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Il Festival delle Luci 2024: Lione si Prepara a Splendere dal 6 al 9 Dicembre
Un evento imperdibile che trasformerà Lione in una città luminosa, combinando arte, tecnologia e sostenibilità.
Un evento imperdibile che trasformerà Lione in una città luminosa, combinando arte, tecnologia e sostenibilità. Il Festival delle Luci 2024, che si terrà a Lione dal 6 al 9 dicembre, è pronto a illuminare la città con una serie di installazioni artistiche e spettacoli luminosi mozzafiato. Questo attesissimo evento annuale, riconosciuto a livello mondiale, si propone di attrarre visitatori da…
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LINUS - FESTIVAL DEL FUMETTO
a cura della redazione DAL 27 AL 29 SETTEMBRE AD ASCOLI PICENO LA 3ᵃ EDIZIONE DI LINUS - FESTIVAL DEL FUMETTO. Ideato e diretto da ELISABETTA SGARBI. Tre giorni in cui il fumetto è il comune denominatore che unisce ospiti provenienti da diverse discipline Da venerdì 27 a domenica 29 settembre si terrà ad Ascoli Piceno la terza edizione di LINUS – FESTIVAL DEL FUMETTO, ideato e diretto da…
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Storia Di Musica #326 - Tame Impala, Lonerism, 2012
L’edificio in copertina del disco di oggi (che ricordo è il fil rouge dei dischi di Maggio per questa rubrica) è un particolare di uno degli edifici dei Giardini di Lussemburgo di Parigi. È mostrato sovraesposto alla luce, un po' sfocato in una giornata soleggiata estiva, come potevano farlo le decine di migliaia di turisti in quel luogo quel giorno, ed è opera di Leif Podhajsky, grafico e artista visuale australiano, che decise di editarla proprio come se fosse una foto fatta quasi per caso, mancando il fuoco del soggetto. Con questa copertina, l’artista di oggi voleva esprimere la sottigliezza e spesso l’indifferenza dell’isolarsi contemporaneo, come simboleggia il cancello più a fuoco dell’edificio e del giardino di sfondo. Kevin Parker è stato sin da subito un tipo dalla fervente immaginazione e creatività. Australiano di Perth, sin da giovanissimo inizia a suonare in gruppi rock amatoriali, fin quando non ha un piccolo successo con i Dee Dee Dums, un rock duo dove lui canta e suona la chitarra e Luke Epstein la batteria. È quasi per scherzo che registra in maniera casalinga delle canzoni che pubblica su una pagina di MySpace (ode al leggendario social network), dando a questa idea il nome Tame Impala, in omaggio alla grande antilope africana. Sorprendentemente ottengono un successo per passaparola sulla piattaforma, tanto che una piccola casa editrice australiana, la Modular Recordings, lo scrittura. Parker è “costretto” a ingaggiare altri due musicisti per suonare dal vivo i brani, Dominic Simper (basso) e Jay Watson (batteria). Il 2008 è l’anno del loro lancio: firmano un Ep a nome Tame Impala (sebben la copertina con la scritta la scritta di tre stelle lo fa diventare famoso come Antares, Mira And The Sun) una loro canzone, Half Full Glass Of Wine diviene una piccola hit, suonano come supporter band ai The Black Keys e in numerosi festival, dove il loro suono proto-psichedelico ha un grande successo. Che perdura nel 2009: nuova canzone di successo, Sundown Syndrome, che addirittura è inserita nella colonna sonora del film pluricandidato agli Oscar I ragazzi stanno bene, ancora festival, concerti, critica innamorata di questo suono vintage-moderno peculiare. Nel frattempo Epstein se ne va, e Parker da solo scrive testi e musica del primo (tranne una canzone con Jay Watson), attesissimo, disco dei Tame Impala: nel 2010 viene alla luce Innespeaker, apoteosi di questo gusto del nostro per il rock psichedelico degli anni d’oro (metà anni 60) ma con tocchi pop spiazzanti, ma che funzionano a meraviglia. Disco acclamato dalla critica e dal pubblico, Parker è con il nome di una band una delle nuove sensazioni della musica.
È con curiosità che quando esce nel 2012 Lonerism ci si approccia a questo nuovo lavoro: c’è già chi lo aspetta alla prova del secondo disco modesto dopo un grande inizio. Ma quasi tutti vengono smentiti da un lavoro che prosegue in questo binomio creativo quanto meno singolare tra psichedelia e pop music, ma stavolta lo fa abbandonando le chitarre e il rock per spingersi molto di più sull’elettronica, echi di new wave, accentuando la spinta psichedelica con cascate di tastiere e effetti di sampling. Parker non si nasconde e vuole creare una musica che “sia psichedelica ma che abbia la grazia pop di Britney Spears��. Registrato tra Perth e Parigi, spesso in totale solitudine, solo con il fido ingegnere del suono Dave Fridmann al mixing, il disco si apre con il gioco di campionamenti di Be Above It (quasi un mantra pop), che si ripetono in Endors Toi, in una atmosfera solare, quasi da serie Tv californiana. La stupenda Apocalypse Dreams, primo singolo estratto e una delle canzoni più belle dell’intero repertorio Tame Impala, ha echi lennoniani e un finale che in più punti sembra un omaggio a David Bowie e alle sue esplorazioni spazial-musicali di qualche decennio precedente. La parte centrale del disco è invece quella più marcatamente psichedelica. Nel trittico Mind Mischief, Music To Walk Home By e Why Won't They Talk to Me? si sente il lavoro dietro il mixer di Dave Fridmann, già produttore dell'esordio, ma soprattutto collaboratore fisso di quei pazzerelli dei Flaming Lips. Elephant sfoggia un riff sporco e quasi funk e un determinato assolo di tastiere acide, bellissime sono l'onirica ballata Nothing That Has Happened So Far Has Been Anything We Could Control e la quasi marcetta pianistica di marcetta Sun's Coming Up. Discorso a parte merita l’ultimo singolo, Feels Like We Only Go Backwards, che lo stesso Parker ammetterà di aver scritto pensando a Walk In The Park dei Beach House: una sognante ballata power dream pop, che diventerà una delle canzoni dell’anno, usata in film (Divergent del 2011), serie Tv (The Imperfects su Netflix), e spingerà il disco ai posti più alti delle classifiche redatte dalle riviste specializzate come miglior lavoro dell’anno. Anche le vendite sono sbalorditive: solo Feels Like We Only Go Backwards vende un milione di copie tra fisiche e digitali. Nonostante per alcuni sia un divertissement, il secondo lavoro è portentoso per l’accuratezza di certi particolari, per il lavoro di produzione certosino e per la freschezza generale delle musiche, caratterizzate dall'uso spectoresco degli arrangiamenti, dalla stratificazione degli effetti e da una pomposità e magniloquenza che faranno scuola.
Ancora meglio farà Currents nel 2015: scritto, suonato e registrato tutto da solo, molto più dance, virando ancora di più sul pop psichedelico e sul synth-pop, venderà milioni di copie e vincerà il Grammy come Miglior Disco Rock e miglior Disco dell’anno nel 2016, decine di altri premi e scaraventa canzoni come Let It Happen, ‘Cause I'm A Man, Eventually e The Less I Know The Better a miliardi di visualizzazioni sui siti di streaming facendo di un ragazzo di Perth il nuovo Re Mida del pop internazionale.
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Ya se encuentra disponible el retiro de entradas para los espectáculos gratuitos de sala que trae el Festival Internacional Antof a Mil 2025 "Más Humanidad”, evento de artes escénicas presentado por Escondida | BHP y Fundación Teatro a Mil, y que este año se desarrollará entre el 3 y el 12 de enero de 2025 con una programación que profundizará en la empatía, la niñez y la conexión entre las personas.
En esta edición 2025, se podrán apreciar espectáculos de compañías provenientes de Reino Unido, España, Argentina y Chile, las que se presentarán en Antofagasta, Mejillones, Peine y San Pedro de Atacama. Las entradas para las 8 funciones en sala son gratuitas y se pueden descargar del sitio web Antof a Mil, donde también se puede encontrar el detalle de los espectáculos de calle que se presentarán en la región y que no requieren retiro de entradas.
Inauguración Antof a Mil 2025
La inauguración de Antof a Mil tendrá lugar el día 3 de enero con la obra nacional LIMPIA, puesta en escena dirigida por Alfredo Castro basada en la celebrada novela homónima de Alia Trabucco Zerán, dando el puntapié inicial al festival en el Teatro Municipal de Antofagasta (Sucre #433) a las 20:30 horas.
La programación continuará con SANKÖFA, obra que rescata la historia y la música de los afrodescendientes, y con Tiroteo, escrita y dirigida por Franco Rocco Cancino y que reflexiona sobre la educación y la violencia, son los montajes seleccionados por el jurado regional multidisciplinar del festival y se presentarán el 5 y 6 de enero en ILÚ Espacio Creativo a las 20:00 horas, y el 10 y 11 de enero a las 20:00 horas en el teatro del Liceo Experimental Artístico, respectivamente.
Desde España, llegan los Premios Nacional de Danza, Olga Pericet y Daniel Abreu con su obra La Materia que se presentará el 8 de enero en el Teatro Municipal de Antofagasta a las 20:30 horas. Continuando con la programación y espectáculos de sala, el día 9 de enero a las 20:30 horas en el Teatro Municipal de Antofagasta, se presenta la obra Hamlet deambula en círculos, dirigida por Cristián Plana y protagonizada por el reconocido actor Héctor Noguera quien celebra con este montaje los 30 años de su compañía Teatro Camino.
En tanto, el 11 de enero a las 21:00 en el mismo teatro será el turno de TE MANA HAKAÂRA: el poder que permanece, una coproducción de Teatro a Mil y la más reciente obra de danza de la compañía antofagastina La Huella Teatro bajo la dirección de Alejandra Rojas, que pone en valor la memoria histórica de rapanui a través de la historia de sus mujeres.
Foto: TE MANA HAKAÂRA: el poder que permanece. Crédito: La Huella Teatro.
Espectáculos de calle
Amal llega a Chile, donde se presentará por primera vez en el Festival Internacional Antof a Mil 2025, comenzando su recorrido el dia jueves 9 de enero en San Pedro de Atacama (calles: Ignacio Carrera Pinto con Pedro de Valdivia) a las 11:00 horas y Peine en la Iglesia San Roque a las 20:00 horas, para continuar en Mejillones el sábado 11 de enero en el Muelle Artesanal a las 11:00 horas y finalizar en Antofagasta el domingo 12 de enero por el sector norte de la ciudad (Río Maule con detective Salón Salas Fuentealba) a las 11:00 horas y finalizando su recorrido a las 20:00 en Explanada del estadio regional ubicado en de Av. Grecia frente a calle Hugo Silva Endeiza.
Durante su travesía, Amal nos recordará que la niñez debe ser protegida siempre y en todo lugar, entregando un mensaje de humanidad y tendiendo un puente hacia las celebraciones por los 80 años de la entrega del Premio Nobel a Gabriela Mistral.
Pachakuna: Guardianes de los Andes Pachakuna & Concierto en Antofagasta de La Patogallina | Con INTI ILLIMANI HISTÓRICO trío + TAMBOBRASS , el aplaudido pasacalle rescata a los animales sagrados de la cosmovisión andina con bailes y música en vivo junto a comparsas andinas locales, estará en Antofagasta el 4 de enero explanada frente a estadio regional a las 20:30 hrs y en Mejillones el 5 de enero frente a teatro Gamelin Guerra a las 20:30 horas.
En tanto, las calles de Antofagasta recibirán el 8 de enero la creación argentina Efectos especiales, un espectáculo ciudadano de los artistas argentinos Luciana Acuña y Alejo Moguillansky que invita al público a ser testigo y parte de un emocionante rodaje de cine en vivo a las 19:00 horas en el centro de la ciudad.
La programación completa de Antof a Mil es de carácter gratuito y la descarga de entradas para los espectáculos de sala ya se encuentra disponible junto con la programación completa en el sitio www.teatroamil.cl/antofamil25
Stands informativos
Niños, jóvenes y adultos mayores que necesiten ayuda para descargar sus entradas, podrán hacerlo directamente en los stands informativos que se han dispuesto en distintos puntos de la ciudad:
Del 10 al 13 de diciembre de 09:00 a 13:00 hrs en el Liceo Experimental Artístico ubicado en José Santos Ossa #1939.
Del 16 al 27 de diciembre y del 2 al 3 de enero de 09:00 a 13:00 hrs en el Teatro Municipal de Antofagasta ubicado en Sucre #433.
Ya se encuentra disponible el retiro de entradas para los espectáculos gratuitos de sala que trae el Festival Internacional Antof a Mil 2025 "Más Humanidad”, evento de artes escénicas presentado por Escondida | BHP y Fundación Teatro a Mil, y que este año se desarrollará entre el 3 y el 12 de enero de 2025 con una programación que profundizará en la empatía, la niñez y la conexión entre las personas.
En esta edición 2025, se podrán apreciar espectáculos de compañías provenientes de Reino Unido, España, Argentina y Chile, las que se presentarán en Antofagasta, Mejillones, Peine y San Pedro de Atacama. Las entradas para las 8 funciones en sala son gratuitas y se pueden descargar del sitio web Antof a Mil, donde también se puede encontrar el detalle de los espectáculos de calle que se presentarán en la región y que no requieren retiro de entradas.
Inauguración Antof a Mil 2025
La inauguración de Antof a Mil tendrá lugar el día 3 de enero con la obra nacional LIMPIA, puesta en escena dirigida por Alfredo Castro basada en la celebrada novela homónima de Alia Trabucco Zerán, dando el puntapié inicial al festival en el Teatro Municipal de Antofagasta (Sucre #433) a las 20:30 horas.
Espectáculo internacional imperdible:
Desde España, llegan los Premios Nacional de Danza, Olga Pericet y Daniel Abreu con su obra LA MATERIA Dos bailaores, premios nacionales de danza de España, Olga Pericet y Daniel Abreu, se unen para presentar La Materia, una premiada pieza de flamenco que transita por un viaje a los orígenes del flamenco, con la que debutan en el Festival Teatro a Mil 2025. se presentará el 8 de enero en el Teatro Municipal de Antofagasta a las 20:30 horas.
Este espectáculo es aclamado por la crítica y el público, quienes reconocen su dominio técnico, la armonía y el preciosismo de su trabajo. Inspirada en las guitarras de Antonio de Torres, Olga Pericet y Daniel Abreu desafían un mundo de retos para explorar el instrumento y su belleza desde su origen.
Las entradas aún se encuentran disponibles y estas pueden ser descargadas a través de la página de Antofamil.cl o por sistema ticketplus.cl, una oportunidad única para todos los amantes de la danza y el flamenco.
Foto: La Materia , Credito: Alain Scherer.
En tanto, el 11 de enero a las 21:00 en el mismo teatro será el turno de TE MANA HAKAÂRA: el poder que permanece, una coproducción de Teatro a Mil y la más reciente obra de danza de la compañía antofagastina La Huella Teatro bajo la dirección de Alejandra Rojas, Con un enfoque de género y la valoración de la tradición, oral, La Huella Teatro busca visibilizar la identidad Rapanui y contribuir simbólicamente a la restauración de su memoria poniendo en el centro la figura femenina, con el fin de desentrañar la propia voz y corporalidad de la mujer, entendiéndose como dispositivo de registro y testigo de los principales sucesos de su historia cultural social y política.
Espectáculos de calle
Amal llega a Chile, donde se presentará por primera vez en el Festival Internacional Antof a Mil 2025, comenzando su recorrido el dia jueves 9 de enero en San Pedro de Atacama (calles: Ignacio Carrera Pinto con Pedro de Valdivia) a las 11:00 horas y Peine en la Iglesia San Roque a las 20:00 horas, para continuar en Mejillones el sábado 11 de enero en el Muelle Artesanal a las 11:00 horas y finalizar en Antofagasta el domingo 12 de enero por el sector norte de la ciudad (Río Maule con detective Salón Salas Fuentealba) a las 11:00 horas y finalizando su recorrido a las 20:00 en Explanada del estadio regional ubicado en de Av. Grecia frente a calle Hugo Silva Endeiza.
Durante su travesía, Amal nos recordará que la niñez debe ser protegida siempre y en todo lugar, entregando un mensaje de humanidad y tendiendo un puente hacia las celebraciones por los 80 años de la entrega del Premio Nobel a Gabriela Mistral.
Pachakuna: Guardianes de los Andes Pachakuna & Concierto en Antofagasta de La Patogallina | Con INTI ILLIMANI HISTÓRICO trío + TAMBOBRASS , el aplaudido pasacalle rescata a los animales sagrados de la cosmovisión andina con bailes y música en vivo junto a comparsas andinas locales, estará en Antofagasta el 4 de enero explanada frente a estadio regional a las 20:30 hrs y en Mejillones el 5 de enero frente a teatro Gamelin Guerra a las 20:30 horas.
En tanto, las calles de Antofagasta recibirán el 8 de enero la creación argentina Efectos especiales, un espectáculo ciudadano de los artistas argentinos Luciana Acuña y Alejo Moguillansky que invita al público a ser testigo y parte de un emocionante rodaje de cine en vivo a las 19:00 horas en el centro de la ciudad.
La programación completa de Antof a Mil es de carácter gratuito y la descarga de entradas para los espectáculos de sala ya se encuentra disponible junto con la programación completa en el sitio www.teatroamil.cl/antofamil25
Stands informativos
Niños, jóvenes y adultos mayores que necesiten ayuda para descargar sus entradas, podrán hacerlo directamente en los stands informativos que se han dispuesto en distintos puntos de la ciudad:
Del 26 al 27 de diciembre y del 2 al 3 de enero de 09:00 a 13:00 hrs y de 15:00 a 18:00 horas en el Teatro Municipal de Antofagasta ubicado en Sucre #433.
El Festival Internacional Antof a Mil es presentado por Fundación Teatro a Mil y Escondida | BHP, con el apoyo del Ministerio de las Culturas, las Artes y el Patrimonio y las municipalidades de Antofagasta, Mejillones y San Pedro de Atacama. Medios asociados: TVN y Radio Biobío.
#Teatro#Art#Arts#Arte#Culture#Cultura#Antofagastamil#Chile#Chilean#LATAM#Escenario#Tablas#Dramaturgia#Pasacalle
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[✎ ITA] RM - RPWP⠸ Dietro le Quinte del Documentario 'RM : Right People, Wrong Place'⠸ Weverse Magazine | 16.12.2024
🌟 Weverse Magazine | 16. 12. 2024
Dietro le Quinte del Documentario 'RM : Right People, Wrong Place'
INTERVISTA con il regista Seokjun Lee e l'assistente-regia Subin Im
Originale KOR | Twitter / X
Il documentario RM: Right People, Wrong Place racconta il processo creativo che sta dietro il secondo album solista di RM, fungendo – al contempo – anche da diario personale di Kim Namjoon, in quanto ne svela i pensieri e sentimenti di ogni giorno, “immortalando tutte queste cose che mi accadono”, per dirla con le sue parole. Al suo fianco in questo percorso, c'era la forza creativa che prende il nome di Team RM, un gruppo formato appositamente per la produzione dell'album Right Place, Wrong Person. Il regista Seokjun Lee – che, in quel viaggio durato 8 mesi, ha imparato a conoscere a fondo e da vicino il mondo interiore di RM, documentandolo con la sua cinepresa – e la co-direttrice alla regia Subin Im – la quale si è districata tra centinaia e centinaia di ore di contenuti filmati per riuscire a connettere ogni singolo filo della storia, ben più grande, che è l'avventura del Team RM – si sono confidati con il Weverse Magazine, condividendo informazioni di prima mano riguardo il documentario RM: Right People, Wrong Place.
youtube
RM: Right People, Wrong Place ha avuto la propria première ad ottobre alla 29a Ediz. Del Busan International Film Festival, dove siete intervenutə anche voi, insieme ad altri membri del Team RM. Com'è stata quell'esperienza? Seokjun Lee: È successo che siamo salitə sul palco senza la star del film e abbiamo dovuto procedere anche senza di lui, solo con altri membri del cast e della produzione. Ricordo d'aver pensato che non potevamo commettere alcun errore, rischiando così di macchiare il nome di Namjoon, dunque ognunə di noi si era già preparatə il discorso per iscritto o l'aveva imparato a memoria, in previsione di quella comparsata (ride). Abbiamo poi saputo che Namjoon stava seguendo la diretta streaming e che ha riso, quando ci ha vistə così.
A volte, Namjoon chiama noi del Team RM, “bohémien”, perché dice che siamo allo stato brado e che viviamo in un modo tutto nostro. Forse è per quello che ha trovato così buffo vederci su quel palco, in un contesto così formale (ride). Non è cosa da tutti i giorni, per noi, poter salire su un palco simile e per un'occasione così preziosa, quindi abbiamo apprezzato davvero di cuore accoglienza entusiasta del pubblico.
“Right People, Wrong Place” è anche il titolo della prima traccia dell'album Right Place, Wrong Person. Come mai avete scelto quello come titolo del film? Subin Im: Innanzi tutto, abbiamo buttato giù tutta una serie di titoli potenziali. Alcuni erano fin troppo sentimentali, altri ci sembravano freddi e altri ancora erano eccessivamente letterali. Ci siamo dunque confrontatə riguardo quale titolo potesse catturare al meglio i contenuti del film. Poi, un giorno, Namjoon ha commentato “Non credo questa sia la direzione giusta (We are in the wrong place)” ed abbiamo seriamente preso in considerazione quello, come titolo, perché ci piaceva come suonava, ma era ancora un goccio troppo lungo. Però, quasi casualmente, nel documentario Namjoon parla spesso di come le cose non stiano andando per il verso giusto, quindi alla fine abbiamo deciso di ricollegarci naturalmente alla prima traccia dell'album, “Right People, Wrong Place”. Lavorare all'ideazione del titolo ci ha dimostrato, ancora una volta, quanto perfetti ed azzeccati siano i titoli di tutte le tracce (ride).
Seokjun Lee: Anche se il titolo dell'album e quello del film usano parole diverse, l'acronimo per entrambi è sempre lo stesso, RPWP, il che probabilmente crea confusione nel pubblico – quanto basta per far sì che la gente si fermi a rifletterci su (ride). Personalmente, penso il significato di Right People, Wrong Place sia un riferimento a quelle persone che si sentono fuori luogo. Ovviamente, tuttə quantə ci sentiamo a casa o a nostro agio nel nostro contesto d'origine, ma ci sono volte in cui capita di sentirci fuori luogo o nel posto sbagliato – come a lavoro o in un gruppo con altre persone. Durante le riprese, è successo spesso di ritrovarci in luoghi poco famigliari e di condividere le nostre impressioni a riguardo. Credo il titolo del documentario sia molto adatto, visto che rispecchia i pensieri e sentimenti provati in quel tipo di occasioni.
Non dev'essere stato semplice decidere quale direzione imboccare con il documentario, visto che le riprese sono iniziate durante le primissime fasi di creazione dell'album. Come avete gestito la cosa? Seokjun Lee: Namjoon aveva le idee molto chiare fin dal ritrovo creativo per la composizione dei brani di Right Place, Wrong Person, ed il produttore San Yawn aveva già pre-impostato molte delle linee guida per il progetto su scala più generale. Quando mi sono unito al Team RM, è stato Namjoon in persona a spiegarmi cosa fosse il progetto RPWP e come mai volesse lavorarci. Quello mi è già stato di grande aiuto e mi ha permesso di dare inizio ai lavori. Namjoon si è prodigato a fare la stessa introduzione ad ogni nuovo membro del team - come alla regia e produzione per i suoi MV ed ai fotografi. Deve aver ripetuto quella spiegazione qualcosa tipo 17 volte. Ricordo ancora quanto incredibilmente precisa e puntigliosa fosse la sua presentazione (ride).
Com'è che avete ottenuto l'opportunità di unirvi al Team RM e di partecipare alla produzione di questo documentario? Seokjun Lee: È iniziato tutto quando San Yawn, che era alla guida del progetto, mi ha contattato dicendo “Non sappiamo neppure se sarà mai rilasciato, oppure no, ma sarebbe disposto a dedicare un anno a questo film?”. La cosa mi ha incuriosito e dunque abbiamo organizzato un incontro con Namjoon. Fin dal nostro primo incontro, Namjoon si è dimostrato estremamente aperto e candido rispetto la sua storia, e questo ha messo a mio agio anche me, tanto che ho finito per parlargli della mia vita. Dopodiché, abbiamo continuato ad incontrarci con frequenza, quasi si trattasse di un lavoro, e abbiamo legato grazie a tutte le nostre conversazioni. Col senno di poi, ho realizzato che Namjoon si è aperto così con noi perché voleva creare un ambiente ed un'atmosfera rilassati tra noi.
Subin Im: Il mio compito, inizialmente, era principalmente quello di revisionare e selezionare il materiale filmato più rilevante per il film. Le riprese si sono prolungate per molto tempo, quindi avevamo un enorme quantitativo di filmati. Inizialmente, Seokjun si è occupato di fare un primo ritratto di quel periodo, pur con un occhio già volto al futuro, e poi quando mi sono unita al progetto e ho iniziato a revisionare tutto quel materiale filmato, è stata come una corsa contro il tempo per mettermi in pari col passato. In seguito, è anche capitato io dovessi partecipare alle riprese. In quelle occasioni, prendevo il materiale – a caldo – e lo revisionavo subito. Lo scopo del mio lavoro era fondamentalmente rendere più semplice il processo di editing, quindi non facevo che guardare e ricontrollare, lasciando anche commenti del tipo “Questo mi sembra importante?”. E, con l'andare del tempo, il mio ruolo in questo progetto si è ampliato e diversificato molto.
Solitamente, le relazioni che si instaurano tra il filmaker ed il soggetto ripreso, nei documentari, sono molto ravvicinate ed oneste, uniche nel loro genere. È stato difficile stabilire limiti e/o confini da rispettare nel caso del vostro film? Seokjun Lee: Namjoon, fin dall'inizio, è stato estremamente chiaro rispetto ciò che voleva. Ci ha detto, “Voglio che questo progetto sia nelle mani di una squadra ristretta, con poche persone fidate, così che traspaia chiaramente la sua autenticità.” Ecco perché la costante presenza di Subin e tutti i suoi consigli sono stati fondamentali, per me, perché dovevamo filmare un gruppetto di persone già molto vicine tra loro e con relazioni solide. Talvolta ero talmente assorto nelle riprese che finivo per perdere di vista la foresta a favore dei singoli alberi. In quei momenti, Subin interveniva affinché facessimo un passo indietro e mi consigliava anche quali domande fare in quale momento specifico. La sua guida ed il suo intervento, qui e là, sono stati un grandissimo aiuto.
Subin Im: Ad esempio, più filmavamo, più i membri del team finivano per parlare l'uno sopra l'altro – tanto sono intimi e a loro agio tra amici -, il che avrebbe reso la visione difficile da seguire per il pubblico, quindi ho pensato di suggerire di trovare una soluzione. Inizialmente non è stato semplice, perché potevo solo vedere il Team RM sullo schermo, ma dopo esserci incontrati di persona, aver discusso ed aver condiviso quali erano i nostri obiettivi, abbiamo imparato a comprenderci meglio. Grazie a tutto ciò, quando mi sono messa a revisionare il materiale filmato, non mi sono limitata a condensarlo, ma ho anche cercato di sfruttare la mia conoscenza diretta dei soggetti di modo che l'editing seguisse poi la strada narrativa più adatta al documentario.
Il legame speciale che c'è tra i membri del Team RM gioca un ruolo cruciale nel rendere questo documentario unico nel suo genere. Anzi, credo sia proprio la ragione per cui il pubblico può immergersi così a fondo nel film.
Seokjun Lee: Come probabilmente saprete, molti documentari cercano di catturare la bellezza in ogni fotogramma, ma in questo ci sono un sacco di dialoghi e parlato (ride). Quindi mi son detto, perché non concentrarci invece sui commenti più di impatto e le conversazioni più memorabili e creare così una storia? Quando stavamo filmando a Bisugumi, nella provincia di Hwacheon, ad esempio, ogni qual volta qualcuno diceva qualcosa, mi ritrovavo a riflettere e ad immaginare quale altro commento avrei potuto collegarci o quale nuova location introdurre. Per dirla in termini del film Everything Everywhere All at Once, riflettevo dunque su quali universi avessimo a disposizione.
Avete anche incluso le interviste con i produttori e gli artisti che hanno lavorato con RM nel corso del progetto. Sembra quasi voleste mostrarlo attraverso lo sguardo delle persone che lo conoscono. Seokjun Lee: Le interviste non potevano mancare, volevamo dare un po' di respiro ed includere qualcosa che fungesse da commento ed introduzione. Ho dovuto però trovare il giusto equilibrio e tono per le nostre conversazioni, perché erano ed eravamo tuttə estremamente immersi ed affezionati al progetto RPWP. Ricordo ancora tutti i tentativi fatti (ride). Però avevo un'idea piuttosto precisa di quale tono volessi da ognuna di quelle interviste: ad esempio, San Yawn ha un talento naturale nell'esprimere i suoi pensieri e sentimenti rispetto a Namjoon, JNKYRD ha assunto un po' il ruolo di commentatore, fornendo informazioni tecniche più dettagliate rispetto al progetto e Sehoon – che ha sovrainteso principalmente l'aspetto artistico e promozionale del tutto – aveva questa voce profonda e rassicurante e trovo si sposasse benissimo con le parti più rilassate del film.
Subin Im: Alcune delle interviste col Team RM le abbiamo filmate persino il giorno dell'arruolamento di Namjoon. Joon aveva scritto dei brevi messaggi per ognunə di loro, e nonostante tuttə si fossero ripromessə di non versare lacrime, non appena hanno letto quelle lettere si sono messə a piangere (ride). Quel sentimento, puro e genuino, traspare dunque anche nelle interviste, rendendo il loro incrollabile affetto nei confronti di Namjoon ancor più palpabile.
Insieme allo sguardo più intimo che ci viene offerto dal Team RM riguardo Kim Namjoon – ovvero l'uomo al di là dell'idol –, nel documentario ci mostrate anche l'artista RM all'evento 'FESTA' per il 10° anniversario dei BTS e la sua partecipazione come ospite al concerto D-DAY. Perché avete deciso di includere scene così contrastanti rispetto a quelle relative al processo creativo di Right Place, Wrong Person? Seokjun Lee: Perché il documentario non segue solo la creazione dell'album, ma è un resoconto della parabola emotiva affrontata da Namjoon in quel periodo. All'inizio, non ci siamo soffermati più di tanto su quel suo aspetto e personalità, quindi era fondamentale mostrare la persona che è quando si esibisce come membro dei BTS. Ho pensato che mostrare il profondo contrasto che c'è tra l'idol RM e l'individuo Namjoon potesse gettare maggior luce ed attenzione sul suo percorso di riscoperta personale, compiuto lavorando a RPWP.
Trovo che nel documentario ci sia un forte contrasto creato dalle scene in stile pseudo-vintage e quelle più realistiche. Seokjun Lee: L'abbiamo filmato in un lasso di tempo relativamente breve, specialmente per gli standard di un documentario. La natura introspettiva e profonda di Namjoon deriva dalle emozioni accumulate nel corso di tutta la sua vita, ma il pubblico ne ha solo un assaggio pari a 8 mesi, una sfida con cui mi sono dovuto cimentare. Ho pensato fosse fondamentale mostrare come le emozioni correnti di Namjoon fossero frutto del suo passato, affinché il pubblico potesse coglierne la profondità e corretta progressione. Dunque ho optato per il filtro vintage per dare ad alcune scene un senso di flashback e ricordi passati, cosa che mi ha anche permesso di dare a questo collage di immagini una certa dinamicità. E ho affiancato le scene vintage a quelle della produzione dell'album per sottolineare come le emozioni mostrate nelle riprese fossero di fatto originate nel passato.
La scena girata a Bisugumi, dove vediamo RM sdraiato in mezzo all'erba, è incredibile. Non c'è dubbio sia reale, ma i colori sono talmente belli che sembra quasi un sogno. Quale tipo di atmosfera volevate trasmettere? Seokjun Lee: Onestamente, Bisugumi è molto più bello dal vivo di quanto appaia su pellicola (ride). Abbiamo cercato di mantenere quel colpo d'occhio il più realistico possibile, in fase di editing. Al nostro primo incontro, Namjoon mi ha detto, “Certo, questa è la vita che mi sono scelto io, ma ora trovo difficile il dovermi integrare ad ogni costo, qualsiasi sia il luogo o la situazione. Voglio trovare un luogo in piena natura dove cercare di concentrarmi su me stesso e me soltanto.” Quindi abbiamo pensato che portarlo in un luogo dove nessuno avrebbe potuto riconoscerlo fosse l'idea migliore, e alla fine abbiamo optato per Bisugumi. È un posto lontano e sperduto dove non c'è altro che natura, quindi era perfetto per concentrarsi unicamente sul presente e su se stesso, è stata un'esperienza quasi contemplativa. Ed è così che abbiamo potuto trasmettere la serenità provata dal Team RM anche nella pellicola.
Nella pellicola, troviamo anche delle sequenze animate. Come mai questa decisione artistica? Subin Im: Il più delle volte, Namjoon si esprime attraverso metafore ed idee astratte, quindi abbiamo pensato di includere delle animazioni per dare maggior forma al suo modo di parlare e pensare.
Seokjun Lee: Il documentario non ha un arco narrativo vero e proprio, è più un film in cui sta agli spettatori mettere insieme i segmenti di dialogo per crearsene uno. Poi ho pensato fosse carino anche includere le animazioni come una sorta di chiusura e ponte tra i vari capitoli. L'autore di questi segmenti animati, Lee Gyuri, ha fatto un lavoro strepitoso, a dispetto di tutte le trovate sperimentali cui l'abbiamo sottoposto. Guardando, penso noterete che le parti animate fungono un po' da sunto delle emozioni espresse nelle scene precedenti, e collegamento a quelle successive, aiutando anche la scorrevolezza del documentario.
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Trovo davvero interessante come alcune delle scelte stilistiche e creative siano conseguenza diretta della vostra volontà di mostrare appieno il vero RM, come quando nelle scene in studio sentiamo solo sempre la sua voce. Seokjun Lee: In quel periodo, stavo lavorando anche ad alcuni video musicali, e avevo visto molti behind-the-scene. Credo ci sia un modo ed un stile specifico per filmarli, ma personalmente volevo allontanarmi un po' dalla norma, per questo film. La cosa più importante era mantenere l'organicità del tutto. Credo il pubblico guardi questi retroscena perché curioso del processo creativo e del modo in cui lavora l'artista, quindi abbiamo sì incluso della musica di sfondo per evitare che le scene risultassero troppo piatte, ma l'abbiamo tagliata fuori ogni qual volta Namjoon cantava, per mettere in risalto la sua voce.
E immagino abbiate studiato con particolare attenzione come usare ed includere la musica, dato che è un documentario che parla, appunto, della creazione dell'album solista di RM. Seokjun Lee: L'aspetto più importante per un video musicale è, appunto, che la musica suoni alla perfezione, mentre credo che nel caso di un film la cosa fondamentale sia che l'aspetto visivo ne sia il protagonista. Alla musica per il documentario hanno lavorato ben tre persone, tra le quali spiccano JNKYRD e glowingdog – i quali hanno anche collaborato all'album – Questi ultimi hanno scritto 10 nuove tracce per il film e hanno lavorato con Dajung al brano finale. Se teniamo conto anche delle canzoni dell'album, c'è una bella porzione musicale in questo film. Il Team RM ha particolarmente a cuore l'atmosfera e ha voluto della musica neutra, che non appartenesse ad alcuno stile o emozione specifica. L'obiettivo non era suscitare emozioni attraverso la musica, ma trovare della musica che fungesse da strumento per enfatizzare queste ultime. I musicisti coinvolti hanno visto il documentario in anteprima, mentre lo editavamo, e gli abbiamo chiesto se potevano creare quel dato sentimento e poi, eventualmente, apportare modifiche.
Subin Im: Quando si lavora ad un film, si usa una gran varietà di fonti sonore, quindi uno degli aspetti più complessi della fase di editing è stato capire come impostare e coordinare le riprese, il parlato e la musica. Ci sono veramente tantissimi elementi da tenere in considerazione, quando si produce un film – le riprese in digitale, pellicola o via camcorder, la traccia audio di sfondo e le interviste, le canzoni e gli effetti sonori.. Abbiamo sempre lavorato di comune accordo per decidere come arrangiare il tutto e quali parti dovessimo mettere in risalto.
Anche se chiaramente sono tanti i dettagli su cui vi siete dovutə soffermare, nel creare il film, qual è stato l'aspetto cui avete voluto prestare maggiore considerazione? Seokjun Lee: L'autenticità. Era la cosa più importante per Namjoon, per il Team RM e per me. Lo scopo non era quello di dare loro direttive o seguire un tema specifico. Abbiamo cercato di mantenere il tutto il più reale possibile, anche se alcune scene probabilmente non sono esattamente ciò che il pubblico vorrebbe vedere. Ovviamente alcune parti sono più curate e post-editate, ma ci tenevo a catturare e a mettere in risalto alcuni momenti che io personalmente ho trovato interessanti (ride). Il mio principio è: se mi diverto nel filmare, il prodotto finale sarà anche apprezzabile. Ecco perché il mio focus è stato creare una pellicola semplice ma carica di contenuti interessanti e divertenti—come i commenti estemporanei e più sinceri, che sono sicuro faranno sorridere il pubblico.
Grazie a questo documentario, avete avuto l'opportunità di osservare Namjoon da vicino. Come lo descrivereste, in quanto persona? Subin Im: È evidente sia una brava persona, molto generoso. Le domande che fa sono un chiaro segno della sua natura attenta ed affettuosa, e credo sia il tipo di persona che desidera aprirsi al prossimo, a dispetto del giudizio altrui o di suoi ripensamenti postumi. Vederlo così, mi ha fatto riflettere su me stessa, pensare che anche io dovrei cercare di essere così genuina e sincera. Sì, credo sia questo ciò che ho imparato da lui. È stato fonte di grandissima ispirazione ed energia positiva, quindi ho cercato di rendere questo documentario qualcosa che potesse avere un impatto positivo anche sulla sua vita.
Seokjun Lee: Credo sia una persona estremamente coraggiosa. È una figura pubblica, la sua immagine è ampiamente nota e diffusa su tutti i media e il più delle volte ha a che fare con persone che conoscono solamente quel lato di lui – o credono di conoscerlo. Il fatto che lui continui a svelare nuovi lati di sé, a svelarsi esattamente per la persona che è, denota grande coraggio da parte sua. È straordinario, ma è anche una persona ordinaria. Non è poi così diverso da noi, anche lui ha i suoi alti e bassi quotidiani (ride). Credo sia proprio quello a renderlo così speciale. Sarò sincero, quando si lavora per tanto tempo nello stesso settore, si tende a dimenticare i valori con e per cui si è iniziato, ma Namjoon ha sempre la stessa reverente adorazione per ciò che fa. Ha una grandissima influenza positiva su tuttə coloro che lavorano con lui ed è anche un buon amico.
Prima di concludere, volete dire qualcosa agli spettatori? Subin Im: Credo le domande che Namjoon si pone nel film siano universali—non sono solo sue, ma di tuttə. Spero che le persone che guarderanno questo documentario riusciranno a riallacciarsi a quella parte di sé dimenticata durante il cammino. I film sono un ritratto della vita reale, ma sta agli spettatori crearsi un percorso di vita e seguirlo.
Seokjun Lee: Sono già immensamente grato a tuttə coloro che hanno messo da parte un po' del loro tempo prezioso per andare a vedere il documentario. È anche la dimostrazione di quanto RM sia amato. Come dice il testo di “ㅠㅠ (Credit Roll)”, "Sono estremamente grato per il tempo che mi avete dedicato / Spero abbiate trascorso tuttə una serata meravigliosa".
Spero che, dopo aver guardato il film, il pubblico ne approfitterà per cenare in allegria e commentare quanto visto, fosse anche brevemente.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
#Seoul_ItalyBTS#TradITA#ITA#Traduzione#Intervista#BTS#방탄소년단#RM#김남준#WeverseMagazine#RightPeopleWrongPlace#RightPlaceWrongPerson#DocuFilm#SeokjunLee#ImSubin#이석준#임수빈#161224#Youtube
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aperto il bando per partecipare alla terza edizione di unarchive found footage fest
UnArchive Found Footage Fest bando di partecipazione alla III edizione Aperto il bando per partecipare alla terza edizione di UnArchive Found Footage Fest. C’è tempo fino al 15 gennaio 2025 Dal 30 settembre è on line il bando per partecipare alla terza edizione di UnArchive Found Footage Fest, il festival internazionale con sede a Roma dedicato al riuso creativo delle immagini. La seconda…
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Il trailer della seconda edizione di
Unarchive Found Footage Fest
Festival internazionale dedicato al riuso creativo del cinema darchivio
Roma 28 maggio - 2 giugno
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Macario: La muerte, misterio ineludible
En mayo de 1960, en el Festival de Cannes, se presentó la película "Macario" (1960), dirigida por Roberto Gavaldón y escrita por Emilio Carballido, basada en el texto homónimo de B. Traven. Esta película se ha convertido en un clásico del cine mexicano y un hito en la filmografía de Gavaldón. En 1961, fue la primera película mexicana en ser nominada al Oscar como Mejor Película Extranjera, lo que marcó un logro significativo para el cine nacional. Los últimos años de la década de 1950 fueron considerados como el declive de lo que se conoció como la época de oro del cine mexicano debido al estancamiento creativo de los argumentos cinematográficos, la pérdida de principales figuras actorales, el posicionamiento de la televisión, la reconversión del cine estadounidense, los problemas burocráticos dentro del Sindicato de Trabajadores de la Producción Cinematográfica y los señalamientos al Banco Nacional Cinematográfico (Bancine) por solo financiar a ciertas casas productoras. A pesar de las opiniones divididas en su momento, con críticos que cuestionaban su falta de ideología, el tiempo ha permitido apreciar plenamente la película. La revisión de la obra de Gavaldón en los últimos años, incluyendo libros como "Al filo del abismo" de Carlos Bonfil y "La fatalidad urbana: el cine de Roberto Gavaldón" de Fernando Minio, así como retrospectivas en festivales y museos, han contribuido a su reconocimiento. "Macario" nos transporta al Virreinato, donde un humilde leñador comparte un trozo de guajolote con la Muerte y obtiene una fórmula para curar a los moribundos. Esto lo lleva a enfrentar sospechas de brujería por parte de la Santa Inquisición. La película incorpora elementos de las fuentes literarias históricas que inspiraron a B. Traven y, posteriormente, a Gavaldón. La Muerte es representada como una instancia justiciera que iguala a ricos y pobres, un tema que se encuentra en la mitología y la cultura mexicana. La cercanía con el Día de Muertos y la influencia de José Guadalupe Posada se reflejan en la ambientación de la película en el México colonial dieciochesco. Aunque algunos cinéfilos inicialmente criticaron la película por estar en blanco y negro y por no abordar temas ideológicos, "Macario" ha perdurado como un testimonio cinematográfico importante. Se ha convertido en parte de la cultura mexicana y ha inspirado adaptaciones y reflexiones sobre la muerte en la sociedad mexicana. Pese a que Macario no se contempla como parte del periodo de la época de oro del cine mexicano y a que su reconocimiento nacional llegó después del inmediato prestigio internacional, los años le han dado el lugar que se merece dentro de la historia de la filmografía mexicana. Recientemente, una versión "colorizada" de "Macario" se volvió viral, lo que demuestra la continua relevancia y aprecio por esta película en la cultura mexicana. La película sigue siendo un recordatorio de la riqueza espiritual y la complejidad de la relación de México con la muerte, un tema que ha perdurado en la conciencia colectiva del país. https://www.youtube.com/watch?v=Uus-6e-VAf8 Read the full article
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Streetart by Sermu @ Cartago, Colombia, for Festival Vida Pal Barrio, organized by Kiba estudio creativo
More info at: https://barbarapicci.com/2023/12/31/streetart-sermu-cartago-colombia/
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¡HOLA!
Gracias por tomarse el tiempo para revisar este blog. Te prometo que al final necesitaremos de ti.
Esto es un diario digital que resume la experiencia tenida al realizar algunas actividades para el LABORATORIO AUDIOS. Lo que comenzó pensado como un laboratorio de creación artística terminó aquí, en esto que ahora recorren tus ojos.
Esta publicación está pensada como una libreta de artista, mis intenciones son las de dejar registro de lo que implica la creación de espacios de trabajo creativo dentro de un entorno académico.
I. La convocatoria.
Esta iniciativa nace como uno de los intentos del programa de Artes Visuales de la Facultad de Artes de la Universidad de Nariño por explorar la creatividad dentro de la comunidad. Esta no viene sola, hace parte de un gran proyecto llamado Minga Latinoamericana de Arte y Tecnología (puedes conocer la experiencia pulsando aquí mLAT).
Diferentes institutos, academias y facultades del continente americano se juntaron para pensarse la escucha y proponer desde sus capacidades diferentes actividades.
Entablar redes con Latinoamérica es urgente, nuestro territorio tiene una cantidad impresionante de historias y personas que demuestran el potencial de sus ideas para entender el territorio, para pensarlo desde la creatividad. Nos reunimos, conversamos sobre el sonido, el territorio:
Cabe aclarar que los programas de artes no tienen una cátedra precisa sobre arte sonoro, sin embargo hay iniciativas independientes y trabajos dentro de algunas asignaturas que se acercan a esto. ¿Es viable está iniciativa dentro del pensum? , sería interesante saber si otros programas de la facultad poseen asignaturas que exploren el sonido.
Propusimos un laboratorio creativo, la idea era explorar el sonido, acercarnos a algunos conceptos y proponer cosas vistas desde el enfoque de las artes plásticas, fue nuestro intento, recomiendo intentarlo también, no solo con arte sonoro, sino a explorar otros mecanismos para abordar la creatividad. Se lanzó la convocatoria, se hizo una pieza gráfica y esperamos a que suceda.
No les niego, estaba asustado.
II. Llegaron. Respiré tranquilo.
La Universidad, afortunadamente, posee muchas iniciativas que intentan explotar el conocimiento en cada persona que la habita (este recinto no es solo estudiantes, estamos los profesores y los administrativos, todo un conjunto de engranajes que hacen funcionar nuestro espacio para aprender). Estar en la ejecución del proyecto por el nodo Colombia crea cierta presión por estar a la altura de las responsabilidades.
Se sembró la convocatoria, vendrán... espero que vengan... ¡por favor!
Armamos un grupo en WhatsApp, comenzamos a relacionarnos desde ahí, las intenciones eran las de tener un espacio para coordinar nuestras actividades.
Una recomendación que se nos hizo fue la de poner todo bajo la decisión de grupo, algo que aparentemente era ideal mostró la dificultad que tenemos para la toma de decisiones. Si bien es cierto que debe haber una persona encargada en la organización la intención siempre fue la toma de decisiones en grupo, como experiencia funciona ya que permite una autonomía que se proyecta como la mejor opción posible.
La convocatoria fue grande, siendo una sorpresa, revisando a los usuarios en el grupo se llegó a los 34 interesados, convirtiéndose en una actividad que merecía la responsabilidad de terminarse.
III. Hacía un primer encuentro.
Organizados y listos fue cuestión de esperar a que surgiera nuestra primera actividad. Gracias al trabajo en equipo y a la preocupación por conocer sobre el arte sonoro asistimos a la charla de Jorge Barco, curador de la sala de arte sonoro del Museo de Arte Moderno de Medellín, los amigos del Festival La Ilusión pudieron traer a este investigador del sonido, con el tuvimos una conferencia donde se nos contaba los alcances del arte sonoro, las experiencias y por sobretodo como se crea comunidad a partir de las artes.
¿Pueden las artes integrar procesos comunitarios? Por supuesto, en sus viajes Jorge mostraba como a través de la fabricación de micrófonos de contacto iba haciendo amigos por el continente. Cada lugar tenía el enorme potencial de ser "capturado" gracias al sonido que emite, siendo único y particular. Si a el le ocurría ¿A nosotros podría pasarnos igual?
Así se describía la experiencia de Jorge:
Artista que investiga desde una perspectiva sonora sobre la arqueología de los medios, el diseño especulativo y los materiales geológicos. Combina medios como la electrónica análoga, intervención de tecnologías low tech y objetos encontrados en instalaciones, además de la grabación de campo y el performance sonoro.
La conversación con Jorge nos llevó a la primera inquietud ¿Y si fabricamos nuestros micrófonos de contacto?
IV. Fabricando herramientas.
Juli Rosero es una artista pastusa cuya investigación la ha llevado a realización de paisajes sonoros. Conozco de su trabajo porque es egresada de nuestra facultad, compartimos clases. Le conté sobre este proyecto y me propuso dar un taller de micrófonos de contacto.
Tenemos una actividad más para compartir, pero es necesario encontrar un espacio que nos permita el encuentro.
¿Sabían qué tenemos una Casa Cultural donde pueden apreciar arte, teatro, música, danza y otras actividades completamente gratis? Las intenciones de la Universidad es que ustedes salgan con diversos conocimientos y sensibilidades, nos importa formar alumnos integrales, con la capacidad de hacer comunidad y eso implica también una formación artística para sus vidas, porque el arte es creatividad y la creatividad es el motor de la civilización. Aprovecha las cosas que te ofrecemos, puede ser una experiencia profunda que va más allá de la titulación.
La Casa Cultural Antiguo Liceo, ubicada en el centro de la ciudad, junto al Programa de Música nos ayudó para juntarnos, a mi me gustó usar la vieja casa para soldar cables y hablar de ondas, todo esto mientras en el patio central un grupo de teatro repasaba su obra y músicos afinaban sus instrumentos. Lo siento pero eso para mí es un ambiente estimulante.
Este espacio propicia otras interacciones, uno de los participantes del laboratorio fue el profesor Carlos Gonzales, el coordina un grupo de investigación y aprovechamos la hora de la construcción para conocer sobre ello, si les interesa pueden acudir a las oficinas de sus departamentos para más información. No es para todos, lo sé, pero quizá te ayude en tus aspiraciones profesionales.
V. ¡Qué alguien nos guíe!.
La organización de la Minga fue comprensiva al entender la situación de las artes visuales coordinando un evento de arte sonoro, porque esa fue la curaduría del evento. De hecho resultó de beneficio porque nos hace pensar en lo necesaria que pudiera ser una cátedra en arte sonoro. Habiendo tantas posibilidades creativas una más no estaría mal, la idea es que existan los espacios para que la comunidad expanda su creatividad.
¿Artistas haciendo arte sonoro? Necesitamos ayuda. La organización de la Minga acudió a nuestro auxilio. El Dr. Otto Castro desde la Universidad de San José de Costa Rica fue el encargado de guiarnos por el amplísimo mundo del arte sonoro, de mi parte me quedé con la idea de hacer esculturas sonoras, pero eso es otro cuento.
Grabamos la sesión, aquí les dejamos el vídeo.
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VI. A la caza del sonido.
Con ideas y con herramientas, aunque básicas (esto es un ejercicio low tech) nos aventuramos a buscar como suena el agua del río Pasto, no fue una experiencia completamente grata, descuidamos mucho nuestro río, el grado de deterioro es notable, apesta, es sucio, sin embargo no deja de estar silenciado. Lo recorrimos un par de cuadras en dirección sur terminando en el Parque Chapalito.
Es realmente incómodo ver el estado del río, refleja tanto de la cultura de los pastusos que siento entre la vergüenza y la urgencia al verlo, escucharlo fue sentirlo enfermo.
Unos metros más adelante nos encontramos en un lavadero de autos. La zona del estadio es rica en pozos de agua y estos son aprovechados para su limpieza, las gotas de jabón suenan muy diferente a las gotas de la lluvia, suenan como si fueran viscosas, empalagosas.
Llegamos al parque y el panorama era igual, todos los lugares por los que pasa el río huelen mal, el tratamiento que le damos a este elemento es indigno con nuestra propia existencia.
Realizar este despertó la sensibilidad de la oreja ... y de la nariz. Registramos, guardamos.
Ahora es tiempo de ustedes. Dejamos una carpeta para la libre descarga de los archivos para que estos puedan ser usados en sus trabajos o investigación. Pueden revisarla pulsando aquí.
Desde el laboratorio creemos que dentro de ustedes puede estar la generación que limpie nuestro río, sus ideas son valiosas, pueden cambiar el rumbo de una comunidad, de nuestra ciudad.
VII. Gracias por llegar hasta aquí, ahora disfruta.
A continuación presentamos algunos resultados del laboratorio, piezas sonoras, música y algo de acusmática.
Propuestas incluídas en el Laboratorio Audios.
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Juan Orbes AKA Vast Dasein.
4mins
Igual. "Igual" es un reflejo de la interconexión entre la humanidad y el agua, tejiendo metáforas que evocan experiencias sensoriales y espirituales. El Rock se fusiona con la naturaleza, donde las guitarras y la percusión se entrelazan con los sonidos acuáticos grabados del río Pasto, creando un contraste entre la intensidad y la calma de la profundidad del agua. Igual. "Igual" es un reflejo de la interconexión entre la humanidad y el agua, tejiendo metáforas que evocan experiencias sensoriales y espirituales. El Rock se fusiona con la naturaleza, donde las guitarras y la percusión se entrelazan con los sonidos acuáticos grabados del río Pasto, creando un contraste entre la intensidad y la calma de la profundidad del agua.
Ronda.
Jazmín Fajardo.
5mins 37seg
En el corazón de la plaza principal de una antigua ciudad, una fuente emerge como un oasis en medio del abrasador verano sureño. Como un imán, atrae a la gente de diversos lugares, buscando amparo de los 40 grados de temperatura. El agua cristalina y su suave murmullo crean una suerte de santuario temporal. Así pues, mientras los transeúntes beben de sus frescas aguas, las historias brotan y las palabras alrededor manan y se entretejen en el entorno.
Bosque/Agua
Jazmín Fajardo.
Video. Bosque de la Alhambra - Granada, 11 de agosto 2023
Reconocer en un sonido y en medio de un lugar rodeado de tranquilidad los vestigios de una guerra que no viviste en carne propia, y que, sin embargo, está anquilosada en los rincones de la memoria colectiva de todo un pueblo. Es así que, como resultado, se desvelan reflexiones acerca de cómo y por qué lo vives tan íntimamente, aún en esta significativa distancia, y te remites a inspeccionar en tus recuerdos las historias que alguna vez leíste o te contaron. Esas palabras de otros, de esos otros que lo reconstruyen desde la entraña, eso que se manifiesta en toda su corporalidad y se expresa con absoluta certidumbre. Por lo tanto, traeré a colación uno de los relatos que quedó prendado en mi memoria y que este particular sonido ha despertado: Desde niña, ella le teme profundamente a que un apagón eléctrico ocurra después de las 6pm. Su cuerpo se eriza, sus dulces ojos se llenan de lágrimas que, aunque se albergan al borde, jamás caen, porque no está permitido ser débil, no está permitido llorar. Es momento de ser fuerte, de estar alerta. En estas palabras se ve reflejada la voz de su madre cada vez que un enfrentamiento entre la guerrilla y la policía se perpetraba en el pueblo, y que evidentemente era la causa del apagón. Y, cuando esto ocurría, bajaban los colchones de las camas y los apoyaban contra las paredes. Recuerda también tomar siempre entre sus brazos su libro favorito de cuentos, porque había escuchado (cuando se colaba secretamente en las charlas de los mayores) que muchas familias debían huir de sus casas con lo que tenían puesto, con lo que llevaban entre sus manos. Es evidente para cualquier espectador que lo que más le aturde a ella, aún hoy después de que ha pasado suficiente agua bajo el puente para mitigar los miedos, es el sonido atronador de las metrallas. Cuando ella lo nombra, es posible percibir cómo esto la descoloca; sus manos no pueden ocultar el temblor, su corazón late profusamente y es la vena que sobresale palpitante en su cuello la que lo delata. Su voz se entrecorta, su aliento se atenúa en largas pausas y, por supuesto, su voz intermitente hace eco en nuestros oídos para comprender que el terror de lo vivido permanece intacto. Así pues, parada en medio de este tranquilo bosque, viendo el agua que brota para aminorar el inclemente calor del verano, el recuerdo de mi tierra, la que dejé hace un par de meses, vuelve aquí para recordarme que está presente, para que no olvide de dónde vengo y que las historias que nos habitan son parte de lo que somos, de lo que tenemos. Madrid, 17 de agosto 2023
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El duende, una historia de nuestros mayores Deisy Yohana Mallama 1 min 22 s
Desde siempre el agua ha sido un elemento indispensable para la subsistencia humana. Nuestros abuelos nos narraban historias de cómo el agua no se tomaba de las llaves, tal como lo conocemos ahora, sino que tocaba ir a los ríos a conseguirla, ya sea para realizar la comida, lavar ropa o incluso bañarse. Pero en estás hazañas, muchos de los lugares eran poco habitados y aparecían seres mágicos como los duendes, quienes encantaban a las personas con sus actos un tanto descabellados pero divertidos.
Gracias por leer este diario de campo te invitamos a que aproveches las actividades que brinda la Universidad, fórmate de diferentes maneras, haz redes, invierte tu tiempo en hacer amigos, tener contactos, es una buen momento ya que estás aquí. Hasta la próxima.
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Natale alla Ludoteca “C’è Sole e Luna” Alessandria: un mese di magia per grandi e piccini.
Laboratori, spettacoli e momenti di condivisione per celebrare le festività natalizie.
Laboratori, spettacoli e momenti di condivisione per celebrare le festività natalizie. ALESSANDRIA – Anche quest’anno, la Ludoteca Comunale “C’è Sole e Luna” si prepara a festeggiare il Natale con una serie di attività creative e coinvolgenti. Dal 9 dicembre, le porte della Ludoteca si apriranno per accogliere bambini e famiglie con un calendario ricco di laboratori, letture animate e…
#Alessandria#Alessandria eventi#Alessandria Ludoteca#Alessandria today#attività educative#attività festive#attività gratuite#Attività per Bambini#auguri di Natale#bambini 0-3 anni#bambini 5-7 anni#bambini 8-11 anni#C’è Sole e Luna#cucina per bambini#cultura per bambini#eventi creativi#eventi natalizi Alessandria#eventi per famiglie#giochi da tavolo#giochi tradizionali#Google News#Infanzia#italianewsmedia.com#laboratori a tema#laboratori ludici#laboratori natalizi#laboratorio creativo#Lettura Animata#Ludoteca#Ludoteca Alessandria Facebook
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Nosotros celebramos distinto.
En (anónimo) tomamos hace años la decisión de no participar como agencia en el festival del Círculo Creativo de México. Lo anterior no quiere decir que no apoyemos al Círculo como institución, sino simplemente que nuestra manera de pensar en cuanto al festival no se alinea del todo con el mismo.
Como todos los años, felicitamos a todas las agencias que participaron con trabajo real y relevante que ayuda a construir marcas importantes y a darle brillo a nuestra industria, cuyo motor deben ser siempre las buenas ideas.
Por nuestra parte, como todos los años, nos dimos a la tarea de analizar las ideas de la agencia que pensamos que podrían competir en el festival y en qué categorías y, como hacemos desde que tomamos la decisión de no participar, el dinero que invertiríamos en las inscripciones lo hemos repartido como un reconocimiento al buen trabajo entre todos los miembros del equipo que crearon esas ideas para nuestros clientes.
"No participar en el Círculo daña el prestigio de tu agencia, Raúl", me dijo hace poco un periodista.
No lo sé.
Porque no pienso que la cantidad de premios que gana una agencia determine su prestigio. Y tampoco pienso que la agencia que más premios gana en un festival sea necesariamente la mejor agencia si bien, de nuevo, felicito a todas las que lo hacen.
No, no lo sé.
No sé si de haber inscrito esas ideas al Círculo hubiéramos ganado uno, dos o 30 premios...o ninguno.
Tampoco sé si nuestras ideas nos hubieran llevado al lugar 1, 3, 8 o 45 del "ranking de agencias".
Lo que sí sé es que uno debe ser congruente entre lo que piensa, lo que dice y lo que hace. Y yo hago todos los días mi mejor esfuerzo porque en la agencia lo seamos.
Hay muchas formas de celebrar las grandes ideas. La nuestra, es ésta. Y a mí me da mucho orgullo.
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[ph. Mirco Lorenzi]
Venerdì per la prima volta il progetto La scuola elementare del teatro e della danza si è tenuto nel pomeriggio e ha visto la partecipazione non solo di una realtà scolastica ma anche dei genitori degli alunni e delle alunne. Infatti, in occasione della presenza della compagnia Kepler-452 in residenza all’Arboreto per la ricerca e composizione del nuovo lavoro Album, i bambini e le bambine della scuola elementare di Schieti, accompagnati dai genitori e dalle maestre sono entrati nel processo creativo degli artisti. Album è un lavoro è sostenuto dal progetto europeo Stronger Pheripheries e coprodotto da Pergine Festival (Italia), Pro Progressione (Ungheria) e L’Arboreto Teatro Dimora (Italia) e si sta sviluppando intorno al tema “Dealy bread”, trattando più nello specifico il tema della famiglia e della memoria.
Dopo essere stati accolti da una merenda nel foyer del teatro, il gruppo è entrato dentro la scena di Album guidati da Nicola Borghesi, Enrico Baraldi e Roberta Gabriele e sono stati catapultati come in una sorta di set cinematografico abitato da un conduttore-intervistatore (Nicola), accompagnato dal suo cameraman (Enrico) e da Roberta che osservava lo spazio. Che cos’è un ricordo? Qual è il tuo primo ricordo? Dove vanno i ricordi quando spariscono? Da queste tre domande si è mosso l’incontro tra gli artisti e la comunità scolastica/famigliare disposta sul palco allestito con una cinquantina di sedie e mobilio vintage. All’interno di questo dispositivo scenico dove spettatori e artisti si mescolano, che ospiterà anche la prova aperta che si terrà venerdì 26 maggio dalle ore 20, Nicola ed Enrico hanno accolto bambini e adulti facendo convergere l’ora di lavoro insieme sulle tre domande di cui sopra. Da questo confronto serrato tra padri e figli, maestre e alunne, madri e figlie, genitori e insegnati condotto con audacia e sensibilità da Nicola sono emersi ricordi, immagini, odori e sensazioni che hanno dato vita a una biblioteca di proto-racconti immaginari.
Un ricordo è un’esperienza del passato che ti rimane impressa nella memoria. È un’immagine sensoriale, sinestetica. Spesso sono gli altri il nostro ricordo. I ricordi sono ricostruzioni artificiose, sono immaginazione. I ricordi sono spesso brutti. I ricordi hanno bisogno di una storia e deve essere forte, spesso traumatica. È qualcosa che abbiamo percepito in passato e che con gli stimoli esterni torna alla memoria. Il ricordo non è razionale, quanto meno te l’ho aspetti arriva.
Il mio primo ricordo è la paura di affogare durante il battesimo. Un foglio verde grande che sembrava un terribile coccodrillo. Giocare alla guerra con bombe di carta. Imparare a fischiare insieme a mio padre. L’odore dei limoni nel giardino della nonna in Sicilia. Un bimbo dell’asilo che mangiava la terra e gli altri che lo incitavano a mangiarla. Molti ricordi me li sono inventata. Una camera, tanti libri e tanta luce, di mattina: era la stanza dei miei genitori. La prima volta che ho galoppato sopra un cavallo. Il primo concerto a cui sono andata sola con un’amica.
I ricordi che scoppiano vanno nel fuorimemoria, un tuo secondo cervello che non sai di avere. Vanno in una parte del cervello che non conosciamo. Ha il nome di una dea greca… I ricordi vanno nelle teste di chi hai incontrato. Scappano dal tuo corpo e si dissolvono nell’aria. I ricordi non vanno da nessuna parte non ci sono più. Non svaniranno mai restano nella testa e quando vedrai un posto magari ti torna in mente un ricordo che non ricordavi più: è il luogo te lo fa ricordare. Sono legati alle emozioni, scompaiono e tonano con le emozioni a cui sono legati. Quando scompaiono ritornano nel luogo da dove sono venuti.
Queste sono alcune delle memorie e delle riflessioni che adulti e bambini hanno condiviso in questo pomeriggio denso ed emozionante, ricco di risate e silenzi, abbracci e lacrime, parole e sguardi che molti dei presenti non dimenticheranno ma serberanno a futura memoria.
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Wednesday, for the first time, the project The elementary school of theater and dance was held in the afternoon and saw the participation not only of a school but also of the parents of the scholars. In fact, on the occasion of the presence of the Kepler-452 company in residence at the Arboretum for the research and composition of the new creative work Album, the scholars of the elementary school of Schieti, accompanied by their parents and teachers, entered the creative process of the artists. Album is a work supported by the European project Stronger Pheripheries and co-produced by Pergine Festival (Italy), Pro Progressione (Hungary) and L'Arboreto Teatro Dimora (Italy) and is developing around the theme "Dealy bread", dealing more specifically the theme of family and memory.
After being welcomed by a snack in the foyer of the theatre, the group entered the scene of Album led by Nicola Borghesi, Enrico Baraldi and Roberta Gabriele and were catapulted as if into a sort of film set inhabited by a conductor-interviewer (Nicola), accompanied by his cameraman (Enrico) and Roberta who observed the space. What is a memory? What is your earliest memory? Where do memories go when they disappear? From these three questions the meeting between the artists and the school/family community moved on the stage set up with about fifty chairs and vintage furniture. Within this scenic device where spectators and artists mingle, which will also host the open rehearsal to be held on Friday 26 May from 8.00 pm, Nicola and Enrico welcomed children and adults by focusing the working hour together on the three questions of above. From this close confrontation between fathers and sons, teachers and pupils, mothers and daughters, parents and teachers conducted with audacity and sensitivity by Nicola, memories, images, smells and sensations emerged that gave life to a library of imaginary proto-stories.
A memory is an experience from the past that stays in your memory. It is a sensory, synesthetic image. Often others are our memory. Memories are artificial reconstructions, they are imagination. Memories are often bad. Memories need a story and it must be strong, often traumatic. It is something that we have perceived in the past and that comes back to memory with external stimuli. The memory is not rational, the less I wait for it, it will arrive.
My first memory is the fear of drowning during baptism. A large green sheet that looked like a terrible crocodile. Play war with paper bombs. Learning to whistle with my father. The smell of lemons in grandma's garden in Sicily. A kindergarten child who ate the earth and the others who encouraged him to eat it. I made up many memories. A room, lots of books and lots of light in the morning: it was my parents' room. The first time I ever galloped on a horse. The first concert I went to alone with a friend.
Memories that burst go into “out of memory”, a second brain of yours that you don't know you have. They go to a part of the brain that we don't know about. It has the name of a Greek goddess… Memories go into the heads of who you met. They escape from your body and dissolve into air. The memories go nowhere they are no more. They will never vanish, they remain in your head and when you see a place, perhaps a memory that you no longer remember comes to your mind: it is the place that makes you remember it. They are tied to emotions, they disappear and tone with the emotions they are tied to. When they disappear they return to where they came from.
These are some of the memories and reflections that adults and children exchanged on this dense and exciting afternoon, full of laughter and silence, hugs and tears, words and looks that many of those present will not forget but will keep for future reference.
#residenze 2023#residenza creativa#kepler-452#stronger peripheries#album#la scuola elementare del teatro e della danza#europa creativa#teatro contemporaneo#performing arts#partecipation#tandem 3
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Este es el afiche promocional del Grand Mint Festival donde Kim Jae Wook fue anfitrión y se presentó con Walrus en algo más masivo… con el tiempo me di cuenta que tuvieron su momento de fama, pero ellos lo que querían con su música era pasarla bien .
Lo otro es que realmente son buenos músicos , de regalo nos dejaron algunas de sus presentaciones que si eres creativos puedes encontrar en diferentes portales….
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[✎ ITA] Consequence : JungKook dei BTS Ci Parla del Suo “Divertente e Giocoso” Nuovo Singolo, “3D” feat.Jack Harlow | 29.09.2023
JungKook dei BTS Ci Parla del Suo “Divertente e Giocoso” Nuovo Singolo, “3D” feat. Jack Harlow
JungKook continua a lanciarsi nella sua ribalta solista con il suo nuovo singolo
__ di MARY SIROKY | Twitter
All'interno del mondo dei BTS, troviamo JungKook, il membro più giovane dei sette, che di questi tempi è noto specialmente per le sue dirette streaming insieme alle/gli ARMY. Le/i sue/oi fan sono statə testimoni di varie attività, negli ultimi mesi: JungKook che cucina noodle, che lava i piatti, che si gode una sessione di noraebang (karaoke) a tarda notte o che semplicemente parla della sua giornata.
Quando JungKook si collega per un'intervista via Zoom con Consequence per parlare del suo nuovo singolo, “3D” featuring Jack Harlow, la sua energia non è poi così diversa. “Dunque, quando mi stavo preparando per il mio nuovo singolo,” ricorda, “ho ricevuto un sacco di tracce da visionare, ma non ce n'era nessuna che mi piacesse particolarmente, finché non mi sono imbattuto in questa. Non appena l'ho sentita, non ho potuto che sceglierla.”
“3D” suona un po' come se fosse stata strappata dalle onde radio di mezzo decennio fa, quando Justin Timberlake ha rilasciato FutureSex/LoveSounds e qualsiasi cosa Pharrell toccava, brillava più fulgida dell'oro. I ritornelli ripetuti e sussurrati da JungKook e le sue armonie su più livelli ne acuiscono il senso di nostalgia, ma la partecipazione del rapper Jack Harlow tiene il brano saldamente ancorato al presente.
Sebbene i rispettivi impegni abbiano impedito a JungKook e Harlow di trovarsi materialmente a registrare insieme la canzone, i due si sono incontrati sul set del video musicale e si sono subito trovati. “Adoro il suo entusiasmo. È stato davvero fantastico”, dice JungKook. “Per menzionare solo uno degli episodi più interessanti, nel video c'è una scena in cui giochiamo a scacchi, ed è lì che ho imparato a giocarvi per la prima volta nella mia vita. E, pensi un po'! Ho sfidato Jack e ho vinto!”
Alle/i fan che seguono questo gruppo già da parecchio, non suonerà affatto sorprendente che JungKook si sia lanciato in questo frangente competitivo – sebbene si trattasse di un'occasione piuttosto casual e amichevole – e che ne sia uscito vincitore. È famoso per provare cose nuove e riuscire quasi subito, ma – come anche i suoi compagni di gruppo – è una persona che lavora estremamente sodo. La nostra chiacchierata si tiene a metà delle sue prove per una delle esibizioni principali del Global Citizen Festival di New York, per la quale JungKook ha selezionato alcune delle sue tracce soliste, come “Euphoria” e “Still With You”, insieme ad un meddley dei successi inglesi dei BTS (“Dynamite”, “Butter” e “Permission to Dance”).
Anche i singoli solisti presentati da JungKook nel 2023 (“Seven” feat. Latto, e ora “3D”), finora, sono in lingua inglese, ed entrambi lo hanno visto spingersi verso lidi più espliciti, come mai prima d'ora. Ormai 26enne, JungKook è sotto i riflettori fin da quando aveva 15 anni, e sembra intenzionato a sondare il terreno e sperimentare con tematiche più mature, in questo suo capitolo solista. E non si lascia perturbare dalle eventuali sopracciglia alzate per questa sua direzione, preferendo invece fidarsi della diversità della sua fanbase. “Le/i nostrə ARMY appartengono a tante generazioni diverse”, commenta. “Credo questa canzone sarà come una piccola scossa, divertente e giocosa.”
Sebbene non veda l'ora che le/i fan ascoltino la canzone, ammette che il processo creativo, quando affrontato da solo, è piuttosto diverso rispetto a quando lavora insieme ai suoi fratelli dei BTS. “Nelle canzoni dei BTS, ci sono tutte le nostre diverse personalità e stili uniti insieme — mentre nel caso delle mie canzoni, ci sono solo io ed il mio stile personale. Non credo sarò mai in grado di creare qualcosa di così ricco di personalità come i brani dei BTS.”
Quando gli chiedo chi (al giorno della nostra intervista) ha già ascoltato “3D”, tra i suoi compagni di gruppo, arrossisce fino alla punta delle orecchie. “SUGA e RM”, dice. Gli chiedo cosa gli è parsa la canzone, e lui sprofonda sul tavolo, nascondendo il viso tra le braccia in uno spasmo di melodrammatica angoscia. “Mi hanno detto che sono una vera pop star”, borbotta.
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Una coreografia dinamica:
Quando si ascolta “Seven” e ne si guarda il video, c'è questa certa frizzantezza. Nel caso di “3D”, invece, è più la sensualità, che abbiamo incorporato anche nella coreografia. Alcune parti sono molto intense, altre più rilassate; c'è molto contrasto e tanto dinamismo, nel video. In generale, la coreografia è molto coinvolgente e facile da seguire. L'atmosfera giocosa non fa che acuire quest'impressione. Credo sia piuttosto divertente.
Musica dei primi anni 2000:
Ecco, anni fa, quando ero un trainee, ascoltavo un sacco di canzoni per prepararmi alle nostre esibizioni. Quando ho iniziato a lavorare a questo brano, ho subito pensato potesse piacere a coloro che conoscono la musica dei primi anni 2000. C'è questo senso di nostalgia. Ma credo possa intrigare anche le generazioni più giovani, grazie al suo sound sofisticato, e mi piace la piega che abbiamo preso con questo progetto. Ho lavorato anche molto sulla pronuncia, sul senso e l'atmosfera creata dal testo e sul brano in generale così da riuscire a trasmettere proprio quel vibe.
Spingersi oltre i limiti:
Ciò che voglio fare è sondare le acque per vedere fin dove posso spingermi con la mia voce e le mie abilità. Cosa sono in grado di fare quando sono da solo.
Inoltre, voglio provare tanti generi differenti. Per me, è importante non focalizzarmi su uno stile in particolare. Semplicemente, voglio tenermi aperte diverse possibilità, quindi quando lavoro ad una data canzone, cerco di seguire l'ispirazione del momento, cosicché i contenuti delle mie canzoni possono raggiungere tante persone diverse ed avere tante interpretazioni differenti.
Tonalità chiare:
Nella mia mente, mi immagino tinte sull'azzurro ed il bianco. È per questo che, recentemente, ho cambiato il colore del mio microfono in bianco!
Quando sono insieme ai BTS, tutti i nostri colori e stili personali si uniscono nel prodotto finale — mentre, nel caso delle mie canzoni, ci sono solo io ed il mio stile personale. Non credo sarò mai in grado di creare qualcosa di così ricco di personalità come i brani dei BTS, ma è grazie al lavoro fatto finora con i BTS, che ho potuto gettare le basi per i miei progetti solisti.
⠸ Ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
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CINE El editor de libros (2016) Título original: Genius Reino Unido Dirección: Michael Grandage
Atención: Solo para ver en PC, Notebook, Table
Para ver el Film pulsa o copia y pega el Link: https://memoriasdelcafe.blogspot.com/2025/01/el-editor-de-libros-2016.html
Reparto: Colin Firth. Jude Law. Nicole Kidman. Laura Linney. Guy Pearce. Dominic West. Vanessa Kirby. Demetri Goritsas.
Género: Drama | Biográfico. Literatura
Sinopsis: Una crónica de los tiempos de Max Perkins (Colin Firth), el editor de libros más admirado en el mundo, que presentó al público a los más grandes escritores de este siglo, revolucionando la literatura americana. Incasablemente comprometido con el fomento del talento, fue la fuerza detrás de grandes estrellas literarias como F. Scott Fitzgerald (Guy Pearce), Ernest Hemingway (Dominic West) y Thomas Wolfe (Jude Law).
Crítica: "Un absorbente relato de una relación que, aunque desconocida para la mayoría de los espectadores, reformuló radicalmente el paisaje literario de América en el siglo XX -Ann Hornaday: The Washington Post
Premios: 31 Edición de los Premios Goya (2017) - Películas del 2016 nom. Mejor película europea 66 Festival Internacional de Berlín 2016 nom. Oso de Oro - Mejor película
"BREVE RESEÑA":
Resúmen del Café, basado en la reseña de "Genius" de Glenn Kenny para el sitio web de Roger Ebert (10 de julio del 2016).
Esta reseña de "Genius" ofrece una mirada profunda a la película desde la perspectiva de alguien que apreciael arte de la escritura y la representación de la creatividad en el cine.
Glenn Kenny, en su crítica para Roger Ebert, nos sumerge en el mundo literario de "Genius", una película que explora la compleja relación entre el editor Maxwell Perkins y el escritor Thomas Wolfe. Más allá de ser un simple biopic, la película nos adentra en el corazón del proceso creativo y la dinámica entre dos mentes brillantes, pero diametralmente opuestas.
El Desafío de Visualizar la Escritura: Kenny destaca la dificultad inherente de representar la escritura en la pantalla. A diferencia de la pintura o la música, la escritura es un proceso interno, intangible. Sin embargo, "Genius" logra transmitir la esencia de este proceso a través de los diálogos y las interacciones entre Perkins y Wolfe. Los intercambios entre ambos, llenos de pasión y tensión, nos permiten vislumbrar la chispa creativa quesurge cuando dos mentes se encuentran.
Un Editor, Un Genio: Colin Firth encarna a Perkins con una sutileza y profundidad que nos revela un hombre complejo, dedicado a su oficio y a sus autores. Jude Law, por su parte, interpreta a Wolfe como untorbellino de emociones y palabras, un genio impulsivo y apasionado. La química entre ambos actores es palpable, y sus escenas juntos son las más intensas y memorables de la película.
El Precio del Éxito: La película no solo celebra la creación literaria, sino que también explora sus costos. A medida queWolfe alcanza la fama, su ego se infla, y su relación con Perkins se deteriora. La búsqueda incesante de Wolfe por la inspiración lo lleva a lugares oscuros, poniendo a prueba los límites de su amistad con el editor.
Un Vistazo al Mundo Editorial: "Genius" nos ofrece una mirada fascinante al mundo editorial de principios del siglo XX. Vemos cómo Perkins, con su ojo crítico y su paciencia, moldea los manuscritos de Wolfe, transformándolos en obras maestras. La película nos muestra la importancia del editor en el proceso creativo, un papel que a menudo pasa desapercibido.
Un Debate Sobre el Casting: Kenny plantea una cuestión interesante al señalar que ninguno de los actores que interpretan a estosicónicos escritores estadounidenses es estadounidense. Si bien los actores realizan un trabajo excepcional, esta elección de casting genera un debate sobre la autenticidad y la representación.
En Conclusión: "Genius" es una película que cautiva tanto a los amantes de la literatura como a los cinéfilos. Es una celebración del arte de escribir y una reflexión sobre la compleja relación entre el creador y su obra. A través de las actuaciones de Firth y Law, la película nos sumerge en un mundo de palabras, ideas y emociones, invitándonos a reflexionar sobre el poder de la creación y los desafíos que conlleva.
Puntos Clave a Destacar: La representación del proceso creativo en el cine. La relación entre editor y escritor. El impacto del éxito en la personalidad del artista. La importancia del editor en la formación de una obra literaria. El debate sobre el casting y la representación.
Film recomendado para aquellos interesados en: La historia de la literatura estadounidense. El proceso de edición y publicación. Las biografías de grandes escritores. Películas que exploran la creatividad yla pasión.
"Genius" es una película que invita a la reflexión y a la emoción, una obra que nos recuerda el poder de las palabras y la importancia de contar historias.
"Cordiales saludos".
Julio César Pisón. Café Mientras Tanto.
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