#bozzetti preparatori
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Carte, colori e tessuti
Ritratto di una costumista: Adriana Berselli
Un fondo della Biblioteca "Luigi Chiarini"
Centro Sperimentale di Cinematografia, Roma 2005, 160 pagine, 15x21cm,
euro 18,00
email if you want to buy [email protected]
Il volume è nato dalla volontà di valorizzare il fondo librario e documentario appartenuto alla costumista Adriana Berselli e recentemente acquisito dalla Biblioteca “Luigi Chiarini”. Allieva del Centro Sperimentale di Cinematografia, diplomatasi nel 1951, la costumista è stata attiva nell’ambito cinematografico, teatrale e televisivo sia in Italia che all’estero. Nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con registi del calibro di Pabst, Blasetti, Comencini, Antonioni, Polanski, Di Palma, Pan Cosmatos, vestendo i più importanti protagonisti del cinema di quegli anni, quali Aldo Fabrizi, Totò, Monica Vitti, Virna Lisi, Peter Sellers, Marcello Mastroianni, Sophia Loren. Si è cimentata con l’uso di altri linguaggi tecnici ed espressivi lavorando per la televisione sperimentale degli anni ’70 – notevole è il suo studio per i costumi di Philo Vance di Marco Leto o per i Racconti di fantascienza di Blasetti – e per gli allestimenti di grandi opere classiche – Shakespeare, Goldoni, Leoncavallo, Mascagni – nei teatri nazionali venezuelani. Nel 2004 la costumista ha deciso di proporre l’acquisizione delle sue “carte”. Il volume ne illustra il complesso lavoro di archiviazione curato da Laura Ceccarelli e Marina Cipriani, mentre l’ampio ed originale apparato iconografico di corredo ha la funzione di evidenziare il pregio grafico del nucleo più rappresentativo dell’intero fondo, vale a dire i bozzetti originali preparatori dei costumi. Il libro è introdotto da un’intervista, redatta da Domenico Monetti, in cui la Berselli ricorda, attraverso felici aneddoti personali, gli incontri più importanti e le scelte teoriche che sono state alla base del suo difficile ed insostituibile “mestiere” di creatrice d’abiti per lo spettacolo.
05/09/24
#Adriana Berselli#costumista#bozzetti preparatori#Raffaella Carrà#Helmut Berger#Burt Lancaster#Monica vitti#Britt Ekland#Abbe Lane#Katina Ranieri#Virna Lisi#Sophia Loren#costumi cinematografici#fashion books#fashionbooksmilano
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Monumento alla Repubblica di Piazza Taksim
Il monumento alla Repubblica presente a Piazza Taksim é opera dello scultore italiano Pietro Canonica. Venne inaugurato l’8 agosto del 1928.
Il monumento, uno dei siti politicamente più importanti di Istanbul, é il luogo dove si svolgono le principali commemorazioni relative alle festività nazionali.
Il monumento é altro circa 12 metri. Sul primo lato, quello rivolto verso İstiklal Caddesi, vediamo il primo Presidente della Repubblica turca Mustafa Kemal Atatürk con i suoi compagni vestiti in abiti occidentali. Rappresenta la nuova Turchia, moderna, con i suoi leader politici proiettati verso il futuro. Nel gruppo scultoreo sulla destra compare anche İsmet Ínönü, il successore di Atatürk, che alla conferenza di Losanna era stato il negoziatore per conto della delegazione turca.
Sul secondo lato é invece raffigurato Atatürk in abiti militari e celebra la battaglia del Sakariya, il prodromo della guerra d’indipendenza turca. Evento importantissimo per la Storia della Repubblica di Turchia.
Sui laterali del monumento, Pietro Canonica ha voluto inserire due medaglioni bronzei. In uno c’é una donna coperta da un velo. Nel secondo la donna é senza il velo. Praticamente viene simboleggiata l’emancipazione della donna voluta dal nuovo corso di laicizzazione dello stato promosso da Atatürk.
Ultima nota interessante, se siete a Roma potete andare a visitare il Museo di Pietro Canonica. Lo scultore italiano in Turchia non ha solo realizzato il monumento alla Repubblica di Piazza Taksim. Infatti sono opere sue 2 monumenti ad Atatürk che si trovano a İzmir e ad Ankara. Nel museo sono presenti i bozzetti preparatori del monumento alla Repubblica. Come questo in foto:
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Anna Girolomini A cura di Patti Campani
Questa personale di Anna Girolomini si popone di documentare la dinamica di ideazione e progetto, lo sviluppo e l’approdo finale di un ciclo di lavori, incentrato sul rapporto uomo/natura, che l’artista ha realizzato in più momenti:
“Nell’aria col vento” installazione permanente nel Parco del centro d’arte “La Loggia” in Toscana
“Waiting for” installazione temporanea, UFR Sciences - Parc Valrose , Nice
“Atto terzo” istallazione museo Capellini.
Di queste installazioni saranno visibili bozzetti, disegni preparatori, immagini e video dedicati all’intero ciclo.
Ma questa mostra costituisce un ulteriore momento del progetto:
sono infatti presentati gli ultimi lavori fotografici di Anna Girolomini che sono parte integrante e in divenire, di questa lunga ricerca.
Nelle installazioni precedenti ci trovavamo avvolti da un discorso poetico che ci trasportava tramite gli elementi artefatti in una condizione fortemente simbolica. Lunghe aste cangianti racchiudono al loro interno frammenti di natura e schegge di elementi metallici e tecnici; trafitte ed esaltate dalla luce naturale, dall’acqua, dall’aria, in un continuo mutamento; parte integrante dell’ambiente naturale in cui sono e di cui sono immersi.
Le immagini fotografiche scelte per questo nuovo, ulteriore frammento del discorso ci mostrano gli stessi elementi fermati nella loro policromia luminosa, fissa e intangibile. Forme geometriche astratte e bidimensionali. Oggetti che finalmente ci restituiscono il tramite, l’elemento, scevro da ogni valore simbolico.
Il progetto espositivo mantiene volutamente una dimensione frammentaria, non conclusa, in divenire, come se si fosse entrati , improvvisamente, nel cuore del processo creativo: l’intuizione.
Patti Campani, ottobre 2012
Fiorile+De Diseño 5 -> 19 ottobre 2012
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#AlexandraMazzanti#Artecontemporanea#DeKooning#DorothyCircusGallery#gallerielondra#impressionisti#JoeSorren#mostreaLondra#surrealismoimpressionista
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È PIÙ SACRO VEDERE CHE CREDERE – LA GRAZIA
Un giorno Ibn Arabi, mentre passeggiava attorno a una piscina, conobbe una ragazza bellissima che disse di chiamarsi Grazia, o di essere la Grazia. E allora lui le chiese: “In che senso lo sei, se a causa tua mi perseguiteranno?”. Lei lo baciò: era lo splendore.
Nell'immagine, uno dei bozzetti preparatori delle figurazioni che Veronica Leffe sta realizzando per “I semi di Gianagagava”, secondo capitolo del “Libro azzurro”.
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.
Potete trovare questa nota archiviata su:
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La mostra Mirò a Torino nella città sabauda dal 28 ottobre
La mostra Mirò a Torino nella città sabauda dal 28 ottobre. Torino, 5 ottobre 2023 – Il 2023 segna il quarantesimo anniversario della morte del grande artista catalano Joan Mirò (1893-1983), tra i principali esponenti della corrente surrealista insieme a Salvador Dalì e Pablo Picasso. Al pittore, ceramista e scultore è dedicata la mostra antologica, prodotta da Navigare srl, Mirò a Torino, in programma dal 28 ottobre al 14 gennaio 2024 negli spazi del Museo Storico Nazionale d’Artiglieria al Mastio della Cittadella, fortezza originaria del 1564 e patrimonio dell’Esercito Italiano, gestito dalla società Difesa Servizi. L’esposizione è curata da Achille Bonito Oliva, con la collaborazione di Maïthé Vallès-Bled e di Vincenzo Sanfo, e realizzata con il patrocinio del Comune di Torino e della Regione Piemonte. Mirò a Torino si compone di oltre 100 opere, dei numerosi lavori realizzati dal prolifico e longevo artista spagnolo, e rappresenta l’occasione per ammirare dipinti, acquerelli, disegni, sculture, ceramiche, litografie, acqueforti, ma anche i bellissimi bozzetti preparatori del balletto di Sylvano Bussotti, Le Bal Mirò (Mirò, l’uccello luce). La maggior parte delle opere, tutte datate tra il 1924 e il 1981, non sono mai state esposte al pubblico, provenendo, infatti, da prestiti privati, grazie alla collaborazione delle gallerie francesi Lelong, Tamenaga, de la Présidence, e della svizzera Bailly. L’esposizione è divisa in 7 aree tematiche: Ceramiche, Poesia, Litografie, Pittura, Derrière le Miroir, Manifesti, Musica, con un focus specifico sulla trasformazione dei linguaggi pittorici sviluppata dall’artista negli anni ‘20, ed è accompagnata da un importante lavoro fotografico, realizzato da alcuni tra i più importanti fotografi, tra i quali Man Ray, che hanno conosciuto Mirò, immortalandolo nel suo privato. Da un accordo di partnership tra la società organizzatrice Navigare srl e Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta, tutti i possessori della card accederanno alla mostra in forma gratuita. Mirò a Torino è co-prodotta da AICS - Comitato Provinciale Torino e Diffusione Cultura Srl in collaborazione con Museo Storico Nazionale dell’Artiglieria – Mastio della Cittadella, Difesa Servizi, Art Book Web. Vettore ufficiale: Trenitalia. Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle ore 19:30; sabato, domenica e festivi dalle ore 9:30 alle ore 20:30. Biglietti online: ticketone.it. Sito internet: navigaresrl.com... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Zerocalcare - Animation art book
Zerocalcare - Animation art book. Uno sguardo divertito e divertente dietro le quinte di due delle serie animate più amate degli ultimi anni.
Zerocalcare – Animation art book Uno sguardo divertito e divertente dietro le quinte di due delle serie animate più amate degli ultimi anni. Tre anni, due serie animate. Il viaggio di Zerocalcare nel mondo dell’animazione viene raccontato per la prima volta in modo organico, con materiale inedito e mai visto prima: bozzetti, production art, foto e disegni preparatori, con interviste alle…
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Edgar Allan Poe: Racconti del Terrore
In questa nuova edizione dei Racconti del Terrore di Edgar Allan Poe vengono pubblicate per la prima volta 24 illustrazioni, con i relativi bozzetti preparatori, di Antonio Montanaro, in arte Monti, realizzate tra il 2017 e il 2019. L’atmosfera gotica delle cupe e arcane ambientazioni, che Poe descrive dettagliatamente nei suoi racconti, sono interpretate da Montanaro con forte…
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Casa Balla
Dalla casa all’universo e ritorno
a cura di Bartolomeo Pietromarchi , Domitilla Dardi
MAXXI / Marsilio,Venezia 2021, 224 pagine, ISBN 978-88-297-0978-6
euro 30,00 *
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Casa Balla, l’appartamento romano in cui Giacomo Balla visse per oltre trent’anni con la sua famiglia, raccoglie schizzi, bozzetti preparatori, prove per il teatro e per la moda, esempi di grafica pubblicitaria, giocattoli dell’artista e alcune opere pittoriche realizzate dalle figlie Luce ed Elica. Una vera opera d’arte, un laboratorio di sperimentazione, fatto di pareti dipinte, di una moltitudine di mobili, arredamenti, utensili decorati, di quadri e sculture, di abiti da lui disegnati e di tanti altri oggetti che, insieme, hanno creato un unico e caleidoscopico progetto totale, esplicitando l’indissolubile legame tra arte e vita, alla base del pensiero futurista. Tra i numerosi dipinti conservati in casa, alcuni testimoniano le diverse fasi di ricerca dell’artista torinese, da un primo periodo figurativista a cavallo tra i due secoli, all’estetica e ideologia futurista degli anni dieci-venti a un ritorno, infine, alla pura rappresentazione del reale nell’ultima parte della sua vita. Il libro raccoglie una serie di immagini attuali e di repertorio di Casa Balla, una selezione quasi del tutto inedita di opere di Giacomo Balla e le opere di otto artisti contemporanei (IlaBêka & Louise Lemoine, Carlo Benvenuto, Cassina con Patricia Urquiola, Alex Cecchetti, Jim Lambie, Emiliano Maggi, Leonardo Sonnoli, Space Popular) ispirate al lavoro del grande Maestro futurista, oggetto della mostra al MAXXI. Vengono pubblicati inoltre un testo inedito di Emanuele Trevi scritto per l’occasione e saggi di Domitilla Dardi, Bartolomeo Pietromarchi, Flavio Benzi e Elena Gigli.
06/11/21
orders to: [email protected]
ordini a: [email protected]
twitter: @fashionbooksmi
instagram: fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr: fashionbooksmilano, designbooksmilano
#Casa Balla#art exhibition catalogue#MAXXI Roma#Giacomo Balla#appartamento romano#art books#fashion inspirations#fashionbooksmilano
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Come promesso un po’ di tempo fa, ho iniziato a fare qualche bozzetto e studio sui personaggi di “J.J.J.”, giusto per mostrarvi come me li ero immaginati. Disegno spesso i personaggi dei miei libri, prima di descriverli, così da fissarne bene l'aspetto e i tratti somatici. Ovviamente, non sono un illustratore professionista, dunque i miei schizzi non possono risultare belli come quelli della fantastica Elena Ominetti, che ha disegnato la copertina del romanzo (se non lo avete ancora fatto, correte a spulciare la sua pagina ufficiale!), ma pazienza!
Di seguito, due diverse idee di Taba, che però non mi soddisfano granché. Quella al centro dovrebbe essere più vicina al ronin in copertina (forse). Verso destra, invece, lo studio della spilla che ferma il mantello. In realtà, il primo voleva essere più rotondo e il secondo più ovale, ma ho finito per cambiare anche alcuni dettagli. Inoltre, sono stato troppo frettoloso e moltissime linee risultano poco pulite e troppo tremolanti. Pazienza, sono comunque bozzetti preparatori di un autore di romanzi. In futuro vorrei provare a disegnare il protagonista un po’ più seriamente, magari colorandolo anche, ma dato che di schizzi ne farò altri, potrei pubblicare nuovi esercizi e studi di Taba prima di tirare le fila.
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Chiasso (Svizzera), m.a.x. Museo: Vito Noto. Quarant’anni di grafica e design. Il senso delle idee
Chiasso (Svizzera), m.a.x. Museo: Vito Noto. Quarant’anni di grafica e design. Il senso delle idee
L’esposizione, prima antologica del designer svizzero, presenta 200 pezzi, fra oggetti, modelli, prototipi, disegni tecnici, bozzetti preparatori, studi di logo, francobolli, monete e macchinari, capaci di ripercorrere oltre quarant’anni di carriera. In occasione della rassegna, Vito Noto ha donato al m.a.x. museo tutta la sua biblioteca d’artista e tutto il suo archivio, composto da un migliaio…
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Tra il rozzo e il fantasy con Brutal Doom
Oggi vi voglio parlare di una piacevole scoperta, ovvero il gioco Brutal Doom. Venni a conoscenza di questo gioco circa 2 anni fa, tramite un video su Youtube che parlava di questo titolo, allora mi sono informato andando a cercare notizie e ho scoperto finalmente di cosa si trattava.
Brutal Doom è letteralmente una enorme mod di Doom 1 e 2, è in sviluppo dal 2010 e continua ad essere aggiornata e sopratutto, è gratuita. La potete trovare direttamente sul sito ( https://www.moddb.com/mods/brutal-doom )
Quando ho scoperto di questa mod sono subito corso a scaricarla per testare con mano di cosa si trattasse, ma di questo ne parleremo dopo, la domanda principale è come mai tanta foga? Bene io sono un grande fan di Doom, specialmente il secondo capitolo, anche se, come giochi, li ho dovuti recuperare più avanti con gli anni dato che alla loro uscita nel mercato ero troppo piccolo per poterli giocare come si deve.
Doom per me è stato un gioco rivoluzionario, personalmente ritengo molto difficile riuscire a creare un gioco d’azione, sparatutto in prima persona, ben realizzato quando la grafica del momento limita molto le tue possibilità, ma non è stato il caso di Doom. Il gioco è sempre stato capace di trasmettere forti emozioni e non solo, i programmatori hanno saputo sfruttare al massimo le potenzialità del motore grafico di Windows ed infatti, questo gioco è stato uno dei software più venduti per i primi pc della Microsoft.
Esattamente che cosa aveva questo nuovo gioco di diverso rispetto ad altri fps degli stessi anni? La risposta è molto semplice.
Doom era pura trasgressione, il gioco aveva delle meccaniche semplici ma in quella semplicità si celava un gameplay pieno di sangue, uccisioni, sbudellamenti e motoseghe piantate nei crani dei mostri nemici, il tutto condito da una colonna sonora spettacolare, insomma tutto quello che bastava a rendere un gioco estremamente interessante per noi ragazzi e forse un po meno per i genitori. Siamo più o meno negli anni di Carmageddon uno dei giochi che ha acceso il dibattito, tuttora in corso, sulla violenza nei videogiochi quindi era normale che altri titoli avrebbero “preso in prestito” l’idea di creare massacri e bagni di sangue, perché in fondo ci bastava quello per divertirci.
Questo “gore” così acceso non è stato l’unico punto di forza di Doom, infatti il gioco aveva una storia interessante e coinvolgente, ovviamente fin dove possibile, infatti metteva in gioco la fantascienza e lo spazio, 2 elementi molto vicini tra loro condendoli con una chiave “fantasy”, infatti abbiamo questi soldati che si ritrovano su Marte a dover lottare contro dei demoni usciti direttamente da una sorta di inferno con l’intento di soggiogare l’intera umanità. Niente di più, le premesse c’erano e il gameplay c’era, tutto era pronto per creare il gioco definitivo e così fu.
Per quanto riguarda l’arte di Doom posso sicuramente dire con assoluta certezza che ogni dettagli è stato realizzato con il più minimo scrupolo, non solo sia i soldati che i mostri presenti sono caratterizzati e dettagliati, ognuno con le sue abilità e peculiarità e ovviamente punti deboli. Lo studio che è stato fatto dall’art director è decisamente di alto livello, lo stile è un misto tra il fantasy e l’horror, i personaggi sono studiati anatomicamente e anche proporzionati, ovviamente considerando il fatto che ha disposizione degli sviluppatori c’erano davvero non troppi pixel. Questo stile grafico è stato l’elemento che più mi ha fatto innamorare di questo gioco, e dei bozzetti preparatori di ogni mostro presente in tutto il gameplay ed ovviamente anche gli scenari e le ambientazioni, un fantasy/futuristico che lasciava poco all’immaginazione vista la sua resa estetica.
Nel 2016 uscì una sorta di remake/nuovo capitolo di Doom, sostanzialmente gli sviluppatori ripresero i primi 2 giochi e li rimodernizzarono con una nuova grafica migliorata, immaginatevi il mio stupore quando venne annunciato questo gioco, l’idea di poter giocare di nuovo nei panni di un soldato ammazza demoni, che sarebbero stati gli stessi ma con risoluzione in 1080.
Il gioco che ne venne fuori fu spettacolare, molto apprezzato sia dalla critica che dai fan della serie, era di nuovo il Doom di cui tutti ci eravamo innamorati solo con un aspetto molto migliore.
Nonostante ciò si sentiva che mancava qualcosa, forse quel gusto un po’ vintage e pixel-art che tanto avevamo amato, forse era proprio quella tipologia nostalgica a farci sentire la mancanza del vecchio Doom, ed è qui che compare Brutal Doom.
In questa mod, lo sviluppatore, in quanto fan dei primi capitoli, ha preso i vecchi giochi e li ha ricreati quasi da capo ma tenendo uno stile quanto più fedele ai vecchi giochi, e questo era proprio quello che mancava. Brutal Doom è letteralmente l’esagerazione di Doom, è stato aggiunto tutto quello che si poteva desiderare come ad esempio nuove armi, più sangue, mirini, mosse corpo a corpo e tantissimo altro e non solo, anche il sonoro è stato modificato sia l’audio in game che le soundtrack delle missioni, inoltre ogni singola skin è stata modernizzata e ricreata con una qualità migliore; Brutal Doom è una piccola perla che in questo panorama videoludico dovrebbe essere presa come esempio di come bisogna realizzare un prodotto di qualità.
Per me questo gioco è stato incredibile, non credevo che sarebbe stato tanto interessante e invece sono rimasto piacevolmente sorpreso, non capita tutti i giorni di trovare un prodotto frutto di un fan-made così ben fatto, consiglio vivamente a tutti di provarlo e nel caso vi piaccia di recuperarvi anche i primi 2 capitoli di Doom.
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Primi bozzetti di “Bokutachi wa Benkyou ga Dekinai”
Ancora nessuna data di debutto per la serie animata.
Pubblicati alcuni bozzetti preparatori, a cura di Masakatsu Sasaki (Saki, Sore ga Seiyuu!), per l’annunciata serie animata tratta dal manga “Bokutachi wa Benkyou ga Dekinai” (We Never Learn) di Taishi Tsutsui.
Il progetto, che non ha ancora un periodo d’uscita fissato, sarà diretto da Yoshiaki Iwasaki (Ookami-san to Shichinin no Nakama-tachi, Last Period: the journey to the end of the despair) e animato da Silver in collaborazione con Arvo Animation. La sceneggiatura sarà curata da Gou Zappa (Blens S, Angel's 3Piece!).
Nariyuki Yuiga
Rizu Ogata
Fumino Furuhashi
Uruka Takemoto
Yuiga è uno studente brillante, che proviene però da una famiglia poco abbiente. La scuola dunque si offre di raccomandarlo per una borsa di studio, ma ad una condizione: dovrà aiutare due sue compagne di classe ad entrare nelle università che hanno scelto. Il problema? Ogata è un genio quando si parla di scienza, ma punta ad una facoltà di lettere e filosofia. Furuhashi è un prodigio nella letteratura, ma ha intenzione di frequentare una facoltà di scienze. Paradossalmente, entrambe sono delle vere frane al di fuori della loro area di competenza!
La commedia romantica viene serializzata sulle pagine di Weekly Shonen Jump da febbraio 2017 e al momento conta otto volumi pubblicati in patria.
SilenziO)))
[FONTE]
#we never learn#bokutachi wa benkyou ga dekinai#anime#serie tv#manga#genga#character design#taishi tsutsui#bokuben
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LINK NELLE STORIE E BIO | RECENSIONE ⭐⭐⭐⭐⭐ | MIND OVER MATTER - TUTTO L'IMMAGINARIO DEI PINK FLOYD DI STORM THORGERSON & PETER CURZON Oggi sul sito di #queenforeverblog vi parlo di un #libro che mi ha causato una profonda invidia e, ovviamente, anche un'enorme meraviglia! Invidia dovuta al fatto che a noi fans dei #Queen un volume del genere manca; stupore perché ogni pagina è un'opera d'arte nella quale perdersi. Qui trovate tutte (o quasi) le realizzazioni grafiche realizzate da #stormthorgerson e dalla sua #hipgnosis per i #pinkfloyd, dell'era con #sydbarrett in poi. Copertine degli album e dei singoli, poster per i concerti e immagini create per i booklet. Versioni definitive, bozzetti, studi, lavori preparatori. E poi i ricordi di Storm, che diventano una sorta di biografia della band. Su tutto questo il marchio di qualità della @rizzoli.lizard in un libro di grande formato, splendido nella fattura, gustoso da riguardare senza mai stancarsi. I Pink Floyd raccontati per immagini: una meraviglia! Al link in bio e nelle storie la mia #recensione completa. #queenforeverblog #bookforeverblog #rizzolilizard #bookblog #bookblogger #davidgilmour #nickmason #richardwright #rogerwaters https://www.instagram.com/queenforeverblog_andrea/p/CXniSWHsMss/?utm_medium=tumblr
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I SEMI DI GIANGAGAVA #6 - L'INIZIAZIONE ASPETTA SOLO DI ESSERE UN PO' PIÙ TREMENDA
“Pieno di trucchi mio padre, perché è ovvio: voleva tornare a casa da me, e allora aveva disertato il suo esercito, aveva sconfitto quello avversario, era diventato insieme un eroe e un traditore, si era fatto tutto il deserto a piedi, e appena arrivato all’oceano ci si era buttato dentro.
Sapeva nuotare meglio di un pesce. E si mise a nuotare. Qui dicono che sia stato mangiato da una balena, ma che alla fine la balena lo abbia sputato perché era un osso troppo duro da digerire”.
In questo breve brano del racconto si affastellano molti eventi avventurosi, e la mente di chi le rappresenta moltiplica necessariamente le immagini. Alcuni sono solo appunti, puntelli che servono a costellare una sequenza ancora non chiara: succede come a chi sillabi dittonghi cercando il metro e la cadenza di un verso. Qui le profondità intestine della balena biblica hanno, nell’immediatezza del gesto disegnativo, evocato una fantasia collodiana: l’iniziazione aspetta solo di essere un po’ più tremenda.
Nell'immagine, uno dei bozzetti preparatori delle figurazioni che Veronica Leffe sta realizzando per «I semi di Giangagava», secondo capitolo del «Libro azzurro».
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.
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