#il paradiso delle signore
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cressida-jayoungr · 2 months ago
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One Dress a Day Challenge
November: Grey Redux
Paradise (Il Paradiso delle Signore) (s1 e10, "Like a Family") / Alice Torriani as Andreina Mandelli
Season 1 of this show is explicitly set in 1956. The color gradations recall Katherine Arnold's dress from Bells Are Ringing, but note the change in silhouette between 1956 and 1960: this dress has a flared skirt, probably ballerina length, while the later gown is form-fitted and floor-length. Andreina's gown is also broken up visually by the attractive black lace overlay on the bodice, while Katherine's gown presents a unified look from top to bottom. Both are gorgeous variations on a theme, in my opinion!
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chantalswelt · 3 months ago
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I might have a type 🙄😮‍💨🥵
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barberasmo · 8 months ago
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SCREAMING CRYING AND THROWING UP
[14.06.2024, instagram story]
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lanistas · 9 months ago
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If anyone asks me "why are they your otp?", all I can produce is incoherent rambling and chaotic hand gestures, because all I have in my head is:
older woman × younger man / powerful countess × just some guy who works as a barista / sarcastic ice queen who's been deeply hurt before × sunshine man who heals her wounded heart / a woman who believes she is unlovable and is destined to stay alone × a man who respects her, admires her, and loves her like it's breathing / from practically strangers with low opinion of each other to tentative allies to teaming up against her evil ex to friends to lovers / he protecc!! (this man's first instinct is to protect her heart and her reputation, always) / "he makes me feel important, valued, appreciated" / hand holding, so much hand holding, and tiny kisses, and soft glances, and tenderness, and smiles, and laughter, and light, and aaaargh...
...ya know?
P.S. She basically gave him an art lecture in front of Leonardo da Vinci's "The Last Supper", and the boy was so impressed and so smitten that he couldn't shut up about it and kept telling his friends how awesome she is, and at this point they were still just friends, and I was like "YEP, I'M SOLD!!"
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ildonodellafede · 5 months ago
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givingairtomymouth · 5 months ago
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Oh guardate, piccola miss indipendenza "io sono una donna progresso, forte e ispirata"... a cui è stato donato tutto su un piatto d'argento, prima dal padre e poi da un altro uomo con cui se l'è fatta finché le è stato comodo... uomo che ha portato via a un'altra donna, per poi essere gelosa quando qualcun'altra ha legittimamente preso il suo posto 🙄🙄🙄
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thiswomanshouldbewriting · 2 years ago
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Gioie? Dalla mia soap rai? It's more likely than you think.
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giftvitaliana · 1 year ago
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enricaleone91 · 5 months ago
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La fiction che verrà
Ecco una carrellata di fiction che, prossimamente, vedremo sul piccolo schermo. #fiction #rai #mediaset #icesaroni #lamicageniale #donmatteo #ileonidisicilia #buongiornomamma #violacomeilmare
Con l’arrivo di settembre, nonostante il caldo non accenni a diminuire, arriva il momento di ricominciare a parlare di Tv. Oggi vi proponiamo una rapida carrellata delle fiction (Rai e Mediaset) che, a breve, vedremo sul piccolo schermo. Prendete appunti. Rai – Autunno/inverno 2024: Il paradiso delle signore daily dal 9 settembreKostas, dal 12 settembreSempre al tuo fianco dal 15…
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sistemabibliotecariomilano · 6 months ago
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Perfetti per l'estate
Come di consueto, proponiamo agli affezionati lettori delle biblioteche milanesi la nostra rubrica di consigli di lettura, perfetti per l’estate!
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Fonte: Pexels
La recente ristampa de Al paradiso delle signore di Zola è una ghiotta occasione per leggere un romanzo avvincente, tomo XI del ciclo dei Rougon-Macquart: un feuilleton di gran classe per gli appassionati di moda, scritto da un maestro nell’arte della descrizione (il tema è simile a quello de Il ventre di Parigi, ma concentrato sull’abbigliamento), “che esplora lucidamente l’universo femminile”, spaziando per tutti gli strati sociali della Parigi di metà Ottocento. Una lettura che analizza la nascita di un fenomeno moderno tuttora in espansione: il grande magazzino, oggi diventato centro commerciale (come in Il denaro si descriveva la bolla finanziaria del 1860, profetica di quelle dei nostri tempi). Non erano necessarie le parole di Gide (e di molti altri critici citati nella preziosa prefazione di Mario Lunetta) per rivalutare questo capolavoro. Iperbolico, lussureggiante, immaginifico.
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A questo romanzo è vagamente ispirata la serie televisiva italiana trasmessa da Rai 1 dal 2015, ora diventata una vera e propria soap, ma ambientata tra gli anni cinquanta e sessanta a Milano, dove esistette davvero un negozio chiamato “Paradiso delle signore”.
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Ironico (di un’ironia antifrastica), divertente, scorrevolissimo, Di chi è la colpa? fu pubblicato nel 1947 ed è l’unico romanzo dello scrittore russo Aleksandr Ivanoviĉ Herzen. Dimenticatevi Tolstoj e Dostoevskij, il suo stile ricorda piuttosto il Gogol’ fantasioso e stravagante dei racconti. Citiamo dalla prefazione di questa recente ristampa: «È strano che questo straordinario scrittore, in vita celebre personalità europea, stimato amico di Michelet, Mazzini, Garibaldi e Victor Hugo, a lungo venerato nel suo paese non solo come rivoluzionario, ma come uno dei più grandi uomini di lettere, sia tuttora poco più di un nome in Occidente. Il piacere che si ricava dalla sua lettura … rende ciò una strana e ingiustificata perdita». Sottoscriviamo in pieno.
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È già in testa a tutte le classifiche la nuova avventura, attesa da ben sei anni dopo Il morso della reclusa, dell’ispettore Adamsberg, creato dall’abile penna della scrittrice francese Fred Vargas, questa volta in trasferta nella selvaggia Bretagna, il regno di Asterix e dei menhir. Sulla pietra è il decimo resoconto della serie dell’improbabile ispettore e le profonde conoscenze storiche dell’autrice si dispiegano felicemente in questo noir ricco di misteri e di legami con il passato.
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Appena ripubblicato da Edizioni Capricorno nella collana Capolavori Ritrovati, L’altare del passato di Guido Gozzano ci consente di scoprire, se ancora non l’abbiamo fatto, la prosa del poeta di “Non amo che le rose che non colsi. Non amo che le cose che potevano essere e non sono state”. In questi undici racconti “riaffiorano tutti i temi cari al poeta - la malinconia, il rimpianto per il tempo che passa, i ricordi ingialliti, l’esitazione amorosa, l’indulgenza verso gli oggetti inutili”.
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A cento anni dalla nascita dell’autore (New Orleans 1924 - Bel Air 1984) Garzanti ha appena ripubblicato Bare intagliate a mano: cronaca vera di un delitto americano (presente anche nella raccolta Musica per camaleonti), sorta di reportage esposto in forma narrativa di Truman Capote. Non potevamo aspettarci niente di meno dallo scrittore che, dieci anni prima della pubblicazione di questo giallo, in Sangue freddo (da cui nel 2005 è stato tratto un film con la strepitosa partecipazione di Philip Seymour Hoffman) aveva romanzato un fatto di cronaca che nell’America del 1959 aveva destato grande scalpore: lo sterminio di un’intera famiglia per un bottino di pochi dollari.
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Anche questo thriller, per quanto incredibile possa sembrare la sua progettazione (e poi realizzazione), si ispira alla realtà, raccontata in forma di dialogo tra l’autore e l’investigatore incaricato delle indagini. Uno stile assolutamente inimitabile.
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Ambientato in una Milano semideserta di metà agosto (il cadavere di una donna annegata viene recuperato nel Lambro) Le conseguenze del male di Gian Andrea Cerone è ormai un best seller. Avevamo già proposto questo autore nel post natalizio (I libri della renna) per un racconto contenuto nell’antologia Un lungo capodanno in noir, la cui protagonista, Marisa Bonacina, era la moglie del commissario Mandelli, che invece campeggia in questo thriller estivo da leggere tutto d’un fiato. Il numero di donne trovate annegate è decisamente troppo alto perché si tratti sempre di suicidi e, contestualmente, il commissario, costretto a interrompere le ferie, si trova a fare i conti con il passato. Un duplice percorso di indagine guidato da una scrittura che attanaglia l’attenzione del lettore per non abbandonarla più.
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Il Saggiatore ha appena ripubblicato una raccolta dei racconti di un autore ingiustamente dimenticato, Guido Morselli, intitolata Gli ultimi eroi. “Gli ultimi eroi raccoglie per la prima volta tutti i racconti di Guido Morselli, narrazioni in cui, come solo nelle sue opere più alte, la sua invenzione si libera, dando vita a realtà alternative e a commoventi ritratti umani: da un Mussolini che si trasforma per amore in leader democratico all’incontro fra Pio XII e uno Stalin che vuole sostituirlo con un sosia; dall’ultima grottesca resistenza di un gruppo di soldati nazisti fuggiti da un manicomio a un comico tentativo di far finanziare agli americani l’Unità d’Italia. Fantasmagorie proiettate sul muro da una lanterna magica, la cui luce ci permette di osservare per una volta, una volta ancora, l’abbacinante talento di un maestro nascosto”. Da non perdere.
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Se ancora non l’avete letto, vi consigliamo Zipper e suo padre, uno dei migliori romanzi di Joseph Roth. Ambientato durante gli anni della Grande guerra e della repubblica di Weimar, è incentrato sul tema universale dei rapporti familiari e questo ne fa un’opera sempre attuale. Dal padre frustrato che maltratta e umilia la moglie e il figlio primogenito, al protagonista (amico del narratore, rappresentato dallo scrittore stesso) Arnold che, dopo la partecipazione al conflitto, si isola diventando angolista, neologismo che indica la sua volontà di stare in disparte in qualsiasi circostanza sociale, la famiglia Zipper rappresenta il simbolo dei danni provocati dalla guerra. Il risultato è la formazione di una generazione di indifferenti (per citare le parole dell’autore), proprio come li descriveranno Gramsci, nell’articolo Odio gli indifferenti, e Moravia, nel suo capolavoro. Si gusta ogni singola pagina.
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naturism2blog · 16 days ago
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Nudità in senso spirituale
Sul piano spirituale, in particolare nella religione giudaico-cristiana, la nudità viene associata inizialmente alla condizione di purità e innocenza: infatti tale era quella di Adamo ed Eva quando furono creati nel Paradiso terrestre, prima del peccato originale: «ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna». Fu solo dopo aver mangiato il frutto dell'albero proibito che entrambi si accorsero di essere nudi, acquisendo la conoscenza del bene e del male, della differenza tra i sessi e della perdita del proprio legame originario con la natura.
«Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?»
( Genesi, 3, 7-11, su laparola.net.)
Quella condizione di nudità che in origine era sinonimo di purezza e di candore si era tramutata paradossalmente nel suo contrario, diventando foriera di tentazioni, della concupiscenza e degli istinti più bassi.
Se nell'arte greca la nudità era intesa generalmente come sinonimo di purezza, riguardando molto più gli uomini delle donne, e anche nella mitologia Zeus ordinava che i mortali venissero giudicati «nudi, senza quei rivestimenti, dopo la morte», l'ambivalenza del significato spirituale della nudità, oscillante tra l'innocenza e la vergogna, permeò in particolare l'arte cristiana, in cui furono tollerate le figure nude di Adamo ed Eva, oltre a quella di Gesù ritratto nei momenti della Flagellazione, della Crocifissione, della Deposizione e della Pietà. Jacques Le Goff sottolinea che la «rinuncia alla carne» dovuta all'istituzionalizzazione del cristianesimo sia cominciata già in ambito pagano verso il II secolo d.C., «tra l'epoca di Cicerone e il secolo degli Antonini». Invece col Rinascimento si ebbe un'autentica esplosione del nudo, soprattutto di quello femminile, sia nell'arte laica sia in quella religiosa.
«La Chiesa medievale rifiutava la nudità, e con essa la maggior parte dell'arte antica che, soprattutto nella scultura, rappresentava corpi nudi. Con il Rinascimento in Europa, soprattutto nel Cinquecento, avviene la riscoperta dei nudi. Gli stessi che prima erano rappresentati negli affreschi delle basiliche soltanto nelle scene della resurrezione dei corpi.»
(Jacques Le Goff, Il Medioevo e le radici dell'Europa, intervista di Silvia Luperini su "La Repubblica", 17 gennaio 2007)
La nudità nel Rinascimento s'impose come simbolo della spiritualità e dell'Idea platonica, priva di rivestimenti materiali e perciò autentica e pura come la Verità, secondo il motto di Orazio. Ad esempio nell'opera di Tiziano Amor sacro e Amor profano, contrariamente all'interpretazione che venne data nei secoli successivi, la donna nuda è allegoria dell'amore spirituale, ossia della Venere celeste, mentre quella vestita rappresenta l'amore terrestre e profano.
Tuttavia non mancarono varie obiezioni a una tale esibizione di nudi. Papa Pio IV ad esempio ordinò a Daniele da Volterra di coprire le nudità più indecenti del Giudizio Universale di Michelangelo.
Varie abitudini moderne
Come regola generale la nudità pubblica non è accettata nella maggior parte delle società moderne, tuttavia esistono molte eccezioni e circostanze particolari in cui la nudità è tollerata, accettata o addirittura incoraggiata.
In generale nella cultura occidentale si trova la maggior parte delle restrizioni quando vengono messe in evidenza le parti intime, specialmente tra persone di sesso diverso. Così gli organi sessuali e il seno delle donne sono spesso coperti, anche quando altre parti del corpo possono essere liberamente scoperte.
La nudità, completa o parziale, può essere parte di una punizione corporale o come umiliazione forzata, in particolare se comminata in pubblico.
La nudità di fronte a estranei dello stesso sesso è spesso più accettata di quella di fronte all'altro o a entrambi i sessi, ad esempio nelle docce aperte, negli spogliatoi, ecc. Spogliatoi distinti per genere servono a evitare accidentali nudità di fronte all'altro sesso.
In alcune strutture in cui la nudità serve come insegnamento pratico, come ad esempio un intervento medico, un massaggio terapeutico o nelle arti figurative, un individuo può essere nudo di fronte a una o più persone vestite. La nudità totale per il modello resta la norma nella pittura figurativa.
Sebbene negli USA l'esposizione del seno delle donne sia solitamente tollerata, la sua esposizione in pubblico non è ancora solitamente ammessa; il pubblico allattamento al seno, dal momento che l'esposizione include la sua funzionalità, può essere considerato meno sconveniente, ma è ancora talvolta problematico. Tuttavia tribunali in alcune giurisdizioni nordamericane, inclusi gli Stati dell'Ontario e di New York, hanno legalizzato l'esposizione dei capezzoli femminili sulla base di uno stesso livello di libertà (XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America). Il movimento del "topfree equality" promuove uguali diritti per le donne di non avere vestiti a coprire il petto; il termine "topfree" piuttosto che "topless" è usato per evitare la precedente connotazione sessuale.
La nudità è fortemente associata alla sessualità nella maggior parte delle culture in cui un certo livello di pudore è previsto. Ciò è evidenziato dall'esistenza di striptease in queste culture. Come effetto dell'eredità culturale cattolica, nelle culture latine la definizione comune di pudore generalmente non ammette la nudità genitale, ma la definizione di ciò che è permesso è cambiata e i seni delle donne sono adesso normalmente esposti o raffigurati senza scandalo.
Naturismo
La tendenza in alcuni paesi europei, come Spagna, Francia, Croazia, Germania, Finlandia, Italia e Paesi Bassi, è di ammettere entrambi i sessi a fare il bagno nudi assieme.
Vi è anche chi non considera la nudità sociale e in pubblico disdicevole. Questa considerazione è propria sia del nudismo sia del naturismo, che è possibile praticare sia in luoghi pubblici come spiagge, sia in luoghi privati come campeggi, alberghi e altre strutture ricettive. Lo stato di nudità nel nudismo e nel naturismo viene vissuto per gli effetti benefici di rilassamento, serenità e senso di unione con la natura che esso può donare. Per il naturista quindi la nudità non è strumento per attuare comportamenti osceni: per il naturista i limiti morali di comportamento in stato di nudità in pubblico sono gli stessi di quando si portano gli abiti.
Altri praticano la nudità pubblica più casualmente. Prendere l'abbronzatura in topless è considerato accettabile in molte spiagge di tutta Europa e anche in alcune piscine all'aperto, anche la legislazione italiana si è da decenni ormai favorevolmente espressa in merito; tuttavia l'esposizione dei genitali è riservata alle aree nudiste nella maggior parte delle regioni. Negli Stati Uniti prendere il sole in topless e perizoma è comune nel Sud Miami Beach (Florida). C'è un certo numero di spiagge nudiste sopra e sotto[cosa significa?] la costa occidentale degli USA. Dal 1996 la decisione di un tribunale in Ontario permette alle donne di andare in topless in pubblico in Canada.
2/n
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ma-pi-ma · 1 year ago
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In te nessuno mi manca mai, terra tramontata nel sonno lungo orbite verdi, e sono straniera se varco il confine delle tue chiome sfibrate. Soltanto la tua lingua so parlare in sogno e dire fiabe solo per te, mio precario paradiso, mio precario signore. È freddo fuori e fitta è la nebbia, si fa sera, Il tempo scende lento, ma come si sta bene e al caldo a casa, quando l'uno all'altro siamo patria.
Ana Blandiana, Patria, da Il sonno nel sonno, 1977
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gregor-samsung · 11 months ago
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“ Ahmad aveva la febbre. Strofinare preparati a base di erbe sul suo corpo in fiamme non sortiva alcun effetto. A quel punto, Salima era andata a chiedere aiuto a suo zio Shaykh Sa‘id. Era invecchiato, certo, ma non abbastanza da lasciare che il suo cuore si sciogliesse davanti alle suppliche della nipote. Lo aveva implorato, gli aveva ricordato che era la figlia di suo fratello Shaykh Mas‘ud, l’aveva pregato di avere compassione, di dimostrare la sua fede, la sua signorilità, la sua generosità, magnanimità e saggezza. Si era appellata a tutto quello cui si può appellare una madre con il figlio dilaniato dalla febbre. Ma la risposta dello shaykh non era cambiata: “La Range Rover non lascerà mai ‘Awafi senza di me.” Il giorno dopo, la febbre di Ahmad era aumentata, il bambino aveva cominciato a delirare. Salima era tornata dallo zio accompagnata dal marito. ‘Azzan si era trattenuto a lungo con il vecchio, gli aveva spiegato che suo figlio peggiorava e che l’unico ad avere una macchina con cui portarlo all’ospedale al-Sa‘ada di Maskade era lui, Shaykh Sa‘id. Se ci fossero andati a dorso d’asino, ci avrebbero messo quattro o cinque giorni e non sarebbero riusciti a salvare il bambino. Gli disse che avrebbe pagato qualsiasi cifra gli avesse chiesto, compreso il salario dell’autista. “Non ho altro da dire,” aveva replicato Shaykh Sa‘id. “La Range Rover non esce da ‘Awafi. Tuo figlio guarirà anche senza dottori. Che sarà mai, tutti i bambini hanno la febbre e poi guariscono.”
‘Azzan e Salima erano usciti da casa dello shaykh cercando di non guardare il fuoristrada verde parcheggiato vicino al portone. Quando Shaykh Sa‘id l’aveva comprato, due anni prima, e l’autista l’aveva portato in paese, erano tutti usciti in strada per vederlo. Persino l’anziana madre dello shaykh si era avventurata fuori facendosi sostenere dalle sue schiave ma poi, quando aveva sentito il rombo del motore e visto le ruote nere che giravano velocissime, si era spaventata e gli aveva tirato una pietra urlando ai quattro venti che quella era opera del diavolo. La pietra aveva rotto un finestrino e Shaykh Sa‘id aveva ordinato alle schiave di riportare dentro la madre minacciando di frustarle sotto il sole se solo l’avessero fatta uscire di nuovo. Da quel giorno la Range Rover si era mossa solo quando lo shaykh sedeva al posto del passeggero. E se con lui c’era una delle sue mogli, i finestrini venivano oscurati con delle lenzuola. Salima aveva pianto per tutta la strada fino a casa e, da quel momento, ‘Azzan aveva nutrito un unico sogno: possedere una macchina. Aveva giurato che avrebbe chiesto al Sultano il permesso di comprarne una, esattamente come aveva fatto Shaykh Sa‘id, e poco importava se avesse dovuto vendere i campi ereditati dal padre. Ma Ahmad non aveva aspettato che ‘Azzan mantenesse fede al suo giuramento, la febbre era stata più veloce e lo aveva ucciso. Gli avevano tolto vestiti e amuleti e predisposto la rituale pedana di rami di palma in mezzo al cortile. I vicini avevano portato secchi d’acqua dal canale per lavarlo, l’avevano cosparso di incenso e di olio di oud, lo avevano avvolto in un sudario candido e avevano portato il feretro al cimitero a ovest del paese. Il giudice Yusuf aveva detto ad ‘Azzan: “Tuo figlio adesso è in paradiso, e quando verrà la tua ora ti porterà dell’acqua fresca per spegnere la tua sete.” ‘Azzan era stato zitto, non aveva detto che lui aveva sperato che suo figlio l’acqua gliela portasse lì, sulla terra, negli anni della sua vecchiaia. Si era mostrato fermo e paziente come si conviene e aveva stretto la mano di chi gli porgeva le condoglianze. Le aveva strette tutte, persino quella di Shaykh Sa‘id. “
Jokha Alharthi, Corpi celesti, traduzione dall'arabo di Giacomo Longhi, Bompiani (collana Narratori Stranieri), 2022¹; pp. 122-124.
[Edizione originale: سيدات القمر (Sayyidat el-Qamar; Le signore della luna), editore Dār al-Ādāb, Beirut, Libano, 2010]
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barberasmo · 5 months ago
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Tomorrow🖤
pds9 — daily7, sneak peek
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lanistas · 12 days ago
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valentina-lauricella · 1 year ago
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Casa
Oggi andrò alla messa in suffragio dell'anima di mia madre, morta un mese fa. Lei guardava le messe dal letto, e anche tanti documentari scientifici e programmi culturali trasmessi da RaiScuola e Rai5. Ci piaceva ascoltare le sinfonie classiche, guardare i balletti d'avanguardia e dire "che carini" a rettili, insetti e pesci degli abissi. Le piacevano "Il paradiso delle signore" e "Doc Martin".
Quando avevo tre anni, usò le tessere di cartone di un domino regalato da un detersivo o da un formaggino per insegnarmi a leggere; tracciò sul retro di ciascuna tessera una sillaba in stampatello maiuscolo, e con queste si mise a comporre davanti ai miei occhi parole che aveva illustrato con biro e pennarelli; ricordo come fosse ieri l'istante in cui facilmente, come giocando, composi e lessi la parola CA-SA.
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