#l’albero della vita
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“Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.”
~ Giuseppe Ungaretti
{Gustav Klimt, L’albero della vita, 1908 – 1911 matita, pastelli e lamina metallica su carta, circa 200 x 306 cm. Vienna, Österreichisches Museum für angewandte Kunst}.
[foto presa dal web].
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La leggenda dell’albero della vita
Un bel giorno, un giovane ragazzo, mentre camminava, vide un albero, completamente isolato. Ripensò allora a ciò che aveva appreso lungo il suo cammino, ovvero che esisteva una connessione tra lui e il resto del mondo, e che per questo doveva essere in grado di comunicare anche con gli alberi.
Decise allora di rivolgersi proprio a quell’albero che se ne stava solitario su quel campo. Gli si avvicinò, e cominciò a parlargli, chiedendogli il permesso di avvicinarsi ancor di più, per condividere con lui il proprio campo di energia.
L’albero acconsentì con gioia. “Sono venuto a condividere le mie esperienze con te”, gli disse. “Vuoi vedere quello che ho visto nella mia vita?” “Certo, sono felice di questo dono.”
Il corpo del ragazzo si avvicinò e abbracciò l’albero. Non appena a suo agio, il ragazzo iniziò a portare alla sua mente tutte le immagini più amate nella sua vita. Il mare e le onde, le montagne e la neve, gli estesi campi che attraversano i paesi, le grandi città affollate da persone che corrono frettolose verso nessun luogo, gli animali liberi e quelli in cattività, i libri, la televisione. Il giovane mostrò all’albero i suoi percorsi di vita ed esperienze, accompagnate da intensi sentimenti, come amore, odio, paura, speranza, amicizia, condivisione e solitudine.
Improvvisamente il ragazzo si sentì in colpa: stava mostrando all’albero tutto ciò che è in grado di muoversi, di poter vedere altri paesaggi, altre parti del pianeta, mentre invece l’albero non poteva spostarsi da quel punto della terra, costretto a rimanere nel mezzo di un campo vuoto.
“Oh, mi dispiace albero, non volevo renderti triste!” “Triste? Oh, piccolo uomo, l’unico modo che ho di sperimentare la tristezza è attraverso i vostri sentimenti. Tutto ciò che hai condiviso con me, quello che hai visto e sentito con il cuore, non era affatto nuovo per me. Le mie radici sono nella terra e i miei rami nel cielo, il mondo non è un mistero, né lo sono i suoi mari e monti, le sue valli e i suoi cieli.
Le persone hanno pensieri e pensano molto. E grazie a questi pensieri, noi riusciamo a sentire. Noi sentiamo tutto ciò che viene da un uomo o un animale, da un vegetale o dal cielo. Piccolo uomo, tu hai bisogno di viaggiare per vedere il mondo, noi abbiamo bisogno di toccare solo la brezza. Quello che non si vede, in realtà esiste Tutto ciò che esiste, esiste ovunque. Non abbiamo bisogno di andare da nessuna parte per essere ovunque. Noi alberi siamo benedetti. Vai in pace giovane uomo e vieni da noi, se ti senti solo di nuovo”.
Il ragazzo, in soggezione, si scostò di qualche metro dall’albero. Quello che avrebbe dovuto rattristare l’albero in verità aveva reso triste lui. Quello che non conosceva prima, il bisogno di poter credere, la necessità di toccare, annusare, parlare, sentire … improvvisamente si rese conto che tutto quello che pensava di aver raggiunto, di fatto già esisteva nella natura di tutte le cose. Essere connessi non è un obiettivo da raggiungere, è sufficiente ricordare la natura di ognuno. L’albero della vita è uno dei simboli cabalistici più antichi ed importanti.
L’albero stabilisce la comunicazione fra i tre livelli dell’universo: la terra, tramite le sueradici; la superficie, tramite il tronco, ed il cielo, attraverso i propri rami. L’albero è quindi l’epicentro del mondo, che stabilisce la relazione tra terra e cielo. L’albero della vita sorge da un insieme che simboleggia la madre terra, dalla quale nasce la vita
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Amo i luoghi pieni di crepe, amo i vecchi, i paesi abbandonati, i dolori che ci aprono, le gioie che portano il cielo in ogni vena. Hanno detto che le crepe fanno passare la luce, ma poi chi può le chiude. Non è bello invecchiare, perdere amici, sonno, memoria, non è bello sentire che il tempo è poco, la vita si guasta, il dente annerisce, il ginocchio cede. Quello che conta però è restare ospitali: se passa la luna nel tuo corpo è bello che ancora si senta a casa Ogni albero è un pensatore uno storico locale. Sta fermo, esplora la terra dove è nato. L’albero sa tutto delle formiche, sa del serpente e del fungo appena nato, sa il canto di ogni uccello, ricorda benissimo il nostro abbraccio, le gemme che salivano nel sangue.
Canti della gratitudine - Franco Arminio
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Io voglio invece leggerezza, libertà,
comprensione – non trattenere nessuno,
e che nessuno mi trattenga.
Tutta la mia vita è una storia d’amore
con la mia anima, con la città in cui vivo,
con l’albero al bordo della strada, – con l’aria.
E sono infinitamente felice.
- Marina Cvetaeva
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“Io voglio invece leggerezza,
libertà...
Tutta la mia vita
è una storia d’amore con la mia anima,
con la città in cui vivo,
con l’albero al bordo della strada,
con l’aria.
E sono... felice.”
— Marina Cvetaeva
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"E sono infinitamente felice”
A lungo, a lungo, – fin dall’infanzia, fin da quando ho ricordo di me stessa,-
mi è sembrato di voler essere amata.
Adesso io so che non mi serve l’amore,
mi serve la comprensione.
E quello che Voi chiamate amore (gelosia, sacrificio) tenetelo in serbo per gli altri..
Io posso amare solo la persona che in una giornata di primavera a me preferirà una betulla.
Non dimenticherò mai come mi abbia fatto infuriare, questa primavera, un poeta, una creatura incantevole, che, camminando insieme con me per il Cremlino, senza guardare la Moscova e le cattedrali, mi parlava incessantemente di me.
Io gli ho detto: “Come potete non capire che il cielo è mille volte più grande di me, come potete pensare che in una simile giornata io possa pensare al vostro amore.”
Io voglio invece leggerezza, libertà, comprensione – non trattenere nessuno, e che nessuno mi trattenga.
Tutta la mia vita è una storia d’amore con la mia anima, con la città in cui vivo, con l’albero al bordo della strada, – con l’aria.
E sono infinitamente felice.
Marina Cvetaeva
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Voi siete l’Albero della Vita. Le vostre radici sono ovunque. I vostri rami e le vostre foglie si trovano dappertutto. I vostri frutti sono in ogni bocca. Quali che siano i frutti di quell’albero, quali che siano i suoi rami e le sue foglie, quali che siano le sue radici, essi sono i vostri frutti, foglie, rami e radici. Se desiderate che l’albero produca frutta dolce e fragrante, se volete che essa sia sempre grande e colorita, badate alla linfa con cui nutrite le radici. La linfa della Vita è l’Amore […] (Mikhail Naimy) by_beachbumpics_ ********************* You are the Tree of Life. Your roots are everywhere. Your branches and leaves are everywhere. Your fruits are in every mouth. Whatever the fruits of that tree, whatever its branches and leaves, whatever its roots are, they are your fruits, leaves, branches and roots. If you want the tree to produce sweet and fragrant fruit, if you want it to always be large and colorful, take care of the sap you feed the roots with. The lifeblood of life is love […] (Mikhail Naimy) by_beachbumpics_
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Nel tuo abbraccio io abbraccio ciò che esiste,
l’arena, il tempo, l’albero della pioggia,
e tutto vive perchè io viva:
senz’andare sì lungi posso vedere tutto:
vedo nella tua vita tutto ciò che vive.
Neruda
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"Un serpente divora il drago alato
e un drago alato divora il serpente:
come vedi,
i due corpi hanno formato un grande anello
immobile e fremente.
L’Albero della Vita sta nel mezzo,
l’un vi si appoggia e l’altro lo sorregge.
Paradiso ed Averno sono il prezzo
di questa mischia umana,
resa Legge."
(Clavis Artis)
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8 MARZO - FESTA DELLA DONNA
È donna, tutto quello che al seme dona la vita. E’ donna tutto quello che la vita protegge, che la conserva, la nutre, l’esalta, la difende, la libera, l’abbellisce, la sostiene, l’ama, la canta, la danza, dona al nulla una voce, al buio una luce, al gelo una carezza, al silenzio un verso. Così è donna il mare, è donna il cielo, la terra, il fuoco, il vento, la pioggia, le stagioni, il sole, la luna, la tenerezza, la fedeltà, il sorriso, il pianto, il bosco, il fiume, i fiori ed i loro colori. È maschio solo il seme che la terra nutre, la goccia che il mare raccoglie, la foglia che l’albero nutre e il vuoto che il vento riempie, la rabbia spenta dall’amore, la pagina che la penna riempie, la corda che la chitarra trasforma in suono perché nulla brilla da solo, nessuno risplende di una sua luce se qualchedun altro non lo illumina, nessun seme ha senso se non trova terra per accoglierlo, acqua per nutrirlo, sole per farlo crescere. Per questo l’uomo è solo un seme e le donne sono acqua, sono terra e sole, sono il mondo e il cielo, il sogno e il domani.
Is a woman, everything that gives life to the seed. Everything that life protects, that preserves, nourishes, exalts, defends, frees, embellishes, supports, loves, sings, dances, gives a voice to the void, is woman. the light in the dark, in the frost a caress, in silence a verse. Thus the sea is a woman, the sky, the earth, the fire, the wind, the rain, the seasons, the sun, the moon, tenderness, fidelity, the smile, the tears, the forest, the river, are a woman, flowers and their colors. Is a male only the seed that the earth nourishes, the drop that the sea collects, the leaf that the tree nourishes and the void that the wind fills, anger quenched by love, the page that the pen fills, the rope that the guitar transforms into sound because nothing shines by itself, no one shines with its own light if someone else doesn't illuminate him, no seed makes sense if it doesn't find earth to welcome it, water to feed it, sun to make it grow. For this reason man is only a seed and women are water, they are earth and sun, they are the world and the sky, dreams and tomorrow.
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"Le cose più belle della vita non si trovano sotto l’albero, ma nelle persone che ti stanno vicino nei momenti speciali."
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Tu hai ridestato in me quella che fu l’ossessione della mia prima giovinezza: proprio come un albero, infatti, immaginavo la vita che mi si apriva davanti. Lo chiamavo, a quell’epoca, l’albero delle possibilità. Solo per un tempo brevissimo ci è dato di vedere così la nostra vita. Ben presto essa ci appare come una strada segnata una volta per tutte, come un tunnel da cui non possiamo più uscire. Eppure, la vecchia immagine dell’albero ci rimane dentro sotto forma di un’insopprimibile nostalgia.
- L’identità, Milan Kundera
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Isola dove tutto si chiarisce. Qui ci si può fondare su prove. L’unica strada è quella d’accesso. Gli arbusti si piegano sotto le risposte. Qui cresce l’albero della Giusta Ipotesi Con rami da sempre districati. Di abbagliante linearità è l’albero del Senno presso la fonte detta Ah Dunque E’ Così. Più ti addentri nel bosco, più si allarga la Valle dell’Evidenza. Se sorge un dubbio, il vento lo disperde. L’Eco prende la parola senza farsi chiamare e chiarisce volenterosa i misteri dei mondi. A destra una grotta in cui giace il Senso. A sinistra il lago della Profonda Convinzione. Dal fondo si stacca la Verità e viene lieve a galla. Domina sulla valle la Certezza Incrollabile. Dalla sua cima si spazia sull’Essenza delle Cose. Malgrado le sue attrattive l’isola è deserta, e le tenui orme visibili sulle rive sono tutte dirette verso il mare. Come se da qui si andasse solo via, immergendosi irrevocabilmente nell’abisso. Nella vita inconcepibile.
Wislawa Szymborska
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Lo vedi, è la lingua.
E così ora ti senti piovigginoso, confuso, pieno di avverbi autunnali, di sostantivi distratti, di oggetti ritrovati e subito perduti, divenuti fonte dell'astratto,
di annotazioni che scorrono per troppe pagine al piede della vita, e non sai come funziona il gioco del rimando.
La sola ipotesi possibile ti sembra l’invidia dello sguardo, la sua pena. Ma quando ti soffermi alla soglia delle voci, al momento che l’acqua si confonde col pettirosso, con l’albero, con la collina, è allora che le muffe ti fioriscono attorno agli orecchi, e con delicatezza tremenda assopiscono i suoni.
Ti credi in ascolto dell’imminenza, ma non era questo che ti aspettavi, non questa dispersione del dolore per tutto il corpo. O meglio: non ancora. Ti sarebbe piaciuto osservare con le dita, e invece ti passano accanto i ritratti, il ritaglio di un occhio, il profilo solenne o ridicolo di qualche testa dai pensieri assorti. Lo vedi, è la lingua così cortese, ossequiante, precisa, ma in fondo sempre più imbarazzante a pretendere tutta l’attenzione di cui non sei capace, e ti ritrovi impigliato in un frammento, disperso dappertutto, un movimento estremo quasi raccolto insieme dal no comment che riprende ogni volta il suo racconto.
Roberto Senesi - Lo vedi, è la lingua.
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[…] ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un poco di sé e prende un poco di noi.
Ci saranno quelli che prendono molto, ma non ci sarà chi non lascia niente.
Questa è la maggior responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.
- Jorge Luis Borges, "L’albero degli amici"
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Non per tutti
"Non ego loquar omnibus", "Non parlerò a tutti", sembra un buon motto per un libro sui 'giochi di parole' e sugli enimmi, come scrivevo ieri sera, tuttavia credo che l'ing. Premazzi lo usasse anche sugli altri volumi in suo possesso.
La stessa frase, questa volta su un più classico cartiglio, copre l'Albero della Conoscenza in un altro ex libris in cui mi sono imbattuto, e certo il significato che gli attribuiva chi lo ha usato voleva essere ben altro.
Si tratta, in questo secondo caso, dell'ex libris che si trova sui volumi che la vedova, Ernesta Bittanti, e i figli di Cesare Battisti donarono al Comune di Trento, con vincolo di deposito al Museo trentino del Risorgimento.
A guardare nel passato, è una frase, mutata di tempo verbale, che scrisse Petrarca nel secondo capitolo del De vita solitaria, dove però recita: "nec ego loquor omnibus, sed tibi, sed mihi et his paucis quibus hec rara conveniunt." cioè "non mi rivolgo a tutti, ma a te, a me e a quei pochi cui si addicono queste cose eccezionali." E Petrarca stava argomentando sulla bontà della vita solitaria, una vita di studi lontano dal 'volgo'.
F. Petrarca, De vita solitaria [1346::1366], Milano, Mondadori, 1992 [A cura di M. Noce]
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