugiarsi tra la sua vegetazione lussureggiante e stendersi sulla sabbia della piccola Playa Majahua. Si tratta di una piccola lingua di sabbia dal mare calmo generalmente molto tranquilla e distante dalla frenesia delle spiagge più centrali. Playa Caleta e Caletilla sono altrettanto placide e rilassanti, e se si vuole andare alla ricerca di ancora più intimità vale la pena raggiungere Isla Roqueta, un isolotto proprio di fronte a Caleta e Caletilla. L’isola ha paesaggi incredibili ed è il paradiso per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni. La si può raggiungere in barca in pochi minuti dalla costa, e spesso le imbarcazioni hanno fondali in vetro per ammirare lo spettacolo sottomarino. Movida e shopping in città Ad Acapulco non mancano le occasioni di tuffarsi nel sano shopping: l’Avenida Miguel Alemán è la zona migliore per trovare negozi, boutique e oggetti di artigianato locale, stoffe o gioielli in argento e pietre lavorati secondo lo stile delle popolazioni indigene. E per concludere le giornate in bellezza, Acapulco non si ferma nemmeno di notte, offrendo una ricchissima scelta di ristoranti, locali e nightclub capaci di offrire divertimento e viste uniche sulla baia della città. https://ift.tt/2RiTm8P Alla scoperta di Acapulco, in Messico È la località balneare sulla costa pacifica del Messico che si è conquistata una fama internazionale grazie alle sue splendide baie dalle acque cristalline, alla vivacità della sua atmosfera ed alla bellezza del suo panorama naturale. Acapulco è denominata “la Perla del Pacifico” e nonostante le sue spiagge siano il principale richiamo per i viaggiatori che la scelgono come destinazione, la città offre molto di più a chi ha voglia di esplorarla e conoscerla più a fondo. Oltre al suo più famoso volto di Acapulco Beach, quest’area nasconde infatti chiese di rilievo e originali murales, forti secolari e interessanti giardini botanici. Cosa vedere ad Acapulco La zona costiera più celebre di Acapulco è indubbiamente La Quebrada, uno strapiombo mozzafiato che supera i 35 metri di altezza e che si trova all’interno di una piccola insenatura sul litorale. Fin dagli inizi del ‘900 decine di tuffatori si trovano qui ogni giorno ed ogni notte per dedicarsi a voli acrobatici dei più spettacolari. I clavadistas, così vengono chiamati i tuffatori professionisti che prendono parte a questo emozionante spettacolo, saltano dalle pareti rocciose della Quebrada per lasciare i curiosi osservatori col fiato sospeso per interminabili secondi, fino a fare il loro ingresso nelle acque sottostanti. I semplici avventori non possono partecipare per ragioni di sicurezza, ma possono ammirare lo show dal Mirador che si affaccia sulla baia messicana. La città vecchia di Acapulco cela un forte storico a pianta pentagonale chiamato Fuerte de San Diego. Edificato nel XVII secolo, pesantemente danneggiato e poi ricostruito in seguito del terremoto del 1776, offre oggi ai visitatori un’interessante breccia sulla storia della città messicana, oltre che un panorama davvero splendido sulla vicina Baia di Acapulco. Il suo museo presenta spiegazioni sul ruolo difensivo del forte nella storia messicana e sull’importanza commerciale di Acapulco nei traffici tra Asia, Europa ed America. Il forte è spesso utilizzato anche come scenario di spettacoli e performance musicali. Gli appassionati di arte e gli amanti delle personalità forti e controverse, non possono non dedicare una visita ad una delle più rinomate opere artistiche della città, che porta la firma niente meno che di Diego Rivera, importante artista messicano e partner di un altro personaggio dall’accattivante personalità: Frida Kahlo. Il coloratissimo murales di Rivera, creato con colori forti, scaglie di conchiglia ed altri materiali particolari è ispirato alla cultura azteca e ne rappresenta importanti divinità come Quetzalcóatl, dalla forma di serpente piumato, Exekatl, Tláloc e Coatlicue. Non troppo distante dal murales, altri colori attirano lo sguardo dei viaggiatori che si avventurano per le vibranti strade di Acapulco. Sono l’oro, il blu ed il bianco splendente della Catedral Nuestra Señora de la Soledad, la cattedrale dell’arcidiocesi di Acapulco di recente costruzione: la sua edificazione infatti risale solo agli anni ‘30 del XX secolo. La parte esterna è molto ben conservata, ma sono gli interni a colpire maggiormente, per i vivaci mosaici blu che decorano le pareti e l’imponente cupola che sovrasta l’edificio. Nei dintorni del centro città si trova inoltre il Jardín Botánico de Acapulco, un piacevole orto botanico molto amato dalle famiglie. Le specie introdotte nel parco hanno sia origini messicane che straniere ed oltre a fornire una panoramica appassionante sulla flora presente il giardino è casa di diverse specie animali come volatili, serpenti e iguane. I giardini occupano circa sei ettari di terreno e gironzolare tra i suoi laghetti ed i suoi prati rappresenta un rilassante momento di pausa e contatto con la natura. Le migliori zone costiere di Acapulco Ma se Acapulco sa essere cultura e arte, resta soprattutto un luogo dove godere di un mare tra i più spettacolari al mondo. El Revolcadero è uno degli arenili più popolari della città, incorniciata da palme da sogno e baciata da onde impetuose che la rendono perfetta per la pratica degli sport acquatici. Playa Tlacopanocha ha invece un mare più tranquillo ed essendo più sicura è spesso scelta come punto di partenza per escursioni in barca che permettono di ammirare la costa da un punto di osservazione privilegiato. E se La Condesa è una delle spiagge più centrali ed affollate, oltre che mondane, di Acapulco, per fuggire dalla folla e dal caos è preferibile scendere verso le zone di Punta Diamante, per rifugiarsi tra la sua vegetazione lussureggiante e stendersi sulla sabbia della piccola Playa Majahua. Si tratta di una piccola lingua di sabbia dal mare calmo generalmente molto tranquilla e distante dalla frenesia delle spiagge più centrali. Playa Caleta e Caletilla sono altrettanto placide e rilassanti, e se si vuole andare alla ricerca di ancora più intimità vale la pena raggiungere Isla Roqueta, un isolotto proprio di fronte a Caleta e Caletilla. L’isola ha paesaggi incredibili ed è il paradiso per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni. La si può raggiungere in barca in pochi minuti dalla costa, e spesso le imbarcazioni hanno fondali in vetro per ammirare lo spettacolo sottomarino. Movida e shopping in città Ad Acapulco non mancano le occasioni di tuffarsi nel sano shopping: l’Avenida Miguel Alemán è la zona migliore per trovare negozi, boutique e oggetti di artigianato locale, stoffe o gioielli in argento e pietre lavorati secondo lo stile delle popolazioni indigene. E per concludere le giornate in bellezza, Acapulco non si ferma nemmeno di notte, offrendo una ricchissima scelta di ristoranti, locali e nightclub capaci di offrire divertimento e viste uniche sulla baia della città. Acapulco è famosa per le sue spiagge, ma in realtà la città messicana è ricca di monumenti e attrazioni naturalistiche tutte da scoprire.
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Ricordo di #diamante con un ultimo #murales #muralesart #lacittàdeimurales (presso Diamante "La Città Dei Murales") https://www.instagram.com/p/B24ADkrIY_K/?igshid=1ctmu9gfeh9u4
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Diamante's famed hand painted murals can be found throughout its atmospheric streets, ranging from old-world scenes to modern art to political and social statements. Each one of them a uniquely beautiful work of art! . . #ExperienceTransat @airtransat #Calabria #Italy #myitaliansummer #browsingitaly #travelerinitaly #whatitalyis #MyTinyAtlas #LiveTravelChannel #Travelstoke #Fodorsonthego #TLPicks #TravelDeeper #LiveFolk #PassionPassport #TravelingOurPlanet #NakedPlanet #OpenMyWorld #LonelyPlanet #BeautifulDestinations #BestPlaces_togo #Wonderful_Places #TasteinTravel #Travelwithfathom #TravelAwesome #TakeMeThere #LifeCelebrated #TLTransportMe #ForbesTravelGuide . . @travelandleisure @afarmedia @travelawesome @cntraveler @nakedplanet @lonelyplanet @intrepidtravel @fodorstravel @forbestravelguide @beautifuldestinations @wonderful_places @travelingourplanet @travelchannel @worlderlust @theglobewanderer @fathomwaytogo @sudmagazine @panoramitalia @italymagazine (at Centro Storico Di Diamante)
#whatitalyis#myitaliansummer#openmyworld#mytinyatlas#experiencetransat#tltransportme#calabria#wonderful_places#travelawesome#travelwithfathom#travelingourplanet#takemethere#travelstoke#tasteintravel#beautifuldestinations#tlpicks#travelerinitaly#browsingitaly#bestplaces_togo#livefolk#italy#passionpassport#livetravelchannel#traveldeeper#lifecelebrated#forbestravelguide#nakedplanet#lonelyplanet#fodorsonthego
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Lernen. Von wem? D14
“Von Athen lernen” ist der Titel der aktuellen DOCUMENTA. Die D14 wird - auch wegen der Tatsache, dass sie erstmalig außerhalb von Kassel stattfindet - sehr kontrovers diskutiert, Grund genug, uns selber ein Bild zu machen. Ab nach Athen. Heimspiel ;-)
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Drei Tage Zeit, vier Locations und was uns sonst noch so über den Weg läuft.
Die D14 Karte zeigt zwar fast 50 Orte in Athen, die meisten davon sind aber auch unabhängig der DOCUMENTA einen eigenen Besuch wert.
Wir starten im EMST. Es ist das Nationale Museum für Zeitgenössische Kunst und Hauptausstellungsort der D14.
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1997 hatte in Athen die Betreibergesellschaft der U-Bahn das ehemalige Gebäude der Brauerei Fix erworben um an dessen Stelle ein Park&Ride-Parkhaus zu errichten. Architekturfreunde hielten das Bauwerk besetzt und forderten stattdessen eine kulturelle Nutzung. Schließlich wurde ein Kompromiss erzielt, die Hälfte wurde abgerissen und ermöglichte den Bau einer Tiefgarage, die andere Hälfte wurde 2000 dem Staat überlassen mit der Bedingung der kulturellen Nutzung. Ab 2003 wurden Ausstellungen des neuen Nationalen Museum für Zeitgenössische Kunst in der Ruine gezeigt, von 2007 bis 2013 wurde das Gebäude saniert und zum Museum ausgebaut. Interimsweise war es bis 2014 im Gebäude des Athener Odeion untergebracht. (Quelle Wikipedia).
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Eintritt 8,00 Euro, 4 Etagen, schöne Architektur, White Cube Atmosphäre. Für uns Standard. Für Griechenland HighEnd. Nun, es ist gerade neu eröffnet. Schauen wir in 3 Jahren noch einmal ;-)
Ein Roter Faden, eine Klammer, etwas, was die verschiedenen Arbeiten zusammenhält? Fehlanzeige. Dieser Eindruck wird sich später weiter bestätigen. Ist aber auch egal. Warum und wieso sollten Arbeiten von 100 Künstlern aus den letzten 5 Dekaden einen Roten Faden vorweisen? Wir erfreuen uns der allgegenwärtig freundlichen Menschen, die sichtlich stolze Gastgeber sind.
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Taxis werden uns für 2,00 bis maximal 7,00 Euro die nächsten Tage von einer Location zur nächsten bringen. Zu Galerien, Restaurants, zu unserem Hotel. Keine bessere Fortbewegungsmöglichkeit, wenn nicht entsprechende Streiks die Busse und die Metro gerade lahmlegen! Dann läuft auf den Straßen Athens nichts mehr.
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Nächste Station das Odeion (Athener Konservatorium). Auch hier empfangen uns strahlende Gesichter. Der Eintritt ist frei. 30 Minuten nach Ankunft wird klar: DAS IST DER ORT!
Völlig unvorbereitet auf das, was wir vorfinden erfragen wir die Geschichte dieses Gebäudes. Nur Wenige wissen Bescheid.
Das weithin als Odeion bekannte Athener Konservatorium ist Teil eines größeren städtischen Bebauungsplans, der nicht realisiert wurde. Der Entwurf, mit dem der Architekt Ioannis Despotopoulos 1959 den 1. Preis im Wettbewerb für ein Kulturzentrum in Athen gewann, gehört zu den überzeugendsten Vorhaben der modernen griechischen Architektur. Es treibt die Vision eines mitteleuropäischen Rationalismus voran und auch die Bestrebungen einer weltoffenen Kulturpolitik, die in der Nachkriegszeit aufkamen. Nach Despotopoulos’ Idee sollten im Zentrum Athens ein Nationaltheater, ein Kongresszentrum, ein Museum, eine Bibliothek und ein Freilufttheater in enger Nachbarschaft entstehen. Doch der umfassendere Plan wurde nicht umgesetzt. (Quelle: DOCUMENTA 14). So steht dieses Gebäude seit den 60ern zum Teil ohne Nutzung!!! Als wir etwa 3 Stockwerke erst in die Tiefe gehen und im sogenannten Keller stehen, stockt der Atem. Eine riesige Halle!
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Die Decke sieht so aus als hätten man im Obergeschoss eine gigantische Badewanne eingelassen. Eine Mulde. Wir stehen darunter. Was ist darüber?
Ein Amphitheater! Roher Beton! Keine Beleuchtung, keine Sitzkissen. Nichts. Seit den 60er Jahren. Unfassbar!
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Kein Bild und auch kein Video kann die Gänsehaut wiedergeben, die einen an diesem Ort überfällt. Auf der Rückseite der “Bühne” laufen auf einem riesigen LED Band (Ticker) Aktienkurse. Lautsprecher, wie ein Chor im Raum verteilt, geben Klagelieder wieder. Frauenstimmen, süß, schmerzerfüllt und archaisch greifen durch die Gehörgänge tief in unsere Seelen. Wenn es einen Ort dieser DOCUMENTA hier in Athen zu besuchen gilt, dann diesen.
Wir tauchen wieder auf die Oberfläche auf um in den nächsten Keller abzusteigen. Dieser wird bereits durch eine Kultur- & Kunst-Initiative regelmäßig bespielt. Auch hier ist die Architektur berauschend. Die Räume sind niedriger und verspielt verwinkelt. Hier wird deutlich, dass alle Arbeiten und Installationen Bezug nehmen auf den Inhalt/Zweck des Gebäudes: Musik.
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Eine sehr smarte Installation im Innenhof des Kellers beschäftigt uns länger.
Ein Riesenhaufen Müll türmt sich auf. Davor eine Art Sortierbank, davor eine hydraulische Presse, davor das eigentliche Kunstwerk. Oder doch umgekehrt? Wir sammeln die Information wie Müllsammler das Weggeworfene. Auch der Künstler hat Müll gesammelt. Um Athen herum. Die Besucher dürfen an dieser Stelle ihre Lieblingsfunde aus dem Haufen aussuchen. Bis zu 15 Objekte werden zwischen den Seiten eines Blanko-Buchs platziert. Jetzt kommt die Presse ins Spiel. Alles wird mit gewaltiger Kraft zusammengedrückt. Die weggeworfenen Fragmente unseres Konsums erzeugen Reliefe im Buch. Das Buch wird eingeschweißt und kann für 80,00 Euro mitgenommen werden. So geht Müllexport ;-)
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Station 3. ASFA (Hochschule der Bildenden Künste).
Am Eingang der Hochschule der Bildenden Künste Athen in der Pireos-Straße stößt man auf das griechische Heldensprichwort Ένας στο Χώμα χιλιάδες στον Αγώνα (Einer in der Erde, Tausende auf dem Schlachtfeld). Komisch verfremdet, lautet es nun so: Ένας στο MoMA χιλιάδες στον Αγώνα (Einer im MoMA, Tausende auf dem Schlachtfeld). Es handelt sich um eine augenzwinkernde Anspielung auf das Museum of Modern Art in New York, die den Horizont künstlerischen Erfolgs einebnet. Die ASFA, die auf die 1836 gegründete Königliche Kunsthochschule zurückgeht, verlegte 1992 die Bereiche Bildende Kunst, Kunsttheorie und Kunstgeschichte in die Räume der ehemaligen Textilfabrik der Familie Sikiarides. (Quelle: DOCUMENTA 14)
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Größer könnte der Kontrast an einem Ort nicht sein. Im Komplex der ehemaligen Fabrik ist der reguläre Betrieb in z.T. sehr runtergekommenen Gebäuden untergebracht. Es sieht mehr nach einem von Kreativen informell besetztem Ort als nach einer Bildungsinstitution aus. Gut, vielleicht sind wir (weiter im Westen) etwas zu verwöhnt... ;-)
Ein Besuch der Örtlichkeit lohnt sich für kunstinteressierte Menschen auch außerhalb der DOCUMENTA. Die Murals sind gigantisch und der Kaffee in der Hochschul-Kantine ein Muss.
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Die Ausstellungshalle dagegen ist ein geschliffener Diamant mit Top-Galerie Qualitäten. Groß, großartig. Auffällig: alle Beleuchtungselemente hängen wie mit der Laserwasser-Waage auf einer Linie. Wir konnten nicht herausfinden, ob dies immer so ist oder ob der aktuelle Einfluss der DOCUMENTA sich an solchen Details manifestiert ;-)
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Zwischen Kassel und Athen wird Schach gespielt! Nettes verbindendes Element. Versteckt hinter schweren Perlen-Vorhängen.
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Station 4: Benaki Museum - Annex Pireos-Strasse .
Es gehört zu unseren Lieblingsmuseen, denn hier haben wir bereits einige schöne Ausstellungen erlebt. Die Vorfreude wird allerdings jäh gestoppt. Der aktuelle Streik einiger Verbände trifft auch uns: Heute geschlossen! Arbeitskampf. Was für ein Krampf! Dafür ist der Eintritt am kommenden Tag und bei unserem nächsten Versuch frei. Kleine Wiedergutmachung :-)
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Das Benaki-Museum wurde 1930 von dem Sammler Antonis Benakis gegründet, der einer bedeutenden Familie der griechischen Diaspora entstammte. Sein Vater Emmanouil Benakis war ein griechischer Kaufmann und Politiker, der nach Alexandria ausgewandert war, wo er ein Vermögen mit Baumwolle machte. Nach Griechenland zurückgekehrt, wurde er 1914 zum Bürgermeister von Athen gewählt und half nach dem Krieg in Kleinasien bei der Wiederansiedlung von Flüchtlingen. Zu seinen sechs Kindern gehörten die Schriftstellerin Penelope Delta sowie Antonis, der in Alexandria geboren wurde, wo er mit dem Sammeln begann. In den späten 1920er Jahren ließ sich auch Antonis Benakis in Griechenland nieder und stiftete dort seine gesamte Sammlung dem Staat. Das aus dieser Schenkung hervorgegangene Benaki-Museum gilt mit seinen sechs Dependancen, vier Archiven und einer umfangreichen Bibliothek nach wie vor als eines der wichtigsten Museen des Landes. Heute besteht die Sammlung aus mehr als 500.000 Objekten, die das gesamte Spektrum der griechischen Kunst und Kultur umfassen; sie wird ergänzt durch Beispiele islamischer, präkolumbischer, afrikanischer und chinesischer Kunst. Das Museum bietet eine einzigartige Darstellung der griechischen Zivilisation und interpretiert ihre künstlerischen und intellektuellen Aspekte im Dialog mit Entwicklungen auf der ganzen Welt. (Quelle: DOCUMENTA 14)
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Wir tauchen ein um recht flott wieder aufzutauchen. Hmmm. So richtig will hier nichts zünden.
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Wir erfahren, dass neben den DOCUMENTA Räumen noch eine weitere Ausstellung läuft. Die wiederum hat es in sich. Das Gleichgewicht ist wiederhergestellt. Es ist allerdings das erste Mal, dass wir mit den Dingen nicht richtig glücklich sind. Man muss nicht alles verstehen. Und schon mal gar nicht muss alles gefallen. Aber wenn es gar nicht zündet? Und die Parallel-Ausstellung eher das erwartete Niveau vorhält?...
Wir brauchen ein Gegenmittel und entscheiden uns noch einmal das Odeion zu besuchen. Nach einer kurzen Pause und einer schnellen Taxifahrt sind wir dort, wo es sich wirklich lohnt zu sein. Klasse!
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Zu viele Stimmen kritisieren die aktuelle DOCUMENTA in Athen. Zu unrecht finden wir. Zumal die Stimmen häufig von Menschen stammen, die noch nicht einmal vor Ort waren. Schwätzer!
Wir hatten einen Grund genau diese Reise anzutreten und genau diesen Aufenthalt zu organisieren. Es war die DOCUMENTA 14. Wir haben viele spannende Orte und durchaus eine Reihe sehr interessanter Arbeiten erleben dürfen. Es ist die DOCUMENTA 14. Ist der meta-philosophische Diskurs und das heilige Blabla um die Kunst wirklich so entscheidend für den Genuss der Gastfreundschaft und Hilfsbereitschaft all dieser Menschen, die unseren Aufenthalt so positiv geprägt haben? Nein. Wir haben es sehr genossen und fühlen uns bereichert.
Sind gespannt auf Kassel nun! Der nächste DOCUMENTA 14 Beitrag folgt dann im Juli ;-)
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Nasce Muralopolis, il gioco da tavolo ambientato nella Riviera dei Cedri. Protagonisti i Murales di Diamante
https://www.cosenzapage.it/media/2022/04/WhatsApp-Image-2022-04-29-at-07.25.27.jpeg - #CosenzaPage Nasce Muralopolis, il gioco da tavolo ambientato nella Riviera dei Cedri. Protagonisti i Murales di Diamante. Un gioco da tavolo educativo e di promozione turistica quello ideato dalla designer Livia Cirone che crea, per la prima volta, un gioco di società ambientato nella Riviera dei Cedri.
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Calabria: Diamante il paese dei murales
Calabria: Diamante il paese dei murales
Sono sulla Riviera dei Cedri, 80 chilometri di spiagge, scogliere e splendidi paesini marittimi, vado verso sud e circa a metà, continuando sulla SS 18 arrivo a Diamante, il paese reso famoso oltre i confini calabresi, dal Festival del Peperoncino e dai sui murales.
Posta su un promontorio roccioso incuneato in un mare cristallino, ha 8 Km di spiaggia che si estendono fino alla frazione…
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Il nuovo #murales di #Diamante #Calabria #Italia #Chill #Relax #Amazing #natura #beauty #Streetart #art #cittadeimurales #fantasticacalabria #trip #slowliving https://www.instagram.com/p/BoOpV0YHEa-/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=fjivfu90e0mr
#murales#diamante#calabria#italia#chill#relax#amazing#natura#beauty#streetart#art#cittadeimurales#fantasticacalabria#trip#slowliving
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Day 48, Quebec City, 24 th September
Woke up to an unbelievable day especially after the gray skies of yesterday. The sky was brilliant even though the temperature was cold. 0 degrees but I can handle that for some sunshine. I left the hotel really early to make the most of the good weather. The Ramparts of the city are the only remaining fortified city walls in North America north of Mexico. The British began refortifying the existing walls after they took control of Quebec City from the French in 1759.
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The walls are in good condition and you can wall along the top of some of them.
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Guard house.
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Parliament building of Quebec. It was built between 1877 and 1886.
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Outside of the walled part of the old city’s Quebec City is a modern city of close to 900,000. Most tourists only visit old Quebec City that has all the history and the quaint streets and buildings. You can go up to the top of the round tower to the viewing level.
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The Saint Lawrence River, an important sea lane for Canada.
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The Plains of Abraham. The battle that took place here in 1759 was a deciding moment in the conflict between France and Britain over the fate of New France which later influenced the creation of Canada. The Battle of Quebec which was the culmination of a 3 month siege lasted only an hour and in its wake the French evacuated the city. France ceded most of its possessions in eastern North America to Great Britain in the Treaty of Paris. The Quebec Act, passed in 1774, allowed 'les Canadiens' (today, also referred to as the Québécois) to have religious and linguistic freedoms, to openly practice their Catholicism and use their French.The Constitional Act of 1791 divided Canada into an "Upper", English-speaking colony, and a "Lower", French-speaking colony. Quebec City was made the capital of Lower Canada and enjoyed more self-rule following the passage of this act.
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A surviving Martello, little fort, Tower under repair on the Plains of Abraham.
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Old canons from WWI.
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The Citadelle of Quebec is still an active Military instalment and is located on top of Cap Diamant. It has a commanding view of the area. A citadel of some type has been in this location for over 300 years. You can see Lévis across the river.
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The walls of the Citadelle
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The Governor’s Promenade is a giant boardwalk that connects the Plains of Abraham Park to the Dufferin Terrace.
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Walking up the stairs from the Dufferin Terrace onto the Governors Promenade.
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Dufferin Terrace was a Terrace that wraps around the Chateau Frontenac and overlooks the St Lawrebce River.
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The beautiful sunny day certainly makes everything look good.
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The Fairmont Le Chateau Frontenac dominates the skyline. It was opened in 1893 in the historic upper town. It was built by the Canadian Pacific Railway. I have now been to nine of these Fairmont Hotels across Canada. I haven’t been in any of the guest rooms but I think Ottawa’s Chateau Laurier is the classiest looking walking through all the common areas. I did have a good look at that one going into any room that wasn’t locked so I saw the Ballroom and other flash rooms. I did that in Toronto, as well, but it still didn’t compare. Lake Louise and Quebec City Fairmont had too many tourists wandering through them, including myself. I would be a bit annoyed if I was paying the huge money to stay there invading my space.
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The lower Town and harbour,
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Looking down into the Lower Town.
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Petit Champlain was the oldest commercial district in North America. It was also supposed to be the narrowest shopping street in North America, as well. It contains lots of restaurants and interesting boutiques.
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The old Quebec Furnicular was opened in 1879 and it connects the Dufferin Terrace with the Lower Town. You can get between the Upper and Lower town by stairs, as well.
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Basse Ville where poorer people, workers and seamen lived.
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Two cruise ships were in the harbour. I would image there could be more in the harbour during the summer months. You wouldn’t be able to walk easily in some areas of the city then.
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The city from the far side of the river.
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On the other side cliffs rose up and the village of Levis was above. I decided to climb the stairs for a look. These were only half the stairs as it was hard to get them all in. I kept thinking that this was good exercise and as I said before climbing stairs has got easier. I ended up for the day climbing 41 flights of stairs and 20,000 steps according to my monitor, more than I did in Montreal the other day when I climbed up to Parc Mont Royal.
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Loved all the wooden painted houses with their towers and verandahs in Levis.
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A mural was painted along a wall depicting the changes over time to the area starting with the fact that this area was first settled by Native tribes.
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Big Catholic Church and school in Levis which had a very distinctive french look to its design.
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Another nice looking church in Levis.
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This cross looked across the river to Quebec City.
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Nice looking house
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On the ferry.
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The Basse Ville with the Chateau above.
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This building houses exhibits about the urban life of the early city. From 1663 to 1673 some 800 women were bought out to the colony to increase its population. Most were orphans and the government paid their passage and settling costs.
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Restaurants all along the buildings of the Basse Ville, or lower town.
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Bringht umbrellas.
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Place Royale. This was one of the oldest areas of Quebec City and has World Heritage listing. This was where Samuel de Champion first started to build his settlement.
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Interesting streets.
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Ruins have been unearthed of buildings from the early settlement of this area.
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More buildings belonging to the university now.
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Marie Rollet was the first Frenchwoman to settle in New France (born circa 1580 in Paris, France; died in 1649 and buried in Quebec City. She is recognized as the first female French farmer in New France, alongside her husband Louis Hébert. My hotel was called Hotel Marie Rollet. I thought the name sounded familiar when I walked past it.
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Brightly roofed buildings.
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The Rue de Trevor was an all year round gallery displaying more than 36 artists work. It was started in the 1960′s by young artists.
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The Cathedral of the Holy Trinity, an Anglican Church which was founded in Quebec in 1793.
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The beautiful organ
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The inside of the church. The Brisbane Communuty Choir were programmed to sing here in October. My niece knows the conductor and many of the singers.
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The gates into the grounds of the School of Architecture in Quebec City.
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The University of Architecture of Quebec in the middle of the Old City.
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The Basilica of Notre Dame Quebec City. It is the oldest seat of the Roman Catholic Archdiocese in the America’s North of the Spanish colonies of Florida and New Mexico
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Inside the Cathedral.
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The Hotel de Ville was inaugurated in 1896. It was once home to the Jesuit College from the 1730′s to 1878.
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I couldn’t work out how the plants on these pots grew. They looked good.
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This face statue was opposite my hotel and in front of the Hotel Ville.
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IL MURALE Il Murale è un dipinto realizzato su una parete o un soffitto permanente in muratura. Il termine indica anche il genere di pittura, ed è divenuto celebre per il movimento noto come "muralismo". . Il muralismo è un movimento pittorico nato in Messico dopo la rivoluzione messicana del 1910. Sono nati da movimenti di protesta della popolazione contro il potere. . Nel tempo hanno sempre più assunto valore estetico, conservando talvolta anche un valore sociale. . OGGI la tendenza è invertita e sono spesso commissionati da enti pubblici, evidenziando l'identità del luogo, divenendo anche richiamo culturale. . In spagnolo mural; il plurale murales è spesso usato in italiano, erroneamente anche come singolare. . I murales non coincidono con il graffiti writing, lo studio di lettere che poi si sviluppano in dimensione. I murales invece indicano dipinti non necessariamente legati ad un "lettering". . CURIOSITÀ 1 il più famoso luogo di murales in Italia è Dozza, in Romagna. Qui i murales vengono dipinti sui muri delle case durante la "Biennale Muro Dipinto", iniziata nel 1965 e tuttora in essere. . CURIOSITÀ 2 In Calabria, Diamante ospita oltre 150 murales di pittori e artisti italiani e internazionali. In Sardegna è Orgosolo a fregiarsi del titolo di paese più artistico: i suoi caratteristici murales richiamano annualmente migliaia di turisti. Sempre in Sardegna va ricordato il paese museo San Sperate con il suo vasto patrimonio di murales, realizzati in gran parte da Pinuccio Sciola. . Altri centri di produzione sono San Bartolomeo in Galdo nel Sannio e Prea in Piemonte. . CURIOSITÀ 3 Molto famosi quelli irlandesi di Belfast e Derry. Rappresentano a tutti gli effetti dei dolmen politici attorno ai quali la popolazione nazionalista nordirlandese si riconosce in una battaglia culturale per i propri dirittici civili, sociali e politici . #murales #dipinti #affreschi #dipingere #pittori #artisti #pittura #mural #muralismo #messico #mexico #protesta #sociale #dipinto #affresco #graffito #pittore #artista #aosta #acrilico #federicoarmand #fotoinbiancoenero #bnw #biancoenero #bnw_greatshots #BANANASPONSOR www.armand.it (presso Aosta, Italy)
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Cuando hablamos de hermosos edificios públicos, no aparecen en la parte superior de la lista. Pero muchos aparcamientos merecen una segunda mirada. Plazas de aparcamientos que en manos de arquitectos y diseñadores inteligentes llegan a ser mucho más que feos bloques de hormigón. Desde antiguos teatros en Detroit hasta caleidoscopios gigantescos en Lyon, hoy en día los aparcamientos son más que funcionales – son una experiencia. Aquí tienes algunos de nuestros favoritos:
1. Aparcamiento Eureka Tower, Melbourne, Australia
Las losas y bloques de hormigón están normalmente reservados a los grafiteros, no a los equipos de diseño. Pero Emerystudio, inspirados por el artista suizo Felice Varini, convirtieron una oscura gruta en un sueño de colores. En la posición adecuada el conductor puede ver como las letras distorsionadas se alinean formando las palabras 'entrada', 'salida', 'arriba' y 'abajo'. Sencillo pero muy efectivo.
2. Teatro de Michigan: Detroit, EE.UU.
Igual lo reconoces por la película 8 Mile de Eminem, aunque la historia del Teatro de Michigan se remonta muy lejos en el tiempo. El gran teatro de estilo renacentista abrió en 1926, sobre un pequeño garaje donde Henry Ford construyó su primer coche. No ha sido derribado ni restaurado, sin embargo, ahora es lugar de unos de los aparcamientos más asombrosos de Estados Unidos.
3. Millennium Point: Birmingham, Reino Unido
El premiado Millennium Point ilumina la parte este de Birmingham. Era una de las primeras estructuras construidas durante la costosísima regeneración de la zona. Paneles en distintos ángulos brillan de colores turquesa, neón y azul ultramarino, que dan al aparcamiento un sorprendente efecto de 'cubo de luz'.
4. Il parcheggio di Welbeck Street: Londra. Regno Unito
Este elaborado conjunto de diamantes de hormigón se encuentra en Oxford Street, la archifamosa calle londinense, y fue construido en 1971 por el centro comercial Debenhams. Hay que ir a verlo cuanto antes, ya que dan a entender que este edificio, ejemplo de arquitectura brutalista, será derribado para dar lugar a un nuevo hotel.
5. Parc des Celestins: Lyon, Francia
Parecido al escenario de la película The Matrix, el fascinante aparcamiento Parc des Celestins está situado debajo de Place des Parc Des Célestins, que alberga el Teatro de Lyon. El distintivo diseño cilíndrico fue construido entre 1994 y 1995. La característica más llamativa es el espejo en la base del edificio que gira lentamente dando un efecto de luz caleidoscópico.
6. 60 East Lake Street: Chicago, EE.UU.i
No encontrarás nada aburrido en este aparcamiento de Chicago. Construido entre 1984 y 1986 la estructura de 12 plantas fue diseñado por el arquitecto Tigerman McCurry. Para rizar el rizo, este aparcamiento tiene rejillas cromadas, faros de coche y los toldos de entrada simulando neumáticos gigantes. Trae a la mente la imagen de una ciudad de juguete.
7. Aparcamiento Ballet Valet: Miami, EE.UU.
¿Hormigón?¿Qué hormigón? El aparcamiento de Ballet Vallet fue construido en 1995 – una operación conjunta entre la cuidad de Miami y el promotor Tony Goldman. El uso de vegetación exuberante da vida a un aburrido bloque de hormigón, haciéndolo parte del entorno.
8. Hoenheim¬Nord: Strasbourg, Francia
Desiñado por los arquitectos Zaha Hadid en los noventa, el aparcamiento y la terminal Hoenheim-Nord se crearon para animar a la gente a dejar sus coches en las afueras de la cuidad y subirse al tranvía. El concepto se hace eco del ritmo y la energía de los coches, tranvías, bicicletas y peatones compartiendo el mismo espacio; con marcas de suelo y farolas delineando un campo magnético.
9. Aparcamiento Cornerstone Square: Ohio, EE.UU.
Otra superficie gris convertida en una obra de arte. Y no cualquier obra de arte – un alucinante espejismo en 3D. El exterior de hormigón del aparcamiento Cornerstone Square recibió el tratamiento Eric Grohe: se pintaron murales del estilo trompe l'oeil en los laterales del aparcamiento de cinco plantas.
10. Aparcamiento La Veranda: Rotterdam, Países Bajo
El aparcamiento la Verando es un sublime añadido a la famosa arquitectura futurista de Rotterdam. El equipo de Paul de Ruiter recibió el desafío de solucionar el problema de estacionamiento en la franja de la Verando. Tenían que alojar 630 coches, tiendas y restaurantes dentro de un paisaje urbano. ¿El resultado? Un aparcamiento ventilado de manera natural que rezuma sofisticación.
11. Q-Park Charles Street: Sheffield, Reino Unido
Con un exterior anguloso y llamativo, es fácil entender porque los residentes llaman al aparcamiento de Charles Street el 'rallador de queso'. La estructura era diseñado por los arquitectos Allies y Morrison y figuran paneles metálicos sobresaliendo en distintos ángulos. Dentro, los conductores suben a una rampa de espiral hasta las plantas principales del aparcamiento, donde unos paneles reflejan una luz verde al interior del edificio.
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