#la romantica banda local
Explore tagged Tumblr posts
Text
youtube
Jorge Cabadas, impecable e implacable guitarrista, arriesgado y sentido que ya hemos subido en otras ocasiones. Me resulta muy complicado definir lo que hace, seguramente "libre" sea el mejor adjetivo (y ya van cinco), pero voy a remitirme a la descripción del vídeo: "Atrevido experimento a partir de un tema del gran Thelonius Monk y el excelente Cole Porter. Sesión Raras Músicas 133 en CCIC La Tortuga". Para que se hagan una idea, este es el "Let´s Cool One- All Of You" de Monk. De la misma sesión en directo, "A Child Is Born" de Thad Jones y la más esdrújula y difícil del lote, "Soultrane" de Tadd Dameron.
1 note
·
View note
Text
Il valore della stampa locale
L’editoria è cambiata di parecchio in questi dieci/quindici anni. Vale per i libri come pure per i quotidiani.
(Certo, anche le riviste ed i periodici soffrono, tuttavia i loro cambiamenti non coinvolgono lo stile o il contenuto, piuttosto la stanchezza dei lettori. Ma questa è un’altra storia.)
Leggevo in questi giorni che il problema dei libri riguarda soprattutto il marketingdelle case editrici e qualcuno ha osato - giustamente - affermare che le aziende alimentari sanno fare marketing meglio di qualunque blasonata editrice: prosciutti battono libri 5 a 1.
Ma anche questa è un’altra storia.
Soffermiamoci sui quotidiani. Anche perché la mia (piccola) esperienza l’ho fatta soprattutto sui quotidiani, per lo più locali.
Ho iniziato su Ottopagine - che ringrazio - poi ho peregrinato per l’Italia e alla fine sono caduta sulle ... ortiche. Anzi, sugli Ortichi, come amo definirli nel mio lessico famigliare.
Orticalab è un bel posto. Soprattutto libero, almeno per me lo è sempre stato. Ho sempre scritto quel che volevo, come e quando volevo io.
Certo, scrivo per passione - e non per denaro - e il mio compenso è la libertà.
Avendo molto rispetto per i Lettori, Orticalab è il posto giusto per esercitare questo virtuoso intento.
Nel compleanno di Ortica (in amicizia), più che celebrare anche gli stessi miei dieci anni di collaborazione e cammino con questa banda di intelligenti visionari, vorrei raccontarvi perché la stampa locale è necessaria, anzi più necessaria.
C’è una ricerca pubblicata dalla Stanford University sui giornali locali, che loro chiamano rurali. Riassumendone i concetti, quelli di Stanford indicano che il giornalismo locale è vivo e lotta insieme a noi. Le comunità periferiche, rispetto alle capitali e alle aree metropolitane, riescono a informarsi di loro stesse e sviluppare le loro riflessioni intorno al governo/gestione dell’area solo attraverso la diffusione locale delle notizie locali. Negli States, dice la ricerca, il giornalismo territoriale sopravvive (anche on line) alla crisi globale del settore.
Solo le testate locali sanno cosa succede nell’area e come si parla alla comunità di riferimento: si sviluppa un idioletto, un lessico famigliare, una condivisione di storia, aneddotica, gergo. La differenza tra una testata globale e generalista e una testata areale (locale, di comunità, rurale) è che nelle prime, ovviamente, non ci si sofferma sulle questioni pratiche che investono le varie regionalità di un Paese, mentre le persone - per le leggi della psicologia - hanno un disperato bisogno di ridurre l’ansia rispetto a ciò che succede intorno a loro. Serve per avere il polso della situazione (o illudersi di averlo, tanto è lo stesso, psicologicamente parlando); serve ad avere argomenti nelle conversazioni; serve a prendere decisioni politiche e gestionali per il bene della comunità; serve a orientarsi meglio durante le elezioni locali.
Per avere una visione romantica di una testata locale, vi suggerisco di vedere le tre stagioni della stupenda serie After Life (di e con Ricky Gervais). Sì, l’argomento è altro e ben più altro (come si vive dopo una perdita straziante), ma il protagonista scrive per una testata locale, di cui ci svela il senso e l’importanza.
Qui da noi, in principio, era Il Mattino (ha respiro nazionale, ma appartiene a quella fascia di quotidiani detti ‘macroregionali’). Bastava per tutti e copriva ogni cosa, per via delle redazioni provinciali.
Il Mattino (che però mio padre non comprava perché era pugliese) era oggetto di avida lettura nella nostra provincia perché conteneva i fatti vicini a noi: l’incidente stradale, la rissa al bar, il necrologio di qualcuno che conoscevamo. All’epoca, parlo degli Anni ‘80, c’era poca politica (nel senso di velinate degli assessori regionali, provinciali&comunali) o quanto meno non interessava (Ballarò, Annozero e InOnda non erano ancora stati inventati), ovvero nessuno s’interessava ai reggicalze della Brambilla. Non c’erano neanche brambille, però. La politica di quel tempo era davvero noiosa.
Non mi ricordo neanche quale testata locale apparve per prima in Irpinia. Ma eravamo contenti: finalmente qualcuno s’interessava di più a noi come territorio. Diciamo meglio: il territorio veniva raccontato attraverso riferimenti noti a tutti, in cui tutti si ritrovavano. Suppongo che tale sentimento sia stato comune anche agli abitanti del materano, dell’astigiano, del ragusano, o del trevigiano, quando ci fu il boom delle testate locali. Per la verità, esempi di gazzettini locali esistono da oltre un secolo, anche in Irpinia, ma la crescita dell’offerta informativa da noi c’è stata dopo il Terremoto. [Per noi Irpini la Storia si divide tra un Prima del Terremoto e un Dopo il Terremoto. NdA] L’Irpinia ha rappresentato per lungo tempo un record per il numero di testate giornalistiche locali rapportate al numero di abitanti.
L’equilibrio tra qualità/quantità delle notizie è difficile, quando le risorse economiche sono scarse. Eppure, una testata locale è fondamentale per il territorio.
Oltre alla cronaca locale, si può prendere spunto da un’inchiesta nazionale, ovvero da un fatto lontano, e collegarsi e confrontarsi con le realtà note e vicine: si chiamano curated news (praticamente impossibili da fornire se il personale scrivente non è colto/esperienziato/autorevole).
Ciò che i quotidiani nazionali non possono fare, ovverosia conoscere le realtà periferiche per declinarne anche tematiche (issues) nazionali è il più importante vantaggio dei giornali locali.
Sono sorte in Italia, in questi dieci/quindici anni, miriadi di testate locali solo on line, dette anche on-line native, nate solo e innanzitutto digitali, cioè. Assolvono bene la funzione cronachistica - che è tra l’altro quella più ricercata per tale settore - e vivono su di una miniera in monopolio: un’area locale circoscritta che produce quotidianamente notizie - di nessuno o di scarso interesse per le testate generaliste nazionali – e i cui opinion-makers (come il nostro Diretùr Staglianò) rappresentano un alto valore specifico per la comunità di riferimento.
Meglio perdere tempo su di un lungo editoriale che alimenta la riflessione per un giorno intero, che venir tramortiti dalle raffiche del feed, che annichiliscono l’iniziativa cognitiva rendendoci intellettualmente passivi, prostrati e fatalisti, nell’attesa di un gancio dal cielo che ci salvi.
Un giornale locale on line deve essere molto moderno perché i suoi lettori sono per lo più abbastanza giovani e cercano on line contenuti coerenti con il media usato (il web, cioè), ed Ortica lo è.
Auguro ai Lettori molti altri decenni di articoli ed editoriali degli Ortichi.
(Nella foto, gli stanchi ma raggianti vincitori dell’ultima edizione in assoluto del Premio Web Italia.)
0 notes
Text
Local Radio Station Raises $244k For NWA Charity
Local Radio Station Raises $244k For NWA Charity
Local Radio Station Raises $244k For Charity
Local Spanish Radio Station, La Zeta 95.7 raised $244,595.70 for Arkansas Children’s Northwest with their 9th Annual Radiothon this weekend!
La Zent 95.7 is owned by EZ Spanish Media, with a Mexican Regional Format and includes Spanish-language artists of Mexican and Latin American descent and features a mix of romantica, ranchera, banda and tropical…
View On WordPress
#Arkansas Children&039;s Northwest#La Zeta 95.7#Local Radio Station Raises $244k For Charity#Northwest Arkansas#Spanish Radio Station#Springdale Civic Center
0 notes
Text
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Per salutare l’inizio di settembre, tante occasioni da vivere. Settembre è un mese piacevole, non più tanto caldo, con leggere brezze, ma ancora pieno di sole.
Tante località itinerari e manifestazioni tutte da gustare, monumenti da vedere, panorami da scoprire.
LAGO DI COMO
Bellagio: Sabato 2 settembre dalle ore 20.45. alla Fondazione Rockefeller di Bellagio, nell’annuale concerto di beneficenza per l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla di Como, Lorenzo Meraviglia suonerà il violino Omobono Stradivari 1730, accompagnato dall’Accademia Concertante d’Archi di Milano, diretta dal Maestro Mauro Ivano Benaglia.
La serata prevede un ingresso a offerta minima di 10 euro (per prenotazioni e prevendita al n. 338.2052361). Il concerto, che ha ricevuto i patrocini del Senato della Repubblica, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Comune di Bellagio, è realizzato con il sostegno della Fondazione Rockefeller e il contributo organizzativo di Promo Bellagio, Biblioteca Comunale e Gruppo Alpini di Bellagio. Il ricavato andrà a sostenere il Centro dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla in via Pasquale Paoli a Como.
Porlezza: Palio delle Frazioni. in occasione della Festa del borgo, il Gruppo Giovani organizza, domenica 3 settembre, la seconda edizione del Palio delle Frazioni, presso il centro storico del paese: le cinque frazioni si contenderanno il titolo, attraverso diverse prove.
Dongo: Festa Madonna delle Lacrime. Domenica 3 e mercoledì 6 settembre appuntamento al Santuario di Dongo per la Festa della Madonna delle Lacrime, Patrona del Vicariato di Gravedona. Domenica 3, alle ore 18.00, Messa solenne.
Mercoledì 6, Ricordo del Miracolo, con la solenne concelebrazione eucaristica delle ore 10.30 presieduta dal vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni; alle ore 20.30, processione con l’effigie miracolosa (partenza dalla piazzetta di Pomaro), accompagnati dalle Confraternite della Valle Albano e dal Corpo Musicale di Dongo.
Como: attiva la 65^ edizione della Fiera del Libro di Como, nella splendida cornice di piazza Cavour. L’esposizione di centinaia di libri nuovi e usati è ospitata nell’ampio tendone allestito in piazza.
Oltre alla possibilità di acquistare vecchie e nuove edizioni, la Fiera sarà l’occasione per assistere alle presentazioni degli autori e a dibattiti su temi culturali, letterari e storici, storie locali e nazionali. La Fiera sarà aperta tutti i giorni fino a domenica 10 settembre 2017.
La romantica passeggiata nel suggestivo tratto lungolago comasco. Un itinerario guidato che consente di ammirare “Life Eletric”, l’opera dell’archistar Daniel Libeskind, dedicata al grande scienziato comasco Alessandro Volta, praticamente sotto il Tempio Voltiano, in stile neoclassico e l’imponente Monumento ai Caduti d’ispirazione futurista.
Si prosegue lungo la passeggiata a lago ammirando le ricche ed eleganti ville costruite fra ‘700 e ‘800, con lussureggianti giardini, sino a giungere alla maestosa Villa Olmo e al suo parco, che si collega al percorso denominato Chilometro della conoscenza.
Le visite rientrano nel progetto Cult City di Regione Lombardia, cui Como aderisce, per la valorizzazione del patrimonio culturale cittadino.
Punto di ritrovo: info-point Broletto, ingresso da Piazza Duomo e da via Pretorio
Visita in lingua italiana e inglese. Non è necessaria la prenotazione. Costo 4.00 euro a persona, under 10 gratuito.
Festa di Sant’Abbondio, con i piatti tipici della tradizione comasca, pulenta e missulten, ossobuco in gremolata con polenta, lavarello in carpione, pizzoccheri, la polenta uncia, la miascia c’è tutti i giorni. Per sentita la Fiera di Sant’Abbondio, l’Associazione Cuochi di Como servirà i grandi classici della gastronomia locale salvaguardando la tradizione per la festa del patrono di Como che si concluderà il 5 settembre. Uno sguardo anche dall’altra parte del mondo, con la presenza della cucina giapponese.
VALDOSSOLA
Domenica 3 Settembre, a Bognanco la 30° edizione della festa del mirtillo, dove è protagonista assoluto questo frutto che regala la montagna. Da gustare da solo ma anche in tutte le sue possibilità con il gelato (magari di capra), con lo yogurt, con limone e zucchero….. Per l’occasione la piazza delle fonti di Bognanco si vestirà di viola con l’enogastronomia locale: si potranno degustare salami, gnocchi, risotto, crostate caserecce, bignet, gelato, grappa, zucchero filato e succhi, tutto rigorosamente al mirtillo. La Sagra aprirà alle 9:00 con le tradizionali bancherelle dell’artigianato locale, alle 11:00 verrà distribuito un cocktail di benvenuto.
Ricca la proposta per il pranzo: si potrà scegliere di farlo comodamente seduti nelle strutture convenzionate della Valle, o anche in piazza dove saranno serviti gli gnocchi al mirtillo. Alle 14:00 inizieranno le degustazioni con l’acquisto dell’apposito carnet. Alle 17:00 sarà distribuito il risotto al mirtillo, tipico piatto bognanchese.
Dal 1 al 3 Settembre, festa Patronale di Santa Maria a Viganella nel comune di Borgomezzavalle, in valle Antrona. Tre giorni di festa in una dei territori ancora più incontaminati della Valdossola e per un borgo che vuole fortemente vivere, rilanciando la sua storia e le sue tradizioni. Un’occasione per andare alla scoperta di un territorio che regala molte sorprese e relax.
Sabato dalle ore 19.00 cena in piazza con prodotti locali. Domenica alle ore 10.30 messa solenne, dalle 12.00 pranzo in piazza a base di polenta, selvaggina e altri prodotti locali. Nel pomeriggio dalle ore 15.00 processione solenne con la statua della Madonna, accompagnata da gruppi folk, alpini e la Banda di Bracchio.
Dalle 17.00 concerto del coro “Out of time” presso la chiesa. E dalle 19.00 cena in piazza con prodotti tipici.
Santa Maria Maggiore cuore della Valle Vigezzo, dal 1 al 4 settembre, sarà ‘invasa’ da centinaia e centinaia di spazzacamino provenienti da tutto il mondo.
E’ il Raduno Internazionale dello Spazzacamino, giunto alla sua 36esima edizione, tradizionale evento dove gli ‘uomini neri’, si ritrovano in quella che è stata ed è la valle culla di questo mestiere. La Valle Vigezzo ha, infatti, una storia secolare legata a esso, tanto che fu addirittura nominata nelle carte geografiche del 1500 come ‘Valle degli Spazzacamini’. Un week-end di festa che coinvolge tutto il territorio tra folklore, tradizione, ricordo ed enogastronomia.
Tantissimi gli eventi in programma, tra cui quello dell’apertura dell’Oratorio di San Luigi, a Craveggia. Sabato 2 settembre verranno organizzate le visite guidate dalle 10 alle 12.30: un’interessante occasione per scoprire le bellezze di questo edificio di culto vigezzino, un “Luogo del Cuore del Fai”.
VARESE
Ricco e variegato il programma del fine settimana varesino.
Si parte con lo spettacolare raduno delle moto Aermacchi. Veri e propri gioielli a due ruote che nel week end si ritroveranno davanti al piazzale della vecchia fabbrica alla Schiranna, sul lungolago di Varese. Per poi sciamare a centinaia per le strade del territorio. Un raduno a livello mondiale con piloti, appassionati che arriveranno da ogni parte, ritrovandosi già nella giornata di sabato.
Intenso il programma al Sacro Monte di Varese
Sabato 2 settembre alle ore 6.00, se c’è bel tempo, la possibilità di assistere all’alba dal piazzale del Mosè, accompagnati dalla musica, dal canto e dalla danza a cura di Luisa Oneto e la famiglia dei talentuosi Scarpolini. Evento gratuito organizzato da Vic Bifulco per ACTL.
Dal pomeriggio il via al festival Microcosmi, con tantissimi appuntamenti a ingresso gratuito, che ha come ospite d’onore Renato Pozzetto. Con un programma fitto per animare il Sacro Monte con la sua via Sacra dal pomeriggio fino a mezzanotte.
Alle 20 il chitarrista Luca Stricagnoli, quindi alle 21 Renato Pozzetto, con il suo spettacolo antologico.
Alle 22.15 “Planetario”, concerto dei Deproducers, con l’astrofisico Fabio Peri, in contemporanea sono proposte osservazioni astronomiche a cura di Antonio Paganoni.
Dalle 16 alle 20 nel cuore dell’antico borgo artisti di strada in collaborazione con l’associazione “Un cuore con le ali”.
Al Camponovo dalle 15 a mezzanotte diverse mostre d’arte e fotografiche.
Dalle 19 alle 20 Four On Six: Jazz Swing Manouche con aperitivo su prenotazione (15 euro, 347.2311152). Dalle 23.30 per un’ora proiezione di corti a cura di Cortisonici con spaghettata di mezzanotte.
Alle 17:30 “Alla scoperta del Magico Patch” con Bambi Lazzati e Paolo Quattrin, a cura dell’associazione Amici di Piero Chiara.
Alla Casa Museo Pogliaghi visite guidate incluse nel costo del biglietto d’ingresso di 5 euro alle ore 10-11-12 e 14-15-16; alle 17 spettacolo di danza della scuola di Silvana Bazzi. Anche sulla spettacolare terrazza del Museo Baroffio partono visite guidate al museo e alla Cripta del Santuario.
Alla stazione, a monte della funicolare, dalle 18 alle 20 suona l’arpista Sara Chessa, dalle 18.30 alle 19.30 nella sala interna letture di “Favole al telefono” di Gianni Rodari a cura di Giovanni Battezzato.
Il Sacro Monte di Varese sabato 2 settembre, sarà raggiungibile con le navette gratuite concesse da Autolinee Varesine con partenza dal Piazzale De Gasperi (stadio) e arrivo a Piazzale Pogliaghi al Sacro Monte.
Qualche idea per il primo weekend di settembre Per salutare l’inizio di settembre, tante occasioni da vivere. Settembre è un mese piacevole, non più tanto caldo, con leggere brezze, ma ancora pieno di sole.
0 notes
Text
Pamplona oltre il telegiornale
In questi giorni vi sarà capitato di vedere al telegiornale i filmati della festa di San Fermin, con la famosa corsa dei tori per le strade di Pamplona.
Complice una recente canzone di Fabri Fibra che li ha adottati come similitudine, complice un meno recente libro di Hemingway intitolato “Fiesta”, i tori di Pamplona e gli audaci che gli corrono davanti sono entrati a far parte del nostro immaginario collettivo.
Ma qual è la realtà dietro il mito?
Come appare la festa di San Fermin a chi la vive dall'interno, in compagnia di amici che sono nati e cresciuti in Navarra?
Un primo mito che va sfatato è quello che l'uniforme bianca col fazzoletto rosso venga indossata solo dai corridori, e che di conseguenza il rosso serva ad eccitare le bestie. In realtà, per l'intera settimana dal 6 al 13 luglio, chiunque esca per strada a Pamplona si veste di bianco con cintura e fazzoletto rossi.
Come mi spiega Alba, architetta ed esperta di storia navarra, il fazzoletto rosso rappresenta il collo sanguinante del Santo, che fu decapitato, mentre l'abito bianco rimanda alla purezza del martirio.
Comunque sia, fa impressione vedere migliaia di persone parate a festa, tutte uguali. Già scendendo dal treno, e uscendo sulla piazza della stazione, scopro che i ragazzi che aspettano l'autobus e persino i tassisti indossano l'uniforme di San Fermin.
Questo mi riempie di allegria. Anche se non conosco quegli estranei, so che hanno voglia di divertimento, di pace e di amicizia per tutto il periodo della festa, proprio come me, e che si impegneranno ad essere solidali e tolleranti per non rovinarsela a vicenda, proprio come me.
La prima famiglia che mi accoglie è quella di Guillen. La storia dei suoi genitori sembra tratta da un romanzo: 42 anni fa, lui venne dalla Francia a Pamplona incuriosito dalla famosa corsa dei tori, incontrò lei nel vortice della festa, lei lo guardò, lui la guardò, e nacque l'amore. Un amore che rimase separato dai Pirenei per molti anni, ma che adesso finalmente li unisce nella stessa casa, a pochi passi dall'antica Cittadella.
Oltre ad essere romantica, però, la famiglia di Guillen è anche gentilissima. Mi fa dormire nel letto del primogenito, che se ne è appena andato per sposarsi, mi prepara colazioni principesche, e soprattutto mi permette di parlare in francese, il che mi rilassa immensamente, visto che col castigliano arranco molto di più.
Anche in francese, comunque, continuano a saltare fuori alcune espressioni locali, ad esempio "patatìn patatàn", che vuol dire "eccetera eccetera".
Il che è una vera risorsa, perché impedisce ai pamplonesi di usare "eccetera eccetera" in qualsiasi discorso serio. E sappiamo dai manuali di eloquenza che è malcostume usare "eccetera eccetera" nei discorsi seri.
Come tanti ragazzi di Pamplona, Guillen e la sua “cadrilla” (= giro di amici) fanno parte di una “peña”. Le “peñas” sono qualcosa di simile alle contrade del Palio di Siena, se non fosse che non hanno rivalità tra loro e non hanno un'origine territoriale. Sono piuttosto associazioni ricreative, che di solito dispongono di potenti infrastrutture come un club con mensa, piscina e campi sportivi, o un locale nel centro città dove organizzano feste, balli, bevute, “patatìn patatàn”.
Una volta fatta la corsa coi tori, ho l'onore di partecipare a un pranzone nella mensa della “peña Anaitasuna”, i cui membri, in evidente stato di ebbrezza, si divertono a sfottere “el valiente italiano” con brindisi, battute e pacche sulle spalle. "Ieri mattina", mi alita addosso Fermin, "quando Guillen ti ha imbucato a vedere la processione dal balcone di mia madre, hai fatto colpo su tutte le cinquantenni divorziate più ricche di Pamplona. Fossi in te ne approfitterei..."
L'ironia, come sempre, aveva un fondo di verità. La mattina precedente, mentre la processione del Santo sfilava per la Calle Major, mi trovavo in un appartamento con un balconcino, di proprietà della mamma di Fermin, dal quale si poteva ammirare l'evento dall'alto. Appena si era sparsa la voce che la mattina seguente avrei corso con i tori, tre o quattro capannelli di signore avevano iniziato a disputarsi la mia compagnia, proferendomi il loro aiuto nei modi più svariati. "Mio cugino fa il telecronista della corsa da anni, se gli giro il tuo numero può darti qualche consiglio", diceva una. "Mio fratello è un allevatore e conosce benissimo le ganaderias (=le razze), ti saprà dire se quella di domani è troppo feroce" diceva un'altra. E l'ultima, presomi in parte, mi aveva sussurrato: "Se domani sopravvivi ritorna a trovarci, così potrai diventare il fidanzato di mia figlia. È la ragazza più bella della città. Guarda, ti faccio vedere una foto..."
Ah, le mamme premurose!
La processione, in ogni caso, è più interessante di qualunque fidanzamento. I giganti di cartapesta, "indossati" da un robusto attore tramite una specie di scheletro ligneo, si stagliano fino al secondo piano dei palazzi. Il più stupefacente è la Regina Mora, capace di volteggiare leggiadra in mezzo alla strada, mentre i suoi sgherri flagellano i bambini con mazzafrusti di gommapiuma, cosa che i bambini trovano entusiasmante.
Poi arriva la banda, poi tutti i preti, anche loro con i paramenti rossi, e alla fine passa la statua del Santo, fra gli applausi e l'esultanza della folla. Più di uno scoppia a piangere.
E scoppia a piangere anche Elisa, che nel preciso istante in cui passa la statua del Santo sente squillare il suo cellulare. È un datore di lavoro, che le offre il posto che sognava fin da quando si era laureata.
Sono circa le 11.30 del 7 luglio 2017. Ma le grazie di San Fermin arrivano oggi come arrivavano ieri.
Elisa (che è amica di Guillen) mi invita nel ridente sobborgo di Mutilva, alle porte della città, dove sarò ospite speciale al gran pranzone della sua famiglia. 24 tra nonni, zii, cugini e fidanzate dei fratelli, con il “gazpacho casero” più saporito che si possa immaginare, vino rosato, e un miscuglio spassosissimo tra il ramo catalano e il ramo andaluso della famiglia (la Catalogna è l'equivalente iberico della Lombardia, mentre l'Andalusia è l'equivalente iberico della Calabria).
È a quella tavolata, in cui dolce e caffè vengono serviti intorno alle 18.45, che incontro l'uomo di cui ho bisogno. José è un vero professionista di San Fermin, che corre coi tori ogni anno dal 2002, tutte e sette le mattine. In totale quindi l'ha già fatto 106 volte.
Insistendo un po' riesco a convincerlo a portarmi con lui nel recinto, e a spiegarmi secondo per secondo che cosa dovrò fare quando gli animali saranno liberati.
Ma Elisa, che è una donna dal fine intuito, ha colto anche la mia anima fricchettona. Così, verso le undici di sera, mi porta sul pratone della Cittadella con abbondanti riserve di alcol.
Oltre ad essere comodo, il pratone è il punto migliore da cui osservare la gara di fuochi artificiali.
Ognuna delle sette sere, infatti, una diversa azienda internazionale di pirotecnica si esibisce in uno spettacolo di venti minuti, e alla fine della festa si premia la migliore. Ora, nella vita ho visto spettacoli di fuochi ben più lunghi ed esuberanti (il Capodanno a Bari, la Luminara a Pisa, “patatìn patatàn”), ma solo quella sera mi sono reso conto che i fuochi artificiali sono in prospettiva, che osservati da un determinato punto acquistano la dimensione della profondità. Scoprirlo mi ha lasciato a bocca aperta.
Il prezzo da pagare, per Elisa, sono state tre o quattro ore di discorsi filosofici nel mio barcollante castigliano. Ma chi ha appena ottenuto il lavoro dei suoi sogni può sopportare anche questo...
“El encierro”, ovvero la corsa dei tori, inizia alle otto di mattina. Il percorso recintato di circa 800 metri, che sfocia nella “Plaza de Toros”, viene chiuso alle sette. Poi la polizia supervisiona lo sparpagliarsi dei corridori lungo tutto il tragitto. Ai lati della strada, José saluta dei pastori vestiti di verde e armati di canna, che si occupano di ridirigere i tori se qualcosa dovesse andare storto.
La gente è tutta affacciata ai balconi e alle finestre, ci manca solo che ci lancino i fiori. La mia testa è interamente occupata dal quarto atto della “Carmen”.
Alle otto meno cinque, i turisti che volevano solo farsi i selfie nel recinto se la svignano.
Da quando la pistola spara a quando tutto è finito, passano meno di due minuti.
Al bar “El Burladero” ritrovo José, che sorseggia il caffellatte insieme ai suoi due bambini. Sulla coscia sinistra ha uno sbrego insanguinato. "È normale" mi assicura. "Tu stai bene?"
"Sì", rispondo, "si è rotto solo il vetro del telefono".
Solo più tardi mi sono reso conto che avevo un alluce gonfio e color cancrena. Qualcuno doveva esserci montato sopra quando mi ero fermato all'ingresso della Plaza, dove si formava un imbuto umano, e un mucchio di persone cadute una sull'altra mi obbligava a rallentare il passo. La fasciatura ce l'ho ancora adesso mentre scrivo.
Alle sette della mattina dopo, Alba, ultima a procurarmi ospitalità presso la sua famiglia, mi butta giù dal letto. Dormivo da appena due ore. Chiama un taxi e mi porta alla stazione dei pullman.
Se Dante avesse inserito nell'Inferno un girone degli ubriachi, sarebbe stato quella stazione.
Il pullman mi scarica a Barcellona. Prima di prendere l'aereo per Roma, mi prendo una birra con la mia amica Bea, in una piazzetta studenteggiante che ricorda quelle di Pisa.
"Ma tu", le chiedo, "dieci anni fa, quando eravamo in classe insieme al liceo, avresti mai pensato che dieci anni dopo ci saremmo ritrovati a prendere una birra a Barcellona, tu perché stai costruendo un gorilla in dimensioni naturali per un museo della scienza, io perché sono andato a correre coi tori?
Al liceo non capiamo proprio niente di quello che faremo nella vita. È strutturalmente impossibile".
0 notes
Video
youtube
Tráiler del segundo disco de Enéssima, “Paramystical Rides”. Miguel Gil (Continuum y síntesis), Jorge Cabadas (guitarra y electrónica).
Un disco “duro”, experimental, que personalmente estoy escuchando dosificado, y, por supuesto, con auriculares.
0 notes
Link
Completo:
http://www.fortin.es/fortin004.htm
0 notes
Video
youtube
“¡Eeeh! ¡A ver si dejáis en paz la única palabra en la que creo esta semana! Pan con membrillo, pan con membrillo, pan con membrillo y café".
Ayer tuve la ocasión de volver a charlar con Jorge Cabadas, mi efímero profesor de guitarra allá por 2007. Efímero porque me rajé tras un par de meses recibiendo clases. Sinceramente, demasiado profesor para tan poco alumno, aunque quiero pensar que algo saqué en claro de todo aquello. Jorge me pareció un tío serio, muy digno, muy centrado en su labor musical y como profesor. La anti frivolidad personificada, aunque supongo que tendrá sus momentos. Mientras me enseñaba a tocar el shuffle, se hacía sus lentejas.
El inicio de su labor consistió en quitar vicios a la hora de tocar una guitarra - dejando claro que alguno de ellos podía ser virtud- sentarte como es debido; correcta, cómoda, situación de la guitarra; correcta pulsación de las cuerdas. Sé que a muchos les podrá resultar aburrido todo esto, muy académico o canónico, tal vez innecesario, a mí me pareció todo lo contrario. Por agobios del trabajo, pereza, tal vez por una falta de interés real, capitulé al poco tiempo. Otra cosa más iniciada y no concluida.
Mucho tiempo más tarde supe que Jorge formó parte de La Romántica Banda Local en sus últimos años, lúcida agrupación músico- teatral madrileña de finales de los años 70. Ayer le pregunté por el supuesto tercer LP que estaban grabando cuando se separaron. Ante mi sorpresa - contrariamente a lo contado por Salvador Dominguez en uno de sus tochos “Los Hijos del Rock”- me contó que concluyeron la grabación del disco, es decir, que existe un tercer LP hecho y derecho del grupo de Carlos Faraco y Fernando Luna, que lo tiene localizado, pero que nunca ha logrado tener acceso a él.
No sé, tal vez alguno de estos días, esperemos que en un futuro no muy lejano, tengamos la oportunidad de ver publicado y poder escuchar y disfrutar el álbum perdido de La RBL “Lágrimas de Cocodrilo”. Al menos con ese título lo anunciaron en un breve de la revista musical zaragozana Disco Actualidad en 1981. J.S.M.
0 notes
Video
youtube
“Barcelona, Barcelona, yo llegaré a Barcelona, llegaré” es un mantra tan poderoso como el “Pan con membrillo, pan con membrillo, pan con membrillo y café” de la Romántica Banda Local. Esta de Nuevos Horizontes con José y Manuel no está en su clásico LP “Telaraña”, sólo salió editada en single. Los arreglos de algunos trozos (”y la fuente de Montjuic...”, “con sus tiendas y cafés...”) parecen un tributo velado a la célebre “Cançó de Matinada” de Joan Manuel Serrat.
Escuché mucho “Barcelona” una de las primeras veces que fui a Barcelona (¡!) que marché sólo aunque luego me encontré con gente allí. La oía y oía en cascos en el autobús, no me cansaba, y me sentía como un neoyorquino despistado rumbo a la Costa Oeste, aunque fuese al noreste. Tiene magia, es Hispavox y es Trabucchelli.
0 notes
Text
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Per salutare l’inizio di settembre, tante occasioni da vivere. Settembre è un mese piacevole, non più tanto caldo, con leggere brezze, ma ancora pieno di sole.
Tante località itinerari e manifestazioni tutte da gustare, monumenti da vedere, panorami da scoprire.
LAGO DI COMO
Bellagio: Sabato 2 settembre dalle ore 20.45. alla Fondazione Rockefeller di Bellagio, nell’annuale concerto di beneficenza per l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla di Como, Lorenzo Meraviglia suonerà il violino Omobono Stradivari 1730, accompagnato dall’Accademia Concertante d’Archi di Milano, diretta dal Maestro Mauro Ivano Benaglia.
La serata prevede un ingresso a offerta minima di 10 euro (per prenotazioni e prevendita al n. 338.2052361). Il concerto, che ha ricevuto i patrocini del Senato della Repubblica, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Comune di Bellagio, è realizzato con il sostegno della Fondazione Rockefeller e il contributo organizzativo di Promo Bellagio, Biblioteca Comunale e Gruppo Alpini di Bellagio. Il ricavato andrà a sostenere il Centro dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla in via Pasquale Paoli a Como.
Porlezza: Palio delle Frazioni. in occasione della Festa del borgo, il Gruppo Giovani organizza, domenica 3 settembre, la seconda edizione del Palio delle Frazioni, presso il centro storico del paese: le cinque frazioni si contenderanno il titolo, attraverso diverse prove.
Dongo: Festa Madonna delle Lacrime. Domenica 3 e mercoledì 6 settembre appuntamento al Santuario di Dongo per la Festa della Madonna delle Lacrime, Patrona del Vicariato di Gravedona. Domenica 3, alle ore 18.00, Messa solenne.
Mercoledì 6, Ricordo del Miracolo, con la solenne concelebrazione eucaristica delle ore 10.30 presieduta dal vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni; alle ore 20.30, processione con l’effigie miracolosa (partenza dalla piazzetta di Pomaro), accompagnati dalle Confraternite della Valle Albano e dal Corpo Musicale di Dongo.
Como: attiva la 65^ edizione della Fiera del Libro di Como, nella splendida cornice di piazza Cavour. L’esposizione di centinaia di libri nuovi e usati è ospitata nell’ampio tendone allestito in piazza.
Oltre alla possibilità di acquistare vecchie e nuove edizioni, la Fiera sarà l’occasione per assistere alle presentazioni degli autori e a dibattiti su temi culturali, letterari e storici, storie locali e nazionali. La Fiera sarà aperta tutti i giorni fino a domenica 10 settembre 2017.
La romantica passeggiata nel suggestivo tratto lungolago comasco. Un itinerario guidato che consente di ammirare “Life Eletric”, l’opera dell’archistar Daniel Libeskind, dedicata al grande scienziato comasco Alessandro Volta, praticamente sotto il Tempio Voltiano, in stile neoclassico e l’imponente Monumento ai Caduti d’ispirazione futurista.
Si prosegue lungo la passeggiata a lago ammirando le ricche ed eleganti ville costruite fra ‘700 e ‘800, con lussureggianti giardini, sino a giungere alla maestosa Villa Olmo e al suo parco, che si collega al percorso denominato Chilometro della conoscenza.
Le visite rientrano nel progetto Cult City di Regione Lombardia, cui Como aderisce, per la valorizzazione del patrimonio culturale cittadino.
Punto di ritrovo: info-point Broletto, ingresso da Piazza Duomo e da via Pretorio
Visita in lingua italiana e inglese. Non è necessaria la prenotazione. Costo 4.00 euro a persona, under 10 gratuito.
Festa di Sant’Abbondio, con i piatti tipici della tradizione comasca, pulenta e missulten, ossobuco in gremolata con polenta, lavarello in carpione, pizzoccheri, la polenta uncia, la miascia c’è tutti i giorni. Per sentita la Fiera di Sant’Abbondio, l’Associazione Cuochi di Como servirà i grandi classici della gastronomia locale salvaguardando la tradizione per la festa del patrono di Como che si concluderà il 5 settembre. Uno sguardo anche dall’altra parte del mondo, con la presenza della cucina giapponese.
VALDOSSOLA
Domenica 3 Settembre, a Bognanco la 30° edizione della festa del mirtillo, dove è protagonista assoluto questo frutto che regala la montagna. Da gustare da solo ma anche in tutte le sue possibilità con il gelato (magari di capra), con lo yogurt, con limone e zucchero….. Per l’occasione la piazza delle fonti di Bognanco si vestirà di viola con l’enogastronomia locale: si potranno degustare salami, gnocchi, risotto, crostate caserecce, bignet, gelato, grappa, zucchero filato e succhi, tutto rigorosamente al mirtillo. La Sagra aprirà alle 9:00 con le tradizionali bancherelle dell’artigianato locale, alle 11:00 verrà distribuito un cocktail di benvenuto.
Ricca la proposta per il pranzo: si potrà scegliere di farlo comodamente seduti nelle strutture convenzionate della Valle, o anche in piazza dove saranno serviti gli gnocchi al mirtillo. Alle 14:00 inizieranno le degustazioni con l’acquisto dell’apposito carnet. Alle 17:00 sarà distribuito il risotto al mirtillo, tipico piatto bognanchese.
Dal 1 al 3 Settembre, festa Patronale di Santa Maria a Viganella nel comune di Borgomezzavalle, in valle Antrona. Tre giorni di festa in una dei territori ancora più incontaminati della Valdossola e per un borgo che vuole fortemente vivere, rilanciando la sua storia e le sue tradizioni. Un’occasione per andare alla scoperta di un territorio che regala molte sorprese e relax.
Sabato dalle ore 19.00 cena in piazza con prodotti locali. Domenica alle ore 10.30 messa solenne, dalle 12.00 pranzo in piazza a base di polenta, selvaggina e altri prodotti locali. Nel pomeriggio dalle ore 15.00 processione solenne con la statua della Madonna, accompagnata da gruppi folk, alpini e la Banda di Bracchio.
Dalle 17.00 concerto del coro “Out of time” presso la chiesa. E dalle 19.00 cena in piazza con prodotti tipici.
Santa Maria Maggiore cuore della Valle Vigezzo, dal 1 al 4 settembre, sarà ‘invasa’ da centinaia e centinaia di spazzacamino provenienti da tutto il mondo.
E’ il Raduno Internazionale dello Spazzacamino, giunto alla sua 36esima edizione, tradizionale evento dove gli ‘uomini neri’, si ritrovano in quella che è stata ed è la valle culla di questo mestiere. La Valle Vigezzo ha, infatti, una storia secolare legata a esso, tanto che fu addirittura nominata nelle carte geografiche del 1500 come ‘Valle degli Spazzacamini’. Un week-end di festa che coinvolge tutto il territorio tra folklore, tradizione, ricordo ed enogastronomia.
Tantissimi gli eventi in programma, tra cui quello dell’apertura dell’Oratorio di San Luigi, a Craveggia. Sabato 2 settembre verranno organizzate le visite guidate dalle 10 alle 12.30: un’interessante occasione per scoprire le bellezze di questo edificio di culto vigezzino, un “Luogo del Cuore del Fai”.
VARESE
Ricco e variegato il programma del fine settimana varesino.
Si parte con lo spettacolare raduno delle moto Aermacchi. Veri e propri gioielli a due ruote che nel week end si ritroveranno davanti al piazzale della vecchia fabbrica alla Schiranna, sul lungolago di Varese. Per poi sciamare a centinaia per le strade del territorio. Un raduno a livello mondiale con piloti, appassionati che arriveranno da ogni parte, ritrovandosi già nella giornata di sabato.
Intenso il programma al Sacro Monte di Varese
Sabato 2 settembre alle ore 6.00, se c’è bel tempo, la possibilità di assistere all’alba dal piazzale del Mosè, accompagnati dalla musica, dal canto e dalla danza a cura di Luisa Oneto e la famiglia dei talentuosi Scarpolini. Evento gratuito organizzato da Vic Bifulco per ACTL.
Dal pomeriggio il via al festival Microcosmi, con tantissimi appuntamenti a ingresso gratuito, che ha come ospite d’onore Renato Pozzetto. Con un programma fitto per animare il Sacro Monte con la sua via Sacra dal pomeriggio fino a mezzanotte.
Alle 20 il chitarrista Luca Stricagnoli, quindi alle 21 Renato Pozzetto, con il suo spettacolo antologico.
Alle 22.15 “Planetario”, concerto dei Deproducers, con l’astrofisico Fabio Peri, in contemporanea sono proposte osservazioni astronomiche a cura di Antonio Paganoni.
Dalle 16 alle 20 nel cuore dell’antico borgo artisti di strada in collaborazione con l’associazione “Un cuore con le ali”.
Al Camponovo dalle 15 a mezzanotte diverse mostre d’arte e fotografiche.
Dalle 19 alle 20 Four On Six: Jazz Swing Manouche con aperitivo su prenotazione (15 euro, 347.2311152). Dalle 23.30 per un’ora proiezione di corti a cura di Cortisonici con spaghettata di mezzanotte.
Alle 17:30 “Alla scoperta del Magico Patch” con Bambi Lazzati e Paolo Quattrin, a cura dell’associazione Amici di Piero Chiara.
Alla Casa Museo Pogliaghi visite guidate incluse nel costo del biglietto d’ingresso di 5 euro alle ore 10-11-12 e 14-15-16; alle 17 spettacolo di danza della scuola di Silvana Bazzi. Anche sulla spettacolare terrazza del Museo Baroffio partono visite guidate al museo e alla Cripta del Santuario.
Alla stazione, a monte della funicolare, dalle 18 alle 20 suona l’arpista Sara Chessa, dalle 18.30 alle 19.30 nella sala interna letture di “Favole al telefono” di Gianni Rodari a cura di Giovanni Battezzato.
Il Sacro Monte di Varese sabato 2 settembre, sarà raggiungibile con le navette gratuite concesse da Autolinee Varesine con partenza dal Piazzale De Gasperi (stadio) e arrivo a Piazzale Pogliaghi al Sacro Monte.
Weekend di settembre sui laghi Per salutare l’inizio di settembre, tante occasioni da vivere. Settembre è un mese piacevole, non più tanto caldo, con leggere brezze, ma ancora pieno di sole.
0 notes
Video
youtube
"Energia" de Franco Battiato en la televisión italiana en 1972, con un montón de jóvenes oyentes pertrechados tras máscaras Battiato.
El músico siciliano venía de un estilo pop-melódico sesentero del cual acabó harto y quería hacer otras cosas. Y se sacó de la manga esa obra maestra absoluta que es "Fetus" (1971), un álbum de rock progresivo y proto electrónica tan nuevo como lo más nuevo de Kraftwerk o Stevie Wonder.
"Fetus" es uno de esos discos que me gustaría tener en vinilo ("This Is London" The Times, "Third World War" Third World War, etc...), que o bien son muy caros o no se ven en este Madrid tan flojo de buenas tiendas de discos. Si ves una reedición de "Fetus" habrás tenido suerte, y si trincas un original ya ni te cuento.
Lo que más me gusta de ese primer LP del artista siciliano es su capacidad para imprimir a su electrónica todo el carácter italiano, latino, mediterráneo. Es una electrónica "caliente", soleada. Un disco mágico y avanzado.
Es curioso de que modo veo en este disco adelantadas algunas de las locuras de Sisa, La Romántica Banda Local o Antònia Font. Sin duda, Battiato es el "galáctico" italiano, un generador.
Luego Franco iría extremando su discurso musical en los 70, hasta volver a la música pop a finales de década y convertirse en uno de los solistas europeos más inspirados de los años 80. J. Viernes.
1 note
·
View note
Video
youtube
"Lo primero en caer fue la palabra Dios. La palabra Dios fue lo primero que... Lo segundo en caer fue la palabra amor. La palabra amor fue lo segundo que... Le siguieron después pueblo y libertades, pueblo y libertad. Y una larga caravana que se cayó detrás... ¡Eeeh! ¡A ver si dejáis en paz la única palabra en la que creo esta semana! Pan con membrillo, pan con membrillo. Pan con membrillo y café".
Así era la Romántica Banda Local, el grupo de Fernando Luna y Carlos Faraco, una brillante confabulación de lo cotidiano y lo fantástico. En "Lo Primero en Caer" les salió su vena más crítica, visionaria y adelantada, absolutamente certera, como todos podemos sentirlo hoy por hoy en nuestras propias carnes. Y lo que nos queda...
En "Pan Con Membrillo" les sale el Sisa que nunca tuvimos en Madrid. Creo que ellos fueron lo más próximo al cantante melódico del Poble Sec por aquí. El pan con membrillo se repite a modo de letanía castiza que sirve para exorcizar el daño y perjuicio generado por los desmanes y pillaje de las fuerzas vivas de la patria (demasiado vivas en el caso español). Un despropósito total, vergüenza abajo de los Pirineos. Casticismo contra elitismo en una canción de escueta letra que bien podría ser un himno para la ciudad de Madrid.
Como todo lo bueno, la R.B.L. duró dos telediarios: "La Romántica Banda Local" (1978), que incluye el "Cruzando Atocha" de arriba, y "Membrillo" (1980). El tercer telediario, "Lágrimas de Cocodrilo", no llegó a ser transmitido.
A finales de los 70's en onda musical-teatral estaban ellos y Cucharada, pero llegó la Orquesta Mondragón con su Rock&Variedades y arrasaron, sentando uno de los principales precedentes - hoy ninguneado- de la "sacrosanta" Movida.
No me gusta el rock. Jesús Sanz Morales.
0 notes