#linguaggi espressivi
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pier-carlo-universe · 12 days ago
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Gorizia e Nova Gorica: Capitale Europea della Cultura 2025, un ponte tra storia e futuro. Un legame culturale che unisce Italia e Slovenia
Gorizia e Nova Gorica, città gemelle divise da un confine politico ma unite da un'anima comune, sono state proclamate Capitale Europea della Cultura 2025.
Gorizia e Nova Gorica, città gemelle divise da un confine politico ma unite da un’anima comune, sono state proclamate Capitale Europea della Cultura 2025. Questo prestigioso riconoscimento celebra la loro storia condivisa, il loro spirito di collaborazione e il loro impegno nel costruire un futuro basato sulla cultura, sull’arte e sulla valorizzazione del patrimonio europeo. Il progetto GO!…
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niconote · 7 days ago
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NicoNote DARE VOCE workshop: Corpo, Parola, Suono > 6 aprile BOLOGNA @ Lo Studio Spaziale • Iscrizioni entro 21 marzo •
DARE VOCE / Focus Corpo, Parola, Suono un pomeriggio di Workshop condotto da NicoNote Domenica 6 aprile dalle 14h alle 19h a Lo Studio Spaziale, Bologna I posti sono limitati a 12 partecipanti. Iscrizioni entro venerdì 21 marzo.
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DARE VOCE workshop tematico e ricorrente creato da NicoNote, un laboratorio di studio e di ricerca attorno alle molteplici declinazioni dell'universo VOCE. Domenica 6 aprile 2025, un nuovo appuntamento. Una sessione intensiva sulla Voce, la sua imprescindibile relazione con il Corpo, esplorazione della Parola, del mondo del suono che tutto permea. NicoNote propone un pomeriggio di studio che prende le mosse dalle sue pratiche di training e processo di messa in voce, sviluppa percorsi di studio e riflessione che condivide con il gruppo.
Ogni workshop con NicoNote è una esperienza che tocca corde profonde, rinnova e rivitalizza attitudine e visione, in definitiva sono momenti di apprendimento, che innescano nuovi processi di creazione e consapevolezza, nella composizione del gesto vocale, nella epistemologia personale della percezione del suono e della scena.
Domenica 6 aprile a Bologna, il lavoro sarà focalizzato sia sul Training, con esercizi di tecnica e movimento per un riscaldamento fisico vocale, con una attenzione all' ascolto profondo, per poi approfondire mondi verbali ed espressivi. Seguirà una parte teorica e di riflessione, verso la pratica della ''messa in voce'', con esplorazione della parola, della sua forza performativa, nella realzione con il suono, dato e/o creato.
La ricerca vocale di NicoNote alias Nicoletta Magalotti sintetizza 40 anni di lavoro sulla VOCE nella pratica teatrale e musicale, nell’ incontro con maestri tra i quali Gabriella Bartolomei, Yoshi Oida, Roy Hart Theatre, Akademia Ruchu, Tiziana Ghiglioni, Francois Tanguy, nello sviluppo di un percorso artistico e didattico personalissimo. Un approccio alla Voce che abbraccia la tecnica vocale a 360° mutuando pratiche e studi sulla vocalità provenienti da diversi mondi musicali, teatrali, performativi fino a pratiche di meditazione sonora.
DARE VOCE workshop / Corpo, Parola, Suono
• QUANDO domenica 6 aprile, h. 14.00 – 19.00 • DOVE presso Lo Studio Spaziale, Via F. Albani 1/7 A Bologna (per chi viene in treno, vicinissimo alla Stazione) • COSTO 50 € • ISCRIZIONI Per accedere al workshop non c’è selezione, ma è necessario scrivere una mail, per richiedere il tuo posto e scrivere una tua breve presentazione. Scrivi a: [email protected] con oggetto: Workshop 6/04 Bologna I posti sono limitati a un numero massimo di 12 partecipanti e a un numero minimo di 4.​ Il workshop non prevede la partecipazione di uditori. L’iscrizione si intende confermata solo se perfezionata dal pagamento anticipato della quota di iscrizione. ​ Ove non si raggiungesse il numero minimo di partecipanti il workshop non avrà luogo e la quota di iscrizione verrà rimborsata integralmente.
• iscrizioni entro il 21 marzo.
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NicoNote (It/A) alias artistico creato nel 1996 da Nicoletta Magalotti Sound poetry artist, autrice, performer e cantante. Agisce nei territori di musica, teatro, installazioni, clubbing, radiofonia, con produzioni artistiche e curatele – la sua identità artistica si manifesta nella ibridazione dei linguaggi. Nel 2010 crea la sigla NicoNote Dream Action, per indicare il suo gruppo di lavoro, costellazione fluttuante e nomade. La sua ricerca vocale si intreccia all’incontro con maestri quali Yoshi Oida, Gabriella Bartolomei, Roy Hart Theatre, Akademia Ruchu, François Tanguy. Autrice di un’avventurosa discografia, con tournée musicali e teatrali in Europa, Canada, Argentina, Brasile.
Dalla new wave italiana con i Violet Eves, band molto amata da Pier Vittorio Tondelli al teatro di Romeo Castellucci con Socìetas Raffaello Sanzio, passando dal Cocoricò di cui ha curato l'art room Morphine insieme a Dj David Love Calò, creando un luogo di radicali sperimentazioni musicali e teatrali. Discografia dal 1985 e tour musicali e teatrali in Europa, Canada, Argentina, Brasile. Release su Rizosfera, Rough Trade, Mille Plateaux, Music from Memory, Cinedelic e molte altre. È una voce del progetto Donnacirco (La Tempesta dischi). Recentemente NicoNote ha contribuito allo spettacolo di teatro musicale sperimentale “Buffalo Gals, Won’t You Come Out Tonight”, basata sull'omonima favola utopica di Ursula K. Le Guin. Regia di Silvia Costa e musiche di Solistenensemble Kaleidoskop e dei compositori Andrea Belfi e Wojtek Blecharz. Prodotto e rappresentato a Radialsystem Berlino, luglio 2024. In uscita proprio in questi mesi per New Interplanetary Melodies / Big Doings, in vinile e digitale: ''REGOLA'' concept album elettronico immersivo, suite ispirata a Hildegard von Bingen. Conduce regolarmente masterclass sulla Vocalità e la Scena, collabora con Tempo Reale Firenze, Accademia Kataklò Milano. Syntonic è il suo programma mensile su Radio Raheem. https://linktr.ee/NicoNote
Immagine: Volto che canta, Marco Mazzoni.
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londranotizie24 · 26 days ago
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Di Roberta Leotti Al MimeLondon 2025 va in scena The Rite of Spring dell’italiana Dewey Dell. Fino a sabato 25 gennaio l’appuntamento è alla Queen Elizabeth Hall del Southbank Centre di Londra. Al MimeLondon 2025 va in scena The Rite of Spring dell’italiana Dewey Dell E’ solo alla sua seconda edizione, anche se in verità potrebbe essere la quarantanovesima. Stiamo parlando di quello che fino al 2023 veniva chiamato London International Mime Festival, a nostro avviso uno dei festival di arti performative irrinunciabili della capitale britannica. Da un paio di anni ha cambiato il nome in MimeLondon e per fortuna, solo quello. La rassegna 2025 cominciata la scorsa settimana vanta in programma un gradito ritorno tutto italiano. Parliamo e ne abbiamo parlato proprio con la compagnia di danza Dewey Dell che quest’anno presenta il suo famoso The Rite of Spring (vincitore del premio Danza &  Danza 2023 come produzione italiana). Come nasce la compagnia Dewey Dell? “Dewey Dell è nata nel 2006 da alcuni ragazzi con avevano il desiderio di creare qualcosa insieme. All’inizio quello che era una forma di passatempo per sfuggire alla noia di una città di provincia, con il tempo è diventato sempre più “serio” fino a diventare, in età adulta, la nostra professione. La compagnia è formata da Agata Castellucci, Teodora Castellucci, Vito Matera e dal musicista Demetrio Castellucci. Sin dall’inizio, Dewey Dell ha svolto un lavoro molto attento su diversi aspetti nella performance. Non solo sulla fisicità, ma anche sull’espressione corporea e sulla creazione di esperienze immersive per il pubblico, spesso caratterizzate da una forte componente musicale. La danza si intreccia spesso con altri linguaggi espressivi da far sfuggire a volte il senso profondo della parola “danza”. Per noi il movimento è ovunque”. La vostra compagnia ha un nome particolare, potete dirci i motivi della scelta di chiamarvi Dewey Dell? “La compagnia prende il suo nome da uno dei personaggi del romanzo “Mentre orivo" di William Faulkner. Si tratta di una ragazzina di poche parole che si esprime soprattutto attraverso lo sguardo. Per noi il teatro è soprattutto uno scambio di sguardi, quello del pubblico e quello del “mondo” creato sulla scena verso il fuori, verso la realtà”. Tornando al presente, non nuovi al palco del Mime di Londra, che ricordo avete delle vostre partecipazioni precedenti? “La compagnia ha lavorato con Mime Festival sin dal 2017, con la rappresentazione al Barbican Pit del lavoro “Marzo”. Successivamente nel 2022 con la proiezione del corto “They Rise and They Fall”. Entrambe le esperienze sono state molto importanti seppur completamente diverse (“They Rise and They Fall” fu commissionato a distanza durante il periodo covid). Il dialogo con i direttori del Festival Helen Lannaghan e Joseph Seelig infatti è sempre stato aperto e di ampie vedute, le loro proposte ci hanno sempre entusiasmato. E’ proprio grazie a loro che oggi possiamo portare sul palco della Purcell Room del Southbank Centre la nostra ultima creazione “The Rite of Spring”. L’opera di Igor Fëdorovič Stravinskij che Pina Bausch già nel’75 concepì con una coreografia senza orpelli, volta ad ed evidenziare con una certa forza espressiva la drammaticità della storia. Uno spettacolo che ha calcato le scene londinesi anche nei primi anni 2000. Pensate che il pubblico del Mime sarà portato al confrontare la vostra coreografia con il lavoro della ballerina e coreografa tedesca? “Durante la creazione di questo lavoro abbiamo evitato di guardare altre interpretazioni di questa opera. Volevamo dare spazio alla musica e alle immagini che essa faceva fiorire nella nostra mente durante l’ascolto. Ne è nata una storia ambientata in un mondo microscopico naturale, dove la morte e la vita si intrecciano continuamente. Abbiamo riscoperto dunque, con sorpresa, quanto la musica stessa portasse da sola la narrazione originale, quella del sacrificio: della vita che muore per donare altra vita. Una dinamica che in natura si incontra spesso. Non abbiamo adattato o modificato nulla del lavoro per il pubblico inglese”. La danza contemporanea rispecchia la società: secondo voi è vera questa affermazione? In particolare, oggi giorno si parla tanto dell’utilizzo dell’AI (Artificial Intelligence). Secondo voi può rappresentare una risorsa o una minaccia per le arti performative? “In generale per noi il teatro e lo spettacolo dal vivo sono profondamente legati alla vita, alla sua contingenza e alla sua - possibile - inesistenza. Questo era molto chiaro durante il periodo covid; se la vita si ferma anche il teatro necessariamente si ferma. Per noi la tecnologia AI fallisce nella creazione di un lavoro artistico, dunque non rappresenta alcuna minaccia. Le fondamenta di una spinta artistica di qualsiasi genere dovrebbero provenire da un vissuto profondo, non da radici posticce o improvvisate. Il lavoro non si erge su una necessità effimera o da una idea trovata tramite AI, per tenere in piedi una idea nel campo dello spettacolo dal vivo ci vuole l’umano e la sua unica capacità di costruire storie stratificate tra i visibile e l’immaginato”. Se poteste descrivere il vostro The Rite of Spring con solo 3 aggettivi quali sarebbero? “Tellurico: la potenza del ritmo della musica di Stravinsky sembra smuovere la terra. Metamorfico, perché tutto è sempre in costante evoluzione e il terzo aggettivo è Sfrenato. La nostra pièce contiene delle scariche elettriche di energia e potenza sia musicale che fisica”. Prossima tappa? "The Rite of Spring parteciperà al Meetyou Festival di Valladolid (Spagna) il prossimo 8 marzo (Deweydell). Oltre allo spettacolo sold out al MimeLondon, la compagnia è impegnata nella produzione di un lavoro profondamente ispirato al “Dido & Aeneas” di Henry Purcell (storia tratta dal Libro IV dell’Eneide di Virgilio) e che dovrebbe debuttare nel 2026." ... Continua a leggere su
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alessandro55 · 6 months ago
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Carte, colori e tessuti
Ritratto di una costumista: Adriana Berselli
Un fondo della Biblioteca "Luigi Chiarini"
Centro Sperimentale di Cinematografia, Roma 2005, 160 pagine, 15x21cm,
euro 18,00
email if you want to buy [email protected]
Il volume è nato dalla volontà di valorizzare il fondo librario e documentario appartenuto alla costumista Adriana Berselli e recentemente acquisito dalla Biblioteca “Luigi Chiarini”. Allieva del Centro Sperimentale di Cinematografia, diplomatasi nel 1951, la costumista è stata attiva nell’ambito cinematografico, teatrale e televisivo sia in Italia che all’estero. Nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con registi del calibro di Pabst, Blasetti, Comencini, Antonioni, Polanski, Di Palma, Pan Cosmatos, vestendo i più importanti protagonisti del cinema di quegli anni, quali Aldo Fabrizi, Totò, Monica Vitti, Virna Lisi, Peter Sellers, Marcello Mastroianni, Sophia Loren. Si è cimentata con l’uso di altri linguaggi tecnici ed espressivi lavorando per la televisione sperimentale degli anni ’70 – notevole è il suo studio per i costumi di Philo Vance di Marco Leto o per i Racconti di fantascienza di Blasetti – e per gli allestimenti di grandi opere classiche – Shakespeare, Goldoni, Leoncavallo, Mascagni – nei teatri nazionali venezuelani. Nel 2004 la costumista ha deciso di proporre l’acquisizione delle sue “carte”. Il volume ne illustra il complesso lavoro di archiviazione curato da Laura Ceccarelli e Marina Cipriani, mentre l’ampio ed originale apparato iconografico di corredo ha la funzione di evidenziare il pregio grafico del nucleo più rappresentativo dell’intero fondo, vale a dire i bozzetti originali preparatori dei costumi. Il libro è introdotto da un’intervista, redatta da Domenico Monetti, in cui la Berselli ricorda, attraverso felici aneddoti personali, gli incontri più importanti e le scelte teoriche che sono state alla base del suo difficile ed insostituibile “mestiere” di creatrice d’abiti per lo spettacolo.
05/09/24
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Claudio Gubitosi, "Giffoni54 si farà"
“Possiamo finalmente dirlo: siamo pronti per #Giffoni54 che si svolgerà ‪dal 19 al 28 lugli‬o” a Giffoni Valle Piana (Salerno) e sarà “una grande edizione, nelle nostre intenzioni davvero memorabile, più forte e più intensa di sempre”. Lo ha detto il fondatore e direttore di Giffoni, Claudio Gubitosi, alla chiusura di Giffoni Shock, nuovo progetto dedicato all’arte e ai linguaggi espressivi più…
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redazionecultura · 1 year ago
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sardies · 1 year ago
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Venti storie di donne, Roberta Sale a Sa Mandra con “Un filo nel vento”
Alghero. Il 24 novembre a Sa Mandra, alle 18, ritorna Nàrami e incontra la prosa poetica di Roberta Sale, autrice del libro “Un filo nel vento. Storie di donne”, edito da Poliedro, costola e collana della casa editrice nuorese Ilisso. Un progetto editoriale sperimentale che interseca più linguaggi espressivi e racconta venti storie femminili di altrettante eroine in un lungo viaggio che parte dal…
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automaticvr · 2 years ago
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https://player.vimeo.com/video/834689696?title=0&byline=0&portrait=0&speed=0&badge=0&autopause=0&player_id=0&app_id=5178
Virtual Reality Movie Festival. Cosa aspettarsi da un festival sul cinema VR e sulla realtà virtuale? Al Laboratorio Urbano Aperto di Modena (24-29/05/2019) siamo entrati nella realtà virtuale: talk, proiezioni gratuite, professionisti del settore VR e noi di Gold naturalmente. Se il video ti è piaciuto non dimenticare di darci il tuo feedback e di lasciare un like! Ma il nostro universo si espande ben oltre. Visita il nostro sito: https://ift.tt/dfJrYpK Seguici sui social: Instagram: @goldproject Facebook: https://ift.tt/pVnDIbW Linkedin: https://ift.tt/ZjFNeDd Scrivici una email: [email protected] COS’È GOLD: Gold è un progetto multimediale e pionieristico fondato nel 2003. Un universo di tanti pianeti che gravitano attorno alla creazione di contenuti, in cui la creatività prende diverse direzioni: Comunicazione, Cinema, Nuove tecnologie, Streetwear e Divulgazione. Da sempre attenti alla street culture e alle novità, utilizziamo tutti i linguaggi espressivi e un approccio non convenzionale per realizzare progetti spaziali, esplorando nuove frontiere e strategie di comunicazione.
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scenariopubblico · 2 years ago
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#FICFest: 11 maggio
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Il primo appuntamento della quinta giornata del #FICFest è stato la presentazione del progetto I linguaggi del corpo/oltre le barriere per raccontare l'umanità, tenuto presso Scenario Lab.
Avviato nel 2021 e concluso nel 2023, I linguaggi del corpo, coordinato da Luca Recupero, ha avuto l'obiettivo di dare voce ai giovani attraverso la creatività per favorire l'inclusione e l'integrazione tra sociale. Un binario delle attività ha utilizzato la danza contemporanea, attraverso dei laboratori coordinati da Silvia Oteri e Marta Greco. Il movimento è stato lo strumento comunicativo impiegato, capace di mettere in relazione i corpi e abbattere le barriere linguistiche e culturali. Parallelamente ai diversi laboratori di movimento è stato avviato un corso per videomaker della danza, coordinato da Laura Schillirò e Riccardo Napoli, coinvolgendo numerosi giovani del territorio.
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La presentazione è stata aperta da una performance che ha portato in scena le esperienze vissute durante i laboratori che si sono svolti durante i due anni. I protagonisti sono stati gli amatori, uno dei gruppi interni al progetto, che si sono esibiti utilizzando sia il corpo che la voce. Ad aprire l’azione è stato, infatti, il testo recitato da due partecipanti: pensieri ed emozioni che hanno istaurato una connessione intensa con il pubblico.
Come emerso, per gli amatori è stato un viaggio, una scoperta, una liberazione, un nuovo metodo di conoscenza per il proprio corpo e quello degli altri.
Successivamente alla performance, sono stati presentati quattro cortometraggi di videodanza realizzati dai partecipanti del corso di videomaker. Le riprese sono state registrate in diversi luoghi: liceo A. Musco di Librino, Scenario Pubblico, Metropolitana di Catania, Palestra LUPo. I primi due lavori proiettati sono stati concepiti come brevi documentari del progetto stesso e sono stati realizzati durante il primo anno. I secondi, invece, sono stati due cortometraggi di fiction ideati e prodotti durante il secondo anno.
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Il progetto I linguaggi del corpo oltre le barriere ha coinvolto il gruppo amatori, il liceo coreutico A. Musco, il liceo Turrisi Colonna, l’associazione Prospettiva, il centro di prima accoglienza ‘Il Nodo’, Save the Children, ‘Penelope’ casa delle donne. Tutti i partecipanti hanno avuto la possibilità di frequentare i laboratori tenuti dai coordinatori e di partecipare a incontri con ospiti tra cui: D Ilenia Romano A Claudia Rossi Valli N Sonia Mingo Z Annalisa Di Lanno A e i danzatori della Compagnia Zappalà Danza, V Lucia Carolina De Rienzo (COORPI), I Enrico Coffetti (CRO.ME), D Marco Longo, E Paolo Favaro, O Nello Calabrò.
A seguire, alle 21.30, nella Black Box è andato in scena Viva la mamma di Gioia Maria Morisco, coreografa, drammaturga ed ex danzatrice della Compagnia Zappalà Danza.
Come si può dedurre dal titolo è stata la maternità il tema principale. Un quadro chiaro che ha rappresentato ogni sfaccettatura della figura materna, miscelando forza, rabbia, felicità e sana follia che contraddistinguono la vita di tutti i giorni della donna-madre.
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La danzatrice ha saputo coinvolgere il pubblico, con l'estrema verità dell'azione in termini espressivi e coreografici, con una spontaneità così naturale da abbattere, sin da subito, la parete tra l'interprete e lo spettatore.
Morisco ha installato la situazione-tipo di una mamma occupata a prendersi cura del figlio. I suoi comportamenti sono stati talmente reali da rendere quasi visibile il figlio immaginario. Con ironia, tra pianti e risa, la partitura fisica ha davvero colpito il pubblico immerso in un’atmosfera tragicomica.
L'ironia è stata elemento base di tutta la rappresentazione per designare lo staccamento dallo stereotipo di donna-madre e di presentare, al contrario, quello di un corpo bisognoso, felice e stremato.
Viva la mamma, andando alla ricerca di spazi più nascosti della gravidanza e della maternità, ha indagato ogni possibile peculiarità, dipingendo la solitudine femminile tra disperazione e felicità.
Il #FICFest continua oggi, 12 maggio, con i seguenti appuntamenti:
h. 17 - Lecture (a cura di Toula Limnaios, Ralf R. Ollertz, presso White Box di Scenario Pubblico). h.19 - Female escape (a cura di Collettivo SicilyMade, presso Scenario Lab). h. 20.45 - Magie, trucchi, fanciulle spiritate e altri rimedi contro il malcontento dilagante (a cura di Emanuele Coco, presso Scenario Pubblico).
Credits Redattore: Shamira Renzi Reporter: Maryterry Rizzi, Martina Giglione Media: Ania Kaczmarska, Martina Giglione Revisione: Sofia Bordieri
🪂🪂🪂🪂
Launched in 2021 and concluded in 2023, The Languages of the Body, coordinated by Luca Recupero, aimed to give youth a voice through creativity to foster social inclusion and integration. One track of activities used contemporary dance, through workshops coordinated by Silvia Oteri and Marta Greco. Movement was used as the communicative tool, capable of connecting bodies and breaking down language and cultural barriers. Parallel to the various movement workshops, a course for dance “videomakers” was launched, coordinated by Laura Schillirò and Riccardo Napoli, involving numerous young people from the area.
The presentation was opened by a performance that brought to the stage the experiences lived during the workshops that took place during the past two years. The protagonists were  amateurs coming from one of the project group’s, who performed using both body and voice. The opening action was, in fact, the text recited by two participants: thoughts and emotions that established an intense connection with the audience.
As it turned out, for the amateurs it was a journey, a discovery, a liberation, a new method of knowledge for their own bodies as well as the others.
Following the performance, four short video dance films made by the participants of the videomakers course were presented. The projects were recorded in different locations: high school A. Musco in Librino, Scenario Pubblico, Catania Subway, Palestra LUPo. The first two works were presented as short documentaries of the project itself and were made during the first year. The second, on the other hand, were two short fiction films conceived and produced during the second year.
Project The Languages of the Body Beyond Barriers involved the amateur group, A. Musco Choreographic High School, Turrisi Colonna High School, Prospettiva Association, 'Il Nodo' first reception center, Save the Children, 'Penelope' women's home. All participants had the opportunity to attend workshops held by the coordinators and participate in meetings with guests including: 
D Ilenia Romano A Claudia Rossi Valli                                    N Sonia Mingo C Annalisa Di Lanno  E and the dancers of Compagnia Zappalà Danza, 
V Lucia Carolina De Rienzo (COORPI),  I Enrico Coffetti (CRO.ME),  D Marco Longo,  E Paolo Favaro,  O Nello Calabrò.
Moving forward, at 9:30 p.m., we could watch in the Black Box  Viva la mamma by Gioia Maria Morisco, choreographer, playwright and  a former dancer with Compagnia Zappalà Danza.
As can be guessed from the title, motherhood was the main theme. A clear picture portraying every aspect of the mother figure, mixing strength, anger, happiness and healthy madness that mark the everyday life of the woman-mother.
The dancer was able to engage the audience, with the extreme truth of the action in terms of expression and choreography- a spontaneity so natural, that from the very beginning she broke down the wall between performer and spectator.
Morisco presented the typical situation of a busy mother taking care of her child. Her behaviors were so real that the imaginary child was almost visible. With irony, between tears and laughter, the physical score really struck the audience, introducing a tragicomic atmosphere.
Irony was the basic element of the whole performance in order to show the detachment from the stereotype of woman-mother and to present, on the contrary, a body that is needy, happy, but also exhausted.
Viva la mamma investigated the most profound spaces of pregnancy and motherhood, focusing on every possible feature and portraying the female loneliness between despair and happiness.
The #FICFest continues today, on the 9th of May with the following events:
h. 17 - Lecture (presented by Toula Limnaios, Ralf R. Ollertz, in White Box, Scenario Pubblico).
h.19 - Female escape (presented by Collettivo SicilyMade, in Scenario Lab).
Credits Redaction: Shamira Renzi Reporter: Maryterry Rizzi, Martina Giglione Media: Ania Kaczmarska, Martina Giglione Text revision: Sofia Bordieri Translation: Ania Kaczmarska
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personal-reporter · 2 years ago
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Ambrogio Barili a Casalmaggiore
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In omaggio al ruolo decisivo che Ambrogio Barili ebbe per la diffusione della cultura figurativa nella Milano e nella Cremona degli anni Sessanta e Settanta, il Museo Diotti a Casalmaggiore fino al 14 maggio gli dedica una mostra che mette in luce due aspetti della sua attività. Ambrogio Barili nacque nel 1931 a Reboana di Cella Dati, in provincia di Cremona e, dopo il diploma di geometra, avendo mostrato varie qualità agonistiche nella corsa di mezzofondo, partecipò  a numerose gare di livello nazionale e internazionale e si laureò in Educazione Fisica all’ISEF di Roma. Parallelamente alle attitudini atletiche coltivò anche quelle artistiche e partecipò nel 1961 al concorso internazionale per giovani artisti Albisola 1961, dove la giuria presieduta da Wilfredo Lam gli conferì il I° premio per il Bianco e Nero per l’opera Atleti. Dopo l’esordio, Ambrogio non manifestò più alcun interesse ad esporre, ma continuò a esprimersi nel corso degli anni con matite e acquerelli, fissando su piccole carte soprattutto appunti di viaggio, ma un’innata ritrosia lo portò a mantenere completamente riservata, anche per gli amici, questa sua passione. Ben nota a tutti fu la sua attività di promotore artistico, infatti lavorò presso la Galleria Toninelli di Milano e collaborò con il mercante d’arte Nicola Loi alla gestione dello Studio Copernico che promosse scultori del calibro di Francesco Messina e Arnaldo Pomodoro. La sua attività nell’ambito culturale si attuò però soprattutto a Cremona attraverso la conduzione della Galleria Botti,  aperta nel 1965 in una ex portineria di Corso Garibaldi di fronte alla Galleria XXV Aprile, su impulso del sociologo Danilo Montaldi e di un gruppo di giovani intellettuali cremonesi, per valorizzare la figura del pittore Renzo Botti e di giovani artisti italiani, soprattutto milanesi, con la ricerca di nuovi linguaggi espressivi. Qualche anno fa gli amici Fabrizio Merisi e Gianfranco Fiameni trovarono le opere su carta che Barili aveva realizzato e tenuto a lungo solo per sé, e furono colpiti dalla loro freschezza e autenticità, da li idearono il progetto di una mostra che però fu interrotto dalla morte improvvisa di Barili nel 2017. Condiviso con il figlio Riccardo, il progetto si concretizza oggi con la mostra allestita al Museo Diotti, curata da Fabrizio Merisi e corredata da un pregevole catalogo con scritti di Gianfranco Fiameni e di Valter Rosa. Il Museo Diotti e il Comune di Casalmaggiore hanno deciso di sottrarre all’oblio negli ultimi anni figure che hanno esercitato una notevole influenza nell’epoca e nel contesto in cui sono vissute, ma di cui non resta quasi traccia se non nella memoria di chi li ha conosciute. E proprio da questo è nata l’idea di riservare uno spazio, nella mostra e nel catalogo, a un gruppo di pittori amici che condivisero con Ambrogio Barili, con   opere di Peter Ackermann, Mario Benedetti, Floriano Bodini, Mino Ceretti, Luigi Dragoni, Attilio Forgioli, Giuseppe Guerreschi, Alain Guy Clement, Lino Marzulli, Fabrizio Merisi, Vitale Petrus, Joachim Schmettau, Roberto Sguazzi, Alfredo Signori, Gianni Toninelli e Tino Vaglieri. La mostra resterà aperta fino al 14 maggio in questi orari, da martedì a venerdì, 8.00-12:30,  sabato e festivi 15:30-18:30. Read the full article
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niconote · 1 year ago
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SAVE THE DATE :: dal 15 al 17 dicembre 2023 Terrò un Workshop di gruppo al @si.ateliersi Via San Vitale 69, BOLOGNA :: i posti sono limitati :: iscrizioni entro il 10 dicembre --- NICONOTE Strumento Voce/Immaginazione Un laboratorio di studio, riflessione e creazione Ven 15 dic, 15h - 18h sab 16 dic, 10h - 13h e 14h - 18h dom 17 dic, 10h -13.00 e 14h - 17h posti limitati info e iscrizioni entro il 10 dicembre: [email protected] Una masterclass intensiva rivolta a tutti coloro interessati alla vocalità. Molte sono le discipline legate alla voce e al suo disegno. È un tuffo nell’ ascolto di sé, una sosta nell’ascolto profondo del circostante. Si lavorerà attorno ad alcuni testi. Si analizzeranno alcune partiture, fino alla sperimentazione di una messa in voce, attraverso esercizi di creazione vocale. Riflessioni drammaturgiche e di composizione, sulla pertinenza delle scelte sottese alla motivazione dominante. In definitiva è un laboratorio sulla Vocalità e sulla drammaturgia sottesa alla creazione di un paesaggio vocale. Esistono tante voci e tante tecniche ma al di là della scelte dei linguaggi espressivi ciò che da sempre preme a NicoNote è la ricerca dei suoni della voce, strumento che è materializzazione di molteplici stati e visioni. Un approccio alla Vocalità che abbraccia la tecnica vocale a 360° mutuando pratiche e studi sulla vocalità provenienti da diversi mondi musicali, teatrali, performativi fino a pratiche di meditazione sonora. La ricerca vocale di NicoNote alias Nicoletta Magalotti sintetizza molti anni di lavoro sulla VOCE nella pratica teatrale e musicale, nell’ incontro di studio con maestri tra i quali Gabriella Bartolomei, Yoshi Oida, Roy Hart Theatre, Akademia Ruchu, Tiziana Ghiglioni, François Tanguy, nello sviluppo di un percorso artistico e di un metodo didattico personalissimo. posti limitati info e iscrizioni entro il 10 dicembre: [email protected]
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tarditardi · 2 years ago
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8-9 marzo '23: Memento di Cornelia Dance Company al No'hma - Milano
Primo appuntamento di danza per la Stagione di No'hma - Milano, mercoledì 8 e giovedì 9 marzo, con Memento di Cornelia Dance Company. 
Dopo il teatro di figura di Born Ghost, dopo il racconto di viaggio fatto in prima persona da Chiara Montanari e dopo il teatro di poesia del grande Enzo Moscato, la danza contemporanea torna a essere protagonista della programmazione dello Spazio di via Orcagna. 
Memento è una pièce di danza che si fonda sul non-evento. Come nel capolavoro beckettiano, Aspettando Godot, nella coreografia di Nyko Piscopo i performer vivono in un'attesa che non trova mai soddisfazione e, nella ricerca di una risposta definitiva alla loro condizione esistenziale, cercano conforto l'uno dall'altro, si sfidano, oppure, come un coro, tendono tutti verso lo stesso punto. Alla fine, la meta stessa del loro viaggio si concretizzerà nel ricordo (da cui, appunto, memento) di questi rapporti e delle sensazioni che hanno provato, rendendo l'attesa stessa un momento rituale, un atto sacro e quindi eterno. 
La compagnia Cornelia nasce nel 2019 dall'idea di un gruppo di giovani artisti napoletani guidati dalla parola chiave "innovazione", concetto che all'interno dei loro progetti si traduce nella commistione di linguaggi espressivi differenti e nella rilettura di classici della danza e della letteratura. «No'hma vuole essere un Teatro per i giovani, a partire dalle scelte artistiche,» - spiega la Presidente Livia Pomodoro - «motivo per cui la programmazione di questa nuova Stagione, più degli anni scorsi, ci ha visti impegnati nella ricerca di realtà artistiche frutto della creatività di ragazzi e ragazze talentuosi e appassionati, esattamente come nel caso degli artisti di Cornelia. Il nostro desiderio è quello di sostenerli e siamo felici di permettere loro di esibirsi in una vetrina importante come la scena milanese».
Lo spettacolo Memento è il primo di una serie di appuntamenti dedicati alla danza contemporanea che proseguirà ad aprile, date 19 e 20, con la pièce From Malta with love della maltese Moveo Dance Company, e con Manoland dei thailandesi di B-Floor Theatre, compagnia pluripremiata in scena a No'hma i prossimi 21 e 22 giugno. 
Spettacoli mercoledì 8 e giovedì 9 marzo, ore 21.
L'ingresso sarà come sempre gratuito e lo spettacolo sarà trasmesso in diretta streaming.
La prenotazione è obbligatoria ed effettuabile tramite il sito Eventbrite, oppure mandando una mail a [email protected] o chiamando il numero 02/45.48.50.85.
MEMENTO
coreografia 
Nyko Piscopo 
musica
Arvo Pärt 
costume Designer
Rosario Martone 
costumi
Chi è di Scena - Ballet Store 
dramaturg 
Ciro Ciancio 
scenografia 
Paola Castrignanò
light Designer
Camilla Piccioni 
responsabile tecnico
Giuseppe Ferrigno
danzatori
Nicolas Grimaldi Capitello
Eleonora Greco
Leopoldo Guadagno
Francesco Russo 
management
Vittorio Stasi
video 
Andrea De Simone 
foto 
Sabrina Cirillo
produzione
Cornelia 
supporto 
Caleidoscopio, Teatro Eduardo de Filippo 
in collaborazione con 
AMAT MARCHE 
Compagnia Zappalà Danza - SCENARIO PUBBLICO
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cinquecolonnemagazine · 11 months ago
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I Maestri della Luce: esplorando l'impressionismo russo
L'Impressionismo Russo, seppur meno conosciuto rispetto al suo equivalente francese, ha dato vita a una ricca corrente artistica che ha forgiato l'identità pittorica russa all'alba del XX secolo. Caratterizzato da una tavolozza vivace, pennellate rapide e una forte attenzione alla luce e al colore, questo movimento ha visto fiorire una serie di talenti eccezionali che hanno saputo reinterpretare la tradizione pittorica con uno sguardo nuovo e originale. L'Impressionismo Russo: i grandi dell'arte russa Konstantin Korovin (1861-1939) è considerato uno dei padri dell'Impressionismo Russo. Le sue opere, vibranti di luce e colore, catturano l'essenza della vita quotidiana e paesaggi pittoreschi. Tra i suoi capolavori ricordiamo "Parigi. Boulevard des Capucines" e "La pescatrice". Valentin Serov (1865-1911), noto per la sua abilità nel ritratto, ha saputo infondere nei suoi dipinti una vivacità e un'intensità emotiva senza precedenti. La sua fama è legata a opere come "La ragazza con le pesche" e "La ragazza illuminata dal sole". Isaak Levitan (1860-1900) è considerato il maestro del paesaggio russo. I suoi dipinti, permeati da una malinconia poetica, evocano l'atmosfera silenziosa e contemplativa della natura russa. Tra le sue opere più celebri ricordiamo "Autunno dorato" e "Il lago. Večernjaja". Konstantin Somov (1869-1939) ha sviluppato uno stile più decorativo e simbolista, caratterizzato da colori tenui e atmosfere sognanti. Le sue opere, spesso ispirate alla letteratura e al folklore russo, si distinguono per una bellezza delicata e raffinata. Un esempio emblematico è il dipinto "Le dame in barca". Il'ja Repin (1844-1930), pur non essendo un pittore impressionista in senso stretto, ha avuto un'influenza fondamentale sulla scena artistica russa. Le sue opere, di carattere storico e sociale, si contraddistinguono per la loro forza espressiva e il realismo crudo. Tra i suoi dipinti più noti ricordiamo "I barcaioli del Volga" e "L'arresto di Ivan il Terribile". Altri importanti artisti Oltre a questi maestri, l'Impressionismo Russo ha annoverato altri artisti di rilievo come Stanislav Žukovskij, Nikolaj Bogdanov-Bel'skij, Apollinari Vasnetsov e Sergej Vinogradov. Ciascuno di loro ha contribuito a delineare un'estetica unica, permeata dalla cultura e dalla storia russa, che ha arricchito il panorama pittorico internazionale. L'eredità dell'Impressionismo Russo è ancora viva oggi e continua ad ispirare generazioni di artisti. La capacità di questi pittori di catturare la bellezza effimera della luce e del quotidiano ha lasciato un segno indelebile nella storia dell'arte, aprendo la strada a nuove sperimentazioni e linguaggi espressivi. Foto di Tobias Frick da Pixabay Read the full article
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claudioparentela · 4 years ago
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FELICE DI ESSERCI!HAPPY TO BE THERE!🙂🙃 ________________________________________________________________ Does GENDER really matter? Un progetto di MAIL ART dedicata alla differenza di genere di Guenda Mai A cura di Adolfina de Stefani Inaugurazione sabato 16 Gennaio 2021 ore 16:00 16 – 30 gennaio 2021 dal lunedì al sabato 11:00 - !8:00 chiuso la domenica Visioni Altre - Campo del Ghetto Novo 2918 – Cannaregio, 30121 Venezia Sabato 16 gennaio 2021 alle ore 16.00 viene inaugurata “Does GENDER really matter? un progetto di MAIL ART dedicata alla differenza di genere. L'esposizione rimane aperta al pubblico dal 16 al 30 gennaio 2021 con orario 11.00 – 18.00 dal lunedi al sabato, chiuso la domenica. “Does GENDER really matter?” è un progetto di MAIL ART proposto dalla studentessa Guenda Mai, laureanda magistrale del corso di EGart presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi sulla potenza comunicativa dell’Arte Postale. Does Gender really matter? – è davvero importante il genere? È questa la domanda che è stata posta agli artisti invitati a riflettere sulla condizione dei diritti della donna e della comunità Queer nella nostra società; numerosi studi di sociologi e economisti hanno dimostrato che il GENDER GAP è reale e ancora molto radicato, noi abbiamo voluto conoscere il punto di vista sull’argomento di artisti con linguaggi espressivi e background molto diversi tra loro. Sono oltre 100 gli artisti partecipanti che hanno dato vita all’esposizione presso la Galleria Visioni Altre, curata dall’artista e gallerista Adolfina de Stefani in collaborazione con Ina Mirzac, che per 15 giorni – dal 16 al 30 Gennaio – raccoglierà tutte le opere ricevute tramite il servizio postale per mostrare le diverse sfumature del tema proposto derivanti dalle lenti di artisti diversi provenienti da tutto il mondo. Saturday 16 January 2021 at 4.00 pm “Does GENDER really matter? a MAIL ART project dedicated to gender difference. The exhibition is open to the public from 16 to 30 January 2021 from 11.00 to 18.00 from Monday to Saturday, closed on Sunday. "GENDER is really important?" is a MAIL ART project proposed by student Guenda Mai, graduate student of the EGart course at the Ca 'Foscari University of Venice with a thesis on the communicative power of Postal Art. Does gender really matter? - is gender really important? This is the question that was asked of the artists invited to reflect on the condition of women's rights and the Queer community in our society; numerous studies by sociologists and economists have shown that GENDER GAP is real and still very rooted, we wanted to know the point of view on the subject of artists with very different expressive languages and backgrounds. Over 100 participating artists have given life to the exhibition at the Visioni Altre Gallery, curated by the artist and gallerist Adolfina de Stefani in collaboration with Ina Mirzac, who for 15 days - from 16 to 30 January - will collect all the works received through the postal service to show the different shades of the theme proposed by the lenses of different artists from all over the world. Artisti Partecipanti | participating artists Edith Lozano (ARGENTINA); Roxana Martinez (ARGENTINA); Alexander Charistos (AUSTRIA); Konstantin Odin (AUSTRIA); Horvath Piroska (AUSTRIA); Miche – Art – Universalis (BELGIO); Lique Schoot (BELGIO); Jan Theuninck (BELGIO); The wasted angel (BELGIO); Antonio Mousinho (BRASILE); Roberto Zuliani Keppler (BRASILE); Juraj Jonke (CROAZIA); Anja Mattila – Tolvanen (FINLANDIA); Barbara Ihme (GERMANIA); Susanne Schumacher (GERMANIA); Lars Schumacher (GERMANIA); Monika Zabel -Urbanpilgrims (GERMANIA); Ryosuke Cohen (GIAPPONE); Katerina Nikoltsou  (GRECIA); Regina Josè Galindo (GUATEMALA); Simon Warren (INGHILTERRA); Dawn Woolley (INGHILTERRA); Igor Zeiger (ISRAELE) Fabio Adani (ITALIA); Analia Adorni (ITALIA); Franco Ballabeni (ITALIA); Pier Roberto Bassi (ITALIA); Mariano Bellarosa (ITALIA); Nicola Bertoglio (ITALIA); Greta Boato (ITALIA); Giovanni Bonanno (ITALIA); Marzia Maria Braglia (ITALIA); Alfredo Br uni (ITALIA); Mirta Caccaro (ITALIA); Barbara Cappello (ITALIA); Angela Caporaso (ITALIA); Lamberto Caravita (ITALIA); Francesco Cornello (ITALIA); Carmela Corsitto (ITALIA); Maria Credidio (ITALIA); Antonio De Marchi Gherini (ITALIA); Adolfina de Stefani (ITALIA); Silvia Favaretto (ITALIA); Mimicha Finazzi-SKINAZ (ITALIA); Domenico Ferrara Foria (ITALIA); Nicola Frangione (ITALIA); Sonia Furiato (ITALIA); Fiorentina Giannotta (ITALIA); Claudio Grandinetti (ITALIA); Paolo Gubinelli (ITALIA); LAMIABELLA (ITALIA); Oronzo Liuzzi (ITALIA); Mauro Lisardi (ITALIA); Daniela Lucato(ITALIA); Serse Luigetti (ITALIA); Ruggero Maggi (ITALIA); Antonello Mantovani (ITALIA); Marino Marinoni (ITALIA); Daniela Mastromauro (ITALIA); Cecilia Milza (ITALIA); Mauro Molinari (ITALIA); Morice Marcuse (ITALIA); Emilio Morandi (ITALIA); Marino Marinoni (ITALIA); Patrizia Nicolini  (ITALIA); EAIA (ITALIA); Clemente Padin (ITALIA); Claudio Parentela (ITALIA); Silvano Pertone (ITALIA); Stella Zaltieri Pirola (ITALIA); Veronique Pozzi (ITALIA); Massimo Puppi (ITALIA); Rossella Ricci (ITALIA); Sabina Romanin (ITALIA); Doriano Rota (ITALIA); Giada Rotundo (ITALIA); Gianni Sandonà (ITALIA); Antonio Sassu- Gruppo Sinestetico (ITALIA); Roberto Scala (ITALIA); Giovanni e Renata Strada  (ITALIA); Giorgio Trinciarelli (ITALIA); lediesis le diesis ITALIA); (Tomas Lagunavicius (LITUANIA); Visant (MACEDONIA); Gabriela Buenrostro Solorzano (MESSICO); Jaromir Svozilik (NORVEGIA); Bogna Juchnowicz (OLANDA); Amadeu Escorcio (PORTOGALLO); Maria Resende (PORTOGALLO); Evdokia Georgiou (REPUBBLICA DI CIPRO) Eugenia Parol (RUSSIA); Irina Novikova (RUSSIA); Sabella Baña (SPAGNA); Pedro Bericat (SPAGNA); Daniel De Culla (SPAGNA); Isabel Gomez de Diego (SPAGNA); Miguel Jimenez (SPAGNA); Pere Sousa (SPAGNA); Domingo Sanz Montero (SPAGNA); Yasemin Kalayci (TURCHIA); Hikmet Sahin (TURCHIA); Boglarka Nagy (UNGHERIA); Guerrilla Girls  (USA); Steve o Black (USA); Isabel Carafi; Evedokia Georgiou; HIRKMET SAHIN; www.visionialtre.com                                                                                                                            [email protected][email protected]         VISIONI ALTRE Campo del Ghetto Novo 2918 – 30121 VENEZIA
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corallorosso · 5 years ago
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Decalogo del dito medio e dei suoi usi legittimi di Carlo Gubitosa In una società civile e moderna, il dibattito pubblico usa registri comunicativi e modalità espressive civili e rispettose, che servono a farsi capire con ragionamenti superiori orientati al progresso sociale, e non a prevaricare l'interlocutore per esprimere emozioni primarie come gioia, rabbia, tristezza, paura o disgusto. Nella nostra società incivile, il dibattito politico usa gesti, linguaggi e registri espressivi che esprimono emozioni primarie: l'erezione permanente vantata dal pregiudicato Umberto Bossi col dito medio alzato per esprimere la gioia legata all'ebbrezza del potere politico, il "vaffa" con cui il pregiudicato Beppe Grillo ha espresso il disgusto verso una classe dirigente di imbroglioni corrotti (prima di rimpiazzarla con una classe dirigente di incapaci asserviti), fino ad arrivare ai virtuosismi espressivi del pregiudicato Vittorio Sgarbi, capace di utilizzare i pretesti e gli insulti più vari per esprimere da trent'anni la stessa, identica e immutata emozione primaria: una profonda rabbia interiore, figlia di chissà quali traumi, frustrazioni, squilibri o scompensi, che sfugge alle analisi delle scienze della comunicazione per entrare nel territorio di competenza della psichiatria. (...) Ma nella nostra società incivile e ipocrita, il dibattito politico accetta le emozioni primitive espresse dai potenti e dai vip, anche se sono pregiudicati, ma stigmatizza, attacca e condanna quelle della gente comune, anche se è incensurata. (...) Tutto ciò premesso, provo a tracciare un decalogo provvisorio ed emendabile di criteri e principi per la valutazione dei nostri gesti e dei gestacci altrui: 1) La volgarità del potente di solito è una azione che influisce sul suo elettorato e sulla cultura del paese, quella del comune cittadino è solitamente una reazione con conseguenze limitate. 2) La nostra Costituzione ci consente di esprimere il nostro pensiero "con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione", e possiamo farlo liberamente e a norma di legge se il nostro messaggio verbale o gestuale non configura l'illecito di ingiuria ("Tizio è un imbecille") o il reato di diffamazione ("tizio è un pappone") ma si limita ad esprimere il nostro stato d'animo nei confronti di Tizio ("Tizio mi ha rotto le scatole, ne penso tutto il male possibile, che vada a quel paese"). 3) La legittimità delle libere espressioni del pensiero di cui al punto 2) è ulteriormente rafforzata nel caso in cui Tizio sia un personaggio pubblico, che riveste cariche pubbliche, amministra la cosa pubblica, fa parte di istituzioni pubbliche o ha comunque un ruolo pubblico con conseguenze sulla sfera pubblica. 4) Il dito medio del cittadino comune è il "pernacchio" di Eduardo de Filippo, una forma di resistenza nonviolenta al potere che si rivolge ad un bersaglio specifico e si avvale del linguaggio dei simboli per mostrare che il re è nudo, che il potente è solo un teatrante intrappolato nel suo personaggio da cui possiamo prendere le distanze con un semplice gesto. 5) Il dito medio del potente è l'arroganza del marchese del Grillo, è una forma di esibizione violenta del potere che si rivolge ad un bersaglio generico: la parte di società che la pensa diversamente da lui, negandone la dignità e la legittimità politica. 6) Chi si sente offeso dal dito medio del cittadino comune consideri che l'espressione popolare dell'insofferenza verso chi comanda con arroganza, anche quando è realizzata con gestualità che veicolano emozioni primarie, è sempre stata un lievito fertile per il cambiamento sociale, un antidoto contro la cristallizzazione dello status quo, un innesco per ridefinire nuovi rapporti di forza tra differenti classi sociali. In altre parole, lo sberleffo popolare dei potenti è cosa buona e virtuosa. 7) Chi legittima il dito medio del potente consideri che l'espressione volgare dei sentimenti da parte di chi ha un potere di indirizzo culturale o politico genera emulazione, sposta il confine del consentito, fomenta chi si sente moralmente autorizzato dal potente a passare dalla volgarità gestuale alla violenza verbale, e da questa alla violenza fisica. In altre parole, l'arroganza del potere verso i cittadini è cosa cattiva e perniciosa. 8 ) Ha titolo morale per fare prediche e scambiare gesti di insofferenza per insulti soltanto chi si è già ribellato agli insulti omofobi di Sgarbi, agli insulti islamofobi di Meloni, agli insulti sessisti di Berlusconi, agli insulti antiziganisti di Salvini, agli insulti antimeridionalisti di Bossi, agli insulti razzisti di Calderoli. 9) Una ragazza che coglie nel sonno un potente con la responsabilità politica e morale di gente morta affogata, e decide di fare giustizia con un gesto simbolico e nonviolento di ribellione, merita la pubblica gogna, anche se vogliamo negarle la stima riconosciuta al personaggio biblico di Giuditta, che di fronte all'ingiustizia e alla prepotenza di un generale che minacciava un intero popolo scelse di sfoderare il coltello per la decapitazione, e non il dito medio per la derisione. 10) Nell'esaminare i punti precedenti va tenuto in considerazione che nella nostra società dell'ipercomunicazione istantanea la maleducazione e il bon ton, la ribellione e la prevaricazione, l'indignazione e il moralismo, lo scandalo di oggi e quello di domani sono tutti dei fuochi di paglia che durano lo spazio di un mattino fino a quando il dito medio alzato per deridere il potere non diventa un indice per mostrare una alternativa, da chiudere in un pugno per lottare contro l'ingiustizia.
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marellagiovannelli · 2 years ago
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Io, catapultata a San Teodoro dentro un turbinio di emozioni nuove e originali. È successo lo scorso 23 ottobre durante l’incontro a sorpresa con una ventina tra amici e sconosciuti a casa dell’artista fotografa Seb Falchi che mi ha proposto un modo diverso di incontrare gli amanti della poesia e del racconto. Persone interessate e curiose che, a suo avviso, avrebbero apprezzato il mio ultimo lavoro “Oltremare”. Il valore aggiunto è arrivato dalla libera e inattesa interazione degli ospiti con il nostro “discorso”, una sorta di innesto spontaneo sfociato nella rottura dei soliti argini che, troppo spesso, rappresentano un limite invalicabile tra la funzione dell’artista e il fruitore. La casa di Seb si è trasformata da luogo personale e intimo di chi lo abita, in platea pubblica dove ognuno di noi – sconosciuto all’altro/a - ha raccontato visioni differenti, non solo riguardo all’arte ma soprattutto al sentire del vivere quotidiano. Far esondare con delicatezza emozioni implose per paura di essere sé stessi. Tirare fuori le mie sensazioni, che magicamente sono diventate nostre, per confrontarci tutti sullo stesso piano umano. Poesia e fotografia, due linguaggi espressivi, due strade parallele per aiutarci ad affrontare momenti dolorosi. La mia poesia “Abitare un altrove” è stata associata da Seb al suo dittico fotografico “The Resurrection”: quella seduta avvolta da un lenzuolo dove il corpo è andato via per ritornare, più sentito, più presente per restare. Una sublime espressione del distacco dell’attesa e del silenzio poetico. Ringrazio Seb per avermi regalato questi momenti unici, Rosa Locci (Rosmunda) per le immagini, tutti i partecipanti e La Dolce Bottega di San Teodoro che, offrendoci i loro “ Niulèddhi a taddharíni” dolce tipico gallurese, hanno accompagnato il nostro incontro insieme  ad un buon Cannonau carasau e pecorino. Un ritornare in porto per approdare in modo consapevole e creativo dentro le nostre preziose radici identitarie. L’ospitalità e la solidarietà che hanno fatto e continueranno a fare del popolo sardo, un popolo Stand-Out. Distinto. #marellagiovannelli @seb_falchi @ladol726 #oltremarefraincontriepoesie @agbookpub https://www.instagram.com/p/CkLYfjKtXZd/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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