#libri insipidi
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Intelligenza naturale
Intelligenza naturale di Iannozzi Giuseppe Fare la corte a qualcuno che ritieni sia potente non ti servirà a niente. Chi non ringrazia pensa che tutto gli sia dovuto, si gonfia il petto di superbia, non rivolge la parola a nessuno e ostenta indifferenza. Prima o poi cadrà e nessuno gli presterà soccorso. La vita è troppo breve per spenderla leggendo libri che non valgono niente. Da un nemico so…
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#dei in manicomio#Giuseppe Iannozzi#Iannozzi Giuseppe#Intelligenza naturale#la vita è breve#libri insipidi#maschera dei buoni#nemici e amici#non servirà a niente#superbia e indifferenza
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Saga Cynster
Visto che ne ho parlato l’altro giorno con un’amica, ho pensato di riproporre sul blog un vecchio post dedicato ai libri della saga Cynster di Stephanie Laurens. Dopotutto si tratta di una delle serie romance più famose ed apprezzate al mondo, perciò dovete leggerne almeno un libro. Come sempre, quando si parla di romance, i libri sono autoconclusivi e godibilissimi anche singolarmente, per capirli non è necessario leggere tutta la saga, composta da ben 23 libri, più due serie sequel di 5 e 7 libri e latre serie spin off dedicate agli amici della famiglia Cynster non ai parenti.
I protagonisti dei vari libri sono imparentati o amici tra di loro, ma anche se ignorerete queste connessioni, potrete godervi ogni libro senza problemi. Non preoccupatevi. Ma vi consiglio di dare un’occhiata all'albero genealogico della famiglia Cynster, che troverete all’inizio dei libri, poichè è piuttosto complesso e interessante come potete ben immaginare.
In questo post, mi limiterò a presentarvi brevemente i primi 17 libri della saga principale, poichè lì mi son fermata. La serie narra le avventure, nell'epoca regency in Inghilterra, di un gruppo di fratelli e cugini (i Cynster appunto e qualche loro amico) che hanno creato una specie di club esclusivo. Sono maschi che amano ogni tipo di piacere, abili negli sport, nel gioco, nel corteggiare le donne. Ma sono anche intelligenti ed abili negli affari e molto dominanti. Tutti credono che l'amore non esiste e che non si innamoreranno mai, si credono troppo forti per cedere, ed invece ad uno ad uno cadranno nelle grinfie di donne altrettanto forti e volitive. Nessuno potrà sfuggire al dardo di cupido, nonostante molti nel vedere cadere i fratelli tenteranno la fuga in campagna. Anche lì troveranno donne in grado di conquistarli. Alcuni libri della serie ripetono trame abbastanza simili, dove l'uomo viene attratto da una donna e decide di sedurla. E prima un bacio, e poi più di un bacio e poi due o tre incontri completi di tutto, finchè si rende conto di amarla. La donna sa che l'uomo è un libertino che ha giurato di non innamorarsi mai, perciò non si fida, ma poi i baci ed il resto la ammorbidiscono…..e bè poi dopo varie discussioni anche animate i due si sposano. Altri libri invece hanno trame un pò più interessanti e tra questi ci sono i miei due libri preferiti della serie: - Un velo sul cuore, dove la protagonista chiede aiuto finanziario ad un Cynstyer che ama fin da piccola, ma lo fa sotto mentite spoglie. Lui si invaghisce della donna di cui non conosce il volto, la seduce sempre senza riconoscerla, ne rimane ossessionato ed è cieco al fatto che è la sua amica di sempre finchè….. - La voce del desiderio, dove il protagonista decide di sposarsi, si guarda intorno, molti lo spinogono verso giovanissime ragazze ma lui invece si invaghisce della zia di una di loro. Sa subito cosa prova per lei, e cerca di convincerla a dargli una chance. Abbiamo due persone adulte che piano piano cercano di scoprire se sono compatibili….molto semplice ma al tempo stesso romantico e verosimile. Ecco tutti i librii: 1. La promessa di un bacio (prequel alla serie, ambientato molti anni prima degli altri libri) Titolo originale: The promise in a kiss Trama: Helena, sedicenne, si trova nel giardino della scuola a Parigi quando un uomo, dopo aver superato il muro di cinta, le cade letteralmente ai piedi. Tra i due un solo fuggevole ma indimenticabile bacio. Sono trascorsi sette anni, ed Helena è diventata una donna dallo charme insuperabile e dalla bellezza luminosa. E non si aspetta certo, ora, di ritrovare quell'uomo, mai scordato, a un esclusivo ballo di Londra…
2. La sposa del diavolo Titolo originale: Devil’s bride Trama: Quando Devil, il ribelle rampollo della ricca famiglia Cynster, viene sorpreso in atteggiamento compromettente con la governante Honoria Wetherby, l'uomo stupisce tutti domandandole di sposarlo. Nessuno si era mai sognato che lo scapolo più corteggiato d'Inghilterra si sarebbe messo l'anello al dito così facilmente. Honoria, però, non ha nessuna intenzione di accettare. Certo, Devil le piace, e molto, ma per lei l'amore è un'altra cosa. Possibile che possa sbagliarsi…? 3. L'amore di Vane Titolo originale: A Rake’s vow Trama: Per ripararsi da un temporale Vane Cynster si rifugia in casa della madrina, dove incontra Patience Debbingron, la donna dei suoi sogni. Putroppo per Vane, però Patience non ha alcuna intenzione di cadere tra le sue braccia. Anzi, nessuno può essergli più antipatico di quel dongiovanni da strapazzo. Per farle cambiare idea Vane decide di trattenersi nella casa della madrina e di indagare, al fianco di Patience, su alcuni strani furti e su un misterioso spettro che si aggira nella proprietà. Servirà a far breccia nel cuore di lei? 4. La donna dello scandalo Titolo originale: Scandal’s bride Trama: Come può una rispettabile nobildonna come lady Catriona Hennessy unirsi a uno scapestrato come Richard Cynster? Benché affascinata dal suo sguardo e dal suo corpo muscoloso, la donna è decisa a non cedere alle sue lusinghe. D'altra parte il matrimonio non fa parte del modo di essere di Richard. Ma non è detta l'ultima parola: per non rinunciare a Catriona, lui è disposto anche a fare promesse d'amore… sarà capace di mantenerle? 5. La proposta di Felicity Titolo originale: A rogue’s proposal Trama: Demon Cynster non ha intenzione di farsi sopraffare dall'amore e ha giurato a se stesso di condurre una vita all'insegna del puro piacere… Finché spia Felicity Parteger che, travestita da stalliere, fa allenare uno dei suoi purosangue. La donna sta cercando di tirare fuori dai guai un amico e si rivolge a Demon per avere aiuto. L'attrazione che da subito sboccia tra i due, però, rischia di mandare all'aria i loro piani. Felicity conosce bene Demon e sa che non potrà mai darle l'amore che lei desidera così disperatamente… 6. Un velo sul cuore Titolo originale: A secret love Trama: Gabriel Cynster incontra una misteriosa e affascinante donna, con il volto nascosto da un velo nero, che gli chiede aiuto. Lui non riesce a negarglielo, sebbene di lei sappia solo che è capace di scatenargli il desiderio più folle. Per questo esige un bacio come compenso per ogni informazione che riesce a fornirle e… bacio dopo bacio, abbraccio dopo abbraccio, Gabriel capirà che quella donna è destinata a far parte del suo destino… 7. Maestro di passione Titolo originale: All about love Trama: Solo una donna folle potrebbe resistere al fascino di Alasdair Cynster. E Phyllida è tutt’altro che folle! Alasdair Cynster, detto Lucifer e ultimo scapolo della famiglia, fugge da Londra e dalle pretendenti per rifugiarsi nel Devon presso un amico. Ma quando arriva trova il padrone di casa cadavere. Cos’è successo? Lucifer indaga, senza sapere che il destino è in agguato. Un destino con le splendide fattezze di Phyllida Talent. Arresosi alle ragioni dell’amore, ora Lucifer ha due difficili compiti:trovare l’assassino del suo amico e, ancora più arduo, convincere l’indomabile Phyllida a seguirlo lungo sentieri del piacere… 8. Innamorarsi all'altare Titolo originale: All about passion Trama: E’ la donna perfetta per lui. Ma conquistare il suo amore non sarà facile… Francesca Rawlings sembra proprio la moglie che il conte Gyles Rawlings sta cercando: una donna docile, che si prenda cura dei suoi figli, con una discreta dote e disposta a chiudere un occhio sulla infedeltà. Davanti all’altare, poi, Gyles scopre che Francesca è anche bella; di più, è irresistibile. Neanche nelle sue fantasie più fervide ha mai immaginato una donna così attraente. Come trasformare in amore un matrimonio di interesse? Gyles d’ora in poi non desidererà altro. 9. Il conte misterioso Titolo originale: On a wild night Trama: Amanda Cynster è arcistufa dei soliti corteggiatori insipidi che da anni frequenta ai balli dell’alta società. Vorrebbe invece sentimenti forti, uomini intrepidi e una vita selvaggia. Così una notte s’intrufola fra persone e in luoghi che nessuna ragazza perbene dovrebbe conoscere, alla ricerca dell’uomo dei suoi desideri. Con suo stupore, però, si rende conto che in quell’ambiente lei è solo un pesce fuor d’acqua, e se non fosse per Martin, un conte seducente e temerario, sarebbe davvero nei guai… Ma in fondo non è proprio lui l’uomo che stava cercando? 10. Incontro all'alba Titolo originale: On a wicked dawn Trama: Amelia Cynster è stanca di aspettare: ama l’affascinante ed enigmatico Lucien Ashford da troppo tempo e sa che non potrà mai provare nulla di simile per nessun altro uomo. Così, decisa a prendere in mano la propria vita anche a rischio di uno scandalo, lo attende all’alba davanti alla porta della sua abitazione di Londra per chiedergli di sposarla.Lui accetta, eppure l’attesa di Amelia è tutt’altro che finita: Lucien vuole un lungo fidanzamento, e per corteggiarla ha un motivo che lei non immagina… 11. L'amante perfetto Titolo originale: The perfect love Trama: Simon, l'ultimo scapolo dei Cynster, ha appena deciso che è giunto il tempo di sposarsi, quando incontra la bella Portia Ashford: immediatamente capisce di aver trovato la donna giusta. Ma lei ha uno spirito ribelle e indipendente e Simon sa che per conquistarla non potrà utilizzare i soliti mezzi. E sarà proprio Portia a suggerirgli la strada per arrivare al suo cuore…con una richiesta davvero insolita: impartire a lei, così digiuna di uomini e d'amore, alcune lezioni di seduzione. 12. La voce del desiderio Titolo originale: The ideal bride Trama: Aristocratico elegante, Michael, giovane membro del Parlamento, ha potere e ricchezza, ma non una sposa. Il giovane non crede nell’amore, così sceglie una fanciulla di nobile nascita e poche ambizioni. A opporsi a questo matrimonio è Caroline, la bella zia della prescelta. In lei, risoluta e sensuale, Michael scopre la donna dei suoi sogni, ma dovrà usare tutto il suo fascino per convincerla che, solo sposandolo, lei potrà realizzare i desideri celati nel profondo del cuore. 13. La verità sull'amore Titolo originale: The truth about love Trama: Gerrad Debbington, celebrato pittore, ha deciso: l’amore non fa per lui. Frequentando l’alta società riesce ad avere molte conoscenze femminili e nessuna complicazione sentimentale. Un giorno però, riceve un’offerta che non può rifiutare: entrare nella splendida Hellebore Hall per ritrarre Jaqueline, figlia del nobile proprietario. La ragazza si rivela affascinante e irresistibile, ma è anche in pericolo. Gerrad non esita di fronte a nulla pur di salvarla. 14. Un amore troppo prezioso Titolo originale: What price love? Trama: Dillon Caxton, pupillo della famiglia Cynster, é uno degli uomini più ambiti d'Inghilterra. Affascinante e ricco, seppur disincantato in amore, inizia un gioco di seduzione con lady Priscilla Dalloway. L'unico scopo della fanciulla però é quello di salvare Rus, suo fratello gemello, invischiato in un pericoloso giro di scommesse. E solo Dillon può aiutarla. Insieme si trovano ad affrontare gravi pericoli e a scoprire che anche un gioco può diventare vero amore. 15. Il sapore dell'innocenza Titolo originale: The taste of innocence Trama: Charles Morwellan, ottavo conte di Meredith, ha giurato che mai perderà la testa per amore. Dovendo prendere moglie, decide di corteggiare Sarah, sua amica d’infanzia. Ma la fanciulla ha in serbo una sorpresa: non cerca un matrimonio di convenienza, vuole la passione. E concede a Charles sol due settimane per convincerla, con le armi della seduzione, ad accettare la sua proposta di matrimonio.
16. La strada del cuore Titolo originale: Where the heart leads Io l'ho incluso nella saga Cynster perchè i suoi protagonisti sono parenti e amici dei Cynster, ma a volte questo libro viene anche considerato come primo romanzo di una saga Spin off della saga Cynster intitolata Casebook of Barnaby Adair. Che vedrà Adair e Penelope risolvere vari casi misteriosi. Trama: Racconta la storia d'amore tra Barnaby Adair e Penelope Ashford, sorella piu’ giovane di Luke, Anne e Portia. Penelope recluta Barnaby per aiutarla nella ricerca di un ragazzo orfano. 17. Quando si cede alla tentazione Titolo originale: Temptation and surrender Trama: , Jonas Tallent ha tutto ciò che può desiderare bello e ricco ha provato tutti i piaceri che Londra può offrire, ma ora è annoiato ed è felice di occuparsi della casa di famiglia in Devon. Per risollevare le sorti del paese che fa parte delle sue terre decide di assumere qualcuno che riporti in attività la locanda, centro sociale importantissimo per cercare di riportare gente in quel territorio. Tra chi si presenta per il posto c'è anche la nobile ma impoverita Miss Emily Beauregard……
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Il segreto del faraone nero
Ugh. Ero a tanto così dal pretendere di non aver mai letto questo libro, ma rantare è uno dei miei hobby preferiti, quindi andiamo.
Glissando graziosamente sul fatto che il titolo è rilevante in circa, uh, un quindicina di pagine (e forse anche meno), questo è uno dei libri più noiosi e insipidi e meno ispirati che io abbia mai letto in vita mia. E meno male che è un romanzo di avventura.
La “trama” segue l’ascesa al potere di questa famiglia ebrea (ma che non è davvero ebrea, tranquilli, sono ebrei finti la cui backstory non verrà mai approfondita anche se doveva essere il traino di tutte le loro motivazioni), famiglia ebrea composta da banchieri, ma non banchieri qualunque eh! Banchieri senza scrupoli e assetati di potere che nel tempo libero si divertono a gestire il letterale nuovo ordine mondiale (di ebrei ricchi!!) di cui non ci è mai dato sapere come effettivamente funziona.
Sono già stanca.
Ovviamente il romanzo ha la schicchera corale e non si accontenta di seguire solo loro, ma ad ogni generazione ci tira dentro alla narrazione minimo altri due pov di altri personaggi la cui vita dovrebbe intrecciarsi a quella dei protagonisti ma in realtà. Vivono semplicemente nello stesso periodo storico e fine.
La cosa più gloriosa che sia mai capitata è il pov di questo ragazzo povero, figlio adottivo di un calzolaio (padre abusivo descritto in modo così comicamente esagerato che fa ridere invece che piangere ma vabbè), che ripara le scarpe a Goldenmeiner #1, ricevendo come compenso l’occasione di fare un tour sulla nave che lo imbarcherà per le Americhe. Questo ragazzo è un patito delle nave, si gasa, si diverte, torna a casa e...uhm, il padre abusivo villain comico lo vuole “punire” perché senza di lui in negozio non vanno avanti gli affare. Il ragazzo si difende, pensa di aver ucciso per sbaglio il padre e decide di imbarcarsi. Intraprende una proficua carriera in marina finché il suo capitano non diventa Villain Comico #2 e si ammutina. Accadono...cose, e alla fine il suo arco narrativo si conclude con lui che salva la sua fidanzata dalla prigione e fine.
...flashforward nel 2018, il Vero Protagonista Ricorrente Dell’Autore, Oswald, sta cercando prove per screditare i Goldenmeiner e si imbatte nel discendente del ragazzo che dichiara che iGoldenmeiner hanno sempre minacciato la sua famiglia che si dedica dal 1700 a contrastarli in ogni modo.
Okay. Facciamo che ti crediamo.
E il romanzo è tutto un susseguirsi di cose che accadono a caso, con personaggi che hanno lo spessore di cartonati, tutte macchiette comiche (quando va bene) e di contorno che servono solo a mettere in moto la “trama”.
Niente viene approfondito, le scene di azione si risolvono in poche righe scarse senza tensione e azione vera, tutto ciò che rimane alla fine è la noia e il tempo perso.
Non voglio neanche parlare della sessione sul nazismo e i campi di concentramento. Davvero, è meglio dimenticarsene o vengono le ulcere dalla rabbia.
Anzi, meglio dimenticarsi di questo libro in toto. Per la salute.
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Discorso intorno a Tommaso Labranca: un genio che ha avuto la sfiga di dover lavorare e scrivere in una nazione miserevole come l’Italia
I like walking in the park / When it gets late at night / I move ‘round in the dark / And leave when it gets light. (New Order, Sub-Culture)
“Enrico Brizzi auspica le bombe sulle ville di Bellagio in cui si ritirano a soffrire, meditare e scrivere gli scrittori d’alto livello. Mi dichiaro pronto a pilotare uno di questi bombardieri”. Parole di Tommaso Labranca. Parole e musica di sottofondo. Quella rock, elettronica e pop. Abba, Soft Cell, Dead Can Dance, Joy Division, New Order, The Cure, Depeche Mode e Moby. Immaginando i bombardieri estetologici in azione. Non c’è bisogno di una colonna sonora di Wagner. (Semmai dei Kraftwerk stradali o del Bowie berlinese). Ma il bisogno di Germania rientrerà dalla finestra.
Bisogno di europei più che di italiani.
Perché davvero si possono immaginare frotte di bombardieri lungo tutta la penisola delle lettere estenuate ed estenuanti, della iperprolificità serialista e compulsiva per teledipendenti alla Andrea Camilleri, del nulla sotto vuoto dei postmodernismi insipidi alla Paolo Cioni, dei pedofilismi accademicisti alla Walter Siti, dei romanzetti provinciali alla Andrea Vitali – in un paese in cui il meglio è quasi tutto fuori dalla narrazione pura (due tra gli esempi migliori sono Andrea Caterini e Mirko Volpi) e in cui o davvero c’è chi ha tempo per leggere certi blocchi di carta (la cui funzione più ragionevole è forse da solidissimi fermalibri) tipo i romanzi di Albinati, Genna, Lagioia, Scurati o tipo le trilogie nichiliste e postmoderniste parentiane e santacrociane, oppure è in corso un enorme spreco di cellulosa da devolvere ai grandi dimenticati (se il presente non offre più nulla tanto vale riscoprire il passato) Gautier, Bloy e Montherlant, Rebatet, Déon e Maeterlinck, Drieu, Morand e Nimier, Strindberg, Hamsun e Jensen, ma si può anche stare nei luoghi labranchiani e di obiettivi per le bombe ce ne sono a iosa, a partire dai critici e prefattori mondani dal selfie facile che sentenziano che chiunque osi scrivere un romanzo prima dei cinquanta è condannato al nulla e al nulla dunque condannano scrivendone uno prima della scadenza da loro indicata.
Le bombe oppure lo sdegno assoluto?
Meglio diventare piccoli isolazionisti.
Meglio starsene sul posto. Meglio dimenticare i libri. Meglio osservare la realtà.
Il neoiperrealismo, copyright di T-La.
Tra Pantigliate e Bellagio, la Brianza, di cui la cittadina dello sprezzante autore di quelle tre righe bombardiere, è l’estrema propaggine ideale, già inglobata da decenni dal cosiddetto hinterland milanese, luoghi d’automobilisti, tra superstrade, statali, tangenziali, svincoli e rotonde, che sono “il terrore dei camminatori, perché a differenza degli incroci […] non prevedono quasi mai un attraversamento per esseri umani appiedati”, ha scritto lo stesso Brizzi (l’incrocio era di destra; la rotonda è di sinistra; il progresso, disumano).
L’hinterland luogo estetico dello spirito, come la stessa Brianza, del pantigliatese che tramite di un suo personaggio, impiegato d’ufficio houellebecquiano, in un breve frammento neopessoano, neomelvilliano, neokafkiano, ha espresso icasticamente e causticamente la sua poetica antinarrativa: “Se oltre a essere così noioso fossi stato anche boemo ed ebreo, magari avrei fatto il narratore”.
Labranca – un grande narratore no di sicuro; un autore noioso men che meno; di certo genio poco riconosciuto – è stato il più intrigante estetologo moderno italiano (italiano solo di lingua, di sicuro non di spirito) ma ha avuto la sfiga di dover lavorare e scrivere in una nazione miserevole come l’Italia (essendo un pantigliatese e padano ergo europeo) e infatti verso la fine della sua vita si manteneva traducendo manuali tecnici dal tedesco (il bisogno di Germania che rientra della finestra) e poteva autopubblicarsi soltanto grazie a due eccentrici progetti di cui era co-fondatore – la casa editrice 20090, dal codice d’avviamento postale della periferia milanese ma con chiara identità europea (www.eu) e la Tipografia Helvetica, tale non soltanto per via del carattere di stampa ma anche perché con sede svizzera (www.ch) –, bombardando i lettori con onnipresenti maiuscole, ammiccamento alla lingua di Kant, come ne Il Piccolo Isolazionista, esemplare del suo stile, perfetto ibrido, tra saggio e diario.
*
Così nel manifesto Neoproletariato, colpiscono tanto la sua confessione di pensatore “ipnomediatico” quanto l’analisi in cui aggiorna, modernizza il rapporto tra intellettuale, padrone e proletariato teorizzato da Gramsci e via Gramsci dal non troppo amato Pasolini:
1) Labranca che si alza comunque presto, anche quando va a dormire tardi, magari di ritorno “da un evento pluscool esclusivo e deludente”, perché angosciato da un ruolo, quello d’intellettuale, sempre più duro e instabile “perché mancante della benedizione dei padri”, pensieroso dunque su come riuscire a trarre qualche vantaggio dal cambiamento che identifica con l’eleghanzia che ha decisamente preso il sopravvento sull’intellighenzia.
2) Labranca il neointellettuale “ipnomediatico”, la tv neopadrona e il neoproletariato, col plusvalore e il superfluo sostituiti da quel “pluscool”, e vale a dire “quello che esala da quanto non solo si acquista, ma si fa, si dice, si respira, si ascolta, si guarda, si indossa, si frequenta o si cerca di frequentare”, che dà conto in termini altri da quelli pasoliniani, di una metamorfosi antropologica che segna la sconfitta del popolo, come da sottotitolo.
Così il suo dar conto del classico duo d’“immutato successo” di periferia, “disagio e solitudine”, che è realtà, oltre che un ruolo recitato, vale almeno quanto l’analisi della massificazione mentale, e del cialtronismo, dilagante e arrogante, da “Intellettuale Accettato”:
1) Sempre a rischio di manierismo e quindi di ridicolo, o d’immobilismo, che Labranca ha sempre aborrito, passando oltre ogni musica, tipico degli adepti del reggae, o del prog-rock birraiolo, celtico e repellente (“maleodorante”), per non dire degli esaltati della pizzica (“stramaledetta”), optando di suo per “la strada più difficile: la superficialità”, e anche per questo “vagamente emarginato”, pur giocando un ruolo ipnomediaticamente forte nel definirsi, consolidarsi e svilupparsi del “pluscool”, di cui era l’avanguardia a un tempo dentro e fuori dai media di massa dominati dalla tv, perché: “Il disagio restava però sempre qualcosa di sgradevole da vedere, toccare e annusare, come un manzo squartato. Nel Freddo Sporco si aveva una rappresentazione cruda e iperrealisticamente disordinata come nella Macelleria di Annibale Carracci”.
2) “Deve piacerti viaggiare. Deve piacerti il mare. Deve piacerti la pizzica salentina. Devi essere unplugged. Devi essere bio. Devi essere ipocrita. / […] Basta essere un povero di spirito un arrogante/un’arrogante c on le Birkenstock o la gonna lunga, la maglietta arancione con scritto Salento”, o un seguace delle dottrine New Age, e vale a dire un isterico, per esser non apocalittico ma integrato, sia nel “nazionalcialtronismo” che in “una globalizzazione di maniera” solidarista e ignorante che “è la presa per il culo del mondo” e magari pure vegetariana come il cantante degli Smiths: “Morrisey, grossa zucchina intellettualizzata dal ciuffo rockabilly […] era troppo affettato. Perché usava troppe chitarre e batterie umane, senza per altro nemmeno ricadere nel Freddo Sporco […]. E perché era insopportabile nel suo zelo vegetariano”.
Così la sua personale, intima, motivata avversione verso i viaggi, specie per turismo ed esotismi, che marca, come scrive tra le note ad agosto oscuro, “la differenza tra il suo testardo restare locale e l’ottuso emigrare esotico”, è essenziale per i suoi spunti filosofici:
1) Labranca è un cantore delle tangenziali, che preferiva alle autostrade, prediligendo ai viaggi il puro movimento che non va da nessuna parte ai viaggi, specie se esotici: “Chi mi frequenta sa che sono un nemico feroce dei viaggi, almeno dei viaggi come sono intesi oggi, non certo come erano visti nel tardo Settecento. Viaggiare fino in Patagonia con la minaccia di incontrarvi Jovanotti in bicicletta è uno dei tanti motivi che mi fanno restare a casa davanti al 46 pollici. Non lavorando come dipendente, non ho poi nemmeno lo stimolo ad allungare la lista dei Paesi da me visitati per gettare merda cosmopolita sui colleghi nelle pause pranzo. Se poi quello che vedrei nei vari Paesi è quello che vedo grazie alla mia superba parabola, ossia folclore scontato o localizzazioni di software internazionale, che motivo ho di fare il turista?”.
2) “Per vedere il Mondo si dovrebbe viaggiare”, scrive il Piccolo Isolazionista pantigliatese, e il viaggio potrebbe anche essere un antidoto contro il cialtronismo, il quale è però sempre in agguato perché “il Mondo stesso è intriso di cialtronismo”, lo s’incontra viaggiando, o portandoselo appresso, magari pure scrivendone, altro devastante pericolo, per mete per cialtroni suggerite e consolidate dal cialtronismo stesso, Berlino dopo la caduta del muro, la fu Jugoslavia dopo la guerra in Jugoslavia, la Patagonia sulle tracce di Chatwin, l’alternativa di Formentera, l’obbrobrio del Beaubourg, o anche solo l’autostrada figlia del Settecento, “espressione a pedaggio del Grand Tour”, cui Labranca preferisce la tangenziale, bosco d’asfalto in cui ancora si dà il Wanderer schubertiano, neoromantico che vuol tenere lontano ogni cialtronismo.
Così il suo sprezzante gusto per le settimane centrali del mese di gennaio, quando il Freddo Sporco è spoglio d’addobbi, e la stanzialità può approfondire i dettagli, le visioni e le memorie, alla base delle critiche architettoniche e del concetto di Barocco brianzolo:
1) Il Piccolo Isolazionista scopre e teorizza, vivendolo, l’iperneorealismo della Milano da sobborgo, da periferia che già s’impone poco lontano dalle strade del centro aggraziate dai palazzi asburgici, nelle strade abbruttite a partire dal dopoguerra dai parallelepipedi ammonticchiati dagli architetti italici… Non vive in città ma ha piacere ad andarci, osservandone dal di fuori le trasformazioni nel tempo, da cui a sua volta non è esente, mettendo alla prova la sua acuta memoria che “ricorda nei dettagli eventi minimi e inutili e personali” ma che pure può giocargli qualche scherzo quanto alle proporzioni… Da Il Piccolo Isolazionista: “Anche la città doveva sembrarmi ancora più enorme / quando avevo 5 anni. / Non posso dirlo, ne vedevo così poca. / Non la percorro come faccio oggi. / Traccio a posteriori delle normali proporzioni / perché già un semplice terrazzino di pochi metri quadrati / mi sembrava sconfinato.”
2) L’hinterland milanese che ha inglobato la periferia della città e la Brianza è un luogo concreto ma anche ideale, lo spazio esistenziale quotidiano che ha ispirato a Labranca il concetto filosofico, estetologico del Barocco brianzolo. – “Purtroppo, la Brianza di cui si parlerà qui non corrisponde solo a quella sottoregione lombarda che si estende sotto un cielo di trucioli e diossina tra la periferia nord di Sesto San Giovanni e il confine con il Canton Ticino. […] / Questa Brianza è un luogo dello spirito, un Nirvana cui si perviene stando in Salento e in Ciociaria, ma anche in Tasmania e nella Terra del Fuoco. Questa Brianza è in tutto il mondo e ovunque ha diffuso il proprio stile estetico.” – Una topologia dello spirito, svincolata nel tempo e nello spazio, e anche per questo e più complicata da definire, se non per “la totale follia a sequenziale e accumulativa” e la capacità di “armonizzare popoli, etnie e culture diverse”.
Marco Settimini
(prima parte)
L'articolo Discorso intorno a Tommaso Labranca: un genio che ha avuto la sfiga di dover lavorare e scrivere in una nazione miserevole come l’Italia proviene da Pangea.
from pangea.news http://www.pangea.news/discorso-intorno-a-tommaso-labranca-un-genio-che-ha-avuto-la-sfiga-di-dover-lavorare-e-scrivere-in-una-nazione-miserevole-come-litalia/
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