#lui il più innocente di tutti
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omarfor-orchestra · 2 years ago
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Ma Manuel che è entrato a metà festa già mezzo andato si è ubriacato è uscito ha spaccato mezzo mondo fuori dalla scuola e poi [Beep dell'elettrocardiografo]. Esattamente che c'entra con tutto questo
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raccontidialiantis · 2 months ago
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La passione della vedova
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Ha perso il marito da un anno: per uno stupidissimo incidente stradale. La rispettano tutti e tutti l'hanno aiutata a rimettersi in carreggiata. Le hanno trovato un bel lavoro nell'azienda di famiglia e s’è rimessa in discussione. Professionalmente non ha voluto sconti e quindi con le unghie e con i denti s’è ritagliata un suo spazio di utile contributo. Oggettivamente è molto brava; nei reparti la sentono, la coinvolgono. Però tutti la trattano sempre come una preziosa e fragile porcellana; cioè con delicatezza e rispetto. In azienda amavano quell’uomo. I beni di famiglia poi hanno aiutato. Tutti si sono prodigati; i suoceri non mancano di prendersi cura dei suoi figli e lei per questo li ama e li ringrazia.
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Un quadretto familiare e privato tutto sommato sereno. Ma le manca il meglio: le urge. Sta impazzendo dentro perché è preda di una follia tutto sommato innocente, ma esternamente ben dissimulata: vuole assolutamente un uomo dentro di lei. Basta delicatezze e guanti bianchi. Vuole carne e sangue, sudore e odore d’amore in un letto. Lenzuola sdrucite e impregnate dei prodotti dell'amore, sporche dei desideri osceni di due amanti sfiniti ma finalmente soddisfatti. Trucco sfatto, che le cola dagli occhi. Animo e sensi felici e appagati. La sua fica desidera essere leccata e mangiata. A lungo: in breve, lei vuole soffocare un uomo d'amore. Anela ad avere nel letto qualcuno che la scaldi, che se la coccoli e che se gli gira la prenda in modo un po’ spartano; come faceva lui.
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O magari anche peggio: è pronta, lo desidera da tanto, da troppo. Con suo marito si sentiva al tempo coccolata ma protetta e poi improvvisamente usata, posseduta. Perché lei era una cosa sua, che egli violava e adoperava quando gli pareva e piaceva, questo era ben chiaro, tra loro. E questa oggettiva condizione di sottomessa, ma comunque adorata e viziata, le piaceva. Moltissimo. Si sentiva desiderata: sia come leale compagna che sessualmente. E lei allora non mancava di provocarlo, per farsi saltare addosso. Lui la divorava letteralmente. Preda appetibile. Si: questo lei si sentiva. Stasera c'è una cena tra amici, a bordo piscina; vestiti pochi e assoluta informalità.
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Si parlerà di libri, di sport e vacanze: problemi seri e lavoro possibilmente fuori dalla porta, per favore. Le amiche le hanno anticipato che tra gli invitati ci saranno tre o quattro bocconcini succulenti; tutti ottimi candidati alla carica di stallone, anche per una notte sola. Si, è proprio ora per lei di rispolverare i basics. Perché proprio non ne può più. Basta romanticherie. Vuole solo scendergli l’intimo a sorpresa, prendere in bocca un bell'uccello lungo e duro, lavorarselo di labbra e di gola, inghiottire il suo seme e poi farsi inculare, scopare e gridare. Le manca proprio gridare liberamente per l'orgasmo raggiunto. Ma finalmente stasera forse c'è una possibilità.
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Anela già sentirlo pompare dentro di sé, con l'urgenza di svuotarsi, troppo la vuole sua. Desidera queste cose con tutta l’anima. Vuole solo fare l’amore: quello che fa male al culo e alla fica. E’ forse peccato mortale, per una donna sana? E dopo due chiacchiere e quattro risate di pausa dopo il primo riuscito amplesso - fantastica nuovamente - vuole mettersi di pancia, allargare le natiche davanti a lui e fargli capire chiaramente che brama prenderlo nuovamente ma stavolta nel culo: vuole letteralmente spompare un uomo e stordirlo, affascinarlo almeno per una notte intera, che poi si vedrà se la cosa proseguirà. Saprà drogarlo di sé. Lo sente.
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E il giorno dopo al lavoro, occhiaie ma soddisfatta, vuole sedersi col culo che le faccia ancora male e brama ricevere il suo messaggio: “quando ci vediamo?" Si, si… non ne può più del rispetto e delle maniere gentili di tutti: vuole un uomo. Uno tosto, uno che la maltratti, che la faccia sentire nuovamente una cosa sua, da usare e che la faccia godere, godere, godere. Gli farà tutto ciò che lui vorrà. Stasera succederà, lo sente: è troppo tempo che non scopa e vuole qualcuno che le faccia dimenticare il passato, l'acqua che ormai non macina più. Lei è qui: viva, bellissima, affascinante e con una passera stupenda, calda, profumata, accogliente, ben rasata e… completamente inutilizzata. Ora è entrata in sala; ha visto le possibili prede ma immediatamente ha spostato lo sguardo verso il bordo piscina e ha deciso:
Ladies and Gentlemen, the winner is…
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RDA
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lamargi · 1 month ago
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Prima di tutto, potresti chiudere la porta della camera da letto.
Quella porta socchiusa, anzi nemmeno tanto socchiusa, aperta abbastanza da consentirgli di guardare dentro la camera…e guardare “chi” c’è dentro la camera….
Ma poi, se anche proprio non chiudi la porta, basterebbe evitare di cominciare a spogliarsi proprio quando senti i passi che si avvicinano. Basterebbe spogliarti velocemente, non girare su te stessa. Non indugiare nel sistemare le calze e le giarrettiere. Non mettersi davanti lo specchio e aggiustarsi i seni nel reggiseno, così che dalla soglia della camera si veda benissimo l’immagine riflessa nello specchio.
Insomma, basterebbe evitare di fare tutte queste cose per non essere una madre senza vergogna. E invece lo sei. E sai benissimo che la, appena oltre la porta, con il viso appena accostato alla fessura che hai lasciato, c’è tuo figlio, il fiato che diventa grosso di colpo, il cuore che gli prende a battere accelerato, il cervello che gli dice di allontanarsi, di andare oltre la camera da letto di sua madre, di non guardare dentro, di non restare affascinato vedendo sua madre spogliarsi….ma per il povero ragazzo, nella lotta tra quel che gli dice il cervello e quello che fa il suo cazzo, è il secondo che vince, e tu, madre e donna, lo sai bene.
Sai che il pene gli si sta indurendo dentro i pantaloni. Sai che la mano va a sfiorare la patta. Sai che a quella età a questo punto sente il bisogno assoluto di sfogarsi masturbandosi. È solo a questo punto fa qualche passo indietro e velocemente entra in camera sua, per andarsi a toccare, proiettando nella sua mente le immagini di sua madre che si spoglia, piangendo quasi dalla vergogna per ciò che pensa e per ciò che fa mentre ci pensa.
E tu, sua mamma, resti lì in camera, a guardare il tuo corpo maturo davanti lo specchio, non più giovane, non più filiforme, anzi ben arrotondato, ma evidentemente ancora arrapante per un ragazzo, anche se quel ragazzo è tuo figlio.
E, d’altronde, non ci sono altri maschi per casa. Solo lui. È quello che da un po’ di tempo ti manda a dire la tua figa, che ha voglia. È lui che vive con te, è lui che è bello, giovane, è lui che ami e che desideri. È lui che ha un cazzo tra le gambe, anche se ancora …innocente.
Per questo stasera anziché finire di spogliarti, prendi decisa la strada che dalla tua camera va alla sua. Entrerai in camera sua, da dove hai già da tempo portato via la chiave perché lui non ci si possa chiudere dentro. Sai già che lo troverai con il pene in mano che se lo mena. Ti guarderà stranito e impaurito….e a te toccherà punirlo per tutti quei pensieri sconci che fa…..
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gregor-samsung · 4 months ago
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“ Mettiamo per ipotesi che volessimo ripercorrere la storia di un uomo terribile come Adolf Hitler. La raccontiamo dall’adolescenza alla presa del potere? Dalla presa del potere alla disfatta? Scegliamo solo un episodio significativo? Narriamo tutta la sua vicenda dagli inizi alla morte? Il problema più importante è decidere se il dittatore sarà il protagonista assoluto: sarà «visto» da un altro (o altri) oppure sarà raccontato oggettivamente? Nel primo caso verrà fuori un personaggio «filtrato» attraverso una precisa (e quindi parziale) esperienza; nel secondo egli risulterà così come realmente è stato, nella sua verità storica. Esaminiamo adesso questa seconda eventualità. Al di là della «autenticità» dei fatti che racconteremo, da un punto di vista strettamente narrativo siamo costretti a sciogliere un nodo molto difficile: riusciremo a rappresentare bene un personaggio così «negativo»? O meglio: riusciremo a renderlo in tutta la sua negatività? Nella nostra testa egli è la quintessenza della malvagità e del cinismo, ma poi, passando alla scrittura riusciremo a «restituirlo» così come lo immaginiamo? Sicuramente no, a meno di non renderlo «incredibile», falso, forzato. Non ci riusciremo perché nel momento in cui dobbiamo approfondire il personaggio - anche per cercare le ragioni più o meno oscure della sua violenza - finiamo fatalmente per trovargli una, seppur aberrante, giustificazione. E senza volerlo, faremo di Hitler un eroe, un sublime dannato, grande come un demone dell’apocalisse, una vittima di sé stesso, carismatico com’è carismatico il male.
Penso, ad esempio, al Riccardo III di Shakespeare, allo spietato duca di Gloucester, il quale riesce a salire sul trono d’Inghilterra dopo aver fatto assassinare mezza corte reale. La sete di potere acceca quest’uomo infelice (è nato storpio e claudicante) e quando alla fine il conte di Richmond giungerà a liberare il paese dall’usurpatore, questi, nel momento di morire, acquisterà la sua dimensione tragica ed eroica. Riccardo è un uomo reso cinico dalla natura, un «mostro» suo malgrado. La sua malvagità è in qualche modo legittimata dalla sua infelicità. Come potremmo noi, oggi, senza falsare smaccatamente la storia, trovare la spiegazione delle atrocità naziste nella contorta personalità di Hitler? Ogni tentativo di collegamento tra il carattere del dittatore e gli avvenimenti della storia è destinato al ridicolo.
Uno scrittore (di letteratura, di cinema, di teatro eccetera) non può fare a meno di andare nel fondo dei personaggi, di pescare nelle loro contraddizioni, nella loro essenza segreta. Là dentro si muovono forze creaturali capaci di rendere un uomo libero o schiavo di sé stesso. Ma in tutti e due i casi egli è innocente. Come può uno scrittore lavorare con un personaggio senza un briciolo di luce? Un Hitler tutto nero, insensatamente malvagio, rischia di diventare una caricatura, un burattino, la maschera del cattivo: niente di più schematico. Julien Sorel (protagonista di Il rosso e il nero), personaggio arrivista e assassino, è amato da Stendhal malgrado sia «negativo»: lo scrittore ne descrive con pietas il desiderio frustrato di adeguarsi alla morale della Restaurazione francese. Se volessimo dunque raccontare la malvagità di Hitler, sia come uomo sia come dittatore, senza «salvarlo» in qualche modo, saremmo costretti a farne un ritratto bugiardo. Quindi è meglio trovare un’altra strada, una maniera «trasversale» di raccontare il personaggio. Magari, come avevo accennato, cercando un altro protagonista e lasciare che sia lui a far da intermediario. “
Vincenzo Cerami, Consigli a un giovane scrittore. Narrativa, cinema, teatro, radio, Garzanti, 2002; pp. 28-30.
[1ª edizione: Einaudi, 1996]
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dilebe06 · 1 year ago
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Lighter & Princess
"You don't love someone because they're perfect, you love them in spite of the fact that they're not."
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Mi sono mangiata letteralmente le mani.
Oh...se avessi ascoltato @lisia81 che mi consigliava di vedermi questa serie l'anno scorso, mi sarei evitata l'imbarazzo di cosa dover scrivere nel quiz di fine anno alla domanda "miglior storia d'amore", "miglior bacio" o anche "miglior drama". ma sono quasi convinta che avrei potuto infilare questa serie anche in altre categorie.
Esattamente come per Moving, trovare un difetto in Lighter and Princess (L&P per brevità) è tosta: regia, montaggio, sceneggiatura, ambientazione, dialoghi, ritmo della narrazione, recitazione... ho trovato tutto fantastico.
PS: Ci saranno spoiler.
Partiamo dalla storia: la trama è semplice e non è niente di trascendentale o epico.
Li Xun è un freddo e calcolatore asso della programmazione informatica che è entrato al college come primo agli esami di ammissione all'università nazionale, guadagnandosi l'ammirazione di tutti i suoi compagni di classe. Tuttavia, non è interessato a partecipare alle normali attività universitarie con i suoi compagni e ha i suoi progetti per il futuro. Questa mentalità lo porta in conflitto con molti dei suoi compagni di gruppo poiché spesso rifiuta di collaborare con loro. #asociale Zhu Yun, nel frattempo, è una giovane donna amichevole e innocente che ha appena iniziato la sua vita universitaria dopo aver fatto tutto ciò che i suoi genitori e la società si aspettavano da lei. Quando incontra Li Xun, si sente in conflitto. Si preoccupa che lui sia un possibile piantagrane, ma si sente comunque in qualche modo attratta da lui. Anche se all'inizio sembrano scontrarsi, iniziano ad apprezzare il tempo trascorso insieme. Ma quando un incidente cambia le loro vite e minaccia di separarli – proprio mentre la storia d’amore stava iniziando ad evolversi – la loro relazione è alla prova finale! [mydramalist]
Come si evince la trama non è nulla di rivoluzionario o lontanamente leggendario. Sono ragazzi dell'università che affrontano i drammi di tutti i giorni mentre crescono piano piano ed imparano sempre di più dalla vita.
Dal punto di vista narrativo ho adorato come L&P avesse un impostazione alla The Untamed, ossia farci vedere una situazione del presente per poi tornare indietro nel tempo e mostrarci come si sia arrivati a quella circostanza. E' una modalità molto furba perché mette lo spettatore in condizioni di sapere già che andrà "tutto a skifio" più va avanti la storia ambientata nel passato...di soffrire più la storia prosegue. E allo stesso tempo da speranza allo spettatore che si torni presto nel presente cosicché l'agonia finisca.
Andando invece alle tematiche del drama esse sono tante e raccontate magnificamente. Come detto sopra la serie è una storia di crescita. I personaggi di L&P ci vengono presentati sin dall'inizio con le loro personalità, convinzioni e desideri per il futuro. Mano a mano che la storia avanza, ognuno di loro dovrà fare i conti con le difficoltà della vita di tutti i giorni, amicizie, decisioni per il futuro... ci saranno scontri, riappacificazioni e tanti sbagli, errori. Come è la vita.
Si perdono amici e se ne trovano altri, si cerca di capire "cosa vogliamo diventare da grandi" e ci sta stretto che qualcuno decida per noi. E quello che pensavamo di volere nel nostro futuro, risulta non del tutto veritiero. Tutti i personaggi di L&P crescono ed imparano dai loro errori: per fare un esempio superficiale, Zhu Yun che sul finire della serie si schiera dalla parte di Li Xun andando contro alla madre e decidendo lei stessa per il suo futuro e con chi vuole passarlo.
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A fare da paio al concetto di crescita, c'è quello dell'essere "il migliore" che riguarda prettamente Gao e Li Xun. Per il marito di Lina essere il migliore vuol dire sconfiggere Li Xun. Che sia al computer o a chi piscia più lontano, l'importante è vincere contro il lead. Un ossessione così forte che lo porta a preferire la morte - letteralmente - piuttosto che lasciar prevalere Li Xun. Anche il lead relega l'essere il migliore alla vittoria su Gao - anche per motivi personali - mostrando all 'ex migliore amico che non riuscirà mai a batterlo, guidato dall'odio e dal risentimento.
Alla fine però entrambi capiscono che il miglioramento non è in relazione verso gli altri, nella competizione. Ma verso se stessi. L'essere una persona migliore rispetto al passato, perdonando vecchi rancori ed imparando ad andare avanti amando le cose e le persone che gli stanno più vicine. Capendo dove si è sbagliato, cercando di fare ammenda e comprendendo che ci sarà sempre qualcuno migliore di te in qualcosa.
Ma se ho adorato come la serie mostri e sviluppi questi due concetti, la cosa che ho amato ancora di più è stata la scrittura dei personaggi: umani, sfaccettati, fallaci. Pieni di insicurezze, rabbia, egoismo, arroganza ed inclini all'emotività.
Zhu Yun, interpretata da una fantastica Zhang Jing Yi, è uno di quei personaggi protagonisti femminili che io adoro. Perché è tosta e determinata senza essere badass o violenta. E' intelligente e coraggiosa, a tratti delicata ed elegante. Non fa scenate, non urla. Lei silenziosamente fa la sue cose ed una volta che ha preso una decisione è molto risoluta nel perseguirla. sposarsi il lead come missione di vita
Ma allo stesso tempo è insicura, cerca continuamente conferme e si lascia prendere dalle emozioni. Ad esempio nella sua relazione con Li Xun e Lina. Non c'è storia: ogni volta che il lead passa dieci secondi con questa ragazza, Zhu Yun va in paranoia totale. Sia nel passato che nel presente della storia. Come dice giustamente @lisia81 sarà poi questa insicurezza a non permettergli di "vedere" il piano di Li Xun nel passato e di stargli davvero vicino nel momento di bisogno. Ed anche se fa male, adoro questa imperfezione della lead che la rende molto umana.
Interessantissima poi la sua relazione con la madre. Io mi lamentavo di quell'altra mamma famosa dei drama cinesi - non dirò il nome perché solo nominarla mi fa salire il crimine e perché @lisia81 deve ancora vederlo e non voglio spoilierargli nulla- ma a ben pensarci, la madre di Zhu Yun è peggio. Almeno quella era malata e depressa e cercava di ammazzarsi a giorni alterni. RIP
Questa invece, ha instaurato con Zhu Yun un rapporto ossessivo e controllante. Lei sa cosa è meglio per sua figlia. Lei decide cosa deve studiare, fare, andare e "provare per il lead". E se da una parte posso comprendere il fatto che voglia le cose migliori per la figlia - tutti i genitori vogliono le cose più belle per i figli - dall'altra inorridisco quando impedisce a Zhu Yun di fare la sua vita, le sue scelte.
Senza parlare poi di come tratta quel povero lead. Nel finale quando gli dice che il marito di sua figlia deve avere una buona famiglia ecc ecc... sapendo benissimo che Li Xun una famiglia non ce l'ha, non è stata cattiva. E' stata meschina. Crudele.
Ma è stata utile. Perché "grazie a lei" Zhu Yun prende in mano la sua vita ed il suo futuro, dimostrando che non gli importa di cosa pensi o provi sua madre e concludendo così il suo percorso di crescita.
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Poi c'è Li Xun che ha il volto di Chen Fei Yu e a cui devo letteralmente inchinarmi. Perché l'avevo già visto in Ever Night e non mi era piaciuto. Avevo trovato la sua recitazione rigida e non mi sembrava che fosse entrato nel personaggio.
Ma in L&P fa il salto di qualità: lui è Li Xun. La naturalezza con cui porta in scena il bel tenebroso mezzo tsundere è encomiabile, così come l'espressività. Li Xun è un uomo di poche parole - una è poca e due sono troppe XD - e spesso mostra i suoi pensieri tramite espressioni: l'alzamento del ciglio, il sorrisetto, il socchiudere gli occhi. Li Xun non parla ma grazie all'ottimo lavoro di Chen Fei Yu tu spettatore puoi supporre cosa sta provando e pensando.
La poca loquacità non è ovviamente un caso: il giovine ha avuto una vita di merda - e soffre di preoccupante artrosi a trent'anni XD @ili91-efp - così come è perfettamente normale che non gli importi nulla degli altri e persegue i suoi piani a prescindere da tutto e tutti. All'inizio di questa storia Li Xun è un blocco di ghiaccio che risponde male a tutti e se ne frega di qualsiasi cosa. Vive per se stesso ed è unicamente interessato a raggiungere i suoi obiettivi. Il resto è nulla.
Poi arriva Zhu Yun. Il suo amore per lei, la loro relazione, gli permette di sciogliersi diventando piano piano più aperto e disponibile tanto che anche la sorella nota il suo cambiamento. Zhu Yun d'altronde è l'unica persona al mondo disposta a combattere al suo fianco, che si fida ciecamente di lui, che si preoccupa per lui...
Ma ahimè tutti i progressi s'infrangono alla morte della sorella e relativa prigione. Li Xun cade nel vortice della vendetta, mandando a puttane la sua relazione con Zhu Yun ed il suo futuro.
Ci sarà modo di parlare della relazione tra i due. Quello che mi preme è mettere in risalto come il protagonista di questa storia non sia minimamente perfetto e che va benissimo così.
Li Xun, anche per via del suo vissuto, può essere cattivo e spietato. Ha ignorato le richieste e le preghiere di Gao per più di metà serie. Ha lasciato la sua ragazza facendo espressamente leva sulle sue insicurezze e paure e facendole volontariamente del male. Li Xun è un genio che può creare piani diabolici senza preoccuparsi di chi ha intorno e come essi reagiranno alla cosa. Una volta che si pone un obiettivo va avanti come uno schiaccia sassi.
Ma allo stesso tempo è capace di grandi gesti d'amore, di gentilezza e rispetto. Intelligentissimo, è sempre un passo avanti a tutti ed è un piacere vederlo spiegare i suoi piani o ammirarlo mentre lavora al pc.
Quando esce di galera pare tornato ai vecchi tempi dell'università. Chiuso, introverso, a tratti scortese. E di nuovo impelagato con vecchi rancori. E' straziante vederlo guardare la lead con gli occhi a cuore e sapere che fosse per lei sareste già sposati con 10 figli non pensa di meritarla e che secondo lui non torneranno più assieme.
Nel finale poi, fa il salto di qualità riuscendo a lasciarsi alle spalle l'odio e la vendetta per vivere felicemente la sua vita. Riconosce i suoi errori con Zhu Yun, accetta che i genitori della ragazza difficilmente daranno la loro benedizione alla coppia ce ne faremo una ragione e comprende finalmente che la sua ex fidanzata è ancora la donna che ama e che vorrà sempre.
Il personaggio di Li Xun è quello con cui ho avuto più difficoltà ad interpretare i pensieri: avendo il POV bloccato e dovendomi spesso basare sulle espressioni o su poche parole, ho dovuto qualche volta decodificarlo.
Infatti la mia scena preferita è quella dove Li Xun, geloso del pittore, sbrocca malamente con Zhu Yun. In quella scena il lead non riesce a trattenere la gelosia che diviene rabbia quando la ragazza sembra sminuire la loro passata relazione " chi non è mai stato innamorato a 18 anni?" - una cosa cosi. Adoro questo momento perché Li Xun pare un fiume a cui hanno rotto gli argini e dove si mostra la vulnerabilità ed il dolore di questo personaggio.
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Ed infine c'è Gao. A livello di scrittura credo che sia il migliore tra tutti i personaggi. Dovrebbe essere il villain di questa serie ma la narrazione fa in modo che non lo sia fino in fondo.
Gao che voleva battere il lead e dimostrarsi il migliore. Gao che era sempre primo al liceo e non poteva accettare che qualcun altro, senza troppi sforzi, lo superasse. Gao innamoratissimo di Lina anche se lei amava il lead. Gao che consapevole dei propri limiti e desideroso di allontanarsi dall'ingombrante bravura di Li Xun, fa un passo indietro per andarsene all'estero...
Gao, come tutti i personaggi di questa storia, compie azioni non sempre condivisibili ma che sono comprensibili. Tu come spettatore capisci da dove proviene l'odio e la disperata voglia di sconfiggere Li Xun che Gao mostra così sfacciatamente.
Nella prima parte della serie, Gao è un bravo ragazzo. Studia, si impegna ma non riesce a superare Li Xun. Nonostante lavorino assieme c'è un baratro tra loro, spesso perché Li Xun attua scelte che riguardano il lavoro di tutti senza tenere conto di chi ci ha lavorato oltre a lui. Non posso dare torto a Gao quando si arrabbia con il lead per questi motivi.
Finché Gao perde la specializzazione. Nonostante avesse pregato Li Xun di non fare casino per non creargli problemi, Li Xun lo ignora e Gao non raggiunge l'agognato risultato.
Qui c'è forse uno dei pochi appunti che posso fare alla serie, per quanto riguarda la trasformazione di questo personaggio in uno così crudele e che sorride nel vedere Li Xun essere arrestato dopo che gli è morta la sorella. Secondo me, questa trasformazione così lapidaria è stata un po' frettolosa per uno che fino a 3 episodi prima, era impensabile facesse una cosa così cattiva.
Comunque sia, poiché non riesce a sconfiggere il lead per vie normali, Gao usa quelle "traverse", sforando nell'illegalità. Ma finché può battere Li Xun, vale tutto.
Quando lo ritroviamo nel presente, Gao è il Presidente della L&P, copia i giochi degli altri ed è sposato niente popò di meno che con Lina, la donna che ha sempre amato ma che non lo ricambia.
L'uscita di galera del protagonista metterà sotto pressione Gao in tutti i modi possibili ben sapendo che Li Xun rivuole la L&P. E Gao piano piano cadrà nell'ossessione.
E se da una parte godo nel vederlo in difficoltà visto tutti i danni che ha fatto, dall'altra mi dispiace anche un po': alla fine ha raggiunto tutti i risultati che voleva...ma a che prezzo? E davvero questo, era quello che voleva?
Dal finale di serie s'intuisce di no. Una volta venuta fuori la malattia, l'ossessione si acuisce e diventa quasi follia: Gao si rifiuta di operarsi finché Li Xun non si arrende. Che è illogico. E' stupido. Ma è perfettamente comprensibile per il personaggio di Gao.
Ed il finale... da una parte temevo che la malattia di Gao fosse un motivo per darci il buonismo finale con tutti i personaggi che s'abbracciavano felici perché oh...Gao sta male e bisogna fare pace. Lighter and Princess invece, mi stupisce ancora non dando alla malattia il ruolo risolutore dei conflitti ma rendendola un modo per i due di riflettere sulle loro azioni e su cosa sia davvero importante.
Nota a margine sulla espressione felice ed un po' stupida di Gao quando Lina si presenta all'ospedale dicendogli che rimarrà con lui. Non l'ho mai visto così felice come in quella scena. Adorabile. Mi si è stretto il cuore per lui.
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Ma se ho amato come siano stati scritti i personaggi, quello che mi ha davvero preso il cuore è stata la storia d'amore. Spesso i drama romantici scadono nello smielato e nei cliché: perdita di memoria, second lead che fanno gli stronzi, lei che inciampa e casualmente cade tra le braccia del fusto di turno...insomma le solite cose.
L&P non solo non presenta niente di tutto questo ma riesce ad essere adorabile e romantico con una coppia giocosa e divertente, amorevole e davvero piacevole da guardare. Sorridevo involontariamente ogni volta che Li Xun faceva il solletico a Zhu Yun, ad esempio!
I due lead infatti, hanno una chimica spaventosa ed ogni volta che si guardavano negli occhi pare veramente che non esistesse nient'altro che l'altro. Il modo in cui di guardano, toccano, si abbracciano, invadono lo spazio uno dell'altro, è così naturale che sembra che siano sposati da anni.
Inoltre, l'altro motivo per cui ho amato questa coppia è perché sono tutto tranne che perfetti. Sono imperfetti presi singolarmente e sono imperfetti come coppia. Nonostante si amino molto e si sostengano sempre, ognuno di loro porta nella relazione i proprio difetti: Zhu Yun diventando insicura e ansiosa e Li Xun volendo fare tutto da solo. Ricordo ad esempio che sia nel passato che nel futuro, Zhu Yun si lamentava di come il lead non la includesse nei suoi piani e la tenesse sempre all'oscuro di tutto. Gli chiedeva se era inclusa nei suoi piani, del loro futuro ecc ecc....
Questo succede anche nel presente con dei notevoli miglioramenti ma ancora siamo lontani dalla perfezione...e va benissimo così. E' perfetto così!
Le relazioni impeccabili non esistono. E non mi piacciono le storie dove i due protagonisti perfetti si giurano amore eterno e dove sono così bravi uno con l'altro che sai che l'unico motivo per cui si potrebbero lasciare sono per interventi esterni.
Sicuramente Li Xun e Zhu Yun sono una delle mie coppie preferite di quest'anno. Così come lo è questo drama.
Poi oh...ci sarebbe tantissimo altro da dire: dal second lead pittore che non è mai stato veramente un second ma anzi un buon amico. Da Lina che da brava egoista pensa solo ai fatti suoi salvo poi rinsavire nel finale, dai ragazzi della compagnia dei due lead, da Ren Di e la sua storia con il cantante del suo gruppo... ma per adesso basta così.
Consiglio comunque a tutti la visione di questa serie!
Voto: 9
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cinnamoonrolling · 1 year ago
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vogliamo parlare di quello che è successo a DomenicaIn? una cosa disgustosa.
allora intanto parliamo della pochissima professionalità, perché c'erano artisti che hanno aspettato lì ore a vedere siparietti a dir poco imbarazzanti e se ne sono dovuti andare senza essersi esibiti perché "era finito il tempo". tempo che hanno trovato per parlare dieci minuti dei capelli di una, altri per sessua4lizzare un altro e altri ancora per leggere un comunicato raccapricciante.
comunicato che si sono affrettati a scrivere perché due artisti hanno osato dire cose assurde come "basta ammazzare bambini e gente innocente". parole di una gravità assurda, a quanto pare. ma, ehi, l'ambasciatore di isnotreal si è sentito punto sul vivo e minacciato, quando nessun nome è stato fatto e viviamo in un mondo così malato, distorto e marcio dove ci sta più di un genocidio in corso. excusatio non petita accusatio manifesta.
però qui siamo ad un livello di distopismo superiore perché viene considerato come messaggio d'odio "dobbiamo proteggere i bambini". non si nascondono più, non ci provano nemmeno.
e subito a leggere quel comunicato due volte (perché dopo è stato ripetuto come prima cosa al Tg1 delle 20). ci mancherebbe eh, noi sudditi così servili, dobbiamo leccare il culo ai potenti sempre.
però io quelle parole non le condivido. quelle parole non mi rappresentano proprio. a rappresentarmi, la settimana scorsa, è stata quella persona che ha urlato "Palestina libera" durante il discorso di Ghali. a rappresentarmi è stata quell'altra che ha detto "cita Gaza" mentre la Venier leggeva quell'oscenità. a rappresentarmi sono stati quei ragazzi con quei cartelli e la bandiera palestinese, l'ultima sera di festival, sulla Costa Smeralda.
anzi mi stupiscono i giornalisti lì, a DomenicaIn, che mi sono sembrati abbastanza d'accordo con i discorsi sia di Ghali che di Dargent. la Venier un po' meno. palese da come ha cercato di smorzare le parole di Ghali con l'ambigua "eh la pace la vogliamo tutti" (e se non ricordo male anche una frase come "quei bambini ti ricordano te stesso?", nella speranza di sviare il discorso), nel liquidare Dargen con "dobbiamo seguire una scaletta" (che poi non è stata comunque rispettata), e dalle parole che ha rivolto ai giornalisti lì: "non mi mettete in imbarazzo".
perché la Venier ama tutti. un po' meno chi non sta al suo gioco (ed i bambini palestinesi, ma in generale quello con la pelle più scura, temo). ed il suo gioco è sempre stato quello di bacini e abbraccini di qua, ti amo e amore mio di là. sessua4lizzare e oggettificare una persona da una parte e parlare della loro vita intima e sessu4le dall'altra. sono contenta sia crollato il mito di "zia Mara" (o quantomeno, me lo auguro sia caduto) perché non ho mai capito da cosa, come e perché sia nato.
un modo orribile per chiudere una settimana di Sanremo, che tra alti e bassi, è comunque riuscita a portare messaggi importanti.(Amadeus si è comunque preso una responsabilità nel mettere in gara due canzoni come Casa Mia e Onda Alta).
ora domenica, Ghali sarà da Fazio a Che Tempo Che Fa. ho letteralmente 0 aspettative perché Fazio è tra i più democristiani che ci siano in circolazione. magari il suo astio nei confronti della Rai permetterà di far parlare Ghali più liberamente, non so (però sono sicura che non ci risparmierà la domanda "eh ma quindi tu...condanni ham4s?", possiamo già metterci il cuore in pace).
mi è piaciuto molto come Ghali nel suo discorso abbia nominato internet come fonte di informazione (se non ricordo male, in relazione alla possibilità di vedere come lui abbia sempre parlato dell'argomento), un bel suggerimento nel dire che se sai cercare, trovi anche quello che non ti vogliono dire. (e l'imbarazzo che ho provato nel vedere una persona intelligente fare un discorso coerente e giusto essere ridotta in "sei proprio sexy" e "io l'ho visto da dietro" da due vecchie viscide, non ve lo so spiegare, anche perché lui era visibilmente a disagio.) e Dargen, citando dati dell'ISTAT parlando dell'immigrazione, ha reso il suo discorso letteralmente inconfutabile. tant'è che sono corsi ai ripari nell'unico modo a loro possibile, ovvero zittendolo.
questo perché la stragrande - per non dire la quasi totalità - delle persone si limitano alle informazioni che vengono passate loro dai media, senza andare a controllarle da sé, magari approfondire e vedere se c'è dell'altro che non dicono perché altrimenti distruggerebbe le loro argomentazioni, la loro credibilità.
e questa è l'Italia, "un paese di musichette, mentre fuori c'è la morte" come dicono in Boris. ed è vero. domenica scorsa è stata la conferma. siamo questa cosa qui. pizza, pasta, mandolino e grasse risate, senza mai prenderci responsabilità e stare dalla parte giusta della storia. una storia che poi si ricorderà di noi e che non perdonerà.
adesso ho visto che qualche cantante e influencer ha iniziato a parlare. aspettavano che qualche altro ci mettesse la faccia prima di loro e adesso cavalcano l'onda per avere consensi credo (soprattutto per gli influencer, dato che per loro è tutto un trend, anche la vita dei palestinesi se i tempi chiamano). meglio di niente suppongo? almeno se ne parla.
distopico comunque è stato che poche ore dopo il comunicato Rai, durante il Super Bowl tra pubblicità sioniste, c'è stato l'attacco a Rafah. io non penso di riuscire a dire altro, davvero. questa situazione è angosciante e terrificante e siamo tutti complici finché i governi che dovrebbero rappresentarci non ci ascoltano (anzi, ci zittiscono) e non intervengano in qualche modo.
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giovaneanziano · 11 months ago
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Quando cammino sono solito ascoltarmi podcast scemi, per ridere, quindi spazio da Power Pizza Podcast a Tintoria. Nella penultima puntata era ospite Stefano Nazzi, famoso giornalista e podcaster famoso per analizzare i delitti nostrani e oltre. Ad un certo punto gli chiedono “perché non hai fatto puntate sul Mostro di Firenze” (ndr IO AMO TUTTO CIÒ CHE PARLA DEL MOSTRO DI FIRENZE ascoltato cose, guardato altre, letto libri) e lui risponde “no, troppo lungo, dovrò fare più puntate per capire. Come Zodiac”. Zodiac. E chi cazz’è mo. Vado a cercare sul Google e trovo un podcast di Lucky Red letto da Luca Ward che parla di una delle ultime idee che Pacciani sia innocente (ma va direi) e che il Mostro e Zodiac siano la stessa persona. 6 puntate da 50 minuti l’una e ora IO NON VEDO ALTRO NON ASCOLTO ALTRO RAGA SONO INTRIPPATO IN TUTTI STI ENIGMI E COSE HO FATTO 25 km OGGI SENZA ACCORGERMENE PERCHÉ PENSAVO ALLA TEORIA DELL’ACQUA
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falcemartello · 2 years ago
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Così scrivevano alcuni giornalisti sul caso Tortora:
«Mi pare che ci siano gli elementi per trovarlo colpevole: non si va ad ammanettare uno nel cuore della notte se non ci sono delle buone ragioni. Il personaggio non mi è mai piaciuto. E non mi piaceva il suo Portobello mi innervosiva il pappagallo che non parlava mai e lui che parlava troppo senza mai dare tempo agli altri di esprimere le loro opinioni. Non mi piaceva neppure il modo con cui trattava gli umili: questo portare alla ribalta per un minuto la gente e servirsene per il suo successo» Camilla Cederna, sulla Domenica del Corriere.
Ne abbiamo altri, come Marino Collacciani, che su Il Tempo scriveva:
«Enzo Tortora rivela una calma addirittura sospetta al momento dell’arresto. Le labbra mosse con flemma, i muscoli del collo e della faccia tirati e la voce compassata sembrano voler ricordare e riprodurre a tutti i costi il personaggio del piccolo schermo, amato dalle massaie.»
«Dosando con grande mestiere indignazione e sbigottimento ha retto bene la parte della vittima innocente.» Wladimiro Greco, il Giorno
E ancora: «Il suo arresto conferma quello che chiare indicazioni davano già per sicuro, e cioè che Tortora è un personaggio dalle mille contraddizioni. Ligure spendaccione, se non proprio generoso, giornalista e quindi osservatore ma al tempo stesso attore e portato all’esibizione, umorale e tuttavia al servizio del più rigoroso raziocinio, colto (come ama anche ostentare in tv) eppure votato alle opere di popolarità, incline a un’affettazione non lontana dall’effeminatezza ma notoriamente amato dalle donne e propenso ad amare le più belle (due mogli e falangi di amiche). Moralista infine – proprio questo il sigillo che l’arresto imprime alla sua sfaccettata personalità – e ora colpito da un’accusa che fa di colpo traballare ogni sua credibilità morale» Luciano Visintin, dal Corriere della Sera, una persona davvero splendida, da come si può vedere...
Curioso Costanzo Costantini: «Desta qualche sospetto quando fa di tutto per nascondere la sua vita privata, quando conduce sotto l’insegna dell’ordine una vita personale tutt’altro che ordinata assumendo nello stesso tempo atteggiamenti da moralista o da Catone il Censore. I moralisti o i moralizzatori sono sempre da salutare con favore, specialmente in tempi come quelli i che viviamo, ma a condizione che non bistrattino con l’azione i loro princìpi, che conducano una vita irreprensibile.»
Già ai tempi si confondeva la vita pubblica con un'ipotizzata vita privata, costruita da questi rapsodi che invece di cucire i canti, cantavano bugie Alessia Donati, su Novella 2000: «Qualcuno a Milano dice che quando era stato licenziato dalla Rai lo si poteva vedere, di notte, in un giro di balordi. Qualcun altro si meravigliava di averlo incontrato spesso, anche in questi ultimi tempi, sugli aerei Roma-Palermo Palermo-Roma. Che interessi poteva avere Tortora in Sicilia? E poi, per chi lo conosce bene, c’è un altro elemento inquietante: Tortora, di solito violento a parole nel difendersi e così conscio del potere dei giornali e della tv, quando è uscito dalla questura di Roma aveva a sua disposizione televisione e giornalisti: poteva dire quello che voleva; invece, a parte generiche dichiarazioni di innocenza, non ha avuto le reazioni che gli erano solite.»
Pur di scrivere, pur di non "prendere un buco", come si dice in gergo... veleno «Anche perché lo spaccio operato da Tortora non consisteva certo in stecchette o bustine, ma in partite di 80 milioni a botta. Un’attività durata anni e stroncata solo ultimamente, secondo indiscrezioni, per uno sgarro commesso dal noto presentatore. E ancora, pranzi e cene con noti e meno noti camorristi, incontri segreti, rapporti, inchieste, raccomandazioni, suggerimenti, appalti» Daniele Mastrogiacomo da Repubblica, presente qui su twitter, che sicuramente penserà diversamente oggi, vero? Saviane intuì il valore del suo cognome, per il livello di errore di cui è intriso: «Era un po’ malinconico, non tanto perché costretto a camminare con le mani ammanettate e la scorta dei carabinieri, ma perché è arrivato sul teleschermo senza il suo concubino pappagallo».
Il 15 gennaio del 1986 ecco l'organo del partito comunista italiano, e anche Fausta Pizzuto sul Resto del Carlino, il 18 giugno del 1983 sbatte in prima pagina
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Il bello di internet è che se un po' cerchi non si perde nulla. Qui , archiviolastampa.it/component/opti… ,possiamo leggere i giudizi dell'epoca. Anche qui, sempre dall'archivio: http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,1029_01_1983_0172_0003_14677209/
Qui i giudici spiegano in 267 pp perché lo condannarono:
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Poi, con il candore ipocrita di chi ha sempre mentito senza mai dubitare, ecco che nel 1995 arriva l'articolo: in cui si scrive:
Quando decise di pentirsi, nell'inverno dell'84, Gianni Melluso era rinchiuso nel penitenziario di Paliano: «Mi portarono a Napoli, nella caserma dei carabinieri «Pastrengo», dove dove fui accolto da numerosi collaboratori di giustizia. Mi dissero: non fare il fesso, quello l'abbiamo già accusato noi, tu dacci una mano e otterrai ciò che vuoi». «Melluso - sostiene Visto «costruì un teorema accusatorio da lui stesso giudicato davvero incredibile». Un castello di menzogne, insomma, che sarebbe stato costruito a beneficio dei giudici napoletani. Almeno così sostiene l'ex pentito, che fino a qualche tempo fa ha continuato a lanciare dichiarazioni velenose contro
Tortora: «Mi si volle credere - avrebbe giurato davanti ai magistrati Scolastico e Bonadies -, avevo capito che agli inquirenti facevano comodo le mie parole: evidentemente temevano che, se le accuse ad un personaggio tanto famoso fossero cadute, sarebbe crollata anche operazione di polizia condotta contro la camorra di Raffaele Cutolo». Chiaro? Sempre che sia vero o no, il punto è quanto l'azione dei giornalisti, incompetenti peracottari che vogliono farsi du spicci porti alla distruzione di persone perbene.
Chiudo (per ora) riportando questa frase:
"E quando ci saremo ripresi il nostro Paese, ricordiamoci che la democrazia non è stata uccisa dai politici, ma dai giornalisti".
Alberto Bagnai, 21 ottobre 2014
@MattSDpell
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immensoamore · 1 year ago
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Le vedi per forza ferme,in piedi,con questo cellulare in mano. In mezzo alla corsia di un supermercato,in un angolo di marciapiede o strada. Sospese. Con sul palmo “lettere” non più di carta,leggono,e si aprono in sorrisi che illuminano il mondo.
Io le guardo e immagino.
Mi domando se lui lo sappia di quel sorriso, leggero come ali di farfalla.Mi domando se lui conosca il potere della felicità di un gesto così semplice, ma mai banale,parole che volano e si posano su anime lontane, a regalare attimi di distrazione da un mondo sempre troppo caotico. Pausa,un’emozione, qualche brivido,una battuta,un semplice “ti sto pensando”a mille parole diverse,un modo innocente di farsi l’amore.
Si ferma tutto. Roba da scendere pure dal mondo,tappa obbligata di vita. Dita che scorrono digitando risposte e questo cavolo di sorriso che non demorde più caparbio di qualsiasi impegno.
Invio. Fine.
Ora tutto può continuare a scorrere.
Ci sono anch’io in tutte quelle donne.
Ci siamo in tanti.
Ci siamo tutti.
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situazionespinoza · 2 months ago
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Ricordo distintamente le mattine scure in cui mio osservavo assonnata mio padre prepararmi l'uovo sbattuto con tanto zucchero e un goccino di caffè, un'ombra alta che si confonde tra il profilo del frigorifero e il muro di piastrelle.
Mi ricordo anche che raramente mangiavo tutto quell'uovo sbattuto, che forse non mi è mai piaciuto. Nonostante siano passati più di 22 anni, ricordo anche la consistenza pastosa del tuorlo e lo sgranocchio dei granelli di zucchero sotto i miei denti da latte.
Mio padre mi preparava quell'uovo sbattuto ogni mattina, prima di accompagnarmi a scuola in macchina. Una volta, forse frequentavo la prima elementare, gli chiesi di fermarsi a un'edicola lì vicino per comprarmi uno yo-yo di gomma, di quelli che schiacciandoli tra le mani creavano delle bolle in cui galleggiavano pupazzetti di plastica. Le mie compagne di classe avevano collezioni strabilianti di questi yo-yo: rosa, a brillantini, che mostravano delfini o unicorni o bamboline. Quello che mi comprò mio padre era verde acido e, schiacciandolo, mostrava un occhio.
Ricordo di aver scoperto solo anni dopo che l'uovo sbattuto di mio padre aveva un altro nome, un nome ufficiale: zabaione. Ma quando racconto di mio padre che preparava questa colazione ogni mattina a una me sonnacchiosa e paffuta, non riesco proprio a chiamarlo zabaione. Quello di mio padre era l'uovo sbattuto.
Mi ricordo anche le nuotate al tramonto che facevo con mio padre in quel villaggio vacanze in cui trascorremmo 2 settimane dopo la morte di mia madre. Io - ovviamente - non sapevo nuotare e mi tenevo a galla dentro al mio salvagente rosa di Barbie. Ricordo che una volta trovai un ragno enorme nel bagno della nostra stanza e mio padre lo schiacciò senza battere ciglio. O anche che sul comodino accanto al mio letto avevo disposto ordinatamente tutti i ninnoli e le chincaglierie che mi trascinavo dietro ovunque andassi: un braccialetto di corallo, forse appartenuto a mia madre; un'icona di Padre Pio; un esercito spaventoso di peluche.
Ricordo anche tutte le volte che mio padre mi portava all'Auchan, spingendomi nel seggiolino del carrello lungo il reparto Giocattoli mentre io indicavo estasiata tutte le Barbie che volevo. Ne avevo tantissime, per due anni consecutivi mio padre mi comprò un sacco di Barbie: Schiaccianoci, Sirena, Principessa, Pattinatrice; e anche tutte le comparse del suo magico mondo matriarcale: Becky e le altre bambine amiche sue.
Una volta, forse di anni ne avrò avuti 4 o 5, mio padre si fece male al ginocchio. Abitavamo ancora a Sannicandro e mia madre era ancora viva e quel pomeriggio mio padre era seduto in bagno a disinfettarsi una ferita che forse si era fatto in cantiere. Io gli rimasi accanto e forse tamponai l'escoriazione con un batuffolo imbevuto di disinfettante. O forse mi limitai a mettergli un cerotto, non ricordo bene.
Ci fu anche l'episodio della ciabatta abbandonata, che straziò il mio cuore di bambina. Eravamo al mare, forse Santo Spirito, e mia madre era ancora viva ma era rimasta chiusa in casa mentre mio padre mi aveva portato giù a fare il bagno. Ero piccola, non sapevo nuotare, quindi rimanemmo insieme sugli scogli. Mio padre aveva delle ciabatte in plastica forse dell'Adidas e una si ruppe proprio quel giorno. Lui non si fece troppi problemi, la abbandonò lì in mare. Io piansi guardando quella ciabatta navigare alla deriva sospinta dalle onde, sola e inutile.
Ricordo perfettamente, invece, il giorno in cui mi arrabbiai con mio padre per qualche ragione che adesso mi sfugge. Mia madre era morta, lui aveva conosciuto quella che di lì a poco sarebbe diventata sua moglie. Io forse ero gelosa, ma di una gelosia innocente, si capisce: una madre che si uccide quando hai 7 anni inevitabilmente ti fa sviluppare qualche paura di essere abbandonata. Quel giorno mio padre mi portò da OVS e mi comprò 2 bustoni di roba inutile. Non c'era ancora stato il 2008, quindi probabilmente non spese nemmeno tanto. Ma, tornata a casa, fui travolta da un senso di imbarazzo e disgusto per me stessa che continua a bruciarmi ancora adesso.
Un ricordo bello, invece, è quello di quando avevo 8 anni e feci la Confessione. Mia madre era morta da un anno esatto o poco più. Per l'occasione, mio padre mi comprò delle Lelly Kelly a strappo azzurre. Dopo il sacramento, andammo a festeggiare insieme nella nostra pizzeria preferita nella foresta di Mercadante. Quel posto si chiamava "La Selva di Diana" e mi piaceva perché ogni tavolo era apparecchiato con tovagliette di carta su cui erano scritti tutti i miti che riguardavano la dea Artemide.
C'è stato un momento preciso in cui mi sono resa conto che i ricordi condivisi con mio padre erano giunti al termine. Era il settembre 2012, avevo compiuto da poco 16 anni ed ero sul pullman con la mia migliore amica del tempo. Un mese prima, il 2 agosto, eravamo state insieme a Roma per il concerto dei Placebo. Ci avevano accompagnato i nostri padri. Quel giorno di settembre eravamo appunto sul pullman quando la mia amica mi disse: "Sai cosa mi ha detto mio padre"? "Che ti ha detto?". Mi disse che mio padre aveva detto a suo padre che gli sarebbe piaciuto fare di nuovo una piccola avventura del genere "così posso trascorrere un po' di tempo con mia figlia".
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davidewblog · 2 months ago
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Da stamattina, per i prossimi due giorni, c'è di nuovo un'ospite in casa. È tornata Giulia, una delle persone che qualche giorno fa era venuta a fare il capodanno da noi.
Giulia è una delle ragazze che hanno vissuto in questo appartamento l'anno prima che arrivassi io, quando ancora non c'ero, e non c'era neanche violetta che è arrivata due mesi dopo di me. Dopo che è stata qua è rimasta molto amica di Veronica. Adesso rimarrà qua per due o tre giorni, nel letto libero in camera di Annarita.
Per lei quindi è un ritorno in una casa che conosce già bene. Infatti si capisce: da quando è entrata, è perfettamente a suo agio come se fosse a casa sua, e in un certo senso lo è. Si è tolta subito le scarpe e le calze, e usa la cucina con disinvoltura.
Fra l'altro, anche se l'ho conosciuta in queste circostanze, ho con lei un legame indiretto, perché è di un paese vicino al mio e suo padre era il mio preside quando ero alle scuole medie. Gli ha già mandato i mie saluti e lui dice che si ricorda di me, anche se ho un vago dubbio che faccia finta e che lo dica con qualunque ex alunno della sua scuola.
Giulia è molto simpatica. È un di quelle ragazze che sanno essere volgari senza essere volgari, non so come dirlo: dice una marea di volgarità ma non infastidisce. La cosa incredibile è che riesce a far apparire Veronica meno "spinta" di lei, e credevo che fosse impossibile. Comunque da questo punto di vista, Veronica e Giulia insieme sono un duo divertentissimo. Fra loro parlano solo di organi sessuali maschili, chiamandoli in tutti i modi conosciuti nell'universo, quando sono nel divano si divertono a simulare amplessi femminili per ridere, in cucina giocano ad abbassarsi i pantaloni e le mutande come se fossero ragazzine, e il loro modo ogni volta che devono dire "no" è il gesto del dito medio.
A me questa volgarità innocente piace, più di ogni altra cosa. Certo, s ele vedessero i miei genitori chiamerebbero un esorcista, ma credo che i miei genitori non sapranno mai ciò che accade in questo appartmento, e io lascio che si continuino a immaginare le mie coinquiline e le loro amiche come delle simil-monache di clausura che fanno una vita castigata. Meglio che certe cose non arrivino mai ai miei, non perché non sarebbe giusto, ma perché secondo me non hanno proprio quel minimo di apertura per capirle e prenderle con leggerezza.
Non intendo cambiare nulla nel mio rapporto con i miei, devo solo accettare che loro siano così, e non dire loro quello che è meglio che non sappiano, su ciò che vedo qua intorno a me.
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Innocente trascina con sé
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Non se ne rende conto. Porta nel mondo classe e raffinatezza. Ha un gusto naturale per le cose belle, misto a una natura profondamente umana. Le sue debolezze sono radicate nella sua dolcissima tendenza alla compassione per gli altri e alla sua estrema disponibilità. Non sarà mai ricca di denaro tanto quanto la montagna d'amore purissimo che porta in sé. Adesso è lì, al tavolino di un rosso mattino presto, con un pigro caffè che le si raffredda davanti ed è pronta a iniziare la sua giornata. S'accarezza la caviglia e si vuole bene.
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C'è un uomo nella sua testa e nel suo cuore. Lo sanno in via ufficiale solo le sue due amiche intime, ma lo capiscono tutti. Solo lui non ne è a conoscenza. C'è un vagone di possibilità dietro l'angolo, oggi: devono vedersi per un progetto non-profit a cui collaborano entrambi. Le batte forte il cuore. Dalle diciotto, l'armadio intero è tutto sul letto. Forse stasera butterà tutto dentro di nuovo, se vorrà riposare. Probabilmente più tardi, dopocena, potrebbe trovarsi in un letto che non è il suo. Se sarà così, stanotte neppure ci penserà, a dormire. Forse si: forse oggi accadrà.
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RDA
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curiositasmundi · 5 months ago
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[...]
Ministri condannati ma in carica fino a sentenza definitiva
A partire dai guai dei suoi colleghi ministri: Daniela Santanché e Matteo Salvini, che fino a eventuale condanna definitiva, non dovrebbero dimettersi. “Da un punto di vista giuridico, formale e politico sicuramente non dovrebbero dimettersi”, ha detto il Guardasigilli. Per decidere su eventuali dimissioni, “secondo me il criterio generale è quello della Costituzione, cioè la presunzione di innocenza fino a che una persona non è oggetto di sentenza definitiva è presunta innocente e noi abbiamo assistito centinaia di indagini e processi che hanno compromesso o, addirittura eliminato non fisicamente ma politicamente, ministri, sottosegretari e parlamentari e poi si sono risolti con un’assoluzione”.
Per Nordio il Ddl Sicurezza non si tocca
Nulla di nuovo, ma l’idea di tenersi un ministro (eventualmente) condannato (anche non definitivamente) per sequestro di persona o per bancarotta evidentemente non turba l’ex magistrato. Del resto, è garantista, lui. Ma non proprio con tutti. Tanto che sul Ddl Sicurezza (quello che ha introdotto 20 nuovi reati e inasprito le pene fino a 7 anni per le manifestazioni pacifiche) tira dritto, senza ripensamenti: “Si tratta di un provvedimento normativo ovviamente perfettibile, il Parlamento è sovrano e ci affidiamo alla volontà dei rappresentanti del popolo”, ha dichiarato, “ma non credo che proporremo emendamenti, avendolo noi approvato”.
Troppe intercettazioni e troppo costose
Poi il ministro ha sfoderato uno dei suoi cavali di battaglia (errati): le intercettazioni. “Credo che in Italia si faccia un uso eccessivo delle intercettazioni che comportano spese fuori controllo che potrebbero essere devolute anche ad altri tipi di intercettazioni più sofisticate; ad esempio per captare le intercettazioni della criminalità organizzata”, ha detto il nostro a proposito del disegno di legge Zanettin che vuole ridurre a 45 giorni la durata delle captazioni.
Suscitando la levata di scudi di M5s, che subito ha risposto: “Il ministro Nordio ci è ricascato: ha riparlato di spese fuori controllo per le intercettazioni. E noi siamo costretti a ricordargli per l’ennesima volta che grazie alle intercettazioni utilizzate in tante importanti indagini, lo Stato recupera cifre enormemente superiori rispetto alla spesa sostenuta per effettuare le captazioni. Parliamo di miliardi, non di spiccioli. Solo per fare un esempio, dal 2015 al 2020 sono stati sequestrati beni per 35 miliardi di euro e le confische definitive ammontavano a 11,7 miliardi”.
“Non solo, se Nordio avesse il buon senso di leggere i dati diffusi anche nelle audizioni parlamentari”, continua la nota dei parlamentari pentastellati, “apprenderebbe che il numero di intercettazioni è in calo da anni, e con esse la spesa affrontata. Il ministro entra poi nel surreale quando ci spiega che i soldi andrebbero meglio indirizzati verso le intercettazioni per la criminalità organizzata. Oggi forse questo non avviene? Piuttosto, è il Ddl Zanettin della maggioranza a demolire le intercettazioni, anche sulla mafia. Sanno tutti benissimo, infatti, che la gran parte delle indagini su fatti di criminalità organizzata nasce da altri reati, ad esempio quelli legati alla corruzione ai quali il governo Meloni non manca mai di riservare un trattamento di riguardo. Quindi la folle tagliola dei 45 giorni porterà impunità ovunque”.
Alla guerra per la separazione delle carriere
Infine Nordio ha ricordato che probabilmente giovedì la commissione Affari costituzionali di Montecitorio adotterà il testo del governo sulla separazione delle carriere. Un tema sul quale ci sarà battaglia.
“La separazione delle carriere è il primo obiettivo”, ha dichiarato, “il primo voto sarebbe una svolta”. Per il prossimo 23 ottobre è stato fissato il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl costituzionale. L’orientamento è portare il dossier in Aula entro la fine di dicembre.
“Sono ottimista” sui tempi “e penso che sia corretto che si vada anche a referendum, perché è giusto che su una materia come questa si esprimano i cittadini e sono convinto che approveranno la nostra scelta. Non è una riforma punitiva nei confronti dei magistrati”, ha concluso Nordio, sebbene l’intera magistratura non la veda proprio così.
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multiverseofseries · 5 months ago
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Immaculate - La prescelta: Sydney Sweeney mostro di bravura
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Immaculate - La prescelta, film con Sydney Sweeney nel ruolo di una suora, Cecilia, tra fede e body horror. Una cosa è sicura: l'attrice è sempre più un mostro di bravura.
Incredibile come Sydney Sweeney fosse riuscita a evitare nella sua ormai lunga carriera (nonostante la giovane età recita al cinema da 15 anni) un ruolo da scream queen. Proprio lei, che ha la presenza scenica perfetta per una parte del genere. Finalmente quel momento è arrivato. Ma, come ci ha abituato, non è scontato: invece che dare corpo a una studentessa in vacanza in una località isolata, pronta a farsi inseguire in bikini da qualcuno con una motosega, l'attrice si fa suora. In Immaculate - La prescelta, è Cecilia, novizia americana che vola in Italia per prendere i voti e seguire la propria vocazione.
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Sydney Sweeney in Immaculate - La prescelta
Il convento in cui viene spedita, un posto in mezzo al nulla, che sorge sopra a delle catacombe, non è però esattamente quello che si potrebbe definire un luogo accogliente: come dicono le suore guidate dalla Madre Superiora (Dora Romano, meraviglioso volto del cinema italiano, pieno di una durezza d'altri tempi, che vorremmo vedere sempre più sul grande schermo) la fede è sofferenza. Essere la sposa di Dio significa quindi offrire il proprio corpo. A qualunque prezzo: anche a costo di provare dolore.
Il film di Michael Mohan, che con Sweeney ha già lavorato in The Voyeurs, gioca bene con body horror e thriller e sopratutto con la fotografia (firmata da Elisha Christian): in alcune scene è la stessa protagonista a illuminarsi con candele e torce, creando contrasti di luce in grado di costruire un'atmosfera sempre più piena di tensione e angoscia. Ma è proprio l'attrice a lanciare allo spettatore una sfida metatestuale davvero interessante: famosa per le sue curve e per l'essere sexy, al punto che c'è chi ha cercato di strumentalizzare il suo corpo definendolo la "risposta all'ideologia woke" (qualsiasi cosa questo voglia dire), Sweeney se ne riappropria sapientemente, non mostrandolo praticamente mai. Se volessimo definire Immaculate - La prescelta con una sola frase potremmo infatti definirlo così: il miracolo è mio e me lo gestisco io.
La trama di Immaculate: a cosa credi?
Non solo suore inquietanti. La trama di Immaculate vede infatti la presenza, sempre più asfissiante, di padre Sal Tedeschi (Álvaro Morte, il Professore della serie La casa di carta): ex biologo, è lui a scavare nel passato di Cecilia, scoprendo che la ragazza è quasi morta da piccola, cadendo in un lago ghiacciato. Da allora ha sentito fortissima la sua vocazione: Dio deve averla salvata per un motivo. Un motivo importante. Possibile che la ragione sia tra quelle antiche mura? Non ne è così certa Gwen (Benedetta Porcaroli): anche lei novizia, non è così ingenua e pura come la ragazza americana. Fuma e sa quando qualcuno le sta dicendo una bugia. Non riesce a convincersi che, proprio lì, sia avvenuto un miracolo. Padre Sal però ne è sicuro, così come il Cardinale Franco Merola (Giorgio Colangeli, in un momento d'oro della sua carriera). Che sia tutto previsto da un disegno divino?
Sydney Sweeney è sempre più brava
Non si perde in momenti morti e chiacchiere inutili Michael Mohan: Immaculate - La prescelta è diviso in tre atti, per una durata di 90 minuti, tutti necessari a raccontare la storia di Cecilia e del suo miracolo. Il ritmo è dunque veloce, la tensione alta, il cast ottimo. Su tutti proprio la protagonista: Sydney Sweeney è in grado di passare dal candore più assoluto e innocente a una maschera di rabbia inarrestabile. Non temete infatti: se vi interessa il sangue ne avrete in abbondanza.
L'attrice si trasforma davanti ai nostri occhi in un angelo sterminatore, degno del miglior revenge movie. A impreziosire il tutto una confezione curata e un gusto evidente per il trucco prostetico. Si parla di fede e spirito santo in questo film, ma tutto è molto materico: la carne, ciocche di capelli tagliati, le piume strappate dei polli. E poi fiamme che lasciano segni, denti che cadono: in questo caso il corpo vince sullo spirito. Per arrivare a un climax intelligente e indimenticabile: il finale di Immaculate - La prescelta avrebbe infatti potuto prendere una strada più facile, consolatoria. Invece, anche qui, Sydney Sweeney accetta di rendersi protagonista di una scena ambigua e volutamente disturbante. È così che cresce un mostro di bravura: con scelte coraggiose e non scontate come questa.
Conclusioni
In conclusione Immaculate - La prescelta, il film di Michael Mohan unisce bene elementi del body horror al thriller, senza perdersi in scene e discorsi inutili, rimanendo compatto e dal ritmo serrato in tutti i suoi 90 minuti di durata. C'è grande gusto per il trucco prostetico e l'utilizzo della luce naturale, ma è Sydney Sweeney a brillare più di tutto: sempre più brava, passa con disinvoltura dall'essere un'ingenua a diventare un angelo sterminatore. Il finale di Immaculate - La prescelta resterà con voi a lungo.
👍🏻
Sydney Sweeney: sempre più brava.
Il ritmo serrato, senza scene e dialoghi inutili.
L'ottimo cast di contorno.
L'utilizzo della luce naturale.
Le props e il trucco prostetico.
Il finale che non si dimentica.
👎🏻
Chi è attento potrebbe anticipare presto molti dei colpi di scena.
Non vi aspettate il film definitivo su suore e horror.
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dilebe06 · 3 months ago
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Faithful
"C'è giustizia a questo mondo."
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Si chiude l'anno con un commento ad una piccola perla.
Scovato - non mi ricordo dove - e messo in lista in attesa di essere nel mood giusto per vederlo, Faithful ha trovato la sua occasione di brillare in questi ultimi giorni. E meno male che l'ha fatto: sono felicissima di averlo visto.
Inizierò citando un commento letto su Mydramalist riguardo a questa serie: Faithful non arriverà mai al grande pubblico. Non sarà mai una serie di quelle blasonate e pubblicizzate in ogni luogo... quel drama che tutti conoscono.
Ed è vero. Per i temi portati su schermo e per come vengono trattati, per il fatto che non è romantico - ma anzi presenta relazioni sentimentali tossiche - per la sua serietà delle vicende, difficilmente può attrarre lo spettatore. a me è piaciuto per questo
Ma andiamo alla trama:
La storia di svolge nel passato, dove Ru Lan è una giovane, spensierata ed ottimista studentessa dell'Accademia di Ricamo. Accanto a lei c'è la sua migliore amica Mu Wang: più riflessiva, composta e realista. Assieme passano i giorni ad imparare a ricamare, giocare e vivere quella vita da giovani e libere donne sognando un futuro pieno di speranze e sogni.
Centro dell'Accademia del Ricamo è il Maestro Wu, elegante uomo che insegna alle fanciulle l'arte di cui è padrone. Ammanicato con i Signori della città, ricco da far schifo e con legami stretti con i personaggi più influenti del circondario, Il Maestro Wu pare l'uomo perfetto.
Quest'uomo incredibile è ovviamente il centro del desiderio di decine di allieve che bramano la sua attenzione, tra cui proprio Ru Lan che riesce ad iniziare una storia d'amore con quest'uomo, sognando un vita felice e romantica al suo fianco.
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Ma tutto crolla per la ragazza quando, dopo la notte d'amore insieme, il Maestro Wu si dimostra scostante e freddo nei suoi confronti. Il motivo Ru Lan lo scoprirà presto: non è infatti l'unica a cui l'uomo ha dimostrato affetto e - per dirla volgare - non è l'unica che si è portato a letto. Compiacenti o meno. E chi capisce, capisce.
Una di quest'ultime è proprio Meng Wan, l'amica di Ru Lan. Lei si è opposta alle avances del Maestro ma è stato inutile: l'ha presa con la forza. E così decine e decine di giovani allieve. Premetto che nella serie i personaggi hanno 18/19 anni. Nel romanzo sono quattordicenni.
Scoperta dunque la verità, Ru Lan decide di denunciare l'uomo per stupro. Le altre ragazze staranno zitte e magari non vogliono rimembrare l'abuso subito...ma non lo farà lei. Nonostante TUTTI le dicano di lasciar perdere, che è inutile cercare di ottenere giustizia da un uomo che ha troppi collegamenti con persone importanti perché venga punito, Ru Lan non perde la sua fede nella giustizia. Lei è la vittima...perché dovrebbe tacere?
Ma ahimè la voce di Ru Lan non solo non viene ascoltata ma infangata in ogni modo possibile. Il Maestro Wu usa tutto il suo potere ed influenza per far crollare la ragazza, non disdegnando molestie sessuali, corruzione, fabbricazione di prove false...
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Alla fine dei salmi è Ru Lan stessa che viene tacciata di "promiscuità": è lei, secondo le voci che il Maestro ha messo in giro, ad averlo avvicinato e averci provato con lui. E' lei quella lasciva. E a Ru Lan tocca pure l'onore della prova di essere innocente.
Alcune persone tentano di aiutare la ragazza, che sia nel testimoniare a suo favore o salvarla quando è in difficoltà...ma tutto sembra vano. Il Maestro Wu è troppo potente, troppo amato dalla gente, troppo rispettabile agli occhi della città perché le persone credano davvero che sia uno stupratore.
Ru Lan, che aveva iniziato questa serie piena di vita e di speranza, allegra e solare, all'inizio della denuncia è decisa e combattiva nell'ottenere giustizia. Solo dopo tutte le angherie subite dal suo ex amato si "rassegna" ad alzare bandiera bianca: lei ha perso ed il Maestro Wu continuerà a violentare ragazzine su ragazzine nell'omertà generale.
Non solo: con il clamore della denuncia ormai Ru Lan ha perso anche rispettabilità e nessun uomo la vuole più sposare. Nessuno tranne il Maestro Wu il suo violentatore che spera di chiudere questa vicenda facendo della ragazza la sua concubina.
La giovane accetta il matrimonio ma solo per suicidarsi la prima notte di nozze nel suo ultimo e disperato tentativo di provare la sua innocenza. Siamo partiti con la denuncia per stupro al Maestro Wu per arrivare a dover stabilire l'innocenza di Ru Lan.
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E Meng Wan? L' amica di Ru Lan?
Vittima anche lei del Maestro Wu - con l'aggravante che a lei manco piaceva quest'uomo - inizialmente cerca di fermare Ru Lan dal denunciare l'uomo ma successivamente fa di tutto per starle accanto, supportandola e cercando di aiutarla meglio che può.
Ed è proprio lei, la vera protagonista di questo drama. Faithful infatti è strutturato con un episodio che si svolge durante le vicende di Ru Lan e quello successivo spostato 7 anni dopo. Meng Wan è ormai una donna cresciuta e sposata con un nobile che non ha mai dimenticato l'amica morta precedentemente. Se Ru Lan anni prima non è riuscita ad ottenere giustizia, ci penserà lei 7 anni dopo, riunendo attorno a sé uomini e donne che per un motivo o per un altro, hanno conti in sospeso con il Maestro Wu.
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Come si evince dalla trama, la storia è delicata. Si parla di stupro, vergogna, omertà. Di reputazione perduta e principi morali. Si prende una ragazza che denuncia una violenza sessuale e la si fa passare come una poco di buono, per "una che se l'è cercata."
Cosa straordinaria è l'attualità di queste tematiche: pur essendo ambientata in un epoca antica, certe cose orribili non invecchiano mai. Ed ho davvero apprezzato sia l'argomento sia come esso è stato trasposto.
Grande importanza poi la serie la riserva alle vittime e come esse vivono tale abuso: se Ru Lan urlava al cielo la violenza afflittagli, Meng Wang si portava tutto dentro, vergognandosi e nascondendo il suo dolore. E non solo lei. Preoccupate da ciò che la gente avrebbe detto di loro, della reputazione perduta, molte delle ragazze rimangono silenti ed in disparte.
E' una delle ultime vittime che, parlando con Meng Wang, rivela allo spettatore cosa molte di queste ragazze pensassero:
" ...sapevo che dovevo stare lontana dal Maestro Wu ma pensavo di essere più intelligente delle altre e che non sarebbe perciò toccato a me. E quando è successo mi sono detta che era stata colpa mia. "
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La cosa che ho quindi apprezzato è la delicatezza con cui la serie ha sviscerato le reazioni delle vittime: la stessa Meng Wang si trova in difficoltà nel portare avanti il suo piano di giustizia quando si rende conto che così facendo potrebbe portare dolore a queste vittime che magari non vogliono più nemmeno pensare al dolore subito.
Faithful non è una serie dove gruppi di ragazze abusate superano il loro trauma e si uniscono tutte assieme per sconfiggere il cattivo. E di nuovo, l'ho amato per questo.
Questo drama presenta inoltre personaggi tridimensionali, veri. Non ci sono eroi in calzamaglia bianca, perfetti e super positivi ma anzi... egoisti, opportunisti, falsi, bugiardi. Uno dei miei preferiti tra questi è l'Ufficiale Luo.
L'ufficiale Luo è stato il primo a cui Ru Lan si è rivolta per la sua denuncia ma ahimè inutilmente poiché l'uomo - oltre ad essere un corrotto - era al soldo del Prefetto che a sua volta era ammanicato con il Maestro Wu. Nel tentativo di convincerlo ad aiutarla, Ru Lan gli regala la forcina che gli diede sua madre per la maggiore età, con la promessa che avrebbe cercato di darle una mano.
L'ufficiale un po' ci prova ma proprio per questo, viene punito e mandato in galera per 7 anni con una falsa accusa di furto. E una gamba rotta che lo riducono ad essere uno zoppo.
Uscito di galera, Meng Wanf lo arruola per il suo piano di giustizia e al di là di farla pagare al Maestro Wu per la gamba ormai andata a puttane, è la promessa fatta a Ru Lan a muovere Liu. Può essere stato un corrotto e può essere stato in galera...ma è ancora un uomo d'onore.
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Ancor più bella la sua relazione d'amicizia con Sanning, la cortigiana. Non ci sono molte - se non nessuna perché io non l'ho ma trovata - storie d'amicizia uomo/donna che rimangono amicizia e non sfociano nel romanticismo. Faithful ce l'ha. E l'ho adorata. Questi due chiacchierano, bevono assieme, si prendono in giro a vicenda, affrontano avventure, si scambiano regali o si confidano uno all'altro sulle rispettive vite come veri e solo amici.
Ed a proposito di Sanning. Vera Queen di questa storia. Anche lei è stata approcciata dal Maestro Wu ma alle sue molestie, lei aveva risposto tirandogli una bottigliata in testa e andandosene dall' Accademia come una vera star. E' lei la prima e unica testimone di Ru Lan ma essendo una cortigiana, la sua deposizione non era stata ritenuta credibile.
Ma la bellezza di Sanning è la sua "noncuranza". Se ne frega di cosa pensino di lei ed è interessata solo a vivere la sua vita in libertà, facendo ciò che vuole, con chi vuole e dove vuole. La sua storyline è legata a quella del suo Maestro, l'uomo che l'ha addestrata e gli ha insegnato musica, arte, danza... senza mai toccarla con un dito anche se avrebbe potuto farlo. E' il grande rispetto e ammirazione che Sanning ha per quest'uomo che tocca le corde della mia sensibilità:
Dopo la testimonianza di Sanning, il Maestro Wu si vendica su di lei, attaccando il suo Maestro che perde la casa, il lavoro, le ricchezze ed anche la sanità mentale. Sette anni dopo quella deposizione, Sanning è straziata nel rivedere l'uomo pazzo mendicare un pezzo di pane in strada. E quando si rincontrano lui la saluta felicemente chiedendole come sta e implorandola di smettere di piangere.
Avrebbe potuto arrabbiarsi. Per colpa di Sanning quest'uomo ha perso tutto. E invece...
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Ma tutti i personaggi di Faithful sono belli ed hanno belle storie. Dalla moglie del Maestro Wu al fratello di Ru Lan.
Anche le dinamiche del gruppetto riunitosi attorno a Meng Wan sono carine e divertenti: persone diverse con vite e storie diverse che si sono unite e lavorano assieme per ottenere giustizia.
Mi è anche piaciuta Meng Wan. Essendo stata violentata prima di Ru Lan avrebbe potuto avvertirla ma non l'ha fatto. Ha cercato di farsi perdonare stando vicina all'amica durante la denuncia ma non è bastato e Ru Lan si è ammazzata con il suo nome infangato. Per sette lunghi anni progetta questo piano per abbattere il Maestro Wu e ristabilire il suo nome ma i suoi progetti non sempre vanno in porto. Non è infallibile, non è perfetta. Né come persona né come stratega. Chi ha visto drama di vendetta o di riscatto sa che certe volte i piani dei protagonisti positivi vanno sempre lisci come l'olio. In Faithful no. E questo mi è piaciuto perché dona quel tratto di realisticità che tanto mi piace.
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E adesso che ho parlato delle cose positive della serie, due parole su cosa invece non mi ha del tutto convinto: il finale.
Purtroppo l'ho trovato frettoloso e poco soddisfacente. Il Maestro Wu che per 23 puntate ribatteva colpo su colpo ai piani di Meng Wan si ritrova nel giro di un episodio arrestato e sbattuto in galera. Per uno che ha sempre avuto una via di fuga, un escamotage, un modo da parte della serie di farlo scampare alle sue responsabilità, all'improvviso si ritrova inerme da parte di una sceneggiatura che ha deciso che il drama doveva finire e che non gli ha dato scampo.
Questa fretta poi, si ripercuote sul valore della soddisfazione: dopo 23 puntate in cui gli ho augurato ogni male possibile e dove volevo vederlo soffrire lentamente, nel giro di 20 minuti viene messo in gattabuia, frustato e muore. E ciao.
Persino il Prefetto da lui corrotto viene unicamente retrocesso dal lavoro quando abbiamo visto tutti i suoi crimini che son ben più gravi di una misera retrocessione.
Onestamente per questo finale mi aspettavo di più per quanto riguarda la fine dei villain. Ma va bene, mi accontenterò.
Chiudo con l'episodio finale che è molto strano: una puntata what if dove vediamo le vite dei nostri personaggi in un mondo dove il Maestro Wu non è mai stato uno stupratore e dove tutto va bene: i personaggi sono vivi e felici, le storie d'amore secondarie e principali sono sbocciate e tutti vivono serenamente e senza problemi.
Un episodio che lascia aperti molti significati:
è semplicemente un qualcosa fatto come contentino per risollevare l'umore degli spettatori dopo tutto quello che ha passato e visto fino a mo'. Una specie di happy ending alternativo insomma.
oppure è un episodio che vuole mettere l'accento su come mostri non si nasca, ma lo si diventa. Il Maestro Wu inserito in un contesto familiare sereno e pieno d'amore, non diventa mai lo stupratore che conosciamo. La stessa Meng Wan diventa quello che ha sempre voluto essere: una donna indipendente e proattiva dopo che sua madre divorzia dal marito ubriacane e violento.
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Onestamente non so che significato dargli se non pensare che ognuno di noi può vederci quello che vuole.
In un commento ho letto che questo episodio "rovina" la serie poiché mostra come tutti i personaggi sarebbero stati felici senza farsi impelagare da questa storia e buttando al macero dunque, tutti gli sforzi ed i sacrifici fatti per ottenere giustizia.
Alla fine del drama infatti, nessuno è propriamente felice: i personaggi hanno perso tanto, rischiato ancor di più e alcuni sono addirittura morti. C'è soddisfazione per la giustizia ottenuta ma nessuna vera festa: d'altronde Ru Lan è ancora morta. Le violenze sono ancora state fatte e le persone hanno ancora sofferto. Nessuna punizione potrà riportare tutto a posto.
Tuttavia non sono d'accordo con questa visione dell'episodio. Che nessuno faccia feste ecc ecc è perfettamente in linea con la serietà della serie e degli eventi accaduti, rispettando dunque le vittime e la delicatezza del tema trattato. Inoltre, non si cerca giustizia per essere felici ma lo si fa perché è giusto farlo. Meng Wan non ha cercato di buttar giù il Maestro Wu per trovare soddisfazione personale, una gioia per sé. E così gli altri personaggi che le ruotavano attorno: hanno aiutato Meng Wan perché era giusto farlo ed è questo quello che mi sembra la cosa più encomiabile.
Detto questo...concludo: drama serio e delicato, da vedere assolutamente se si cerca qualcosa di profondo e che ti faccia riflettere. Ottimi i personaggi e la loro tridimensionalità che li rende tutti credibili e realistici. Unica pecca appunto il finale che mi ha lasciato un po' insoddisfatta ma nel complesso, drama promosso a pieni voti.
Voto: 8.4
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raccontiniper18 · 1 year ago
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Settimo racconto erotico.
Questo è il continuo del terzo racconto erotico.
Vi avevo parlato che mentre mi toccavo pensavo alla mia migliore amica,nonchè cuginetta,ma non era cuginetta di sangue,ma bensi' le nostre mamme erano migliori amiche fin da piccole e coltivano la loro amicizia tutt'ora, quindi anche noi due fin da bambini siamo cresciuti praticamente assieme, essendo coetanei. Ci raccontavamo tutto e ci volevamo benissimo,appunto come veri e propri cuginetti.
Da piccolissimi,qualche anno prima, giocavamo al solito dottore, un po' più censurato del solito dottore, perchè non c'era malizia,ma solo curiosità tipo io vedevo la sua patatina e lui il mio pisellino e al massimo ci davamo qualche colpettino per dire che la visita fosse finita, credo che nemmeno mi si alzasse e a lei non si bagnasse nemmeno.
Dopo l'esperienza della mia prima sega,ero mooooolto orgoglioso di me stesso e come vi dicevo non volevo ''vantarmi'' con chiunque,ma avevo voglia di farlo con lei. Ovviamente senza nessun fine,sapevo che non ci sarebbe mai stato nulla fra di noi, appunto perchè mi vedeva e la vedevo come semplici cugini. Il giorno di tutti i santi cioè il giorno dopo la mia prima seghetta, e come al solito pranzammo poi le nostre mamme uscivano fuori per il loro caffè e la loro sigaretta e noi andavamo in camera mia a vedere qualche video youtube. Appena arrivammo in camera mise un video dei theshow e lo vedemmo arrivati verso metà video misi in pausa la guardai negli occhi e le dissi ''senti non so con chi confidarmi,ma ieri sera mi sono segato, so che sei una ragazza e non ti importa ma volevo dirlo a qualcuna e sai che a te ti racconto tutto''.
lei mi sorrise ed esclamò ''oooooooooooh finalmente è cresciuto il mio cuginetto, era oraaa pisellinoooooooo''.
Io sorpreso e sulla difensiva le dissi un po' titubante ''Eiiiiii, io sono molto più cresciuto di te, e anche il mio pisellino non è tanto pisellino ma pisellone...''
Lei '' Mmmmmh sei cresciuto io mi masturbo, da un mesetto ma shhhhh non lo dire nessuno''
Io ''Come anche le donne si masturbano????''
''Certo pisellino che ci masturbiamo ahahaha che vi credete che solo voi avete i bollori da spegnere anche noi!''
(In realtà pensavo di si, e che le donne facessero sesso solo per accontentare e farci svuotare a noi,pensa che genio che ero)però le dissi '' E scusa come lo fai?'' Lei '' beh porno,fantasia spio i miei che scopano e poi immagino''. Nella mia testa ero spiazzato,non solo mi confessava che era vogliosa e che si toccava ma che anche la mia zietta scopava e lei la spiava e si eccitava. Però feci finta che fosse tutto normale e dissi a mia volta che anche io spiavo i miei (Non era vero,perchè si chiudevano a chiave sentivo solo il letto cigolare) e che vedevo i porno anche io.
MMMMMMMh mi rispose e che sito porno vedi? che categoria? che ti piace?
io esterrefatto e arrapatissimo dissi : '' Beh, porn*ub mi piace e vedo amatoriali e mi piace tanto il *ulo le *ette e la *ica'' tu? con la voce tremolante?
E a me piace il *azzo che novità hahahah pisellino innocente seguitò subito ''Non si dice,una ragazza non lo dice che porno vede''.
Poi sospira e rimette play e dice appena inizia il video, peccatoooooo...
io rimetto pausa perchè peccato??
Perchè io sono eccitata a parlare di ciò e sono bagnatissima, ma vedo che tu non sei arrapato perchè non si vede il durello. Poi pausa e riprende o magari davvero hai il pisellino mi provoca nuovamente.
Scema sono arrapato anche io e non ho il pisellino smettila sennò te lo caccio e te lo mostro.
MMMMh ma quando giocavamo al dottore era pisellino e anche ora lo sarà ahahahaha dai vediamo i the show che sono dei veri 2 manzi chissà loro due che hanno li in mezzo ahahahaha
Finimmo di vedere il video dei the show e lei andò in bagno a fare pipì, in quel momento avevo mille pensieri in testa su cosa fare,se spogliarmi e dimostrargli che non ero più pisellino,o ignorarla. Decisi di ignorarla. E mi misi un po' sul letto al cell.
Lei tornò e disse ''Cuginè ti vedi i pornazzi????'' Io girai il telefono di colpo '' nono sto cazzeggiando su insta''
Madò scherzavo pisellino.
SMETTILA
Lei: ''Sennò?''
SMETTILA E BASTA. Arrabbiatissimo e quasi urlando.
Ahahaha pisellino non è che alzi la voce e mi zittisci, va ti faccio vedere qualche cazzone su internet,chiuse youtube e apri porn*ub si girò e mi disse era questo il sito tuo da porcellino,pisellino?? Mi diressi verso di lei e mi sedetti al suo fianco,come eravamo prima. Mise il primo porno era un threesome MMF, due dick e una pussy, appena si spogliarono, Dio cuginetto ce l'ho fradicia vedi questi si,che sono cazzoni altro che il tuo pisellino.
E lei ha una bella fica altro che la tua fichettina glabra e secchissima (Provocai a mia volta)
Eiii rispondi pure, che ti crede che se hai 2 peletti nelle mutande sei grande? ahahaha no dai scherzo non sei grandeeee sei pisellinooooooooooooooooooooo.
Ci fù un minuto di silenzio interminabile. Finito quel minuto le dissi senti ci masturbiamo insieme davanti a sto porno? O sei troppo signorina per farlo,io ho le palle di farlo e tu?''
Io non ho le palle ma una bella fighetta umida e vogliosa. Pisellino mio.
E allora dai masturbiamoci,signorina.
Occristo rispose finalmente l'hai detto e si calò all'istante pantaloni e slip fino alle ginocchia e iniziò a toccarsi da seduta davanti la sedia.
Io rimasi a bocca aperta e incredulo a quella visione paradisiaca. Vedevo per la prima volta una donna mezza nuda,solo il pezzo di sotto,ma che bello vedere quelle grazie, totalmente glabra,credo si sia depilata quella stessa mattina, e per la prima volta sentii quell'odore di fica,che piace a tutti,donne comprese. Buono e inebriante, fu lei a rianimarmi dicendo ''se guarda,guardone che il pisellino sta bene nelle tue mutande a dormireeee o sei gay? voglio mettere un porno gay? a me eccitano'' subito per non essere detto altro lo cacciai e lo mostrai a lei. Beh rispose non è tanto pisellino ma non è come nei porno, però nei porno sono tutti ssuuuuuupeeeeeerrrrrr dotatissimi. Dai masturbiamoci che abbiamo poco tempo. Però guardiamo il video non i nostri sessi.
Dopo 10 su e giù per la situazione e i suoi ansimii, ero già in procinto di venire ma strinsi il culo, per non fare figure, ma dopo 2 o 3 strette non ce la facevo più e smisi. Lei se ne accorse e si mise a ridere ahahhah eiaculazione precoce????? Lo prese lei in mano diede un su e giu e spruzzai tutto. il pc,la sua mano, la tastiera il mobile,la sua maglia. E urlai un arshfshfshfsh.
Poi mi si affloscio fra le sue mani,lei prese la sua mano e la lecco. Però lasciando un po' di sp*erma ,mi passo la sua mano e disse leccala fino all'ultima goccia e io lo feci. Leccai tutto e nel mentre lei vennè ed ansimò. Si ricompose e mi disse e bravo pisellino, stai crescendo. Mi diede un bacio e andò giù dalle nostre mamme a parlare anche lei e io rimasi li' con cazzo moscio, sporco di s*rra con la stanza ripiena dei nostri odori,ripromettendomi che alla prossima avrei dato il meglio.
Fine.
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