#lettera sfogo
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al-sapore-di-sigarette · 20 days ago
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Probabilmente non leggerai mai questa pseudo lettera.
Ho sempre avuto bisogno di scrivere lettere, anche a persone che vedo e non conosco. Non so perché, è come per dire "io esisto, sono qui. Tu esisti, ti ho visto/ho letto il tuo libro".
Per dire cosa? Non lo so. Mi sembra inutile scrivere "ti e vi sostengo" come se io fossi l'unico e avessero bisogno di saperlo, allo stesso modo tu, che non leggerai mai questa lettera perché non te la spedirò mai. Anche se mi sento stupido, spero almeno di placare questa mia necessità.
Vorrei dire anche "non mi risponderai mai", ma lo so già. Non potresti nemmeno volendolo perché questa lettera, come me, non sai manco che esiste. Non puoi nemmeno capirla, se proprio vogliamo dirla tutta.
Forse sto scrivendo solo perché voglio essere ascoltato, in uno di quei momenti in cui tutto perde senso, tutto è vuoto. Sono in uno di quei momenti in cui mi viene da piangere per nessun motivo, ho l'ansia senza capirne perché, il senso di disagio che non va mai via. Ti sei mai sentito così, tu? Puoi capirmi?
Cazzo, mi sento così solo. Non come se la solitudine mi avvolgesse come una coperta, no. Sarebbe piacevole, dolce e delicato. No. Sembra come se la solitudine colpisse al centro del petto e mi impedisse di respirare e mi ritrovo lì, stordito, senza capire perché e per come.
Ora la smetto di scrivere lettere inutili.
Con tanta amarezza e tristezza,
@al-sapore-di-sigarette
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ildiariodicoraline · 6 days ago
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L'amore che provo per te mi fa credere di essere abbastanza forte da affrontare questa distanza. Eppure, troppe volte mi ritrovo a desiderare una presenza, un abbraccio, un gesto che possa colmare il vuoto che sento.
Mi sento come se stessi cercando di afferrare un’ombra, qualcosa di sfuggente, qualcosa che non sembra appartenermi mai del tutto.
Le nostre vite sembrano scorrere su binari diversi e io mi sento un'estranea nel tuo mondo. La tua voce non riesce a colmare lo spazio che cresce tra di noi.
Cerco di tenere viva la speranza, ma la nostalgia per ciò che mi manca è opprimente, e il desiderio di quotidianità cresce sempre più.
È come se questo amore fosse intangibile, qualcosa che mi sfugge continuamente tra le dita.
Ogni giorno senza di te alimenta un senso di solitudine che non riesco a scacciare. Ogni giorno che passa mi fa temere di perderti e l'incertezza del domani si fa sempre più pesante.
Ogni risata attorno a me mi ricorda quanto mi manchi, e ogni angolo della mia vita è impregnato della tua assenza.
Eppure, in questo vortice di emozioni, cerco di ricordare perché ci siamo scelti. Ripenso a tutto il bene che ci siamo fatti, e all'amore che sappiamo darci.
Così, anche se i giorni sono pesanti e le notti lunghe e insonni, io ti aspetto perché è meglio trascorrere una vita intera ad attendere il tuo ritorno, piuttosto che perderti per sempre.
-Il diario di Coraline🌙
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Caro Dio, so di non essere il fedele perfetto, colui che va sempre a messa. È da tempo che cerco di trovarti nella quotidianità nei giorni senza riuscirci.
Spesso mi domando perché se ci hai fatto a tua immagine e somiglianza c'è tanta cattiveria in questo mondo? Vuol dire che forse anche tu non sei sempre buono e giusto?
Giulia e il suo bambino meritavano veramente una fine tanto atroce? Lo stesso vale per tutti gli omicidi e delitti che si commettono giorno dopo giorno, ora dopo ora, secondo dopo secondo?
Anche tu Dio sei così con i tuoi figli? Gli uccidi per gelosia, vendetta o un momento di pura follia? Anche tu Dio hai un lato malvagio e uno buono come noi tutti?
Come faccio a ritrovarmi in te se in questo mondo chi si comporta bene non serve a nulla, anzi viene preso di mira dalle altre persone. Dio perché ci fai soffrire così tanto in questo mondo? Forse anche nella prossima vita sarà lo stesso?
Chissà se un giorno ti ritroverò nuovamente e magari in un bar ci facciamo quattro chiacchiere come vecchi amici. In fondo Liga ha ragione. Tu ci sei ma non hai un attimo per me e nemmeno per salvare una giovane ragazza che presto sarebbe diventata madre.
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scrittricesenzatalento · 1 year ago
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27 giugno 2023
È da poco passata la mezzanotte e stasera non è stata una delle migliori. Ho mille pensieri che mi girano per la testa e ansie più che motivate per gli esami dell'università e nonostante tutto questo mi ritrovo, come da quasi due settimane a questa parte, a scriverti fino a notte fonda parlando di nulla.
Tra noi si è formata una strana situazione di "scopamicizia", se così si può definire fare sexting la sera dopo avermi detto che hai passato tutto il giorno a pensarmi; e succede di continuo a detta tua. Poi però da qualche giorno abbiamo scoperto di avere gusti simili sulla musica e sui film e questo ci ha portati due sere fa a guardare un disney "insieme" fino alle due di notte. Credo che sia una delle cose più strane che abbia mai fatto, non per il film in sé, ma per il modo in cui è successo. Me lo hai chiesto come se potessimo realmente guardarlo l'uno accanto all'altro e questo mi ha dato l'idea di averti più vicino, ti ho percepito come una persona reale e non come una scritta sullo schermo di un telefono.
Ma stasera hai deciso di destabilizzarmi: "Ti andrebbe di vederci per un fine settimana da qualche parte?" All'improvviso sento lo stomaco diventarmi piccolo come una nocciolina. Vederci. Per fare sesso? Credo che la risposta sia scontata. In un attimo sento le ansie attanagliarmi lo stomaco. E se non ti piacessi fisicamente? E se poi tu dovessi piacere a me?
Ma poi aggiungi un "non voglio forzarti, non mi devi rispondere subito e soprattutto non ne parlerò più, se vorrai dovrai tirare fuori tu l'argomento" e li capisco quanto tu sia carino e penso a quanto tempo ti ci sarà voluto per mettere insieme le parole giuste per chiedermelo. So quanto possa essere stupido pensare di voler incontrare uno sconosciuto per fare sesso, ma dopo tutto quello che ci siamo detti in queste settimane rimani effettivamente uno sconosciuto? E sarebbe solo sesso?
Probabilmente sto pensando troppo, forse per una volta dovrei correre il rischio. Forse.
Forse avrei fatto meglio a rifiutare. Ma dopo le tue parole non riesco a non risponderti "Si, mi andrebbe di vederti."
Sorrido come una scema fissando il telefono e giuro, spero più di ogni altra cosa che in questo momento stia sorridendo anche tu.
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esserelieta · 2 years ago
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Perché ora? Perché mi tormenti ora, solo ora? Ti ho amato come nessuno ha fatto mai, eppure l'hai preso sottogamba. Cos'è che ti ha permesso di prendere consapevolezza dell'amore che ti donavo io? L'ombra di paura ha oscurato tutto, ha oscurato noi. Hai dovuto punirmi con la sofferenza per trovare luce in noi. Ora la luce la cerco io, in cose diverse. Cerco pace in diverso. Diverso da te, perché mi hai fatto credere che in te non potessi trovare tranquillità. Ora sei tu che soffri per me, perché io non sono capace del perdono. La pazienza che ho coltivato durante le nostre difficoltà, l'hai smozzata. La coltivavo con cura, accortezza, volontà. Tutto gettato via al vento. È così che funzioni? Capisci la preziosità del mio amore quando non lo hai più. Tu soffri, io sto male. Sono io che ti faccio stare male adesso. Ti voglio, ma non ti voglio. Vorrei imparare ad essere lieta con te, ma la rabbia ha colmato il vuoto, il dolore è stato costante tanto che non so più distinguerlo dalla "serenità". Mi proteggo, hai insegnato al mio cuore cosa vuol dire penare, non riuscirei a sopportarlo. È orgoglio? È amore per se stessi? L'ego si è armato, ora è lui che smozza. Non so perdonarti, perché hai deciso di svegliarti ora e non mentre le lacrime mi rigavano il viso e i miei singhiozzi risuonavano nella tua macchina? Mi hai visto soffrire e nulla è scattato in te, perché la paura di essere scoperte ti ha intrappolata. Non meritavo questo, non dopo la cura che preservavo per te. Vorrei imparare a perdonarti per trovare la mia quiete. Mi chiedi se ti odio, un po' sì. Un po' ti odio perché avrei voluto preferissi me. Me ai tuoi pensieri complessi. Me ai tuoi pensieri che non erano concreti. Quindi sono stata esclusa per cose mai accadute e che non sarebbero accadute. Valgo così poco? Per capire che mi amassi hai scelto l'arma peggiore. Ciò che ha distrutto la minima speranza che avevo in noi. Non ti è bastato ascoltare le mie parole di sofferenza? Non ti è bastato asciugare le mie lacrime? Ero solo io presente nella realtà. Ero solo io che parlavo. Ero solo io che piangevo. Ero solo io che soffrivo. Ero solo io che sentivo. Ora siamo noi che piangiamo. Siamo noi che soffriamo. Siamo noi che sentiamo. Sei tu che parli. È la facilità con cui mi mettevi all'ultimo posto. È la facilità con cui rinunciavi a me. È la facilità con cui mi hai ignorato, mi hai preso in giro, messo da parte. Eppure tutto ciò una settimana prima non sarebbe successo, pensavo. Il problema erano gli altri. Stare con gli altri. Essere noi, con gli altri. Ero motivo di vergogna per te. La persona che dicevi di amare. Perché è sempre più importante compiacere gli altri. È così che sei cresciuta. Ora non ti crea problemi, dici. Io non penso nulla al riguardo. Non mi concerne più oramai. Penso positivo per le prossime persone che ti saranno accanto. Loro si sentiranno abbastanza. Si sentiranno apprezzate, gli auguro. Io non lo sono stata. Ora ne valgo la pena, pensi. Ora che sono a pezzi? Ora che mi hai consumato ne valgo la pena? Ora che non ho più fiducia? Ora. Sorrido mentre lo scrivo. Un sorriso amaro. Ho terminato le lacrime, sono stanca. Non ho più la stessa luce di prima, ma ora mi trovi più bella. Ora qualcosa si è sbloccato in te. Io sto medicando le ferite che mi hai inflitto, in modi forse sbagliati. Ti odio perché potevi accorgertene nel momento in cui potevamo ancora salvarci. Perché ora? Perché mi tormenti ora, solo ora?
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littlelonelyspace · 2 years ago
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Se c'è una cosa di cui son felice riguardo la tua nuova relazione è che sei andato avanti, che non stai più piangendo per me. Abbiam passato insieme quasi due anni; mesi dopo la rottura ti sei innamorato nuovamente e son felice per te. Dopotutto sono stata io a decidere di rompere.
Eppure questo mi porta a pensare. All'amore, in generale. Mi amavi perché ero io o chiunque sarebbe andato bene per te? Quanto effettivamente mi hai amata? Quanta paura di perdermi avevi?
Ricordo che m'hai baciata cinque minuti dopo dal nostro primo incontro, davanti ad un caffè. Hai anche provato a toccarmi il sedere durante il nostro primissimo appuntamento. A volte mi mandavi contenuti gore che avrebbero spaventato via qualsiasi altra donna e mi chiedevi di mandarti mie foto o video spinti come se non t' importasse di incasinare tutto. O forse perché sapevi che una persona con difficoltà a dire la sua non avrebbe detto nulla al riguardo. Successivamente però hai messo così tanto nella nostra relazione; tra regali, impegno e sforzi nel farla funzionare, e percorrevi più di 50km in macchina, da solo, una volta ogni due settimane, soltanto per uscire con me. Abbiamo condiviso tanto, come vacanze insieme, tra cui una crociera nella quale io mangiavo troppo, abbiam fatto bagni nelle vasche idromassaggio, ci siamo divertiti, abbiamo visto posti e condiviso lo stesso letto. Per il resto abbiamo riso insieme, giocato ai videogiochi insieme, ti feci i cioccolatini senza lattosio per San Valentino, mi portavi i pancake al cioccolato sotto casa. Mi hai ascoltata persino quando ti ho confessato che in passato ho avuto pensieri suicidi e autolesionismo. Mi hai abbracciata mentre piangevo. Sai più di me di chiunque altro.
Ora quindi mi chiedo...
Fai lo stesso con lei? Le mandi quei contenuti inappropriati? Le compri numerosi regali? La ascolti, la comprendi? Entrambi i lati negativi e positivi dello stare con te? O sei più cauto perché hai paura di perderla? Mi amavi o volevi semplicemente amare?
L'amore romantico sembra avere fin troppe condizioni, e mi trovo ancora a pensare alla mia idea di amore incondizionato che, in fin dei conti, neanche io sento nei tuoi confronti. Vorrei che esistesse, e allo stesso tempo spaventa, perché se ci fosse la ferita che lascerebbe sarebbe estremamente profonda. Ancor più profonda di tutti i sensi di colpa che ho provato quando smisi di amarti. Quando non riuscivo a fare l'amore con te. Piangevo. Fingevo. A tutti i "non mi merito amore" che mi son lanciata addosso. Mi manca la tua compagnia in realtà, sei stato la prima persona che mi abbia mai ascoltata. Non tornerei nella relazione, non riesco a vedere un futuro insieme a te, ma ti voglio bene dopo tutto ciò che abbiamo condiviso. In questi giorni, prima di sapere le novità, mi chiedevo proprio come stessi. Se te la stessi passando bene. Son contenta che è effettivamente così.
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sinestetica-mente · 7 days ago
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edmox84 · 1 year ago
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Nelle notti insonni rimbombi nella mia testa come non mai. Ricordo i tuoi particolari, il movimento dei tuoi occhi mentre mi guardi, il tuo magnifico sorriso. Eppure sono quasi 5 anni che non sei più mia. La scelta più sofferta e difficile della mia vita... Ma eri veleno per me. La persona che sei diventata non ha nulla a che vedere con la ragazzina dal cuore enorme di cui mi innamorai. Quella ragazzina ha lasciato il posto ad una arpia, tossica manipolatrice e piena di cattiveria. Con te tornavo bambino. Da quando ti ho fatta uscire dalla mia vita non sono più lo stesso, sono insicuro, spento, rabbioso. Ho paure che non avrei mai immaginato di poter avere... Tu hai la tua vita con il tuo nuovo ragazzo, per lui si che hai messo a repentaglio tutto. Lui, mezzo criminale merita. Io no. Io sono solo un noiosissimo bravo ragazzo, hai fatto bene a non fare mai nulla per me. Ti scrivo su questo spazio perché non meriti di sapere come sto. Come me la sto passando male da quel giorno in cui ho detto basta. Mi spengo giorno dopo giorno. Non ho più stimoli. Ho provato un amore incalcolabile per te. Ti ho fatto una sola promessa, io che promesse non ne faccio mai... Ti ho promesso che ti avrei amata per sempre. Le promesse sono sacre, ecco perché non ne faccio mai, perché poi le mantengo. Ti amo ancora... Ti amerò ancora. Promesso.
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harshugs · 2 years ago
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a me piace un sacco fare i regali
ma non mi piace farli quando devono essere fatti (es: compleanno, natale ecc)
cioè io un giorno a caso durante l’anno tipo boh il 5 marzo potrei presentarmi con un regalo senza motivo, per il semplice piacere di farlo, e io non mi aspetto niente in cambio
potrei presentarmi con qualsiasi cosa: da un oggetto comprato ad un dolce fatto da me in casa, non importa cosa sia ma se so che lo vuoi te lo faccio avere
tipo per esempio quest’estate ho conosciuto una ragazza con cui forse mi vedo a capodanno, e so che lei vorrebbe tantissimo la tote bag di tiger quella versione pride e io ho intenzione di regalargliela, ma non perché è periodo di feste e regali ma solo perché so che la vuole e ci tiene e un regalo del genere la renderebbe felice
il fatto che sia capodanno è solo un caso, se non ci fossimo organizzate gliel’avrei portata la prossima estate dato che scendo a casa sua
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libriaco · 1 year ago
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Inintelligenza Artificiale
Se a fare il riassuntino di un breve racconto di Suzette Haden Elgin, We Have Always Spoken Panglish, noto a me e a pochi altri (presumo), l'Inintelligenza Artificiale non ha dato una prova brillante di sé, nel senso che con un copiaincolla se l'è cavata e, purtroppo, ha scritto due righe assolutamente corrette, quando le ho chiesto di riassumere Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo che, vuoi per motivi scolastici, vuoi per interesse personale qualcuno si è letto nell'adolescenza, l'Inintelligenza Artificiale ha dato miglior prova: ha attribuito, infatti, al 'povero' Jacopo l'essere stato un ufficiale napoleonico che, dopo la firma del trattato di Campoformio tra Napoleone e gli Austriaci, ha abbandonato Venezia per rifugiarsi sui colli Euganei. Che dire? Un riassunto si fa dopo aver letto un libro, non prendendo frasi a caso e giustapponendole, magari mescolando la storia narrata da uno scrittore con la vita privata dello scrittore stesso, come è avvenuto in questo caso.
[Nota: Jacopo Ortis era uno studente universitario; fu Ugo Foscolo a essere ufficiale. Inoltre il trattato di Campoformio fu firmato il 17 ottobre 1797, mentre la prima lettera presente nel libro è dell'11 ottobre e proviene dai Colli Euganei, quindi l'Ortis aveva lasciato Venezia prima della firma del trattato.]
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Testo della risposta:
“Le ultime lettere di Jacopo Ortis” è un romanzo epistolare di Ugo Foscolo, pubblicato nel 1798. La storia è raccontata attraverso le lettere che il protagonista Jacopo Ortis scrive all’amico Lorenzo Alderani tra il 1797 e il 1799. Jacopo Ortis è un ufficiale napoleonico che, dopo la firma del trattato di Campoformio fra Napoleone e gli Austriaci, lascia Venezia e si rifugia sui colli Euganei. Il suo unico sfogo, oltre alla lettura, è scrivere delle lettere all’amico Lorenzo. In breve tempo Jacopo conosce Teresa. Se ne innamora, ma scopre che è promessa in sposa a un tale Odoardo, giovane di alta estrazione sociale. Resta, finché può, dove si trova. Dopo aver vagato per l'Italia, Jacopo decide di togliersi la vita, lasciando le sue lettere a Lorenzo, che le pubblica con una prefazione e una conclusione.
L'Inintelligenza Artificiale in questo caso è quella di Bing.
S. Haden Elgin, We have always spoken Panglish, 2004. Online QUI.
U. Foscolo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis [1802]. Scaricabile da LiberLiber.
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VOLANDO PER PINO CHE PRENDE ALLA LETTERA LO SFOGO DI FILIPPO E VA A SPACCARE DI BOTTE IL PADRE DI NAD E SI PRENDE PURE IL CANE LMAOOOO
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al-sapore-di-sigarette · 2 years ago
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Ciao Max,
Hai mai avuto quella sensazione di non essere abbastanza? Di esistere ma allo stesso tempo sentirti come se non lo fossi? Oggi mi sono sentito così. Sempre più spesso mi sento così, anche se non mi importa più di ciò che pensano gli altri.
Anche se ho persone con cui parlare, mi sento solo. Come si fa con un cuore strabordante di solitudine e sanguinante di dolore ad essere felici?
So che non leggerai mai questa lettera, e so anche che se la leggessi mi prenderesti per il deficiente che sono. Ma mi sento solo, invisibile, mai abbastanza. Non capito, mai compreso. E allora ti scrivo consapevole che anche tu mi ignorerai.
Perché dev'essere tutto così difficile? Merda.
@al-sapore-di-sigarette
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pistanthr0ph0bia · 1 year ago
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Una volta vidi un episodio di una serie tv americana, una comica, dove diceva "se scrivi una lettera verso qualcuno che odi quest'ultima la tieni per te un po' di giorni, poi finisci per non mandarla più"
Ecco, io stavo scrivendo una cosa riferita a te, volevo per un attimo sfogarmi su questo mio "diario personale" (come lo chiamo io) solo che a raccontare tutto ciò che ho vissuto con te mi fa più male che bene, perché da un lato ne sento il bisogno di volerne parlare buttare fuori tutto, solo che finirei per stare peggio.
E quindi ora mi sono promesso una cosa, dato che sto superando questa situazione da solo e ribadisco DA Solo, di riprendere questo discorso continuare questo messaggio in futuro, quando avrò una visione di un bel ricordo di te.
Detto ciò, so che non lo leggerai mai questo messaggio, lo so benissimo.
Ma ci tenevo a dare questo sfogo.
C.🌹
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seaunknown · 2 years ago
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L’ho scritto ieri notte e mi ci è voluto un po’ per postarlo…
Dove abito io sono le due di notte passate (si, dall’altra parte dell’Atlantico) e non vado mai a letto così tardi ma mi sento così sopraffatta dalle mie emozioni che non riesco davvero a pensare ad altro che a quanto io abbia incasinato la mia vita pensando di renderla più semplice.
E sto scrivendo qua come valvola di sfogo, senza filtri e senza pensare troppo a come mi escono le parole, ed anche questa è una cosa che non faccio mai. Mi spiego meglio, condivido senza filtri le mie emozioni qua su Tumblr ma ciò che scrivo è sempre comunque elaborato in modo che sia coerente e il più “piacevole” da leggere possibile. O quantomeno ci provo.
No stanotte è diverso, stanotte scriverò come se stessi condividendo i miei pensieri con un’amica e lo farò qua perché la mia situazione è decisamente troppo incasinata e non voglio parlarne con nessuno. Non voglio che nessuno sappia come sto, quantomeno nessuno che io conosca.
Cominciamo dall’inizio e prometto che cercherò di tenerla breve.
Più di un anno e mezzo fa ho conosciuto un ragazzo e me ne sono innamorata perdutamente. Ci siamo fidanzati un mese dopo esserci conosciuti e insieme a lui mi sentivo al settimo cielo. Non avevo mai provato fino in fondo una cosa del genere, sebbene quattro mesi prima avessi avuto una specie di storia con un ragazzo di cui mi stavo innamorando e che mi ha trattata abbastanza male.
Tornando a Lui, che da adesso in poi avrà la lettera maiuscola, ci fidanziamo in piena estate e dopo un mese e mezzo di discorsi su quanto fosse innamorato di me e avesse trovato la persona perfetta per lui, mi lascia in maniera anche piuttosto brusca perché non è più sicuro dei suoi sentimenti e vuole concentrarsi sullo studio.
Mi cade il mondo addosso e provo per la seconda volta in un anno quella lacerante sensazione di abbandono di quando ti fidi di una persona e questa prende la tua fiducia e la getta nel cestino.
Passano le settimane e per una sfortunata concatenazione di eventi, ci ritroviamo a lavorare insieme per una settimana. In quella settimana io ho un crollo nervoso ed iniziano ad amplificarsi tutta una serie di problemi che da sempre ho, sia mentalmente che fisicamente perché arrivo ad un punto in cui le mie gambe vanno in paralisi psicosomatica e non riesco più a camminare per un pomeriggio.
Dopo questo evento culminante che dopo un periodo così difficile si presenta appena lo rivedo, capisco che così non può funzionare e provo a indossare una maschera di indifferenza che mi avrebbe dovuta accompagnare per il tempo che avremmo dovuto passare insieme.
Nel frattempo i giorni passano e capisco che lui è molto geloso, l’ultimo giorno decide di parlarmi e chiedermi di tornare insieme.
Gli dissi di si ma ricordo con una lucidità allucinante che non ero affatto convinta di voler tornare con lui ma che gli dissi di si non tanto per quello che provavo in quel momento (era ormai passato un mese da quando ci eravamo lasciati) ma per quello che avevo provato per lui. Inutile dire che avrei dovuto dare più ascolto a me stessa.
In ogni caso inizia un periodo strano e anche abbastanza tossico in cui io sono perennemente a disagio con Lui che ha inoltre anche un po’ la tendenza a giudicare chiunque, me compresa. Litighiamo spesso e come molte relazioni che non funzionano, the lows where pretty low and the highs where pretty high.
Decidiamo a fine Febbraio, subito dopo il suo compleanno, di prenderci una pausa di riflessione fino alla mia laurea che sarebbe stata a metà Aprile. Questa pausa di riflessione alla fine dura poco più che tre giorni e io mi rendo conto che forse posso tornare a fidarmi di lui anche dopo quello che aveva fatto e soprattutto capisco che lo amo, davvero, profondamente e come non avevo mai amato nessuno.
In questo periodo le cose vanno molto meglio, fatta eccezione per una grossa litigata a fine Marzo. Io però mi sento sempre giudicata in sua presenza perché molto spesso lui mi dice delle cose poco carine. 
Arriva un giorno, il 5 Maggio, in cui siamo insieme e mi arrivano nello stesso giorno tre notizie bellissime, la prima un impiego di lavoro per 2 mesi fuori Italia, la seconda un’offerta di un concerto da solista con orchestra (sono musicista) e la terza, forse la più bella delle tre, la conferma di ammissione in un’università prestigiosa in America.
Le prime due notizie arrivano la mattina letteralmente una dopo l’altra, la terza il pomeriggio. Ricordo ancora come fosse ieri che mentre con gli occhi lucidi di gioia gli raccontavo le cose, il suo volto si spegneva quasi non fosse felice per me.
Ci rimasi molto male ma non ne feci una grande tragedia, specialmente non gli feci pesare troppo la cosa.
Passa l’estate e io sto via due mesi, lui mi raggiunge l’ultima settimana e per coincidenza viene assunto con un contratto di 10 giorni per una sostituzione improvvisa.
Io nel frattempo torno in Italia per lavoro e lui invece va in Germania per studio per una settimana.
Prima di partire per la Germania però riusciamo a passare un paio di giorni insieme in Italia e quei giorni vanno di merda. Ricordate che ero tornata in Italia per lavoro? Ecco, in quei due giorni non fa altro che criticare come avevo suonato o dirmi che avevo sbagliato o altre cose di questo tipo, al che io finalmente sbotto e gli rispondo male il giorno prima di partire.
Appena atterrato in Germania gli parlo e lui inizia a dirmi che forse pensa di essersi sempre sbagliato su di noi, al che io gli domando cosa volesse fare, se avesse intenzione di lasciarmi. Lui prende un po’ la palla al balzo e ci lasciamo.
Apparentemente non è una rottura vera e propria perché l’intenzione sarebbe stata quella di lavorare sui nostri problemi per poi tornare insieme, pertanto a mente lucida lo chiamo due giorni dopo e gli dico letteralmente “ci amiamo, che senso ha fare così? Ci facciamo solo del male e non ha senso, cerchiamo di risolvere i problemi all’interno della coppia”. Lui mi risponde “Io non credo di amarti più”.
In quel momento vedo un anno della mia vita ma peggio ancora il futuro che avevo progettato insieme a lui passarmi davanti agli occhi.
Piena di odio per la facilità con cui aveva calpestato la nostra relazione, piena di dolore e di frustrazione, quattro giorni dopo esco con due miei amici, bevo e finisco a letto con uno dei due.
Lui torna dalla Germania tre giorni dopo e io lo vado a prendere in aeroporto, lo porto a casa e onestamente sono talmente tanto confusa e stordita che non capisco un cazzo di quello che succede, tutto quello che riesce a dirmi però, dopo un anno di relazione, è “è ovvio che ti bacerei, perché sei una bella ragazza” come se mi avesse appena conosciuta.
Due giorni dopo ci vediamo per parlare e finiamo a letto, lui è tutto carino con me e dormiamo insieme. La sera vedo delle notifiche su Tinder e scopro che lo aveva messo già quando stavamo insieme ma comunque non gli dico nulla. Lui durante la notte mi prende il cellulare e legge dalla chat con la mia migliore amica della sera in cui ero ubriaca, scopre che ci siamo baciati e incazzato inizia a darmi la colpa per ogni cosa, sebbene non stessimo insieme.
Due settimane dopo parto per l’America e prima di partire sul volo per Amsterdam (dove facevo scalo per JFK) mi arrivano dei messaggi da parte sua che a quanto pare sono importante per lui e che vuole provare a ricucire il rapporto.
Si sussegue un periodo strano in cui lui non vuole tornare con me fino a dicembre (da agosto) ma mi impone di non conoscere nessuno. A me sembra un po’ strano e manipolatorio ma le cose sul piano “relazionale” funzionano e quindi decido di dirgli la verità su quello che era successo quella notte. Lui sbotta dicendo che non può più fidarsi di me anche se io non l’ho mai tradito, né ho mai dato modo di pensare che non fossi fedele. Letteralmente stravedevo per lui, avrei fatto di tutto.
Tra l’altro scopro più avanti che in quel periodo lui ha fatto preliminari con l’ex…
Non ci parliamo per qualche giorno e io metto una storia su instagram con una tazza di caffè per la giornata mondiale delle coppie. Al che Lui mi scrive qualche giorno dopo che le cose non possono funzionare. Io vado nel panico ma cerco di ricompormi e finalmente gli do un ultimatum “io sono qua, se vuoi una relazione eccomi pronta per te, altrimenti se non la vuoi è no ma non ti deve interessare della mia vita privata”. Lui risponde di no e mi insulta dicendo che sono in America perché sono raccomandata (chi volete che conosca in America, sul serio ma dai…).
Passano i mesi e conosco un ragazzo americano con il quale inizio a uscire senza impegno e due mesi dopo Lui mi scrive dicendo che sente di aver perso l’occasione della vita lasciandomi e mi chiede di smettere di vedere questo ragazzo fino a quando non sarei tornata in Italia (un mese e mezzo dopo). Inizialmente gli dico di si ma subito dopo realizzo che è semplicemente una cosa folle e gli dico che avrebbe dovuto pensarci quando lo imploravo di tornare insieme perché lo amavo. Arriva dicembre e con l’altro ragazzo decidiamo di smettere di vederci perché lui si stava innamorando di me e voleva una relazione mentre io no. Torno in Italia per il Natale ed io e Lui ci vediamo passando praticamente quasi tutte le vacanze insieme, specialmente l’ultima parte è davvero bella. Appena rientro in America lo chiamo per una sorta di resa dei conti, del tipo “ma allora cosa siamo?” e lui continua a dire di non essere sicuro e che vuole aspettare maggio quando torno per decidere. Ovviamente io nel frattempo non devo conoscere nessuno.
Questa cosa dura una settimana al termine della quale capisco che così non può funzionare e gli mando un messaggio in cui gli spiego che questa situazione mi fa male, che non posso investire sentimenti in lui senza la garanzia di una relazione e lo blocco ovunque per una settimana durante la quale scopro tramite le mie amiche che lui è uscito con una tipa. Mentre cerco di andare avanti, le cose con il ragazzo americano riprendono e dopo diversi discorsi sul fatto che lui volesse una relazione io decido di provarci.
Il problema è che io non sono convinta più che altro perché da quando stiamo insieme (pochissimi giorni) lui sta sviluppando una gelosia decisamente al di là delle righe e vuole ad ogni costo farmi postare foto con lui sui social, cosa che io non faccio mai. Alla fine ho acconsentito a una sul mio profilo privato e anche lì non gli andava bene perché non era quello pubblico che tengo quasi solo esclusivamente per lavoro. Lui ovviamente non ha postato niente sui suoi social.
Ora sono in una situazione in cui sento di volere un distacco di tutto ciò, un po’ mi sono ritrovata a pensare al mio ex e un po’ mi sento affogare in questa situazione che mi toglie il respiro.
Ho paura di aver acconsentito a qualcosa di più grande di me che al momento non sono in grado di gestire.
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scrittricesenzatalento · 1 year ago
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2 luglio 2023
Oggi per la prima volta ho sentito la tua voce. Ero in macchina e non volevi che ti scrivessi mentre guidavo, allora mossa da curiosità ho provato a buttartela lì, come se fosse una battuta, forse presa da un po' di coraggio: "perché non mi chiami?". Tempo un minuto e vedo lo schermo del telefono illuminarsi e al centro il tuo nome scritto. Perdo un battito e nel più totale imbarazzo rispondo, ed è lì che sento per la prima volta la tua voce. Il tuo "Hey" risuona in auto e mi accorgo subito del fatto che sentire la tua voce forse non farà altro che peggiorare le cose.
Credo che sia stato quello l'istante che per me ha cambiato tutto: dare una voce al tuo viso mi ha inconsapevolmente fatto percepire che tu sia una persona reale, in carne ed ossa, come se fino ad adesso le nostre fossero state parole vuote perché digitate su una chat; mentre adesso le tue parole le sento forti, vere, spiazzanti.
Parliamo di nulla per più di un'ora, ma la maggior parte del tempo è riempito da risate di imbarazzo, fatto sta che arrivata a destinazione, quell'ora ho la sensazione che sia volata. Rimango in macchina al parcheggio altri dieci minuti prima di salutarti e scendere, ma sarei rimasta molto di più.
"Se ti va domani ti chiamo" si, mi va.
La strada fino alla porta di casa è riempita da pensieri e dalla tua voce che mi risuona in testa, so solo che se ripenso a quella telefonata sorrido.
"Ci sentiamo domani allora" e so già che lo faremo, e molto probabilmente non solo domani.
"Comunque mi piace la tua voce" e probabilmente questo non avrei dovuto dirtelo. Ma probabilmente è troppo tardi.
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claudiodangelo59 · 1 month ago
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HO TROVATO QUESTA LETTERA SUL WEB CHE MI HA MOLTO EMOZIONATO....LA CONDIVIDO CON VOI SPERANDO SIA DI GRADIMENTO!
ALLE NOSTRE MOGLI:
LA MOGLIE DI UN SOLDATO
Ho letto una bellissima lettera che un padre militare ha dedicato ai suoi figli, di una specie particolare proprio perché figli di un soldato. Lettera commovente, che colpisce nel profondo chi ha passato la vita con le stellette. Ma mentre la leggevo, con la mente, alle spalle dei figli, intravvedevo una figura sfuocata, un po’ in ombra, che la lettera non metteva mai in luce: la mamma di quei figli, la moglie del soldato. Se i figli dei militari sono di una razza speciale, di razza specialissima sono le mogli.
La moglie di un militare non è politicamente corretta. Non ha mai dimostrato nelle piazze con cartelli o inveito contro il destino infame che l’ ha resa compagna di un folle in divisa. Un folle che, pensate un po’, parla di dovere, di Patria, di Bandiera, di sacrificio, di senso dell’onore, di guerra, tutte cose bandite ed irrise nella società di oggi. Compagna di un uomo che le fa fare una vita di dignitosa austerità, senza possibilità di togliersi il capriccio di un vestito firmato o di un gioiello costoso. Compagna di un uomo che appare e scompare, anche per lunghi mesi e la lascia sola con i figli e con tutti i problemi, infiniti, ad essi connessi, in una città sconosciuta dove c’è tutto da fare, in appartamenti spesso inadeguati. Scuola, salute, contratti, banca, ambientamento, nuove conoscenze, nuovi pericoli, tutto sulle sue spalle e i nonni, quasi sempre, sono lontani, in altre città, quindi è sola, completamente sola.
La notte piange in silenzio per non svegliare i bambini, in un letto troppo grande, dando sfogo a quel dolore che morde il cuore ma che di giorno, di fronte ai figli, è costretta ad ingoiare come un boccone amarissimo. Non ha nessuno con cui sfogarsi, non ha nessuno a cui confidare i suoi pensieri con cui alleggerire il peso che sente nel cuore. Passano le settimane, passano i mesi e c’è l’angoscia per quella telefonata sempre incombente, quel bussare inatteso, quella porta che non vorrebbe mai aprire per non vedere il volto addolorato che reca la notizia da sempre temuta: lui non tornerà. Ma è la moglie di un soldato, non è abituata ai piagnistei e alle lamentele. Un po’ di quella durezza da caserma le è penetrata nel cuore e non si mostra mai triste o abbattuta. Sempre positiva, sempre attiva deve fare da madre e da padre allo stesso tempo, ingoiare paure e frustrazioni e far sentire ai figli che il loro padre, anche se non c’è fisicamente, in realtà è sempre presente, con il suo amore, con la sua forza.
“Come stai?” “Tutto bene” “Mi manchi” “Ti amo”. Le solite poche parole che devono bastare fino alla prossima telefonata, quando sarà, se ci sarà. Un profondo sospiro, una lacrima ingoiata a forza, un largo sorriso ai figli dal volto triste. Ricomincia l’attesa.
E quando lui torna, solo abbracci, sorrisi, tanto amore per quell’uomo smagrito e cotto dal sole ed anche tanto orgoglio. Nulla trapela della solitudine e del dolore di quei mesi. Tutto è dimenticato, fino alla prossima missione.
Non sarà mai abbastanza la gratitudine per questa donna eccezionale, mamma, moglie, amica , amante, compagna impareggiabile, che ha saputo resistere, perché non tutte ce l’hanno fatta. Bisogna avere molte marce in più per restare tutta la vita con un soldato e continuare ad amarlo, nonostante tutto.
Grazie cara, dolce e forte compagna di una vita. So che senza di te non ce l’avrei fatta.
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