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Sabbie Rosse: tra hacking e finanza, un thriller che esplora il lato oscuro del potere. Recensione di Alessandria today
Andrea Canto e Riccardo Borri ci conducono in un viaggio avvincente nei mondi nascosti che condizionano le nostre vite
Andrea Canto e Riccardo Borri ci conducono in un viaggio avvincente nei mondi nascosti che condizionano le nostre vite Sabbie Rosse, primo volume della serie Gli abissi del potere, è un thriller straordinario che unisce il mondo della finanza internazionale e quello oscuro del Deep Web. Gli autori, Andrea Canto e Riccardo Borri, ci offrono un racconto ad alta tensione, capace di svelare i…
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Scelti per voi
Fonte: pixabay.com
Una piccola scelta di libri “certificati” dai bibliotecari per distrarvi nel migliore dei modi durante le vacanze. Si tratta di novità, di titoli non recentissimi ma che magari vi sono sfuggiti e meritano attenzione, e di opere da cui sono stati tratti ottimi film.
Se non l’avete ancora letto vi consigliamo L’animale più pericoloso di Luca D’Andrea, del 2020. Ma qual è l’animale più pericoloso? Se non ci si lascia sviare dall’immagine di copertina, si può intuirlo fin dalle prime righe di questo avvincente giallo che ha come tema (argomento di scottante attualità) la salvaguardia dell’ambiente. A parte l’idea di fondo dell’adolescente rapita che ricorda il pregevole La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi, la storia si dipana in maniera diversa, dalla location (le montagne della Val Pusteria), ai moventi dei crimini, allo stile, agile, moderno, mai banale. Anche il finale diverge, ma su questo, naturalmente, non sveliamo nient’altro. Rispettata in pieno l’unica regola cui i gialli dovrebbero essere sottoposti: quella di inchiodare il lettore alle pagine, fino alla conclusione.
Pare che le case di ringhiera della vecchia Milano siano una continua fonte di ispirazione per scrittori e assassini: dopo i gialli di Francesco Recami orientati sulla figura dell’ex tappezziere in pensione Amedeo Consonni, è il vice-commissario Enea Zottìa che deve occuparsi di una serie di crimini in un vecchio stabile malandato nel cuore di Milano nell’ultimo libro di Marco Polillo I delitti di corso Garibaldi. Ma le indagini ci porteranno anche a Viboldone, frazione di San Giuliano Milanese e sede di un’antica Abbazia, e all’isola di San Giulio sul lago d’Orta (ebbene sì, proprio nel luogo in cui C’era due volte il barone Lamberto!), dove le vicende, soprattutto sentimentali, dei protagonisti troveranno il loro più naturale scioglimento.
Ambientato sul lago di Como è I milanesi si innamorano il sabato di Gino Vignali, il cui titolo si ispira al famosissimo I milanesi ammazzano al sabato di Scerbanenco (da cui è stato tratto anche un film per la regia di Duccio Tessari). “Dopo la fortunata tetralogia riminese con protagonista Costanza Confalonieri Bonnet, Gino Vignali cambia atmosfere e personaggi ma mantiene intatti il tono scanzonato e il ritmo incalzante che contraddistinguono i suoi fortunati gialli. Suspense, erotismo, umorismo sono gli ingredienti vincenti di un romanzo che, giocando abilmente con dubbi e ossessioni, incertezze e desideri, incanta il lettore in un riverbero di luci e ombre. Come l’acqua del lago, quando sembra calma ma non lo è”.
Non intendiamo certo tralasciare l’ultimo Simenon, L’orsacchiotto, anche questa opera di introspezione, di scavo profondo nella psiche umana aperto a più interpretazioni, una delle quali può essere che non è possibile mantenere sempre il controllo su tutto, anche ad altissimi livelli professionali: dopo una intera esistenza trascorsa all’insegna del più assoluto dominio di sé, una sola deroga al perfetto meccanismo esistenziale che il protagonista si è imposto può costare un prezzo inestimabile.
Torna nell’ultimo romanzo di Fabio Stassi, Notturno francese, il simpatico counselor della rigenerazione esistenziale Vince Corso, ma in questo caso, come per Simenon, l’indagine è introspettiva: un viaggio parallelo nei ricordi dell’infanzia e in treno, lungo la Costa Azzurra, terra d’origine del nostro detective-bibliofilo, trapiantato in Via Merulana. Finalmente sarà svelato il mistero del padre mai conosciuto a cui Vince indirizza cartoline nell’unico luogo che di sicuro aveva frequentato, almeno per una memorabile notte, ovvero il mitico Hotel Negresco.
Folgorante fin dall’incipit, la lettura di Perle ai porci (il titolo originale suona: God Bless You, Mr. Rosewater, or Pearls Before Swine) rende pienamente ragione a Umberto Eco che annoverava Kurt Vonnegut tra i suoi scrittori preferiti:
Uno dei protagonisti di questa storia, storia di uomini e donne, è una grossa somma di denaro, proprio come una grossa quantità di miele potrebbe essere, correttamente, uno dei protagonisti di una storia di api.
Ironico, dissacrante, politicamente scorretto, bizzarro, surreale, a metà strada fra America di Kafka e i racconti di Carver; uno stile veloce, tagliente; un lessico moderno e spiazzante. Se poi vi affezionate a questo autore, allora vi consigliamo Ghiaccio-nove, anche questo composto in una forma originalissima che sconcerta il lettore con la sua imprevedibile fantasia che scardina completamente gli schemi narrativi tradizionali. Strutturato a brevi capitoli sullo stile del Tristram Shandy di Sterne è un libro trasgressivo, esilarante fino al demenziale, davvero “uno dei tre migliori romanzi dell’anno scritto dal più grande scrittore vivente” come lo accolse Graham Greene nel 1963, anno della pubblicazione. Una potente satira della società contemporanea, che punta in particolare alla condanna della guerra, argomento quanto mai tristemente attuale.
Lo spaccone di Walter Tevis è un romanzo di formazione in cui il protagonista svolge il suo “apprendistato” (come lo definisce Fabio Stassi nella prefazione all’edizione minimum fax) nelle sale da biliardo dove sbarca il lunario spennando ‘polli’ grazie al suo non comune talento. Ma la conquista della consapevolezza comporta un prezzo molto alto: la coscienza del proprio valore si paga con la perdita della libertà. Un libro con i fiocchi che non poteva non ispirare un capolavoro come il film di Robert Rossen del 1961 con un Paul Newman perfettamente incarnato nella parte di Eddie Felson, The Fast, ‘lo svelto’. A voi il piacere di scoprire le differenze (che ci sono, e anche notevoli) tra il libro e il film. Newman rivestirà lo stesso ruolo nel 1986 come mentore del giovane Tom Cruise in Il colore dei soldi, per la regia di Scorsese, sempre dal sequel di Tevis.
Da La morte corre sul fiume di Davis Grubb è stato tratto nel 1955 per la regia di Charles Laughton un film talmente bello e originale proprio dal punto di vista tecnico da far rimpiangere che si tratti dell’unico exploit come regista da parte del celeberrimo attore britannico. Tratto da una drammatica storia vera, il romanzo si dispiega su più piani narrativi: il tema fiabesco, reso da Laughton con splendide immagini dello sfondo naturale notturno, il noir e la denuncia del fanatismo religioso. “La storia è qualcosa di più, se possibile, dei fatti che la compongono, è un’omelia nera, una lunga e cupa ballata atroce almeno quanto le filastrocche infantili che di tanto in tanto la interrompono, risuonando nel vuoto”.
Non è una storia dell’orrore, come il precedente Dracula, che tanta popolarità diede al suo creatore, Bram Stoker: Il gioiello dalle sette stelle è soprattutto un racconto d’avventura, i cui protagonisti, sorta di Indiana Jones tra le mummie, sono morbosamente infatuati dalla passione per la storia egizia. A metà tra il romanzo gotico di stampo ottocentesco e l’egittomania molto diffusa all’epoca, tanto da influenzare anche Conan Doyle e Poe, è un romanzo piacevole e adatto come lettura per le vacanze. Tra culto della reincarnazione, sarcofagi, ricerche archeologiche, luoghi affascinanti come il misterioso Egitto e la nebbiosa Londra, abbiamo anche la possibilità di scegliere tra due finali, perché il pubblico non gradì il primo e costrinse l’autore, pare, a riscriverne uno nuovo nella seconda edizione uscita nel 1912, anno della sua morte. In questa ristampa di ABEditore del 2022 sono presenti entrambe le varianti.
#luca d'andrea#francesco recami#marco polillo#gianni rodari#gino vignali#Georges Simenon#fabio stassi#kurt vonnegut#walter tevis#paul newman#martin scorsese#davis grubb#charles laughton#Robert Mitchum#bram stoker
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Alessandra (Alex) Ricci è una poliziotta di Gilroy, tranquilla cittadina nella contea di Santa Clara, California. Ex ballerina, dopo il divorzio ha lasciato l’Italia per raggiungere sua sorella negli USA, dove ha frequentato la scuola di polizia e preso un Master in Criminologia e Psicologia Forense. Alex, che vive sola con il suo barboncino nano Charlie, conduce una vita molto tranquilla, dal momento che Gilroy non offre grandi opportunità di mettere a frutto i suoi studi di criminologia. Le cose cambiano all’improvviso quando il suo capo le comunica che verrà inviata ad Atlanta, dove da qualche mese hanno luogo rapimenti e omicidi di bambine. Alex viene affiancata al senior detective John Riley, uomo brusco e scostante, ma anche molto protettivo e affascinante, del quale la donna si innamora, suo malgrado, nel giro di poche ore.
Sandplay è un thriller poliziesco molto coinvolgente, che regala al lettore intensi momenti di suspense, di fronte agli efferati delitti su cui indagano i due poliziotti, ai quali si alternano però momenti di leggerezza, capaci di stemperare la tensione.
Stefania Napoli (Padova, 1973) è laureata in Scienze Politiche a indirizzo internazionale e ha brillantemente conseguito un Master in Criminologia, presentando un saggio su “Criminal profiling e omicidio seriale”. Dal 2014 è pubblicista per il magazine online “Il Giornale della danza” e dal 2006 è insegnante di danza e istruttrice di Pilates.
Nei suoi romanzi, attraverso i suoi personaggi, indaga la natura della psiche umana e i suoi meccanismi di funzionamento, riuscendo a dar voce alle nostre emozioni più nascoste e profonde.
Sandplay è il quarto romanzo che pubblica con Tripla E, dopo La spina dorsale del diavolo (2020), Il prezzo del dovere (2021) e La zona d’ombra (2022).
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La Porta del tempo di Luisa Colombo
Il fil rouge del romanzo La Porta del tempo di Luisa Colombo edito da Milos è un thriller complesso, ben articolato e ricco di pathos e suspense. L’autrice è stata brava a intrecciare diverse storie di donne che raccontano drammi e condizioni in cui ognuno di noi ci si può ritrovare e che certamente richiamano a pagine buie della nostra attualità. Le donne sono le protagoniste indiscusse di storie che raccontano violenze e culture integraliste, ma anche di storie positive veicolate attraverso vere amicizie e sentimenti profondi. Dopo il grande successo del Fiore dell’Apocalisse, Luisa Colombo ritorna in libreria con un nuovo e intrigante romanzo, ricco di colpi di scena e dal finale inaspettato. Ringrazio Luisa per la bella intervista che ci ha concesso. Insieme, abbiamo approfondito alcuni elementi cruciali del romanzo e ci siamo fatti raccontare anche qualche curiosità sulla sua scrittura. Siamo certi che troverete le sue parole molto coinvolgenti! La Porta del tempo di Luisa Colombo Salve Luisa, tu sei nuova ai lettori di Cinquecolonne Magazine. Ci racconti brevemente quando è nata la tua passione per la scrittura? Ciao, la passione per la scrittura è nata con me, fin da bambina mi piaceva scrivere qualche poesia, poi da adolescente ho scritto dei brevi racconti, ma il mio sogno nel cassetto era quello di scrivere un romanzo. Dopo essermi liberata dagli impegni lavorativi, quel sogno si è avverato. Prima di buttarmi a capofitto, tuttavia ho frequentato un corso di scrittura creativa che mi ha dato gli strumenti per affrontare un simile impegno, la classica cassetta degli attrezzi, insomma. Scrivere per me è catartico, liberatorio, è come un viaggio dentro me stessa che mi ha dà la possibilità di conoscermi meglio. È un percorso, quasi una psicoterapia. Non potrei più vivere senza scrivere, sebbene ci siano stati dei momenti di stasi, il classico blocco dello scrittore, ma li ho sempre superati. Nella Porta del Tempo che chiude la trilogia, le donne sono le protagoniste indiscusse del tuo romanzo. Poiché non tutti hanno letto gli altri due libri, ci puoi dire se anche in quelli la presenza femminile, carica di disagi e complessità, è così forte come nella Porta del Tempo? La presenza femminile è il fil rouge della trilogia, la donna è protagonista assoluta, in quanto ho voluto mettere in risalto il ruolo femminile nella società, puntando anche sulla forza della donna. Infatti, Il Fiore dell’Apocalisse ha vinto il Premio Speciale Milano Donna. Anche in Legami Pericolosi vengono messi a nudo gli scheletri che si celano dietro agli armadi di Maia e Anika, due donne completamente diverse, ma con molti problemi irrisolti. Nella Porta del Tempo in effetti la presenza femminile è ancora più forte, dal momento che le protagoniste sono quattro. Viaggeranno su binari paralleli per poi incontrarsi a dare vita a una forte amicizia. Nel tuo romanzo affronti molti temi di grande attualità legati soprattutto alla violenza fisica e psicologica sulle donne. Qual è l’episodio che hai raccontato nel libro e che ti ha toccata particolarmente mentre lo scrivevi? Senza dubbio la violenza fisica subìta da una delle protagoniste. È un argomento purtroppo attuale che mi inquieta. Ogni sera al telegiornale non manca mai un episodio di violenza sulla donna. Il femminicidio sta assumendo proporzioni spaventose e, quello che è più grave, è l’assenza dello Stato. La donna è sola a combattere contro un mondo che le è ostile, sia in campo professionale e spesso anche famigliare. Le storie di Maia, Anika, Ambra e di Mègan si intrecciano con continui colpi di scena e momenti di grande suspense. Fermo restando che in ogni personaggio c’è sempre un po’ dell’autore, ci puoi dire a quale delle quattro protagoniste ti senti più vicina per affinità caratteriale? A dire il vero sono due le protagoniste nelle quali mi riconosco. La prima è Maia, una donna tenace che non si ferma mai di fronte alle difficoltà, e riesce sempre a risollevarsi e ad affrontare momenti difficili e dolorosi della sua vita professionale e privata. L’altra è Ambra, protagonista de La Porta nel Tempo, una donna fragile, in conflitto perenne con sé stessa, una donna che non riesce ad accettarsi per il suo aspetto fisico e che accetta un rapporto con un uomo psicolabile e anche violento, per paura di rimanere sola. Lei mi ricorda un momento della mia vita alquanto simile, sebbene meno violento per fortuna, che è stato per me molto doloroso, ma dal quale ho trovato la forza di uscire e di cambiare radicalmente la mia vita. La Porta del Tempo è uno psicothriller molto complesso. Poiché noi di CinqueColonne Magazine siamo molto curiosi e particolarmente attratti da tutto ciò che ruota attorno al processo creativo dello scrittore, vorremmo sapere se per trame così intricate ti affidi solo alla sua fantasia o hai punti di riferimento specifici a cui ti rivolgi per attingere all’idea di base per poi elaborarla con la fantasia. Nei thriller è necessaria tanta ricerca soprattutto per la parte investigativa, ma anche psicologica. Io ho impiegato più di un anno per la ricerca nel Fiore dell’Apocalisse, mi sono fatta aiutare dal Commissario capo della Questura di Milano che mi ha introdotto nell’iter delle indagini. In un thriller nulla può essere affidato al caso, se si vuol essere credibili. Per questo ho contattato anche un patologo per poter descrivere la scena del crimine e l’autopsia dei cadaveri e un criminologo per la profilazione del serial killer, In Legami Pericolosi la ricerca è stata importante, mi sono documentata molto sul mondo farmaceutico per poter descrivere come nasce una formula, e tutto ciò che ne consegue. Nella Porta del Tempo, ho letto molti testi di psicologia e psichiatria, dal momento che ho affrontato tematiche alquanto delicate, come la depressione e il suicidio. Tuttavia, la fantasia debba essere presente, anche se spesso nasce da esperienze vissute. Read the full article
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Recensione letteraria di Maggio disponibile sul sito dell’Associazione Avvocati nella Polis: “4 3 2 1” di Paul Auster. Un’altra scelta di lettura raffinata di Sara Boringhieri
“4 3 2 1” di Paul Auster
Cosa sarebbe successo se invece di una scelta ne avessimo fatta un’altra? Che persone saremmo oggi se quel giorno non avessimo perso il treno, se ci fossimo iscritti in un’altra scuola, se avessimo risposto al saluto di quel ragazzo o di quella ragazza?
La letteratura ha sempre esplorato i destini alternativi a quelli che il caso o la storia hanno deciso e Paul Auster, addentrandosi in questo percorso, si lancia in un esperimento coraggioso dando vita a “4321”, romanzo che racchiude tutte le vite di Archie Ferguson, quella che ha avuto e quelle che avrebbe potuto avere.
Siamo nel 1947 e il 3 marzo a Newark nasce Archie Ferguson, unico figlio di Stanley e Rose: da qui si dipanano quattro sentieri, le quattro vite possibili (ma al contempo così reali) di Archie. Campione dello sport oppure inquieto giornalista, attivista o scrittore vagabondo. Le quattro strade che Archie fin da subito imbocca lo guideranno in quattro vite diverse eppure singolarmente così simili, con elementi che ritornano ogni volta in una veste diversa.
La particolarità del romanzo è insita proprio nella sua struttura e nella sua costruzione: non si tratta di quattro racconti indipendenti ma di quattro storie che a modo loro si intersecano, alimentando non solo suspense e sorpresa nel lettore ma rendendosi portatrici di un ulteriore messaggio: ogni vita nasconde e protegge dentro di sé le altre che non si sono realizzate e ogni individuo conserva al suo interno le ombre delle persone che sarebbe potuto diventare.
Auster racconta le quattro vite possibili di Archie in parallelo, come fossero quattro libri in uno per concludere con un gran finale che concede una chiave di lettura inaspettata, ma che chiude il cerchio.
Ciò che colpisce è la maestria dell’autore nel costruire un romanzo con una struttura tanto originale, la sua abilità nell’incastrare le varie possibilità rendendole differenti ma al contempo complementari: Auster crea una matrioska incastrando quattro storie all’interno di un unico romanzo e al contempo costruisce un cubo di Rubik per risolvere il quale si devono unire singoli tasselli apparentemente scollegati per scorgere nella loro interezza le diverse facce di cui si compone. All’inizio ci si può sentire disorientati, personaggi e vicende sembrano moltiplicarsi ma una volta entrati nel meccanismo rimane lo stupore di fronte alla grandezza dell’opera.
Auster ha tuttavia un’altra abilità, che consiste nell’affiancare alle vicende romanzate dei protagonisti il contesto storico reale nel quale si svolgono: siamo in America nella seconda metà del ’900 e la Storia di quel periodo è molto presente nella trama.
Consiglio questo libro per la sua originalità narrativa, per provare a mettersi in gioco anche come lettori calandosi in uno stile narrativo geniale e addentrandosi in un romanzo (o quattro diversi romanzi) ricco di spunti.
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Che consigli dai a un aspirante scrittore?
intanto scusami se ti rispondo solo ora, ieri sera mi sono completamente dimenticata.
premetto che non sono ancora una scrittrice a livelli alti per cui ti potranno magari sembrare consigli "banali".
un annetto fa ho comprato qualche librobdi scrittura creativa per capire come migliorarmi, quelli possono sicuramente essere utili(danno consigli molto interessanti)
ti lascio qui i titoli di quelli che ho, così se ti interessano puoi cercarli:
•Manuale di scrittura creativa di Nelson Ferrigno
•On writing di Stephen King
•Scrittori sulla scrittura di Serena Bedini
•Manuale di scrittura creativa di Ketty Magni
•Il mestiere dello scrittore di Murakami
ti posso consigliare anche di leggere tanto(lo consiglia anche Nostro Signore Stephen King) in modo da aprire la tua mente a vari metodi diversi di scrittura, ampliare il tuo lessico, aiutare ad affinare il tuo stile di scrittura e può aiutarti a capire come strutturare un romanzo che vale la pena leggere; ti consiglio di cercare di scrivere un po' tutti i giorni e metterti degli obbiettivi giornalieri a riguardo, in modo da riuscire ad essere sempre produttivi(anche quando magari non sai come strutturare un romanzo o farlo diventa un limite); un altro consiglio che posso darti è di fare ricerche sulla scrittura e su ciò di cui vuoi parlare, in questo modo ne saprai di più e questo potrebbe facilitati la scrittura, o farti trovare idee(a me è successo varie volte con le ricerche che ho fatto per questo libro); l'incipit è fondamentale, è la parte in cui introduci il lettore alla storia e lo trasporti all'interno del mondo narrativo creato, per questo va curato nei minimi dettagli. un incipit che funziona deve mostrare un'azione o mostrare un'assenza di azione, queste cose stimolano il desiderio e la necessità di conoscenza.
ti lascio anche gli errori da evitare sull'incipit, sono tre:
•l'incipit alla Manzoni, ovvero il primo capitolo dei promessi sposi: c'è una lunga figura retorica dove descrive attentamente il luogo in cui è ambientata la storia, risulta noioso e fa passare la voglia di continuare il romanzo;
•l'incipit di anticipazione, ovvero 5 righe che anticipano tutta la storia: questo incipit elimina pathos e suspense e, cosi facendo, fa perdere il desiderio di proseguire la lettura;
•l'incipit descrittivo, ovvero una descrizione minuziosa e insostenibile del protagonista: dare tutti questi dettagli non caratterizza il personaggio e annoia il lettore.
trovai anche gli errori da evitare quando si scrive un romanzo, ti lascio qui sotto la lista anche di quelli:
•non buttare niente è sbagliato, poi idee butti, più ne nasceranno di migliori(io ti direi di metterle da parte piuttosto che buttarle, possono sempre esserti utili, magari per altro)
•condividere "pensieri"e non un testo narrativo, in questo modo si sottovaluta la componente fiction, dimenticandosi del lettore
•non confrontarsi con estranei(questo è un consiglio di vita proprio, secondo il mio modesto parere)
•cercare errori nei libri dei nuovi esordienti è sbagliato perché entri nell'ottica sbagliata e non farai mai nulla(e poi che stronzo chi lo fa, se posso permettermi)
•far leggere il romanzo ad un amico è sbagliato perché dirà che è bellissimo e che sei un genio: non credergli, lo dice per confortarti(l'ho fatto con roba che avevo scritto e ti assicuro che non aiuta assolutamente)
•fare lo scrittore con il cuore degli altri, ovvero scrivere per arrivare agli altri e non per te stesso: non sarebbe credibile, devi cercare ricompensa nel piacere del tuo lavoro e non tenere conto di lode o biasimo, successo o fallimento
•considerare la prima bozza un lavoro finito
•sottovalutare refusi ed errori grammaticali
•non ridimensionare il proprio ego, è il testo che deve comunicare
•mancanza di costanza
•descrivere solo con la vista
•far portare avanti la trama attraverso i dialoghi, rendendoli stucchevoli e poco credibili
(spero ti siano utili)
mentre facevo le ricerche per il libro che sto scrivendo ho trovato su un sito i consigli di autori famosi, te li lascio qui sotto:
•Mai iniziare un libro parlando del tempo se è solo per creare atmosfera, il lettore salterà le pagine per cercare personaggi. -Elmore Leonard
•Portare sempre un taccuino: la memoria a breve termine trattiene un'informazione tre minuti, potresti perdere per sempre un'idea. -Will Self
•Metodo di scrittura a "timer da cucina": quando vuoi scrivere imposta un timer su un'ora(o mezz'ora); di solito, non appena il timer suona, sarai così coinvolto e divertito dal lavoro che continuerai. al posto del timer ai possono azionare elettrodomestici(lavatrice/asciugatrice o altro). -Chuck Palahniuk
•Scrivere ciò che si sente di dover scrivere e non scrivere ciò che è popolare o che pensi possa vendere. -P. D. James
•Il dialogo è cruciale nel definire i personaggi, deve essere reale e mai artificioso artefatto. un buon dialogo deve essere come una partita a tennis: botta e risposta. in poche righe deve dare l'idea precisa di una situazione: caratteri dei personaggi, la loro collocazione, il loro ambiente, le idee politiche e le loro inclinazioni; un buon dialogo deve anche essere veritiero, ascoltare dialoghi dove e quando puoi aiuta a creare un dialogo "reale". -Stephen King
•La prosa è architettura, non è decorazione di interni. -Ernest Hemingway
•Evitare frasi fatte: sono minestra riscaldata. -Umberto Eco
•Fai ciò che ti piace e fallo meglio che puoi: quasi tutte le storie profonde non hanno iniziato ad esserlo, hanno iniziato ad essere narrate. quando esistiamo a scrivere qualcosa che vogliamo e pensiamo a ciò che ci dirà la critica stiamo diventando insicuro nel nostro lavoro. scrivi la storia che vuoi raccontare, non sai dove ti porterà. -Joe Lansdale
•Cambia idea: le idee buone spesso vengono uccide da altre migliori. -Roddy Doyle
•Violate ognuna di queste regole piuttosto che scrivere qualcosa di barbaro. -George Orwell
spero di averti risposto in modo esaustivo e che tutto ciò possa esserti utile, mi auguro che la scrittura possa aiutarti e farti vivere al meglio.
💝💝💝
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La Chiave Dimenticata di Monica Monacelli. Il passato si può dimenticare, ma non cancellare. Thriller psicologico. Recensione di Alessandria today
Biografia dell’autore: Monica Monacelli è un’autrice capace di intrecciare emozioni profonde, mistero e tensione psicologica.
Biografia dell’autore:Monica Monacelli è un’autrice capace di intrecciare emozioni profonde, mistero e tensione psicologica. Con La Chiave Dimenticata, ha dato vita a un romanzo che esplora la fragilità dell’animo umano e la forza del passato nel plasmare il presente, consolidando il suo talento come narratrice di storie intense e avvincenti. Analisi dettagliata:“La Chiave Dimenticata” è un…
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#Ioleggoacasa... (soprattutto) durante le feste!
È inverno, il tempo è uggioso, ci sono le restrizioni, perché dovremmo uscire? Fortunatamente le biblioteche hanno riaperto, anche se solo per il ritiro dei libri prenotati, almeno per il momento, secondo le modalità indicate nel nostro sito https://milano.biblioteche.it/. Ricordiamo che è stato attivato anche un servizio di consegna a domicilio per gli over 70 e per chi non avesse la possibilità di recarsi personalmente in biblioteca. Last but not least, siamo stati travolti da una valanga di libri nuovi, tra i quali, ‘cogliendo fior da fiore’, scegliamo quelli da consigliare.
Uscito nel 2019, ma appena arrivato nelle biblioteche il romanzo di Massimo Carlotto La signora del martedì (questo titolo non ci ricorda forse I giovedì della signora Giulia di Piero Chiara, da cui fu tratto uno sceneggiato Rai, naturalmente presente nel nostro Sistema?): un attore porno ‘declassato’ al ruolo di gigolò trascina l’esistenza aspettando il martedì, giorno in cui una donna misteriosa retribuisce le sue prestazioni. Questo libro ci offre il destro per elogiare la nuova serie L’alligatore appena trasmessa da Rai 2, tratta dai gialli di Carlotto che ne cura anche la sceneggiatura: complimenti davvero, ben fatta, ottimamente interpretata, colonna sonora per palati fini (come commenta il protagonista stesso: “Il blues non è per tutti”) e magnifica fotografia, con la laguna veneta in HD mai vista così bella!
Fresco fresco di biblioteca è La banda Gordon di Marco Dell’Omo: un romanzo corale, ricco di avventure, anche molto divertenti, e di personaggi, ambientato nell’epoca fascista, periodo che sembra ispirare quanto altri mai i nostri scrittori contemporanei. “Un generale ormai anziano ripercorre la giovinezza trascorsa durante la guerra sulle montagne d’Abruzzo. Con lui una banda di coetanei decisa a vendicare il fumetto preferito (Flash Gordon) incappato nella censura fascista.” Sull’argomento consigliamo anche questo articolo relativo alla storia della casa editrice Nerbini di Firenze che il 14 ottobre 1934 pubblicò il primo numero di «l’avventuroso» che ospiterà per qualche anno Flash Gordon (e anche Mandrake e The Phantom, poi ribattezzato, più ‘italianamente’ L’uomo mascherato) per sostituirlo nel 1938 con I tre di Macallè, fumetto più in linea con l’ideologia del regime ma di minore impatto sul pubblico.
Come sempre ambientato a Milano, e in particolare nella zona di Porta Venezia, Arrigoni e il delitto in redazione di Dario Crapanzano: un capo redattore viene trovato con la gola squarciata e il commissario Arrigoni, sbirro sui generis, è chiamato a indagare. L’ultimo giallo di Crapanzano (che purtroppo ci ha lasciato nel mese di ottobre), forse anche il più autobiografico, perché ambientato nel mondo dell’editoria che l’autore conosceva bene. “Milano e l’editoria milanese hanno perso tanto, ma i lettori potranno ancora una volta deliziarsi con l’ultima delle storie di Arrigoni e di Crapanzano, scritta come sempre con garbo, con ironia, con passione e con lungimiranza. Un giallo vero, classico, con la giusta suspense e il giusto finale, un giallo come se ne trovano ormai pochi.”
Un’opera prima di grande successo (Premio Italo Calvino) è il giallo meta-letterario Notturno di Gibilterra del giovane Gennaro Serio. “Sospinto da uno stile versatile e sorprendente, Notturno di Gibilterra mette in atto un furibondo sabotaggio del genere più letto e amato: il giallo ... Un ‘ipergiallo’ giocoso e diabolico che attraverso una sapiente rete di divertiti omaggi e ghiotte citazioni porterà il lettore dai canali delle Fiandre al Baltico, dall’Accademia di Svezia alla Patagonia, per approdare infine a Gibilterra, dove marginali poeti allo sbando rivendicano uno spazio a quella materia incandescente che è la letteratura.”
È stato definito romanzo di ‘deformazione’ I cariolanti di Sacha Naspini, ambientato nella campagna toscana: un disertore della Grande Guerra si nasconde in una tana nel bosco insieme alla moglie e al figlio Bastiano, il vero protagonista della storia. Bastiamo cresce in mezzo alla natura, si innamora, sperimenta il carcere e poi il secondo conflitto mondiale: una vita intera da animale braccato, in preda agli istinti più primordiali, alla ricerca di tutto quello che gli è mancato nella vita.
Per quanto riguarda la sezione di saggistica, ecco le nostre proposte. Una novità interessante e curiosa è la collana, presente nel nostro Sistema, Passaggi di dogana, di cui vi segnaliamo solo qualche titolo: A Londra con Sherlock Holmes, A Parigi con Colette, A Roma con Alberto Sordi, A Dublino con James Joyce, La Genova di De André, A Napoli con Totò. Un approccio diverso per approfondire la geografia e la storia di alcune grandi città.
Un mito è sempre fonte di ispirazione e in questo caso Vanna Vinci ha elaborato la leggenda del più grande soprano di tutti i tempi in una versione a fumetti, in cui la protagonista appare come un personaggio da tragedia greca (la sua interpretazione in Medea di Pasolini è memorabile) con tanto di coro in sottofondo. Io sono Maria Callas è un modo sicuramente originale per rileggere la biografia di una figura leggendaria e indimenticabile.
L’Italia di Mussolini in 50 ritratti di Paolo Mieli e Francesco Cundari: una angolazione ‘atipica’ per analizzare, anche con il contributo delle illustrazioni di Ivan Canu, uno dei periodi più controversi della nostra storia: chi era Mussolini, quale Italia ha preso in mano e come l’ha restituita, quali sono i personaggi che hanno influito sulla sua ascesa, sul rafforzamento del suo potere e chi invece lo ha combattuto? Questi sono gli interrogativi a cui gli autori cercano di dare una risposta.
“Imbalsamare i greci e i romani li ha privati della loro forza, cioè della loro conflittuale modernità” scrive Luciano Canfora nella nota introduttiva a Vivere con i classici. E proprio la conflittuale modernità dei classici è il tema di questo libro: racconti e riflessioni di diversi scrittori contemporanei in forma narrativa. Alicia Giménez-Bartlett, Francesco Cataluccio, Daria Galateria, Fabio Stassi, Roberto Alajmo, Scott Spencer si sono impegnati in questa moderna versione della difesa dei classici, dal momento che, ormai, anche Perché leggere i classici di Italo Calvino è diventato un classico… Ma cos’è un classico? Una garanzia, nell’incertezza del tempo presente.
E a proposito di classici, come abbiamo ricordato in un post precedente, Sellerio sta ripubblicando, tra gli altri autori, Graham Greene, di cui citiamo Una pistola in vendita, della serie I divertimenti. Il titolo si riferisce a un killer incaricato di commettere uno spietato omicidio. Ma questo è l’unico dettaglio che il libro ha in comune con altri dello stesso genere, Greene è infatti originalissimo nel tratteggiare la figura del sicario (secondo le sue stesse parole, è compito dello scrittore saper “rendere simpatiche persone che non hanno alcun diritto alla simpatia”), come originale e avvincente è la storia, ambientata alla vigilia della guerra. Imperdibile!
L’ultimo altro giallo di Andrea Vitali, della serie I casi del maresciallo Ernesto Maccadò, è Nessuno scrive al Federale (titolo ricalcato da Nessuno scrive al colonnello di García Márquez). Diversi avvicendamenti di segretari della sezione locale del partito a Bellano, la città più inquieta tra quelle che punteggiano le rive del lago di Como, letterarie per eccellenza.
Dulcis in fundo, la storia di un bibliotecario part-time, al quale il Comune di Timpanara per cui lavora affida il doppio incarico di guardiano del cimitero. “Lettore dalla vivida immaginazione, Astolfo Malinverno mescola le storie dei romanzi – per i quali inventa nuovi finali – con quelle dei compaesani, dei forestieri, dei lettori della biblioteca e dei visitatori del cimitero, dei vivi e degli estinti.” Malinverno di Domenico Dara è un romanzo per chi ama i libri, la fantasia, le storie d’amore, il mistero.
Ancora i migliori auguri di Buone Feste da tutti noi!
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Solo a volte, però
A volte ritornano è il libro con cui ho cominciato a leggere Stephen King. Giovanni, compagno di classe e amico del liceo, mi andava facendo una testa così con i suoi romanzi. Tanto ha detto che io, dopo la maturità, mi sono comprato un po’ di libri del Re. Fra cui, appunto, A volte ritornano. Si tratta di una raccolta di racconti. Alcuni sono molto belli. Altri dicono poco. Quello che dà il titolo alla raccolta è stato - ma guarda un po’, eh - convertito in film. Ne è protagonista Tim Matheson, uno che ho spesso visto in pellicole minori o televisive. Mi ha dato proprio la sensazione di un prodotto appositamente studiato per la televisione. Sa di poco, e non ha minimamente l’atmosfera delle opere di King. Non c’è suspense, né alcun brivido. Sembra la fredda e compita applicazione di una ricettina. Una roba pedissequa, senza anima. Tim Matheson sembra chiedersi dove mai sia capitato. Spero - per lui - che una risposta l’abbia trovata.
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Voglia di un po' di mistero e suspense? Allora oggi ci caliamo in una lettura che possiede entrambe queste caratteristiche e che farà scatenare la vostra curiosità alla ricerca del vero colpevole. Allacciate le cinture, perché il viaggio sarà bello lungo e con un finale letteralmente col botto. Il romanzo ha come protagonista una giovane adolescente, Aurora Ríos che è anche la vittima di un crimine che avviene nell’Istituto scolastico Rubén Darío di una piccola cittadina spagnola. Aurora è la “ragazza invisibile” della scuola, perché da quando il padre ha abbandonato lei e sua madre, i pettegolezzi nel piccolo paesino non hanno fatto che fioccare e la ragazza è al centro di queste male lingue. I suoi compagni, come chiunque in paese, pretendono di conoscere la verità sulla sua famiglia e non si fanno scrupoli a raccontare frottole che feriscono molto la giovane Aurora.
"«Perché spesso la verità è meno credibile e affascinante delle bugie."
Per questo, la ragazza ha assunto un atteggiamento difensivo decidendo di allontanarsi da tutti e non parlare più con nessuno; di conseguenza appare sempre isolata e non ha nessun tipo di contatto umano. Ma ora con la sua morte, la “ragazza invisibile” non è più tale.
Un giorno di maggio, quando le lezioni stanno quasi per terminare e gli esami di fine anno sono alle porte, Aurora Ríos viene trovata morta nello spogliatoio della palestra con accanto solo una bussola. La terribile notizia non tarda a diffondersi e una delle prime ad apprenderla è Julia Plaza, anche lei alunna del Rubén Darío e compagna di Aurora. Sebbene non conoscesse bene Aurora, Julia rimane scossa dalla notizia della morte improvvisa della sua compagna e nasce subito l’esigenza di risolvere questo caso. Figlia di un medico legale e di un ispettore della polizia, Julia possiede le informazioni necessarie per poter risolvere questo omicidio e poi non ne può fare a meno da amante di Agatha Christie quale è. "Non sei tu l’amante di Agatha Christie?» «Questa è la vita reale, non è un giallo.» «Ancora più interessante. Lo scrittore non ti può ingannare con piste false messe apposta per non farti risolvere il crimine fino all’ultima pagina.»"
In questa caccia al colpevole, Julia oltre alla benevolenza dei genitori che la rendono partecipe dei passi avanti nel caso, ha dalla sua parte anche Emilio, suo grande amico e complice che come la ragazza ha un’innata vena investigativa. I due formeranno un vero team alla Sherlock – Watson pronti a tutto per scoprire chi ha ucciso Aurora. Man mano che la ricerca della verità prosegue, diventa sempre più evidente a tutti che il sospettato potrebbe essere chiunque, dai compagni di classe di Aurora fino ad arrivare ai suoi professori. Ognuno ha avuto a che fare con la vittima, seppure lei non dava confidenza a nessuno. Ma chi aveva veramente motivo per ucciderla? Julia si troverà a sospettare di tutti, anche di persone vicine a lei e con mille domande che affollano la sua mente. Gli indizi non mancano, anzi, sono numerosi come i probabili sospettati e allora a Julia non basterà che mettere insieme tutti i pezzi di questo puzzle. Una lettura bella coinvolgente che farà girare al massimo le rotelline del vostro cervello. Vi sentirete direttamente coinvolti cercando di capire chi è il colpevole e sarà veramente difficile capirlo fino alla fine, perché ognuno dei personaggi del romanzo, i cui particolari ci verranno svelati pian piano durante la narrazione, ha un possibile movente. Quindi vi ritroverete perennemente con un pugno di mosche in mano, perché le vostre deduzioni non saranno mai esatte al cento per cento. Il libro possiede un range di personaggi molto ampio, ma sono tutti facilmente identificabili, non vi confonderete insomma. Il personaggio che naturalmente mi è piaciuto di più è Julia Plaza. Una ragazza superiore ai suoi compagni per intelligenza che possiede uno spiccato spirito di osservazione e che dimostra una grande determinazione e anche coraggio nel portare avanti la sua personale indagine. Julia è una super chicca, come la ama chiamare il suo migliore amico Emilio: è in grado di risolvere in soli 55 minuti il cubo di Rubik e poi è una super giocatrice di scacchi, in grado di prevedere le mosse del suo avversario. Lei è proprio quel personaggio che in questo genere di libri non puoi non amare e con cui non puoi non identificarti. Una personalità forte e decisa che troviamo nel corpo di una diciasettenne. Mi è piaciuto anche il personaggio di Emilio, anche se è leggermente in secondo piano rispetto a Julia. Lui è proprio l’aiutante perfetto, il Watson della nostra Sherlock. Sebbene possa sembrare timido e un po' insicuro, Emilio dà quando occorre la spinta nella giusta direzione a Julia. Il suo è un personaggio fondamentale, senza il quale la storia non sarebbe la stessa. "Holmes e Watson ritornano al caso dell’Assassino della bussola. Due giovani e intrepidi investigatori in cerca della verità. Emilio sorride: è di nuovo in squadra con la ragazza più intelligente del pianeta. Anche se sa che, d’ora in poi, le cose saranno necessariamente diverse. Deve trovare una soluzione, il suo cuore gliene sarà grato."
La storia si alterna tra passato e presente, fornendo al lettore le informazioni giuste per fare le proprie deduzioni. Oltre a questo, la narrazione è intervallata anche da capitoli dove alcuni personaggi chiave del racconto ci vengono svelati in momenti ad hoc, dando così modo di conoscere meglio i nostri personaggi e mettendo nelle nostre mani indizi utili per capire. Il romanzo ha una vena prettamente investigativa, ma l’autore non tralascia di toccare argomenti seri dal bullismo fino a quello forse più spinoso dell’orientamento sessuale. Ho apprezzato molto il voler parlare di argomenti così difficili e importanti ma senza appesantire la narrazione, anzi, trattandoli con naturalezza e in maniera diretta. La storia non manca anche di un po’ di drama adolescenziale, ma non si poteva farne a meno data l'età dei personaggi. Viene anche messo il luce il rapporto genitori- figli e anche adulti- ragazzi che anche se non è centrale come tema, riesce comunque ad essere trattato come si deve. Il linguaggio utilizzato è molto semplice e rende molto scorrevole la narrazione. Forse l’unico aspetto della storia che non mi ha convinto fino in fondo è stata la facilità con cui i genitori di Julia le forniscano informazioni mettendola anche in pericolo. Sarebbe stato più convincente e anche intrigante se Julia avesse otte le informazioni da sé. Il finale è inaspettato e parecchio d’effetto lasciandoci forse già pregustare come inizierà il prossimo libro. Ho già l’acquolina in bocca nel voler leggere il seguito. La ragazza invisibile è un buon libro che sa come prendere il lettore lasciandolo brancolare nel buio ma sempre con una torcia in mano.
Recensione "La ragazza invisibile" di Blue Jeans
https://tuttacolpadeilibri.blogspot.com/2019/02/recensione-in-anteprima-la-ragazza.html
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Il samba di Priscilla di Maurilio Barozzi
Il bellissimo Brasile si tinge di rosso. Sarà una giornalista brasiliana a districarsi nel contesto corrotto e spietato del romanzo “Il samba di Priscilla” di Maurilio Barozzi I lati oscuri del potere Il samba di Priscilla di Maurilio Barozzi edito da Borderfictionè il nuovo romanzo dell’autore. In uno dei Paesi più belli del mondo si consumano delitti, aleggia la mano del malaffare e il potere senza scrupoli la fa da padrone. L’autore, Maurilio Barozzi, ci racconta un Brasile che conosce alla perfezione e, ispirandosi a fatti realmente accaduti, tratteggia una società invischiata in torbidi giochi di potere a tutti i livelli (dalla politica al sindacato) che sfruttano e stritolano l’intera società. Lo capirà benissimo la protagonista del romanzo, Priscilla Amorim, una giornalista brasiliana che sta indagando su un faccendiere italiano emigrato a Salvador de Bahia e sul suo giro di modelle-escort. Di lì a poco si troverà precipitata nell’abisso: due reporter italiani uccisi, il cadavere di una squillo e la lunga mano della famiglia mafiosa Magellano. Il tutto si fa più complesso quando spuntano tangenti che gli emiri del Qatar hanno promesso in cambio dell’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2022. Un noir dai ritmi serrati, ricco di colpi di scena e di suspense, che trascina il lettore tra i colori e la cordialità del mitico Brasile e la strisciante corruzione che si insinua in tutti i settori della società e della politica. Riuscirà Priscilla a trovare la salvezza senza perdersi? Lo abbiamo chiesto all’autore, Maurilio Barozzi, che in questa intervista ci racconta di più sul romanzo e su come struttura i suoi libri. Il samba di Priscilla di Maurilio Barozzi Lei scrive praticamente da sempre, dai tempi dell’università, e ha sempre scritto di tutto (politica internazionale, teatro, sport, società ed economia). Com’è stato scrivere un noir? Si è subito sentito a proprio agio con questo genere? Se sì, perché? In realtà non è la prima volta che scrivo noir. “Seme di metallo” è del 2006 e poi ho scritto altri racconti e un romanzo che uscirà più avanti. É un genere che mi si addice perché ho una visione del mondo abbastanza cupa e fatico a dividere il mondo in buoni e cattivi. Di solito siamo tutti abbastanza crudeli, è nella natura animalesca dell’uomo. Qualcuno riesce a educarsi al rispetto dell’altro e a farlo prevalere, tuttavia la maggior parte rimane guidata dal primordiale senso di egoismo e la sua evoluzione consiste solo nel mascherarlo. Dunque il noir è perfetto per descrivere questa mia concezione. E poi credo che tutti i libri, alla fine, siano una specie di giallo con un mistero da indagare e approfondire. Nel suo romanzo, Priscilla è una giovane giornalista brasiliana che segue un’inchiesta scottante. Quanto c’è di lei nella sua protagonista? C’è parecchio di me. O almeno lo spero, visto che Priscilla è l’unico personaggio del romanzo che ha un’elevata statura morale. Non è perfetta: è testarda, spigolosa, ribelle. Ha una fragilità di fondo legata alla sua ambizione professionale e, come quasi tutti gli altri personaggi del romanzo, anche lei non si fa troppi scrupoli a usare scorciatoie per arrivare allo scopo. Però sa darsi un limite e riesce a non oltrepassarlo. Soprattutto direi che è un personaggio consapevole, capace di costruire il suo destino. In certo senso, Priscilla si può definire shakespeariana: Harold Bloom direbbe che “origlia se stessa e la sua reazione è la volontà di cambiare”. Ecco. Si predica sempre che si impara dai propri errori però sono poche le persone che davvero riescono a farlo. Priscilla è una di queste. Spero di esserlo anch’io. Lei ha vissuto e lavorato per tanti anni in Brasile, Paese in cui è ambientato il suo romanzo. Il livello di corruzione che ci racconta nel libro (e che rispecchia la realtà) è altissimo. In base alla sua percezione, come vivono questa situazione le persone come Priscilla Amorim? La combattono, la subiscono, vanno via dal Paese? Le persone come Priscilla Amorim combattono lo status quo. Priscilla non è incline al compromesso col potere. Certo, nella realtà non ci sono molte Priscilla, però ci sono. Ci sono nel giornalismo, ma ci sono nella polizia (anche nel finale del romanzo è proprio un poliziotto che va a complimentarsi con lei per la sua inchiesta), nella scuola, nell’ambito sociale. A Bahia ho conosciuto moltissime persone impegnate nel volontariato sociale che aiutano i meninos de rua o gestiscono scuole di capoeira per offrire a quei ragazzini un’ipotesi di futuro. Certo, qualcuno se ne va ma in genere chi emigra lo fa più per morivi di lavoro che come reazione alla corruzione dilagante. I più la considerano ormai parte integrante del loro mondo, una situazione con cui fare i conti. Il problema di fondo è che il potere è onnivoro e pervasivo e diventa difficile svincolarsene dopo averlo abbracciato. E comunque vorrei chiarire che ho ambientato questo romanzo in Brasile ma credo che, con sfumature diverse, avrei potuto ambientarlo in qualsiasi luogo del mondo. La corruzione non è certo prerogativa brasiliana. Basti vedere la bufera che ha investito la Francia dell’ex presidente Sarkozy e l’ex calciatore Platini proprio in relazione alle presunte tangenti intascate dal governo del Qatar per l’organizzazione dei Mondiali del 2022. Analizzando le fasi del processo creativo, quando si appresta a scrivere un nuovo romanzo, qual è la parte che le piace di più? A dire la verità su di me ognuna delle fasi esercita un grande fascino. Mi eccita molto l’idea iniziale, quella che mette in moto tutto il processo, e la fase in cui creo i personaggi e scarabocchio le loro biografie. Poi mi impegnano molto la definizione della trama, della scaletta e della prima stesura. Per quanto mi riguarda, sono le più dure anche perché inevitabilmente lunghe e tortuose, con momenti di slancio e altri meno effervescenti. Però sono il vero frutto dell’opera: una volta portata a termine questa fase posso tirare un sospiro di sollievo. E posso dedicarmi alla riscrittura, la revisione e la limatura finale. Fasi, queste ultime, che determinano l’estetica dell’opera e in certo senso lo stile. Domanda di rito: che progetti ha per il futuro? Sta già pensando a un nuovo romanzo? Per la verità ho parecchi progetti. Un romanzo, di cui sono alla fase della riscrittura, ambientato nel mio Trentino, che indaga sempre il rapporto tra uomo e potere. Ma poi sto progettando anche un lavoro non-fiction, più legato alla mia professione di reporter, un viaggio-reportage. Read the full article
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📖Il romanzo scorre veloce, con una suspense alta e avvolgente. L'argomento che tocca l'autore è molto interessante e attraverso le sue parole riscontriamo tutto quello che già stiamo vivendo. Il protagonista è un uomo scampato dalla morte e molto intelligente, uno dei pochi. Ha davanti a se un mondo in frantumi e gente priva di emozioni. Lui stesso cerca di combattere questo stato d'animo e ci riesce legandosi a dei ricordi che lo fanno stare bene. Una storia che ti lascia con il fiato sospeso fino all'ultimo. #fantascienza #bookstagramitalia #libri #letture https://www.instagram.com/p/CkX9fkyqYce/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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E concludiamo questa giornata dei mille volti del male con un inedita Agatha Christie con la raccolta "Il segugio della morte". A cura di Chiara Monina
E concludiamo questa giornata dei mille volti del male con un inedita Agatha Christie con la raccolta “Il segugio della morte”. A cura di Chiara Monina
Questi dodici racconti brevi sono storie misteriose, fatte di suspense, brivido e soprannaturale. Sono dei piccoli classici della Christie e come per altri suoi libri si immergono in una dimensione fantastica, lei stessa infatti si è occupata del genere occulto e spiritico e confessa di aver vissuto esperienze paranormali. In ognuno dei dodici racconti sono rappresentati dei fenomeni…
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Settembre è iniziato da 13 giorni e forse è il caso di aspettare l’autunno con il libro giusto…come questo! Un’antologia ispirata al folklore italiano, ogni racconto per una regione o un territorio particolare. Non ho amato la cornice letteraria del racconto orale da parte dello scudiero Yakub sulle avventure vissute con il templare Manfredi di Monforte, che in generale mi ha ricordato lo strigo Geralt di Rivia, tuttavia i racconti sono incredibili sia per la scrittura sia per trame ricche di suspense ed elementi fantasy e horror, tratti dal folklore più vario. Sicuramente un libro molto interessante da cui non solo ho imparato molto, ma che mi ha decisamente ispirato! Thanks @watsonedizioni #terreleggendarie #folklore #folkloreitaliano #racconti #antologia #raccolta #fantasy #horror #books #libri #bookshelf #ticonsigliounlibro #libriconsigliati #libridaleggere #libridaleggere #booklover #bookaddict https://www.instagram.com/p/Cie4ODnMCNt/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Assente per malattia di Morgana Leo. Un giallo ricco di suspense con una protagonista straordinaria. Recensione di Alessandria today
Biografia dell’autore: Morgana Leo è un’autrice emergente del panorama letterario italiano. Con una passione per i romanzi gialli e una straordinaria capacità di creare trame avvincenti e personaggi realistici, si è guadagnata l’attenzione di lettori e cr
Editore: Agenda EdizioniData di pubblicazione: 25 ottobre 2024 Biografia dell’autore:Morgana Leo è un’autrice emergente del panorama letterario italiano. Con una passione per i romanzi gialli e una straordinaria capacità di creare trame avvincenti e personaggi realistici, si è guadagnata l’attenzione di lettori e critica. Assente per malattia è la sua opera più recente e ambiziosa. Analisi…
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Oggi diamo il benvenuto a una cara amica di Occhi di Bimbo: Isabella Paglia, autrice di tanti libri per bambini e ragazzi pubblicati con successo in Italia e all'estero e vincitrice di altrettanti premi. Oltre all'attività di scrittrice Isabella Paglia è impegnata in quella editoriale per il popolare sito "Piccoli Lettori Crescono" Book Avenue KIDS, come redattrice di altri giornali e riviste destinati ai più giovani e sceneggiatrice. Ma l’attività che forse la caratterizza di più è il suo impegno sociale a favore dei bambini, soprattutto quelli in difficoltà, molte sono le sue iniziative per i reparti di oncologia pediatrica in vari ospedali d’Italia e associazioni umanitarie internazionali. Ci vuoi raccontare come e perché hai deciso di scrivere per i bambini? Per passione. Scrivere per bambini è un lavorare per e con loro. In molti pensano che sia più facile che scrivere per adulti. Vi svelo un segreto, una grande verità: scrivere per bambini non è affatto più facile che scrivere per adulti, anzi. Scrivere per bambini significa scrivere per tutti, questa è la grande difficoltà. I libri per bambini sono microcosmi che rappresentano il mondo intero. Che una bella frase che nel libro sacro del Talmud che dice: “I bambini sono profetici” e nei libri i bambini lo sono sempre perché, come nella vita, ci insegnano sempre che lo straordinario si trova sempre nell’ordinario. Qual è l’ultimo libro che hai pubblicato che hai pubblicato? Storie per bambine e bambini buoni, Giunti un libro che a dispetto del titolo un po’ provocatorio oltrepassa gli stereotipi della bontà. Una raccolta di storie adatta ai bambini dei giorni d’oggi incentrata sul concetto dell’intelligenza emotiva. La bontà a misura di bambino, in questi racconti, si riconosce nella capacità di assumersi le proprie piccole responsabilità, nella disponibilità alla comprensione e all'apprezzamento degli altri, nell'allenamento a risolvere i piccoli conflitti del quotidiano in modo pacifico e senza sopraffazioni. La bontà ruota intorno a valori come il coraggio, l'amicizia, la lealtà, la solidarietà, la disposizione a offrire aiuto e cura, e passa attraverso attitudini come la fiducia, la giustizia, il rispetto, l'autonomia. Si sviluppa grazie alla condivisione e alla partecipazione, certo non con l'imposizione del dovere di conformarsi a rigide regole morali astratte. Educare alla bontà significa poi anche educare alla cittadinanza, perché prepara alla consapevolezza su molti temi attuali, come la legalità, i diritti umani, le pari opportunità, il consumo responsabile, il rispetto dell'ambiente, la libertà dagli stereotipi di genere, la diversità e l'integrazione. Tante storie diverse, divertenti e coinvolgenti, allegre o piene di suspense, per cominciare a riflettere su questi temi magari insieme a mamma e papà o ai propri adulti di riferimento! Che cos’è per te un “libro”? Per me il libro è uno strumento prezioso di guarigione, di arricchimento, di libertà e la lettura è l'attività che consente di esercitarla e di svilupparla. Dove si deve leggere un libro a un bambino? Ovunque si possa creare un’intimità tra chi ascolta e chi legge: in un luogo pubblico come una libreria, una scuola, una biblioteca, ludoteca o un luogo privato come la propria casa. I luoghi del quotidiano sono i migliori: il divano, un lettone, un tavolo da cucina, nel passeggino, in auto. Ma qualunque posto diventa il posto giusto se la lettura è accompagnata dallo scambio reciproco di un abbraccio o di uno sguardo, appunto di occhi di bimbo. Come si può far “crescere la lettura”? La pratica della lettura s'incoraggia solo leggendo. I libri vanno difesi e diffusi, rispettati, valorizzati e letti. Questo fin da piccoli. La scuola, soprattutto, dovrebbe "frequentare" i libri e la lettura in modo da renderli una pratica quotidiana, necessaria e attesa come la merenda e il gioco, non un momento di eccezione, né un dovere, né tanto meno una punizione, ma la normalità. Ogni scuola, ogni classe dovrebbe avere la sua biblioteca per “dare dipendenza” al libro.
Basterebbe anche solo un piccolo armadietto dove i bambini instaurassero l’abitudine della frequentazione, del “book-crossing”, oppure una lettura in classe all’ultima ora, ci sarebbero veramente tantissime cose da fare in favore della lettura. Qual è il complimento più bello che ti hanno fatto? In genere i bambini, i ragazzi, quando ti dicono: “… L’ho letto così forte che ho stropicciato tutte le pagine!” Grazie per l’intervista, vi seguo sempre con interesse e ♥ ! Altre informazioni su gli ultimi libri di Isabella Paglia li potete trovare al suo sito: isabellapaglia.info
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