#monaci
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101-200, (Auctor incertus), Diomedes
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Presepe abbazia monte oliveto maggiore (asciano)
Dicember 2023
Il presepe del' abazia di monte oliveto maggiore, nel comune di Asciano (Siena) e' da svoprire, molto carino. Foto by samsung a14, dello staff viaggio180 e giratine180.
#Presepe asciano#Presepetoscana#Monteolivetomaggiore#Cretesenesi#Dicembre2023#Viaggio180#18arte.blog#Tumblrblog#Giratine180#Bonellinotumblr#Statue#Aziendaagricola#Monaci#Chiesa#Spiritualita'
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Meteore
Siete mai stati in Grecia a visitare le spettacolari ed affascinanti Meteore, Patrimonio Unesco dal 1988?
Il significato del nome “sospeso nell’aria” già rende l’idea del luogo: un paesaggio surreale (ancor di più se c’è la nebbia) fatto di vertiginose pareti di roccia immerse nella natura su cui sono appollaiati 24 antichi monasteri greco-ortodossi.
Di questi solo 6 sono abitati da un numero davvero esiguo di monaci e monache e sono aperti al pubblico.
Io ne ho visitati 2, il monastero di Varlaam (maschile) ed il monastero di Roussanou (femminile). Da entrambi si gode di una vista panoramica sui pinnacoli circostanti ed hanno al loro interno cappelle riccamente affrescate; il primo ospita anche un piccolo museo di storia monastica che consiglio di visitare per comprendere meglio la storia e la vita dei monaci locali.
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Eremo di Fonte Avellona (Pesaro) dei Monaci Eremiti Camaldolesi
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LO SPARTITO DEL DIAVOLO
Lo spartito Nel cuore della pianura padana, avvolto dalle nebbie e dal fascino di un’epoca passata, sorge l’Abbazia di Lucedio, un luogo intriso di storia e leggende. Lucedio si trova a Trino, in provincia di Vercelli. Tra i racconti che circondano questo antico monastero, uno dei più affascinanti e inquietanti è quello dello Spartito del Diavolo, un misterioso documento che avrebbe legami con…
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I monaci in Italia e a Firenze.
Il primo vero e più importante monastero in Italia fu quello di Montecassino, voluto da San Benedetto da Norcia ed edificato nel 547. Fondatore dell’Ordine dei benedettini, fu proprio lui a scriverne la Regola. Il suo ordine si diffuse in tutta Italia fondando numerosi altri monasteri.
Ma come vivevano i monaci? La loro giornata era divisa in tre parti uguali: una destinata al lavoro; una alla preghiera e l��altra a riposo. Vivevano generalmente una realtà separata da quella del tessuto sociale e spesso non era coinvolta dalle vicende esterne. Oltre a coltivare e a disboscare, cercavano di tenere in buono stato strade e ponti della zona per garantire una buona circolazione e il commercio. Organizzavano poi dei mercati e promuovevano attività artigianali.
L’ordine e i monasteri erano ben organizzati ed autonomi. Avevano proprie cucine e un forno per il pane, un orto dove coltivare sia le piante aromatiche che quelle medicamentose. Nella loro spezieria trattavano poi queste erbe, per preparare i loro medicamenti. Avevano delle stalle per ricoverare gli animali che allevavano ed una struttura ricettiva per pellegrini ed ospiti. Ovviamente non poteva mancare una biblioteca sempre molto fornita, dove monaci preparati trascrivevano e conservavano i loro codici miniati. All’interno del monastero vi erano spesso dei laboratori per il trattamento della lana, dei metalli, della ceramica e del cuoio, molto diffusi soprattutto nella zona di Firenze. Tutto questo garantiva una certa autonomia alla comunità e gli permetteva di compiere opere di carità per i bisognosi. Alacri lavoratori, adottarono il motto “Ora et labora”, prega e lavora.
I monasteri accoglievano poi anche gli orfani e i trovatelli, avevano delle proprie scuole in cui istruire questi ragazzi. Tra loro vi erano anche i novizi, figli di famiglie in difficoltà che i genitori portavano qui non riuscendo a mantenerli. Nei monasteri trovavano sicuramente una situazione migliore; potevano nutrirsi, farsi un istruzione e in seguito scegliere di prendere i voti. Generalmente i monaci si astenevano dalla carne, dunque si alimentavano per lo più di pesce, così non mancavano nei monasteri delle grandi vasche per l’ allevamento ittico. Questa particolare abitudine alimentare creava però dei problemi, soprattutto a quei monaci che appartenevano alla classe agiata o nobiliare, abituati ad un consumo quotidiano di carne. Così all’interno dei monasteri si venivano a creare delle differenti classi sociali con le loro diverse abitudini alimentari. La carica di abate e le mansioni più importanti erano sempre riservate ai figli dei nobili, così come l'occupazione amanuense, riservata ai monaci più istruiti. Gli altri, quelli di bassa estrazione sociale, erano preposti a lavori più umili.
Pecorelle sulla Certosa. Discendenti dei benedettini sono i camaldolesi, i vallombrosiani ed i certosini, questi ultimi ispirandosi alla regola benedettina, formeranno il loro ordine a San Brunone nel 1084, alla Chartreuse, vicino a Grenoble in Francia, diffondendosi poi in Italia ed arrivando a Firenze con precisione a Galluzzo, dove ancora oggi è possibile visitare la loro Certosa. La leggendaria pazienza dei certosini è ancora oggi ricordata, questa particolare virtù diede modo a questi monaci di creare i più belli codici miniati esistenti ed ancora oggi conservati.
Nei poderi legati ai monasteri prese vita e si diffuse tutta una serie di tecniche innovative tra cui: la bardatura del petto degli animali da lavoro, la ferratura dei cavalli, l'uso dell'aratro a vomere e dell'erpice, con la rotazione triennale dei terreni atta a renderli più produttivi, idearono macchinari per la tessitura e per movimentare le acque per uso agricolo. Tecniche che qui si svilupparono, ma che poi si diffusero in tutta Europa.
I cistercensi giunsero a Firenze nel 1233 provenienti da San Galgano per insediarsi alla Badia a Settimo, nota come abbazia di San Salvatore e San Lorenzo (badia è una distorsione popolare del vocabolo abbazia). Questo è uno dei monumenti fra i più eccelsi della Toscana e d’Italia. Ricolmo di memorie storiche ed artistiche, raccolta e protetta dentro delle mura si estende su una pianura alla sinistra dell’Arno che passa a breve distanza. Solo più tardi i monaci si trasferirono in città ad Oltrarno nel monastero detto di Cestello, anche questo vocabolo altro non è che la semplificazione fiorentina del termine Cistercium. La chiesa di San Frediano in Cestello, che si trova in piazza di Cestello, nel quartiere Oltrarno a Firenze. L’edificio fu costruito sui resti di una più antica chiesa, il monastero di Santa Maria degli Angeli eretta nel 1450.
Riccardo Massaro Read the full article
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Una favola di Natale - Paulo Coelho
Il Natale è una festa che celebra la nascita di Gesù, ma anche il valore dell’amore, della pace e della solidarietà. Oggi ti propongo di leggere una bellissima favola di Paulo Coelho, uno dei più famosi scrittori contemporanei. Il benemerito autore racconta la storia di una famiglia che viveva in quel paese attualmente conosciuto come Austria. La famiglia Buckhard si prodigava a intrattenere le…
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#BielleseMisterioso …”oltre confine” Nel #Comune #piemontese di #TrinoVercellese vi è un gioiello d’#arte che sarebbe rimasto nell’oblio se non fosse stato per certe #leggende dall’odore “sulfureo”. Il gioiello d’arte in questione è il #santuario della #MadonnadelleVigne, il quale si trova nella località di #Montarolo. Questo santuario #abbandonato è conosciuto per la #storia dello “Spartito del diavolo”, un brano #palindromo ritenuto #magico che se fosse suonato al contrario (partendo da destra a sinistra e dal basso verso l’alto) libererebbe un demone che sarebbe tenuto #prigioniero nella #cripta della #chiesa della vicina abbazia di #Lucedio, #abbazia cistercense che fu soppressa nel 1784 e che poi divenne un #principato. Ufficialmente, l’abbazia fu soppressa per una questione tra i #monaci ed il #vescovo di #CasaleMonferrato riguardo alla nomina dell’#abate commendatario. La #leggenda, invece, parla di una storia sinistra di un #diavolo che sarebbe stato evocato cento anni prima della soppressione dell’abbazia. Il #demone sarebbe stato #evocato durante una #messa nera nel vicino #cimitero di #Darola, anch’esso oggi in disuso. (Fonte: https://www.vanillamagazine.it/arte-e-misteri-nel-santuario-della-madonna-delle-vigne/amp/) (presso Principato di Lucedio) https://www.instagram.com/p/Com5rWuswjD/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#biellesemisterioso#comune#piemontese#trinovercellese#arte#leggende#santuario#madonnadellevigne#montarolo#abbandonato#storia#palindromo#magico#prigioniero#cripta#chiesa#lucedio#abbazia#principato#monaci#vescovo#casalemonferrato#abate#leggenda#diavolo#demone#evocato#messa#cimitero#darola
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La gestione forestale dei monaci Camaldolesi
La gestione forestale dei monaci Camaldolesi
Il monachesimo fu determinante nello sviluppo della civiltà rurale occidentale dei primi secoli del secondo millennio e nella definizione del paesaggio che tutt’oggi conosciamo e tuteliamo. Fin dalla sua nascita, l’Ordine benedettino, con i suoi monasteri, determinò una radicale trasformazione dell’economia e del paesaggio rurale, non solo per il disboscamento, il dissodamento e le numerose…
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Lehni factory, Donald Judd Furniture, Dübendorf, 2023 [© Judd Foundation / 2024, ProLitteris, Zürich. Photo: Antonio Monaci © Antonio Monaci/Lehni]
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Quand’ero bambino e il martello non aveva ancora bussato al chiodo solitario appeso nel mio cuore, una neve rosa ricopriva i volti. Ridevo? Essi dovevano ridere con me. Piangevo? Il mondo intero doveva piegarsi e urlare come una prefica di fronte al mio ginocchio sbucciato.
Poi, un giorno, a scuola, bussarono. Il chiodo affondò, senza opporre resistenza, come un dito sporco entra senza fatica dentro a un bicchiere d’acqua pulita.
S’aprirono due strade. Il suono della matita sul foglio, la comprensione (di me stesso) fino alle estreme colonne del disgusto. Oppure, il più bieco, assoluto, furore.
Ad Affori, ieri, una bocca senza denti s’aggirava invisibile sul molo. L’afa rattoppava le nostre carogne di antichi celtiberi abbrutiti dal mantra del lavoro. La bocca chiedeva, cercava di spiegare, di spiegarsi, di dispiegarsi su un Nulla di comprensibile banalità. Gli ho dato quel che voleva? Sì. Per bontà d’animo? Epitetate pure la roba che ho dentro come cavolo vi pare. Io la chiamo Rabbia. Rabbia, perché è come se non gliene importasse più un cazzo a nessuno. È come se tutti avessero dimenticato la trafittura del chiodo e chi ce lo ha messo, senza chiedere il permesso. La bocca - un uomo siciliano di trenta? quaranta? facciamo duecento anni (duecento anime inchiodate) - ha detto: meglio di questa vita, sarebbe poggiare la testa su questa rotaia rovente… e dormire… dormire per sempre.
Quando hanno soppresso il loro treno, gli altri si sono risvegliati dal torpore. Hanno fotografato il led luminoso con su scritto “CANCELLATO” e hanno salvato tutto sotto la cartella “TRAGEDIE”. Avrei dovuto fotografare anch’io quel cartello impiccato al vento e archiviarlo sotto al nome “CAZZATE”.
#di treni cancellati e altre tragedie classiche che non verranno tramandate dai monaci#non per oscenità ma per senso del ridicolo
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An Evening with Nairy Baghramian
The Italian artist Maria Monaci Gallenga began creating artistic dress for herself around 1910. This clothing followed a value system that emphasized craftsmanship and the pleasure of making, production methods based on historical techniques, and referenced past modes of dress such as Medieval and Renaissance fashions. Her clothing was created in close collaboration with a seamstress who would…
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#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#fotografia#foto#scatto fotografico#me#io#napoli#santa chiara#chiostro santa chiara#chiostro#maioliche#ceramica#all'aperto#affresco#libri enormi#monaci amanuensi#panchina#colonne#scrittura onciale#onciale
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Averna the Chaotic Real Estate Mogul
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Chi sono i cistercensi/Who are the Cistercians
Il termine cistercense è molto familiare per che si occupa di storia religiosa, architettura o economia. I monaci che portano questo nome infatti furono dei veri innovatori in ognuno di queste discipline. Ma cosa significa cistercense? Il nome deriva dal luogo in cui nel 1089 un monaco ribelle decise di isolarsi per iniziare una nuova esperienza religiosa. Quel luogo, allora un angolo remoto e…
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#chi sono i cistercensi#cistercense#Cistercensi#cistercians#cistercians order#frate cistercense#monaci cistercensi#ordien cistercense
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IL MONASTERO DEI MONACI DEL DIAVOLO
Nel cuore della Campania, incastonati tra le rocce calcaree e i boschi lussureggianti, si ergono i Monti Alburni, una catena montuosa che custodisce misteri e leggende tramandate nel tempo. Tra queste storie spicca quella del fantasma del monastero maledetto, un racconto che affonda le radici nel folklore locale e continua a incantare e spaventare chi osa avventurarsi nelle zone più remote di…
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