#misantropo
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capturacitas · 11 months ago
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abedabun-moema · 2 years ago
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Il misantropo è colui che ha riposto così tanta fiducia nell'umanità in passato, ma poi ha compreso che era solo una perdita di tempo. La delusione nei confronti del mondo gli ha dato vita.
-Abedabun-moema
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pensierodelgiornoblog · 6 months ago
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“La misantropia nasce quando si è riposta eccessiva fiducia in qualcuno, senza conoscerlo bene, ritenendolo amico leale, sincero, fedele, mentre poi, a poco a poco, si scopre che è malvagio e infido, un essere del tutto diverso. Quando questa esperienza si ripete più volte, specie con quelli che stimavamo più fidati e più amici, si finisce, dopo tante delusioni, con l’odiare tutti e col credere che in nessun uomo vi sia qualcosa di buono.” – Platone, ‘Fedone’
Perché si è misantropi? Si odia l’umanità dopo ripetute delusioni.
Misantropia è un termine che descrive una persona che odia o diffida del genere umano. Questo concetto è stato profondamente studiato da Platone, il quale riteneva che i misantropi fossero idealisti delusi.
Secondo Platone, gli idealisti credono che le persone dovrebbero essere moralmente buone e, quando non lo sono, finiscono per odiarle. Platone collegava questa visione a esperienze traumatiche durante l’infanzia, come il bullismo o l’abuso, che portano a una reazione di chiusura verso nuove relazioni.
Misantropia cause psicologiche
La misantropia (che ha origine etimologica dalle parole greche “misos” che significa “odio” e “Anthropos” che significa “umano”) è stata oggetto di ampie analisi nel corso dei secoli e oggi si considera un fenomeno multifattoriale. Alcuni vedono la misantropia come un tratto della personalità, mentre altri, tra cui psicologi, suggeriscono che potrebbe essere un “sistema immunitario psicologico cablato” evolutosi come protezione contro i germi, simile agli istinti di sopravvivenza.
Negli ultimi anni, il concetto di misantropo ha guadagnato popolarità, con molte persone che si identificano come tali, spesso confondendo la misantropia con il disagio sociale. Tuttavia, essere misantropi non è benefico e potrebbe derivare da depressione e traumi irrisolti.
Non tutti i misantropi sono timidi o a disagio; alcuni possono essere carismatici e fiduciosi, ma comunque provano avversione per le persone, spesso perché le considerano indegne o una perdita di tempo.
- Cause più comuni della misantropia.
Come si è detto, la misantropia può derivare da vari fattori: esperienze personali, disillusione sociale o senso di superiorità morale.
Alcune esperienze traumatiche, come tradimenti, abusi subiti o l’essere stati testimoni di atti di crudeltà, possono contribuire alla visione misantropica del mondo. L’esposizione prolungata alle ingiustizie sociali, ai conflitti e agli aspetti più oscuri del comportamento umano possono corrodere la fiducia nell’umanità e favorire le tendenze misantropiche.
In sostanze, la misantropia può essere vista come un meccanismo di risposta a sentimenti di delusione, disillusione o tradimento. E’ un atteggiamento di difesa per proteggersi da ulteriori danni o delusioni mettendo una distanza dagli altri.
In alcuni casi, la misantropia può essere anche un sintomo che nasconde condizioni di salute mentale come depressione, ansia o disturbi della personalità.
Come si comporta un misantropo?
I misantropi spesso mostrano comportamenti che riflettono la loro visione negativa dell’umanità. Potrebbero preferire la solitudine e l’isolamento, trovando conforto nella propria compagnia piuttosto che con quella degli altri, che svalutano e disprezzano.
Questo disagio psicologico può manifestarsi con il ritrarsi dalle interazioni sociali, poiché i misantropi possono trovare difficile relazionarsi o fidarsi degli altri. Inoltre, la persona con atteggiamento misantropo, è molto scettica verso le norme e le convenzioni sociali, che percepisce come ipocrite e non affidabili.
Differenza fra misantropia e introversione
Non va confusa la misantropia con l’introversione o la timidezza, infatti la misantropia è spesso accompagnata da un senso di arroganza. E’ essenziale distinguerla anche dal mero cinismo o scetticismo. Infatti, i misantropi mettono solo in discussione la natura umana e dunque non si può parlare semplicemente di “sano scetticismo”; piuttosto, essi nutrono un profondo disprezzo per gli esseri umani. Identificano nell’umanità la causa principale dei problemi e delle sofferenze sociali.
Alla base della misantropia vi è una profonda disillusione nei confronti del potenziale umano e la convinzione che l’umanità sia fondamentalmente sbagliata e imperfetta.
Altri approfondimenti nell’articolo.
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neuroglider · 2 years ago
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ross-nekochan · 2 years ago
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La cosa del cibo sta assumendo connotati che rasentano il ridicolo.
Le mie compagne di stanza (un greca e una polacca, con cui sottolineo che mi trovo bene, ci rido e ci scherzo sempre) vanno attentamente a vedere se ci sono capelli o mini fili di maglioni (che per loro sono sempre capelli) e se lo trovano viene addosso a loro+fa venire all'altra un senso di schifo tale che buttano 3/4 di piatto preso.
La greca a pranzo si è LAMENTATA che il cibo viene riutilizzato. Oggi hanno usato le lenticchie al pomodoro di ieri per farci il sugo agli spaghetti e lei ha detto "che schifo".
Ieri è stato riutilizzato il pane per farci la base di una sorta di cheesecake/pudding fatta mescolando riso cotto e il pane vecchio come base aggiungendoci dentro il mango e poi sopra una mousse con cocco e mirtilli. A lei ha fatto schifo e oggi IO mi sono dovuta sentir dire tipo:"Ma veramente hai ripreso questa merda?!?". Le ho risposto sinceramente incazzata:"Non ti piace? Non lo mangiare. A me piace e lo mangio, ok?!".
Come quando si lamentano dei piatti sporchi o delle posate "sporche" quando è solo l'alone dell'acqua che si è asciugata da sola. E poi che fanno?? Quando è il nostro turno per pulire non vogliono lavare i piatti e arronzano tutto perché a loro fa schifo farlo. MA CHE INTELLIGENTI CHE SIETE OH.
Non solo, la greca aveva fatto una sorta di torta salata perché le era stato detto da un'altra amica greca che ci sarebbe stata una cena internazionale. Questa cena non si è mai fatta e a un certo punto una sera lei ha visto un punto di muffa sopra. Ieri le ho suggerito di portarla con sé a Canterbury così magari potevamo mangiare qualche pezzo che si era salvato, ma lei ha detto proprio:"Nono ormai è andata lascia stare la butterò". Ha buttato una torta salata INTERA, MAI TOCCATA DA NESSUNO.
Potrei continuare così all'infinito probabilmente. Lo so che sono un Tarzan, che mi fanno schifo pochissime cose che non sto nemmeno qua a dire perché potrei farvi venire il vomito a voi povere creature, ma io davvero riesco a capire ma solo fino a un certo punto. Dopo per me siete automaticamente tutti spocchiosi figli di checche che chissà che cazzo vi hanno messo nel cervello.
Sto dicendo una cosa di quelle da non augurare mai nemmeno sotto tortura, che disprezzo quando mia madre lo dice, ma che credo sia purtroppo l'unica via per rendere consapevole tutto il primo mondo di quanto è spocchiosa e pensa che tutto sia dovuto: ci serve la guerra e la miseria, perché abbiamo superato il limite e basta mettere il naso fuori la porta per capire che tutti i discorsi sulla sostenibilità e sul riciclo sono LONTANI ANNI LUCE DALLA REALTÀ e la comunità green VERA è lo 0,00000000000001% della popolazione e sperare in un mondo migliore in questo senso è pura illusione.
Sono una Tarzan che sa di avere una relazione col cibo malsana anche se nel senso buono del termine, e che non posso pretendere che tutti non abbiano vizi alimentari e che non buttino mai cibo se non per cose gravissime, però penso che da oggi in poi vi odierò (anche voi che leggete) un po' di più tutti, TUTTI, nessuno escluso.
Pensieri random e sintetici che sennò non li scrivo più:
I giovani d'oggi sono troppo schizzinosi: è sporco di qua, è sporco di là, che schifo di qua, che schifo di là. Trovano un capellino nel piatto e pare ci abbia cacato dentro un uccello. Ma avete mai cucinato?? E non vi è mai capitato che vi sia finito un capello dentro il vostro stesso piatto e manco sapete come?? Ovviamente no, che cazzo dico. Poi, pure lo schifo a lavare i piatti sporchi... Boh, vabbè.
Sorvolo sul quanto mi rende triste quanto cibo viene buttato ogni giorno. Gente che si fa il piatto da sola e poi ne mangia metà. Io invece che mangio pure se sto scoppiando perché mi dispiace troppo buttare. Ok.
So di star per bestemmiare ma, a me la gente che dice "lavatevi" la schifo più di chiunque altro. Abbiamo sdoganato la salute mentale, il porno, l'omosessualità ma se si parla di puzzare, oh allora sei una merda fai schifo. Non importa se non ti lavi perché sei depresso, magari. E non importa se magari hai fatto lo sforzo di uscire dal letto per andare fuori e non ti sei lavato, potevi restare a casa a non rompere il cazzo alla gente. Lo trovo quasi al pari del razzismo. So strana? Sì, ok, me ne sbatte il cazzo.
Siamo di mezza Europa, eppure tutti concordano sui punti sopra. Tutti fanno le stesse storie di Instagram perché ormai i social hanno creato una sorta di gusto estetico internazionale. Non saprei dire se l'origine è americana ma così è. In fondo una sorta di gusto internazionale/occidentale/industrializzato esiste da qualche centinaio di anni. Quindi che cazzo dico?
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guerrilla-operator · 4 days ago
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Cripple Bastards // Morte Da Tossico
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t-annhauser · 20 days ago
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Oggi ho imparato una parola nuova: "misoneismo", l'odio (misos) per il nuovo (néos). Con misos si possono scrivere un sacco di parole: misogino, misantropo, misofono. Sono misofono quando ascolto la musica di oggi, divento filofono quando ascolto la musica di ieri, o quando ascolto una musica di oggi che suona come una musica di ieri. Anche in letteratura sono un passatista, che poi vale per misoneista. Difatti l'unico scrittore contemporaneo che leggo è Viktor Pelevin. Il misoprostolo serve invece per ridurre i danni da gastrite prodotti dai FANS (che non sono gli ammiratori).
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falcemartello · 10 months ago
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Ora dichiaro che sono un misantropo su due social network contemporaneamente.
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italianwhore1 · 1 year ago
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Yes. But which one would you be?
if i was a personaggio i would simply find my autore. rip to the other 5 but i’m different
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zibaldone-di-pensieri · 4 months ago
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Preferiresti...
Grazie del tag Vale @umi-no-onnanoko e Tere @hope-now-and-live 💖
[Taggate quanti ne volete, quelli delle cui risposte siete curiosi!]
1) ...passare il resto della tua vita con qualcuno che ami, o qualcuno che ti ama?
Bella domanda, molto difficile, è sottinteso che in entrambi i casi il sentimento non è reciproco? Perché in tal caso, forse egoisticamente direi la prima, perché nel secondo caso, inizialmente potrei anche starci ma alla lunga potrebbe diventare una condanna...
2) ...perdere tutti i soldi per cui hai lavorato una vita, o tutti i tuoi ricordi?
Beh io già di mio non ricordo un cazzo e in questa vita, i soldi servono per tutto, opto per la seconda, in un certo senso potrebbe significare ricominciare
3) ...guardare solo film e serie brutti per il resto della tua vita, o non guardare nessun film/serie?
Guardo già troppi film e serie brutti, preferisco la seconda, certi film sono proprio l'anticinema, certe serie tv sono assolutamente banali e cringe, non li potrei sopportare
4) ...fare un giro nel tuo futuro, o tornare indietro per cambiare qualcosa del tuo passato?
Decisamente tornare indietro e cambiare tantissime cose 😂, o almeno alcune; il futuro no, non voglio spoilerarmi nulla
5) ...vivere in una casa grande e lussuosa con un partner odioso, o da solo in un monolocale modesto?
Vivere da solo anche in un monolocale modesto, senza dubbio, io di mio sono misantropo però ogni tanto mi sforzo di sopportare le persone, ma quando si tratta di vivere in casa, assolutamente da solo
6) ...essere conosciuto come "quello brutto", o come "quello scemo"?
So già di essere quello brutto e sono sicuro che molta gente mi conosca così, ma quando non hai particolari qualità e talenti, l'unica cosa a cui puoi puntare è la tua mente, io non mi considero intelligente ma è quello che vorrei essere, quindi essere conosciuto come quello scemo sarebbe decisamente peggiore per me.
7) ... avere una sindrome che ti costringe a dire sempre bugie, o a dire sempre la verità?
Penso già di mio in generale che bisognerebbe sempre dire la verità, in ogni situazione, per quanto fastidiosa o dolorosa possa essere, la gente deve sentire sempre la verità, perché una bugia positiva alla lunga farà un danno maggiore, quindi tra le due alternative, preferirei la seconda
Taggo: @latuaamicaimmaginaria, @dramasetter, @daylightisfadingaway, @thegrandslam, @loveisjustawaytodieblog, @lesolitecose, @noreply0, @lusiawonder, @bicheco, @unoscudocomesorriso, @gin-tonicos, @prendi-fiato-e-ricomincia, @millilps, @mrfilippa, @sweetarale, @a-differentmind, @petalidiluce, @lykethings.
Probabilmente neanche metà di voi lo farà ma vvb lo stesso ❤️
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deathshallbenomore · 4 months ago
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nulla di più avvincente delle polemiche su facebook di un nutrito gruppo di abitanti di […], dove ebbi la sventura di crescere, infuriati perché il (relativamente) nuovo prete è un misantropo antisociale che sta distruggendo dall’interno tutte le attività della parrocchia, aiutandosi con un accurato sistema di eliminazione del nemico di sovietica memoria. 12/10 intrattenimento
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capturacitas · 11 months ago
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ilfascinodelvago · 2 years ago
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Il mio odio è generale, detesto tutti gli uomini; Alcuni perché sono malvagi e fanno il male, altri perché tollerano i malvagi, rifiutando loro l'attivo vigoroso disprezzo che il vizio dovrebbe stimolare nelle menti virtuose.
Molière, Il misantropo
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guerrilla-operator · 7 days ago
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Cripple Bastards // Misantropo A Senso Unico
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luposolitario00 · 7 months ago
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“Mi viene da essere misantropo,
non ce la faccio più”.
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Luposolitario00🐺
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francyfan-bukowsky · 11 months ago
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JOHN MARTIN , l’editore che scopri e lancio Buk🖤wski……
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Cento dollari al mese per il resto della vita, per mollare il lavoro alle Poste e fare lo scrittore a tempo pieno. Nessuna noia, bega e seccatura con uffici stampa, reading e conferenze, o quasi. Alla distribuzione avrebbe pensato lui, la moglie Barbara avrebbe disegnato le copertine. Non ci volle molto a convincere Charles Bukowski, nel 1969, a partecipare all'impresa semifamiliare di John Martin: un atto temerario, un salto nel buio per entrambi. John si stava giocando un quarto delle sue entrate per mantenerlo e tentare una sfida dal cui esito sarebbe dipeso il loro futuro, ormai in condivisione. Per Charles non sarebbe stato facile rimettersi a bussare a 50 anni alle porte di magazzini, macelli e ditte di facchinaggio. Si dice che dietro ogni uomo di successo ci sia una grande donna (e viceversa). E questo è senz'altro vero per Bukowski, che s'accasò la sua Linda Lee dopo una lunga raccolta di Donne riassunte nel '78. Ma se oggi le frasi con cui lo scrittore americano semplicemente inframmezzava i dialoghi sono diventate aforismi stracondivisi in Rete, e se le case editrici continuano a raschiare il fondo dei cassetti delle stamberghe in cui ha soggiornato per pubblicare l'impubblicato, bisogna ringraziare un mite, sobrio, discreto ingegnere - perfino un po' bacchettone - che la sera, tornato a casa da lavoro, dopo aver cenato con moglie e figlia, si rilassava sul divano leggendo su riviste underground racconti border line che non riuscivano a vedere la luce della rilegatura. «Questo tizio è troppo bravo, non può continuare a uscire su questi giornalini amatoriali» pensava John. Finché una sera, 50 anni fa, la decisione: lasciare tutto e fondare la Black Sparrow Edition, solo per pubblicarlo. A consentirgli di realizzare il sogno, il ricavato del business messo in piedi a Los Angeles nel settore degli uffici e una maxi raccolta di prime edizioni di D.H. Lawrence, vendute alla UC Santa Barbara per 50mila dollari (era un appassionato collezionista di libri originali fin da quando aveva 20 anni). Prima di tutto però, toccava contattare il postino poeta.
«Non l'ho mai visto ubriaco» è il titolo choc di un’intervista di Jonathan Smith, l'unica mai tradotta in italiano, pubblicata online da Vice nel 2014. Per forza: i due si sono incontrati di persona una manciata di volte in tutta la loro carriera, sentendosi principalmente al telefono o scrivendosi. E in quelle occasioni, in cui bisognava parlare d'affari, Bukowski si faceva trovare evidentemente meno sbronzo del solito. L'amico ideale per il misantropo Charles, secondo cui il miglior dono che potesse fargli un fan era quello della sua assenza. Niente di più semplice, per cominciare, che prendere un po' di scritti sparsi e riordinarli in un diario. «Mi mandava il manoscritto man mano che lo scriveva, e dopo aver letto ogni capitolo dovevo sedermi, ricompormi e sperare che non fosse tutto vero - racconta in quell’intervista -. Credevo in lui quanto credevo in me stesso: una fede quasi religiosa, una cosa a cui non si può smettere di credere». Nacque così Taccuino di un vecchio porco (o sporcaccione, secondo le traduzioni), il primo vero libro di Bukowski. Fu preceduto da un piccolo opuscolo nel 66, True Story, pubblicato in appena 30 copie: una sorta di prova generale per amici e parenti. Convinto che avrebbe attirato più dei racconti, Martin si fece scrivere anche un romanzo da tenere di scorta: Post Office, in realtà un "concept" di disperate istantanee biografiche sul mortificante mestiere appena abbandonato. Potrà pubblicarlo con comodo due anni dopo: il successo del Taccuino sarà folgorante, almeno per le aspettative da cui erano partiti. Sarà sempre la moglie di Martin a escogitare anche l'originale impaginazione: il formato da 10x24 cm, più grande delle misure standard e adatto allo scaffale, divenne una nota distintiva della casa. Anche questo contribuì alla vittoria, immediata, della scommessa: quasi da subito il personaggio di Henry "Hank" Chinaski, detto "Gambe d'elefante", divenne il fenomeno letterario e culturale di livello mondiale, che ancora conosciamo. E il compenso passerà a 10mila dollari ogni due settimane.
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