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#l'amico di famiglia
voxina · 3 months
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Premessa doverosa: non sono qui per giudicare nessuno. Anzi, sono per il "vivi e lascia vivere". Ma se ieri io stessa ho trovato divertente cercare di risolvere "il mistero" di chi mandasse o meno le foto di Louis e i suoi amici a Glastonbury ai vari UAs, devo ammettere che il fatto che queste foto venissero prese da un profilo privato mi ha messa un po' a disagio.
Per quanto infatti adori vedere Louis divertirsi con la sua cerchia di amici d'infanzia e la sua famiglia, allo stesso tempo mi sembra di superare un confine non consentito, di invadere senza alcun diritto quei pochi momenti privati che gli appartengono.
Mi sono anche detta che forse esagero, e che se le foto vengono pubblicate anche dopo che l'amico Ray ha impostato il profilo su privato, forse in realtà non c'è alcun problema, e che forse è stato dato il consenso ai vari UAs di pubblicare quei contenuti.
Tuttavia Beth, la fidanzata di Tommy (l'amico di Louis che indossava la maglietta dei 1D/Nirvana), chiede da ieri di smettere di prendere le foto o fare gli screenshots dal profilo privato del loro amico, e soprattutto di smettere di mettere il naso nell'account di suo fratello (che non è Ray, ma un altro ragazzo).
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Ora, capisco che la richiesta non provenga dal diretto interessato nè tantomeno da Louis, ma questa ragazza è lì con loro a Glasto, è loro amica, sa quello che sta succendo e non avrebbe assolutamente alcun motivo di scrivere sotto al suo profilo sia di IG che X, e di venire a commentare sotto un UA scrivendo una bugia.
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Allora mi chiedo, perché continuano a pubblicarle nonostante tutto ciò? Dov'è il rispetto per Louis? E il rispetto per Louis passa anche attraverso il rispetto per i suoi amici.
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gcorvetti · 1 month
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E' finita.
Lo so sono stato poco presente in questo periodo perché mi sono concentrato a risolvere il problema inter coppia che si è venuto a creare da, diciamo, almeno un anno. Ma Domenica la doccia fredda è arrivata comunque. "Non voglio stare più con te". Già, l'ha detta. Non sto a scrivere motivazioni e tentativi potrei essere ancora qua per capodanno, ma nella sua bontà e visto che la casa è la sua, non mi sta sbattendo fuori di casa, oggi completo la sistemazione della stanza degli ospiti, aka ex ufficio twitter, c'è un divano che ho faticato 77 camicie per portarlo sopra e rimontarlo in quello spazio così stretto, ma va bè è già stato utile una volta a quanto pare abbiamo un destino incrociato.
Un paio di settimane fa ho parlato con mio cugino lo psicologo, mi aveva rassicurato, è il suo lavoro, ma ora ho scritto ad uno locale che mi è stato fornito dalla dottoressa e che non è a pagamento, attendo risposta. Spock aveva già intuito tutto quello che stava accadendo dai miei racconti, giustamente lui ha un punto di vista esterno, mi aveva già fatto un audio di diversi minuti dove mi diceva che per lui, o per come la vedeva lui, il rapporto è finito, l'amico vero si vede anche in questo.
Come sto? Dopo 25 anni di tribolazione, rinuncie, dedizione a lei alla famiglia al nostro cercare di vivere la vita ecc ecc, mi sento malissimo. Oggi ho bigiato il lavoro, è successo la settimana scorsa che per lo stress accumulato a casa e a lavoro mi è venuto un attacco di panico e ho iniziato a piange a fare cose sconnesse, sti poveri cristi che non mi conoscono non sapevano che pesci prendere, allora gli ho spiegato la situazione. Ad oggi non mi va di andare al lavoro, spesso in questa settimana ho finito il turno anzi tempo, fondamentalmente mi basta lo stress di questa situazione, andrei a lavoro per stare sereno non per aggiungere altro stress, mi serve un'altra tipologia di lavoro, innanzitutto meno ore 12/13 ( all'impiedi ) non riesco a farle più, quindi se mi mettono parttime mi fanno un favore, però guadagnerei di meno. Stando ad oggi Maarja, adesso posso scrivere il suo nome dopo anni che l'ho sempre mensionata come "lei", Maarja, visto anche il mio ruolo nella sua vita, mi concede un pò di tempo per riprendermi. Qua mi viene in mente una frase che mi ha ripetuto spesso in questi mesi dopo il mio ritorno dalla Trinacria "Io ti voglio aiutare", la capisco. Mi ha ripetuto anche un concetto che mi disse quando stavo a Londra, che io qua ho sempre un posto e che lei mi vorrà bene sempre qualsiasi cosa succeda, mi rincuora anche perché in questo esatto momento della mia vita oltre a Spock non ho amici con cui mi relaziono giornalmente, e Maarja è l'altra amica, quindi totale 2, i colleghi di lavoro non sono amici sono colleghi, appunto.
Per concludere vi riporto una battuta che mi ha fatto mentre parlavamo della mia carriera musicale, a lei piacerebbe molto che ritornassi sul palco, le piace quello che mi sta venendo adesso, anche se io lo trovo a tratti melodrammatico, mi ha detto "Vedi ora che stai male stai scrivendo bella musica", non è il mio modus operandi fare il chitarrista con problemi per creare, preferisco di gran lunga un equilibrio e una stabilità che mi aiutano a pensare, aspetti che in questo momento non ho. Finisco con il barlume di speranza, un pò lo stesso che mi ha riportato qua dalla Trinacria, che se le cose cambiano è possibile che lei, Maarja, ci ripensi e magari chissà, ma so che è un'illusione e lei me l'ha confermato con l'espressione del viso, la conosco non sa mentire. Spock mi dice che non mi posso rimproverare nulla ho fatto il mio dovere fino in fondo e che ora mi meriterei di vivere la mia vita serenamente, suonare, viaggiare, conoscere persone nuove ecc ecc, ma questo potrei anche farlo benissimo stando con lei.
Dal baratro in cui sono caduto è tutto ci sentiamo prossimamente.
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abatelunare · 4 months
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Per palati poco esigenti
L'amico immaginario è uno che ti vuole bene. Ma pretende una devozione pressoché assoluta. E se lo abbandoni prima del tempo, gli girano alquanto le palle. Tanto che resta lì ad aspettarti. Fino a quando non abbia l'occasione di fartela pagare. E stai pur certo che l'avrà. L'idea di fondo del film horror Imaginary è questa. Non è che sia originalissima. Però c'è una buona tensione. In effetti, il regista sa il fatto suo. Per il resto, ci sono tutti gli ingredienti tipici dell'horror convenzionale: famiglia problematica, minaccia incombente, colpo di scena tutto sommato prevedibile, svolta inverosimile nella vicenda, spiegone da parte di uno dei personaggi. Tutto sommato è commestibile. Basta che abbiate un palato poco esigente.
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ilpianistasultetto · 1 year
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Ma no, dai! Non puo' essere vero! Ma ti pare che un paese democratico come gli USA si mette a fare le cose che fanno i despoti e i tanti dittatori sanguinari sparsi per il mondo? Ma come puo' passare nella testa che un Democratico come Reagan o come Biden si comporti come un Putin qualsiasi? Gli americani e' gente che parla, discute, rispetta le opinioni e le scelte di tutti. Non sono mica come i russi che appena una cosa non gli va bene, dichiarano guerra, avvelenano o fanno saltare in aria i loro avversari politici. Questo e' quanto, media, giornali, libri, riviste, ci hanno raccontato dal 1945 ad oggi. Poi, si alza un ex presidente del Consiglio italiano e dice che l'aereo Itavia caduto nel mar Tirreno nel 1980 con 81 italiani a bordo e' caduto per colpa dei francesi su ordine americano. Si doveva eliminare Gheddafi abbattendo l'aereo su cui volava e invece si sbaglio' bersaglio. Azz..axx.. e ancora azz. Ma allora i russi hanno solo copiato certi metodi, non li hanno inventati loro. La fortuna dell'Italia e' che adesso non ci sono i "pappemolli" di una volta, non ci sono i sinistri asserviti o l'amico "Giuseppi"..No! Adesso governa una con le palle, una tutta Patria e Famiglia, un'autentica patriota. Vedrete che uno di questi giorni, Giorgia Meloni fara' finalmente un viaggio negli USA non per la solita passerella ma andra' da Biden e gli fara' sputare tutti i denti finche' confessi e renda giustizia alle 81 vittime italiane.."Biden, sei avvisato! Sarai tra quelli che Giorgia rincorrera' per tutto il globo terracqueo". @ilpianistasultetto
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MASCHILE PLURALE
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:: Trama Maschile plurale ::
Tre anni dopo la morte di Denis, l'amico che li ha uniti, Antonio e Luca incrociano di nuovo le loro esistenze. Antonio è diventato un pasticciere di successo e workaholic. Luca invece ha conosciuto Tancredi, operatore di una casa-famiglia per giovani LGBTQ+, che lo ha aiutato a superare una fase complessa della sua vita. Quando i due si ritrovano, Antonio - la cui vita sentimentale stenta a decollare - capisce di provare qualcosa di importante per Luca, e gli propone di rilevare insieme il forno di famiglia che l'amico è stato costretto a vendere. Un'avventura che ha come scopo finale la (ri)conquista di Luca. Nonostante Cristina, l'amica storica, sia scettica, Antonio tenta di sabotare la relazione di Luca, convinto che il passato sia tornato per aiutarli. Sarà davvero così? O è solo un'illusione?
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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verita-lapalissiana · 3 months
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Coccodrillo di Caimano
di Marco Travaglio
Non entrerò mai in politica. Scendo in campo. Il Paese che amo. Un nuovo miracolo italiano. L'Italia come il Milan. Basta ladri di Stato. L'amico Craxi. L'amico Gelli. L'amico Dell'Utri. L'amico Mangano. L'amico Previti. L'amico Squillante. L'amico Metta. Il lodo Mondadori. La rivoluzione liberale. L'uomo del fare. La villa fregata all'orfana. Da giovane ero anch'io donnino di casa. Mamma Rosa. Il mausoleo di Arcore. Il Polo delle Libertà. Voglio Di Pietro ministro degli Interni. Il decreto Biondi. Giuro sulla testa dei miei figli. Mai pagato tangenti. Milano negli anni 70 era un calvario, dovevi far passare la pratica da un ufficio all'altro con l'assegno in bocca. Vendo le mie tv. Lasciatemi lavorare. Sono l'unto del Signore. Mai detto che sono l'Unto del Signore. Cribbio. Mi consenta. Il ribaltone. Dini e Scalfaro comunisti. Prodi utile idiota dei comunisti. D'Alema comunista. L'amico Massimo. La Bicamerale. La Costituzione comunista. Le toghe rosse. La Casa delle Libertà. Chi vota a sinistra è coglione. Le mie tv hanno una linea editoriale autonoma all'85%. I miei giornalisti sono tutti di sinistra. Fede è un eroe. Putin è un amico fraterno, un dono del Signore, ha sentimenti delicati, un vero democratico. L'amico George W.. Ai consìder sdesdov Iunade Steiz nos onli a fleg ov e cantri…
Gheddafi è un leader di libertà. Le tangenti alla Guardia di Finanza, nel sentire della gente, non sono considerate reato. Dell'Utri è persona di così profonda moralità e religiosità da non poter essere connivente, non ha attaccamento al denaro, molte volte gli dico: non fare come Giorgio Washington che curava gli interessi dello Stato e mandava in malora la famiglia. Non farò condoni. Concordato e scudo fiscale. Condono fiscale ed edilizio. All Iberian mai sentita. Mills mai conosciuto. Signor Schulz, la suggerirò per il ruolo di kapò. Siete turisti della democrazia. Romolo e Remolo. L'Islam civiltà inferiore. Tutta colpa dell'euro. Le corna. Il cucù alla Merkel. La mafia, poche centinaia di persone. Gli ellepì con Apicella. L'elisir di Scapagnini. Rasmussen è meglio di Cacciari, gli presenterò mia moglie. Mangano è un eroe, non ha parlato: si comportava bene, faceva la comunione nella cappella di Arcore. Il Contratto con gli italiani. Un milione di posti di lavoro. Meno tasse per tutti. Le grandi opere. Il Ponte sullo Stretto. Sono stato frainteso. Biagi, Santoro e come si chiama l'altro… Luttazzi hanno fatto un uso criminoso della televisione pagata coi soldi di tutti. Montanelli e Biagi erano invidiosi di me. La Piovra rovina l'Italia all'estero. Il falso in bilancio. La Cirami. Il lodo Maccanico. Il lodo Schifani. La Cirielli. Tutti sono uguali di fronte alla legge, ma io sono un po' più uguale degli altri.
Ciampi comunista. La legge Gasparri. Il salva-Rete4. L'Economist comunista. Signora, che ne direbbe di una ciulatina? Bertolaso uomo della Provvidenza. Mussolini non ha mai ucciso nessuno, anzi mandava la gente in vacanza al confino. Sarò felicissimo di conoscere il papà dei fratelli Cervi, a cui va tutta la mia ammirazione. Caro Blair, sono laburista anch'io. La giustizia a orologeria. I giudici sono matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana. Telekom Serbia è tutta una tangente. La Mitrokhin. I brogli di Prodi. I comunisti cinesi bollivano i bambini per farne concime. Farò sparire la spazzatura da Napoli in tre giorni. Ho 109 processi con mille giudici. Sono sempre stato assolto. Chi scrive di mafia lo strangolerei con le mie mani. Il Popolo della Libertà. La bandana e il trapianto pilifero. Obama è bello e abbronzato. Il miracolo dell'Aquila. Evadere è un diritto naturale nel cuore degli uomini. Le mani nelle tasche degli italiani. La magistratura è un cancro da estirpare, peggio delle Br, come la banda della Uno bianca. Ai giudici noi insidiamo le mogli, siamo tombeur de femmes.
Agostino, la Antonella: sta diventando pericolosa, s'è messa a dire cose pazzesche in giro. Il lodo Alfano. La prescrizione breve. Il proceso breve. I legittimo impedimento. La Consulta comunista. Il Partito dell'Amore e la sinistra dell'odio. Mai frequentato minorenni. Il padre di Noemi Letizia era l'autista di Craxi. La signora Lario mente. Patrizia, tu devi toccarti. La statuetta ad altezza Duomo. Dottor Fede, cioè volevo dire Vespa. Gli amici Gianpi, Lavitola, De Gregorio e Lele. Nicole Minetti è un'igienista dentale. Ruby è la nipote di Mubarak. Il Bunga bunga. Ho una fidanzatina. Solo cene eleganti. Siamo tutti intercettati. Pagavo Ruby perché non si prostituisse. Pagavo le ragazze perché i pm le hanno rovinate. Santità, siamo i difensori della civiltà cristiana e della famiglia tradizionale. Ho otto zie suore di Maria Consolatrice. Il Family Day. Ragazze, mi toccate il culo? La culona inchiavabile. La mia condanna è un golpe. L'uveite. La pompetta. Mister Obamaaaaa! La sapete quella della mela? E quella degli ebrei e i campi di sterminio? Sono il miglior premier degli ultimi 150 anni. Non mi dimetterò mai. Mi dimetto. I grillini li mandiamo a pulire i cessi di Mediaset. Le finte nozze. Il mio Covid aveva la carica virale più alta del mondo. La signora Meloni è supponente, prepotente, arrogante, offensiva, ridicola. Putin voleva solo sostituire il signor Zelensky con persone perbene. Bisogna convincere Zagrebelsky a trattare. Vi mando un pullman di troie. Ho fatto finire la guerra fredda e ottenuto in Europa i miliardi del Pnrr. Ricordo le mie riforme del 208. Tik Tok Taaaaak. Vi tulipano tutti. Me ne vado da questo Paese di merda.
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nonamewhiteee · 2 years
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oggi alla laurea mi sono tanto sentito come quando nelle commedie (soprattutto in quelle americane) di serie b c'è l'amico che nelle reunion è sempre quello senza famiglia/relazione/con un lavoro che odia e magari sottopagato. ecco io con qualche anno in meno, tanta nicotina e prosecco in corpo e che inizio a parlare a vanvera con un malcapitato dopo un'altra canna. adesso sono in pullman, spero di non addormentarmi e svegliarmi a Reggio Calabria.
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Il secondo capitolo del film di successo Maschile Singolare
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Tre anni dopo la morte di Denis, l'amico che li ha uniti, Antonio e Luca incrociano di nuovo le loro esistenze. Antonio è diventato un pasticciere di successo e workaholic. Luca invece ha conosciuto Tancredi, operatore di una casa-famiglia per giovani LGBTQ+, che lo ha aiutato a superare una fase complessa della sua vita. Quando i due si ritrovano, Antonio - la cui vita sentimentale stenta a decollare - capisce di provare qualcosa di importante per Luca, e gli propone di rilevare insieme il forno di famiglia che l'amico è stato costretto a vendere. Un'avventura che ha come scopo finale la (ri)conquista di Luca. Nonostante Cristina, l'amica storica, sia scettica, Antonio tenta di sabotare la relazione di Luca, convinto che il passato sia tornato per aiutarli. Sarà davvero così? O è solo un'illusione?
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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MASCHILE PLURALE 2024
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Tre anni dopo la morte di Denis, l'amico che li ha uniti, Antonio e Luca incrociano di nuovo le loro esistenze. Antonio è diventato un pasticciere di successo e workaholic. Luca invece ha conosciuto Tancredi, operatore di una casa-famiglia per giovani LGBTQ+, che lo ha aiutato a superare una fase complessa della sua vita. Quando i due si ritrovano, Antonio - la cui vita sentimentale stenta a decollare - capisce di provare qualcosa di importante per Luca, e gli propone di rilevare insieme il forno di famiglia che l'amico è stato costretto a vendere. Un'avventura che ha come scopo finale la (ri)conquista di Luca. Nonostante Cristina, l'amica storica, sia scettica, Antonio tenta di sabotare la relazione di Luca, convinto che il passato sia tornato per aiutarli. Sarà davvero così? O è solo un'illusione?
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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albumdellefigurine · 1 year
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Riassunto dei post precedenti per chi non avesse voglia di leggere tutto il racconto originale del link qui sotto.
Drazen Petrovic e Vlade Divac sono due amici che condividono una nazionalità, quella Jugoslava, in disfacimento negli anni '90.
L'amicizia tra i due resiste fino a quando resiste la Jugoslavia.
A quel punto Drazen si ricorda di essere prima di tutto un Croato, con Vlade che insiste a essere prima Jugoslavo e poi suo malgrado Serbo.
Al culmine dei loro successi sportivi, la Jugoslavia si disgrega come il loro rapporto di amicizia.
Al dramma collettivo si aggiunge quello personale quando Drazen muore in un incidente d'auto.
Solo dopo anni, quando la guerra nei Balcani sarà finita da un po', Vlade potrà riavvicinare l'amico perduto e la sua famiglia.
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enea-2024-italiano · 9 months
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ENEA
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:: Trama Enea ::
Enea e l'amico Valentino sono molto uniti. Spacciano droga, non mancano alle feste più cariche di energia e per di più il secondo ha preso da poco il brevetto di pilota su aerei da turismo. La famiglia di Enea si compone di un padre psicoanalista malinconico, di una madre che non ha smesso di amare il marito e di un fratello che a scuola ha più problemi che soddisfazioni. Gli resta l'amore a sostenerlo anche quando finisce in una vicenda difficile da gestire.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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diceriadelluntore · 1 year
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Storia Di Musica #276 - AA.VV., Pretty In Pink (o.s.t.), 1986
John Hughes non suona famosissimo oggi, ma per 15 anni, dal 1980 al 1995 è stato una sorta di gallina dalle uova d’oro per un genere cinematografico, i film per i ragazzi, collezionando successi che ancora oggi ricordiamo: basta dire che è lo sceneggiatore di Mamma Ho Perso L’Aereo e Beethoven. Ma prima ancora fu anche regista, a metà degli anni ‘80, di una serie di film sugli adolescenti che hanno segnato un certo tipo di immaginario, come Una Pazza Giornata Di Vacanza del 1986 (che la Biblioteca del Congresso USA ha deciso di inserire nella lista dei film da preservare per i valore artistico, culturale o estetico del lavoro) e una serie di film con protagonista una giovane attrice, Molly Ringwald, che con i suoi capelli rossi e il broncio naturale fece innamorare una generazione intera di ragazzi. Tra i film, Sixteen Candles - Un compleanno da ricordare del 1984, The Breakfast Club del 1985 (un culto, anch’esso nel Registro di conservazione della Biblioteca del Congresso) e il film di oggi, Pretty In Pink (in italiano Bella in Rosa) del 1986. La trama è semplice:, Andie Walsh (la Ringwald) è una studentessa che lavora part-time in un negozio di dischi, gira su una macchina rosa e vive con il padre disoccupato non ancora ripresosi dall'abbandono della moglie. Grazie a una borsa di studio, ha l'occasione di frequentare una facoltosa scuola frequentata da ricchi e snob figli di papà: sentendosi inadeguata all’ambiente e per l’astio degli altri studenti viene presa in giro dai suoi compagni ed è costretta a cucirsi gli abiti per apparire sempre diversa. L'amico d'infanzia Duckie (Jon Cryer, con lei anche in The Breakfast Club) è da sempre innamorato di lei e la corteggia, ma Andie si innamora di Blane (Andrew McCarthy) , ragazzo di buona famiglia che la ricambia, invitandola al ballo scolastico, tirandosi però indietro dopo le pressioni di amici e genitori, che per lui sognano un futuro promettente al fianco di una ragazza di ben altro ceto sociale. Nonostante il rifiuto di Blane, Andie non si scoraggia e, confezionato un bellissimo abito rosa, chiede all'amico Duckie di accompagnarla al ballo, dove Blane, senza tenere in conto dei pareri contrari di coloro che lo circondano, dichiara il suo amore ad Andie. Duckie rendendosi conto di fare la cosa giusta si mette da parte, permettendo l'amore tra Andie e Blane. Il film fu un successo al botteghino, decuplicando i costi di produzione, e tra i meriti c’era anche una favolosa colonna sonora, che racchiude il meglio della new wave del tempo, con canzoni quasi tutte scritte appositamente per il film. Tra l’altro, Pretty In Pink prende spunto da una canzone degli Psychedelic Furs del 1981, Pretty In Pink appunto, dall’album Talk Talk Talk. Hughes, che aveva una certa passione per la musica, riuscì a farsi scrivere dei pezzi clamorosi: Orchestral Manoeuvres In The Dark per la prima versione della scena finale, dove Duckie bacia Andie che non va più da Blane, offrirono Goddess Of Love, ma una visione privata del film fece decidere il cambio del finale, e la band scrisse per questo momento If You Leave che divenne una hit internazionale. Suzanne Vega è accompagnata al piano da Joe Jackson nell’altrettanto famosa Left Of The Center. Hughes pesca Jesse Johnson, che fu uno dei co-protagonisti di Purple Rain di Prince, e gli fa cantare in pieno stile folletto di Minneapolis Get To Know Ya. Michael Hutchens scrisse il testo di Do Wot You Do (che per un errore di stampa non era il corretto What) su un foglietto di carta di un bar, e gli INXS non la pubblicarono che su una raccolta di rarità solo molti anni dopo. I New Order scrissero Shellshock, che addirittura comparirà prima nella colonna sonora che come singolo ufficiale (nel film verrà usata anche la b-side del singolo, Thievies Like Us che però non compare nella compilation), altro brano che arriverà nelle posizioni di classifica alte in mezzo mondo. Gli Echo And Bunnymen ri-registrarono per il film una nuova versione di una loro canzone, Bring On the Dancing Horses, che appariva in una loro compilation del 1985, Songs To Learn & Sing. Nel film appaiono anche tre canzoni simbolo del decennio: Round, Round di Belouis Some, anch’essa scritta apposta, e poi due miti degli anni ‘80, Wouldn't It Be Good di Nik Kershaw, dall’album Human Racing del 1984 (che aveva copertina e videoclip curati da Storm Thorgerson) e soprattutto quel capolavoro in meno di due minuti che è Please, Please, Please, Let Me Get What I Want dei The Smiths, dove Morrisey e Johnny Marr racchiudono la grazia e la potenza della liberazione da un dolore in meno di due minuti, con finale affidato al mandolino suonato dal produttore John Porter. Per il successo del film e dei brani, per la riuscita amalgama dei brani con le scene del film e per il fatto che molte canzoni divennero famosissime, la colonna sonora è considerata una delle migliori di tutti i tempi. Nel film un cameo lo ebbe pure Dweezil Zappa, che all’epoca era un volto famoso di MTV America, che ebbe anche una storia d’amore con Molly Ringwald, divenendo invidiatissimo da un’intera generazione di ragazzi innamorati di quella rossa dal broncio irresistibile.
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danilacobain · 2 years
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Ossigeno - 16
16. Batticuore
Era pomeriggio inoltrato, Zlatan era a casa di alcuni amici e stavano facendo l'aperitivo quando ricevette una telefonata da parte di Ignazio. «Ciao Zlatan, che fai?» «We Ignazio, sono a casa di Roberto.» «Stasera sei impegnato?» «Non dovrei, perché?» «Niente, volevo invitarti a bere una cosa. Ho una bella novità.» Zlatan avvertì una pugnalata allo stomaco. Una bella notizia, certo. Sveva era incinta... «Sì? E di che si tratta?» «Te lo dico quando vieni. A stasera.» «Ok, a stasera.» Ripose il telefono in tasca e respirò profondamente. Perché stava reagendo così? Era vero, voleva provarci con Sveva ma non era di certo l'unica donna affascinante sulla faccia della terra. Non era mica innamorato di lei. Era solo... attratto. Molto attratto. Quindi quella sera sarebbe andato al Garden Flower, avrebbe fatto gli auguri a Sveva e ad Ignazio e avrebbe brindato con loro. Senza sconvolgimenti nè patemi d'animo.
Quando arrivò al Garden Flower, il locale era pieno. Ignazio era vicino al bancone e sprizzava felicità da tutti i pori. Zlatan si lasciò contagiare da quell'allegria e tutto sorridente lo abbracciò. «Allora, amico, ti vedo abbastanza contento. Cosa dovevi dirmi?» Non voleva dire all'amico che lo sapeva già, avrebbe dovuto spiegargli il modo in cui ne era venuto a conoscenza. «La famiglia si allarga. Stiamo per avere un altro bambino.» «Ma è fantastico! Congratulazioni» abbracciò nuovamente l'amico e gli diede due pacche sulla spalla. «Grazie Zlatan. Cosa posso offrirti?» «Un prosecco, grazie. Immagino che Sveva sia felicissima di diventare madre.» «Madre? Vuoi dire zia! Sì sì, ha detto che vorrebbe una femminuccia. Il nipotino maschio già ce l'ha...» Zlatan rimase perplesso. Zia? Quindi non era lei ad essere incinta? «E dov'è la futura mamma? Vorrei farle gli auguri.» «Valentina è fuori in giardino con Sveva.» Zlatan si sentì improvvisamente più leggero e felice, sentì allentarsi la morsa di un peso sul cuore che non sapeva nemmeno di avere. Qualcosa dentro di lui scattò, mettendolo in allarme. Probabilmente teneva a Sveva più di quello che credeva. Ma non ci voleva pensare adesso, ora era troppo felice e voleva vederla. Aspettò il suo prosecco e poi si diresse in giardino con Ignazio. Lei era seduta nella penombra, il viso illuminato dalla flebile luce di una candela a forma di fiore poggiata al centro del tavolo e sorrideva dolcemente al nipotino che aveva in braccio. Era bellissima e a lui cominciò il batticuore. Quando alzò gli occhi e incontrò il suo sguardo la vide trattenere il respiro. Le sorrise, desideroso di raggiungerla e abbracciarla per sentire il suo profumo, ma lei gli rispose con in sorriso debole e concentrò tutta la sua attenzione sul fratello. Si ricordò di come era scappato dal suo studio solo qualche ora prima. Era comprensibile che fosse fredda con lui. Doveva trovare un modo per rimanere da solo con lei e scusarsi per come si era comportato. E doveva anche trovare una scusa valida. Forse sarebbe stato più giusto dirle la verità ma probabilmente l'avrebbe fatta incazzare sul serio se le avesse detto di aver aperto le sue analisi. Andò ad abbracciare Valentina e si sedette di fronte a Sveva. Si guardò intorno ed individuò un arco nascosto dal un albero. Quel posto sarebbe andato benissimo per parlare con lei, c'era anche una panchina. Si stava scervellando per trovare le parole giuste da dirle quando Ignazio e Valentina se ne andarono e li lasciarono da soli. Zlatan si alzò e si sedette accanto a lei. «Quindi... stai per diventare di nuovo zia. Auguri.» «Grazie» rispose lei, girandosi a guardarlo negli occhi. «Ignazio mi ha detto che speri che sia femmina.» Lei sorrise. «Sì, mi piacerebbe.» «Sveva... scusami per oggi.» «Non so come interpretare il tuo gesto. Sei scappato.» Zlatan sorrise imbarazzato. Si alzò dalla sedia e le porse la mano. «Ti va di fare due passi? Ci sediamo lì, così possiamo parlare con calma» le indicò la panchina seminascosta dall'albero. Sveva guardò prima la panchina e poi lui. Sorrise impercettibilmente e allungò la mano verso quella di Zlatan. Non si aspettava di provare la sensazione che provò quando Sveva mise la mano nella sua. Era così morbida e calda. La strinse e la lasciò andare riluttante, mentre i loro occhi rimanevano incollati. Avrebbe potuto baciarla lì, in quel preciso istante in mezzo a tutta quella gente e dio solo sapeva quanto lo desiderava. Costrinse il suo corpo a muoversi. «Non sono proprio scappato, ero solo un po' sconvolto» le disse mentre camminavano. «Perché? È successo qualcosa?» Zlatan prese un bel respiro. «Pensavo che tu stessi aspettando un bambino.» Sveva lo guardò perplessa. «Io?» «Sì. L'infermiera aveva detto che erano le tue analisi e involontariamente ho letto 'Test di gravidanza'... ma ti giuro, non volevo farmi gli affari tuoi, è stato un caso. Ho abbassato lo sguardo sui fogli che mi avevi dato e...» Sveva rise. «Okay, Zlatan okay! È tutto a posto, non fa niente. Piuttosto, perché eri sconvolto? Voglio dire, se anche fossi stata incinta...» Zlatan si mise di fronte a lei e le accarezzò dolcemente il viso. Sveva rimase in silenzio, le labbra leggermente dischiuse e gli occhi fissi nei suoi. «Perché poi non avrei potuto più fare una cosa che desidero da un po'» disse piano. «Cosa?», sussurrò Sveva. Zlatan si chinò su di lei e le sfiorò le labbra. Aveva il cuore a mille. Prese il viso di Sveva in entrambe le mani e le diede un bacio dolce, perdendosi nella morbidezza delle sue labbra. «Questo» sussurrò sulla sua bocca. Lei aprì gli occhi. «Zlatan...» Lui la baciò di nuovo e questa volta con passione. Sveva ricambiò il suo bacio, lo accolse nella sua bocca e lo assaporò a sua volta, sentendosi sempre di più preda di una passione intensa. Il mondo intorno a loro scomparve, non c'era più il gran vociare della gente, c'erano solo loro due e i loro cuori che battevano all'impazzata. Zlatan si staccò e le accarezzò la guancia con un dito. Sorrise e si allontanò di poco. «Buonanotte, Sveva» le disse. Si guardarono ancora negli occhi, poi lui si girò e se ne andò.
Sveva si sedette sulla panchina, sconvolta. Zlatan l'aveva baciata. Zlatan. Si erano baciati. Davvero. Era successo davvero. Non era una di quelle fantasie che si affacciavano nella sua testa ultimamente e a cui lei puntualmente sbatteva la porta in faccia, soffocandole con altri tipi di pensieri. Aveva il batticuore. Era stato un bacio bellissimo. Zlatan aveva detto che voleva farlo già da un po'. E anche lei. Perché se n'era andato così presto? Voleva tanto essere in un altro posto in quel momento, essere da sola con lui e poterlo baciare ancora. Che bello che era e che sguardo stupendo... quando la guardava la faceva sentire speciale. Si sentiva euforica come una ragazzina che aveva appena ricevuto il suo primo bacio. Rimase sveglia tutta la notte, a pensare e ripensare a quel bacio.
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multiverseofseries · 17 days
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A Quiet Place 2: Un sequel che è una corsa mozzafiato per la sopravvivenza
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Da amante del cinema del terrore, è con un certa emozione che vi parlo di A Quiet Place 2: il sequel di un film particolarmente amato è spesso sinonimo di aspettative deluse, lasciando lo spettatore con la sensazione che forse era meglio non allungare ed espandere una storia che funzionava perfettamente proprio perché limitata ad una sola pellicola. In questo caso le previsioni, fortunatamente, sono state ribaltate e il capitolo secondo di A Quiet Place diretto da John Krasinski (in questo caso anche unica mano alla sceneggiatura), è stato in grado di stupire piacevolmente. Al centro della storia lo stesso spunto del precedente, capace di dare il via ad uno sviluppo narrativo che è il naturale proseguimento di quanto raccontato nel primo film, di cui condivide dinamiche e tematiche. A Quiet Place 2, però, risulta anche particolarmente convincente per come riesce a trovare una sua unicità ed originalità. Esattamente ciò che più si può desiderare da un sequel.
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A Quiet Place 2: Emily Blunt e Noah Jupe in una scena del film
Una trama - e qui utilizzato nella sua accezione più positiva - particolarmente semplice: un gruppo di personaggi che deve, in un lasso di tempo piuttosto breve, cercare di sopravvivere mentre raggiunge determinati obiettivi. Che cosa rende però così intrigante una storia di questo tipo? La scelta di concentrarsi il più possibile sui propri protagonisti, costretti ad affrontare situazioni incredibilmente difficili - e non possiamo che sottolineare quanto le interpretazioni di vecchi e nuovi membri del cast siano convincenti -, e di non abbassare mai la tensione che permea l'intera pellicola, in un angosciante crescendo che trascina lo spettatore per i 97 minuti della sua durata. Dalla perfetta scena di apertura, che ci riporta indietro, al cosiddetto "giorno 1", si viene catapultati in un'avventura adrenalinica che non permette quasi mai di trarre un sospiro di sollievo, coinvolgendo in maniera totale in quanto stanno vivendo i personaggi.
Evelyn e i suoi figli abbandonano la sicurezza di casa
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A Quiet Place 2: Cillian Murphy in una scena del film
Ma Prima di parlare più nel dettaglio di A Quiet Place 2, bisogna fare un brevissimo passo indietro: dove eravamo rimasti? La pellicola precedente si era conclusa con il sacrificio di Lee (John Krasinski) per salvare i suoi figli, Marcus e Regan; con il parto di Evelyn e con la scoperta del punto debole della razza aliena che ha quasi completamente sterminato il genere umano: se il loro formidabile udito gli permette di braccare e scovare con estrema facilità le proprie perde, al punto da costringere i pochi sopravvissuti ad una vita in completo silenzio, è anche ciò che li rende così sensibili ad un particolare tipo di rumore e frequenza, quella prodotta dall'apparecchio per l'udito di Regan. È con la scoperta della loro mortalità che si apre questo secondo capitolo della storia, esattamente da dove si era chiuso quello precedente.
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A Quiet Place 2: una sequenza del film
Evelyn, Marcus, Regan insieme al neonato appena arrivato in famiglia (fonte di per sé di enorme pericolo, i cui pianti vengono tenuti a bada con l'utilizzo di una bombola ad ossigeno), sono costretti ad abbandonare la sicurezza, ormai compromessa, della propria casa e avventurarsi nel mondo esterno. Il primo ad accoglierli è qualcuno che arriva dal loro passato, l'amico Emmett (Cillian Murphy) che avevamo incontrato nella scena di apertura e che ora, distrutto per la perdita della propria famiglia e amareggiato per non essere riuscito a fare di più, è riluttante ad aiutarli, preoccupato che la loro presenza possa distruggere il precario equilibrio che si è faticosamente costruito. La sua vita, volente o nolente, verrà però molto presto sconvolta: dopo aver scoperto un messaggio in codice via radio che potrebbe condurli ad una comunità sopravvissuta all'invasione (a cui diviene quindi necessario insegnare come uccidere gli alieni), la piccola Regan decide di partire da sola con lo scopo di fare quanto possibile per salvare il genere umano. Convinto a seguirla da Evelyn, che resterà indietro insieme a Marcus (gravemente ferito) e al neonato, Emmett intraprenderà una viaggio pieno di pericoli che si rivelerà per lui un inaspettato percorso di redenzione.
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A Quiet Place 2: una scena del film
La storia si sdoppia
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A Quiet Place 2: Emily Blunt, Noah Jupe, Millicent Simmonds in una scena del film
Ed è proprio con il dividersi del gruppo che la trama di A Quiet Place 2 trova la sua prima grande differenza con il suo predecessore. Se nel primo film il nucleo familiare - seppur con delle frazioni al suo interno - restava unito nel combattere le minacce che mettevano a repentaglio la sicurezza della loro casa, qui non solo sono costretti a scontrarsi con il mondo esterno ma soprattutto a dividersi. Tutto questo, inoltre, cercando a fatica di elaborare il lutto per la perdita di Lee. È nel rapporto che si crea tra Emmett e Regan che si esprime in modo più evidente la necessità di fare i conti con il dolore per la perdita: da una parte la bambina che cerca di aiutare l'umanità con le sue sole forze, portando avanti l'eredità di suo padre (perché è quello che "lui" avrebbe fatto), dall'altra l'uomo disincantato e amareggiato che cerca di rimediare agli errori del passato, e aiutando Regan è un po' come se salvasse i figli che ha perso.
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A Quiet Place 2: Millicent Simmonds in una scena del film
Il rapporto tra genitori e figli è anche al centro della seconda storyline che seguiamo, quella che vede come protagonisti Evelyn e Marcus: il momento di passaggio tra infanzia ed età adulta, ma anche l'impatto di quanto detto e fatto dai genitori sulla formazione e sul carattere di un figlio, sono solo alcuni degli spunti che permeano la porzione di storia dedicata a loro. I nuovi nuclei formati da Emmett e Regan e da Evelyn e Marcus si ritrovano a portare a termine percorsi separati ma speculari (come sarà particolarmente evidente soprattutto nel finale), in un arco narrativo che sottolinea la forza - anche a distanza - dei legami familiari e dell'amore che lega i genitori ai propri figli.
Una corsa adrenalinica per la sopravvivenza
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A Quiet Place 2: Millicent Simmonds durante una scena del film
Come anticipato A Quiet Place 2 è capace di mantenere altissima la tensione dai primi minuti fino alla sequenza conclusiva. La prima scena, quella che ci riporta indietro al "giorno 1", imposta il tono che verrà mantenuto per tutto il resto della pellicola, trascinando letteralmente lo spettatore in una corsa senza fiato per la sopravvivenza. Il film non lesina nei jump scares, che risultano comunque convincenti e mai utilizzati esclusivamente per far sobbalzare chi guarda sulla propria poltrona (cosa che accadrà spesso, non dubitate).
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A Quiet Place 2: Cillian Murphy in una scena del film
A far funzionare alla perfezione quest'adrenalico viaggio post-apocalittico ci pensano i suoi protagonisti che, come nel primo film, sono assolutamente credibili nei diversi ruoli che interpretano: Emily Blunt è splendida nella parte di una madre che con ferocia protegge i suoi figli, e Cillian Murphy è capace di trasmettere il grande conflitto interiore vissuto da Emmett e a rendere - seppur in poco tempo - molto convincente il suo cambiamento. Detto questo, però, anche in questo secondo capitolo della storia menzione d'onore va fatta ai suoi giovani interpreti, Noah Jupe e, soprattutto, Millicent Simmonds, che porta sullo schermo un personaggio forte e vulnerabile al tempo stesso: è Regan ad averci catturato maggiormente, con il suo bisogno di cambiare le cose e di rendere onore alla memoria di suo padre che forse la porterà a salvare il mondo.
Un terzo capitolo in arrivo?
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A Quiet Place 2: Emily Blunt in una scena del film
La domanda sorge quindi spontanea: ci sarà un A Quiet Place 3? Visto il finale di questo secondo film ci sembra quasi scontata una risposta affermativa (anche per se per il momento è stato realizzato solo uno spin-off prequel A Quiet Place Day 1), e noi non vediamo davvero l'ora di proseguire quest'avventura. Il finale, però, è forse la parte più debole della pellicola di Krasinski: il fatto che ci si proietti così tanto verso un terzo capitolo, ma anche la scelta di ripetere quanto già fatto nel primo A Quiet Place, ci fa sembrare il tutto come leggermente affrettato, e un po' spogliato di quell'enorme carica emotiva con cui si era chiuso il precedente. A nostro parere, come abbiamo già più volte sottolineato, questo secondo film della "saga" è comunque il sequel perfetto e ci lascia, tanto come il primo, con la voglia di scoprire che altro John Krasinski regista ci potrà regalare.
Conclusioni
In conclusione A Quiet Place 2 si tratta di un ottimo sequel del film di Krasinski (qui ancora alla regia e alla sceneggiatura) oramai diventato cult del genere. Una corsa adrenalinica di 97 minuti che vi farà sobbalzare più volte sulla poltrona ma che trova anche spazio per un buon approfondimento dei personaggi. Estremamente convincenti le interpretazioni di vecchi e nuovi membri del cast.
👍🏻
Questo secondo capitolo ripropone dinamiche e tematiche del primo film in maniera convincente, ma trova comunque una sua originalità.
La tensione sempre altissima che colpisce e trascina lo spettatore.
Ottime le interpretazioni, sia dei membri adulti del cast sia dei più giovani.
👎🏻
Il finale non ha la stessa carica emotiva di quello del film precedente.
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luigidalise · 1 month
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Una storia familiare, quella degli Agnelli, che si intreccia con quella del Paese. Un racconto che inizia nel 1899, con la nascita della Fiat, passando per due guerre mondiali e l’altalena di boom e di crisi. Passando per gli alterni destini individuali, i solidi matrimoni dinastici e gli amori scandalosi, le morti tragiche e premature di figli ed eredi, l’esistenza sotto i riflettori del jet-set internazionale. Come il lungo soggiorno della first lady americana Jacqueline Kennedy proprio a Ravello, nell'agosto del 1962, e il gossip del presunto flirt tra "Jackie" e l'amico Gianni Agnelli. Sabato 17 agosto, alle ore 19, ai Giardini di Monsignor Giuseppe Imperato, a Ravello, ne parleremo con la giornalista e scrittrice Jennifer Clark, che ha lavorato come corrispondente in Italia per le principali agenzie e quotidiani americani, da Bloomberg a Reuters, a The Wall Street Journal, autrice di "L'ultima dinastia. La saga della famiglia Agnelli da Giovanni a John", edito da Solferino: un nuovo appuntamento con la rassegna "Ravello Book. Storie di Libri". Vi aspettiamo
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greatmoonballoon · 2 months
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No infatti, ma poi io sono una persona timida di carattere, quindi mai avrei pensato di scrivere in privato, tipo "ciao, mi piaci molto, sai?" Con che coraggio, con forza? Mai lo avrei fatto.
In più, avevo sentito mentre parlava con altri ragazzi dentro la nostra classe che aveva una relazione a distanza con una ragazza, già presentata alla famiglia (compresi che lei studiava e viveva in un'altra regione, non ricordo, ma nord Italia) quindi a me interessava quello, per cui avrei vissuto il mio amore in gran segreto, come si dice e buonanotte, però ripeto, mi sono confidata con la persona sbagliata ed è andata così. In più io all'epoca possedevo una pagina Facebook condivisa con tale "amica" dove io stupidamente scrissi se pur in forma anonima i miei sentimenti che lei ha riportato a lui leggendo parola parola, con me a pochi cm di distanza. Da lì ho chiuso con lei e lui.
Insomma da quella classe ho ricevuto solo male.
Mamma mia.. mi hai fatto venire certi flashback della mia vita, che rabbia se ci penso!
Che brutta cosa quando tradiscono la tua fiducia in questo modo. Non solo ma aggiungiamo anche umiliazione e sofferenza dopo. L'unica cosa buona è che almeno si scoprono i veri caratteri delle persone che ci stanno accanto.
Quello che insegnano queste esperienze è che è meglio tenere per sé certe cose. Inoltre, meglio sbrigarsi da soli le situazioni che magari potrebbero anche andare meglio. A volte mettersi in gioco può funzionare di più rispetto a nascondersi dietro la timidezza perché poi la gente crea questi casini. E poi come va a finire? Che la colpa e chi viene messo in ridicolo è la persona che aveva interesse, l'amico/a in questione se ne lava le mani...
La riservatezza salva sempre. Per il resto questo tizio si è rivelato abbastanza arrogante, il fatto che non ti piaccia una ragazza non ti autorizza a trattarla male. Non puoi trattare bene solo chi piace a te.
Meglio perderli che trovarli, si meritano tra di loro!
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