#mi spacco
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talithamaisa · 1 year ago
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(verità)
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intuizioni · 1 year ago
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raga sabato sera c'è il derby roma-napoli (= simuel vs mimmone) 🥶🥶
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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Buongiorno sono le 8 e ho già mal di testa
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deathshallbenomore · 2 years ago
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odio il francese pt 1294794: pur non aprendo un libro di grammatica dal 732 aC ho una pronuncia decisamente apprezzabile e con grande arroganza leggo e consulto testi in francese senza pormi problemi di alcun tipo. tragicamente, per saper anche scrivere e parlare questa diabolica lingua, bisogna studiare e fare pratica
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dantelovesvirgil · 6 months ago
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Comunque i reel tarocchi e "tu e la tua crush inizierete una relazione alla fine di luglio" NONE AMO THE SHIP IS SAILED IL DADO È TRATTO LA PASTA É SALATA M NE VOC A CAS MO C AVISS PNZAT PRIM ORA É HOT GIRL SUMMER
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queenmilf · 2 years ago
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“tutto sto lavoro per 20 note”
bfr bfr
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what if in your dream sequence you were dressed up as the guy who hundreds of years ago killed his own brother, who looked exactly like one of you best friends, and also recently attempted to kill an entire realm of people you care about. what then.
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Per tutti i nuovi iscritti, ripropongo qualche racconto 😉
GINEVRA
Qualche giorno fa avevo un appuntamento alle 17, davanti ad un albergo di cui non ricordo il nome.
Non ci sono mai arrivata, è saltato tutto all'ultimo momento.
Ultimamente va così:
belli, passabili, simpatici, discretamente o altamente interessanti, poco importa.
Tanto, una scusa per non incontrarli, la trovo sempre. Mercoledì però ero convinta e preparata, con il baby doll e le autoreggenti.
Mi sono eccitata nel bagno dell'ufficio a pensare al momento in cui finalmente, qualcuno che nn fosse mio marito, fosse riuscito a violare questo tempio
Non succede da tempo ormai e ho pensato che l'ingegnere , dopo anni di tentativi, avesse finalmente vinto la bambolina.
Pensando a lui mi sono accarezzata da sopra le mutandine... carezze fugaci, giusto per sentire la prominenza delle grandi labbra, aspettando che il liquido della mia fica bagnasse la stoffa
Mi piace andare in giro così umida, mi piace pensare che se ne percepisca l'odore
Fatto sta che, alle 14,30, mi arriva un messaggio che, per qualche casino sul lavoro, l'Enrico non potrà raggiungermi.
Contenta un cazzo ovviamente, ma visto che tanto a Torino ci dovevo andare ugualmente per una cena al Magorabin, sono partita con la mia valigia di porche voglie verso la bella città sabauda.
La delusione non ha spento i miei istinti, c'era nell'aria tempesta ma con ancora il caldo estivo che mi faceva sudare le cosce e irrigidire i capezzoli
Ho camminato da corso San Maurizio con il Po alla mia sinistra, verso la Gran Madre, per andare a prendere un gelato e sorridevo ogni volta che il vento apriva lo spacco del mio vestito verde, troppo leggero per contrastarne la forza
Le cosce scoperte, le autoreggenti in evidenza, gli uomini che guardavano dalle macchine mentre attraversavo la strada... Umidità, vento, sguardi liquidi e umori lungo le calze velate. Eccitata come un adolescente al primo ditalino, mi sono seduta col mio gelato su una panchina di cemento di fronte al Gran Bar di Corso Casale, vicino alla più classica delle fontanelle della città, quella con la testa di toro
Ho leccato quel gelato pensando all'ultima volta in cui avevo avidamente succhiato e portato un cazzo ad esplodermi in bocca .
Troppo tempo
Mi sono avvicinata alla fontana per togliere dal vestito una macchia di cioccolato e con noncuranza l'ho quasi alzato completamente, aspettando che i ragazzi seduti al chiosco vicino si accorgessero di me. Gomitate, risatine, chissà quante volte mi avranno chiamata puttana.
Mentre maledicevo la mancanza di un amante che mi aspettasse a cazzo duro in un posto qualunque, è arrivata la pioggia e a passo svelto sono tornata verso via Vanchiglia , dove avevo la macchina.
Mi stavo bagnando, ma non ho corso e questo mi ha permesso, lungo il tragitto, di notare un piccolo negozio di abbigliamento vintage
Mi sono fermata e un cartello invitava ad entrare liberamente per sbirciare tra gli abiti appesi
Varcando la soglia ho sentito odore di incenso e di rose e mi sono sentita subito in un ambiente caldo e famigliare
Quella che poi ho saputo essere la proprietaria, è arrivata da una porta che dava su un cortile interno.
Ho notato il suo vestito in chiffon color pesca, lungo fino ai piedi, tanto lungo da doverlo tenere alzato mentre camminava. Sembrava una tipica damigella di quei matrimoni americani che si vedono in tv. Le ho sorriso istintivamente guardandole i piccoli seni non costretti da intimo
Capelli corti come i miei ma mossi, ornati da un piccolo fiore all'altezza dell'orecchio, occhi grandi e scuri, una bocca sottile e dolce nascondeva denti bianchi e perfetti
Mi ha invitata a guardare e chiedere, se ne avessi avuto bisogno...
Ho passato le mani tra gli stendini, ma continuavo a pensare alle sue forme sotto la stoffa, al culo importante, ad una vita non troppo sottile su un corpo comunque armonioso
Mi stavo bagnando ed ero a disagio e quando mi sono girata lei mi stava fissando
"il vestito che hai in mano ti starebbe benissimo, dovresti provarlo!"
Non so se sia stata la sua capacità professionale o la voglia di spogliarmi che mi accompagnava da tutto il giorno, ma ho chiesto dove fosse il camerino e sono stata contenta di trovarlo spazioso e accogliente, con un grande specchio
Mentre mi preparavo l'ho sentita camminare nervosamente avanti e indietro,ma quando ho scostato le tende, ho trovato subito i suoi occhi. Prontamente ha iniziato a sistemarmi il colletto, mi ha toccato le spalle "lo sapevo, lo porti benissimo"
Ha aperto un bottone e poi un altro ed io sono rimasta immobile senza sapere cosa fare, mi sentivo come una bambola nelle mani di una bambina che gioca a fare la mamma
Ma tra le gambe c'era la donna che sono. L'ho sentita pulsare ed eccitarsi.
"Ecco, lascia che si veda il tuo décolleté , è perfetto"
Ha preso altri vestiti e mi ha chiesto di provarli. Il suo tono era perentorio ma dolce, un no non era contemplato ed io, come un automa, ho ubbidito.
Mentre indossavo il secondo abito ha azzardato aprendo le tende, dicendo di voler togliere ciò che non serviva più e mi ha vista in intimo, con le calze a balza larga che circondavano le mie cosce.
Sono rimasta immobile, imbarazzata, ma il suo modo di guardare e di sorridere ha sciolto le mie inibizioni
"ti aiuto se vuoi"
"si, per favore"
È entrata ed io ho sentito il suo profumo di rose, e l'inconfondibile odore dell'eccitazione
Mi ha aiutato a tirare su il vestito e mi ha sfiorato il collo con le mani, poi le spalle, la schiena
Cristo, volevo solo che mi toccasse e palpasse
Le ho sorriso guardandola dallo specchio e prendendolo come un invito mi ha girata e mi ha baciata
Un bacio dolce e bagnato che mi ha improvvisamente reso consapevole di quanta tenerezza io avessi dovuto rinunciare in passato, in nome di relazioni che spesso mi avevano lasciato sola e inerme, in balia delle più luride pulsioni.
Mi ha spinta contro lo specchio e pressando il suo corpo sul mio mi ha allargato le gambe con un ginocchio. Ero fradicia e vogliosa e lei lo sapeva
Ha fatto scivolare il vestito e si è inginocchiata davanti alle mie mutandine che piano piano ha sfilato via
Ho pensato a come fosse possibile tutto ciò...mesi a chattare su inutili siti di incontri e poi la mia ricompensa era lì, in un piccolo negozio di abiti vintage..
Ha annusato il mio pube, il mio pelo, ci ha strofinato il naso, allargato le mie grandi labbra con le dita ed è rimasta a guardarla
Ci ha giocato con la lingua mentre iniziavo a mugolare, leccava il mio clitoride, lo succhiava con avidità, infilava le dita dentro l'orifizio grondante umori biancastri e se le leccava con foga
Improvvisamente ha smesso ed è corsa via. Per un attimo smarrita mi sono seduta sullo sgabello del camerino Ho sentito chiudere a chiave la porta del negozio ed è tornata da me
"Eccomi, non puoi più scappare"
Ma chi cazzo voleva muoversi da lì!
L'ho avvicinata a me e ho appoggiato la testa sul suo ventre, ho alzato il vestito fino al suo sesso, anche lì completamente libero dall'intimo.
Che fica meravigliosa, completamente nuda ed esposta
L'ho accarezzata, ma è il suo culo che volevo, morbido ed invitante.
Le ho chiesto di girarsi, di chinarsi per me e ho affondato la faccia tra quelle natiche
Ho annusato forte e poi la mia lingua è corsa all'esplorazione di quel pertugio perfetto, che sapeva di sapone e culo
Leccavo ed infilavo la lingua sempre più in fondo, come un piccolo cazzo entravo ed uscivo mentre la sentivo ansimare, colare, sentivo il gusto di tutta la sua voglia
Ha iniziato a masturbarsi e sentivo il rumore delle ditta fradice
La volevo mia, volevo godere con lei guardandola in viso
Lho accompagnata sul tappeto, supina, le ho aperto le gambe e mi sono posizionata sulla sua fica in un incastro perfetto
Abbiamo iniziato a muoverci e a strofinare i nostri sessi, sempre più veloce
Dio, l'odore che emanava quell'erotico ballo... Sudore, fica, shampoo per capelli, trucco, culo
Ho goduto nell'attimo in cui diceva "Vengo cazzo!"
Siamo esplose insieme e la sua fica ha spruzzato sulla mia, mentre il suo corpo pareva in preda a convulsioni
Mi sono abbassata e ho raccolto con la lingua ciò potevo, gustando tutto il suo essere
Poi ho raggiunto la sua bocca e sporca di umori l'ho baciata morbidamente, mischiandomi alla sua saliva
Mi ha guardato e ha riso e ancora ansimante mi ha detto
"Ah, piacere, io sono Ginevra"
Al Magorabin non ci sono mai arrivata.
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siamodiamantirari · 14 days ago
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okay mi sto arrabbiando e se non la smette di parlarmi della sua ex, gli spacco il telefono e poi la faccia.
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pgfone · 1 year ago
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Primo ottobre, spacco i ceppi con la gatta che mi giudica dalla sua nuova cuccetta
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esteemed-excellency · 11 months ago
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VORREI TROPPO but unfortunately I need to talk to the guy
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FINALLY
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aurozmp · 5 days ago
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a lavoro mi dicono che sono egoista e frustrata e non sanno quanto ho pianto dopo che mi hanno detto ciò, perché io mi spacco il culo a lavoro e manco se ne accorgono
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friabile · 1 year ago
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non mi ricordo l'ultima volta che ho riso di gusto e non riesco più a capire chi sono io, quali sono i miei interessi? una mia passione? un argomento in cui spacco che se mi chiedi qualcosa ti so rispondere nulla assolutamente nulla sono completamente vuota mi sento completamente persa non ho la minima idea in quale direzione andare piango spesso ultimamente sono apatica non c'è nulla che sia in grado di smuovermi emotivamente mi sento una pesantezza addosso un macigno è da una settimana che dopo cena mi viene la nausea e prima delle tre di notte non riesco ad addormentarmi
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omarfor-orchestra · 2 years ago
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Mi sa che ho fatto un casino con l'iscrizione all'appello di laurea
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apettaa · 1 month ago
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Se il 23, giorno che dovremmo essere chiusi e invece no, mi trovo la sala piena giuro che spacco qualcosa.
Tipo la faccia ad un cliente
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Inatteso sviluppo
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Lavoro a 700 km da casa da quando mi sono laureato, due anni e mezzo fa. In questa città del nord sono solo; dopo i primi mesi, purtroppo con la mia ragazza lontana ci siamo lasciati, di comune accordo. Era inevitabile che accadesse, credo. Qualcun altro è antrato nel suo cuore. E non solo nel cuore, credo. I miei vicini di pianerottolo sono Aldo e Mirta, una coppia di mezz'età, con un figlio che anche lui lavora lontano, in Belgio. Aldo fa il rappresentante di casalinghi e serve quattro regioni. Lei invece lavora in Comune.
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Sembrerebbero due tipi abbastanza anonimi, senonché nella prima estate ho avuto modo di osservare meglio lei: sui quarantacinque, un po�� in carne ma messa molto bene. Due gambe perfette, nervosette e un culo bello tondo. Seno appena un po’ morbido. Un frutto succoso. Da parte mia però non mi sono mai permesso nulla di scorretto, per carità. Ottimi rapporti di vicinanza. Ieri pomeriggio l'ho accompagnata di fretta prima sul luogo di uno scontro frontale e poi all'ospedale.
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Aldo ha avuto infatti un incidente ed era inchiodato al letto: con una gamba da ingessare quando si sarà sgonfiata e numerose escoriazioni. Mirta si è spaventata a morte. Perché all'inizio, a giudicare dalle macchine coinvolte nel sinistro, accaduto proprio vicino casa, sembrava che i due guidatori coinvolti fossero gravissimi o peggio. Piangeva, si sentiva persa e si aggrappava a me.
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Per fortuna invece, dopo un paio d'ore di taglio di lamiere li hanno estratti vivi entrambi e portati via in ambulanza. Quando verso le sei ci hanno fatto uscire dalla corsia, per consentire ai malati di cenare e poi di dormire in pace, constatato che Aldo comunque ragionava bene seppur sedato, lei s'è calmata e siamo tornati a casa.
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Stavo per salutarla sulla soglia, quando mi ha detto che non voleva stare da sola, che mi avrebbe preparato la cena e che doveva assolutamente ringraziarmi per l'aiuto e il supporto: oggi pomeriggio aveva proprio pensato di non farcela. Ho accettato e ho aiutato ad apparecchiare, a mettere l'acqua sul fuoco, altre cose varie e poi mi sono sdraiato sul divano.
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Mirta è andata a mettersi comoda. E mio malgrado ho potuto godermi lo spettacolo. Perché di traverso, dal divano sporgendosi un po’ si vede la camera da letto e la porta era semiaperta: ho visto che si è tolta le mutandine, il reggiseno e s'è lasciata le autoreggenti. Poi sopra ha indossato soltanto una leggerissima vestaglia rossa di raso lucido.
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Finalmente abbiamo mangiato qualcosa; durante la cena ci siamo potuti finalmente rilassare un po’ e persino ridere insieme. Be’, rilassarsi più lei che io, veramente: al pensiero di quella bella manza, completamente nuda sotto una vestaglia sottile, io ero con il mio organo continuamente in tiro. Costantemente sul punto di scoppiare! Che tortura dolcissima.
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Mi ha parlato di lei, delle sue aspettative di donna che si sente ancora bella: “tu sei giovane. Dimmi sinceramente se pensi che io sia attraente o no.” Dell'amore, che è la cosa più importante che ci sia. Mi ha chiesto, guardandomi fisso negli occhi, se avevo una fidanzata. Poi mi ha messo a parte della sua stanca routine matrimoniale: niente più sesso da qualche anno…
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E a quel punto mi ha detto di aspettare ancora due minuti, che m'avrebbe preparato il caffè. Dopo poco è tornata e me ne ha versato una tazzina; mi ci ha messo dentro un po’ di correzione al cognac e due cucchiaini di zucchero di canna. Ha fatto tutto standomi di fianco: la sua coscia sinistra contro il mio braccio destro, che era pericolosamente vicino allo spacco socchiuso della vestaglia.
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Aspettava che le facessi un complimento per il caffè e per la cena. Però mi sembrava evidente che volesse anche altro. Quando ho iniziato a bere il caffè, lei non si è spostata di un millimetro; anzi se possibile premeva ancora di più e potevo ormai sentire le labbra della sua fica poggiarsi sulla mia camicia e contro il mio braccio. Mi guardava fisso negli occhi.
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Non ho potuto farne a meno: mentre bevevo il caffè con la mano sinistra, ho infilato pian piano la destra nello spacco e ho iniziato ad accarezzarle dapprima l'interno delle calze, per vedere se ciò che stava succedendo fosse a lei gradito. Poi ho preso a salirle piano tra le cosce, che lei allargava per agevolarmi; per finire con l'infilarle spudoratamente il medio in mezzo al pelo curato.
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Vi ho trovato una passera calda, lubrificata, profumata e accogliente. Una vera gioia per qualsiasi uomo: con la vestaglia ora tutta aperta davanti e la mia mano a stimolarla, sentivo infatti l'odore buonissimo della sua meravigliosa fica invadermi l'olfatto da padrone. E percepivo i suoi movimenti d'anca. Toccavo le grandi e piccole labbra di una donna moglie e madre: un mio sogno proibito che diventava realtà.
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Gemeva, mi carezzava la testa: tutti segni del fatto che apprezzava molto la mia lenta esplorazione. A un tratto, finito il caffè, mi sono alzato: le ho aperto tutta la vestaglia. Gliela ho tolta e l'ho gettata via: da vicino era proprio una femmina stupenda! Molto meglio di come l'avevo immaginata. Stando ancora in piedi, le ho succhiato e gustato per un po’ i seni.
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Erano un vero e proprio dessert. L'ho infine guidata verso la camera da letto; lei docile non si è opposta. Arrivati, le ho detto serissimo: “Mirta scusami, ma ti devo proprio scopare. Non ce la faccio più. Prima mi hai chiesto se ti trovo attraente. Guarda l'effetto che mi fai…” e mi sono spogliato, lasciandole ammirare il mio membro in tiro. Lei ha riso di felicità, diventando rossa in viso.
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Mi ha confessato che quella sarebbe stata la prima volta che tradiva Aldo, fino ad allora l'unico uomo che l'avesse mai avuta. Poi mi ha lusingato, confidandomi molto intimamente che mi desiderava da tempo, che voleva tantissimo essere posseduta da me, che sognava a occhi aperti di essere profondamente mia e voleva che accadesse proprio nel talamo coniugale. Aldo non la scopava ormai per mesi e mesi. E anche nelle rare volte in cui questo succedeva, era sempre una cosa scialba, di due o tre minuti al massimo.
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Da me lei desiderava sesso, vigore, durata, mascolinità, dominazione, parole oscene e ordini da eseguire. Voleva tutto. Poi desiderava finalmente sentire cosa si prova a essere inculata e aveva un forte desiderio di succhiare il mio cazzo a lungo. Voleva con ogni fibra del suo essere ingoiare il seme di un uomo. Mi disse che ogni mio desiderio sarebbe stato per lei un dovere.
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E infine voleva masturbarmi spesso nei giorni a seguire, se non avessimo avuto che pochi minuti a disposizione. Tutte cose che al marito, cattolico praticante, devoto osservante e fedele della parrocchia locale, non erano mai neppure passate per la testa. In poche parole: Mirta dopo tanto tribolare voleva sentirsi donna, desiderata, concupita, violata. Voleva essere nel peccato e nel segreto. E aveva bisogno di esplorare tutto il repertorio dei sensi.
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Una vera benedizione divina, per me. Non potevo desiderare di meglio: almeno un paio di sere a settimana infatti Aldo per i suoi giri di campionario rimaneva a dormire fuori. Mirta gliel'avrei tenuta in caldo io. Con gran piacere di entrambi. Le ho consigliato di iniziare a prendere la pillola. Dall'indomani… Quando poi Aldo sarebbe tornato a casa ci saremmo organizzati.
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RDA
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comefiorineldeserto · 11 months ago
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Sono una persona semplice, mi spacco in palestra perché quello da cui vorrei farmi spaccare non si sveglia
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