#superbia e indifferenza
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iannozzigiuseppe · 1 year ago
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Intelligenza naturale
Intelligenza naturale di Iannozzi Giuseppe Fare la corte a qualcuno che ritieni sia potente non ti servirà a niente. Chi non ringrazia pensa che tutto gli sia dovuto, si gonfia il petto di superbia, non rivolge la parola a nessuno e ostenta indifferenza. Prima o poi cadrà e nessuno gli presterà soccorso. La vita è troppo breve per spenderla leggendo libri che non valgono niente. Da un nemico so…
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Sapete cosa mi terrorizza di più? Come anche io riesca a dimenticarmi di tutti così facilmente. Mi fai del male? Fuori dalla mia vita. Eppure io non sono così, solitamente se te ne vai ci sto male.
Però, a volte, quando vedi l'indifferenza da parte dell'altra persona o la sua superbia, è il caso che sia tu a fare il primo passo e andartene.
C'è sempre qualcuno di meglio.
È per "meglio" intendo che ti tratti con rispetto e non con strafottenza.
Quindi, perché starci male?
Basta stare male per coloro ai quali hai dato tutto per poi riceverne in cambio solo dell'odio sputato da un cobra come se non avessi dei sentimenti.
Io ne ho le tasche piene.
Anche io ho dei sentimenti. Non occorre ricordarmelo continuamente perché vengono costantemente feriti. Non si fa.
Però, io lo penso da sempre, chi fa del bene sempre, chi è buono, chi è gentile con chiunque e non è incoerente, chi non ti volta le spalle come meglio gli conviene, alla fine trionferà sempre e avrà sempre qualcuno al suo fianco.
Mi dispiace per voi. Solitamente amo anche coloro che calpestano i miei sentimenti come se non ci facessi caso. Ma se siete voi i primi a prendere quel treno basato su rabbia repressa, signori miei, ho già pronto il biglietto per il treno dell'indifferenza.
Data di ritorno prevista: never again.
Non chiamatela questa mia indifferenza il "non voler affrontare la realtà dei fatti" o in simil modo, piuttosto chiamatelo "rispetto per me stessa" o "caritatevolezza nei vostri riguardi".
Perché io amo discutere, e solitamente se lo faccio trionfo, quindi, anziché farvi perdere quel briciolo di dignità e orgoglio, preferisco far finta di non vedere quanta stupidità ci sia intorno a me, e rifiutarla piacevolmente.
Mi dispiace, da un periodo a questa parte, solo chi mi vuole bene e davvero, e lo farà per sempre senza giudicarmi e senza odio represso.
Ahimé, mi accorgo di tutto o quasi, a volte ci marcio, altre volte lascio semplicemente stare.
Evidentemente i nostri destini non avrebbero dovuto percorrere la stessa strada, e mi sta bene anche così.
Chi mi conosce davvero, sa chi sono, come sono e sa quanto amore ci metto per coloro che amo, sempre.
Mi dispiace per chi se ne accorgerà troppo tardi, o per chi non se n'è mai davvero accorto.
Ormai, il tempo sta scadendo ed è troppo tardi.
Un'ultima notazione a fine pagina: se siete frustrati non venite a piangere da me. Io ho già qualcuno d'importante a cui devo dare mille attenzioni o poco più.
Buono studio a me, insomma.
piccoloatomodiunfreddouniverso
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crazy-so-na-sega · 4 years ago
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reincarnazione
sono strani quegli umani che forse erano gatti, che non lasciano trapelare niente del loro  mondo interiore se non qualche allusione drammaticamente tronca. Catturano e allontanano nello stesso momento.  Timidezza o ritegno, superbia o indifferenza....impossibile stabilirlo; non vi consentiranno mai di penetrare la loro sacra pelle. 
semicit. 
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danielemuzzarelli · 6 years ago
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La noia, di nuovo
Periodicamente attraverso fasi dense di una noia esistenziale che mi annulla, soprattutto in ambito lavorativo. Oscillo fra la superbia ("che ci faccio in mezzo a 'sta gentaglia") e il disinteresse ("ma che me ne frega di tutti e tutto"), passando per la convinzione che tanto non possa esserci nulla di meglio per me (licenza media, che pretendi??). Mi adagio allora sui miei dubbi, sulle paure, sulla certezza che tanto poi alla fine non cambierà mai niente. Ma nel frattempo mi pongo domande e pazienza se siano poi destinate a rimanere prive di risposta. Mi chiedo che senso abbia dedicarsi a qualcosa di totalmente estraneo al proprio essere, ad esempio, o che emozione debba suscitare adoperarsi invece per un lavoro al quale si tiene davvero e che suscita qualcosa in più di una sottile indifferenza. Troppo pigro per cambiare, troppo adagiato anche solo per pensarci, finisco con l'andare avanti e aspetto che la crisi passi, intanto mi illudo di riuscire a farmi venire in mente alternative che nemmeno esistono se non nella mia mente. Le possibilità sono sempre limitate, così come le scelte possibili. E la noia è come un'onda che arriva, se ne va e poi torna. E io non posso farci assolutamente nulla.
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irreparabilmentedevastata · 6 years ago
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imperfetto
il modo casuale con cui mi guardavi e poi ridevi senza rispondere quando ti chiedevo "cosa c'è?".
prendevi le mie mani tra le tue e dicevi "che manine piccole, cosa puoi fare con delle mani cosí?". ora non lo fai piú. perché?
mi tenesti a braccetto per una serata, io che ero un nessuno, timida e spaventata dalla vita come pochi. lo sono ancora.
e mi fermo perché alla fine è tutto un imperfetto, non esiste piú tutto questo. probabilmente l'ho rovinato io, con la mia paura di fare il primo passo che spesso sembra indifferenza, con le mie battute sarcastiche e autocritiche che uso per proteggermi, ma che probabilmente sembrano solo piene di superbia. con la mia "seduzione involontaria", come dice mia madre, che manda messaggi che io non voglio mandare e li manda a tutti, senza distinzioni. mi consolo pensando che hai trovato di meglio, che lei non ha tutti questi complessi inutili che ho io, che affronta la vita di petto, mentre io l'avrei sempre affrontata lasciandomi cadere, di petto. e sperando di morire nella caduta, ovviamente.
che poi io e questi sentimenti negativi sul mio peso, sul mio fisico, sul mio valore come persona, non siamo ancora venuti ai patti e forse non lo faremo mai.
l'unica differenza di quando avevo sedici anni è che adesso riconosco il meccanismo della malattia, so quando sto ricadendo nella solita spirale e mi spaventa enormemente, perché quando inizio tocco sempre e solo il fondo.
ho capito come e perché alla fine, l'ho capito parlando con mia madre. sono ubriaca di felicità, al punto di essere dominata dalle mie emozioni, al punto da sbilanciarmi verso un calore che non ho mai provato, mai cosí intenso, e ne sono schifosamente terrorizzata. il problema è che ho vissuto la mia vita cercando il freddo, cercando rifugio nella razionalità, volevo essere solo una macchina senza emozioni perché la perdita di controllo non mi ha mai fatto sentire sicura, e quindi il rifiuto del cibo, l'ossessività per il massimo dei voti (che sentivo non essere mai abbastanza).
ma non si puó rifiutare le emozioni e l'ho capito ora, non si puó, e quindi sono ancora una volta sull'orlo del baratro, con la roccia alle mie spalle, e non saró mai pronta per gettarmi, perché alla fine è solo un salto, ma cambierebbe la mia vita radicalmente. e, indovina un po', mi fa una paura fottuta.
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oddoldangy · 3 years ago
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Vediamo gli effetti nel mondo, d'un Dio finito, vacillante nella sua onnipotenza, erosa dall'eternità, ridimensionata a mero potere, immenso, ma a portata d'intelletto.
Dio, diluito fra i suoi figli, reo di superbia, per aver lasciato alla sua creazione di proliferare senza sosta, soggiogata ai suoi falsi idoli autoreferenziali.
Dio, la quale onnipresenza è ridotta a un sussurro di fronte alle atrocità dell'uomo, capace solo di manifestare all'anima il suo stupore, non per il male che è stata capace di compiere, ma per la sua indifferenza di fronte ad esso.
Anima che si chiude in se stessa implodendo nel vuoto lasciato da un padre che ci ha voluto dare troppo. Che ci ha voluto troppo bene. E rimane l'uomo.
Uomo, fatto di polvere, fango e argilla, malleabile, potenza infinita, realizza l'infinito in una bellissima, contraddittoria moltitudine di atti.
Santo, savio, salvato sarà il guercio fra i ciechi.
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otiv59 · 4 years ago
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LA SUPERBIA UMANA IGNORA E GUARDA CON INDIFFERENZA QUELLO CHE L’ÉLITE MONDIALE STA COSTRUENDO, SOTTO GLI OCCHI DELL’UMANITÀ, PER RIPETERE L’OLOCAUSTO.
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*Ai nostri giorni, solo i dannati credono nell'inferno*. Ecco cosa dicono a noi da questo luogo di tormento eterno: *Pentiti*, diranno tra loro, gemendo con animo angosciato: «Abbiamo dunque abbandonato la via della verità, la luce della giustizia non ci ha illuminati e il sole non è sorto per noi. Ci siamo inoltrati per sentieri iniqui e rovinosi, abbiamo percorso deserti senza strade, ma non abbiamo conosciuto la via del Signore. Quale profitto ci ha dato la superbia? Per una gioia avvelenata di morte eterna, per non aver governato i loro istinti di malvagità, cattiveria, superbia, e ogni altro vizio, per la loro stoltezza e insipienza, sono finiti nella perdizione e nella dannazione eterna. Gesù rivela al mondo intero che l'amore è la via della beatitudine eterna. L'egoismo è via di perdizione eterna. Una vita chiusa in se stessa è inferno sulla terra e nell'eternità. Se un solo dannato potesse uscire dall'inferno, sarebbe il più grande credente in Cristo Gesù e anche il più grande evangelizzatore della sua Parola. Non darebbe sonno ai suoi occhi. Percorrerebbe la terra in lungo e in largo al fine di convincere gli uomini che la fede nella Parola è la sola via che conduce nella beatitudine eterna. Gesù, che viene dall'eternità, ha consumato la sua vita. Tutto ha fatto per insegnarci la verità dell'aldilà. Ha sigillato la sua predicazione con il suo sangue versato sulla croce. La sua Parola è purissima verità. Anche moltissimi santi in visione in spirito hanno contemplato la realtà dell'inferno. San Paolo fu rapito al terzo cielo. Queste visioni dell'aldilà li hanno confermati nella loro missione evangelizzatrice. Oggi i cristiani non credono più né nell'inferno né nel Paradiso. La loro apatia, accidia, indifferenza è grande. Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci di vera fede nella Parola uscita dalla bocca di Gesù. #vangelodelgiorno #dalvangelodioggi https://www.instagram.com/p/B9OM5Qxifw_/?igshid=1feik3ohhztxe
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animeguerriere · 5 years ago
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Lettera a cuore aperto
Ne sono passati di anni dal quel primo incontro,da quel mio trattarti con indifferenza.Ci sono stati molti altri incontri,vita vissuta e raccontata a cuore aperto da entrambi.E poi,un giorno ti chiesi se non ti piacevo visto che non tentavi di baciarmi,da lì è iniziata una storia spettacolare.
Si ne sono passati anni,ci siamo dati il buono ed il cattivo,urlato addosso rabbia e delusione.Nello stesso tempo abbiamo consegnato l’uno nelle mani dell’altro Anima e Cuore.
Penso che siamo stati bravi ad infliggere dolore con le parole,a trattarci con fredda indifferenza.
In questi ultimi anni molto mi è successo,ed ha messo in dubbio la mia sicurezza,il mio essere al di sopra di tutti e ho capito che ho sbagliato molto con te,non l’ho mai ammesso e per difendermi ho eretto ancora muri di superbia e intolleranza davanti a te.Ti ho allontanato giorno dopo giorno perché è meglio ostentare sicurezza e forza che dimostrare debolezza e fragilità.
Ho sempre detto che il nostro incontrarsi era solo un stare bene sessualmente,ne ero fermamente certa,non ti ho mai baciato se prima non lo facevi tu, per me è troppo importante quell’unire le labbra,non volevo che il muro si sgretolasse ancora.Mi ero così convinta,che eravamo solo due amici che condividevano un paio d’ore di passione,chiudendo la loro vita reale fuori da quelle pareti.Si perché tutto veniva messo alla porta,eravamo solo un uomo ed una donna senza passato ed ancor meno senza un futuro.In quei momenti esisteva solo l’attimo presente.
Tutto era più semplice così per me.Poi quelle tue parole “non saremmo qui se non ci fossero dei sentimenti “
Già,è vero.Non ho avuto il coraggio di porti quella domanda che premeva sulle mie labbra “che sentimenti provi per me ora?”ma la paura ha fatto da padrona,temevo che i tuoi sentimenti non fossero come i mei.
Lo abbiamo chiamato Amore un tempo,ora non voglio dar un nome a ciò che proviamo,perché proprio quei sentimenti così forti e prepotenti ci hanno allontanati.
Forse è stato l’ultimo incontro,un ultimo addio oppure c’è ne saranno ancora,so che se potessi tornare indietro nel tempo
Io sceglierei sempre e comunque Te
davanti a tutto e tutti.
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syclone908-blog · 8 years ago
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Sono sempre stato un ragazzo un po’ strano, ma strano non per modo dire come fa un po’ figo al giorno d'oggi, ma qualcosa che ancora non so spiegarmi. Di solito cerco di tirar su gli altri, è molto spesso anche me stesso, con qualche battuta o idiozia. Non ho mai chiesto molto alla vita, se non di continuare per la mia strada tranquillo, niente grandi ambizioni o manie di protagonismo; ovviamente arrivare qui con le mie convinzioni non è stato molto facile ma ce l'ho fatta. Non mi sono mai fidato molto delle persone, nonostante quello che ho detto prima, spesso pensano solo per loro stesse, sono egoiste, saccenti e superiori (o almeno così credono) di conseguenza non mi è mai pesata più di tanto una loro doppia faccia, un tradimento o semplicemente della loro indifferenza, ma mi sono sempre affidato al buon vecchio detto “chi fa da se fa per tre” e così, con i miei alti e bassi, me la sono cavata. Tutto è filato liscio fino all'anno scorso, quando dopo un’ altro anno scolastico perso mi sono ritrovato in una classe con ragazzi più piccoli di me (di due anni). Inizialmente la cosa mi pesava un sacco, non pensavo ad altro se non ad entrare ed uscire il più velocemente possibile da quelle mura, e così le giornate si susseguivano. In quella classe c'erano alcuni volti conosciuti, un mio vecchio compagno che aveva subito la mia stessa sorte, e qualche volto visto camminando per i corridoi, ma nulla di più, il resto era totalmente sconosciuto. Iniziando a conoscere gli altri miei compagni ho subito notato una ragazzina, lei mi aveva colpito subito, tutt'oggi ne ignoro il motivo di tale sensazione, ma era andata così. I giorni passavano e la voglia di star seduto a quel banco, già scarsa, scendeva sempre di più, allora cercai di relazionarmi con gli altri e pian piano mi avvicinai un po’ a tutti, specialmente alla ragazza che ho citato prima. Un fatto che ho omesso è quella ragazza l'avevo già notata l'anno prima, ma dopo qualche messaggio con lei decisi di abbandonare questo rapporto poiché era difficile parlarsi, intanto non saremo mai stati in classe insieme no? Che bello scherzo mi ha fatto il destino eh. Vabbè, fatto sta che iniziammo a parlare veramente a faccia a faccia, e non da uno schermo. Hai presente quelle vocine dentro alla testa che ti dicono di fare determinate cose? Bene, la mia in quel momento disse “prova a scriverle” e così lo feci usando la scusa più vecchi del mondo, i compiti. Nonostante questo incipit banale, iniziammo a sentirci frequentemente durante tutta la giornata, questo durò un paio di settimane. Iniziammo da lì a poco ad uscire (non pensavo neanche che sarebbe successo ahaha). Qui pian piano sentivo qualcosa che cresceva in me, eh già, iniziava proprio a piacermi; questa cosa cresceva in maniera esponenziale, finché un giorno decisi di dichiararmi. Lei mi disse di si, è l'ultima cosa che mi sarei aspettato ad essere sincero. Quella giornata mi sentivo la persona più felice del mondo, classiche cose mielose da inizio fidanzamento per intenderci. Tutto filava liscio, io stavo passando un periodo proprio di merda per il resto, casini a casa, facevo un lavoro che mi faceva schifo e che mi teneva molto spesso alzato tutta la notte, morale? Sono diventato la persona più appiccicosa e rompicoglioni del mondo, solo a ripensarci mi vengono i brividi, lasciamo stare va che è meglio. Questa ragazza, conoscendola, capii che anche lei aveva un sacco di problemi e scheletri nell'armadio, ma la cosa che è un pallino fisso nella sua testa è un’ altro ragazzo, di cui lei si è follemente innamorata l'anno prima della mia bocciatura. Lui non l'ha mai cagata più di tanto anche se conosceva i sentimenti di lei; ma lei non demordeva mai, continuava a provarci sempre di più, ogni giorno che passava, fino all'arrivo delle vacanze estive,dove decise di darci un taglio. Tornando al presente, quando lui iniziò a vedere che lei si era staccata un po’ da lui, lui tornò. È inutile dire che la situazione precipitò immediatamente ed inevitabilmente, finché non mi lasciò. In quei giorni lei dovette assentarsi da scuola per dei motivi di salute, e fu in quei giorni che, durante la ricreazione, incrociai lui, e si presentò iniziando a dirmi di stare al mio posto ed ad insultarla, li capii con chi avevo a che fare. Il tutto peggiorò ancora con il passare del tempo, tanto che decisi di accettare un lavoro in un'altra regione per staccare da tutto e da tutti. Questo durò quattro giorni e poi decisi di tornare poiché starle così lontano mi faceva male, è strano e non è da me una cosa del genere… Comunque sia quando lei torno a scuola non potevo far altro che lasciarla inseguire quel suo amore disperato e nulla di più. Certo, all'inizio gira un po’ il cazzo, ma di solito per cose del genere non mi son mai penato più di tanto, allora andati avanti con il pensiero che sarebbe andata come le altre volte. Una mia amica mi disse che lui si trasferì in Francia dopo poco senza neanche dirle nulla. Lei ne rimase distrutta, e lo è tutt'ora, si vede lontano un miglio. Il tempo passava e iniziammo a recuperare un po’ i rapporti da amici, io continuavo a sentire sempre le stesse cose, non sapevo perché e mi dava pure fastidio questa cosa, ma vabbè non ci davo molto peso. Tutto questo durò fino ad oggi. Eravamo io e lei in giro per la scuola a fare delle foto per un qualche progetto ed una volta esaurite le idee ci eravamo seduti sulle scale dando le spalle rispettivamente uno al corrimano e l'altro al muro. Iniziò quel silenzio imbarazzante ed io non potevo far altro che guardare avanti; guardare lei. Cominciai a pensare, ma senza farlo apposta, la mia testa partì. Vidi lei, i suoi capelli lunghi fino a rotto le spalle, tinti di blu, non ne ho la minima idea di che colore abbiano al naturale ahah, un blu ormai sbiadito tendente al verde ma non le stavano male. I suoi occhi, marroni, persi nel guardare la sua macchina fotografica appesa al collo, quel tipo di occhi profondi che quando inizi a guardarli non riesci a smettere di farlo, ti ci perdi letteralmente dentro. Quella bocca, spesso ferma su un’ espressione di tristezza, ma ogni tanto si trasforma in un sorriso o in quella risata che ti fa rallegrare la giornata. La sua voce, quando la senti non ti viene da far altro che ascoltarla per più tempo possibile. Quel profumo, questa è abbastanza strana in effetti, di solito non percepisco quasi mai odori come profumi, deodoranti o simili, ma il suo ce l'ho ben presente, anche se non saprei come descriverlo. Subito dopo iniziai a ragionare più internamente a lei, il suo carattere, lunatico, strano, abbastanza stronzo ed esuberante a tratti; quel tipo di carattere che ti verrebbe da mandare a cagare ma dopo poco ti riattirira subito a lui. Ti lascia spiazzato ma continua ad intriganti. Il tempo di finire tutte queste considerazioni, che lei si alzò dalle scale mi disse che era ora di andare ma io con qualche scusa rimasi li, da solo, a pensare. Ne avevo bisogno. In quell'esatto momento notai di avere un batticuore, la mia testa era da un’ altra parte. Eh già. Questa ragazza è riuscita a colpirmi più forte di quanto pensassi, capì che non mi piaceva solamente, era quel qualcosa di più, non so se è quella parola che stai pensando in questo momento, ma di sicuro era di più del classico fuoco di paglia con cui ci si ritrova quando ti piace una persona e basta. Non ne ho la minima idea del perché io stia scrivendo tutte queste cose mielose e sdolcinate, non è da me ahah. L'unica cosa che rimpiango oggettivamente e che io e lei non ci siamo mai conosciuti veramente, ha conosciuto un me che sprofondava nella tristezza, ed alle volte nella superbia, non ero io insomma. Potrei avere una chance per riscattarmi o quel che ho realizzato oggi è un qualcos'altro che ho tradotto male? Dai, non è da me rimanere così tanto attaccato a qualcosa. Comunque sia, passerà anche questo come tutto il resto…Vero?
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yesnaturaonline-blog · 6 years ago
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Quali sono i 7 vizi capitali ?
I 7 Vizi Capitali
1) Superbia
Il superbo ostenta sicurezza e cultura e sminuisce i meriti altrui. La sua posizione psicologica è però più complessa: non sempre è realmente convinto di possedere tutte le qualità che lui stesso si attribuisce. Teme delusioni e insuccessi perché rivelerebbero la triste verità che egli stesso sospetta, quella di essere in realtà un mediocre, un normodotato, di rientrare nella media.
2) Accidia
Indolenza, indifferenza: l’accidioso indugia voluttuosamente nell’ozio e nell’errore. Sa quali siano i suoi impegni, ma pur di non assolverli, ne ridimensiona la portata, autoconvincendosi che si tratti di piccolezze e che rimandarle non comporti conseguenze gravi.
3) Lussuria
La lussuria non è la semplice dedizione ai piaceri sensuali. Lussurioso è soprattutto chi si lascia rapire e cullare continuamente dalla fantasie sensuali. La lussuria diventa un vizio quando il costante volgersi del pensiero al desiderio impedisce il normale svolgimento delle incombenze quotidiane.
4) Ira
L’ira non è l’occasionale esplosione di rabbia: diventa un vizio in presenza di un’estrema suscettibilità che fa sì che anche la più trascurabile delle inezie sia capace di scatenare una furia selvaggia.
5) Gola
Il peccato di gola non è la mera ingordigia o la smodata consumazione di cibo, ma il lusso alimentare, la predilezione per la cucina raffinata, la propensione a cibarsi esclusivamente di pietanze pregiate e costose.
6) Invidia
Per l’invidioso, la felicità altrui è fonte di personale frustrazione. Sminuisce i successi altrui e li attribuisce alla fortuna o al caso o sostiene che siano frutto di ingiustizia.
7) Avarizia
Estremo contenimento delle spese non perché lo imponga la necessità, ma per il gusto di risparmiare fine a se stesso. L’avaro si sente un virtuoso e si descrive con aggettivi delicati ed equilibrati: prudente, attento, oculato, parco.
Fonte: https://yesnaturaonline.com/quali-sono-i-7-vizi-capitali/
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virginialunare · 6 years ago
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Un property book preciso e dettagliato per presentarsi al mercato: Genova sceglie John Lang La Salle per il “catalogo” delle bellezze cittadine.
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La storia millenaria di Genova l’ha consacrata con un aggettivo preciso e tagliente: “superba”. Superbia e orgoglio per una città che ha conosciuto nel passato lo sfarzo e la ricchezza della repubblica marinara, che è stata culla di fenomeni culturali importanti e indimenticabili, che ha legato la propria storia a quella dell’industria siderurgica e della cantieristica navale, che ha vissuto il proprio declino con una celata indifferenza e che adesso cerca il proprio riscatto grazie anche al mutato contesto immobiliare ed economico.2
La settimana scorsa è stato presentato a Palazzo Tursi, il piano strategico di valorizzazione degli immobili pubblici. Attori di questo importante passo nella direzione della consapevolezza del patrimonio a disposizione del comune di Genova, l’assessorato allo sviluppo economico, il consigliere delegato a questo tema, il consorzio stabile CAIRE, specializzato nelle opere di rigenerazione urbana e l’advisor John Lang La Salle,  che assieme hanno redatto un documento strategico allo scopo di fornire una fotografia dettagliata della città e del suo patrimonio.
Il documento si presenta come un vero proprio property book, che a valle di un inquadramento generale di tipo urbanistico fornisce una fotografia di ognuno dei diciannove immobili di proprietà del comune, dell’attuale destinazione d’uso e delle strategie di valorizzazione che consentirebbero allo stesso di essere messo sul mercato e renderlo appetibile all’attenzione di potenziali investitori o conduttori nell’ipotesi di affitto a medio lungo termine quali aziende e professionisti che vogliano trasferire nella città della Lanterna la propria attività.
Il valore aggiunto del documento sta proprio nella catalogazione precisa così da consentire all’attuale proprietà di conoscere e valutare meglio il proprio patrimonio immobiliare, sì frammentato ma, ricco di valore storico e artistico.
L’operazione si inserisce nell’alveo delle attività promosse per rivitalizzare dal punto di vista economico una città che è andata perdendo smalto nel corso degli ultimi anni.
L’attenzione per lo sviluppo delle eccellenze della città è nelle priorità dell’attuale amministrazione che ha individuato due attività economiche di nicchia che si contestualizzano bene nel capoluogo ligure: la blue e la silver economy. La prima è l’economia del mare, culminata con l’omonima festa nel mese di aprile, e che valorizza le doti naturali del porto, mentre la seconda sviluppa l’attrattività di Genova quale location per una seconda gioventù di anziani del nord Europa che sognano di vivere in climi più miti.
Al di là del singolo caso, interessante e testimone della volontà intrapresa dall’amministrazione genovese di dare una svolta positiva alla città, portandola fuori da quell’immobilismo che sta minando la storia di una anziana e superba signora che invece può rappresentare ancora un territorio di interesse per una certa fetta di investitori.
E questa è un’ulteriore testimonianza di come gli attori principali in questo sprazzo di terzo millennio siano proprio le città.
Dopo il secolo “breve” caratterizzato da progresso e conquiste, il XXI secolo è noto come “il secolo delle città”, così come lo ha definito Micheal Bloomberg, sindaco di New York dal 2002 al 2013. Oggi il 50% della popolazione mondiale vive in città e si prevede che la popolazione urbana possa raggiungere il 75% entro il 2050.
Grazie alla concentrazione delle risorse finanziarie, umane, tecnologiche e culturali, le città sono i luoghi più adatti per affrontare i grandi temi del nuovo sviluppo della Terra. Gli impegni attorno a cui ruota la nuova agenda urbana riguardano soprattutto lo sviluppo economico, l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale con l’adozione di un approccio territoriale integrato allo sviluppo sostenibile.
L’Italia ha una tradizione cittadina e municipalistica unica in Europa: nella prospettiva del secolo delle città, si potrebbe pensare che il patrimonio urbano del nostro Paese possa aiutarci a ben interpretare le sfide della contemporaneità.
In questa visione, le città diventano dei veri e propri committenti in grado di generare un circolo virtuoso nel settore della riqualificazione e rigenerazione.
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aven90 · 8 years ago
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Grazie a Shio per il Tag! Che poi l’idea è anche sua e sono FELICIO (cit.) che mi abbia pensato :D
Quali sono le regole?
– Nominare e taggare l’ideatore del tag (già fatto)
– Usare l’immagine del TAG –
– Rispondere il più sinceramente possibile alle domande, potete anche mettere immagini-
– Taggare, nominare e  avvisare 15 amici blogger – (taggo chiunque si senta di farlo)
  #1 peccato:  -SUPERBIA – Vi siete mai sentiti superiori a qualcuno ed in quale occasione?
Ci sono certe giornate in cui penso “Se io dico A, è perché è così. Semplicemente perché lo dico io“.
Questa è la superbia, ragazzi. Avere come idolo se stesso e non guardarsi mai allo specchio, consci di non sbagliare mai e ignorando che forse è questo il primo errore che si fa.
Perché? Perché lo dico io!
#2 peccato: – AVARIZIA – Siete mai stati attaccati o lo siete ancora al denaro o beni materiali?
Per fortuna no. Direi che non sono mai stato attaccato ai beni materiali o al denaro: pensa che succedesse davvero, girerei con un sacco di oggetti sul mio corpo e io stesso ricoperto di colla, e possibilmente vinilica!
Lascio ad altri poi l’incombenza di staccarmi.
#3 peccato: – LUSSURIA – Siete mai stati attratti dal sesso al punto tale da dimenticare tutto?
Ti dirò: al momento, solo due ragazze in tutta la mia vita mi sono piaciute così tanto da far male, e sto lì a pensarci e ormai non solo ho un mondo alternativo dove una di queste due mi ha detto di sì, ma ormai è diventato un universo espandibile, con aggiornamenti, gadget, munizioni infinite e quant’altro.
Ah ma qui si parlava di sesso? Nooo, io in quanto stilnovista penso solo all’amore aulico!
#4 peccato: – INVIDIA – Siete mai stati invidiosi di qualcuno?
Sì, di tutti quelli più bravi di me!
No, a parte gli scherzi ci sono persone che ammiro e persone che non ammiro. Ma non credo di essere invidioso: più che altro, mi piacerebbe essere un po’ più estroverso.
#5 peccato: – GOLA – Siete dei “peccatori” di gola?
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Questo filmino ti basta come risposta?
#6 peccato: – IRA – Siete mai stati ossessionati dal desiderio di vendetta per un torto subito?
Sai, c’è stata una volta in cui qualcuno mi ha definito “Vendicativo”; ma non lo sono. Voglio dire, hai fatto una stupidata? Non lamentarti se poi ne paghi le conseguenze. E l’unica stupidata che si paga è quella di oltrepassare il limite della mia privacy.
#7 peccato: – ACCIDIA – Il male interiore, indifferenza e negligenza verso la vita e verso se stessi, quanti di voi si sono ritrovati a vivere una situazione del genere? (spero nessuno)
Beh… in effetti nei momenti di crisi divento così apatico da diventare accidioso. Ho anche provato (segreto segretissimo) a tagliare i ponti con tutti e provare a isolarmi definitivamente. Per fortuna, una serie di vicissitudini mi hanno riportato nella giusta carreggiata!
  E questo è quanto c’è da sapere sui peccati capitali. Forse oggi non ho insegnato nulla, ma di sicuro ho mostrato un bel po’ di ottimo cibo!
I 7 Peccati capitali TAG Grazie a Shio per il Tag! Che poi l'idea è anche sua e sono FELICIO (cit.) che mi abbia pensato :D…
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