#martory
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postcard-from-the-past · 10 months ago
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St Martory canal in Martres-Tolosane, Gascony region of France
French vintage postcard
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homoerotisch · 4 months ago
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destinyc1020 · 2 months ago
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Darnell with film hair stylist Gary Martori (TGS) 🥰🥰
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soracities · 2 years ago
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Pierre Martory, from "The Rats" (trans. Alex Phillips & Paul Fattaruso) [transcript in ALT]
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crossbordercroniclesro · 28 days ago
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Explozie devastatoare la o stație de benzină din Groznîi: Victime și cauze necunoscute
Canalele rusești de pe Telegram au raportat un incident șocant care a zguduit orașul Groznîi, Cecenia. O explozie masivă a avut loc la o stație de benzină situată pe Aleea Muhammad Ali, provocând moartea a patru persoane – doi copii și doi adulți. Printre victime se numără și un bărbat care, în mod tragic, a decis să filmeze rezervorul în flăcări, fără a anticipa pericolul iminent. Explozie…
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ciochinaflorin · 5 months ago
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134 I 2024. ORICE DEPOZIȚIE TREBUIE SUSȚINUTĂ CU MARTORI [Deuteronomul 19.15 I Matei 18.15-16 I Ioan 5.31-32] 13 Mai 2024
134 I 2024. ORICE DEPOZIȚIE TREBUIE SUSȚINUTĂ CU MARTORI I Podcast I Pasaje Biblice : Deuteronomul 19 : 15 I Matei 18 : 15 – 16 I Ioan 5 : 31 – 32 I Meditaţii din Cuvânt I Cezareea I Reşiţa I 13 Mai 2024 I Orice depoziție trebuie susținută cu martori. În contextul studiului despre necesitatea confirmării Divine a Cuvântului predicat, trebuie să reamintim că încă din Vechiul Testament, a fost…
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cosmicanger · 8 months ago
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Patty Martori, Love House, 1991, Color xerox, 27 × 41.5 cm (10 5/8 × 16 3/8 in)
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swallowtail-ageha · 6 months ago
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Sadly fem characters often don't get this treatment by the fandom at large while male characters do so i shall roll up my sleeves and do it in the name of #feminism
I think lady maria should be sexualized more but not in the typical "big tiddy naked" way but in the gross blood guts tentacles religious guilt way
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zendayaupdates · 2 months ago
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Zendaya and Gary Martori in New York today!
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Ho bisogno di sfogarmi, vedo tutto fottutamente nero, mi trovo in un pozzo senza fondo, in cui non riesci mai a riemergere completamente, che ti porta sempre giù in basso , nelle profondità del acqua . Mi sento come se non sapessi più nemmeno chi fossi , anzi non so proprio più chi sono, non so chi voglio essere e cosa voglio fare della mia vita. Non so cosa mi piace per far sì che io riesca a farne un lavoro che mi gratifichi come persona . Non riesco a guardarmi allo specchio, perché non mi riconosco più , oramai con le occhiaie, gli occhi spenti, il sorriso finto , le labbra martoriate dai morsi che mi do da sola , tutto ciò mi fa schifo , vorrei non provare questa sensazione di disagio esistenziale, riprendere in mano la mia vita, reagire , ma come si fa?
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precisazioni · 1 year ago
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gli incendi di questi giorni hanno quasi coinvolto casa di mia sorella, che per qualche ora ha dovuto evacuare dato il rischio diossina. la foto che mi ha mandato parla chiaro: diverse case martoriate dal fuoco, la sua era la successiva, fortunatamente intatta. chi si ritrova a pagare ingenti costi di riparazione è il cittadino; 'colpa sua' se non ha potuto permettersi l'assicurazione per la casa. capitalismo di merda
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colonna-durruti · 2 years ago
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AD UN ANNO DALL'INIZIO DELLA GUERRA IN UCRAINA: RIEMPIAMO LE PIAZZE CONTRO LA GUERRA E IL MILITARISMO
Contro tutte le guerre, per un mondo senza eserciti e frontiere.
È trascorso un anno da quando la guerra è tornata ad infuriare nel cuore dell’Europa, con un coinvolgimento diretto del nostro paese. Il governo italiano si è schierato in questa guerra inviando armi, moltiplicando il numero di militari impiegati in ambito NATO nell’est europeo e nel Mar Nero, aumentando la spesa bellica sino a toccare i 104 milioni di euro al giorno.
Dal quel 24 febbraio è partita una corsa al riarmo su scala globale, perché la guerra in Ucraina ha nel proprio DNA uno scontro interimperialistico di enorme portata.
Il rischio di una guerra devastante su scala planetaria è sempre più forte. Il prezzo di questa guerra lo pagano le popolazioni ucraine martoriate dalle bombe, dal freddo, dalla mancanza di medicine, cibo, riparo.
Lo pagano le popolazioni russe, sottoposte ad un embargo devastante. Lo pagano oppositori, sabotatori, obiettori e disertori che subiscono pestaggi, processi e carcere.
Lo paghiamo noi tutti stretti nella spirale dell'inflazione, tra salari e pensioni da fame, fitti e bollette in costante aumento.
La guerra in Ucraina è solo un tassello di un mosaico molto più complesso.
Lontano dai riflettori tante altre guerre investono vaste aree del pianeta, dove gli interessi scatenati dalla crisi energetica e dalla voracità per le materie prime innescano una sempre maggiore spirale di violenza. In Africa, dove l’Italia è impegnata in 18 missioni militari, la bandiera con il cane a sei zampe dell’ENI sventola accanto al tricolore.
Nel Mediterraneo la guardia costiera libica rifornita di mezzi e foraggiata dal governo italiano respinge i migranti in viaggio verso le frontiere chiuse dell’Europa. Le leggi varate dal governo Meloni contro le navi delle ONG servono a rendere più difficile il salvataggio dei naufraghi.
Mentre la guerra rende sempre più precarie le nostre vite, il business delle armi non va mai in crisi. Anzi. I profitti dell’industria bellica sono in costante aumento e si moltiplicano gli investimenti nella ricerca con un coinvolgimento sempre più forte delle università.
Giocano la carta del ricatto occupazionale, facendo leva su chi fatica ad arrivare a fine mese.
Occorre capovolgere la logica perversa che vede nell’industria bellica il motore che renderà più prospero il nostro paese. Un’economia di guerra produce solo altra guerra. Il benessere, quello vero, è altrove, nell’accesso non mercificato alla salute, all’istruzione, ai trasporti, alla casa fuori e contro la logica feroce del profitto.
Provate ad immaginare quanto sarebbero migliori le nostre vite se la ricerca e la produzione venissero usate per per la cura invece che per la guerra.
L’industria bellica è il motore di tutte le guerre.
In Russia e in Ucraina c’è chi rifiuta la guerra e il militarismo, chi getta la divisa perché non vuole uccidere e non vuole morire per spostare il confine di uno Stato.
Migliaia e migliaia di persone dalla Russia hanno attraversato i confini disobbedendo all’obbligo di andare in guerra, affrontando la via dell’esilio, rischiando anni di carcere.
Dal febbraio 2022 in Ucraina le frontiere sono chiuse per tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni. La debole legge sull’obiezione di coscienza in Ucraina è stata sospesa e le 5.000 domande di servizio civile respinte.
In Russia c’è un esodo che si è intensificato da quando il governo ha annunciato il richiamo dei riservisti.
Molti altri restano e lottano, nonostante la durissima repressione che colpisce antimilitaristi e pacifisti in entrambi i paesi.
In Ucraina c’è chi su posizioni non violente, anarchiche o femministe ha scelto di non schierarsi, di non combattere in questa guerra costruendo reti di solidarietà materiale con le vittime dei bombardamenti, con chi ha perso il lavoro o è obbligat* dalle leggi di guerra del governo Zelensky a turni massacranti spesso senza paga.
In Russia e in Ucraina c’è chi lotta perché le frontiere siano aperte per chi si oppone alla guerra.
Noi facciamo nostra questa lotta contro le frontiere, per l’accoglienza di obiettori, renitenti, disertori da entrambi i paesi.
Noi non ci stiamo. Noi non ci arruoliamo né con la NATO, né con la Russia.
Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. L’antimilitarismo, l’internazionalismo, il disfattismo rivoluzionario sono stati centrali nelle lotte del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici sin dalle sue origini. Sfruttamento ed oppressione colpiscono in egual misura a tutte le latitudini, il conflitto contro i “propri” padroni e contro i “propri” governanti è il miglior modo di opporsi alla violenza statale e alla ferocia del capitalismo in ogni dove.
Le frontiere sono solo linee sottili su una mappa: un nulla che solo militari ben armati rendono tragicamente reali.
Nel nostro paese l’opposizione alla guerra è rimasta molto forte, nonostante la propaganda militarista martellante. C’è chi, pur avendo operato per la guerra cerca di intercettare i consensi persi nelle urne. Sono i pacifisti con l’elmetto, che in occasione del primo anniversario della guerra, torneranno a fare capolino nelle strade invocando il cessate il fuoco, senza opporsi all’invio delle armi, all’uso delle basi, alle missioni all’estero, all’aumento della spesa militare.
Noi non ci stiamo. Invocare il cessate il fuoco senza opporsi al militarismo è un mero esercizio retorico.
Opporsi alle guerre, all’aumento della spesa militare, all’invio di armi al governo Ucraino, lottare per il ritiro di tutte le missioni militari all’estero, per la chiusura e riconversione dell’industria bellica, per aprire le frontiere ai disertori, agli obiettori e a tutti i migranti, è un concreto ed urgente fronte di lotta.
Per fermare le guerre non basta un no. Bisogna mettersi di mezzo. A partire dai nostri territori, dove ci sono fabbriche d’armi, caserme, poligoni di tiro, porti ed aeroporti militari.
Gettiamo sabbia nel motore del militarismo!
Scendiamo in piazza il 24 e il 25 febbraio!
Sosteniamo le manifestazioni lanciate dagli antimilitaristi a Niscemi,
Pisa, Livorno, Torino…
Assemblea antimilitarista
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fridagentileschi · 2 years ago
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LE FOIBE: UNO DEI TANTI ORRORI COMUNISTI
Pur condannando l’orrore – e non potrebbe essere altrimenti – di quanto di inumano e inconcepibile avvenne dal 1943 al ’45 nelle martoriate città agli estremi confini della nostra penisola, vorrei porre l’attenzione ancora una volta su alcune delle figure femminili, vittime tra le vittime. E non per preferenza sommaria verso un genere, ma per portare a conoscenza alcune delle innumerevoli storie in cui, per la sola colpa di essere donne, si muore più volte; e per dare loro un volto, uno fra le migliaia, restituendo una piccola parte di quella dignità rubata, saccheggiata, depredata, così come lo furono i loro corpi: carne da macello, scettro di un delirio di onnipotenza maschile, in guerra come in pace.
Norma Cossetto,nella foto, studentessa universitaria istriana, fu torturata, violentata e gettata in una foiba ancora viva. È stata uccisa dai partigiani di Josip Broz, meglio conosciuto come Maresciallo Tito, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943.
Altra triste fine fu quella delle tre sorelle Radecchi: Fosca, Caterina e Albina, tutte gettate nelle foibe dopo aver subito le stesse violenze di Norma e di chissà quante altre donne rimaste senza nome. Un triplice omicidio raccapricciante di tre giovanissime innocenti di 16, 19, 21 anni. Lavoravano in una fabbrica di Pola e furono soggette a trattamenti disumani per giorni. Albina era anche prossima a partorire ma non le fu risparmiata nessuna sevizia. Vennero infoibate ancora vive e forse raggiunte dai vari proiettili che venivano scaricati nelle fosse per assicurarsi della morte delle vittime.
A Rosa Petrovic fu riservato un trattamento speciale aggiuntivo, strappandole gli occhi dalle orbite.
C'e' ancora chi separa il nazismo dal comunismo. Invece sono due facce della stessa medaglia. Ha giovato al nazismo la contrizione del nome, cominciamo a chiamarlo nazionalSOCIALISMO, forse qualcuno si sveglia..che siano stati antagonisti nemmeno vuol dir nulla...anche cattolicesimo e protestantesimo lo sono stati...
Rosso e nero sono due colori forti.. due colori duri..rosso e' il colore del sangue e nero del sangue pesto...l'ideologia e' la stessa: odio contro l'umanita'. Nessuno stupore che ambedue difendano l' islam e lo appoggino visto che li lega l' odio contro le donne e quindi l'odio contro la vita. Pretendiamo che vengano considerati apologia di reato!
In memoria delle vittime.
Glielo dobbiamo.
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444names · 1 year ago
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Names generated from cities/towns in Abruzzo (Italia) and Bulgarian municipalities, excluding the letter "C"
Abbarea Ablamona Abnitsa Abnitsado Abrapi Adratitsil Adzhabla Adzhin Akimezzana Albote Alevskano Alleglisha Alleussa Alvela Anoppi Anovgradzha Aperata Apielo Apizzan Arakovo Arista Arnovo Arshepio Asantelino Asseri Atamedettà Atinarte Atitelano Attorad Avrasa Balatarsi Bandoli Baniteoda Banski Barevi Bariorrod Baroian Barten Batarshtere Battown Belgovillav Belhovarusa Bellak Bellepinei Berril Biofedano Blanikovo Bobalnik Bobare Bobata Bobrovo Bollogna Boloya Bolyurtsa Bomonte Borgio Boriano Borsontefa Bostella Bovelik Bovini Boyanna Boyarod Bozemessa Branli Brogna Bropoli Brumentea Brunithella Bugariatsa Buonts Buroggi Byarreglin...
Dalfone Dalvena Deglino Deirino Delede Delhovski Dellite Delonto Demezha Demezni Detovitonte Detramontav Dimbat Dimonnedino Divistro Diyandin Dobarassa Dobobri Dobran Domignara Dorumya Dovgrazla Dralvo Drassar Driano Dryassono Dulaki Eliano Elineir Ellettà Etogenesi Eufena Eustretsa Falsopano Fanitosag Fanity Fattol Filvel Fiulle Fossena Freggio Fresitena Frianik Furasebar Gabrad Gambiofino Gamirkovo Gampano Gangra Garaksa Gardzhevo Gaspalto Gasteshte Gastrain Gatitsar Gelhovo Gellogna Genevnyamad Geshere Giditrelio Gilita Giorrinovo Giorva Giulla Gizhio Gliyskassa Gomenelli Goparella Gradalfo Guiditovo Gulyano Gurrinano Habbasa Hadzha Harazano Hiontitsa Ihtortini Imayre Imerelo Imossano Indino Inerat Istarni Istelo Ivitsauro Kalnik Kalsori Karazzoli Karino Karivitli Karroya Kasaurino Kaspioferad Kavita Kirkola Kovalle Kovtsarvets Kovtsi Kozemvre Krediansi Krella Kriligop Krishtes Krutrainede Kruzhav Kubelo Kuklena Kyushtitto Lakaste Leglino Lenerin Lenezzo Linezzo Livara Liyalmo Loznitto Lukovo Lutigopoli Lyahovo Lyamovino Lyubellano Magarnitosa Magodomane Magyusali Maleutinol Manargorale Manovgra Manovo Mantegile Manterga Maranio Mardzha Mardzhevel Mardzhupa Marmello Marrum Marska Marsoprovo Martori Mastraletsa Menovo Mernovo Mervan Migliglia Mignano Minovo Mithino Mitovo Mondarna Mondomona Montea Montelen Monten Montena Montitevna Montria Moriva Morontefano Mortsen Moslivnita Mozlan Muidimeri Nelelisser Nelloznio Nesimezzo Nikovo Nisala Ofonets Omarmetsa Opogradne Oppenano Oppiagaloya Oradola Ordino Orispennelo Ornita Orrevsko Ortimedel Pagabbarmi Palferad Paliko Panevgrano Pantagra Parano Pazgraty Pazhala Pelamberro Pelianopia Peliono Pelipagli Pellar Pellev Penedi Penedino Penelio Peratiglik Peretto Pergiovo Peritsa Perkov Pernaltovo Perovo Perrazhieta Peshevo Peshtefemi Pesigovo Pessilvorad Pestellevo Petoritsa Petsalfo Pezdri Peznisano Piella Pietorano Pinovo Pirian Pitsal Pletigna Pognantro Polago Polapeto Polena Polito Popalio Popantino Popolano Povarvarad Pranovo Prasar Preati Prekleuteri Pretramezhi Pretro Prezoliya Prezovo Prietorel Prinova Prodol Prudano Quarano Quarovgra Radanovo Ralano Ratigna Ratolin Rodello Rogretsa Rogroya Roiangro Roiano Ronezzoline Roshtegna Rostranla Rovareloya Rovitroia Royano Royantsi Rumervo Rusadryano Rusherna Rutrih Ruzzarsolik Sakovo Saurlo Selliano Sentin Senzan Sepadzha Serniken Sernith Sertuna Servalete Shteli Sianovita Signio Sillodullo Sinovo Sitets Slafiano Slavillo Sliglik Sligna Smontrata Smyalan Sogele Solano Sontargod Sopelia Sopopazhar Sorolla Sozeme Spelindona Spolli Spoppestro Sreattone Stelletsano Steodolish Subellone Suhianovo Suhiorasano Suhitsa Sulantino Sullovo Sulmiano Sulmirpalo Svitsa Tamorsop Tavestri Tazgradol Tefiuli Televtsak Telivi Tenikento Tervena Thebrad Theriagena Thevnya Thitano Tofosa Togramarat Toliyanorod Torani Torralbelli Torranik Tovgrego Tovilapieto Townsontele Trambar Tratina Trazatyana Treligna Trevli Trezzolav Trovillogen Tsanith Tsenni Tsilato Tufori Tunitsi Turrad Tutrano Tvarno Ugnadollo Ugnalvo Valfara Valvaloyana Vansadonna Vansiano Velingueno Vellukovo Ventri Vetaviltsa Vetretsano Vetsido Vettovo Vibrush Vidolskita Vilinits Vitetral Vitsalvare Vrinero Witanzan Yahovelli Yakovo Yanarpada Yavenapagli Zanlitsat Zemigna Zemithielio Zemvrad Zlavnya
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ispeakofficial · 1 year ago
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VIOLENTA ÎMPOTRIVA FEMEILOR
CE POTI FACE DACA ESTI AGRESATA:
În situații de criză, dacă viața ta sau a copiiilor tăi este amenințată, sună de urgență la 112!
Un echipaj de poliție se va deplasa la fața locului și, dacă este cazul, o ambulanță. În funcție
de gravitatea cazului, polițistul poate da imediat un ordin de protecție provizoriu, care îl poate evacua pe agresor și îi poate impune să păstreze o distanță minimă față de victimă și de copiii acesteia.
OBTINEREA CERTIFICATULUI MEDICO-LEGAL DE LA UNITĂȚILEDE MEDICINĂ LEGALA.
Numai după consultația la spital, dacă este cazul, victima poate merge la un laborator de medicină legală pentru obținerea certificatului medico-legal care va demonstra numărul de
zile de îngrijiri medicale necesare și poate reprezenta o probă în instanță, dacă victima va
dori să se prezinte în fața unui judecător pentru obținerea unui ordin de protecție.
ÎNREGISTREAZĂ O PLANGERE PENALA PA POLIȚIE
După ce ai obținut certificatul medico-legal este bine să înregistrezi o plângere penală la
poliție împotriva persoanei care te-a agresat în care să povestești cu cât mai multe detalii ce s-a întâmplat și să numești martori, dacă este cazul. Poliția trebuie să îți dea un număr de înregistrare a plângerii penale. Această plângere poate reprezenta o probă în instanță dacă vei dori să obții un ordin de protecție.
CERE UN ORDIN DE PROTECȚIE
Dacă cineva din familia ta este violent cu tine sau te amenință pe tine sau pe copiii tăi, poți cere un ordin de protecție!
Este nevoie să completezi o cerere tip, care se depune la Judecătoria de care aparții. Cererea poate fi introdusă personal sau, dacă ești de acord, de către o persoană de la serviciile
sociale care se ocupă cu violența în familie, de un procuror sau de un polițist. Pentru obținerea unui ordin de protecție, este bine să ai (dar nu e obligatoriu) un certificat
medico-legal (eliberat de unitatea de medicină legală), plângere penală înregistrată la poliție
și martori care să spună în fața instanței ce s-a întâlmplat.
Numărul unic naţional de urgenţă pentru victimele violenței domestice:
0800 500 333.
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marius-2364 · 5 days ago
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