#mi sono alzata alle 5
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emergenza di massima priorità io ho già sonno
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Ieri sono andata di nuovo dalla mia amica giapponese.
Sono arrivata da lei nel pomeriggio di sabato e siamo andate insieme al 銭湯 (sentō), ossia i bagni pubblici giapponesi. Questa volta mi ha fatto meno effetto ma è sempre in qualche modo liberatorio essere letteralmente nuda assieme a tanta altra gente nella tua condizione. Ci si guarda però non c'è troppo giudizio, perché ci sono così tanti corpi diversi che il giudizio sembra perdere di senso.
Dopo essere stata a rilassarmi nella vasca super calda con le turbe idromassaggio (che relax madonna), la mia amica mi ha proposto di immergermi nella vasca fredda:"Vedrai che bella sensazione!". Io inizialmente le dicevo che avrei voluto evitare perché non mi sembrava troppo sensato far fare uno sbalzo di temperatura così forte al corpo; in più conosco la mia polla (ossia me stessa). Alla fine però mi sono lasciata convincere e l'ho fatto: Mix perfetto per un cazzo di capogiro che così forte penso di non averlo mai avuto nella mia vita. Fortuna che è passato dopo qualche minuto e quindi vabbè tutto a posto.
Poi mi chiede del lavoro e del perché ho cambiato: le spiego che ho il doppio delle ferie di prima e mi fa:"Vabbe ma 20 giorni di ferie sono normali no?". È la seconda volta che me lo ha detto e io ogni volta le dico, no, la normalità in Giappone è 10 e mi stupisce sempre che lei, giapponese, anche se anziana, viva così fuori dal mondo e mi rendo conto che chi lavora nella scuola pubblica è privilegiato non solo in Italia, ma pure qui.
A cena abbiamo mangiato 冷やし中華 (hiyashi chūka - foto 1) ovvero noodles freddi cinesi con verdure e carne e una salsa fatta di salsa di soia, aceto, zenzero e sesamo. Poi aveva preso anche dei salamini francesi: buoni, ma peccato fossero letteralmente dolci - poco sale e pochissimo pepe rispetto ai nostri. Da bere una lattina di birra e del vino bianco (scarso).
La notte un inferno: mi sono svegliata forse alle 4/5 con una nausea e un mal di testa fortissimo. Ho temporeggiato girandomi da un lato all'altro per ore e ore, svegliandomi e riaddormentandomi di continuo, finché non ho sentito la mia amica sveglia. Mi sono alzata e le ho detto:"Yuki che guaio, mi viene da vomitare...", mentre lei mi suggeriva di tornare a dormire, ho preso un sorso di acqua... tempo 2 sec e sono corsa al bagno a vomitare. La causa penso sia stata il fatto che sono stata troppo indulgente col vino, che secondo me era pure di scarsa qualità.
Sono tornata a dormire finché non era ora di pranzo, intorno alle 12.
Questa volta però non siamo andate a pranzo dai suoi genitori, ma la mia amica ha organizzato un pranzo a casa sua in cui ha invitato: la sua insegnante di italiano (che è di Salerno e io, quando l'ho saputo, le ho chiesto di presentarmela), suo marito giapponese, un suo compagno di classe (che frequenta la stessa insegnante), la moglie e una sua collega molto giovane che insegna inglese nella stessa scuola media dove insegna anche lei.
L'insegnante di italiano è simpatica, però è la tipica signora italiana con un carattere forte che sta sempre in mezzo a fare le cose al posto degli altri, un po' ignorante e banale (che cazzo mi vieni a dire a fare: che palle D'Annunzio, che palle Manzoni, che palle tutti - dì che non ti piace la letteratura senza fare sceneggiate, no?), insomma, tipica signora italiana. Però ha preparato la parmigiana di melanzane quindi un po' la perdono ahahah.
Il marito invece super tranquillo e straeuridito: prima della pensione era un professore di storia romana e ha vissuto in Italia per svariati anni. Conosce un sacco di aneddoti italiani che manco io sapevo (tipo sul palio di Siena, su Matera etc) ed è il tipo che una volta che parte non lo fermi più. Non ricordo come se n'è uscito con questo argomento, ma dopo aver detto che c'era stato un momento in cui era senza lavoro e senza soldi e che non poteva nemmeno tornare in Giappone, ha detto anche che mentre stava facendo un lavoro prendeva uno stipendio sia in Italia che dal Giappone, nello stesso momento. Io sempre più convinta che chi ha vissuto in quegli anni ha avuto un culo della Madonna perché i soldi si buttavano come non è mai più successo (esempio plateale: mio nonno baby pensionato che ha vissuto metà della sua vita in pensione... METÀ).
Detto questo, fortunatamente sono riuscita a godermi il pranzo nonostante la vomitata.
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Stanotte mi sono sentita male.
Era molto simile ad un attacco di panico. Non accadeva da moltissimo tempo.
Ho avuto paura.
Il cuore è impazzito,non si calmava, anzi i battiti aumentavano. Ero freddissima. Mi sono alzata, ho aperto la finestra per respirare meglio.
Poi camminavano per casa dicendomi:
Stai tranquilla, non hai niente è solo panico.
Che poi guarda che modo strano di tranquillizzarmi, però funziona, ho sempre fatto così. Ormai, anche se ovviamente mi spaventa, lo riconosco il panico.
Alle tre mi sono riseduta sul letto, provo la pressione, a posto, i battiti tornano regolari.
Ho paura però di addormentarmi. Tanto alle 5:40 ho la sveglia
La stanchezza c'è. Mi riaddormento.
Ho sognato.
Un sogno così bello, così vero, così nitido,che non sarebbe mai dovuto finire.
Ho sognato come se fosse una continuazione della mia vita.
Un ritorno. Quegli abbracci così veri, i sorrisi, la gioia.
Poi il ritorno alla realtà, mi ha lasciata così, nostalgica non triste.
Piango un attimo come un'oca.
E penso chissà anche lui mi ha sognata.
Una notte pazzesca insomma.
Per fortuna è Giovedì.
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sottona perché mi sono alzata con lui alle 5, gli ho preparato la colazione da portare a lavoro, il caffè, la torta, messo l'acqua fresca e un scritto un bigliettino carino😭
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Sono rimasta sveglia tutta la notte a tremare e sudare, alle 5:30 mi sono alzata e sono andata a lavoro, ho pulito tutte le stalle e portato le pecore e caprette al pascolo, ho dato le medicine e la pappa a tutti, ho raccolto le erbe selvatiche per i porcellini d'india e preparato il pollaio per le 5 nuove galline arrivate oggi, ho corso sotto al sole e scroccato le sigarette al mio collega che mi ha rivelato di aver sognato il mio ritorno a lavoro esattamente lo stesso giorno in cui è avvenuto, prima di andare via una signora mi ha stretto la mano e ringraziata in un modo che mi ha scaldato l'animo. Ho preso i miei 6 pullmam e fatto 4 ore di viaggio perché hanno chiuso la metropolitana, sorridevo ascoltando la musica, ho cucinato il cous cous con le polpette di verdure per pranzo, mi sono sdraiata un'oretta per riposarmi e poi sono andata a suonare l'handpan lungo il fiume, ero tranquilla e ho pensato che mi avrebbe fatto piacere avere qualcuno lì con me, con la musica e il tramonto. Poco dopo mi è apparso davanti un ragazzo che mi ha chiesto di poter provare lo strumento perché gli piaceva... ci siamo seduti su una panchina a suonare insieme e la gente che passava si fermava ad ascoltarci, una ragazza ci ha invitati domani per un concertino improvvisato sul ponte, abbiamo parlato per più di tre ore di argomenti profondi e filosofici e nessuno dei due aveva bevuto, né fumato, né altro. È stato assurdo, ho sentito delle vibrazioni potenti, una connessione difficile da descrivere. Mi ha detto "Elena credici", ormai era buio, quando ci siamo salutati mi ha fatto notare che erano le 22:22. Adesso sono rientrata, preparo qualcosa per cena poi mi cambio il catetere e proverò a dormire. Sto piangendo e per la prima volta nella mia vita è per la felicità. Voglio lasciare andare tutto. Non voglio più avere paura. So che sono sulla strada giusta e sto trovando la mia dimensione. È bellissimo.
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Ciao Flavio mi sono alzata alle 5:30 per sto concerto, come minimo deve essere superlativo
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Stamattina è successo che mi sono alzata, ho bevuto il mio solito caffè (rigorosamente amaro), e ho deciso di uscire a fare una passeggiata. Ebbene, contrariamente alle mie aspettative, è successo che ho passato l’intera mattinata in libreria e ho comprato ben 5 romanzi rosa. Queste feste mi fanno male.
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Aspettative di oggi: volevo alzarmi presto e studiare per l’esame di gennaio.
Realtà: mi sono alzata alle 2, ho mangiato e cazzeggiato fra TikTok e Netflix fino alle 7, ho cenato e sono ancora (4.42) qua a cazzeggiare yey
Aspettative di oggi: alzarmi alle 9 e andare in palestra.
Realtà: mi sono alzata 5 minuti fa e sto male, ho il mal di testa, le ossa doloranti e sento freddo. Potrebbe essere influenza
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h. 5:06
Mi sono alzata con un fastidio al palato superiore e caso ha voluto che proprio ieri abbia perso la custodia dell'IQOS e che abbia fumato un po' troppo per i miei gusti in generale.
in ogni modo meglio così, io sono radicale ed ho sempre la convinzione che questo step di vivere in questa casa minuscola e con seri problemi di muffa e chiuso sia perché mi debba liberare ancora di alcune cose.
Il mio avvicinarmi alla visione minimalista non è casuale, è proprio un modo a 360° di cambiare la vita.
Non è solo buttare ciò che non serve a livello materiale, è a livello mentale, è l'uso dei soldi, il modo in cui interagisci con le persone ed anche il cibo, mio cruccio immenso da una vita.
Siamo al giorno 4 di nuova terapia, iniziata il 4.10 ed oggi 8.10 all'ora in titolo.
I primi 2 giorni sono stati fantastici, piena di energia come non mi sentivo da tempo e la sera badabum crollata a letto.
Ieri era il 3° giorno e devo dire che sono stata bene, anche verso le 19-20 ero piena di energia quasi correvo per strada.
Sono andata a dormire crollata di sonno alle 22:40 ed effettivamente i miei pieni si erano super scombinati dal pomeriggio considerato che doveva venire Matteo, ma vabbè non tocchiamo quel tasto e la sera doveva venire Brandon, ma troppo distrutta mi sono messa a dormire e mi sono alzata alle 4:40 circa ovvero circa mezz'ora fa.
Come dicevo un fastidio al palato mi ha dato il La e all'idea di farmi una tisana ho dovuto subito rinunciare perché figurati se non erano ammuffite anche quelle di bustine Cristo Re Imperatore.
In ogni modo mi sento che sbadiglio, ma sto rimediando con un doppio espresso allungato acqua che boh forse sarà un po' tanto (?), ma in ogni modo la giornata è lunga se attacco alle 10 e stacco alle 18.
Comunque 30-40k non sono pochi, ma cristoddio neanche quelli giusti.
Per carità so che stiamo facendo del nostro meglio qui, però boh, non mi sento soddisfatta, questa roba va avanti da più di 1 anno e mezzo sono scoglionata.
Indubbiamente l'Universo sa cosa è giusto per me e non dimentichiamo che con avocada stiamo pensando anche a Lui di muoverci legalmente, quindi poco male.
Oggi è 8 Ottobre 2023.
Se ci penso sono nel futuro.
Se ci penso non bevo da 4 giorni né Coca Cola né alcol né mi calo.
Anche se ieri mi sono bagnata appena la bocca con lo Chardonnay, ma una quantità illusoria solo per il sapore, considerato che un paio di bicchieri potrei farmeli, ma per mia scelta non li faccio.
In ogni modo Latuda mi fa stare meglio, incredibile.
Incredibile anche aver trovato lo psichiatra giusto spero.
In ogni modo dovrei anche concentrarmi sull'Università, sia per non pagare quasi 2k di tasse del Cristo, sia perché dai su regà ma quanto se la volemo portà appresso sta cazzata che è iniziata 4 anni fa proprio questo periodo.
È 1 esame e la tesi, puoi farcela, anche perché il peggio con casa è passato e cosa più importante hai capito il perché, la motivazione che ti sta portando ad essere qui in questo periodo e momento della tua vita.
Hai ancora 27 anni e sei in un grandioso punto della tua vita, negli ultimi 10 anni hai fatto veramente di tutto non basterebbe un libro a poterlo raccontare.
Oltretutto non dimenticare mai che ti trovi in un momento della tua vita in cui le persone arrivano almeno 5-6 anni più tardi, mentre tu chissà dove sarai fra 5-6 anni (dato che ne avrai tipo 33 come Cristo appunto lol -amo ancora usare questo lol un po' oldie tipo 2011).
In ogni modo quella borsa su DhGate mi piace ed oggi chiedo a Beatrice di farmela arrivare a casa sua sperando che il karma non mi fotta particolarmente per aver preso un pacco Amazon indebito (ao ma forse la tizia non doveva averlo e basta che cazzo).
Ah devo anche cucinarmi per oggi a proposito.
Comunque sai che ti dico? Sti cazzi.
La filosofia dello sti cazzi è la migliore.
Sti cazzi di Fineco che mi rompe i coglioni.
E di PayPal e di tutte quelle minchiate.
Pagherò tutto a giusto tempo.
E nel frattempo non farò cazzate, proprio per il discorso del minimalismo e del fatto che hic et nunc.
Dovrei capire un po' meglio questa cosa del Buddismo sinceramente, sono abbastanza sicura che a tempo debito la capirò in ogni modo.
Comunque sono 2 settimane circa che non parlo con Giorgia e non so bene come sentirmi a riguardo, però non mi è davvero piaciuto il suo modo di dirmi che non vado bene sul mio lavoro, cioè non è un bel modo di supportare qualcuno perché non ci si rende conto dell'environment, ma solo del singolo fatto e ciò non è mai particolarmente produttivo.
Non so come finirà non so manco se si è resa conto e se pensa di avere ragione o torto, così come in realtà non sto sentendo altre persone che non è che mi abbiano fatto qualcosa, ma semplicemente non stiamo vibrando alle stesse frequenze direi.
Comunque dovrei andà in palestra la pago che cazzo.
Oggi quando faccio i turni cerco di capire que pasa.
Anche per schedulare lo studio, perché lo so che finirà in merda se no e se con l'esame di marketing ho avuto fortuna, beh questo non me lo regalerà nessuno. Così come la cazzo di tesi di cui comunque non ricordavo proprio di aver scritto un'introduzione.
Se scrivo il primo capitolo, potrei anche mandarlo alla prof. in realtà.
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stamattina presto mi sono svegliata di colpo alle 5:15 con la sensazione che mia zia, incinta e ricoverata, avesse ripreso a sentire il bambino che vuole uscire.
quando mi sono alzata ho chiesto a mamma come stava, mi ha detto che alle 5:15 sono ricominciate le contrazioni.
l’ho sentita
il mio sesto senso ha ripreso di nuovo a funzionare 🥹
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Volevo solo mandare a fanculo la nostra fottuta società per tutte le volte in cui sono uscita di casa e ho avuto paura di andare in giro da sola in quanto donna dotata di una vagina e due ovaie.
Proprio come oggi.
Sono arrivata come sempre in anticipo alla fermata, pronta per prendere l'autobus e raggiungere i miei amici, mi stavo facendo i fottutissimi cazzi miei, mi ero messa in un fottutissimo angolino ad aspettare il bus fino a quando non ho notato due uomini che mi fissavano e mi sghignazzavano dietro. Mi sono allontanata, mi sono seduta su una panchina poco più lontana sperando mi lasciassero stare, fissavo il cellulare, fissavo a terra, guardavo ovunque tranne che nella loro direzione, cercavo di vedere se c'erano altre persone oltre a me e a loro, ma non c'era nessuno, ero completamente sola. Uno di loro due inizia a camminare nella mia direzione, si avvicina alla panchina, poi si allontana, e continua a farlo per almeno 5 minuti, 5 minuti di totale agonia. Ho iniziato a scrivere alle persone di chiamarmi perché mi stavo iniziando a spaventare ma nessuno mi rispondeva. Quindi mi sono alzata, ho fatto finta di fare una chiamata e me ne sono andata. Ma mentre camminavo questi due hanno iniziato a seguirmi, a fischiarmi dietro, a dirmi cose tipo "quanto sei bella", "sai che saresti ancora più bella con il rossetto?", "perché non mi rispondi?", e mentre morivo dentro, mentre avevo il cuore in gola, mentre stavo quasi per piangere dalla paura, cercavo di allontanarmi il più possibile da loro. Ho camminato, ho accelerato il passo fino a quando non li ho sentiti più, mi sono girata e fortunatamente non li ho visti più, ho tirato un sospiro di sollievo e sono ritornata a casa controllando ogni due secondi chi ci fosse dietro di me. Mi sono chiusa in camera e ho iniziato a scrivere tutto questo incazzata con il mondo intero mentre continuo a pensare a cosa cazzo sarebbe potuto succedere se questi due esseri non si fossero fermati. Sono davvero stanca, stanca di non poter uscire di casa per paura di essere molestata, stanca di dire "preferisco non uscire perché dovrei prendere il bus e vorrei evitare", stanca di non sentirmi al sicuro, stanca di avere costantemente ansia e paura. A quest'ora sarei dovuta essere a Riccione, a bere uno spritz con il mio migliore amico e invece sono a casa con ancora i battiti accelerati.
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Ok, è parecchio cattiva, ma mi ha ricordato un momento del mio Liceo, seconda metà del 3o anno, argomento logaritmi.
Non so perché, ma l'intera classe li aveva presi malissimo. Tranne me, ma io ero il cocco della prof, quello con la mano sempre alzata, "la so, vengo io all'interrogazione". Non ci furono cazzi, non entravano in testa.
Onestamente, ritenevo all'epoca la cosa molto pretestuosa e una pura forma di espressione di cazzimma da parte dei miei compagni. Sì, è vero che la prof era una grande stronza, e anzi, in contesti come questi, dove dicevi "non ho capito e basta", ti piazzava un 2 senza alcun appello, ma veramente non riuscivo a trovare argomenti a favore dei miei amici.
Voglio dire, se sai moltiplicare, sai anche dividere. Se sai elevare a potenza, sai fare la radice. Se sai fare un'esponenziale, sai fare un logaritmo, sono tutti casi dove un'operazione è l'inverso dell'altra. Io non ho mai conosciuto una persona che sappia moltiplicare e non dividere, a maggior ragione che operazioni come radici e logaritmi (tranne quelli immediati) non li fai a mente, e senza scomodare regoli e poteri magici, una calcolatrice da tavolo basta e avanza.
Comunque, come finiva quasi sempre, nel pomeriggio mi dicevano "Papero, vediamoci a casa di X, così ci spieghi i logaritmi, prima che questa stronza ci mandi tutti a bestemmiare sotto l'ombrellone!". Va bene, ragazzi (anche perché ci tenevo tantissimo alle gomme del mio motorino).
Ok, caro/a amico/a di Liceo ...
Io: domanda. Quanto fa 2 per 4?
Other: 8!
Io:
Io: e quindi 8 diviso 2 fa?
Other: mmmm ... aspe' ... 4!
Io:
Io: e 2 elevato alla terza fa?
Other: ... allora ... 5 e porto 4 ... abbasso due cifre ... che cazzo ci faccio qui ... mmm ... 8!
Io:
Io: e allora, se 2 elevato alla 3 fa 8, visto che il logaritmo è l'inverso dell'esponenziale, così come la divisione è l'inverso della moltiplicazione, logaritmo di 8 in base 2 faaaaaaa?
Other:
Io:
fonte: https://ifunny.co/picture/all-right-gentlemen-i-we-need-to-find-an-easy-5APRgQ1H9?s=cl
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stanotte ho dormito tre ore: dalle 3 alle 5:47 e ho sognato che brancam3nta si fidanzava con mio fratello senza dirmi niente e mi incazzavo tantissimo per questa cosa. mi sono alzata traballante e sono uscita di casa mentre mia mamma guardava le repliche di don matteo. ho il talento inutile (l'ennesimo) di riuscire a farmi entrare i sassolini nelle scarpe e mia mamma dice che è per colpa dei lacci perché li annodo in modo strano. oggi sono crollata ma me lo aspettavo. ho avuto in testa tutta mattina la frase lasciare andare quello che non serve che era dentro una canzone che non mi ricordavo ma che poi hanno passato su radio biricchina mentre tagliavo delle fragole: era di lorenzo fragola. che buffa coincidenza. oggi erry è venuto a trovarmi facendomi una sorpresa e sono andata a farmi un piantino in cucina perché non lo vedevo da un sacco e perché si è fatto un'ora di macchina per venire da me e ultimamente come vi ho detto non sento di meritare nulla. mi mancava tanto ma era molto triste e stava male anche se faceva finta di niente. sono quelle cose che proprio si sentono. quando è andato via alla radio hanno passato mancarsi dei coma_cose che è una delle nostre canzoni. che buffa coincidenza anche questa. mi ha scritto tvb sul vetro sporco della macchina. ho inseguito un tramonto che c'era anche se non si vedeva. Uno spreco di potenziale.
matteo e giada mi hanno invitata ad uscire ma ho detto di no ad entrambi perché non mi sento bene. tra sedici giorni è il compleanno di erry. tra un mese e sedici giorni il mio.
ho sempre mal di testa, la consapevolezza che tra poco più di un anno finirà tutto e la certezza che presto tornerò al mare.
che casino che c'è nella mia testa e che fusa che faceva mortino oggi.
domani sarà una lunga giornata e la vedo proprio male.
sono sdraiata sul tuo lato del letto e penso alla canzone di calcutta e ai bastoncini findus.
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Alle avventure in casa oggi aggiungo: compagna di stanza stamattina mi chiede a che punto fosse la mia roba sullo stendino, che lei doveva fare la lavatrice. Io ero sveglia ma a letto, non mi ero ancora alzata, le dico che appena mi alzo controllo. Dopo 5 minuti mi dice se posso alzarmi a controllare, che deve fare la lavatrice e non può aspettare me (abbiamo uno stendino in camera che condividiamo). Allora mi alzo dal letto, controllo e le dico che alcune cose sono ancora umide, se vuole le posso liberare parte dello stendino, di più non posso. Allora mi guarda e fa "no va beh, non fa niente". La mia risposta è stata: "mi fai tutte queste storie e ora mi dici che non fa niente? Falla la lavatrice, quando ha finito ti tolgo la roba". Sono seguite varie accuse a me ecc ecc e io con tutta la calma del mondo ho lasciato perdere e non ho detto più niente altrimenti sbottavo di brutto. Fatto sta che io dopo pranzo ho liberato lo stendino e l'ho rimesso a posto e indovinate? Lei ancora non ha fatto la lavatrice. Ora la mia domanda è:
A questa la ammazzo a mani nude o la ammazzo con lo stendino che domani mi andrò a comprare e che non presterò a nessuno?
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E adesso?
Oggi giornata super intensa, sveglia alle 5 e qualcosa, gatta vuole uscire, poi torno a letto, sto per riprendere sonno e gatto vuole uscire, ritorno a letto ma niente da fare non riesco a riprendere sonno, ci provo, ma niente. Allora mi alzo, provo a scaricare un pò di liquidi, ma poca roba, allora faccio un bel respiro guardo il display del forno e segna le 5:37, allora guardo la cucina con le pentole, i piatti, i bicchieri e penso, vabè, metto su il caffè e inizio, finito mi bevo il caffè, una siga, e non sapevo che fare perché visto il lavoro che ho stare troppo al pc non mi fa bene, allora ho fatto un pò di object writing, tanto per, poi un'altro pò di caffè, altra siga, e a quel punto erano già le 7:30 e si è alzata lei, provo a farle salire la temperatura, ma è come chiedere ad un ghiacciolo di sudare, e non freddo. Beh non è più il tempo di ste pratiche oramai lontane nel tempo, quindi mi do na sciacquata anche per darmi una svegliata, il caffè oramai non serve quasi più dopo il secondo, ma siccome lei ne ha messo un'altra moka su, ne approfitto e vado di terzina, siga, ed è già quasi ora di iniziare questo venerdì e godere di ogni minuto che passa perché mi divide da un riposo, uno vaglio di due giorni che ci vuole. Poi la giornata è passata tra pause e lavoro, messaggi con amiche e amici, qualche risata, e....una notizia che mi fa un pò pensare arrivata oramai quasi a ora di cena, ossia, che l'Estonia è in testa nei paesi europei sui contagi, quindi sta cosa del vaccino qua non ha preso; pensare che io per più di un anno non sono uscito, solo per andare a fare la spesa, si ok sarò uscito 5 volte per incontrarmi con gli altri e fare qualcosa, questo prima che inserivano il green pass anche qua, poi non c'ho neanche pensato ad andare in un bar, anzi a dire il vero quando è entrato in vigore era ancora caldo e ho avuto l'opportunità di prendere un caffè in solitaria su un tavolino all'aperto. Però quello che mi fa pensare non è tanto il green pass, il vaccino o il non vaccino, ma il fatto che nonostante tutto si ritorna al punto di prima, di un paio di anni fa, dell'anno scorso e dell'inizio di questo anno, perché? A mio giudizio perché le persone non sanno rinunciare, non capiscono che non è il momento di fare festa e di assembrarsi come mandrie di bufali su un lembo di fiume. Io personalmente non voglio fare il vaccino, no non sono no-vax, solo che sto troppo bene, in forma smagliante e non voglio rovinare questa striscia positiva che oramai dura da più di un anno, da quando ho smesso di bere, ma non è solo questo che mi fa stare in forma, beh se qualcuno di voi ha letto il post precedente sa di cosa sto parlando, le medicine, non mi piace ripetere le cose.
Quindi Per chiudere sto post dico che ben gli sta, io continuo il mio auto isolamento, non ne soffro e non mi interessa, anzi sto bene davvero.
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------- 548 giorni -------
Ciao sono io.
Ti ricordi quel giorno quando un dottore ha detto che non avrei mai più giocato a tennis?
Bene, volevo dirti che ho fatto una cosa.
E che questa cosa l'ho fatta per te.
Volevo dirti che dopo aver scaricato, alzato e rovesciato nella betoniera a mano 1.300 sacchi di cemento, 30.000 palate di sabbione, trasportato e messi uno sopra l'altro 1.800 blocchi di cemento per costruire un muro lungo 38 metri, piantato 190 tondini di ferro nel calcestruzzo, rastrellato 18 tonnellate di macerie, steso 78 fogli di rete, gettato 570 mq di massetto alto 20 cm, averlo lisciato e fatto i tagli per i giunti poi riempiti col silicone, inchiodato una ad una 2.870 canne di bambù, rivestito la scalinata con la palladiana incollando pezzo per pezzo ogni pietra riproducendo una pallina da tennis e due loghi di Batman (per te) montato le copertine, messo a dimora 120 piante di rosmarino, 60 di timo e 60 di elicriso, creato l'angolo relax, cucito i cuscini per l'angolo relax, fissato i gargoyle, predisposto l'illuminazione, montato la recinzione antivento e avendogli dovuto dare ben sette mani di vernice oggi -finalmente- ho finito di costruire il nostro campo da tennis.
Penso che sia venuto carino, penso che ti possa piacere.
Certo, probabilmente non giocheremo mai io e te contro la Sabalenka e la Sharapova però dai...ce ne faremo una ragione.
Un lavoro che un'impresa con sei muratori avrebbe finito in due settimane.
Ecco, invece io ci ho messo 548 giorni.
548 giorni di cui ne ricorderò cinque in particolare.
Il primo quando ero a letto, in catalessi, vuoto e svuotato ma stanco di moribondare e ho pensato timidamente di provare a tornare a fare quello che ho sempre fatto: cioè immaginare, studiare, disegnare e infine realizzare.
Perché il puntiglio muove grandi cose; spesso nel male, talvolta nel bene.
E allora contro il parere del cancro, dei medici, del buon senso, del mio fisico, delle ventiquattro metastasi, dei cinque interventi chirurgici, della chemioterapia, della radioterapia, della stomia, dei follow up, del terrore dei follow up, della Capecitabina, del dolore, della morte, della paura, della nausea, dello sconforto, del formicolio alle mani, del formicolio ai piedi, della debolezza, degli ospedali, del dottorino che mi aveva predetto l'impotenza, del dottorino che se l'è presa in saccoccia, dei cazzi, dei mazzi e delle persone che mi volevano bene ho pensato di costruirmelo da solo questo campo da tennis.
Ho cominciato che trascinarmi fino lì per dedicarci trenta minuti di lavoro era una fatica e ho finito che dopo dieci ore di passione smettevo a malincuore.
A volte alle due di mattina, illuminato da un faro.
Avere uno scopo, il viaggio non la meta, raggiungere il traguardo, un passo alla volta: insomma quella cosa lì.
Perché questa cosa di un passo alla volta funziona sai?
E pensare che io ho sempre provato avversione per le citazioni e le frasi fatte.
Anzi, ogni volta che me le sentivo dire mi son sempre divertito a smontarle, decontestualizzarle e ridicolizzarle.
Stupido me.
Invece un passo alla volta funziona, devi credermi.
Funziona per affrontare una malattia, per costruire un campo da tennis, per scrivere un libro, per perdere peso, per prendere peso, per inventarsi un lavoro, per avviare una relazione, per superare un lutto, per risolvere i problemi, per volersi bene.
E avrebbe funzionato anche se non fossi riuscito a finirlo. Perché certe condizioni ti insegnano a vivere la vita giorno per giorno. Se non ora per ora.
Magari anche con un po' d'ironia e senza solennità.
Il secondo quando una notte sentendo piovere molto forte mi sono chiesto se nei due mesi che avevo impiegato a costruire quel muro mi fosse venuto in mente di predisporre il drenaggio per evitare l'effetto diga oppure causa chemio ero così rincoglionito che no.
La seconda.
E infatti il mattino dopo davanti all'immagine del crollo ho pensato di smettere e tornarmene a letto sotto le coperte.
E così ho fatto per tre giorni.
Il quarto ho affittato una ruspa, ho ripulito tutto e ho iniziato a ricostruirlo. Meglio questa volta.
Ed è stato un po' come giocare una partita a tennis.
Partita di tennis che per questa volta -almeno- non c'è santo che tenga: Monica Rossi vs Cancro 6 0 - 6 0 - 6 0.
Il terzo quando il giorno dopo aver dato la terza e ultima mano di vernice sono andato tutto soddisfatto e compiaciuto a vederlo da vicino e mi è preso un colpo.
Perché tutto il campo era pieno di bolle.
Bolle, orride micro bolle piene d'aria su tutta la superficie.
Uno schifo, un colpo al cuore.
La seconda mano non si era asciugata bene e quindi a causa dell'umidità si era alzata sollevando il terzo strato.
Panico.
Panico per due motivi.
Il primo perché non c'è niente di peggio che finire un lavoro e doverlo rifare e secondo perché avevo la schiena a pezzi.
Perché verniciare un campo da tennis non è facile.
Prima devi pulirlo con l'idropulitrice. Poi devi mettere il nastro di carta sulle linee di gioco avendo cura che siano perfettamente dritte, parallele e perfette, poi devi preparare la vernice (il primer l'hai dato il giorno prima) e poi devi metterti lì con il rullo e passarlo su tutti i 570 mq.
E devi farlo bene, e non si devono vedere le rullate, e non devi andare oltre i confini, e non deve andarci neppure una goccia.
E devi farlo in un'unica mano.
E per ogni mano ci impieghi otto ore.
Otto ore in cui non ci deve essere sole battente, ovviamente non deve piovere e però non ci deve essere neanche vento perché altrimenti ogni folata potrebbe portare foglie, aghi di pino, insetti e tutto quello che andrebbe a incollarsi sulla vernice appiccicaticcia che hai appena dato.
Non è facile. Anzi, è proprio una rottura di coglioni epocale.
E quindi mi sono messo lì a schiacciare ogni bolla e scartavetrarla.
Ma che bello. Ora vedo un campo blu pieno zeppo di chiazze biancastre.
E allora con il pennellino, in ginocchio, avanti a ridare il primer bolla per bolla.
Pennellino. 570 mq. Puntiglio.
E il giorno dopo, claudicante, alle 5 di mattina, iniziare prima a passare il soffiatore per poi a dare la quarta mano.
E' venuto bene.
E' venuto bene si, ma questa vernice è una resina particolare che fa spessore quindi da vicino la differenza si vede.
E ma come sei pignolo, chi vuoi che se ne accorga?
Io. Me ne accorgo io. Anzi, non solo me ne accorgo, ma lo so proprio. E non mi sta bene.
E non mi sta bene perché il confine fra un lavoro soddisfacente e un lavoro ben fatto dipende solo da me, dal tempo da dedicarci e dalla voglia di farlo.
E io non voglio che sia né bello né soddisfacente, io voglio che sia perfetto.
Perché tutto, ma la mediocrità mai.
Si, bravo. E quindi? Cosa intendi fare?
Semplice: continuerò a verniciarlo finché non verrà come dico io.
E avanti con la quinta mano.
Bene. Sempre meglio.
Dai che con due mani ancora avrò finito.
O cavolo guarda, inizia a piovere.
Non è un problema, la vernice è asciutta.
Si la vernice è asciutta, ma io preferirei aspettare per dare le altre mani.
Sai, non vorrei che l'umidità facesse ancora brutti scherzi.
Ma il tempo è molto instabile. Sole, pioggia (ma perché poi è giallastra questa pioggia? Polline? Sabbia?) poi di nuovo sole, poi di nuovo pioggia.
E ogni giorno che aspettiamo è un problema perché se si deposita la polvere siamo fregati.
E infatti è uno schifo.
Detriti, insetti morti, foglie, cagate di uccelli. C'è di tutto.
Uso l'idropulitrice? Uso l'idropulitrice.
Si, abbastanza bene. Solo che lo sporco sembra solo essersi spostato.
Meglio di prima ma non ancora benissimo.
E poi ora è davvero bagnato fradicio. Altro che umidità.
Devi aspettare almeno un paio di giorni che si asciughi bene.
Ho capito ma fra due giorni sarà tutto asciutto, ok, ma di nuovo tutto sporco.
E' un incubo, non ne usciamo più.
Senti, vaffanculo, vai a comprare 570 mq di teli e lo copriamo tutto.
Si, bravo, così l'umidità ti batte le mani.
Dammi retta: va bene così. E' perfetto. Nessuno andrà mai a guardarlo con la lente d'ingrandimento.
Ancora? Quel nessuno sono io.
E io non mi accontento.
Può venire perfetto? E allora verrà perfetto.
Ed è così che ho passato due giorni a passare l'aspirapolvere su tutto il campo (in cemento, ruvido) avanti e indietro con dolce metà che mi guardava incazzata nera mentre le devastavo la sua amata Dyson.
Però sai, alla fine non c'è più un granellino di polvere.
E neanche l'ombra di una bolla.
E men che meno differenza di spessore.
E si, dopo sette mani questo campo da tennis non è né bello né brutto.
E' perfetto.
Il quarto momento che ricorderò è quando quasi ogni mattina vedevo mio papà oltrepassare il cancello e nonostante i suoi settant'anni e vestito da perfetto muratore chiedermi se volevo una mano sentendosi sempre rispondere che no, che non era il caso, che volevo fare da solo, che era una cosa solo mia.
E allora si sedeva sul muretto e nonostante la musica dei Misfits a tutto volume mi sorrideva, mi incitava, mi portava la colazione, mi mostrava il pollice alzato, mi faceva l'occhiolino.
E qualche volta mi guardava con gli occhi lucidi. Gli occhi di chi guarda un figlio che non sa fino a quando avrà ancora il piacere di vedere vivo.
Ma forse il giorno che ricorderò di più è quello in cui, un pomeriggio, sotto una leggera pioggerella, sono scivolato e sono caduto sul manico della carriola che si è infilato proprio fra la pancia e il sacchetto della stomia strappandolo di netto.
Ero a terra, solo, preoccupato di vedere cosa fosse successo a quel disgustoso pezzo d'intestino che mi usciva dalla pancia, circondato dalla merda che si era spantegata dappertutto quando a un certo punto mi sono voltato a guardare quel muro, ho alzato gli occhi al cielo, ho riso e mi sono domandato chi me l'avesse fatto fare di costruire un campo da tennis che io e te non useremo mai.
Ma poi, soprattutto, mi sono chiesto chi l'avrebbe mai detto che un giorno mi sarei ritrovato in quelle condizioni.
E allora ho sorriso e ho pensato che va bene così; che la vita è davvero meravigliosa.
Ed è meravigliosa sempre.
Tranne forse quel giorno di settembre quando alle otto di mattina, un mese dopo la diagnosi e prima d'iniziare ogni terapia, mi sono dovuto chiudere a chiave in uno squallido bagno al piano terra di un ospedale, dare un'occhiata a delle riviste appoggiate lì per l'occasione, stendere degli asciugamani per terra e con la schiena appoggiata al muro e i piedi puntati contro il water nonostante i continui "ha finito? ha finito?" iniziare a piangere e masturbarmi perché potessi metterti dentro un contenitore affinché ti congelassero.
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