#lapideo
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designmiss · 8 years ago
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Marmomacc, l'intervista a Raffaello Galiotto https://www.design-miss.com/marmomacc-lintervista-a-raffaello-galiotto/ L’intervista a Raffaello Galiotto, direttore artistico del padiglione design e architettura di #Marmomacc
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lessism0r3 · 2 months ago
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Piringongo
Definizione
Il Piringongo (nome scientifico Aforensis Capus Sine Crinibus) è un mammifero dell'ordine dei Cicarnahereehbi, originario della Mesopotamia Sud Occidentale.
Descrizione e Indole
Di forma longilinea e slanciata, dimensioni medie, una lunghezza intorno ai 175 cm e arti anteriori piuttosto sviluppati, il Piringongo si colloca in cima alla catena alimentari e supermercati MD.
Gli esemplari più piccoli portano sulla testa una folta peluria che, con l'andare dell'età, migra dalla testa alla zona mascellare e mandibolare.
Di indole mite ed empatica cambia radicalmente approccio se infastidito, impaurito, schernito o ingannato, occasioni queste in cui sfoggia la sua arma segreta: il colpo segreto del drago nascente.
Durante la stagione degli amori il Piringongo diventa particolarmente romantico, sceglie con molta cura la sua potenziale compagna ed è noto per la sua propensione a non accontentarsi di un esemplare qualunque nel momento in cui ricerca una relazione duratura. Gli entomologi hanno tuttavia osservato che, sporadicamente, tende ad accompagnarsi ad esemplari diversi, talvolta entrando in una fase che in latino è stata definita "tempus futuit porcos".
Alimentazione
Di norma si nutre di funghi, muschi e licheni, ma non disdegna la carne e soprattutto - durante la stagione delle piogge - l'erba cipollina che trova gratuitamente presso le sponde dei canali.
Distribuzione e Habitat
Nonostante si possa trovare potenzialmente un po' in tutto il globo, il Piringongo è una specie in via di estinzione e, chi è fortunato, può dire di averne incontrato solo un esemplare in tutta la sua vita. E' stato infatti classificato dalla Lista rossa IUCN come "vulnerabile".
Storia e Leggende
Il più antico resto di Piringongo, risalente a 6000 anni fa, si trova nelle Akab Island.
L'analisi dell'animale ha rilevato che esso è pressoché in continua evoluzione.
Nella mitologia Greca era spesso accostato a Ulisse per la sua proverbiale capacità di infilarsi in avventurose odissee.
Quando, nel 1903, Howard Carter scoprì la tomba di Tutankhamon, trovò affianco alla tomba del Faraone un sarcofago con un esemplare di Piringongo mummificato. Sul coperchio lapideo del sarcofago campeggiava una scritta in geroglifici che è stata recentemente decifrata.
La scritta diceva: "Veniamo cresciuti con le idee di giusto o sbagliato inventate da altri e poi succede che alla fine non siamo felici. Siamo ubbidienti, facciamo tutto giusto, ma questo non ci fa stare bene, non ci fa essere felici."
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londranotizie24 · 1 year ago
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Surface Design Show 2024, brillano marmi e pietre Made in Italy
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Di Pietro Nigro Marmi e delle pietre da rivestimento Made in Italy saranno protagoniste del Surface Design Show, dal 6 all'8 febbraio prossimi al Business Design Centre di Londra.  Surface Design Show 2024: Il Made in Italy Illumina la scena londinese con le Pietre Naturali italiane Dal 6 al 8 febbraio 2024, il Business Design Centre nel cuore di Islington, Londra, si prepara ad aprire le sue porte per ospitare uno degli eventi più attesi nel mondo dell'architettura e dell'interior design: il Surface Design Show. Occasione per esplorare le ultime tendenze nel mercato lapideo e dei materiali in pietra naturale, questo evento annuale promette di essere una vetrina eccezionale per oltre 180 aziende espositrici provenienti da tutto il mondo. L'edizione 2024 del Surface Design Show è pronta a stupire con una vasta selezione di materiali in pietra naturale, presentati da aziende leader nel settore. Architetti, designer e professionisti avranno l'opportunità di esplorare una gamma accuratamente selezionata di prodotti d'eccellenza, abbracciando l'estetica e la funzionalità che solo le pietre naturali possono offrire. Un padiglione dedicato per le aziende italiane L'evento prender�� il via il 6 febbraio con un sofisticato welcome event serale, seguito da due giornate intense ricche di incontri B2B, panel ed attività di networking. Le 21 aziende italiane, presenti in un padiglione dedicato, avranno l'opportunità di presentare i loro prodotti distintivi a una vasta audience di professionisti, arricchendo al contempo la propria rete di contatti per lo sviluppo di nuove partnership. Il 7 febbraio, a partire dalle ore 18:30, ICE-Agenzia organizzerà un "Aperitivo Italiano" presso lo stand istituzionale 470A. Questo momento di networking sarà un'opportunità imperdibile per consolidare relazioni esistenti e creare nuove opportunità di collaborazione. Gli espositori italiani avranno l'occasione di presentare i loro prodotti in un contesto più informale, promuovendo lo scambio di idee e la costruzione di connessioni durature. Per garantire una visibilità ottimale delle aziende italiane partecipanti, è stata realizzata un'importante campagna di comunicazione attraverso i canali ufficiali della fiera e su rinomati magazine di settore come On Office e Tomorrow Tile and Stone. Le aziende del padiglione italiano saranno inoltre protagoniste di diverse attività di comunicazione sulle pagine ufficiali e nelle iniziative organizzate dalla fiera stessa. Il Made in Italy risplende sul Mercato del Regno Unito L'edizione 2024 del Surface Design Show non è solo un evento, ma un'opportunità strategica per le aziende italiane di consolidare la loro presenza nel mercato britannico delle superfici e dei materiali lapidei, che tra dizionalmente attinge dalle importazioni dal 75 all'85 per cento del proprio fabbisogno. I dati import-export indicano chiaramente che il Regno Unito rappresenta il sesto paese verso cui l'Italia esporta materiali lapidei lavorati e semilavorati, e l'Italia è il quinto Paese da cui il Regno importa dietro India Spagna, Cina e Norvegia. Nel periodo gennaio-novembre del 2023, le esportazioni italiane di marmi, travertini, graniti e pietre naturali hanno registrato un aumento del 4,97%, raggiungendo un valore di 58 milioni di euro. I prezzi in qusti ultimi tempi sono aumentati un po' per tutti i prodotti, e anche i prezzi dei materiali materiali lapidei sono saliti nel 2022, a causa di una inflazione a due cifre, tuttavia le quantita di maeriale importato in Regno Unito non ne hanno risentito. Inoltre, è propbabile che i ricavi dell'edilizia residenziale subiranno qualche legggera contrazione, ma il continuo sostegno governativo all'offerta di alloggi sosterrà la domanda e l'edilizia in genere. L'Office for Budget Responsibility, inolrte, prevede per il prossimo anno che le performance economiche del Regno Unito miglioreranno progressivamente e il Pil avrà un picco di crescita del 2,5 per cento nel 2025. In conclusione, il Surface Design Show 2024 si preannuncia come un'occasione straordinaria per il Made in Italy nel contesto internazionale. Un'opportunità di esplorare, connettersi e ispirarsi a nuovi orizzonti di design e innovazione, con il valore intrinseco delle pietre naturali italiane che illumineranno il palcoscenico di Londra. ... Continua a leggere su Read the full article
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personal-reporter · 2 years ago
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Viaggio musicale nel XIX secolo a Baveno
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Domenica 11 giugno alle 17, a Baveno, come parte del progetto di valorizzazione dei paesaggi di ville e giardini, ci sarà un appuntamento concertistico ambientato nel giardino di una villa storica ottocentesca bavenese, Villa Della Casa, in corso Garibaldi 69. Il Duo Guccione e El Khouri proporrà con flauto e chitarra un programma che va da Mozart e Traeg con Sonata in La Maggiore K331/K332; Tema e sei variazioni – Adagio, Menuetto e Allegrino alla Turca, a Molino con Second Nocturne op. 38; Andante cantabile; Rondo e a Giuliani con Gran Duo Concertante op. 85; Allegro Maestoso; Andante molto Sostenuto; Scherzo Vivace e Trio Allegretto Espressivo. Villa della Casa venne edificata nel 1879 da Nicola Della Casa, imprenditore nel settore lapideo, su disegno dell’architetto ticinese Augusto Guidini, che l’anno seguente progettò Villa Scagliola a Pallanza e successivamente impiegato nell’ampliamento di Villa La Crocetta, oggi Villa Taranto, sempre a Pallanza.  Durante i lavori di costruzione, tra committente e progettista ci fu più di un attrito a causa delle lentezze dell’architetto nel presentare gli elaborati delle parti decorative e nel seguire i lavori del cantiere e “fare e disfare… e quel che si fa impiegare il doppio del tempo” si lamentava Della Casa che, esasperato, alla fine disegnò di suo pugno i frontoni della casa. L’edificio di tre piani, l’ultimo dei quali è mansardato, è decorato  nel sottotetto con finimenti in legno, che insieme alle balaustre sempre in legno, richiamano vagamente le forme di uno chalet, stile architettonico molto in voga in quegli anni sul lago Maggiore. Inoltre, come altre dimore di industriali ottocenteschi, il giardino della residenza padronale confinava con i fabbricati adibiti alle attività lavorative, in questo caso con i magazzini. Il motto di Nicola Della Casa era “Labor prima Virtus”, che volle inciso nella pietra sulla fronte della villa verso la strada, poi decorò le facciate con tondi in terracotta raffiguranti personalità della storia e della cultura italiana. Questa iniziativa  si inserisce nella scia delle numerose attività di valorizzazione del tema della pietra e del territorio in tutte le sue sfumature, promosse dal Museo Granum nel contesto dell’Ecomuseo del Granito in partenariato con il Comune di Mergozzo e l’Associazione GAM con il progetto La pietra racconta, che anche per il 2023 ha il sostegno della Fondazione Comunitaria del VCO. Read the full article
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armidatarquinio · 6 years ago
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Sempre a lavoro @monia_70 ✋ @salvatore_del_brocco • • #restauros #restauro #pittorico #lapideo #pietra #colonnina #lavoro #laboratorio #managementgroupsrl #poveregambe #aia #cipiace https://www.instagram.com/p/BtO4CNdlHGl/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=b5u4eg7o38wr
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falchionier · 3 years ago
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Rex quidam regnavit in cuius imperio fuerunt duo homines aedificere casas cupidentes.
Alia homo de saxis casam aedificere incepit, aliusque de harena. Brevissime tempore qui harena utebantur totum casae illi erat, dum alia saxis utens minus quam cellarium haberet.
Qui harenae inquit: “Stulta! Hiems mox veniet et refugium non habebis! Magnam vero splendidamque domum ego habeo! Ars et modus tui te deceperunt!“
Cui respondit: “Hieme tamen veniente, quamquam non tam magna mea casa quam tua est, satis refugium est mihi. Nonne times ut contra pluvium ac vento defendaris?”
“Magna autem est mea casa! Numquam cadet!ille respondit, “Ceterum autem nolo versari tali modo per ullum tempus et ullam hiemem. Habitare vero in vera casa volo!“
Sic autem hiems venit, ut et quae cellariam lapideam habebat et qui domum hareneam habebat in domus suas regressi sint.
Qui harenae domum breve post tempore clamavit: “O vicina! Adiuva me! Nam focus et urnae arenae sunt et coquere sine difficultate non possum!“
Sed quae lapideum cellarium sibi est coquens cenam in foco lapideo non audivit.
Sic mox frigus hiemis in regnum descendit, et muri harenosi caliditatem foci (qui ita iam parvior est) continere non poterant. Lacrimavit ille “Pro dolor! Quam frigidum est! Adiuvandus sum!“
Sed illa, strepitum per magna saxa non audiebat, quod muri lapidei tam magni erant ut non solid soni vero etiam maiorem partem caliditatis teneret.
Pluviis et ventis hiemis ventis, partes domus harenosae quae prius finitae erant et ideo neglectae sunt, cum ille magis et magis aedificaverit, in vento et per pluvia subito ceciderunt.
Per hiemem a tempestatibus in foramine de domus ruinis facto se fere ille defendit.
Vere tandem vento, illa e cellario revenit. Sic verem et aestatem casam finivit ut iam fortem casam haberet. Interdum, e foramine ille surgit.
Sic ille verem et aestatem domum magnam de harena refecit, dicens se habiturum esse grandem domum, etiamsi ex ipsa terra iterum esse faciendam et ita meliorem futuram esse, praecipue quaque casa lapidea.
“O vicine,“ rogavit illa, “Quidni facias casam lapideam? Scis pro certe domum hanc cadituram esse.“
Cui dixit: “Malo grandem domum et soleo facere domus de harena. Tam bonum consilium quam tuum consilium est, ut opinor. Reveni ad tuam casam parvissimam“
Tamen venti hiemis rursus destruxit et tamen novam grandem domum refecit, per omnem annum.
Interdum per hiemes in sua casa illa otiata est, per aestates nova cubicula faciens, ut grandem domum post non breve tempus aedificaverit.
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Si chiama #TenerExpo è un momento di incontro e confronto per il Mercato Funerario e #Lapideo diretto dove le aziende presentano offerte ad hoc per l’occasione .
#COFANIFUNEBRIURNE #ARREDAMENTIPERONORANZEFUNEBRI #ARREDIFUNEBRI #ARTEFUNERARIA #ARTICOLIFUNERARI #CIMITERIALI #ASSOCIAZIONI E #FEDERAZIONI #ATTREZZATURECIMITERIALI #AUTOFUNEBRI #CARTOTECNICA #FUNERARIA #DIVISEDALAVORO #FIORI #FORNICREMATORI #FOTOCERAMICHE #IMBOTTITUREEVELI #MANIGLIEEACCESSORI #MACCHINARIVARI –#MARMIEGRANITI #PREFABBRICATICIMITERIALI #PRODOTTISANITARI #FORMAZIONE #INFORMATICA #SALONIFIERISTICI #STAMPASPECIALIZZATA #MARMIFUNERARI #MARMOEGRANITI .
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abr · 6 years ago
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Ieri sera (...) la basilica di San Marco, con i suoi quasi mille anni di storia, 8500 metri quadrati di preziosi mosaici e 5,5 milioni di visitatori annui, è rimasta all’asciutto con una marea di 65 centimetri. (...) Ieri per la prima volta è stato attivato il nuovo sistema di protezione — ribattezzato mini-Mose anche se non ci assomiglia — progettato dalla Procuratoria di San Marco e realizzato dal Provveditorato alle opere pubbliche: alle 13.30 con la marea minima a 12 centimetri, sono state azionate le valvole e alle 20.40 con la massima il nartece era asciutto. I cunicoli vengono bloccati per l’acqua in risalita fino a 88 centimetri, mentre in caso di pioggia si attiva un sistema di pompe. Il nartece è il punto più basso in assoluto, con i suoi 64 centimetri sul livello del mare viene invaso dall’acqua alta in media 180 volte l’anno per 900 ore totali, (la basilica invece è stata invasa solo quattro volte dal ‘66, l’ultimo a ottobre). Il progetto è costato 2 milioni di euro (...) . Da questa tecnologia ora si partirà per realizzare il più ampio progetto di impermeabilizzazione dell’intera piazza San Marco fino a quota 110. L’acqua per la basilica ha effetti devastanti. «Sale in altezza per imbibizione e deposita sali che provocano distaccamenti nelle murature, è arrivata a intaccare i mosaici nel nartece fino a 4,5 metri di altezza – spiega il proto di San Marco Renzo Piana – i sali cristallizzando degradano il materiale lapideo provocando sgretolamenti e distaccamenti».
 https://corrieredelveneto.corriere.it/venezia-mestre/cronaca/19_aprile_14/basilica-mini-mose-attivatoper-prima-volta-66il-nartece-resta-all-asciutto-5ab4088e-5f47-11e9-87b4-8af5e983c4f5.shtml?refresh_ce-cp
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maec-cortona-blog · 6 years ago
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un rudere lungo il sentiero di Annibale 🚶‍♂️🚶‍♀️ 🐘 Un sentiero che collega il piccolo borgo di Ossaia con il colle di Sepoltaglia: un luogo strategico con vista a 360 gradi sulle valli ed i colli vicini. 📷 Tra gli oliveti è nascosta la piccola Chiesa di San Donato ormai in rovina, menzionata già in un documento del 1049, con il suo campanile a vela è situata lungo un importante tratto viario al culmine di un poggio tra gli olivi in una delle zone che, secondo la tradizione, videro il passaggio delle truppe del generale cartaginese Annibale. La chiesetta di San Donato risalente all’XI sec. d.C., è ad un'unica navata che termina con un abside realizzato in grossi blocchi di arenaria squadrati che ben si distinguono rispetto alle altre pietre della costruzione e che fanno supporre l’esistenza in questo luogo di un edificio etrusco di cui poi fu riutilizzato il materiale lapideo. 🎧 foto, audioguida e tappe del sentiero http://bit.ly/sentieroAnnibale 🗺 info e mappa del MAEC parco: http://bit.ly/MAECparco #MAECparco #MAEC #MAECcortona #sentiero #hiking #sandonato #trekking #passeggiate #cortona #cortonagram #ossaia @comunediCortona #apropositodelmaec #viadiAnnibale (presso Ossaia, Toscana, Italy) https://www.instagram.com/maec_cortona/p/BxEnPPjnxFN/?igshid=zjdwqbml6hwa
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designmiss · 8 years ago
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Marmomacc, l'intervista a Raffaello Galiotto https://www.design-miss.com/marmomacc-lintervista-a-raffaello-galiotto/ L’intervista a Raffaello Galiotto, direttore artistico del padiglione design e architettura di #Marmomacc
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enzopizzolo · 2 years ago
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MAGGIO (UIL FOGGIA)-GALASSO (FENEALUIL FOGGIA): “RINNOVO CCNL LAPIDEI OTTIMA NOTIZIA CHE SPIANA LA STRADA ALLA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO  IN CAPITANATA”
 
L’ipotesi di accordo prevede 123 EURO DI AUMENTO e novità importanti su sicurezza, welfare e diritti
 
“Un plauso alle segreterie nazionali di FENEAL, FILCA, FILLEA, per la fondamentale azione di sollecito e di mediazione che ha permesso la stipula dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale lapidei e materiali estrattivi industria. Un risultato davvero importante tanto per i significativi miglioramenti quanto per la complessità del contesto economico”. Così Luca Maggio, Coordinatore UIL Puglia, Sede di Foggia e Juri Galasso, Segretario Generale Territoriale FenealUil Foggia, in merito alla sottoscrizione da parte di  FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, Confindustria Marmomacchine e ANEPLA,dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale lapidei e materiali estrattivi industria, in vigore dal 1° aprile 2022 al 31 marzo 2025. Il contratto, interessa oltre 30 mila addetti in 3 mila aziende.
“L’incremento salariale è pari a 123 euro al livello C, parametro 136, diviso in tre tranches: 40 euro dal 1° gennaio 2023, 39 euro dal 1° gennaio 2024 e 44 euro dal 1° gennaio 2025. Viene inoltre erogato un ‘bonus energia’ di 100 euro nel mese di dicembre 2022, previsto un aumento dello 0.40 sul fondo pensione integrativo Arco, e portato a 210 euro l’elemento di garanzia retributiva per le aziende che non hanno la contrattazione di 2° livello”, spiega Galasso che si sofferma anche sulle novità dal punto di vista normativo: “8 ore di permesso, anche frazionabili, per l’inserimento nella scuola dell’infanzia, 6 mesi retribuiti per le donne vittime di violenza, oltre a quelli già previsti per legge, due giorni aggiuntivi per i lavoratori stranieri che dovessero recarsi all’estero per decesso di un congiunto, aumento del periodo di comporto e della retribuzione durante la malattia per i lavoratori colpiti da gravi patologie”.
Altro aspetto fondamentale quello relativo alla sicurezza sui luoghi di lavoro: “con l’aumento di 1 RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) nelle aziende tra i 101 e i 200 dipendenti e con l‘istituzione della giornata della sicurezza con attività formative e informative, puntando altresì l’attenzione sulla formazione delle lavoratrici e lavoratori attraverso l’aumento della percentuale di lavoratori che possono assentarsi contemporaneamente dal posto di lavoro, passando dall’attuale 1.5 al 3%”.
Per il Coordinatore UIL Puglia, Sede di Foggia e per il Segretario Generale Territoriale della FenealUIL Foggia, “sostanzialmente si tratta di un accordo raggiunto che presenta molti aspetti positivi e che avrà un impatto importante anche in Capitanata dove il settore lapideo ha una valenza strategica. Il nostro impegno sarà quello di implementare la contrattazione di secondo livello nelle aziende del territorio”.
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livornopress · 3 years ago
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Berti (m5s) riunisce le categorie livornesi: "La speculazione sta distruggendo imprese e lavoro"
L’onorevole M5S Francesco Berti Livorno, 30 marzo 2022 Il nemico pubblico numero uno in questa fase storica per il mondo del lavoro e per le imprese produttive dell’area livornese è la speculazione. Non la guerra, dunque, e nemmeno l’inflazione che pur hanno il loro peso in particolare sulle realtà che, come quelle del lapideo, vivono di esportazioni verso la Russia, o che devono far fronte ad…
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pietroalviti · 3 years ago
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Ceccano, liberate Piazza Municipio
Ceccano, liberate Piazza Municipio
E’ bellissima, lasciarla deturpata dalle automobili in parcheggio selvaggio è davvero un peccato. Non si riesce a comprendere perché Piazza Municipio a Ceccano, capace di raccontare con i suoi edifici ed il suo patrimonio lapideo la storia della città, debba essere ridotta ad un insulso garage in cui ciascuno parcheggia come vuole. Liberatela!
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pamphletstoinspire · 7 years ago
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THE PROPHECY OF BARUCH - From The Douay-Rheims Bible - Latin Vulgate
Chapter 6
INTRODUCTION.
Baruch was a man of noble extraction, and learned in the law, secretary and disciple of the prophet Jeremias, and a sharer in his labours and persecutions; which is the reason why the ancient Fathers have considered this book as a part of the prophecy of Jeremias, and have usually quoted it under his name. Ch. --- The frequent Heb. idioms shew it to have been originally in that language. Baruch wrote by inspiration of the Holy Ghost the letter comprising the five first chapters, which he carried to the Jews from their brethren at Babylon. The martyrologies place his death, Dec. 28. The sixth chapter contains a letter of Jeremias, to which allusion is clearly made 2 Mac. ii. 2. The Church still recites the works of Baruch under the name of Jeremias. Sab. Pent. proph. 6. C. --- Many Fathers did so formerly, though they doubted not but Baruch was the author. See S. Iræn. v. 35. S. Aug. de Civ. Dei. xviii. 33. &c. Others, with Origen (Prin. ii. 3.) specify the writer; and the Councils of Laodicea, Florence, and Trent, decide that it is canonical. S. Jerom alleged it not against the Jews, as they denied its authority. W. --- See Jer. xxxii. 44. H. --- In his preface on Jeremias he testifies that "it contains many things relating to Christ and the latter times." W. --- Grotius in vain attempts to represent some parts as interpolated (C. iii. 38. &c. C.) and L. Cappellus has left some posthumous notes, which would represent the author as a stupid impostor, though he acknowledges his great learning. Houbigant.
The additional Notes in this Edition of the New Testament will be marked with the letter A. Such as are taken from various Interpreters and Commentators, will be marked as in the Old Testament. B. Bristow, C. Calmet, Ch. Challoner, D. Du Hamel, E. Estius, J. Jansenius, M. Menochius, Po. Polus, P. Pastorini, T. Tirinus, V. Bible de Vence, W. Worthington, Wi. Witham. — The names of other authors, who may be occasionally consulted, will be given at full length.
Verses are in English and Latin. HAYDOCK CATHOLIC BIBLE COMMENTARY
This Catholic commentary on the Old Testament, following the Douay-Rheims Bible text, was originally compiled by Catholic priest and biblical scholar Rev. George Leo Haydock (1774-1849). This transcription is based on Haydock's notes as they appear in the 1859 edition of Haydock's Catholic Family Bible and Commentary printed by Edward Dunigan and Brother, New York, New York.
TRANSCRIBER'S NOTES
Changes made to the original text for this transcription include the following:
Greek letters. The original text sometimes includes Greek expressions spelled out in Greek letters. In this transcription, those expressions have been transliterated from Greek letters to English letters, put in italics, and underlined. The following substitution scheme has been used: A for Alpha; B for Beta; G for Gamma; D for Delta; E for Epsilon; Z for Zeta; E for Eta; Th for Theta; I for Iota; K for Kappa; L for Lamda; M for Mu; N for Nu; X for Xi; O for Omicron; P for Pi; R for Rho; S for Sigma; T for Tau; U for Upsilon; Ph for Phi; Ch for Chi; Ps for Psi; O for Omega. For example, where the name, Jesus, is spelled out in the original text in Greek letters, Iota-eta-sigma-omicron-upsilon-sigma, it is transliterated in this transcription as, Iesous. Greek diacritical marks have not been represented in this transcription.
Footnotes. The original text indicates footnotes with special characters, including the astrisk (*) and printers' marks, such as the dagger mark, the double dagger mark, the section mark, the parallels mark, and the paragraph mark. In this transcription all these special characters have been replaced by numbers in square brackets, such as [1], [2], [3], etc.
Accent marks. The original text contains some English letters represented with accent marks. In this transcription, those letters have been rendered in this transcription without their accent marks.
Other special characters.
Solid horizontal lines of various lengths that appear in the original text have been represented as a series of consecutive hyphens of approximately the same length, such as ---.
Ligatures, single characters containing two letters united, in the original text in some Latin expressions have been represented in this transcription as separate letters. The ligature formed by uniting A and E is represented as Ae, that of a and e as ae, that of O and E as Oe, and that of o and e as oe.
Monetary sums in the original text represented with a preceding British pound sterling symbol (a stylized L, transected by a short horizontal line) are represented in this transcription with a following pound symbol, l.
The half symbol (1/2) and three-quarters symbol (3/4) in the original text have been represented in this transcription with their decimal equivalent, (.5) and (.75) respectively.
Unreadable text. Places where the transcriber's copy of the original text is unreadable have been indicated in this transcription by an empty set of square brackets, [].
Chapter 6
The epistle of Jeremias to the captives, as a preservative against idolatry. A copy of the epistle that Jeremias sent to them that were to be led away captives into Babylon, by the king of Babylon, to declare to them according to what was commanded him by God.
[1] For the sins that you have committed before God, you shall be carried away captives into Babylon by Nabuchodonosor the king of Babylon.
Propter peccata quae peccastis ante Deum, abducemini in Babyloniam captivi a Nabuchodonosor rege Babylonis.
[2] And when you are come into Babylon, you shall be there many years, and for a long time, even to seven generations: and after that I will bring you away from thence with peace.
Ingressi itaque in Babylonem, eritis ibi annis plurimis, et temporibus longis, usque ad generationes septem : post hoc autem educam vos inde cum pace.
[3] But now, you shall see in Babylon gods of gold, and of silver, and of stone, and of wood borne upon shoulders, causing fear to the Gentiles.
Nunc autem videbitis in Babylonia deos aureos et argenteos, et lapideos et ligneos, in humeris portari, ostentantes metum gentibus.
[4] Beware therefore that you imitate not the doings of others, and be afraid, and the fear of them should seize upon you.
Videte ergo ne et vos similes efficiamini factis alienis, et metuatis, et metus vos capiat in ipsis.
[5] But when you see the multitude behind, and before, adoring them, say you in your hearts: Thou oughtest to be adored, O Lord.
Visa itaque turba de retro et ab ante, adorantes dicite in cordibus vestris : Te oportet adorari, Domine.
[6] For my angel is with you: And I myself will demand an account of your souls.
Angelus enim meus vobiscum est : ipse autem exquiram animas vestras.
[7] For their tongue that is polished by the craftsman, and themselves laid over with gold and silver, are false things, and they cannot speak.
Nam lingua ipsorum polita a fabro; ipsa etiam inaurata et inargentata : falsa sunt, et non possunt loqui.
[8] And as if it were for a maiden that loveth to go gay: so do they take gold and make them up.
Et sicut virgini amanti ornamenta, ita accepto auro fabricati sunt.
[9] Their gods have golden crowns upon their heads: whereof the priests secretly convey away from them gold, and silver, and bestow it on themselves.
Coronas certe aureas habent super capita sua dii illorum : unde subtrahunt sacerdotes ab eis aurum et argentum, et erogant illud in semetipsos.
[10] Yea and they give thereof to prostitutes, and they dress out harlots: and again when they receive it of the harlots, they adorn their gods.
Dant autem et ex ipso prostitutis, et meretrices ornant : et iterum cum receperint illud a meretricibus, ornant deos suos.
[11] And these gods cannot defend themselves from the rust, and the moth.
Hi autem non liberantur ab aerugine et tinea.
[12] But when they have covered them with a purple garment, they wipe their face because of the dust of the house, which is very much among them.
Opertis autem illis veste purpurea, extergunt faciem ipsorum propter pulverem domus qui est plurimus inter eos.
[13] This holdeth a sceptre as a man, as a judge of the country, but cannot put to death one that offendeth him.
Sceptrum autem habet ut homo, sicut judex regionis, qui in se peccantem non interficit.
[14] And this hath in his hand a sword, or an axe, but cannot save himself from war, or from robbers, whereby be it known to you, that they are not gods.
Habet etiam in manu gladium et securim, se autem de bello et a latronibus non liberat. Unde vobis notum sit quia non sunt dii :
[15] Therefore fear them not. For as a vessel that a man uses when it is broken becometh useless, even so are their gods:
non ergo timueritis eos. Sicut enim vas hominis confractum inutile efficitur, tales sunt et dii illorum.
[16] When they are placed in the house, their eyes are full of dust by the feet of them that go in.
Constitutis illis in domo, oculi eorum pleni sunt pulvere a pedibus introeuntium.
[17] And as the gates are made sure on every side upon one that hath offended the king, or like a dead man carried to the grave, so do the priests secure the doors with bars and locks, lest they be stripped by thieves.
Et sicut alicui qui regem offendit circumseptae sunt januae, aut sicut ad sepulchrum adductum mortuum : ita tutantur sacerdotes ostia clausuris et seris, ne a latronibus expolientur.
[18] They light candles to them, and in great number, of which they cannot see one: but they are like beams in the house.
Lucernas accendunt illis, et quidem multas, ex quibus nullam videre possunt : sunt autem sicut trabes in domo.
[19] And they say that the creeping things which are of the earth, gnaw their hearts, while they eat them and their garments, and they feel it not.
Corda vero eorum dicunt elingere serpentes qui de terra sunt, dum comedunt eos, et vestimentum ipsorum, et non sentiunt.
[20] Their faces are black with the smoke that is made in the house.
Nigrae fiunt facies eorum a fumo qui in domo fit.
[21] Owls, and swallows, and other birds fly upon their bodies, and upon their heads, and cats in like manner.
Supra corpus eorum et supra caput eorum volant noctuae, et hirundines, et aves etiam, similiter et cattae.
[22] Whereby you may know that they are no gods. Therefore fear them not.
Unde sciatis quia non sunt dii : ne ergo timueritis eos.
[23] The gold also which they have, is for shew, but except a man wipe off the rust, they will not shine: for neither when they were molten, did they feel it.
Aurum etiam quod habent ad speciem est : nisi aliquis exterserit aeruginem, non fulgebunt : neque enim dum conflarentur, sentiebant.
[24] Men buy them at a high price, whereas there is no breath in them.
Ex omni pretio empta sunt, in quibus spiritus non inest ipsis.
[25] And having not the use of feet they are carried upon shoulders, declaring to men how vile they are. Be they confounded also that worship them.
Sine pedibus, in humeris portantur, ostentantes ignobilitatem suam hominibus : confundantur etiam qui colunt ea.
[26] Therefore if they fall to the ground, they rise not up again of themselves, nor if a man set them upright, will they stand by themselves, but their gifts shall be set before them, as to the dead.
Propterea si ceciderint in terram, a semetipsis non consurgunt : neque si quis eum statuerit rectum, per semetipsum stabit : sed sicut mortuis munera eorum illis apponentur.
[27] The things that are sacrificed to them, their priests sell and abuse: in like manner also their wives take part of them, but give nothing of it either to the sick, or to the poor.
Hostias illorum vendunt sacerdotes ipsorum, et abutuntur : similiter et mulieres eorum decerpentes, neque infirmo, neque mendicanti, aliquid impertiunt.
[28] The childbearing and menstruous women touch their sacrifices: knowing therefore by these things that they are not gods, fear them not.
De sacrificiis eorum foetae et menstruatae contingunt. Sciens itaque ex his quia non sunt dii, ne timeatis eos.
[29] For how can they be called gods? because women set offerings before the gods of silver, and of gold, and of wood:
Unde enim vocantur dii? quia mulieres apponunt diis argenteis, et aureis, et ligneis :
[30] And priests sit in their temples, having their garments rent, and their heads and beards shaven, and nothing upon their heads.
et in domibus eorum sacerdotes sedent habentes tunicas scissas, et capita et barbam rasam, quorum capita nuda sunt.
[31] And they roar and cry before their gods, as men do at the feast when one is dead.
Rugiunt autem clamantes contra deos suos sicut in coena mortui.
[32] The priests take away their garments, and clothe their wives and their children.
Vestimenta eorum auferunt sacerdotes, et vestiunt uxores suas et filios suos.
[33] And whether it be evil that one doth unto them, or good, they are not able to recompense it: neither can they set up a king nor put him down:
Neque si quid mali patiuntur ab aliquo, neque si quid boni, poterunt retribuere : neque regem constituere possunt, neque auferre.
[34] In like manner they can neither give riches, nor requite evil. If a man make a vow to them, and perform it not, they cannot require it.
Similiter neque dare divitias possunt, neque malum retribuere. Si quis illis votum voverit et non reddiderit, neque hoc requirunt.
[35] They cannot deliver a man from death nor save the weak from the mighty.
Hominem a morte non liberant, neque infirmum a potentiori eripiunt.
[36] They cannot restore the blind man to his sight: nor deliver a man from distress.
Hominem caecum ad visum non restituunt; de necessitate hominem non liberabunt.
[37] They shall not pity the widow, nor do good to the fatherless.
Viduae non miserebuntur, neque orphanis benefacient.
[38] Their gods, of wood, and of stone, and of gold, and of silver, are like the stones that are hewn out of the mountains: and they that worship them shall be confounded.
Lapidibus de monte similes sunt dii illorum, lignei, et lapidei, et aurei, et argentei : qui autem colunt ea, confundentur.
[39] How then is it to be supposed, or to be said, that they are gods?
Quomodo ergo aestimandum est aut dicendum illos esse deos?
[40] Even the Chaldeans themselves dishonour them: who when they hear of one dumb that cannot speak, they present him to Bel, entreating him, that he may speak,
Adhuc enim ipsis Chaldaeis non honorantibus ea : qui cum audierint mutum non posse loqui, offerunt illud ad Bel, postulantes ab eo loqui :
[41] As though they could be sensible that have no motion themselves: and they, when they shall perceive this, will leave them: for their gods themselves have no sense.
quasi possint sentire qui non habent motum! Et ipsi, cum intellexerint, relinquent ea : sensum enim non habent ipsi dii illorum.
[42] The women also with cords about them, sit in the ways, burning olive stones.
Mulieres autem circumdatae funibus in viis sedent, succendentes ossa olivarum :
[43] And when any one of them, drawn away by some passenger, lieth with him, she upbraideth her neighbour, that she was not thought as worthy as herself, nor her cord broken.
cum autem aliqua ex ipsis, attracta ab aliquo transeunte, dormierit cum eo, proximae suae exprobrat quod ea non sit digna habita, sicut ipsa, neque funis ejus diruptus sit.
[44] But all things that are done about them, are false: how is it then to be thought, or to be said, that they are gods?
Omnia autem quae illi fiunt, falsa sunt : quomodo aestimandum aut dicendum est illos esse deos?
[45] And they are made by workmen, and by goldsmiths. They shall be nothing else but what the priests will have them to be.
A fabris autem et ab aurificibus facta sunt : nihil aliud erunt, nisi id quod volunt esse sacerdotes.
[46] For the artificers themselves that make them, are of no long continuance. Can those things then that are made by them be gods?
Artifices etiam ipsi, qui ea faciunt, non sunt multi temporis : numquid ergo possunt ea, quae fabricata sunt ab ipsis, esse dii?
[47] But they have left false things and reproach to them that come after.
Reliquerunt autem falsa et opprobrium postea futuris.
[48] For when war cometh upon them, or evils, the priests consult with themselves where they may hide themselves with them.
Nam cum supervenerit illis praelium et mala, cogitant sacerdotes apud se ubi se abscondant cum illis.
[49] How then can they be thought to be gods, that can neither deliver themselves from war, nor save themselves from evils?
Quomodo ergo sentiri debeant quoniam dii sunt, qui nec de bello se liberant, neque de malis se eripiunt?
[50] For seeing they are but of wood, and laid over with gold, and with silver, it shall be known hereafter that they are false things, by all nations and kings: and it shall be manifest that they are no gods, but the work of men's hands, and that there is no work of God in them.
Nam cum sint lignea, inaurata et inargentata, scietur postea quia falsa sunt ab universis gentibus et regibus : quae manifesta sunt quia non sunt dii, sed opera manuum hominum, et nullum Dei opus cum illis.
[51] Whence, therefore, is it known that they are not gods, but the work of men's hands, and no work of God is in them?
Unde ergo notum est quia non sunt dii, sed opera manuum hominum, et nullum Dei opus in ipsis est.
[52] They cannot set up a king over the land, nor give rain to men.
Regem regioni non suscitant, neque pluviam hominibus dabunt.
[53] They determine no causes, nor deliver countries from oppression; because they can do nothing, and are as daws between heaven and earth.
Judicium quoque non discernent, neque regiones liberabunt ab injuria, quia nihil possunt, sicut corniculae inter medium caeli et terrae.
[54] For when fire shall fall upon the house of these gods of wood, and of silver, and of gold, their priests indeed will flee away, and be saved: but they themselves shall be burnt in the midst like beams.
Etenim cum inciderit ignis in domum deorum ligneorum, argenteorum et aureorum, sacerdotes quidem ipsorum fugient, et liberabuntur : ipsi vero sicut trabes in medio comburentur.
[55] And they cannot withstand a king and war. How then can it be supposed, or admitted that they are gods?
Regi autem et bello non resistent. Quomodo ergo aestimandum est aut recipiendum quia dii sunt?
[56] Neither are these gods of wood, and of stone, and laid over with gold, and with silver, able to deliver themselves from thieves or robbers: they that are stronger than them,
Non a furibus, neque a latronibus se liberabunt dii lignei, et lapidei, et inaurati, et inargentati : quibus hi qui fortiores sunt,
[57] Shall take from them the gold, and silver, and the raiment wherewith they are clothed, and shall go their way, neither shall they help themselves.
aurum et argentum, et vestimentum quo operti sunt, auferent illis, et abibunt, nec sibi auxilium ferent.
[58] Therefore it is better to be a king that sheweth his power: or else a profitable vessel in the house, with which the owner thereof will be well satisfied: or a door in the house, to keep things safe that are therein, than such false gods.
Itaque melius est esse regem ostentantem virtutem suam, aut vas in domo utile, in quo gloriabitur qui possidet illud, vel ostium in domo, quod custodit quae in ipsa sunt, quam falsi dii.
[59] The sun, and the moon, and the stars being bright, and sent forth for profitable uses, are obedient.
Sol quidem et luna ac sidera, cum sint splendida et emissa ad utilitates, obaudiunt :
[60] In like manner the lightning, when it breaketh forth, is easy to be seen: and after the same manner the wind bloweth in every country.
similiter et fulgur cum apparuerit, perspicuum est : idipsum autem et spiritus in omni regione spirat :
[61] And the clouds when God commandeth them to go over the whole world, do that which is commanded them.
et nubes, quibus cum imperatum fuerit a Deo perambulare universum orbem, perficiunt quod imperatum est eis :
[62] The fire also being sent from above to consume mountains and woods, doth as it is commanded. But these neither in shew, nor in power are like to any one of them.
ignis etiam missus desuper, ut consumat montes et silvas, facit quod praeceptum est ei : haec autem neque speciebus, neque virtutibus, uni eorum similia sunt.
[63] Wherefore it is neither to be thought, nor to be said, that they are gods: since they are neither able to judge causes, nor to do any good to men.
Unde neque existimandum est, neque dicendum illos esse deos, quando non possunt neque judicium judicare, neque quidquam facere hominibus.
[64] Knowing, therefore, that they are not gods, fear them not.
Scientes itaque quia non sunt dii, ne ergo timueritis eos.
[65] For neither can they curse kings, nor bless them.
Neque enim regibus maledicent, neque benedicent.
[66] Neither do they shew signs in the heaven to the nations, nor shine as the sun, nor give light as the moon.
Signa etiam in caelo gentibus non ostendunt : neque ut sol lucebunt, neque illuminabunt ut luna.
[67] Beasts are better than they, which can fly under a covert, and help themselves.
Bestiae meliores sunt illis, quae possunt fugere sub tectum ac prodesse sibi.
[68] Therefore there is no manner of appearance that they are gods: so fear them not.
Nullo itaque modo nobis est manifestum quia sunt dii : propter quod ne timeatis eos.
[69] For as a scarecrow in a garden of cucumbers keepeth nothing, so are their gods of wood, and of silver, and laid over with gold.
Nam sicut in cucumerario formido nihil custodit, ita sunt dii illorum lignei, et argentei, et inaurati.
[70] They are no better than a white thorn in a garden, upon which every bird sitteth. In like manner also their gods of wood, and laid over with gold, and with silver, are like to a dead body cast forth in the dark.
Eodem modo et in horto spina alba, supra quam omnis avis sedet, similiter et mortuo projecto in tenebris, similes sunt dii illorum lignei, et inaurati, et inargentati.
[71] By the purple also and the scarlet which are motheaten upon them, you shall know that they are not gods. And they themselves at last are consumed, and shall be a reproach in the country.
A purpura quoque et murice, quae supra illos tineant, scietis itaque quia non sunt dii : ipsi etiam postremo comeduntur, et erunt opprobrium in regione.
[72] Better, therefore, is the just man that hath no idols: for he shall be far from reproach.
Melior est homo justus qui non habet simulacra, nam erit longe ab opprobriis.
Commentary:
A copy. Sept. place this after the Lamentations, which follow Baruch. H. --- Jeremias wrote it before the captives departed. Baruch read it to them at Babylon, and it was sent back to Jerusalem. W. --- It might be delivered to the captives at Reblatha. We have it not entire, as another circumstance respecting the ark is mentioned. 2 Mac. ii. 5. C.
Ver. 2. Seven generations; that is, seventy years. Ch. --- A generation sometimes consisted of seven, ten, fifteen, thirty, thirty-five, fifty, or a hundred years. A. Lap. Menage. --- Eighteen years of the seventy had already elapsed. C. --- Seven is often put for many, (H.) or a general number, (W.) because so many days form a week. H. --- Grotius substitutes dekadwn for genewn, "seven decads," very properly. Houbigant.
Ver. 3. Shoulders. This custom was very ancient, suggested by the avarice of the priests, who begged on such occasions. Menander, ap. Clem. protrep.
Ver. 4. Fear. Worship not such things. H.
Ver. 6. Angel Michael, the conductor of Israel in the desert, &c. Dan. x. 13. Ex. xxxiii. 2. C. --- He protected them also in Babylon. W.
Ver. 8. Gay. Nothing could be more despicable. C.
Ver. 10. The Harlots. Their hire was rejected by the Lord. But idols suffered themselves to be despoiled or adorned at pleasure. Gr. "But they will give of them even to harlots under the same roof, while they adorn them (idols) like men with garments, gods of gold, silver, and wood." H.
Ver. 12. Them, of account of the many votaries, v. 16. Arnobius (6) ridicules such gods. C. --- Prot. adopt similar arguments against the real presence as if we believed that Christ was hurt when the sacramental species were broken or devoured by vermin. A little more boldness will prompt them to reject the divinity of Christ, who was pleased to give up his body to those who treated him shamefully. Almost every argument which is levelled against Christ's real presence in the blessed Eucharist, maybe turned against the incarnation; and hence so many now become Socinians, being unwilling to submit their understanding to the mysteries of religion. To apply these texts to holy pictures, would be nugatory. See Is. xl 18. H. --- The absurdities here specified, shew how foolish are those who serve idols or take any images to be gods. W. --- Calvin represents the pagans as adoring God under the images, as if they used them in the same light as Catholics do; which is contrary to this epistle, &c. T.
Ver. 13. Judge, or ruler. C. --- The sceptre and spear were badges of power. Eustath. --- Mars had a sword, Hercules a club. We know little of the idols of Babylon.
Ver. 15. Vessel; armour, or any utensil. C.
Ver. 18. Candles. Lit. "lamps." H. --- Some temples in Egypt were famous for their number. Herod. ii. 62. --- The Lord prescribed them to be used. But who ever imagined that they stood in need of them to see, as the idolaters supposed their idols did?
Ver. 19. Hearts: the wood is worm-eaten. C.
Ver. 24. Price, foolishly believing that they have divine power. W.
Ver. 26. Gifts. The Chaldees supposed that Bel could eat. Dan. xiv. --- Dead. Food was placed on the tombs. S. Aug. abolished this custom in Africa.
Ver. 27. Take. Gr. "salt." They give none to the poor, for fear of their imposture being detected, though they allow even the unclean to eat. v. 28. Lev. xii. 2. Deut. xiv. 29.
Ver. 29. Women. They make gods. C. --- Qui rogat, ille facit. Mart. viii. 24.
Ver. 30. Shaven, as in mourning, contrary to the custom of Israel. Lev. xxi. 10. C. --- Heads. The Jewish priests wore mitres or caps.
Ver. 31. Dead, even of Adonis, (H.) whose worship is here ridiculed. C. --- At Biblos people bewailed his death, and the next day proclaimed that he was alive. All cut off their hair, as the Egyptians do for Apis, except such as submitted to prostitute themselves to strangers. The hire they consecrated to Venus. Lucian, Dea Syra. --- At funerals a feast was usually made, as is still the custom in Syria, (Roger. ii. 14.) and near Bagdad. Chardin. ii. 7.
Ver. 34. Requite. Gr. "brass," much less gold. H.
Ver. 40. Chaldees. The priests themselves despise the idols most, (C.) and expose them to contempt, by pretending that they work miracles. H. --- "Those who first set up representations of the gods, deprived cities of reverential awe, and increased the error," said Varro; "prudently supposing that gods might easily be contemned, when like stupid images." In simulacrorum stoliditate. S. Aug. de Civ. Dei. iv. 26.
Ver. 41. They. Gr. "he could perceive. And they reflecting on this, cannot still abandon them; for they have no sense." H. --- They are so stupid, that they will not quit such impotent idols. C.
Ver. 42. Women. Aristophanes calls harlots, "corded bodies." Eccles. Act. i. The women of Babylon "prostituted themselves once, in honour of Venus, (H. Mylitta. C.) sitting with crowns on their heads in the temple, till some stranger selected them, and took them from their partition, made with cords," (H.) to some more secret place, where they broke their bands. Herod. i. 199. C. --- That some deluded women, led by various desires, should think thus to honour that impure deity, by an action which some modern casuists have not scrupled to rank among simple venial sins, cannot excite our astonishment so much, when we reflect on the tenets of the ancient Gnostics, and of Antinomians at the present day, whom J. Wesley, the last founder of the Methodists, applauded and followed even in the meridian of the gospel light! See Deut. xvi. 22. and xxiii. 17. Yet these men read and perhaps distributed the Bible! --- Stones. Lit. "bones;" (H.) or the refuse of what had been crushed, (pitura. Athen. ii. 14.) to excite impure love. M. T. --- Theocritus (Phar.) represents a witch doing the like; and Sanchez tells us, that some were taken in the fact in Spain. C. --- Fumigation, used by the Babylonians after marriage, (Herod. i. 198.) may be insinuated. Grotius.
Ver. 45. To be. Is. xliv. 14. Horace (i. Sat. 8) introduces Priapus thus ridiculously explaining his origin; "I was formerly an useless piece of a fig-tree; when the workman, not knowing whether to make a bench or a Priapus, chose rather that I should be a god. Hence I am a god, the greatest terror of thieves and birds." Sept. "they are nothing but what the workmen wish to form." H.
Ver. 51. Them. Gr. has simply, (C.) "Who then knows not that they are no gods?" H.
Ver. 53. Daws. They have no greater influence (C.) than jackdaws.
Ver. 58. Gods. Sept. repeat this after satisfied, or "will use;" and here add, "or a pillar of wood in palaces, than," &c. H.
Ver. 59. Obedient to God. They were appointed to mark out the seasons, &c. (Gen. i. 14.) and if any creature were worthy of adoration, they would. C. --- The Babylonians adored them as well as statues, and therefore their proper destination is specified here and by Moses.
Ver. 69. Scarecrow. Priapus answered this glorious purpose. v. 45. H. --- When birds become accustomed to such things, they mind them not. C.
Ver. 71. Scarlet. Gr. "marble" coloured wood. Grotius would substitute margarou, "a pearl," which decays through age. C. - Gr. also, "From the purple, which also shines upon them rotting, you shall," &c. Marmarou means, "of marble or shining."
Ver. 72. Reproach, provided he also avoid the idols of the mind and of the heart. H.
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fioralbafiore · 4 years ago
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fondazioneterradotranto · 4 years ago
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Il Monumento ai Caduti di Casarano. Cronaca di un restauro
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  di Paolo Vincenti
  “Il Monumento ai Caduti di Casarano. Cenni storici-Restauro (2015-2016)”, a cura di Fabio D’Astore, per l’Editrice Salentina (2017), documenta una importante iniziativa, vale a dire la restituzione alla città di Casarano del suo monumento simbolo, la Vittoria Alata, che da molti anni versava in uno stato di incuria che mortificava il bronzeo e lapideo monumento, ma di più il suo alto valore simbolico. Sicché un gruppo di volenterosi cittadini ha deciso di prendere in mano la situazione e, costituitosi in Comitato, grazie all’aiuto di alcuni sponsor (uno in particolare, Assicurazioni Vittoria, si è rivelato determinate per il buon esito dell’operazione) è riuscito a riportare la Vittoria Alata all’antico splendore. Le tappe di questo faticoso e paziente lavoro sono documentate dall’agile libretto che riporta in copertina proprio l’immagine del Monumento ai Caduti, appunto la Vittoria Alata, che così restaurata ora vive una seconda giovinezza. Il libro fa parte della collana di studi “I Quaderni di Kèfalas e Acindino”, diretta da Luigi Marrella, appassionato studioso di storia patria. In effetti, il monumento era già stato oggetto di studio proprio da parte del Marrella che con “I percorsi della Vittoria. Casarano, uno scultore un monumento” (Barbieri 1997) inaugurava la collana in parola.  Fu negli anni Venti del Novecento che un comitato spontaneo di cittadini si costituì a Casarano e commissionò allo scultore Renato Brozzi la statua oggetto del libro, come spiega, nella sua Introduzione, il curatore Fabio D’Astore. Renato Brozzi (1885-1963) era scultore di grande fama, addirittura collaboratore di Gabriele D’annunzio, sicché fu motivo di onore per Casarano avvalersi dell’opera di un così quotato artista.
Realizzata alla fine del 1927, la statua fu inaugurata nel 1929, per onorare degnamente i caduti della Grande Guerra, i cui nomi sono riportati da Luigi Marrella in Appendice al volume “I percorsi della Vittoria”.  La struttura si compone di due parti: il piedistallo e la statua. La statua riproduce la Vittoria Alata, secondo il noto modello della Nike di Samotracia, cui si ispirarono altri artisti nella realizzazione di questo genere di monumento, fra i quali il salentino Antonio Bortone, artefice della analoga statua di Ruffano, di quella di Martano e di tante altre.
La statua del Brozzi appariva deteriorata, a causa del tempo edace e della disattenzione degli uomini. Dunque il nuovo Comitato, formato da Fabio D’Astore, Alessandro De Lorenzi, Martino Nicolazzo, Giuseppe Rausa e Luigi Marrella, si è prefissato l’obbiettivo di salvaguardarla e per questo ha chiesto un parere tecnico ed una scheda di restauro alla ditta LMR di Casarano, di Lucia Anna Margari, poi artefice del restauro. Dopo la ricerca dei fondi necessari all’intervento, incoraggiati dalla generosità di tanti cittadini e della già citata Assicurazione Vittoria, agenzia di Casarano, i promotori hanno dato avvio ai lavori, sotto la supervisione della Sovrintendenza e sotto la direzione tecnica della professoressa Rosanna Lerede, docente di Restauro presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce e dell’architetto Anna Rita Fersurella, non prima di aver ottenuto il placet dell’Amministrazione Comunale di Casarano, proprietaria del Monumento. La statua è allocata nella centrale Piazza Garibaldi, presso la Villetta Comunale intitolata a William Ingrosso. A seguito del lavoro di restauro, nell’ottobre 2016, con una pubblica cerimonia, il Monumento è stato riconsegnato alla città dal Comitato, fra la gioia dei convenuti e la comprensibile soddisfazione dei promotori. Nel libro, dopo alcuni cenni storici forniti da Luigi Marrella, che riprende i dati della sua primeva pubblicazione, viene riportato anche il qualificato intervento di Luigi Scorrano, noto critico letterario e dantista, in occasione della presentazione del libro “ I Percorsi della Vittoria”, il 3 dicembre 1998 presso il Circolo degli amici di Casarano.
Si passa poi alla sezione più tecnica del libro. Vengono riportati: uno “Studio diagnostico preliminare all’intervento di manutenzione della statua” a cura di Davide Melica, le schede tecniche e analitiche, la Relazione specialistica di Lucia Anna Margari che passa in esame tutto l’intervento di restauro, e un’Appendice documentaria che se faticosa per i non addetti ai lavori è comunque testimonianza importante da lasciare alla posterità. Seguono l’elenco dei contributori alla raccolta fondi e il Manifesto finale del Comitato; il tutto corredato da un notevole apparato fotografico. Un volume “di servizio”, ma considerevole per la comunità casaranese e per gli appassionati di cose salentine.
Ed è significativo che proprio con questo contributo, la collana “I quaderni di kèfalas e Acindino”, che si è aperta col libro di Marrella che lumeggiava sullo stesso tema, raggiunga i vent’anni di pubblicazioni. Non manca di sottolinearlo il curatore, il quale in una Nota a inizio volume, scrive:  “ Da quel lontano 1997 abbiamo pubblicato – con il presente – dodici lavori, con una media di circa un’uscita ogni due anni. Il lettore troverà in IV di copertina l’elenco completo degli studi. Non ci sembra un risultato di poco conto ed un obiettivo facile da conseguire; soprattutto se si tiene conto dei due criteri guida assunti fin dall’inizio: un rigoroso approccio scientifico ai vari argomenti e la rinuncia a qualsiasi forma di municipalismo e provincialismo, attraverso la ricerca costante di una contestualizzazione storico-critica dei microfenomeni studiati. A questo, si aggiunga uno sforzo tendente a presentare i vari studi – nei limiti del possibile – in una veste editoriale di qualità, talvolta con spunti di eleganza.” Non ci resta che rivolgere gli auguri alla collana e al suo direttore acciocché possa continuare a produrre contributi di qualità, come quello su cui ci siamo testé intrattenuti.
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