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#marta zoe poretti
gianlucacrugnola · 3 months
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Franco Zanetti e Marta Zoe Poretti - Premio Corona D'Oro
Sabato 6 luglio dalle ore 18.00 presso la Sala Estense di Ferrara il Sindaco Alan Fabbri consegnerà le targhe per la 1^ edizione del “Premio Corona D’Oro” e per la 2^ edizione del “Film Videoclip Award”. Le premiazioni saranno anticipate dalle semifinali del contest “A Voice for Europe – Italia”. Tutti coloro che saranno premiati sabato 6 luglio riceveranno un’opera dall’artista M° Giuliano…
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tlmmagazine · 6 years
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#PapaFrancesco #UomodiParola: la recensione del film di #WimWenders (in sala dal 4 al 7 #Ottobre con #Universal Pictures) di Marta Zoe Poretti La recensione in anteprima: www.fabriqueducinema.com/cinema/recensioni/papa-francesco-uomo-di-parola-il-messaggio-di-speranza-di-wim-wenders/
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tlmmagazine · 7 years
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#MyFrenchFilmFestival. La #recensione di UN MATRIMONIO di Stephan Streker
UN MATRIMONIO (NOCES) di Stephan Streker
La recensione del film in concorso per My French Film Festival
di Marta Zoe Poretti
Dal 19 Gennaio al 19 Febbraio 2018 torna per la sua ottava edizione MY FRENCH FILM FESTIVAL: un festival dal concept inedito, che si svolge solo ed esclusivamente on-line, creato per valorizzare e promuovere nel mondo il cinema francese di produzione indipendente. A…
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tlmmagazine · 7 years
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#DavidLynch alla Festa del Cinema di Roma. Storia di una breve domanda. #mzp
#DavidLynch alla Festa del Cinema di Roma. Storia di una breve domanda. #mzp
“Ogni puntata della terza stagione di Twin Peaks termina con una performance musicale. Oltre a David Bowie e Angelo Badalamenti, ci sono altri musicisti di riferimento per il tuo cinema, che vorresti nei tuoi prossimi progetti?”
Questa (in inglese e con troppa emozione) è la domanda che ho rivolto a David Lynch alla Festa del Cinema di Roma.
DAVID LYNCH:  “Chrysta Bellè una cantante. La cosa…
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tlmmagazine · 6 years
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di Marta Zoe Poretti
Con Sabato 19 Maggio si chiude anche l’edizione numero 71 del Festival di Cannes. Splendida Presidente della giuria Cate Blanchett, che ha impresso un significativo tocco #metoo non solo alla cerimonia di premiazione, ma all’intera kermesse.
La giuria (tra cui le attrici Kristen Stewart e Léa Seydoux, i registi Denis Villeneuve e Ava DuVernay ed il divo cinese Chang Chen) ha premiato entrambi i film italiani selezionati in concorso: Dogman di Matteo Garrone e Lazzaro felice di Alice Rohrwacher.
“Da piccolo quando ero a casa mia e pioveva sopra le lamiere chiudevo gli occhi e mi sembrava di sentire gli applausi. Invece adesso li riapro e quegli applausi siete voi, e sento che c’è un calore che è come una famiglia. Mi sento a casa e mi sento a mio agio qui con voi. La mia famiglia è il cinema e siete voi. E Cannes… Questa sabbia di Cannes, penso che ogni granello è importante. Ringrazio tutti: Rai Cinema, Cannes e tutti gli organizzatori, e Matteo che si è fidato… Ha avuto il coraggio, non so neanche io come.”
In queste parole tutta l’emozione di Marcello Fonte, mentre riceve la Palma d’oro per il Miglior Attore da Roberto Benigni. Ancora una volta, Matteo Garrone ha scelto un attore che ha vissuto una vita ai margini dello spettacolo per rappresentare la tragedia contemporanea di un uomo costretto ai margini della società. Il risultato è la variazione iperrealista della teoria del “pedinamento” di Cesare Zavattini: l’autenticità di Marcello Fonte nella parte del Canaro è deflagrante, come la desolazione di un “buono” tanto vessato e solo che diventa protagonista di un assassinio leggendario.
Palma d’oro per la Migliore Sceneggiatura ad Alice Rohrwacher che ringrazia “questa incredibile giuria e questa incredibile presidentessa per aver preso sul serio una sceneggiatura così bislacca”.
La favola rurale di Lazzaro Felice vince il premio ex-aequo con l’iraniano Jafar Panahi per Three Faces.
E’ italiano anche il premio per il Miglior Documentario: La strada dei Samouni di Stefano Savona (presentato alla Quinzaine des Réalisateurs).
La Palma d’oro va al giapponese Shoplifters di Hirokazu Kore-eda (autore di Farther and Sons e Ritratto di famiglia con tempesta, che torna con un nuovo dramma familiare, specchio della crudeltà delle disuguaglianze sociali).
Ecco tutti i premi principali assegnati a Cannes 2018:
PALMA D’ORO PER IL MIGLIOR FILM
SHOPLIFTERS di Kore-Eda Hirokazu
GRAN PREMIO
BLACKKKLANSMAN di Spike Lee
PREMIO DELLA GIURIA
CAPHARNAÜM (CAPERNAUM) di Nadine Labaki
PREMIO ALLA REGIA
PAWEL PAWLIKOWSKI per Cold War
PALMA D’ORO SPECIALE
LE LIVRE D’IMAGE di Jean-Luc Godard
PREMIO PER LA MIGLIORE ATTRICE
SAMAL YESLYAMOVA per Ayka
PREMIO PER IL MIGLIOR ATTORE
MARCELLO FONTE per Dogman
CAMERA D’OR PER LA MIGLIORE OPERA PRIMA
GIRL di Lukas Dhont
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La cerimonia di premiazione non è stata solo emozione e amore per il cinema. Asia Argento, prima di assegnare il premio alla Migliore Attrice, è tornata a denunciare con parole esplicite le violenze subite da Harvey Weinstein. Un atto di accusa che non si limita al passato, ma afferma con forza la fine della coltre di tolleranza e silenzio che nel mondo dello spettacolo ha sempre nascosto gli abusi sulle donne:
“Nel 1997 sono stata stuprata da Harvey Weinstein qui a Cannes.  Avevo 21 anni. Questo festival era il suo territorio di caccia. Voglio fare una previsione: Harvey Weinstein qui non sarà mai più benvenuto. Vivrà in disgrazia, escluso dalla comunità che un tempo lo accoglieva e nascondeva i suoi crimini. Perfino stasera, seduti tra di voi, ci sono quelli che devono ancora rispondere per i loro comportamenti contro le donne. Comportamenti che non appartengono a questa industria, che sono inaccettabili e indegni di questa industria, o qualunque altro posto di lavoro. Voi sapete chi siete. Ma soprattutto noi sappiamo chi siete. E non vi permetteremo più di farla franca.”
Cala così il sipario su Cannes 2018, un’edizione che di certo non è stata avara di emozioni.
In chiusura, un irresistibile John Travolta ha presentato l’edizione restaurata di Grease: un grande evento al Cinéma de la Page per celebrare i quarant’anni del Musical che è ormai un cult senza tempo.
E non dimentichiamo il ritorno in grande stile di Lars Von Trier. Dichiarato “persona non gradita” nel 2011 dopo le famigerate affermazioni sull’umanità di Hitler, il regista danese torna a quello che è stato il suo Festival di riferimento fin dagli esordi con L’elemento del crimine (1984). Per il figliol prodigo, non poteva che essere un ritorno esplosivo: all’anteprima dell’Horror di impianto filosoficoThe House that Jack built (con Matt Dillon, Uma Thurman e Bruno Ganz) un centinaio di giornalisti abbandona la sala, mentre la notizia di sequenze pantagrueliche, mutilazioni di donne e bambini riempie le prime pagine di tutto il mondo. Naturalmente, Von Trier resta il Re della benzina sul fuoco: “Non ho mai ucciso nessuno, ma se l’avessi fatto, sarebbe stato un giornalista” – ha dichiarato al quotidiano Le Figaro.
Last but not least: la chiusura del Festival di Cannes è tutta per Terry Gilliam e il suo The Man who killed Don Quixote (L’uomo che uccise Don Chisciotte). L’adattamento del classico di Cervantes, Don Chisciotte de La Mancha, arriva dopo 25 anni di vicissitudini rocambolesche e difficoltà produttive oltre i limiti del surreale. Solo Martedì 8 Maggio Gilliam ha vinto la sua personale battaglia contro i mulini a vento, insieme alla causa intentata dal produttore Paul Blanco di Alafama Films. Superato brillantemente perfino un malore e un ictus, il regista britannico ha accolto con il pubblico con la sua proverbiale ironia: la maledizione del Chisciotte è vinta, ed uno dei film più sognati e sofferti della Storia del Cinema è davvero realtà.
dogman marcello fonte
lazzaro felice
shoplifters palma d’oro
von trier the house that jack built
gilliam don quixote
#thelovingmemory
  #Cannes2018 : Tutti i premi e gli highlight del Festival di Cannes di Marta Zoe Poretti Con Sabato 19 Maggio si chiude anche l’edizione numero 71 del Festival di Cannes.
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tlmmagazine · 6 years
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di Marta Zoe Poretti
green book
a star is born
blackklansman
Christian Bale (left) stars as Dick Cheney and Amy Adams (right) stars as Lynne Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release. Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures 2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.
Yalitza Aparicio as Cleo, Marco Graf as Pepe, and Daniela Demesa as Sofi in Roma, written and directed by Alfonso Cuarón. Image by Alfonso Cuarón.

#22Gennaio #Oscar2019 Annunciate tutte le nomination all’edizione numero 91 degli #Oscar. Anche quest’anno, nessuna grande sorpresa: le candidature riflettono sostanzialmente i premi già assegnati dalla giuria dei #GoldenGlobes. Guadagna terreno il cinecomic #BlackPanther, ma #LaFavorita di #YorgosLanthimos, #Roma di #AlfonsoCuaron e #AStarIsBorn di #BradleyCooper, tutti presentati in anteprima mondiale a #Venezia75, restano i titoli di punta, pronti a contendersi i premi principali con #GreenBook di #PeterFarrelly e #Vice di #AdaMcKay. Ottimo risultato anche per #BohemianRhapsody: il primo biopic su Freddie Mercury, interpretato da #RamiMalek, sembra aver davvero conquistato tutti. Ma ecco tutte le candidature alla notte degli Oscar: in programma per il prossimo 24 Febbraio a Los Angeles.
MIGLIOR FILM
VICE – L’UOMO NELL’OMBRA
La FAVORITA
BOHEMIAN RHAPSODY
BLACK PANTHER
BLACKKLANSMAN
ROMA
GREEN BOOK
A STAR IS BORN
MIGLIOR REGIA
Alfonso Cuarón per Roma. Yorgos Lanthimos per La favorita. Spike Lee per BlacKkKlansman. Adam McKay per Vice – L’uomo nell’ombra. Paweł Pawlikowski per Cold War
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Lady Gaga per A Star Is Born. Olivia Colman per  La favorita. Yalitza Aparicio per Roma. Glenn Close per The Wife. Melissa McCarthy per Can You Ever Forgive Me?
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA 
Christian Bale per Vice. Rami Malek per Bohemian Rhapsody. Viggo Mortensen per Green Book. Willem Dafoe per Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità. Bradley Cooper per A Star Is Born.
MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE 
Gli Incredibili 2. L’isola dei Cani. Ralph Spacca Internet. Spider-Man: Into the Spider-Verse. Mirai
MIGLIOR FILM STRANIERO
Germania, Never Look Away (Opera senza autore). Giappone, Shoplifters. Libano, Capernaum. Messico, Roma. Polonia, Cold War.
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA 
Amy Adams, Vice. Rachel Weisz, La favorita. Emma Stone, La favorita. Regina King, Se la strada potesse parlare. Marina de Tavira, Roma.
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA 
Mahershala Ali, Green Book. Adam Driver, BlacKkKlansman. Richard E. Grant, Can You Ever Forgive Me?. Sam Elliott, A Star Is Born. Sam Rockwell, Vice
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Joel e Ethan Coen, La ballata di Buster Scruggs. Spike Lee, BlacKkKlansman. Nicole Holofcener e Jeff Witty, Can you ever forgive me?. Barry Jenkins, Se la strada potesse parlare. Eric Roth, Bradley Cooper, Will Fetters, A Star is born
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Deborah Davis e Tony McNamara per La Favorita. Paul Schrader per First Reformed. Adam McKay per Vice. Alfonso Cuaron per Roma. Nick Vallelonga, Brian Currie e Peter Farrelly per Green Book.
MIGLIOR FOTOGRAFIA 
Cold War La favorita Never look away Roma A Star is Born
MIGLIOR MONTAGGIO
BlacKkKlansman Bohemian Rhapsody Green Book La favorita Vice
MIGLIOR COLONNA SONORA 
Black Panther BlacKkKlansman Se la strada potesse parlare L’isola dei cani Il ritorno di Mary Poppins
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
“All The Stars”, Black Panther “I’ll Fight”, RBG “Shallow”, A Star is Born “The Place Where Lost Things Go”, Il ritorno di Mary Poppins “When A Cowboy Trades His Spurs For Wings”, La ballata di Buster Scruggs
MIGLIORI COSTUMI
La ballata di Buster Scruggs Black Panther La Favorita Il ritorno di Mary Poppins Maria Regina di Scozia
MIGLIORE SCENENOGRAFIA 
Black Panther La favorita First Man Il ritorno di Mary Poppins Roma
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI
Avengers: Infinity War Cristopher Robin First Man Ready Player One Solo: A Star Wars Story
MIGLIOR DOCUMENTARIO
Free Solo di Elizabeth Chai Vasarhelyi, Jimmy Chin, Evan Hayes and Shannon Dill Hale County this morning, this evening di RaMell Ross, Joslyn Barnes and Su Kim Minding the gap di Bing Liu and Diane Quon Of fathers and sons di Talal Derki, Ansgar Frerich, Eva Kemme and Tobias N. Siebert RBG di Betsy West, Julie Cohen
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Per tutti gli aggiornamenti sugli Oscar, restate in ascolto #staytuned #thelovingmemory : #itsalltrue
#Oscar2019 : #Roma, #LaFavorita, #Vice e tutti gli altri candidati alla notte degli #Oscar di Marta Zoe Poretti #22Gennaio #Oscar2019 Annunciate tutte le nomination all'edizione numero 91 degli #Oscar. Anche quest'anno, nessuna grande sorpresa: le candidature riflettono sostanzialmente i premi già assegnati dalla giuria dei #GoldenGlobes.
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tlmmagazine · 7 years
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Finalmente la data fatidica: dal 29 Dicembre torna in esclusiva su Netflix BLACK MIRROR.
La quarta stagione della serie dedicata ai peggiori incubi dal futuro (e insieme i recessi più bui del presente) è pronta ad allietarci con 6 nuove puntate.
Ecco i primi Trailer (in lingua italiana) dei nuovi attesissimi episodi:
Oltre ai titoli, Netflix ha comunicato ufficialmente anche gli autori della quarta stagione: tra i registi anche Jodie Foster (episodio: Arkangel), attrice premio Oscar che non ha forse bisogno di presentazioni, ma certo ha dimostrato negli ultimi anni un’impronta autoriale degna di nota, oltre a una specifica inclinazione per la serialità (sua la regia anche di un episodio di House of Cards e due di Orange is the new black).
Tra gli altri autori, anche Tim Van Patten: un autentico veterano, già regista per Game of Thrones, The Wire, Sex and the city, nonché autore di una ventina di episodi di Boardwalk Empire e altrettanti de I soprano, storica produzione HBO (che ha cambiato in modo irreversibile la percezione del confine tra cinema e serie tv).
Per Black Mirror Tim Van Patten ha firmato l’episodio Hang the DJ: dedicato a una miracolosa dating-app (il cui algoritmo promette d’individuare l’anima gemella), sarebbe la puntata a più alto tasso di erotismo.
In base ai rumors, ogni singola puntata della nuova stagione di Black Mirror si presenta oltremodo promettente. Notevole anche la sinossi di USS Callister: sottile parodia dell’intramontabile Star Trek.
  Nel 2017 la terza stagione di Black Mirror ha ricevuto ogni sorta di premio, tra cui 2 Emmy Awards solo per l’episodio San Junipero.
Come se non bastasse, la serie ideata da Charlie Brooker troverà presto una ulteriore rilettura: quella di una serie di romanzi, impressi nella più classica carta stampata.
Intanto, per ingannare l’attesa della quarta stagione, vi lasciamo con le illustrazioni targate Butcher Billy (per la collezione completa: www.pinterest.com)
  Marta Zoe Poretti
#MZP ❤ #BlackMirror
#BlackMirror: dal #29Dicembre su #Netflix la quarta stagione Finalmente la data fatidica: dal 29 Dicembre torna in esclusiva su Netflix BLACK MIRROR. La quarta stagione della serie dedicata ai peggiori incubi dal futuro (e insieme i recessi più bui del presente) è pronta ad allietarci con 6 nuove puntate.
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tlmmagazine · 6 years
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#LaFavorita di #YorgosLanthimos: recensione di una regale farsa grotesque
#LaFavorita di #YorgosLanthimos: recensione di una regale farsa grotesque
di Marta Zoe Poretti
Gran Premio della Giuria a #Venezia75, Coppa Volpi e #Golden Globe a Olivia Colman come Migliore Attrice: #LaFavorita di Yorgos Lanthimos continua a collezionare premi, e procede ora agli #Oscar2019 con 10 nomination e passo marziale.
Su La Scimmia Pensa.com la mia recensione di questa regale farsa grotesque: un’irresistibile parabola pre-illumista su femminilità e potere
htt…
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tlmmagazine · 6 years
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#Natale2018 : La Cine-List delle vacanze secondo #TheLovingMemory (Vol. 1)
#Natale2018 : La Cine-List delle vacanze secondo #TheLovingMemory (Vol. 1)
di Marta Zoe Poretti
CINE-LIST NATALE 2018 : VOLUME 1
La nostra prima Cine-List di Natale è dedicata a una speciale tipologia di super-umani. Uomini e donne pronti a superare il terzo girone di antipasti, primi secondi e contorni, puntando dritti alla meta. Costoro supereranno ogni sorta di pranzi, cene, tavolate e raduni, arrivando sempre svegli, attenti e reattivi al cinema di preferenza.
A…
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tlmmagazine · 6 years
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di Marta Zoe Poretti
La recensione di Bohemian Rhapsody – Il Film * La Scimmia Pensa.com : https://bit.ly/2SKDL1w
Curiosità e insight sul film con Rami Malek, Freddie Mercury e la sua vita con la band dei Queen: https://bit.ly/2QiO7nD
>>>> PhotoGallery da un amore di lungo corso per Queen e Mr. Mercury:
Lover Of Life, Singer of Songs. *
for Ideas – 1011moustache – Freddie Mercury of the rock band QUEEN, circa 1980. CREDIT: Neal Preston/1980 (from the morgue) Library Tag 05102006 Living/Arts Library Tag 09042008 Sidekick Calendar Edition
  *= tutte le immagini da Pinterest Italia
#BohemianRhapsody week @ #TheLovingMemory : Photo-gallery di Marta Zoe Poretti La recensione di Bohemian Rhapsody - Il Film * La Scimmia Pensa.com…
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tlmmagazine · 6 years
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#Soldado : l'intervista a #Sollima (#Mzp per #FabriqueduCinema)
#Soldado : l'intervista a #Sollima (#MartaZoePoretti per #FabriqueduCinema)
di Marta Zoe Poretti
Soldado – Il Film di Stefano Sollima arriva in Italia il #18Ottobre.
In USA #Soldado ha esordito al terzo posto in box office, con 19 milioni d’incasso solo la prima settimana. Ieri abbiamo incontrato #Sollima (il regista di #Acab, #Suburra e#GomorraLaSerie). Questo è il racconto di un’esperienza hollywoodiana, due antieroi e una frontiera, per un film che non conosce…
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tlmmagazine · 6 years
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#HoldTheDark : la recensione della novità #Netflix #Original
#HoldTheDark : la recensione della novità #Netflix #Original
di Marta Zoe Poretti
La recensione per La Scimmia Pensa.com
https://www.lascimmiapensa.com/2018/10/03/hold-the-dark-recensione/
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tlmmagazine · 6 years
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#Venezia75 : Riflessioni a margine (dal caso #TheNightingale a #Netflix)
#Venezia75 : Riflessioni a margine (dal caso #TheNightingale a #Netflix)
di Marta Zoe Poretti
Con la notte di sabato 8 Settembre, dopo 11 intense giornate, si chiude l’edizione numero 75 della Mostra del Cinema di Venezia.
La premiazione non riserva grandissime sorprese: ha vinto il favorito, Roma di Alfonso Cuaròn, ma anche La favorita (The Favourite): l’ultimo lavoro di Yorgos Lanthimos. Il primo film in costume del cineasta greco, considerato a pieno titolo tra…
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tlmmagazine · 6 years
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#Venezia75 : #Suspiria di Luca Guadagnino. La recensione in anteprima di Marta Zoe Poretti Sullo sfondo di un cielo in tempesta, Luca Guadagnino, Thom Yorke, Tilda Swinton e Dakota Johnson sbarcano il primo Settembre alla 75.
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tlmmagazine · 6 years
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di Marta Zoe Poretti
la recensione è pubblicata anche sul sito http://www.lindiependente.it
“Quando realizzi un film ambientato in un’altra epoca, è sempre interessante vedere come si relaziona con i nostri tempi – e ti rendi conto di quante poche cose siano cambiate, a parte gli abiti e il fatto che oggi abbiamo l’energia elettrica o internet. Sono tantissime le analogie a livello di comportamenti, società e potere.” – Yorgos Lanthimos
Dopo il futuro distopico di The Lobster, l’asettico presente de Il Sacrificio del Cervo Sacro (qui la nostra recensione), Yorgos Lanthimos procede a un salto indietro nel tempo, per condurci all’alba del ‘700, alla corte della Regina Anna di Gran Bretagna. Così il regista greco, considerato a pieno titolo tra gli autori più innovativi del panorama contemporaneo,  presenta in concorso alla 75. Mostra del Cinema di Venezia La Favorita (The Favourite): una parabola sul potere, la condizione femminile e la crudeltà insita nella natura umana.
Storia, linea surrealista e deformazione grottesca si incontrano al crocevia di un triangolo amoroso: quello tra Anna Stuart (regina stanca e malatissima, devastata nel corpo e nell’animo da un coacervo di malattie e 17 gravidanze fallite), la sua amica d’infanzia, consigliera e amante Sarah Churchill Duchessa di Malborough, e una sua lontana cugina, Abigail Masham (giovane Lady decaduta, perduta a carte da suo padre, giunta a corte dopo orribili peripezie).
Abigail (Emma Stone) ha i grandi occhi della disgrazia e della virtù: un vantaggio non indifferente, considerata la sua determinazione a scalare velocemente la piramide sociale, da sguattera a favorita di corte. Al contrario, la Duchessa di Malborough (Rachel Weisz) è celebre per il suo carattere aperto, onesto e diretto (magari vagamente brutale). Al centro, la Regina (Olivia Colman): un grosso corpo, tormentato dalla gotta e disperatamente in cerca d’amore. Il suo breve regno resta poco più di una nota ai margini della Storia, segnando la fine della dinastia Stuart. Ora, Yorgos Lanthimos ha scelto questo strano “scenario pre-illuminista” per mettere in scena il suo primo film in costume: un tripudio di balli di gruppo, giganti parrucche e anatre portate al guinzaglio.
Lanthimos con La Favorita allestisce il suo personale Teatro della crudeltà, moltiplica e dissolve riferimenti e citazioni (Da Barry Lindon di Stanley Kubrick a Il re muore di Eugene Ionesco), mentre il triangolo d’amorosi sensi si fa sempre più perverso, si intreccia con lo scontro politico di Whigs e Tories. Il parlamento, come la corte, si fanno così spettacolo dell’assurdo. Un palcoscenico con tre splendide protagoniste, impegnate a scambiarsi incessantemente il ruolo di vittima e di carnefice.
Questa insolita, splendida partita di scacchi, per certi versi è estenuante. Soprattutto nella seconda parte, La Favorita si rivela infatti un’opera debordante, dall’intelligenza sottile, ma gravata da qualche lentezza (da imputarsi più alla sceneggiatura che non alle superbe soluzioni visive di Yorgos Lanthimos).
Se The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro erano impeccabili macchine a orologeria, quasi stranianti nella perfezione della forma, questo è un film stranamente più umano, destinato a scatenare reazioni contrastanti e dividere il pubblico (compresi grandi estimatori del regista).
Il cinema di Yorgos Lanthimos è uno strano animale, che domanda attenzione, stupore e disagio.
In un panorama di emozioni rapide, La Favorita è un film da meditare, che si rivela nel tempo, nelle sensazioni sottotraccia. E per questo, non possiamo che amarlo.
#thelovingmemory
#Venezia75 : #LaFavorita di Yorgos Lanthimos. La recensione in anteprima di Marta Zoe Poretti la recensione è pubblicata anche sul sito www.lindiependente.it “Quando realizzi un film ambientato in un’altra epoca, è sempre interessante vedere come si relaziona con i nostri tempi – e ti rendi conto di quante poche cose siano cambiate, a parte gli abiti e il fatto che oggi abbiamo l’energia elettrica o internet.
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tlmmagazine · 6 years
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di Marta Zoe Poretti
Il 2018 è anche il quarantesimo anniversario del ’68: al polo opposto della celebrazione, arriva in sala The End of Justice – Nessuno è innocente, secondo lungometraggio da regista di Dan Gilroy (già autore dell’ottimo The Nightcrawler – Lo sciacallo, 2014). Per il legal-drama che è valso a Denzel Washington l’ottava candidatura all’Oscar come Miglior Attore, il volto storico di Malcolm X diventa interprete di una parabola amara (per non dire drammatica) sul crepuscolo di ogni ideale. Roman J. Israel, protagonista assoluto di The End of Justice, è infatti un ex militante delle Black Panthers, che ha dedicato la sua intera esistenza alla battaglia per i diritti civili, solo per trovare che ormai non ha più un posto nel mondo.
Ispirato a Il verdetto (1982) di Sidney Lumet, anche The End of Justice è un dramma che non ricostruisce un procedimento giudiziario, ma cerca l’essenza e l’anima dell’avvocato protagonista.
Roman J. Israel (Denzel Washington) ha vissuto per decenni nell’ombra del suo socio: lo studio si è sempre schierato al fianco delle minoranze etniche, offrendo assistenza legale pro-bono a minorenni, piccoli criminali e chiunque viva ai margini della società. Ruolo di Roman, forte di una conoscenza quasi prodigiosa dei codici di legge, era predisporre la linea di difesa, senza mai avvicinarsi concretamente né ai clienti né alle aule di tribunale. Ma quando il suo storico socio ha un malore, nel giro di pochi giorni la vita di Roman torna a scontrarsi violentemente con la realtà.
Senza lavoro, senza il suo unico amico, Roman dovrà accettare l’offerta George Pierce (Colin Farrell): avvocato ben più spregiudicato e dedito al profitto. Non va meglio quando il vecchio Roman J. Israel cerca di riavvicinarsi alla protesta sociale: nonostante la stima di Maya (Carmen Ejogo), i giovani afro-americani e il loro linguaggio sembrano ormai alieni, con cui Roman non è minimamente in grado di entrare in contatto.
the end of justice
denzel washington colin farrell
the end of justice
the end of justice
denzel washington colin farrell
the end of justice
The End of Justice – Nessuno è innocente diventa così la triste storia di un riscatto mancato. Denzel Washington, nel ruolo di Roman J. Israel è quasi irriconoscibile: goffo, appesantito, irrimediabilmente buffo nelle sue mise démodé. Peccato che il film si riveli presto debole: privo di una trama davvero convincente, questa volta Dan Gilroy lascia tutto il peso del film sulle spalle del protagonista Denzel Washington. E benché si tratti di un gigante, non basta a salvare una sceneggiatura superficiale (e una grande occasione mancata).
Restano una splendida colonna sonora Jazz, una Los Angeles luminosa e indifferente, l’ipad e i grossi occhiali di Roman/Denzel Washington, per un film che sembra dedicato solo ai fan più irriducibili del protagonista di Malcolm X (1992), Philadelphia (1993),Training Day (2001) e una incredibile serie di storie, capaci di conservare una forte valenza sociale anche nel contesto del cinema più commerciale.
  #TheEndofJustice è in sala da Giovedì 31 Maggio con #WarnerBros
#thelovingmemory
THE END OF JUSTICE – Nessuno è innocente. La recensione del film con Denzel Washington di Marta Zoe Poretti Il 2018 è anche il quarantesimo anniversario del ’68: al polo opposto della celebrazione, arriva in sala The End of Justice - Nessuno è innocente, secondo lungometraggio da regista di Dan Gilroy (già autore dell’ottimo The Nightcrawler - Lo sciacallo, 2014).
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