#lettera sfogo
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Probabilmente non leggerai mai questa pseudo lettera.
Ho sempre avuto bisogno di scrivere lettere, anche a persone che vedo e non conosco. Non so perché, è come per dire "io esisto, sono qui. Tu esisti, ti ho visto/ho letto il tuo libro".
Per dire cosa? Non lo so. Mi sembra inutile scrivere "ti e vi sostengo" come se io fossi l'unico e avessero bisogno di saperlo, allo stesso modo tu, che non leggerai mai questa lettera perché non te la spedirò mai. Anche se mi sento stupido, spero almeno di placare questa mia necessità.
Vorrei dire anche "non mi risponderai mai", ma lo so già. Non potresti nemmeno volendolo perché questa lettera, come me, non sai manco che esiste. Non puoi nemmeno capirla, se proprio vogliamo dirla tutta.
Forse sto scrivendo solo perché voglio essere ascoltato, in uno di quei momenti in cui tutto perde senso, tutto è vuoto. Sono in uno di quei momenti in cui mi viene da piangere per nessun motivo, ho l'ansia senza capirne perché, il senso di disagio che non va mai via. Ti sei mai sentito così, tu? Puoi capirmi?
Cazzo, mi sento così solo. Non come se la solitudine mi avvolgesse come una coperta, no. Sarebbe piacevole, dolce e delicato. No. Sembra come se la solitudine colpisse al centro del petto e mi impedisse di respirare e mi ritrovo lì, stordito, senza capire perché e per come.
Ora la smetto di scrivere lettere inutili.
Con tanta amarezza e tristezza,
@al-sapore-di-sigarette
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L'amore che provo per te mi fa credere di essere abbastanza forte da affrontare questa distanza. Eppure, troppe volte mi ritrovo a desiderare una presenza, un abbraccio, un gesto che possa colmare il vuoto che sento.
Mi sento come se stessi cercando di afferrare un’ombra, qualcosa di sfuggente, qualcosa che non sembra appartenermi mai del tutto.
Le nostre vite sembrano scorrere su binari diversi e io mi sento un'estranea nel tuo mondo. La tua voce non riesce a colmare lo spazio tra noi.
Cerco di tenere viva la speranza, ma la nostalgia per ciò che mi manca è opprimente, e il desiderio di quotidianità cresce sempre più.
È come se questo amore fosse intangibile, qualcosa che mi sfugge continuamente tra le dita.
Ogni giorno senza di te alimenta un senso di solitudine che non riesco a scacciare. Ogni giorno che passa mi fa temere di perderti e l'incertezza del domani si fa sempre più pesante.
Ogni risata attorno a me mi ricorda quanto mi manchi, e ogni angolo della mia vita è impregnato della tua assenza.
Eppure, in questo vortice di emozioni, cerco di ricordare perché ci siamo scelti. Ripenso a tutto il bene che ci siamo fatti, e all'amore che sappiamo darci.
Così, anche se i giorni sono pesanti e le notti lunghe e insonni, io ti aspetto perché è meglio trascorrere una vita intera ad attendere il tuo ritorno, piuttosto che perderti per sempre.
-Il diario di Coraline🌙
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27 giugno 2023
È da poco passata la mezzanotte e stasera non è stata una delle migliori. Ho mille pensieri che mi girano per la testa e ansie più che motivate per gli esami dell'università e nonostante tutto questo mi ritrovo, come da quasi due settimane a questa parte, a scriverti fino a notte fonda parlando di nulla.
Tra noi si è formata una strana situazione di "scopamicizia", se così si può definire fare sexting la sera dopo avermi detto che hai passato tutto il giorno a pensarmi; e succede di continuo a detta tua. Poi però da qualche giorno abbiamo scoperto di avere gusti simili sulla musica e sui film e questo ci ha portati due sere fa a guardare un disney "insieme" fino alle due di notte. Credo che sia una delle cose più strane che abbia mai fatto, non per il film in sé, ma per il modo in cui è successo. Me lo hai chiesto come se potessimo realmente guardarlo l'uno accanto all'altro e questo mi ha dato l'idea di averti più vicino, ti ho percepito come una persona reale e non come una scritta sullo schermo di un telefono.
Ma stasera hai deciso di destabilizzarmi: "Ti andrebbe di vederci per un fine settimana da qualche parte?" All'improvviso sento lo stomaco diventarmi piccolo come una nocciolina. Vederci. Per fare sesso? Credo che la risposta sia scontata. In un attimo sento le ansie attanagliarmi lo stomaco. E se non ti piacessi fisicamente? E se poi tu dovessi piacere a me?
Ma poi aggiungi un "non voglio forzarti, non mi devi rispondere subito e soprattutto non ne parlerò più, se vorrai dovrai tirare fuori tu l'argomento" e li capisco quanto tu sia carino e penso a quanto tempo ti ci sarà voluto per mettere insieme le parole giuste per chiedermelo. So quanto possa essere stupido pensare di voler incontrare uno sconosciuto per fare sesso, ma dopo tutto quello che ci siamo detti in queste settimane rimani effettivamente uno sconosciuto? E sarebbe solo sesso?
Probabilmente sto pensando troppo, forse per una volta dovrei correre il rischio. Forse.
Forse avrei fatto meglio a rifiutare. Ma dopo le tue parole non riesco a non risponderti "Si, mi andrebbe di vederti."
Sorrido come una scema fissando il telefono e giuro, spero più di ogni altra cosa che in questo momento stia sorridendo anche tu.
#scrittricesenzatalento#scrittrice#amore#diario#momento sfogo#sfogo#lettera#pensieri#amicizia#poesia#text message
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Caro Dio, so di non essere il fedele perfetto, colui che va sempre a messa. È da tempo che cerco di trovarti nella quotidianità nei giorni senza riuscirci.
Spesso mi domando perché se ci hai fatto a tua immagine e somiglianza c'è tanta cattiveria in questo mondo? Vuol dire che forse anche tu non sei sempre buono e giusto?
Giulia e il suo bambino meritavano veramente una fine tanto atroce? Lo stesso vale per tutti gli omicidi e delitti che si commettono giorno dopo giorno, ora dopo ora, secondo dopo secondo?
Anche tu Dio sei così con i tuoi figli? Gli uccidi per gelosia, vendetta o un momento di pura follia? Anche tu Dio hai un lato malvagio e uno buono come noi tutti?
Come faccio a ritrovarmi in te se in questo mondo chi si comporta bene non serve a nulla, anzi viene preso di mira dalle altre persone. Dio perché ci fai soffrire così tanto in questo mondo? Forse anche nella prossima vita sarà lo stesso?
Chissà se un giorno ti ritroverò nuovamente e magari in un bar ci facciamo quattro chiacchiere come vecchi amici. In fondo Liga ha ragione. Tu ci sei ma non hai un attimo per me e nemmeno per salvare una giovane ragazza che presto sarebbe diventata madre.
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Nelle notti insonni rimbombi nella mia testa come non mai. Ricordo i tuoi particolari, il movimento dei tuoi occhi mentre mi guardi, il tuo magnifico sorriso. Eppure sono quasi 5 anni che non sei più mia. La scelta più sofferta e difficile della mia vita... Ma eri veleno per me. La persona che sei diventata non ha nulla a che vedere con la ragazzina dal cuore enorme di cui mi innamorai. Quella ragazzina ha lasciato il posto ad una arpia, tossica manipolatrice e piena di cattiveria. Con te tornavo bambino. Da quando ti ho fatta uscire dalla mia vita non sono più lo stesso, sono insicuro, spento, rabbioso. Ho paure che non avrei mai immaginato di poter avere... Tu hai la tua vita con il tuo nuovo ragazzo, per lui si che hai messo a repentaglio tutto. Lui, mezzo criminale merita. Io no. Io sono solo un noiosissimo bravo ragazzo, hai fatto bene a non fare mai nulla per me. Ti scrivo su questo spazio perché non meriti di sapere come sto. Come me la sto passando male da quel giorno in cui ho detto basta. Mi spengo giorno dopo giorno. Non ho più stimoli. Ho provato un amore incalcolabile per te. Ti ho fatto una sola promessa, io che promesse non ne faccio mai... Ti ho promesso che ti avrei amata per sempre. Le promesse sono sacre, ecco perché non ne faccio mai, perché poi le mantengo. Ti amo ancora... Ti amerò ancora. Promesso.
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LA LETTERA DEL TRADIMENTO
Mi è difficile scrivere questo post, a dirla tutta non so neanche perché rendo pubblico questo mio sentimento, cosi grave e profondo che sto provando.
Forse una sorta di liberazione personale, di qualcosa che ho dentro e che fa tanto male. Un qualcosa che farà sicuramente sorridere con perfidia alcune persone che mi sono consanguinee. Se mi leggeranno, dai loro profili blindati e privatissimi.
Oggi sono passato da mia madre, semplicemente per scrivere la lista della spesa da farle domani. Quella settimanale del sabato a cui lei ci tiene tanto ancora. Oltre a sistemarle le medicine nei porta pillole.
Il taccuino su cui scrivevo, per poi strappare il foglio e mettermelo in tasca, è finito. Cerco nello scrittoio e trovo un quadernetto di quelli tascabili. Si la lista della spesa l'ho scritta, ma tra quello che mi sono messo in tasca con un cura, c'era anche una paginetta scritta. Tempo fa.
"Settembre 2015", così inizia la paginetta. La calligrafia è quella di mia madre, non ci si può sbagliare. Il tratto della penna più fluido e deciso, non tremante e pieno di pause come quando scrive oggi.
Sono passati nove anni da quella confessione scritta su quella paginetta. Uno sfogo che mia madre ha scritto, nello sconforto e nell'incredulità più totale. Un dolore, il suo, che penso sia riuscito a sconfiggere la sua resistenza mentale un anno fa. Facendola precipitare in un declino cerebrale senza ritorno.
Ho letto poche righe per capire il contenuto, l'ho messo in tasca e poi con calma me lo sono letto a casa. Il tradimento.
L'essere traditi porta a una condizione interiore di crollo delle tue certezze, un punto fermo e d'appoggio che viene a mancare. All'improvviso. La certezza dell'incertezza, comprendere che chiunque faccia parte della tua vita può farti volutamente del male.
Questo sentimento diventa devastante quando a tradirti, a pugnalarti alle spalle, è un figlio. Un essere umano che hai voluto, accudito e protetto. Ma che al momento di diventare un uomo ti violenta il cuore, depreda di tutto materialmente e sentimentalmente. Lasciandoti solo e completamente privo di ogni certezza, con la consapevolezza di quanto spietato possa diventare un essere umano.
Le sue parole lette tutte d'un fiato con il cuore in gola mi hanno lasciato una devastazione interiore, alzando lo sguardo dal foglio ho guardato i miei figli. Ho provato a immaginare se uno di loro, in futuro, si comportasse come mio fratello ha fatto con mia madre. E ancor prima con me.
Chi conosce la mia famiglia sa. Alcuni nonostante sentenze e giudizi definitivi ha scelto di seguirlo, di appoggiarlo, altri di trovare soddisfazione personale per quanto successo. Attestati di solidarietà, di conforto mai pervenuti. Un senso di pietà per le loro anime aride lo provo comunque, anche se da anni ho cercato di alzare muri a protezione. Per non sentire, per non vedere.
Faccio del mio meglio per far ricredere mia madre sul fatto che un figlio sa anche essere parte e sostegno, della vita di un genitore, fino alla fine. Lo farò anche quando la sua ragione, oramai compromessa, non ricorderà più neanche chi sarò io.
Oggi era felice che gli facessi la spesa, oggi aveva tanta voglia di dettarmi la lista della spesa, contenta di essersi ricordata tutto. Senza dovermi dire "c'era ancora qualcosa ma non me lo ricordo".
Se devi dimenticare qualcosa, madre, dimentica il dolore che ti ha provocato. Dimentica lui e continua serena con me.
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Inintelligenza Artificiale
Se a fare il riassuntino di un breve racconto di Suzette Haden Elgin, We Have Always Spoken Panglish, noto a me e a pochi altri (presumo), l'Inintelligenza Artificiale non ha dato una prova brillante di sé, nel senso che con un copiaincolla se l'è cavata e, purtroppo, ha scritto due righe assolutamente corrette, quando le ho chiesto di riassumere Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo che, vuoi per motivi scolastici, vuoi per interesse personale qualcuno si è letto nell'adolescenza, l'Inintelligenza Artificiale ha dato miglior prova: ha attribuito, infatti, al 'povero' Jacopo l'essere stato un ufficiale napoleonico che, dopo la firma del trattato di Campoformio tra Napoleone e gli Austriaci, ha abbandonato Venezia per rifugiarsi sui colli Euganei. Che dire? Un riassunto si fa dopo aver letto un libro, non prendendo frasi a caso e giustapponendole, magari mescolando la storia narrata da uno scrittore con la vita privata dello scrittore stesso, come è avvenuto in questo caso.
[Nota: Jacopo Ortis era uno studente universitario; fu Ugo Foscolo a essere ufficiale. Inoltre il trattato di Campoformio fu firmato il 17 ottobre 1797, mentre la prima lettera presente nel libro è dell'11 ottobre e proviene dai Colli Euganei, quindi l'Ortis aveva lasciato Venezia prima della firma del trattato.]
Testo della risposta:
“Le ultime lettere di Jacopo Ortis” è un romanzo epistolare di Ugo Foscolo, pubblicato nel 1798. La storia è raccontata attraverso le lettere che il protagonista Jacopo Ortis scrive all’amico Lorenzo Alderani tra il 1797 e il 1799. Jacopo Ortis è un ufficiale napoleonico che, dopo la firma del trattato di Campoformio fra Napoleone e gli Austriaci, lascia Venezia e si rifugia sui colli Euganei. Il suo unico sfogo, oltre alla lettura, è scrivere delle lettere all’amico Lorenzo. In breve tempo Jacopo conosce Teresa. Se ne innamora, ma scopre che è promessa in sposa a un tale Odoardo, giovane di alta estrazione sociale. Resta, finché può, dove si trova. Dopo aver vagato per l'Italia, Jacopo decide di togliersi la vita, lasciando le sue lettere a Lorenzo, che le pubblica con una prefazione e una conclusione.
L'Inintelligenza Artificiale in questo caso è quella di Bing.
S. Haden Elgin, We have always spoken Panglish, 2004. Online QUI.
U. Foscolo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis [1802]. Scaricabile da LiberLiber.
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Questa lettera va a me stessa, a me che ogni volta che piango e qualcuno mi chiede cosa sia successo mi limito a dire che mi bruciano gli occhi. Va a me… A me, che cerco di sorridere anche quando sembra impossibile,a me che mi guardo allo specchio e vedo le rughe del età, alla mia fottuta sensibilità che mi fotte nel vero senso della parola, perchè fa approfittare gli altri di me. Va a me, al mio essere troppo buona e spudoratamente generosa. Va a me, che quando cado trovo sempre la forza di rialzarmi, a me che mi guardo intorno e vedo tante tante tantissime luci, una città colorata .. ma poi mi guardo intorno, e vedo sorrisi spenti. Questa lettera va a me, ai miei sorrisi, alle mie lacrime sprecate, alle mie grida, ai miei momenti di pazzie, ai miei momenti noiosi, semplicemente a me stessa. Va a me, che quando devo aiutare gli altri sono una esperta e quando devo aiutare me stessa non sono neanche un dilettante. A me, che trovo sfogo in una stupida sigaretta, a me che faccio l’indifferente e poi dopo piango, a me che quando mi trovo sola mi sento ansiosa, perché i pensieri mi occupano la mente. A me, che do tanto amore alle persone e non vengo mai ricambiata. A me che sono stata delusa, a me ….
Un me che molte volte non riesco ad accettare, ma con il quale sto imparando a convivere, un me che tutti hanno cercato di cambiare, ma che nessuno è riuscito mai a farlo. MI vedo….. un passo dal cambiamento, dalla voglia di essere presente a me stessa, ai miei sogni. Ma, come tutti i cambiamenti, prima che diventino qualcosa c’è la confusione, la paura, la solitudine. Ora mi sento persa, persa dentro mille pensieri e parole, ma un giorno tutte queste vite che sto vivendo mi daranno ragione di quello che sono e sarò. Nel ritrovarmi mi sono accorta di aver lasciato qualcosa per strada ma è questo il momento di continuare il viaggio, con prospettive nuove. Non devo aggrapparmi solo al passato, ma devo attingere ora da me stessa, da questo mio presente, doloroso sì, ma ricco di prospettive di me, dei miei sogni, dei miei desideri; ricordo di aver letto da qualche parte: “i sogni non sono mere rappresentazioni dei nostri più reconditi desideri, né vie di fuga, sono, al contrario, strade maestre da percorrere”.
Il dolore mi scava e mi uccide, mi fa pensare che tutto è sbagliato, ma questo è un inganno del dolore, che oggi mi ferisce e mi toglie la voglia di continuare una strada che per tutti è irta di disillusioni e amarezze.
Credimi!! La vita mi ha fatto fare scelte diverse ma non le rinnego… Ascolto me stessa, i miei sogni, le voci dei miei, figli, il gusto del bello che da sempre mi seduce, vela i pensieri dei miei desideri più veri, dei miei ideali, ho certezza che tutto questo non è vano, non è destinato a perdersi per sempre. Sono onde di un mare che non conosce né confini né tempeste e quando lo sconforto sarà più grande dei miei desideri allora mi affaccio alla finestra, guardo quella montagna che ho davanti, ascoltando il suono e godere del suo profumo farmi accarezzare dal vento che soffia leggero, come un giorno… leggeri saranno i miei affanni. Penso che per ognuno di noi c’è un giardino, fatto di memorie, parole, profumi e suoni, che germoglia di anno in anno, attraverso il nostro cuore. Quando la vita morde ed il pianto sembra vano là troverò sempre me stessa e chi mi ama.
web
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VOLANDO PER PINO CHE PRENDE ALLA LETTERA LO SFOGO DI FILIPPO E VA A SPACCARE DI BOTTE IL PADRE DI NAD E SI PRENDE PURE IL CANE LMAOOOO
#e poi quando torna ''filippo non ti preoccupare non lo dico a nessuno che me lo hai ordinato tu'' ajsjdjdjdhdhsh#mare fuori
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Una volta vidi un episodio di una serie tv americana, una comica, dove diceva "se scrivi una lettera verso qualcuno che odi quest'ultima la tieni per te un po' di giorni, poi finisci per non mandarla più"
Ecco, io stavo scrivendo una cosa riferita a te, volevo per un attimo sfogarmi su questo mio "diario personale" (come lo chiamo io) solo che a raccontare tutto ciò che ho vissuto con te mi fa più male che bene, perché da un lato ne sento il bisogno di volerne parlare buttare fuori tutto, solo che finirei per stare peggio.
E quindi ora mi sono promesso una cosa, dato che sto superando questa situazione da solo e ribadisco DA Solo, di riprendere questo discorso continuare questo messaggio in futuro, quando avrò una visione di un bel ricordo di te.
Detto ciò, so che non lo leggerai mai questo messaggio, lo so benissimo.
Ma ci tenevo a dare questo sfogo.
C.🌹
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NINNA, NANNA PILLOLINA
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Ti chiedi come sto,
dal mattino alla sera?
I gesti si ripetono,
per non impazzire,
non pensare.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Ti prendo,
non mi ricordo più il dolore,
metto le cuffie per non sentire le parole,
l'ipocrisia che cade dal ciel in giù.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Un regalo inappropriato,
di cattivo gusto,
mal pensato,
sarà uno dei paragrafi nel libro, a dire il vero,
non rappresenterà l'educazione,
esprimerà solo la maleducazione.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Sono un artista in continua mutazione,
cambio così velocemente,
aspirando alla perfezione.
Sarò forte,
sarò perfetto,
sarò come l'angelo maledetto.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Le conseguenze indelebili,
del trauma profondo,
complesso,
scattano ad ogni associazione
e non mi sento più al sicuro,
da nessuno,
nessuna parte,
neanche da me stesso,
bloccato nell'ascensore con me stesso.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Pillole amare scorrono in gola,
il veleno che avanza non lascia parola.
Io ho scelto l'arte,
come dono fatale,
ma sappi che tutto è uguale.
Tutto è noioso,
insignificante,
la gioia dura forse solo un istante.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Tanti auguri a me e non a te.
Da adesso in poi,
il karma non sbaglierà
e giustizia divina manifesterà.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Il pensiero ossessivo mi stringe il cervello,
un eco che urla:
"Non sarai mai più felice, pillolina.
Sarò il tuo cancro.
Invaderò la tua realtà,
espanderò le mie mutazioni,
con velocità."
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Parole su parole,
incise nella mente,
tradotte nel libro DELLAMORTE.
Le lettere scorrono,
leggi,
rileggi,
non capisci,
fantastichi e impazzisci.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Ogni azione è d'ispirazione,
per creare l'arte,
darle vita all'emozione.
Sarò ancora più forte,
sarò la perfezione,
rappresenterò la tua imperfezione,
aprirò le porte dell'inferno,
per questa occasione.
Tanti auguri a me,
tanti auguri a te,
ninna,
nanna pillolina,
non sei innocente,
né carina.
Quando il mondo si sgretolerà,
sarò lì,
a guardare senza parole.
Non proverò emozioni,
compassione,
empatia.
Sarò lì a osservare,
pregando la morte di ritardare.
Sarò lì a leggere il libro DELLAMORTE,
all'infinito,
fino all'attimo predefinito.
Questa poesia, intitolata "NINNA, NANNA PILLOLINA," rappresenta un potente sfogo emotivo, una confessione poetica che intreccia esperienze personali di violenza, trauma e resilienza. Nasce dall'esperienza di essere vittima di abusi di varia natura, psicologici ed emotivi, che hanno lasciato segni profondi e indelebili.
Uno degli eventi scatenanti è stato un regalo crudele ricevuto per il cinquantesimo compleanno: una lettera di sfratto. Questo gesto, impregnato di ipocrisia e insensibilità, ha rappresentato il culmine di un accumulo di dolore e di ingiustizie. La lettera è simbolo della mancanza di empatia e dell'indifferenza che caratterizzano certi rapporti e situazioni di vita. Un dono amaro, "di cattivo gusto," che diventa il fulcro di una riflessione sull'ingiustizia e sulla maleducazione di chi lo ha inviato.
La "pillolina" menzionata nella poesia è una metafora per la dipendenza, sia fisica che emotiva, da qualcosa che aiuta a sopravvivere: può essere una medicina, un'idea, un'abitudine o un meccanismo di difesa. Tuttavia, la pillolina non è "innocente né carina"; è un simbolo ambivalente, che allevia il dolore ma al contempo perpetua la condizione di sofferenza. Essa diventa il filo conduttore di una ninna nanna distorta, un canto ossessivo che non porta pace ma che accompagna il protagonista nel suo viaggio tormentato.
La poesia si snoda tra immagini di dolore, alienazione e resilienza. Si parla di blocchi psicologici ("bloccato nell'ascensore con me stesso"), di un senso di insicurezza onnipresente e di lotta contro i pensieri ossessivi. Tuttavia, emerge anche una ricerca artistica, una trasformazione personale che cerca di canalizzare il trauma in creazione: "Io ho scelto l'arte, come dono fatale."
Il messaggio finale è ambivalente: da un lato, c'è la consapevolezza dell'imperfezione e della fragilità della condizione umana; dall'altro, emerge la forza dell'arte come strumento di resistenza e rinascita. La poesia non cerca di abbellire il dolore, ma di trasformarlo in un mezzo per comprendere e accettare, senza mai perdere la speranza nella possibilità di una rinascita spirituale e creativa..
La poesia è un'opera originale dell'artista Matjaž Dellamorte
ex Matjaž Borovničar
La poesia fa parte della serie delle poesie dal libro Poesie della Morte.
#Pillolina#Trauma#Maledizione#NinnaNanna#Oscurità#ArteComeRifugio#DolorePsicologico#Perfezione#AngeloMaledetto#AscensoreMentale#PensieroOssessivo#GiostraEmotiva#VelenoInteriore#GioiaFugace#RipetizioneGestuale#Ipocrisia#ResilienzaArtistica#IdentitàSpezzata#EmozioniBloccate#VitaNoiosa#Karma#GiustiziaDivina#Maleducazione#LettereIncise#LibroDellamorte#MutazioneCostante#CreativitàDalDolore#VisioneOscura#ParoleTaglienti#IllusioneDiFelicità
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Ciao Max,
Hai mai avuto quella sensazione di non essere abbastanza? Di esistere ma allo stesso tempo sentirti come se non lo fossi? Oggi mi sono sentito così. Sempre più spesso mi sento così, anche se non mi importa più di ciò che pensano gli altri.
Anche se ho persone con cui parlare, mi sento solo. Come si fa con un cuore strabordante di solitudine e sanguinante di dolore ad essere felici?
So che non leggerai mai questa lettera, e so anche che se la leggessi mi prenderesti per il deficiente che sono. Ma mi sento solo, invisibile, mai abbastanza. Non capito, mai compreso. E allora ti scrivo consapevole che anche tu mi ignorerai.
Perché dev'essere tutto così difficile? Merda.
@al-sapore-di-sigarette
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HO TROVATO QUESTA LETTERA SUL WEB CHE MI HA MOLTO EMOZIONATO....LA CONDIVIDO CON VOI SPERANDO SIA DI GRADIMENTO!
ALLE NOSTRE MOGLI:
LA MOGLIE DI UN SOLDATO
Ho letto una bellissima lettera che un padre militare ha dedicato ai suoi figli, di una specie particolare proprio perché figli di un soldato. Lettera commovente, che colpisce nel profondo chi ha passato la vita con le stellette. Ma mentre la leggevo, con la mente, alle spalle dei figli, intravvedevo una figura sfuocata, un po’ in ombra, che la lettera non metteva mai in luce: la mamma di quei figli, la moglie del soldato. Se i figli dei militari sono di una razza speciale, di razza specialissima sono le mogli.
La moglie di un militare non è politicamente corretta. Non ha mai dimostrato nelle piazze con cartelli o inveito contro il destino infame che l’ ha resa compagna di un folle in divisa. Un folle che, pensate un po’, parla di dovere, di Patria, di Bandiera, di sacrificio, di senso dell’onore, di guerra, tutte cose bandite ed irrise nella società di oggi. Compagna di un uomo che le fa fare una vita di dignitosa austerità, senza possibilità di togliersi il capriccio di un vestito firmato o di un gioiello costoso. Compagna di un uomo che appare e scompare, anche per lunghi mesi e la lascia sola con i figli e con tutti i problemi, infiniti, ad essi connessi, in una città sconosciuta dove c’è tutto da fare, in appartamenti spesso inadeguati. Scuola, salute, contratti, banca, ambientamento, nuove conoscenze, nuovi pericoli, tutto sulle sue spalle e i nonni, quasi sempre, sono lontani, in altre città, quindi è sola, completamente sola.
La notte piange in silenzio per non svegliare i bambini, in un letto troppo grande, dando sfogo a quel dolore che morde il cuore ma che di giorno, di fronte ai figli, è costretta ad ingoiare come un boccone amarissimo. Non ha nessuno con cui sfogarsi, non ha nessuno a cui confidare i suoi pensieri con cui alleggerire il peso che sente nel cuore. Passano le settimane, passano i mesi e c’è l’angoscia per quella telefonata sempre incombente, quel bussare inatteso, quella porta che non vorrebbe mai aprire per non vedere il volto addolorato che reca la notizia da sempre temuta: lui non tornerà. Ma è la moglie di un soldato, non è abituata ai piagnistei e alle lamentele. Un po’ di quella durezza da caserma le è penetrata nel cuore e non si mostra mai triste o abbattuta. Sempre positiva, sempre attiva deve fare da madre e da padre allo stesso tempo, ingoiare paure e frustrazioni e far sentire ai figli che il loro padre, anche se non c’è fisicamente, in realtà è sempre presente, con il suo amore, con la sua forza.
“Come stai?” “Tutto bene” “Mi manchi” “Ti amo”. Le solite poche parole che devono bastare fino alla prossima telefonata, quando sarà, se ci sarà. Un profondo sospiro, una lacrima ingoiata a forza, un largo sorriso ai figli dal volto triste. Ricomincia l’attesa.
E quando lui torna, solo abbracci, sorrisi, tanto amore per quell’uomo smagrito e cotto dal sole ed anche tanto orgoglio. Nulla trapela della solitudine e del dolore di quei mesi. Tutto è dimenticato, fino alla prossima missione.
Non sarà mai abbastanza la gratitudine per questa donna eccezionale, mamma, moglie, amica , amante, compagna impareggiabile, che ha saputo resistere, perché non tutte ce l’hanno fatta. Bisogna avere molte marce in più per restare tutta la vita con un soldato e continuare ad amarlo, nonostante tutto.
Grazie cara, dolce e forte compagna di una vita. So che senza di te non ce l’avrei fatta.
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2 luglio 2023
Oggi per la prima volta ho sentito la tua voce. Ero in macchina e non volevi che ti scrivessi mentre guidavo, allora mossa da curiosità ho provato a buttartela lì, come se fosse una battuta, forse presa da un po' di coraggio: "perché non mi chiami?". Tempo un minuto e vedo lo schermo del telefono illuminarsi e al centro il tuo nome scritto. Perdo un battito e nel più totale imbarazzo rispondo, ed è lì che sento per la prima volta la tua voce. Il tuo "Hey" risuona in auto e mi accorgo subito del fatto che sentire la tua voce forse non farà altro che peggiorare le cose.
Credo che sia stato quello l'istante che per me ha cambiato tutto: dare una voce al tuo viso mi ha inconsapevolmente fatto percepire che tu sia una persona reale, in carne ed ossa, come se fino ad adesso le nostre fossero state parole vuote perché digitate su una chat; mentre adesso le tue parole le sento forti, vere, spiazzanti.
Parliamo di nulla per più di un'ora, ma la maggior parte del tempo è riempito da risate di imbarazzo, fatto sta che arrivata a destinazione, quell'ora ho la sensazione che sia volata. Rimango in macchina al parcheggio altri dieci minuti prima di salutarti e scendere, ma sarei rimasta molto di più.
"Se ti va domani ti chiamo" si, mi va.
La strada fino alla porta di casa è riempita da pensieri e dalla tua voce che mi risuona in testa, so solo che se ripenso a quella telefonata sorrido.
"Ci sentiamo domani allora" e so già che lo faremo, e molto probabilmente non solo domani.
"Comunque mi piace la tua voce" e probabilmente questo non avrei dovuto dirtelo. Ma probabilmente è troppo tardi.
#diario#amicizia#amore#lettera#momento sfogo#pensieri#poesia#scrittricesenzatalento#sfogo#text message#telegram#telefono#chiamate#conversazioni#parlare
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aggiornamento post-serata!
sono appena tornato a casa ed è stato divertente! tommy è passato a prendermi, siamo andati da sergio e poi a fare un aperitivo tutti e tre insieme!
dopo che siamo andati via dal bar siamo passati a prendere qualche monster e ci siamo fumati una sigaretta giù da me, ft. teo in videochiamata : ̗̀➛
una cosa che mi tormenta però è lo sguardo sempre triste che tommy ha, ma che secondo me cerca di nascondere... è così da un po' e non credo sia qualcosa che serie tv e palestra riusciranno a colmare...
non si è mai aperto tanto con me dopo la situazione con miriam, e non gliene faccio una colpa, ma i miei sentimenti veri mi fanno sempre preoccupare per lui... spero che magari un giorno si apra con me, anche perché da quando ho scritto la lettera mi sento di essere riuscito ad andare avanti un pochino! **•̩̩͙✩•̩̩͙*˚
questo non cambia il fatto che tommy è il mio migliore amico, e lo rimarrà per l'eternità- tralasciando la questione amorosa, mi ha veramente aiutato a vivere quel ragazzo, e lo ringrazierò per sempre per questo. gli voglio davvero bene, e spero solo che lui riesca a trovare la felicità .·͙*̩̩͙˚̩̥̩̥*̩̩̥͙ ✩ *̩̩̥͙˚̩̥̩̥*̩̩͙‧͙ .
divento sempre un po' emotivo quando parlo di lui, ma forse vuol dire che ho ancora un cuore umano hehe ☾
te l'ho già detto, ma per me sei speciale. ti ringrazio di tutto, e per te ci sarò sempre. grazie Antonio ・❥・
ps: magari un giorno di questi farò un post in cui mi sfogo un po' parlando di lui, buttando su questo blog tutti i miei pensieri per fare un po' di ordine! sconfiggendo la dannata nebbia che mi è entrata nel cervello
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