#lavoratori Fabriano
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pier-carlo-universe · 27 days ago
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"La carta è finita": La chiusura di una storica linea di produzione Fabriano. Recensione di Alessandria today
Un pezzo di storia italiana che scivola via tra malinconia e ricordi. La chiusura della storica macchina continua F3 di Fabriano segna la fine di un’epoca. Dal 1976, questa linea ha prodotto ininterrottamente la celebre carta Copy 2, accompagnando generaz
Un pezzo di storia italiana che scivola via tra malinconia e ricordi.La chiusura della storica macchina continua F3 di Fabriano segna la fine di un’epoca. Dal 1976, questa linea ha prodotto ininterrottamente la celebre carta Copy 2, accompagnando generazioni di italiani tra creatività, studio e lavoro. Per chi, come molti cresciuti negli anni ’80 e ’90, ha trascorso pomeriggi disegnando o…
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Nata Beko Europe, coinvolti nelle Marche 1.500 lavoratori
Ammainata la bandiera Usa, issata quella Turca. Metafora per il quartier generale e lo stabilimento di Melano ex Indesit a Fabriano (Ancona) e il sito di Comunanza (Ascoli Piceno), poi acquistati dalla multinazionale Whirlpool e da ieri, 2 aprile, confluiti ufficialmente nella newco Beko Europe. Ha cominciato a muovere i primi passi ufficialmente ieri la società nata dall’accordo che Whirlpool ha…
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qdmnotizie-blog · 6 years ago
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FABRIANO / WHIRLPOOL: LA PREOCCUPAZIONE DEI LAVORATORI
FABRIANO / WHIRLPOOL: LA PREOCCUPAZIONE DEI LAVORATORI
FABRIANO, 3 agosto 2018 – C’è preoccupazione tra i lavoratori Whirlpool di Fabriano, per il clima di incertezza che sta serpeggiando tra operai ed impiegati della multinazionale legato anche al calo di vendite. Un clima di incertezza che arriva anche a margine della sostituzione di Ester Berropze, che ha lasciato il ruolo di presidente Emea e vicepresidente esecutivo di Whirlpool corporation, con…
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tmnotizie · 5 years ago
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GROTTAMMARE – La 7° edizione del “Meeting nazionale giornalisti cattolici e non”, svoltosi in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, ha coinvolto migliaia di persone collegate in rete attraverso il sito ufficiale giornalistioggi.it, il canale YouTube e la pagina Facebook Tele Padre Pio TV (per la registrazione completa, clicca qui). Sponsor ufficiale “L’Editrice Shalom”.
Filo conduttore del pomeriggio: “In dialogo tra paura e speranza. La vita si fa storia”. Sono state circa 7.000 le persone che si sono connesse nei vari momenti del pomeriggio durante i quali si è parlato della professione giornalistica e della comunicazione in tempo di pandemia.
La città di Grottammare, che nelle passate edizioni ha ospitato con generosità fino a 200 operatori della comunicazione nazionale, quest’anno si è resa presente con un video promozionale, realizzato da Mauro Piergallini, nel quale commercianti e imprenditori, da sempre sostenitori dell’evento, hanno declamato alcuni versi della poesia “Lu paese mi” di Pio Ottaviani.
Tutti i partecipanti hanno ricevuto i saluti del Vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto, Mons. Carlo Bresciani, del Vescovo della Diocesi di Ascoli Piceno, Mons. Giovanni D’Ercole, del Direttore del SIR, Amerigo Vecchiarelli, del presidente della FISC, Mauro Ungaro e del direttore di Padre Pio TV, Stefano Campanella.
Giovanni Tridente, docente di giornalismo presso la Pontificia Università della Santa Croce, ha condotto tutto il pomeriggio e ha commentato alcuni passaggi del messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
Simone Incicco, responsabile organizzativo del Meeting, ha ringraziato tutti i relatori, molti dei quali amici dell’evento, il comitato scientifico, il direttore Campanelli di Padre Pio TV e don Giampiero Cinelli impegnato nell’organizzazione.
Nella sua introduzione ha ricordato il 23 maggio di ventotto anni fa quando, a Capaci, sono stati uccisi il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e gli agenti della scorta. Incicco ha poi invitato a un momento di preghiera per ricordare il giudice Falcone, le vittime di mafia, gli operatori di pace e i tanti sofferenti a causa della pandemia.
Bruno Mastroianni, filosofo e giornalista, ha condotto il primo panel dal titolo “Cambiamenti”, con: Bruno Piraccini, amministratore delegato Orogel, Maria Laura Conte, direttrice della comunicazione della Fondazione AVSI e Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana.
A introdurre i lavori è stata Vania De Luca, presidente nazionale dell’UCSI che ha detto: «Questa pandemia ci ha cambiati e dobbiamo fare memoria delle sofferenze e delle potenzialità che abbiamo attraversato. L’informazione di qualità, svolta da persone riconoscibili e competenti, potrà aiutarci a ricostruire il tessuto comunitario che uscirà lacerato da questo periodo».
«Un evento inaspettato che ci ha trovati impreparati – ha detto Bruno Piraccini – e abbiamo lavorato continuamente per adempiere al nostro dovere rispettando tutte le regole di sicurezza, dopo un’accurata attività di formazione per i duemila lavoratori dei quattro stabilimenti tra i quali non si sono riscontrati casi di contagio da Covid».
Maria Laura Conte ha condiviso il suo percorso: «Dopo la prima fase che si è svolta sull’onda dell’adrenalina tra il lavoro e la famiglia, è subentrata la sensazione della mancanza d’aria, la fatica della chiusura, del non potersi muovere, ma da qui è partito lo scatto verso la riscoperta di un dinamismo diverso, anche con l’aiuto della lettura del romanzo “La Peste” di Camus».
Vincenzo Corrado ha affermato: «Il vero cambiamento è riuscire a far tesoro dell’essenzialità che stiamo vivendo. Il Papa scrive che la vita di ciascuno è aperta a un possibile cambiamento e ognuno di noi deve indicare la traiettoria. Abbiamo sperimentato la globalizzazione della salute, della malattia, della sofferenza, ci siamo ritrovati tutti uniti sulla stessa barca, ma teniamo aperto questo libro della pandemia, non possiamo lasciare da parte le storie di fragilità e trovare le giuste parole attraverso le quali narrare quello che abbiamo vissuto in modo inaspettato».
Il vescovo Stefano Russo, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha apprezzato lo svolgimento del Meeting e, introducendo la seconda tavola, ha affermato: «Il tempo della crisi è attraversato da una grazia speciale e il pastore deve prendere consapevolezza di questo e vigilare per comprendere la strada. È importante che il pastore renda viva questa grazia e avendo la consapevolezza che può avvenire in modo speciale anche attraverso la ricerca della collegialità episcopale che dà senso e spessore al ruolo del pastore.
In questo tempo ci si può accorgere che la comunione sacramentale è difficile da vivere insieme ma non viene meno la comunione che si vive attraverso la prossimità, attraverso la testimonianza, attraverso il farsi prossimo alle situazioni di indigenza. Ciò diventa testimonianza della Chiesa che siamo e della chiesa che vogliamo essere».
Il secondo momento, nel quale si sono alternati i vescovi di diverse diocesi italiane, è stato infatti dedicato a “L’impegno del pastore in mezzo alle crisi”.
Il confronto è stato moderato da Massimiliano Padula, presidente del Copercom e docente alla Pontificia Università Lateranense, che ha chiesto ai relatori cosa ha rappresentato il Coronavirus per la Chiesa.
Il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo della Diocesi de L’Aquila dove ha costituito un ufficio per la Pastorale dell’emergenza, ha portato la sua testimonianza su questo terremoto dell’anima: «Credo che tutte le calamità hanno degli aspetti comuni: ogni evento traumatico presenta un versante misurabile e uno nascosto e non immediatamente percepibile ma occorre avere degli strumenti per intercettare questi segnali che partono dalla profondità della persona.
Bisogna avere la capacità di ascoltare, che è il primo modo di essere vicini. In un evento traumatico si avverte una frattura tra il prima e il dopo e la situazione di sofferenza getta sul futuro un’ombra condizionante. La Chiesa ha un ruolo importante, dobbiamo dotarci di sismografici sociali e spirituali per misurare le onde sussultorie che sono interiori nella persona, dobbiamo imparare a costruire buone intese, a fare convergenze con le istituzioni e a dare speranza, che è il dono più importante nel tempo dell’emergenza».
Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede ha affermato: «Il Papa ha accompagnato questa emergenza nella consapevolezza che era un problema di tutto il mondo. Tutti hanno sottolineato la forza di quella serata del 27 marzo in piazza San Pietro, una forza che non era nelle immagini o nella regia: la potenza era nel mondo convenuto a pregare insieme.
Anche i non credenti sono stati interpellati da questo momento di preghiera, hanno ricevuto una chiave per capire. Ci ha commosso il modo in cui questo nostro servizio al Papa e alla Chiesa ha raggiunto tanti fedeli in tutto il mondo: in questo momento il Papa è stato vicino».
Il vescovo mons. Francesco Beschi della Diocesi di Bergamo, la zona più martoriata d’Italia dal Covid, ha offerto alcune impressioni: «Il dono dello Spirito si è manifestato in maniera evidente. Nella nostra comunità abbiamo sperimentato un po’ di sconcerto e di smarrimento, sono venute meno le relazioni educative quotidiane, la prossimità con le famiglie, i malati e gli anziani. È emersa la consapevolezza di un servizio, di una testimonianza che prendeva progressivamente forme diverse con i media, con il telefono, con una rete di persone che hanno cominciato, con tutte le precauzioni, ad avvicinarsi alle vie, alle case
. La Chiesa c’è stata e le persone l’hanno avvertita pur in un contesto di grande sofferenza, di malattia, di dolore immenso per i tanti morti. Abbiamo celebrato in modo molto dimesso i 140 anni del giornale “L’Eco di Bergamo” che ha contribuito alla condivisione di sentimenti. Il Papa ci ha telefonato per esprimere vicinanza per la morte dei 24 sacerdoti e ha chiamato la redazione del giornale perché è rimasto colpito dalle pagine dei necrologi e dei racconti della vita di tante persone morte.
Sono convinto che il futuro dipende dalle scelte che stiamo facendo. A partire dalla nostra fede, noi cristiani testimoniamo la convinzione che il futuro di Dio è buono anche nell’oscurità. Avvertiamo il senso di incertezza, ma il mondo può guardare a quello che è avvenuto e leggerlo nel mistero pasquale».
Il vescovo mons. Francesco Massara delle Diocesi di Camerino e di Fabriano ha ripercorso le modalità con cui la Chiesa locale si è fatta prossima alle famiglie e ai più giovani: «Il concorso CoronArt per i bambini, ragazzi e giovani ha visto l’adesione di quasi cinquecento partecipanti con video, disegni, poesie. Dopo il terremoto strutturale del 2016 (350 chiese su 500 danneggiate), il terremoto dell’anima che è molto più profondo (aumento dell’uso di antidepressivi e dei suicidi) e il terremoto delle promesse (la ricostruzione non è partita) stiamo affrontando questo nuovo tempo di sofferenza. Ci sarà una crisi economica, ma riusciremo a rialzarci perché i marchigiani sono forti e l’aiuto di Dio ci sosterrà. Questa pandemia ci ha portato a essere più coesi e solidali, a rivedere i nostri modi di vivere come Chiesa e nelle relazioni.»
Mons. Domenico Pompili, vescovo della Diocesi di Rieti, ha ripercorso, come il suo confratello Massara, il periodo del terremoto paragonandolo a questi mesi. «La Chiesa si è ritrovata fuori dalla Chiesa – ha detto mons. Pompili – ma a Rieti eravamo già fuori dalle chiese, costretti a uscire e questo ha creato la possibilità di andare incontro alle persone e di coltivare le relazioni: è questo che dobbiamo recuperare per dare alla Chiesa una prospettiva futura»
La terza parte del Meeting è stata condotta da Alessandra Ferraro, caporedattrice della TgR Valle d’Aosta che ha condotto il confronto tra i direttori di testate.
A introdurre i lavori è stato Carlo Verna, Presidente Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che ha descritto il contesto nel quale gli operatori della comunicazione si sono trovati a lavorare: «Le tecnologie hanno portato a un diverso approccio con le fonti, il lavoro sta cambiando e sono necessarie una maggiore consapevolezza, la massima attenzione e uno sforzo di analisi della verità per informare correttamente il cittadino».
Alessandro Casarin, direttore nazionale dei Tgr Rai ha ripercorso il lavoro delle redazioni regionali così tanto apprezzato dagli italiani: «È la pandemia che detta il sommario del telegiornali – ha spiegato Casarin – le storie degli abitanti prigionieri, poi i racconti dei volontari, le storie drammatiche dei figli che avevano perso uno o entrambi i genitori, e poi le storie degli infermieri, dei sacerdoti morti, le chiese e gli oratori vuoti, tante storie luttuose.
Da una settimana questo sommario non ci viene più imposto e riusciamo a dare spazio alla cronaca bianca, ad alcuni fatti che accadono nelle città. Ora dobbiamo pensare al domani, tutti aspettiamo il 3 giugno e speriamo che ci sarà meno virus e più cronaca».
Vincenzo Morgante, direttore di Tv200, ha ripercorso il lavoro svolto dalla redazione: «Ogni giorno abbiamo raccontato la vita concreta di tanti profili di cittadini e abbiamo scoperto il mondo della prossimità e del bene che forse prima non conoscevamo nella giusta misura. Abbiamo usato un linguaggio semplice che desse sempre un segnale di speranza: raccontare la drammaticità della situazione ma trovare nelle varie storie un elemento di fiducia nella presenza delle Istituzioni e della Chiesa».
Alberto Ceresoli, direttore de L’Eco di Bergamo, prendendo parte all’incontro ha affermato: «Bergamo ha subito un colpo profondissimo da questa tragedia che il giornale ha raccontato grazie all’aiuto dei lettori che hanno condiviso il loro lutto, la sofferenza e il ricordo dei loro cari. In questo modo il giornale ha attraversato tutto questo periodo e, oltre ai messaggi di papa Francesco e del presidente Mattarella, ha avuto la vicinanza e la stima dei lettori che si sono sentiti accompagnati e sostenuti in questo tempo così buio».
 Lorenzo Rinaldi, direttore del quotidiano Il Cittadino di Lodi, ha espresso tanta gratitudine ai redattori che hanno rivalutato il giornalismo di prossimità e ha condiviso il lavoro dalla zona rossa: «La nostra piccola redazione di provincia ha gestito e annunciato il primo caso di Covid del 20 febbraio e da allora non si è mai fermata. Noi eravamo con i nostri cronisti nella zona rossa, isolati ma al centro della notizia, e abbiamo sentito la grande responsabilità di dare le informazioni giuste.
Quando ci siamo resi conto che le persone che venivano a mancare erano numerose, abbiamo avuto il momento più duro e abbiamo lanciato l’iniziativa del memoriale per ricordare i defunti che non hanno potuto avere il saluto della comunità. In questo modo ci siamo sentiti ancora di più il cuore della comunità, sia con le pagine del giornale cartaceo che con il sito. Abbiamo pensato anche ai bambini e agli studenti con una rubrica che ha messo in contatto i nonni con i nipoti e un’altra in cui abbiamo chiesto ai ragazzi di raccontarci come stavano vivendo il loro isolamento».
Agnese Pini, direttrice de La Nazione, si è soffermata sulla correttezza del linguaggio: «Durante questa pandemia i giornalisti hanno prestato maggiore attenzione a come esprimere le notizie al pubblico che era molto sensibile non solo alla notizia ma anche al modo dell’esposizione. I giornali sono diventati una parte istituzionale del Paese, riconosciuta dal presidente Mattarella e dal premier Conte, e hanno cominciato a misurare maggiormente le parole, a lasciare da parte i titoli sensazionali, a sentirsi una responsabilità maggiore per non creare effetti sbagliati nel lettore.»
Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, nel suo intervento ha messo in evidenza come le prime responsabilità richieste ai giornalisti siano la prossimità e il confronto con la realtà: «Tutti siamo stati immersi in un flusso continuo di parole, di dati e di opinioni sulla pandemia e sulla carta stampata il lettore ha trovato parole che non sono scivolate via, erano i volti di persone che stavano soffrendo, i nomi dei morti e c’erano le questioni che stavano emergendo, i primi segnali controversi sull’affievolimento della forza virale del Covid.
Purtroppo, c’è chi ha seguito l’interesse di fazione e non l’interesse comune, ma sono stati una minoranza rispetto alla gran parte dei giornali che hanno saputo interpretare questa difficile situazione con una informazione quotidiana di qualità».
Il pomeriggio si è concluso con la promessa di ritrovarsi per l’edizione 2021 a Grottammare, per tornare a vivere dal vivo l’ottava edizione del “Meeting nazionale giornalisti cattolici e non”.
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paoloxl · 6 years ago
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I nuovi attacchi all’occupazione impongono una risposta generale
In questi giorni si intensificano gli attacchi diretti ai lavoratori di molte aziende: ultime ad essere colpite sono la Whirlpool di Napoli, la catena di mobili Mercatone Uno, che si aggiungono a centinaia di aziende chiuse o ridimensionate pesantemente nel corso degli ultimi anni, mentre molte altre vedono segnali preoccupanti all’orizzonte, sempre come conseguenza di grandi o piccole manovre del capitale (fusioni o cartelli) di cui i lavoratori non sono neppure informati direttamente, ma che spesso, dopo una fase di vacue promesse, risultano finalizzate solo a un’utilizzazione contingente, come l’acquisto di un marchio prestigioso o la conquista di una fetta consolidata di mercato; dopo qualche anno o anche meno l’acquirente getta la maschera e rinnega tutti gli impegni presi e si ritira indisturbato col bottino in altri lidi. Così, sotto questo governo “del cambiamento” e sotto tutti i precedenti governi di qualsiasi colore sono stati smantellati, senza una reazione adeguata da parte dei sindacati confederali, stabilimenti che pure avevano ottenuto cospicui contributi in varie forme dal governo centrale o dagli enti locali. La sfacciataggine dei padroni nel venire meno a impegni presi appena pochi mesi prima imporrebbe prima di tutto una campagna sindacale di denuncia e di avvertimento sul pericolo imminente, per preparare i lavoratori a reagire tempestivamente, a vigilare dall’interno su tutte le riorganizzazioni e ridistribuzioni del lavoro, lavorando al tempo stesso per costruire una risposta generale che non lasci mano libera ai padroni “mordi e fuggi”.
Di aziende in pericolo ce ne sono molte: ad esempio, appena sei mesi dopo l’annuncio della fusione della Guzzini Illuminazione con la svedese Fagerhult, nello stabilimento di Recanati sono cominciati spostamenti preoccupanti motivati con una poco verosimile “contrazione del mercato” prima che fosse completata la fusione, e si è cominciato nel frattempo a chiedere la Cassa Integrazione a zero ore per alcune decine di lavoratori, evidente premessa del licenziamento e chiaro tentativo di sondare gli umori dei lavoratori non ancora direttamente toccati. E ovunque in questi anni una campagna martellante ha cancellato quasi ogni traccia di quella consapevolezza che gli interessi dei lavoratori sono totalmente antitetici a quelli dei padroni, nessuno chiede conto dei milioni dei Guzzini scoperti dalla Guardia di Finanza in almeno due occasioni a San Marino quando ha cominciato a incrinarsi il suo ruolo di paradiso fiscale vicino a casa... Eppure quella consapevolezza aveva caratterizzato il sindacato nei primi decenni della sua storia, anche quando la sua direzione era riformista, ed era riaffiorata con forza nella grande ondata di lotte iniziata nel 1968-1969. Senza recuperare questa funzione di classe del sindacato è molto difficile difendere chi è colpito dai licenziamenti e dalle pesanti ristrutturazioni, e non rimane che implorare l’intervento degli ammortizzatori sociali, magari affidandosi alla mediazione di qualche politico del territorio.
Ho riprodotto volentieri due volantini sul caso Whirlpool, uno di Napoli e l’altro di Fabriano, dove nella frazione Melano c’è un altro stabilimento della Whirlpool. Sono una piccolissima cosa, ma che va nella direzione giusta della saldatura dei lavoratori minacciati con chi è pronto a sostenerli, contrastando l’azione diseducativa delle confederazioni sindacali che firmano appelli insieme alla Confindustria, avvalorando l’idea sciagurata che saremmo “tutti nella stessa barca”  (a.m.)
Il volantino di Napoli
Whirlpool Napoli: prendi i soldi e scappa!
di Sinistra Anticapitalista Napoli
La Whirlpool annuncia la chiusura dello stabilimento di Napoli, buttando in mezzo a una strada 430 lavoratori. 430 famiglie che da domani avranno il problema immediato della sopravvivenza. Motivo? Delocalizzazione…
La Whirpool sei mesi fa aveva sottoscritto l’accordo per un piano industriale che prevedeva investimenti fino al 2021 nello stabilimento di Napoli e in quello di Carinaro, e aveva anche usufruito degli ammortizzatori sociali (pubblici) per la riorganizzazione dopo l’acquisizione di Indesit.
Siamo alle solite: per i padroni, vale sempre il vecchio motto prendi i soldi e scappa.
E vale sempre anche che gli accordi sono carta straccia nella loro piena disponibilità qualora pensino di non avere più convenienza a rispettarli.
I sindacati, invece di piangere sul latte versato, dovrebbero sostenere e organizzare la forza collettiva delle lavoratrici e dei lavoratori per imporre al padrone migliori condizioni di lavoro e di vita, ma anche per dimostrare ai governi che le operaie e gli operai sono una forza con cui si deve fare i conti!
Intanto, in una importante manifestazione di solidarietà di classe con i colleghi e le colleghe di Napoli, lo stabilimento di Varese ha annunciato uno sciopero spontaneo, in una dimostrazione della possibilità e della necessità di unire i lavoratori e le lavoratrici del Sud con quelle e quelli del Nord, nella comune lotta contro i padroni.
Il governo dovrebbe intervenire subito, ma dubitiamo che lo farà in modo reale e incisivo, dal momento che, come i governi precedenti, anche questo è prono al volere dei padroni e delle multinazionali.
Il sindacalismo conflittuale, le organizzazioni, i collettivi, le associazioni e i partiti della galassia della sinistra alternativa in Italia, dovrebbero unirsi e condurre una grande battaglia affinché lo Stato intervenga per nazionalizzare sotto il controllo dei lavoratori e delle lavoratrici le aziende che delocalizzano, inquinano, licenziano.
Di fronte alle vite dei lavoratori e delle lavoratrici non c’è vincolo UE e non c’è profitto che tenga.
Ma è solo con la lotta che riusciremo a imporlo.
Sinistra Anticapitalista Napoli si schiera in solidarietà con le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento Whirpool di Napoli e si metterà a disposizione, pur con le sue ad ora modeste forze, per sostenere questa lotta.
... e quello di Melano (Fabriano)
Whirlpool chiude a Napoli.
Solidali nella lotta!
Whirlpool chiude lo stabilimento di Napoli e getta sul lastrico 430 lavoratrici e lavoratori con le loro famiglie. La notizia della chiusura arriva come una doccia fredda, nonostante Whirpool si fosse impegnata appena lo scorso ottobre, con un accordo quadro sottoscritto alla presenza anche del ministro del lavoro Luigi di Maio, a garantire un piano di sviluppo e a mantenere i livelli occupazionali in tutti gli stabilimenti del gruppo.
In una fredda nota, Whirlpool fa sapere di voler procedere alla riconversione del sito di Napoli e la cessione del ramo d’azienda a una società “in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali”: in una parola DELOCALIZZAZIONE. La ragione, secondo i vertici aziendali, starebbe nella ridotta “profittabilità” del sito di Napoli, che non sarebbe più in grado di garantire sufficienti profitti e quindi, come la cinica legge di mercato impone, bisogna liberarsene. Poco importa se a farne le spese sono 430 lavoratrici e lavoratori con le loro famiglie, che da ora saranno costretti a fare i conti con le impellenze della vita quotidiana e a dover trovare un modo per sopravvivere.
Whirlpool promette investimenti per il prossimo triennio e garantisce sul futuro degli altri siti produttivi. Ma non facciamoci illusioni. Si tratta, come si è visto, di dichiarazioni di buoni propositi che anche se sottoscritte ufficialmente, alla presenza di Ministro e sindacati, possono diventare in un attimo carta straccia: Napoli lo dimostra.
Ciò che è successo potrebbe succedere in ogni altro stabilimento del gruppo, Melano compreso. Lo sanno bene gli impiegati degli uffici finanziari di Fabriano, costretti a convivere con la spada di Damocle della “razionalizzazione” del personale e che rischiano di andare a lavorare in Polonia.
“Ridotta profittabilità”, “riconversione”, razionalizzazione”: tutte formulazioni fumose per nascondere una sola eterna verità: di quelle lavoratrici e lavoratori che, ridotti al rango di merce inservibile, non sono più utili ad accumulare profitti, bisogna disfarsene.
Come i dipendenti di Mercatone uno, anche gli operai di Napoli sono stati licenziati in tronco e senza preavviso. Ritorniamo ad organizzarci, imponiamo le nostre ragioni, che sono le ragioni di chi lavora e rivendica dignità e rispetto. È solo con la lotta che potremo imporre le nostre voci, e obbligare chi gioca con le nostre vite e con il nostro futuro ad ascoltarci una volta per tutte! È solo organizzandoci dal basso che potremo imporre alle burocrazie sindacali le nostre vere esigenze e forme di lotta più radicali e incisive.
Riprendiamoci la dignità! Recuperiamo il coraggio di dire che le nostre vite valgono più dei loro profitti!
Mai più profitto sulla pelle di chi lavora, basta con i licenziamenti! Il lavoro che c’é, dividiamolo tra tutte e tutti a parità di salario!
https://anticapitalista.org/
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L’importanza del Valore Sicuro
Al giorno d’oggi tutti gli imprenditori sono alla ricerca di un investimento certo, essendo a conoscenza dell’importanza del valore sicuro.
Ci si affida spesso a privati o aziende per trovare questi investimenti, ma esistono società come Compendium Value che fa della propria missione quella di Costruire Valore Sicuro per i propri soci.
Compendium Value fa parte del Gruppo Compendium Value Holding, che ha sede a Londra, e in Italia si trova a Roma, Fabriano e Ancona.
L’impegno è quello di cercare investimenti redditizi e che possano dare un valore sicuro ai propri soci. Alle spalle c’è una grande esperienza nella ricerca, individuazione e selezione di investimenti, che unita alla grande innovazione e creatività, riesce sempre ad ottenere ottimi risultati con la massima soddisfazione dei clienti.
Il Valore Sicuro viene costruito investendo su prospetti a medio e lungo termine che vengono trasformati in progetti di alta qualità che spesso sono molto redditizi, e la buona riuscita della ricerca di investimenti è sempre frutto di un lavoro che non perde mai di vista i valori aziendali.
Non basta selezionare il miglior investimento, ma bisogna dare un ulteriore valore alle scelte, cercando il giusto mix tra redditività, sicurezza e flessibilità, sia nel breve che nel lungo termine.
Nella Costruzione di Valore Sicuro, tutto il lavoro di Compendium Value ha come valore base il rispetto: che sia quello delle leggi e delle autorità preposte al controllo, o che sia quello dei propri soci.
La fiducia è un altro elemento indispensabile nel Costruire Valore Sicuro, perché solo attraverso la fiducia si può creare ulteriore valore condiviso.
Ed è proprio la fiducia uno degli obiettivi principali di Compendium Value. Per questo l’azienda agisce con meticolosa attenzione, consapevole di tutte le responsabilità che ha verso i propri clienti e lavoratori.
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qdmnotizie-blog · 6 years ago
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FABRIANO / QUADRILATERO: RITIRATA LA PROCEDURA DI MOBILITÀ PER I LAVORATORI
FABRIANO / QUADRILATERO: RITIRATA LA PROCEDURA DI MOBILITÀ PER I LAVORATORI
La decisione dopo l’incontro di questa mattina in regione
  FABRIANO, 19 novembre 2018 – Ritiratata da Astaldi la procedura di mobilità per i lavoratori a rischio impegnati nel completamento del progetto Quadrilatero. Questo lo sviluppo più importante per i lavoratori impegnati sul versante marchigiano.
All’incontro hanno partecipato i veritici Astaldi (che ricordiamo in profonda crisi, tanto che…
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qdmnotizie-blog · 8 years ago
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LETTERE&OPINIONI / PAPALE (PCL): "LA RIVOLUZIONE NON E' QUELLA DI GRILLO"
LETTERE&OPINIONI / PAPALE (PCL): “LA RIVOLUZIONE NON E’ QUELLA DI GRILLO”
FABRIANO, 4 giugno 2017 – La rivoluzione non è quella di Grillo. Purtroppo, non bastano solo delle buone idee per cambiare realmente le cose; dopo lo scoppio della crisi economica, spiega Papale, la parola rivoluzione è tornata di moda, anche se spesso viene usata a sproposito. Spesso la “rivoluzione” viene utilizzata come sinonimo di cambiamento, ma non dimentichiamoci che i cambiamenti possono…
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qdmnotizie-blog · 8 years ago
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FABRIANO / BATTIBECCHI A SINISTRA, PAPALE ATTACCA ARTECONI
FABRIANO / BATTIBECCHI A SINISTRA, PAPALE ATTACCA ARTECONI
FABRIANO, 29 maggio 2017 – Tensione a sinistra tra Crescenzo Papale e Vinicio Arteconi. A scatenare la “rabbia politica” del Partito Comunista dei Lavoratori l’evento di sabato scorso organizzato da Fabriano Progressista dove sono intervenuti Enrico Rossi (presidente della giunta regionale Toscana), Arturo Scotto e Lara Ricciatti (Deputato e Vicepresidente del Gruppo Articolo Uno presso la Camera…
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qdmnotizie-blog · 8 years ago
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FABRIANO / IL PCL ED I RIVOLUZIONARI IN CONSIGLIO COMUNALE, "NOI STIAMO DALLA PARTE DEGLI SFRUTTATI"
FABRIANO / IL PCL ED I RIVOLUZIONARI IN CONSIGLIO COMUNALE, “NOI STIAMO DALLA PARTE DEGLI SFRUTTATI”
FABRIANO, 27 maggio 2017 – Si svolgerà alle 18 (sala Ubaldi) l’incontro organizzato dal Partito Comunista dei Lavoratori intitolato “Il compito dei rivoluzionari nel Consiglio Comunale”. A raccontare la storia di una politica “contro” e “pro” due consiglieri comunali eletti nella fila del PCL,  Marco Zamparini a Cerreto D’Esi e Giuseppe Mazzoli a Castiglion Fiorentino (Arezzo). Un modo per…
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qdmnotizie-blog · 8 years ago
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FABRIANO / "ALTERNATIVI AL CENTRODESTRA ED AL CENTRODESTRA", IL PCL PRESENTA LISTA E PIATTAFORMA ELETTORALE
FABRIANO / “ALTERNATIVI AL CENTRODESTRA ED AL CENTRODESTRA”, IL PCL PRESENTA LISTA E PIATTAFORMA ELETTORALE
FABRIANO, 13 maggio 2016 – Una lista di resistenza a sinistra, per una rivoluzione in Comune. Questo l’obiettivo di Crescenzo Papale, candidato per il Partito Comunista dei Lavoratori che oggi (13 maggio) ha presentato lista e piattaforma elettorale. “Noi siamo contro questo centrodestra e centrosinistra – spiega Papale – siamo comunisti ed anticapitalista. La sinistra ha perso perché non ha…
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tmnotizie · 5 years ago
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COMUNANZA – Rimandata di 24 ore la riapertura dello stabilimento Whirlpool di Villa Pera a Comunanza. Una decisione che rispecchia quella presa per la fabbrica di Fabriano. La Whirlpool motiva il ritorno all’ operatività dello stabilimento sul fatto che ieri ha riaperto il commercio al dettaglio in negozi non specializzati di elettrodomestici come previsto dall’ultimo decreto, una situazione che può riattivare una filiera per queste categorie di prodotti. La multinazionale ha spiegato anche di aver fatto richiesta ai prefetti di ogni provincia dove è collocato uno stabilimento Whirlpool, compreso dunque quello di Ascoli.
I sindacati, invece, affermano che la decisione di Whirpool di riaprire il sito produttivo di Comunanza, comporterà lo spostamento di decine di centinaia di persone e di fatto aprirà la strada alle richieste che arriveranno da tutto l’indotto. Il rischio è di vanificare il contenimento del contagio operato in questi giorni di lockdown e che inoltre l’azienda stia operando una chiara forzatura della normativa, ravvisando che non ci siano i presupposti di legge perché Whirlpool possa riaprire il sito produttivo. Infine richiedono al presidente della Regione Luca Ceriscioli di intervenire con disposizioni regionali ad evitare che la riapertura del sito produttivo vanifichi lo sforzo operato nel contenimento dell’epidemia.
Preoccupazione è espressa anche dal sindaco Alvaro Cesaroni. Il timore del primo cittadino è che Comunanza possa diventare un focolaio di infezione poichè molti dei 350 dipendenti di Whirlpool provengono da Macerata e Fermo. «A noi interessa prima di tutto -dice – la salute dei lavoratori e dei cittadini, che dobbiamo garantire in modo primario e assoluto. Vigileremo in modo puntuale e puntiglioso, perché non vogliamo mettere in ulteriore pericolo questo territorio montano che finora non ha avuto grandi danni dal contagio del Covid 19. Bisogna ricominciare le produzioni secondo quello che è stabilito in modo chiaro nel decreto ministeriale e non in base a interpretazioni, e soprattutto farlo con gradualità e sicurezza all’interno e all’esterno delle aziende. Fondamentali, poi, i controlli da parte delle autorità preposte».
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tmnotizie · 5 years ago
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di Daniela Barbaresi,  Segretaria Generale CGIL Marche
ANCONA – Se si osservano i recenti dati dell’ISTAT sull’occupazione nelle Marche nel terzo trimestre dell’anno, viene da tirare un sospiro di sollievo, e c’è anche chi un po’ troppo frettolosamente lo ha fatto. Certo, i dati indicano una crescita dell’occupazione, sia relativa al lavoro dipendente che di quello autonomo tanto che si sono quasi raggiunti i livelli occupazionali pre-crisi, e questo è certamente un dato positivo.
Tuttavia, non altrettanto incoraggianti sono i dati sul ricorso agli ammortizzatori sociali, a partire dalla cassa integrazione che nei primi 11 mesi dell’anno ha visto a quasi 14 milioni di ore autorizzate, notevolmente cresciute rispetto all’anno precedente (+34%), con un’impennata soprattutto nella seconda parte dell’anno. Peraltro, cresce prepotentemente soprattutto la CIG straordinaria, indice di difficoltà strutturali delle imprese.
Già prima dell’estate erano oltre 140 le aziende in crisi che avevano fatto ricorso ad ammortizzatori sociali o che prevedevano licenziamenti e riduzioni di personale: aziende in crisi con circa 10 mila lavoratori dipendenti a cui si aggiungono altre 3 mila aziende artigiane in difficoltà.
Tra le vertenze aperte più significative vanno ricordate l’Aerdorica, la Whirpool, la Jp Industries di Fabriano, la Berloni di Pesaro, la Tallarini di S. Ippolito, i calzaturifici Spring-Mario Bruni di Montegranaro e Hobbs d’Inghilterra di Porto S. Giorgio, la Manuli di Ascoli Piceno e la Itac Lab di Grottammare. C’è poi grande preoccupazione per la vertenza Auchan-Conad soprattutto per l’incertezza per le centinaia di lavoratori e lavoratrici occupati nei tanti punti vendita che sembrano non interessare a Conad.
Dunque, l’anno che sta per chiudersi ha visto tante aziende in difficoltà, ma anche per il 2020 non mancano le incognite. Incognite per la quantità di occupazione ma anche per la qualità del lavoro e per i livello dei redditi dei lavoratori.
Occorre ricordare infatti che la ripresa occupazionale degli ultimi anni è rappresentata quasi esclusivamente da rapporti di lavoro precari, discontinui e a tempo parziale che continuano progressivamente a erodere i rapporti di lavoro stabili e a tempo pieno che ormai nelle Marche interessano solo un lavoratore su due.
Dunque, ormai da tempo, parlare solo del numero di occupati non basta piu perché è notevolmente peggiorata la qualità dei rapporti di lavoro e il numero di ore lavorare, mentre cresce prepotentemente il lavoro povero.
Per troppi anni si è pensato di affrontare crisi e difficoltà solo attraverso l’abbassamento del costo del lavoro, e la frantumazione dei processi produttivi in esternalizzazione e giungle di appalti e subappalti, precarizzando e svalorizzando il lavoro stesso: una ricetta sbagliata e di corto respiro. I lavoratori marchigiani sono troppo precari e hanno retribuzioni troppo basse.
Per questo è necessario investire innanzitutto nel lavoro di qualità, nelle competenze, a partire da quelle dei più giovani, soprattutto quelle necessarie ad accompagnare le trasformazioni in atto; un lavoro che sia stabile, con diritti, tutele e soprattutto retribuzioni adeguate.
Senza lavoro di qualità non c’è futuro ed è questo che auspichiamo per il 2020 alle porte: che si possa costruire una nuova cultura del lavoro che sappia restituire al lavoro valore e dignità.
Auguri a tutti perché il 2020 possa portare maggiori certezze e diritti per lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, con un pensiero particolare a tutti coloro che saranno impegnati con il loro lavoro anche nella notte dei 31 dicembre e a Capodanno per garantire servizi ai cittadini.
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tmnotizie · 5 years ago
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ANCONA – La segreteria regionale della Cgil Marche esprime solidarietà e vicinanza ai lavoratori del gruppo Whirlpool, impegnati in una dura vertenza che coinvolge, per le Marche, seppur indirettamente, i due stabilimenti di Melano e Comunanza e il centro direzionale di Fabriano.
Venerdì 4 ottobre ci sarà la manifestazione a Roma, organizzata da Fiom, Fim e Uilm: dalle Marche, saranno presenti numerosi lavoratori per sostenere questa difficile trattativa.
“La crisi in questa regione non si è mai arrestata – dichiara Daniela Barbaresi, Segretaria generale Cgil Marche -. La vertenza Whirlpool, all’interno di un contesto già complicato, assume una connotazione particolare in quanto rappresenta uno dei settori industriali che, storicamente, ha sostenuto l’economia locale”
Secondo Tiziano Beldomenico segretario regionale Fiom Cgil Marche, “occorre richiamare al massimo l’attenzione del Governo su questa vertenza perché viene disatteso un accordo sottoscritto dalle parti sociali con azienda e Governo e, quindi, quest’ultimo deve intervenire e in modo efficace. Se passa l’idea che ognuno può disdettare o non rispettar egli accordi,  altre situazioni simili si potrebbero verificare. Quella di venerdì è la dimostrazione che il problema di uno stabilimento è in realtà di tutti gli stabilimenti, vista la presenza massiccia di tutti i territori alla manifestazione. I lavoratori sono uniti e la multinazionale non riuscirà a dividerli”.
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tmnotizie · 6 years ago
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ANCONA – Crisi Whirlpool, quali le iniziative per salvaguardare i posti di lavoro nelle Marche? E qual è lo stato di attuazione del piano industriale 2019-2021 sottoscritto al ministero dello Sviluppo economico lo scorso ottobre? Questi i due quesiti principali che il consigliere, Enzo Giancarli, pone alla Giunta regionale ed al presidente Luca Ceriscioli, in un’interrogazione depositata ieri mattina (20 giugno).
A destare la preoccupazione di Giancarli sulla situazione della nota multinazionale produttrice di elettrodomestici che nelle Marche conta due stabilimenti (Fabriano e Comunanza), la notizia di maggio scorso della chiusura del sito produttivo di Napoli dell’azienda (contrariamente a quanto stabilito dall’accordo di ottobre 2018) e gli incentivi proposti ai dipendenti per l’esodo volontario.
«Due circostanze che non possono che mettere in allarme anche la nostra regione – sostiene Giancarli – perché mettono in evidenza il rischio che l’azienda possa modificare il piano industriale approvato anche per quanto riguarda gli impegni assunti per le Marche. Sulla carta si parla di potenziamento delle produzioni, riconfermando il ruolo centrale dell’Italia nelle strategie aziendali per l’area Europa, Medio Oriente ed Africa.
Nei fatti, però la multinazionale sembra fare altro. Per questo – spiega Giancarli – chiedo a Giunta e presidente se dopo l’accordo di ottobre sia stata monitorata a livello regionale l’attuazione del piano Whirlpool negli stabilimenti di Fabriano e Comunanza, e con quale cadenza e con quali esiti.
Inoltre vorrei sapere se siano stati attivati strumenti regionali per coadiuvare l’operatività del piano industriale nei siti produttivi marchigiani a salvaguardia dei lavoratori ed infine se, alla luce degli ultimi sviluppi, si stiano predisponendo misure per preservare i livelli occupazionali previsti dall’accordo».
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tmnotizie · 6 years ago
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CIVITANOVA MARCHE – I Carabinieri di Valenzano (Ba), con la collaborazione di quelli di Porto Recanati, nel corso della perquisizione di un garage, hanno rinvenuto due autovettore, una autovettura Fiat Panda Cross rubata a Bari lo scorso 13 febbraio con la centralina di accensione smontata. Ed anche una Nissan Qashqai rubata a  Porto Recanati lo scorso 15 febbraio di  cui parte carrozzeria, vano motore e interno abitacolo smontati. Il titolare del locale, un uomo di 58 anni, è stato denunciato per ricettazione e le auto sono state sequestrate per la restituzione ai proprietari.
A Civitanova Marche, i Carabinieri del Nucleo cc ispettorato del lavoro unitamente ai Carabinieri della compagnia di Civitanova Marche, a conclusione di attività ispettiva adottavano, nr. 1 provvedimento di sospensione dell’ attività imprenditoriale, ai sensi dell’art. 14, comma 1, del d.lgs. 81/2008 e s.m.i. ad una ditta con sede legale a Fabriano (An), esercente attività di volantinaggio, per aver impiegato 2 lavoratori in nero su 4 nel corso di un controllo a Civitanova Marche. Elevate sanzioni amministrative per complessivi 8mila euro.
A Recanati, i Carabinieri della locale stazione hanno denunciato per violazione art. 73 d.p.r. 309/90 (spaccio sostanze stupefacenti), un nigeriano 35enne poichè sorpreso a cedere stupefacente ad una donna della zona, che, sorpresa nei pressi dell’abitazione dello straniero, durante la perquisizione consegnava una bustina contenente eroina appena acquistata dal peso di circa un grammo.
La perquisizione personale e locale del nigeriano permetteva rinvenire e sequestrare ulteriori grammi 1,3 eroina, grammi 10  marijuana, uno spinello, euro 120,00, ritenuta  provento del’ attività spaccio ed un telefono cellulare. La donna invece è stata segnalata, sensi art. 75 d.p.r. 309/90 (assuntrice sostanza stupefacente), alla Prefettura di Macerata.
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