#matmos
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romanowork · 1 year ago
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leahsfiction · 5 months ago
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When asked how he would like to live his remaining years, Luis Buñuel once said: “Give me two hours a day of activity, and I’ll take the other 22 in dreams — provided I can remember them.” Who knows what the great Spanish filmmaker might’ve conceived had he been a raver rather than a Surrealist. A recent microgenre offers a clue: hit em, invented in a dream by Drew Daniel.
had a dream I was at a rave talking to a girl and she told me about a genre called “hit em” that is in 5/4 time at 212 bpm with super crunched out sounds thank you dream girl — DREW DANIEL (@DDDrewDaniel) July 29, 2024
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grrl-beetle · 2 months ago
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Björk : Alarm Call - Speech Therapy Mix (Björk · Matmos)
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danzameccanica · 3 years ago
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Oggi è un luglio del 2021 e credo che sia la prima volta che riascolto Vespertine dopo almeno quindici anni. Questo è l’album che quando ero al liceo mi ha aperto all’elettronica, alla musica intima, a tutto quello che non era metal. È grazie a Vespertine che poi ho inziato a comprare la rivista Ritual e a scoprire il gothic rock; questo album è stata la chiave di volta che ha poi sorretto tutto il muro della mia crescita sopra le colonne del metal estremo. Senza Björk non ci sarebbero stati i Massive Attack, i Radiohead, gli Oasis, i Verve, i Sigur Rós e tutto il resto… Vespertine, per uno che ha amato tantissimo Björk, forse è l’ultimo album accessibile, orecchiabile, facile nell'assimilazione. Ricordo con dispiacere l’uscita di Medulla: ricordo tantissimo il potenziale di quell’album e il concept ma che, sfortunatamente, non era riuscito a fare colpo. La Björk di quegli anni non era più “solo” e “semplicemente” una musicista ma un’artista a 360 gradi. La tragica esperienza di Dancer in the Dark è stata solo un caso isolato; in questi anni Björk si muoveva nel mondo dell’arte contemporanea, delle performance, della body e video-art (anche coadiuvata dal compagno dell’epoca Matthew Barney). Posso certamente dire che da questo momento in poi l’aspetto visuale di Björk è aumentato in maniera esponenziale ma anche inversamente proporzionale all’impatto musicale.
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Vespertine è l’ultimo album “pop”; l’ultimo disco dove puoi fischiettare le canzoni una per una. "Hidden Place" è un intro struggente e drammatico, intimo e fragile che segna quasi il passaggio dall’inverno allo sbocciare della primavera; gli archi durante il ritornello sono arcobaleni che si aprono sopra i grigi ghiacci islandesi. "Cocoon" è una ballad su un registro di toni altissimi ma delicati: come se Björk cantasse una ninnananna alla rugiada sulle ragnatele, ultimi testimoni di una notte fatata che scoppietteranno a breve fra il noise-glitch gentile di questa meravigliosa composizione. Anche "It’s not up to you" è una graziosa interrogazione ai baccelli della foresta, musicata da una specie di post-drum’n’bass col contrabbasso jazz. "Undo" e "Pagan Poetry" (uno dei picchi più alti del disco) rivelano tutta la fragilità di questo bozzolo nel quale Björk si è rinchiusa cantando della sua terra. Ci sono i ricordi drammatici di "Bachelorette" e c’è questo strano sentore di catastrofe o – ad ogni modo - dell’irreversibilità della situazione. "Frosti" è una strumentale di carillon che evoca una magia notturna che prosegue naturalmente in "Aurora" e torna ad essere drammatica in mezzo agli scratch e breakbeat di "An Echo a Stain". "Sun in My Mouth" riprende il carillon ma ricorda qualcosa di Debut. Dietro al mixer e alla produzione di questo album siede Mike ‘Spike’ Stent che aveva già collaborato in Homogenic ma anche in Bedtime Stories e Music di Madonna; poi i Matmos che si porterà sul palco in almeno un paio di tour mondiali. Riascoltandolo oggi, mi rendo conto che forse le ultime 4-5 canzoni non sono così memorabili ma contengono le stesse sonorità delle precedenti mantenendo un perfetto filo-conduttore fino alla finale "Unison", un’allegra ballata che ricorda tanto i connazionali Sigur Rós. Ma la potenza, l'unicità e l'efficacia di Vespertine (ma in generale di tutti i primi album di Björk fino ad ora) è il suo utilizzo della voce come se fosse lo strumento principale; e, infine ma non per ultima cosa, utilizzare la sua voce per creare melodie principali. L’effimera natura di questo album, il suo essere freddo ma nella sua ultima fase, quella prossima al disgelo, lo rende davvero unico e speciale; Vespertine è un disco che sicuramente chiude una fase di crescita di Björk e ne apre un’altra verso la sperimentazione; purtroppo, per quello che mi riguarda, è davvero l’ultimo album magico, capace di raccontare qualcosa che a sua volta riuscirà a piantare un seme dentro l’animo.
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mycatstupid7 · 4 months ago
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unaturalhistory · 6 months ago
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tomwaitslinks · 1 year ago
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Matmos
Matmos covered FX by Black Sabbath.
Black Sabbath wrote N.I.B., covered by Primus.
Primus recorded On The Road with Tom Waits.
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rastronomicals · 11 months ago
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9:25 AM EST February 6, 2024:
Matmos - "F/X" From the album Everything Comes & Goes (April 5, 2005)
Last song scrobbled from iTunes at Last.fm
Either an interpretation or a mutilation. Or both.
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testure-1988 · 1 year ago
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romanowork · 2 years ago
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fieldworklondon · 1 year ago
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radiophd · 2 years ago
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matmos -- plastic minor
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grrl-beetle · 1 year ago
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Matmos - Return to Archive
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nedison · 7 months ago
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Music or Noise? - Matmos (2023)
A quite Reichian intro! Commissioned by Smithsonian Folkways last year to commemorate their 75th anniversary.
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godblessyoublackemperor · 8 months ago
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unaturalhistory · 6 months ago
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