#la luce della notte
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monomania
Qualche volta Majnun, l'"amante folle", invidia gli altri innamorati [...]: gli altri baciano, abbracciano, posseggono la donna amata; mentre il suo amore (anche se nessun padre nemico lo allontanasse) non tollera il possesso, proscrive la vicinanza, esige la distanza e l'eterna separazione. Ma proprio a causa della separazione, egli vive soltanto d'amore: l'amore lo pervade, lo possiede, distrugge qualsiasi altra realtà attraversi il suo animo; tutti gli altri esseri umani, tutti gli altri oggetti gli sono indifferenti e il suo io si scioglie come un cero arso da una fiamma troppo forte. (da P. Citati, Due libri di Nezami, in La luce della notte)
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Gocce di Rugiada: Una Poesia di Ely tra Sogno e Realtà
Ely Gocce Di Rugiada esplora la notte come luogo di rifugio e introspezione, tra ombre, paure e un dolce riposo.
Ely Gocce Di Rugiada esplora la notte come luogo di rifugio e introspezione, tra ombre, paure e un dolce riposo. Recensione:La poesia Gocce di Rugiada di Ely ci conduce in un viaggio nella notte, quel momento magico in cui l’oscurità si mescola ai sogni, creando uno spazio di introspezione e rifugio. Con parole delicate e immagini evocative, l’autrice riesce a trasformare la notte in una tela su…
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Nel silenzio profondo della notte, quando le stelle tessono trame di luce nell'oscurità, l'anima mia si desta in un fremito. Attraverso i labirinti interiori, mi smarrisco e mi ritrovo, guidato da ardori ineffabili e desideri inconfessati. La passione infiamma il mio spirito come fuoco indomito, un impeto che travolge ogni argine della ragione. Sospeso tra estasi e contemplazione, navigo mari di emozioni tumultuose. Ogni battito del cuore è un sussurro di promesse taciute, un richiamo verso abissi inesplorati dell'essere. L'impeto dell'amore mi avvolge come un manto di stelle cadenti, incendiando i sensi e l'immaginazione. Le mie giornate sono intrise dei colori vividi dei sentimenti più profondi, tinte di carminio e oro antico. Ogni pensiero è permeato da un languore dolceamaro, un'eco di melodie lontane che risuonano nell'intimità più recondita. I sensi si affinano, percependo sfumature sottili e profumi evanescenti che destano memorie sopite. Il desiderio scorre come un fiume sotterraneo, alimentando la terra fertile dell'anima. È un'energia primordiale che plasma emozioni e alimenta sogni di indicibile dolcezza. In questo viaggio solitario, abbraccio le contraddizioni dell'esistenza, trovando bellezza nell'intensità che mi attraversa. Non cerco approdi certi né risposte definitive. Mi lascio trasportare dalla corrente impetuosa dell'essere, esplorando i confini tra luce e ombra, tra quiete e tumulto. Ogni istante è un dono prezioso, un'occasione per immergermi nel mistero dell'esperienza umana. Così proseguo, pellegrino dell'anima, assaporando la sublime complessità delle emozioni che mi animano. Lascio che la passionalità tracci il cammino, che l'erotismo sussurri tra le pieghe dei pensieri. In questo percorso, ogni sensazione è un tesoro, ogni emozione un universo da esplorare.
Empito
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L'innocenza

A vederti ti si scambierebbe per una bambina. Eppure hai già venticinque anni. Un accenno di seno, magra ma tonica. Ben allenata, eppure piccola e tenera. Solo io so di quali numeri sia capace la tua bocca. Solo io conosco quanto sia morbido e accogliente il tuo culo, quando s’allarga elastico per farmi entrare. Impazzisco, se sto senza vederti un giorno, senza poterti baciare tra le gambe e sentirti godere mentre vieni in silenzio.

Perché la cosa che più ti piace è vestirti in modo sexy, anche in casa; e stimolarmi, farmi andare fuori di testa con la tua aria da studentessa modello e puttanella da adorare e sfondare. Sei diabolica. Ami trascinarmi in un’altra stanza dove tua madre, mia compagna da anni, non ci possa vedere. Per toccarmi nei pantaloni, frugarmi e sentirmi crescere. Baciarmi sulle labbra, iniziare a masturbarmi per poi improvvisamente fuggire via nella tua cameretta.

Adoro la tua fica strettissima e il modo in cui di notte nel tuo letto mi accetti dentro di te senza fare un fiato, per non svegliarla mentre dorme serena. Dovrei sentirmi in colpa. Ma il desiderio non conosce tabù da rispettare e a te io non so rinunciare, gemma di primavera nel mio autunno ormai tormentato dalla voglia di te. Ormai è da qualche mese, da quando è sbocciato questo frutto amaro, che ogni notte sgattaiolo in silenzio e mi ficco a letto con te per quei preziosi venti minuti di puro sesso animale.

Non dovremmo, lo so; ma ormai non ho più scrupoli o vergogna. Poi, di mattina si fa colazione tutti e tre insieme. Ognuno andrà dove deve, chi a lavorare chi all’università. Io nella mia mente comunque sarò soprattutto impegnato ad aspettare impaziente tutto il giorno i tuoi messaggi, che puntualmente risveglieranno il mio desiderio. Nessuno potrebbe resistere alle tue tettine dolci ma sode e alla tentazione del tuo corpo scattante, magro e nervoso. Ma è la tua mente perfida, quella che mi vince. Che mi possiede totalmente. Sei desiderio puro.

Ogni volta che mi ripropongo di smetterla, di non farmi più ossessionare dall’idea di te, dal tuo profumo, metto una mano in tasca al giaccone e lì trovo sempre il promemoria, quel tuo perizoma che mi ci hai infilato di nascosto tempo fa, per rimarcare il territorio. L’annuso profondamente e torno a pensarti con intensa passione. Lo custodisco come una reliquia. Sei un’ossessione. Occasionalmente, finito di scoparti lo prendo e te lo passo tra le gambe, per pulirti e impregnarlo nuovamente del profumo più buono al mondo: quello della tua fichetta.

Oh, come mi piace vederti remissiva e obbediente a tua madre quando lei bonariamente ti rimbrotta. O se magari, osservandoti con lo sguardo pieno d’amore, ti dà dei consigli pieni di saggezza e affetto su quanto sia importante comportarsi bene e trovare un bravo ragazzo. Sei la sua bambina innocente, la luce dei suoi occhi. E la pura perdizione, per me. Ogni tanto parlando di te lei mi dice: “non è adorabile, la mia ragazza?” Occasionalmente capita qualche giornata in cui tua mamma mandi un messaggio a entrambi e ci comunichi che purtroppo per un imprevisto o la malattia improvvisa di qualche collega lei debba fare straordinario fino a sera tardi, per coprire un doppio turno.

Allora io so già come andrà il pomeriggio, tra noi. Lei è una donna d’oro: t’ha avuta giovanissima e da ragazza madre modello t’ha allevata con sacrifici neri, prima di incontrare me qualche anno fa. Solo allora s’è potuta rilassare un po’. Avrebbe diritto soltanto a un enorme rispetto, da parte nostra. A non essere ingannata, tradita in modo così subdolo. Mi vergogno da morire. Lei è un’anima adorabile: con me si comporta sempre in modo inappuntabile, da vera compagna fedele, devota e al tempo stesso, in privato, da femme fatale.

Si fa sempre bellissima e come sai bene, perché la invidi un po’, è ancora giovane e molto sexy: s’ammazza di palestra solo per piacermi e ha un corpo da urlo, letteralmente. Le piace sedurmi e legarmi ogni giorno di più, col suo innegabile e intelligente charme di donna pantera. Impazzisco sia per il suo sorriso che per il suo corpo caldo di femmina matura, molto esperta nei giochi di sesso e nel trattenimento del pene. Sessualmente mi vizia di continuo: mi fa fare e mi fa di tutto. Adora succhiarmelo e inghiottire il mio seme. Già questo dovrebbe bastarmi, no?

Ma io invece per il puro gusto del proibito, del peccato, della trasgressione, del non si fa, del sesso assolutamente vietato dalla comune morale e tabù, voglio sempre e solo te. Ti desidero, ti devo leccare, odorare, toccare, violare ovunque e ho bisogno di riempire di sborra ogni tuo orifizio. Devo sentire che sudi, sotto di me; che vibri e godi da impazzire. Poi mi sento sempre in forte colpa. Vorrei confessare tutto a lei e ricominciare daccapo insieme, in modo pulito e onesto. Perché la amo da impazzire. Ma così la distruggerei, la perderei. E anche tu avresti perso tua madre. Dall’altro lato però francamente spero non finisca mai, questo nostro osceno, indicibile, deprecabile peccato. Adesso lecca tuta la mia sborra e ingoiala. Amore mio segreto.

RDA
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Ci sono parole che diventano familiari col tempo e che, spesso, hanno a che fare con eventi drammatici ai quali purtroppo, in un modo o nell’altro, ci abituiamo. O, peggio ancora, anestetizziamo. Allah Akbar, Allah è grande. Quella che un tempo era una preghiera pronunciata sottovoce è diventata l’urlo dei terroristi islamici. Jihad, la guerra santa piombata con due aerei contro le Torri Gemelle di New York e poi in Europa con le bandiere nere dello Stato islamico. E oggi “taharrush gamea”, lo stupro legalizzato del branco maghrebino. Un’onda continua che separa le donne. E che diventa onta. Offesa. Vergogna.
La storia è nota. La prima volta è in piazza Tahrir, in Egitto, durante le Primavere arabe. In quella rivoluzione, che avrebbe dovuto portare libertà e democrazia, avanza il gruppo estremista dei Fratelli musulmani. Le donne diventano qualcosa da nascondere. Qualcosa che non ha dignità. Se scendono in piazza le si accerchia. Le mani corrono ovunque. Sui fianchi. Sotto i vestiti. E loro non possono fare nulla. Non basta il “no”. Non basta implorare pietà. Quella donna deve essere annichilita. Il “gioco” della gang, soprattutto in quei Paesi dove il gruppo è ancora sentito, piace e si diffonde, come è ovvio, anche nel Vecchio continente. Succede a Colonia, dove gruppi di immigrati nordafricani si fiondano, nella notte di capodanno del 2016, su donne indifese. Il procuratore della Repubblica si affretta a dire che la stampa esagera e che questi stupri sono dovuti “alla misoginia” più che alla presenza di profughi. Per la prima volta, però, si fa il nome e si parla di “taharrush gamea”. I giornali provano ad approfondire nonostante politici e magistrati facciano il possibile per nascondere e minimizzare. Succede ancora. Ad Amburgo, in Gran Bretagna, in Svezia, in Belgio. E anche nel nostro Paese. Nella notte di Capodanno del 2022 e in quella del 2024. Ancora una volta “taharrush gamea”. Ancora una volta i media minimizzano.
Un'interrogazione presentata dal capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, chiede chiarimenti al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che risponde: “L’autorità giudiziaria sta accertando il quadro delle responsabilità, facendo piena luce su quanto accaduto anche al fine di verificare, come sembra, se si sia trattato di una pratica organizzata ascrivibile al cosiddetto ‘taharrush gamea’”. Come sembra, dunque. Perché le violenze che abbiamo visto durante l’ultima notte dello scorso anno sono sovrapponibili a questo macabro rito. Non a caso, l’onorevole Sara Kelany ha detto: “Sono sempre le stesse modalità: gruppi di uomini di origine nordafricana che, con lo stesso schema, accerchiano, neutralizzano e violentano le donne.
Da anni Fratelli d’Italia denuncia questo scempio, oggi siamo lieti del fatto che la procura finalmente indaghi, finalmente si solleva quel velo di ipocrisia buonista che per troppo tempo ha fatto sì che queste vicende venissero taciute per non essere tacciati di islamofobia”.
“Taharrush gamea”, quindi. Il termine è nel nostro vocabolario perché è già entrato nelle nostre vite. Ed è bene intervenire. Prima che sia troppo tardi (anche se forse già lo è).
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dopo un mese in questa casa posso ammettere: mi sento sola.
da piccola non avrei mai pensato di poter vivere da sola, avevo sempre paura del buio, di quello che succedeva quando non avevo la luce accesa, tutto di distorceva.
soprattutto la notte, non è mai stato un momento sereno, non è mai davvero stato un momento in cui staccare completamente perché una parte di me era sempre sul chi va la.
non penso di aver dormito serenamente da quando non vivo più con Dy.
non nel senso romantico del termine, ma mi proteggeva, c’era qualcuno che era accanto a me qualsiasi cosa fosse successa durante la notte.
tuttavia, non c’era spazio per i sogni, non c’era spazio per la fantasia, non c’era spazio per le paure, che in questo anno e mezzo ho imparato ad apprezzare, ho imparato a custodire.
adesso possono vivere, adesso non stanno rintanate e colpiscono in altri modi.
ho paura ma non sono terrorizzata.
ho paura della mia solitudine, ma devo conoscerla per non averne più o per averne ma senza lasciarmi travolgere.
sono felice di questa scelta, nonostante chiuderò gli occhi con le lacrime, nonostante non ho le mie personcine vicine.
sto costruendo qualcosa di mio, ho costruito qualcosa di mio, ed è qualcosa che ho ottenuto da sola, per la prima volta della mia vita.
e sono orgogliosa di ciò.
posso dire di me che ho chiuso la mia relazione di 8 anni, ho superato una situa ambigua nel mio ex posto di lavoro in cui si sono sfiorati livelli di mobbing e mi sono trasferita ad Amsterdam per lavorare con le ricercatrice dei miei sogni; e tutto in due anni.
come dice la psico “rassegnati, tu sei quella delle cose grandi”.
e sono felice che saranno gli ultimi mesi di cose grandi e dopo potrò rilassarmi per qualche anno.
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Un sogno che sembrava troppo reale
Valgono le stesse avvertenze descritte nella parte prima.
Giacevo nel letto invasa da pensieri confusi che mi giravano nella mente. Ero profondamente turbata dalla mia reazione con quel cane e mi sentivo terribilmente colpevole, piena di vergogna. "Come ho potuto lasciarlo farlo andare così lontano... c’era quasi..." I miei pensieri si spensero e scivolai in un sonno profondo. La mattina mi svegliai sentendomi bene. Alla luce del giorno, gli eventi della notte passata sembravano molto più gestibili. Ha dato la colpa di tutto allo scotch: "Non dovrei bere da sola, mi fa sempre arrapare troppo". Sorrisi andai in cucina, indossando solo una maglietta sottile. Non ci ho pensato due volte, almeno consciamente. Guardando indietro, in seguito mi resi conto che stavo deliberatamente ma innegabilmente sfidando il destino, giocando con il fuoco, il suo stesso fuoco! Iniziai a preparare la colazione pensando a Dicky, scacciai i pensieri che mi riportavano alla notte precedente e gli preparai il suo cibo. Dicky lo divorò in un attimo, bevve l’acqua e si sdraiò, mentre stavo affaccendata ad apparecchiare la tavola me lo sono sentito dietro di me, mi voltai per affrontarlo e lo rimproverai a muso duro. Dicky mi guardò confuso , con i suoi grandi occhi da cucciolo, mi smontò immediatamente e gli dissi che doveva essere cortese con me. Mentre gli parlavo mise le sue zampe su di me e iniziò a scodinzolare, iniziai a indietreggiare e vidi la sua prominente mascolinità fuoriuscire e sentii tutta la sua forza mentre mi spingeva verso il soggiorno. Un brivido attraversò la mia mente. Era indissolubilmente attratto da me. Mi sentivo molto agitata perché non era quello che volevo io. Il cane continuava a spingermi fino a quando sentii dietro di me il divano, mi sedetti, e appoggiai la schiena contro il divano e spinsi le gambe in avanti, questo produsse anche un innalzamento del mio inguine.
Dicky si fece avanti, sentii la parte superiore del corpo che premeva contro il mio seno sotto la maglietta. Sentì i miei capezzoli indurirsi. Tutto ciò era spaventoso e allo stesso tempo stimolante. Sentii la sua pelliccia contro le mie gambe nude, e fui sorpresa dalla sensazione improvvisa e insistente del suo cazzo eretto, che spingeva verso di me. Fui consapevole delle circostanze, e dello stato di eccitazione dell’animale. Tutto era così spaventoso e allo stesso tempo stimolante. Assolutamente non dovevo farlo. Fui presa completamente dal panico , sentii sfiorarmi i peli pubici e andai fuori di testa. Non so dove trovai la forza di spingerlo via e corsi di filata in camera e chiusi la porta dietro di me. Provai una profonda vergogna, giacevo tremante e confusa pensando a quello che era appena successo . Questa volta non potevo incolpare l’alcol e mi chiesi che cosa non andasse in me. Come avevo permesso che si giungesse a quel punto, l’accaduto era terribile da contemplare. Mi sentivo tutta scossa e allo stesso tempo eccitata, mi sentivo fracida, infilai una mano tra le gambe e mi accarezzai fino a raggiungere l’orgasmo.
Rimasi a letto sconvolta, confusa e molto arrabbiata con me stessa per la mia eccitazione. Ero arrabbiata con Dicky, arrabbiata con mia cugina che me lo aveva lasciato. Il pensiero che sarei stata sola con Lui ancora per due settimana mi lacerava. Uscii frettolosamente da casa, trascorsi la giornata in uno stato di confusione mentale, imbarazzo e vergogna. Ogni volta che ci pensavo mi veniva la nausea. Era tutto cosi vergognoso e proibito. Ogni volta che ci pensavo mi sentivo anche eccitata e questo mi faceva sentire peggio. Avevo paura di tornare a casa sapendo che il cane mi avrebbe aspettata. Non potevo lasciarlo solo dovevo necessariamente ritornare. Avevo paura di aprire la porta. Dicky era lì, scodinzolando, felice di vedermi. Iniziai a preparare la cena e disponendo cibo e acqua per Dicky nella sua ciotola. Per tutto il tempo, gli occhi di Dicky mi seguirono. Di tanto in tanto, lo guardavo nervosamente con la coda dell'occhio sentendomi molto imbarazzata, anche perché riuscivo a intravvedere il suo cazzo , il ricordo si fece strada nella mia mente, quell'oggetto affilato, duro e umido che mi scivolava lungo la gamba... la mia gamba nuda. La forza di Dicky mentre cercava di farsi strada verso di me. Tremai involontariamente, ma non riuscii a distogliere lo sguardo. Mi versai uno scotch, forse più di un po', e andai in camera a cambiarmi. Mi misi comoda indossando una tuta. Niente carne nuda per confondere Dicky stasera. Non riuscivo a togliermi dalla mente il pensiero del suo cazzo rosa.
Il post con le figure mi è stato bannato per una segnalazione di qualche codarda. Non era tenuta a vederlo, l'ho avevo scritto nelle avvertenze. Ci riprovo. Se mi dovessero bannare ancora chiedetemi la seconda parte in pvt.
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🔥🔥🔥
In un angolo di ombra, ti osservo,
la luce danza sulle curve del tuo corpo,
calze autoreggenti, come un abbraccio,
tracciano sentieri di desiderio e fuoco.
Le note della musica, dolci e avvolgenti,
si intrecciano ai nostri respiri,
ogni sguardo, un invito,
ogni gesto, un segreto da svelare.
Orecchini che scintillano,
come stelle in un cielo notturno,
mentre il profumo che indossi,
è un richiamo che mi pervade e mi avvolge.
Ti avvicini, il tuo calore mi sfiora,
un brivido corre lungo la schiena,
le tue labbra, un frutto proibito,
promettono piaceri, racconti e sogni.
In questo gioco di luci e ombre,
ci perdiamo, danzando al ritmo del cuore,
le mani si cercano, si esplorano,
in un mare di passione e ardore.
E mentre la notte ci avvolge,
sussurri di luce ci guidano,
nel labirinto dei sensi,
dove il desiderio trova casa.
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abolire
"Intendiamo negare tutte quelle arbitrarie distinzioni tra vizi e virtù, tra lealtà e slealtà, su cui anche i comuni ribelli si basano. Quegli sciocchi sentimentalisti della Rivoluzione Francese parlavano dei Diritti dell'uomo! Noi detestiamo i diritti, tanto quanto detestiamo i torti. Per noi non esiste il Giusto e lo Sbagliato." "E neppure la destra e la sinistra, - disse Syme con sincero entusiasmo - mi auguro che abolirete anche queste, perché mi danno ancora più fastidio." da G. K. Chesterton, L'uomo che fu Giovedì
che mi fa ricordare di questo:
La più perversa incarnazione della linea retta è la morale. Prima che qualcuno la inventasse, gli uomini andavano per la giusta strada senza conoscere il senso del dovere: si amavano l'un l'altro senza professare l'ideale dell'amore umanitario: erano sinceri senza sapere che cosa fosse la lealtà, erano di parola senza conoscere il valore della fiducia. Con l'imposizione della morale cominciarono a smarrire l'intuizione profonda del Tao, e a perdere la spontaneità e la scioltezza con la quale si erano aggirati tra le acque nutritrici del mondo. da P. Citati, I giochi del Tao. in La luce della notte
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Il Festival delle Luci 2024: Lione si Prepara a Splendere dal 6 al 9 Dicembre
Un evento imperdibile che trasformerà Lione in una città luminosa, combinando arte, tecnologia e sostenibilità.
Un evento imperdibile che trasformerà Lione in una città luminosa, combinando arte, tecnologia e sostenibilità. Il Festival delle Luci 2024, che si terrà a Lione dal 6 al 9 dicembre, è pronto a illuminare la città con una serie di installazioni artistiche e spettacoli luminosi mozzafiato. Questo attesissimo evento annuale, riconosciuto a livello mondiale, si propone di attrarre visitatori da…
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Di recente ho fatto delle analisi del sangue, giusto per controllare che il disfacimento totale prosegua alla giusta velocità, senza accelerazioni. Le mie analisi del sangue mi ricordano molto quel film di Al Gore di inizio anni 2000, quando parlava della catastrofe che avrebbe stravolto il pianeta ma noi l’abbiamo guardato pensando fosse fantascienza e più di vent’anni dopo viene da dire “Ah cazzo, ma si poteva fare qualcosa allora!”. Da un certo punto di vista sì ma non guardate me, io in generale non ho voglia di fare un cazzo, figuriamoci salvare un pianeta. Di simile le mie analisi hanno la parte finale. Aspetto il giorno in cui le guarderò ed esclamerò sorpreso “Ah cazzo, ma si poteva fare qualcosa allora!” e invece sarà troppo tardi e tirerò i remi in barca e via verso l’inevitabile. Quello che è emerso dalle analisi è che ho il colesterolo alto. Io. A parte che oramai controllo tutto quello che ingerisco (falso, mi do arie da uno che controlla tutto e basta) e questo ha portato alla luce un grande problema: non ho idea di cosa sia il colesterolo. Cioè ma devo davvero mettermi a imparare un’altra roba che mi potrebbe fare del male? Con che voglia? Armato di questi risultati sono andato a parlare con gli amici. Quando ho una novità in genere ne parlo con un po’ di persone, giusto per capire se anche gli altri sono vittime del mio stesso atroce destino. Così entro nell’osteria del mio amico che ogni anno metto nella mia lista totomorti (lui lo sa e condivide, date le sue abitudine ludiche e alimentari, droga e alcol, si domanda spesso come sia possibile arrivare al panettone ogni anno) ed esclamo in una sala gremita di conoscenze decennali “Mi devo dare un contegno! Ho fatto le analisi del sangue e ho il colesterolo alto!”. Nessuno mi ha cagato più di tanto, solo un paio di persone si sono prima confrontate e poi mi hanno chiesto all’unisono: “Scusa, ma perché tu fai le analisi del sangue?”. Non c’era malizia in questa domanda. Si tratta di personalità da bar, che diluiscono ogni giornata in litri di vino, che se c’è un problema non lo affrontano, lo ignorano, sperando vada via o che li uccida senza fare troppo rumore. Un po’ come abbiamo fatto con il film di Al Gore. Me lo sono domandato sul serio. Ma perché faccio le analisi del sangue? A che proposito? Per eliminare ancora qualcosa? Per togliermi un altro svago durante la giornata? Così ho iniziato a guardarmi attorno e ho notato chi si lascia andare. Ho notato i loro nasi rossi e le mani gonfie e i ventri esplosi. Ho notato e non mi hanno fatto né caldo né freddo. E se per una volta, anche io mi lasciassi andare? Cioè che male può fare. Vivere ogni giorno ubriaco. Abbandonare le cintura e osservare i pantaloni stare su da soli. Eviterei di guardare nello specchio. Forse dormirei la notte. Eviterei di andare dalla psicologa. Eviterei di preoccuparmi del futuro perché tanto sarebbe già segnato. Metterei il mio stesso nome sulla lista del totomorti sotto a quello del mio migliore amico e via. Invece non lo faccio perché sono un cazzo di codardo e voglio allungare un po’ l’esistenza senza alcun motivo. Forse per dare lavoro alle signore che fanno le analisi del sangue. Quella dannata sottospecie di infermiera mi ha devastato il braccio l’ultima volta. Tolgo lo zucchero. Il pane e la pasta. I dolci e i carboidrati e il sesso e i baci. Tolgo tutto per ripartire da zero e spero che le mie prossime analisi siano così limpide da far esclamare al dottore che posso tornare a godermi la vita e offre lui droga e alcol.
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Lasciarsi divorare

Eccomi a te: stasera finalmente puoi avermi tutta. Puoi fare di me ciò che vuoi. Lo so, t'ho fatto soffrire per anni. T'ho sempre respinto perché ti trovavo grezzo, cafone, greve. E inoltre non mi piacevi neppure troppo fisicamente; ma ti ho sempre dato il due di picche soprattutto perché… sei il marito della mia ormai ex migliore amica! Perché, come si sa, a un certo punto delle storie gli estremi si toccano e d'improvviso come per magia ho iniziato a considerarti sotto una luce completamente differente. Da quando tua moglie ha iniziato a snobbarmi, a diffondere alcune voci false su di me, ho rivalutato la tua corte appena accennata ma costante nel tempo, senza cedimenti.

E ho cominciato a pensarti sempre più, ad apprezzare molto il tuo continuo farmi capire quanto mi desiderassi. Sai: la cosa peggiore o… migliore che possa capitarti è qualcuno che insistentemente, ogni momento ti guardi come una preda da divorare. Qualcuno che ti desideri e che te lo dica chiaramente, ogni volta che sei sola con lui. E al lavoro con te mi capita spesso, come sai. Purtroppo. Per mia fortuna. Quando siamo soli, d'improvviso cala sempre tra noi un'insolita intimità. All'inizio la cosa mi imbarazzava, poi ha preso a essere una delle poche cose che danno un vero senso alla mia giornata lavorativa e ormai, sinceramente parlando, non posso più farne a meno.

Tu, sagace, hai capito che dietro alla mia apparente indifferenza o appena accennata insofferenza, la cosa invece mi stuzzica nell'intimo. Altrimenti mi sarei lamentata ufficialmente con qualcuno o con te direttamente, è evidente. Mi dici sempre e in modo molto esplicito che ti piaccio, che ami tutto di me. Che il mio profumo ti entra nella testa, che il mio ancheggiare quando cammino ti fa sognare cose oscene e sporchissime. Mi hai confessato che adori quando d'improvviso nei corridoi e negli uffici ti trovi davanti il mio culo sodo fasciato da jeans stretti o da un vestito estivo leggero. Che le mie gambe custodiscono e portano ben celato tra loro il tuo paradiso.

Che vorresti essere il mio slip, o le lenzuola che mi avvolgono la notte. Finalmente, durante questa trasferta di lavoro insieme ho capito in modo inequivocabile che non posso più resisterti, che non serve a nulla. L'unico modo per liberarmi del desiderio di te è cedere. Eccomi quindi ora tutta pronta per la tua soddisfazione carnale. Mangiami, aprimi, usami. Fammi bagnare l'intimo sussurrandomi parole sconvenienti all'orecchio. Fammi sentire desiderata e bramata. La regina bellissima dei tuoi sogni più osceni. Mordicchiami il collo e fammi eccitare. Poi portami in camera tua e fai di me tutto ciò che vuoi. Voglio godere a mia volta di te e farti provare il paradiso.

Desidero donarti il tesoro nascosto tra le mie gambe, quello che da anni sogni di possedere. Onestamente, non vedo l'ora di mettere anche un bellissimo paio di corna a quello stronzo puttaniere di mio marito. Crede che io non sappia della sua amante. E poi non vedo l'ora che venga lunedì prossimo! A scuola di ballo potrò guardare tua moglie, che lì vedo abitualmente e sorriderle sapendo che sapore hanno i tuoi baci, che odore ha il tuo corpo quando suda su di me e mi fa sua. Voglio cedere sotto i tuoi colpi. Mi urge, non ce la faccio più a resisterti. Ecco: ora sento le tue mani che mi frugano impertinenti. Ci sei riuscito, campione. Servirti pure. Sei il padrone dei miei sensi.

Mi sei già entrato in testa, però adesso completa l'opera: viola la mia intimità, scardina i miei pudori di donna. Osa l'inosato: io te lo consento, lo voglio. Ora basta baci lascivi in pubblico: ci guardano, scemo! E ci invidiano intimamente, mentre sorridono scuotendo il capo. Tutti desiderano l'amore incondizionato e appassionato: tutti. Sarà bene che adesso lasciamo la sala ristorante dell'albergo e che ci trasferiamo sul letto comodo nella tua stanza, per fare tutto ciò che è proibito da morale, leggi, convenzioni e sacri vincoli; ma che proprio per questo è irresistibile e dolcissima tentazione a cui cedere.
Sono tua. Dominami. Non esiste forza che possa separare due corpi che si attraggano per desiderio ed ebollienza dei sensi. E se nessuno può riuscire a togliere una certa donna dalla mente di un uomo, quando invece è la donna che vuole un dato uomo, è sicuro che se decide di averlo ella se lo prenderà, in barba a tutto ciò che non lo consiglierebbe. Malgrado le possibili resistenze dell’intero Universo. Nulla frena la perversione e il desiderio di sesso di una donna. E nessuno sa dove esso può arrivare...

RDA
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(Foto: coffeeandcigarettes-v6)
È il mio momento preferito del giorno. O della sera, fai un po' tu. Prima di andare a dormire, togli i vestiti: in silenzio, in camera. Né radio, né televisione. Il mio show preferito sei tu che ti denudi per me. Un solo abat jour a luce bassa acceso. Sai quanto mi piaci.
(Video: cavernicoli)
E so che adori interpretare il ruolo del massimo desiderio maschile: lo fai a perfezione. Tolti gli indumenti, già il tuo odore m'avvolge. Voglio starti vicino. Più vicino. Dei due pezzi di intimo rimasti, inizi col reggiseno e poi vai avanti. Lentamente. Sono rimasti solo quei due piccoli pezzi di stoffa.

(Foto: c-vanum)
Teoricamente, per toglierteli ci vorrebbero dieci secondi. Ma tu, guardandomi negli occhi, fai durare la mia tortura dei lunghissimi minuti. Poi, completamente nuda, ti infili sotto le lenzuola e finalmente mi fai cenno di raggiungerti a letto. Spengo la luce e iniziano la lunga notte e l'amore con te. La vita può essere meravigliosa.
Aliantis

(Foto: lonerphilosopher22)
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La luna è la custode silenziosa di chi si appartiene, testimone discreta degli amori nascosti nelle ombre della notte. Ha visto baci rubati in angoli di città e abbracci stretti su panchine, muri, spiagge e mari. È stata il faro di chi si è amato lontano dalla luce del sole, illuminando il buio con la sua presenza. Forse per questo, quando ci manca qualcuno, alziamo lo sguardo verso di lei: perché sappiamo che ha visto tutto, che ci capisce, che tiene vivo quel filo invisibile che unisce i cuori anche nella distanza.
-Piccola Volpe
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Ogni volta che tornerò
ti incontrerò.
E dovremo ricominciare da capo
alla scoperta della favola del bosco,
capirci con le parole
che ci porta la pioggia
e aprire la notte
con un lampo di lucciole.
E ricordare il tuo nome,
il tuo nome di mele e strade,
dell'eucalipto profumato delle farmacie,
di piccole e azzurre lontananze.
E dovremo tornare
alle stazioni ferroviarie
che esistono solo nel cuore
e aspettare quel treno notturno
che attraversa gli inverni
per andare insieme a quella città silenziosa
dove il sole matura presto
e le stelle scendono
fino a sfiorarci i capelli.
Era un'altra epoca. Non ne dubito.
Ora abitiamo la nostalgia
come se fosse una vecchia casa.
Una stanza chiusa che non ci permette di vedere
oltre le mani.
Così
Io ti ascolto, tu mi ascolti
Ti amo, tu mi ami.
E siamo di nuovo
quello che eravamo ieri.
Una specie di luce tra le reti del destino
Come uno che si sveglia, ritorno
a quando il tuo corpo si è girato verso il mio
e l'amore cresceva lentamente
in un bagliore rotondo
e cristallino.
E in mezzo a due mondi tremanti
quelle gocce di luce
attraverso l'oscurità.
Marino Muñoz Lagos, da I volti della pioggia, 1971
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Il mio sguardo si posa su di te, sulle delicate curve che disegnano il tuo corpo come un'opera d'arte scolpita dalla mano del destino. Il cuore accelera, battendo al ritmo di un desiderio incontrollabile che si alimenta di ogni tuo sospiro, di ogni luce che brilla nei tuoi occhi profondi. Vorrei avvicinarmi piano, sentire il calore della tua pelle sfiorare la mia, immergere le dita nei tuoi capelli come seta tra le mani, mentre il mondo intorno a noi svanisce in un sussurro. Ogni pensiero è intriso della tua presenza, ogni istante lontano da te è un'eternità che brucia di attesa. Sogno di assaporare la dolcezza che solo tu puoi offrire, di trascorrere notti infinite avvolti l'uno nell'altra, dove le parole non servono perché sono i gesti a raccontare le storie più profonde. C'è una melodia che risuona nell'aria quando siamo vicini, una sinfonia di emozioni che solo i nostri cuori possono comprendere. Desidero esplorare ogni parte di te, scoprire i segreti nascosti dietro ogni sorriso, ogni sguardo fugace. Lasciami perdermi nei tuoi abbracci, sentire il ritmo del tuo respiro fondersi col mio, creare un legame indissolubile che sfida il tempo e lo spazio. Le linee del tuo corpo sono strade che voglio percorrere, sentieri di passione che conducono a un luogo dove solo l'amore regna sovrano. In questa notte stellata, con la luna a farci da complice, il mio animo è in tumulto. Ti desidero con la forza di mille tempeste, con la dolcezza di un alba che annuncia un nuovo inizio. Ogni fibra del mio essere anela al tuo tocco, al tuo profumo, alla magia che si crea quando le nostre anime si sfiorano. Sei il pensiero che accende i miei sogni, la realtà che voglio vivere senza timore. Permettimi di avvicinarmi, di colmare la distanza che ci separa, di lasciare che i nostri cuori si parlino senza bisogno di parole. Insieme potremmo scrivere una storia unica, fatta di momenti indimenticabili e emozioni intense. Voglio custodire ogni istante con te, renderlo eterno nella memoria, viverlo con la passione e l'entusiasmo che solo un amore vero può donare. Lascia che sia il tuo rifugio, la persona con cui condividere ogni gioia e lenire ogni timore. Con te, ogni momento diventa poesia, ogni silenzio un'opportunità per ascoltare ciò che le parole non sanno esprimere. Sei la musa che ispira i miei sentimenti più profondi, la fiamma che accende il mio desiderio, la ragione per cui ogni giorno sorge il sole nel mio cuore.
Empito
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