#itinerario dei 7 passi
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convitto-celletti-formia · 2 years ago
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Itinerari nei dintorni del Convitto di Formia
Il centro storico di Formia è un vero e proprio scrigno di monumenti e luoghi d'interesse: è quindi consigliato iniziare la visita da qui.
Mattina: Dopo aver fatto colazione presso la pasticceria Susette, ci si può dirigere verso la prima tappa del tour, ovvero la chiesa di Sant'Erasmo, vicinissima ad altri due luoghi d'interesse storico. Finita la visita, in circa tre minuti a piedi si raggiunge il primo di questi: la Torre di Castellone e il famoso Rione Castellone, che ha conservato le sue caratteristiche medievali di borgo difensivo. A pochi passi, circa 2 minuti, troviamo il Cisternone Romano, ben visibile anche da lontano. Ricordiamo che la visita si svolge principalmente nel sottosuolo, ed è quindi consigliato portare con se degli indumenti che aiutino a contrastare l'umidità. Terminata la visita, prima di fermarsi a pranzo da Magie dei Sapori Bistrot, per assaggiare dei piatti a base di pesce a prezzi convenienti, si può fare un salto veloce alla Porta degli Spagnoli li vicina, dove si potrà ammirare la Torre dell'Orologio.
Pomeriggio: Terminato il pranzo è il momento di fare qualche passo indietro per dirigersi verso il Teatro Romano, anch'esso vicinissimo: circa 130 metri, percorribili in 2-3 minuti a piedi, ed inglobato nelle moderne costruzioni. Da qui ci si muove verso la Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista, le famose chiese gemelle, approfittando per fare una passeggiata sul lungomare, per poi spostarsi verso Torre di Mola, altra testimonianza dell'antica cinta muraria del Castello.
Sera: A circa 1 minuto di distanza, neanche cento metri, è situato il ristorante Civico 57, specializzato in cucina a base di pesce a chilometro 0
Itinerario in sintesi
Colazione presso pasticceria Susette - Ottieni indicazioni
Sant'Erasmo - orari: tutti i giorni dalle 7:00 alle 19:00 - costo biglietto: gratis
Torre di Castellone - orari: soggetta a prenotazione, che può essere effettuata a questo numero 3392217202. Il costo del biglietto: sarà comunicato durante la prenotazione
Cisternone Romano - orari: da settembre ad aprile, sabato, domenica, giorni festivi dalle ore 16:30 alle ore 19:30; da maggio a giugno, sabato, domenica e giorni festivi dalle 17:30 alle 20:30; da luglio ad agosto, da martedì alla domenica (chiuso lunedì), dalle 17:30 alle 20:30 - costo biglietto: €2,00 adulti, €1,00 per ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, gratis per i bambini al di sotto dei 10 anni
Porta degli Spagnoli - orari: sempre raggiungibile - costo biglietto: gratis
Pranzo presso Magie dei Sapori Bistrot - Ottieni indicazioni
Teatro Romano - orari: sempre accessibile - costo biglietto: gratis
Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - orari: dal lun al ven dalle 8:00 alle 20:00 - costo biglietto: gratis
Torre di Mola - al momento il sito è in fase di riallestimento, e potrebbe non essere visitabile all'interno. Resta comunque una particolare testimonianza del passato di Formia, da vedere assolutamente
Cena presso ristorante Civico 57 - Ottieni indicazioni
Dove mangiare a Formia
Ristorante Civico 57: specializzato in cucina mediterranea e di pesce, a km 0
Prezzo medio a persona: da €25,00 a €100,00
Indirizzo e contatti: via Abate Tosti 55/57 Ottieni indicazioni / tel: 0771902919
Magie dei Sapori Bistrot: cucina tradizionale e a base di pesce
Prezzo medio a persona: €7,00 a €23,00
Indirizzo e contatti: via Angelo Rubino, 10 Ottieni indicazioni / tel: 3201871584
Ristorante Bellablu: ristorante specializzato in piatti di pesce e cucina mediterranea
Prezzo medio a persona: €7,00 a €40,00
Indirizzo e contatti: via Caposele,1 (Ottieni indicazioni) / tel: 0771269526
Cosa fare la sera: zone della movida e migliori locali
Formia è tutto sommato una città tranquilla, votata al relax e alla cultura: quindi non vi aspettate di trovare discoteche aperte tutta la notte in zona. Però, sul lungomare, con precisione tra i due porticcioli, è presente una grande concentrazione di pub, discopub, birrerie e altri locali, che garantiscono una vasta scelta sul come passare la serata.
Cook pub Formia: pub con vasta selezione di birre
Indirizzo: Via Pietra Erta, 50 (Ottieni indicazioni) / Pagina facebook
Morgana birreria: birreria aperta fino a tardi, con musica dal vivo e possibilità di ordinare da mangiare
Indirizzo: via Abate Tosti, 105 (Ottieni indicazioni) / Pagina facebook
Apotheke farmacia alcolica: locale specializzato in drink, aperto fino a tardi
Indirizzo: via Tullia 11, (Ottieni indicazioni) / Pagina facebook
Organizza il tuo soggiorno a Formia: info e consigli utili
Come arrivare: in auto tramite l'autostrada A1. In treno, fermata Formia - Gaeta, la stazione dista circa 10 minuti a piedi dal centro città
Come muoversi: il modo migliore è a piedi, vista la vicinanza dei monumenti, i più distanti si raggiungono comunque con una piacevole passeggiata che non pesa più di tanto. Per raggiungere alcune attrazioni, tra cui la Tomba di Cicerone, potrebbe essere necessario affittare un auto.
Dove parcheggiare: sono presenti numerosi parcheggi a pagamento. I parcheggi più vicini alle zone di interesse indicati sono Mamurra parcheggio (Ottieni indicazioni), Formia parcheggio (Ottieni indicazioni), Parcheggio Julia (Ottieni indicazioni) e Parcheggio Degli Aranci (Ottieni indicazioni) con parcheggi sia su strada che al coperto.
Dove dormire: Hotel e b&b a partire da €30,00 a camera - guarda le offerte
Cosa vedere nei dintorni: sono presenti numerosissime località di interesse storico e turistico tra cui la vicina Gaeta (Ottieni indicazioni), Sperlonga (Ottieni indicazioni), Lenola (da andare a trovare l’educatore Pannozzo che farà da Cicerone tra i boschi e le vallate dei Monti Aurunci (Ottieni indicazioni).
Itinerario di Formia
Il centro storico di Formia è un vero e proprio scrigno di monumenti e luoghi d'interesse: è quindi consigliato iniziare la visita da qui.
Mattina: Dopo aver fatto colazione presso la pasticceria Susette, ci si può dirigere verso la prima tappa del tour, ovvero la chiesa di Sant'Erasmo, vicinissima ad altri due luoghi d'interesse storico. Finita la visita, in circa tre minuti a piedi si raggiunge il primo di questi: la Torre di Castellone e il famoso Rione Castellone, che ha conservato le sue caratteristiche medievali di borgo difensivo. A pochi passi, circa 2 minuti, troviamo il Cisternone Romano, ben visibile anche da lontano. Ricordiamo che la visita si svolge principalmente nel sottosuolo, ed è quindi consigliato portare con se degli indumenti che aiutino a contrastare l'umidità. Terminata la visita, prima di fermarsi a pranzo da Magie dei Sapori Bistrot, per assaggiare dei piatti a base di pesce a prezzi convenienti, si può fare un salto veloce alla Porta degli Spagnoli li vicina, dove si potrà ammirare la Torre dell'Orologio.
Pomeriggio: Terminato il pranzo è il momento di fare qualche passo indietro per dirigersi verso il Teatro Romano, anch'esso vicinissimo: circa 130 metri, percorribili in 2-3 minuti a piedi, ed inglobato nelle moderne costruzioni. Da qui ci si muove verso la Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista, le famose chiese gemelle, approfittando per fare una passeggiata sul lungomare, per poi spostarsi verso Torre di Mola, altra testimonianza dell'antica cinta muraria del Castello.
Sera: A circa 1 minuto di distanza, neanche cento metri, è situato il ristorante Civico 57, specializzato in cucina a base di pesce a chilometro 0
Itinerario in sintesi
Colazione presso pasticceria Susette - Ottieni indicazioni
Sant'Erasmo - orari: tutti i giorni dalle 7:00 alle 19:00 - costo biglietto: gratis
Torre di Castellone - orari: soggetta a prenotazione, che può essere effettuata a questo numero 3392217202. Il costo del biglietto: sarà comunicato durante la prenotazione
Cisternone Romano - orari: da settembre ad aprile, sabato, domenica, giorni festivi dalle ore 16:30 alle ore 19:30; da maggio a giugno, sabato, domenica e giorni festivi dalle 17:30 alle 20:30; da luglio ad agosto, da martedì alla domenica (chiuso lunedì), dalle 17:30 alle 20:30 - costo biglietto: €2,00 adulti, €1,00 per ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, gratis per i bambini al di sotto dei 10 anni
Porta degli Spagnoli - orari: sempre raggiungibile - costo biglietto: gratis
Pranzo presso Magie dei Sapori Bistrot - Ottieni indicazioni
Teatro Romano - orari: sempre accessibile - costo biglietto: gratis
Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista - orari: dal lun al ven dalle 8:00 alle 20:00 - costo biglietto: gratis
Torre di Mola - al momento il sito è in fase di riallestimento, e potrebbe non essere visitabile all'interno. Resta comunque una particolare testimonianza del passato di Formia, da vedere assolutamente
Cena presso ristorante Civico 57 - Ottieni indicazioni
Dove mangiare a Formia
Ristorante Civico 57: specializzato in cucina mediterranea e di pesce, a km 0
Prezzo medio a persona: da €25,00 a €100,00
Indirizzo e contatti: via Abate Tosti 55/57 Ottieni indicazioni / tel: 0771902919
Magie dei Sapori Bistrot: cucina tradizionale e a base di pesce
Prezzo medio a persona: €7,00 a €23,00
Indirizzo e contatti: via Angelo Rubino, 10 Ottieni indicazioni / tel: 3201871584
Ristorante Bellablu: ristorante specializzato in piatti di pesce e cucina mediterranea
Prezzo medio a persona: €7,00 a €40,00
Indirizzo e contatti: via Caposele,1 (Ottieni indicazioni) / tel: 0771269526
Cosa fare la sera: zone della movida e migliori locali
Formia è tutto sommato una città tranquilla, votata al relax e alla cultura: quindi non vi aspettate di trovare discoteche aperte tutta la notte in zona. Però, sul lungomare, con precisione tra i due porticcioli, è presente una grande concentrazione di pub, discopub, birrerie e altri locali, che garantiscono una vasta scelta sul come passare la serata.
Cook pub Formia: pub con vasta selezione di birre
Indirizzo: Via Pietra Erta, 50 (Ottieni indicazioni) / Pagina facebook
Morgana birreria: birreria aperta fino a tardi, con musica dal vivo e possibilità di ordinare da mangiare
Indirizzo: via Abate Tosti, 105 (Ottieni indicazioni) / Pagina facebook
Apotheke farmacia alcolica: locale specializzato in drink, aperto fino a tardi
Indirizzo: via Tullia 11, (Ottieni indicazioni) / Pagina facebook
Organizza il tuo soggiorno a Formia: info e consigli utili
Come arrivare: in auto tramite l'autostrada A1. In treno, fermata Formia - Gaeta, la stazione dista circa 10 minuti a piedi dal centro città
Come muoversi: il modo migliore è a piedi, vista la vicinanza dei monumenti, i più distanti si raggiungono comunque con una piacevole passeggiata che non pesa più di tanto. Per raggiungere alcune attrazioni, tra cui la Tomba di Cicerone, potrebbe essere necessario affittare un auto.
Dove parcheggiare: sono presenti numerosi parcheggi a pagamento. I parcheggi più vicini alle zone di interesse indicati sono Mamurra parcheggio (Ottieni indicazioni), Formia parcheggio (Ottieni indicazioni), Parcheggio Julia (Ottieni indicazioni) e Parcheggio Degli Aranci (Ottieni indicazioni) con parcheggi sia su strada che al coperto.
Dove dormire: Hotel e b&b a partire da €30,00 a camera - guarda le offerte
Cosa vedere nei dintorni: sono presenti numerosissime località di interesse storico e turistico tra cui la vicina Gaeta (Ottieni indicazioni), Sperlonga (Ottieni indicazioni), Lenola (da andare a trovare l’educatore Pannozzo che farà da Cicerone tra i boschi e le vallate dei Monti Aurunci (Ottieni indicazioni).
Il CISTERNONE ROMANO: Il “Cisternone Romano”, datato al I sec. a.C., è un’imponente struttura ipogea scandita in senso longitudinale da file di pilastri che suddividono l’ambiente in 4 navate coperte da volte a pseudo-crociera. Ubicato sulla sommità dell’arce, corrispondente all’attuale borgo medievale di Castellone, era alimentato dalle sorgenti della zona collinare di S. Maria la Noce per garantire il rifornimento idrico dell’antica città di Formiae. Presenta forti affinità tipologiche con due delle più importanti cisterne del mondo antico, quali la “Piscina Mirabilis” di Miseno e la celebre “Yerbatan Saray” di Istanbul, e può essere considerato un importante tassello nel recupero archeologico delle principali testimonianze dell’ingegneria idraulica romana.
In questo luogo suggestivo il visitatore si trasforma in un viaggiatore-protagonista immerso in uno spazio dinamico, coinvolto da un moto che lo invita ad avanzare verso il “centro focale” dell’ambiente: l’originario ingresso all’antica cisterna. Suoni, colori, giochi di luci e di ombre movimentano questo spazio, svelando particolari e nuove prospettive, e da ogni angolo il visitatore-protagonista è in grado di percepire sensazioni antiche.
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enricopelos · 3 years ago
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IL MULINO DI NEIRONE Fontanabuona Dintorni Altri mulini Altre storie ...ora anche su Amazon...
IL MULINO DI NEIRONE Fontanabuona Dintorni Altri mulini Altre storie …ora anche su Amazon…
Ora anche su Amazon > La storia dei mulini prende a spunto il Mulino di Neirone il primo oggetto di ricerca nel 2005, ma poi si parla anche di quello di Roccatagliata, di Corsiglia, di Costamaglio, etc. per parlare della storia dei mulini, ad acqua, a vento o eolici… La pubblicazione – completa di fotografie anche di documenti dell’epoca – concerne la storia di uno degli ultimi mulini rimasti…
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fashionbooksmilano · 3 years ago
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Due passi tra le stelle
50 anni di Cinema e Teatro raccontati da oltre 200 paia di “scarpe famose”
Introduzione del catalogo Natalia Aspesi, foto di Antonio Guccione
A.N.C.I, Milano 1987, 48 pagine, 24 x 21 cm.
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra ideata per l’A.N.C.I in occasione del MICAM Modacalzatura a Bologna dal 4 al 7 settembre 1987
Realizzazione progettuale Studio Arch Orlando Gentili ,Consulenza per la Moda e lo Stile Quirino Conti
Due erano i tipi di calzatura femminile che Hollywood amava: il classico decolleté a tacco alto, che stava sempre bene e dava una certa distinzione, malgrado la sua improbabilità, anche in scene di vita romantica o di delittuosi inseguimenti: e il sandaletto a strisce sottili (che immancabilmente indossavano Marilyn Monroe e Rita Hayworth, Greta Garbo e Bette Davis), che indicava una maggior predisposizione alla seduzione e andavano bene soprattutto per scene di ballo o grande ricevimento. Raramente le bellissime abbandonavano queste calzature sicure: ma subito, se lo facevano, diventavano memorabili: Greta Garbo, che in “Orchidea Selvaggia” indossava sandaletti di raso ricamato e in “Mata Hari” serpenti di pietra attorno ai piedi e alle gambe nude, moltiplicava il suo fascino osando semplici scarpe da tennis col calzino corto in “La Donna che Ama” e diventava magnifica nella celebre foto di Cecil Beaton coi lunghi piedi (mai lunghi come quelli di Lauren Bacall e di Ingrid Bergman) calzati da piatte galosce di gomma nera. Altre calzature facevano sognare le spettatrici, che qualche anno dopo le avrebbero conquistate, lanciate dalla moda di massa; i sandali allacciati sino al ginocchio della gitana Carmen, interpretata da Rita Hayworth, gli stivali da cow boy portati con commovente femminilità da Marilyn Monroe in “Niagara”, gli stivali da cavallerizza che subito qualificavano Grace Kelly o altre bionde eleganti e fredde, come ragazze di grande classe e grande ricchezza, i sandali allacciati alla caviglia, segnale di torbida perdizione.           La calzatura è entrata nell’immaginario cinematografico quasi di soppiatto, come elemento minore, e rivelandosi però ben presto in grado di caratterizzare non solo un’epoca ma un personaggio, di costruire un divo, di suscitare negli spettatori il desiderio imitativo, la voglia di esaltarsi portando le stesse scarpe dei suoi idoli.
Era giusto perciò dedicargli una mostra ricca e ironica, in grado di tracciare un fantastico itinerario della storia del cinema e del divismo.
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08/07/22
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vlifestyle · 5 years ago
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Viaggiare in camper: 7 itinerari imperdibili stile Route 66
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Quando la strada chiama, bisogna rispondere. Ma non serve volare dall'altra parte del pianeta e raggiungere gli ampi spazi del Nord America per scoprire percorsi leggendari. Anche l’Europa, con la sua varietà incredibile di paesaggi, permette ai viaggiatori di macinare chilometri lungo strade panoramiche ricche di attrazioni, natura e storia. Yescapa, la piattaforma leader in Europa di camper-sharing, ha selezionato sette itinerari in stile Route 66 perfetti da affrontare in camper. Sette percorsi, dall'affascinante Andalusia al selvaggio nord della Scozia, per vivere il mito dell’on the road senza lasciare il nostro continente.  
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  Spagna, La ruta de los pueblos blancos
Il sud della Spagna e il calore dell’Andalusia tra le province di Cadice e Malaga. La Ruta de los pueblos blancos (L’itinerario dei paesi bianchi, in italiano) prende il nome dalle candide case che compongono le cittadine che la strada attraversa: da Alacalà del Valle ad Arcos de la Frontera. Il percorso si snoda tra la valle di Ronda e i pendii del Parco Naturale della Sierra de Grazalema, un’area di origine carsica ricca di gole spettacolari e punti panoramici mozzafiato, come Puerto de Las Palomas, ma anche di abeti e di specie animali protette, come i grifoni. Non solo natura, l’itinerario è anche un vero e proprio viaggio nella storia della Spagna meridionale, tra arte rupestre preistorica, antiche strade romane e luoghi dai nomi arabeggianti che portano ancora i segni della dominazione mora.
Italia, Via Francigena
La Via Francigena, uno dei percorsi di pellegrinaggio più importanti del nostro Paese, nacque nel Medioevo per collegare la Cattedrale di Canterbury, in Gran Bretagna, a Roma e ai porti della Puglia, dove i pellegrini potevano poi imbarcarsi verso la Terra Santa. Oggi è un itinerario che si affronta principalmente a piedi, in bicicletta o a cavallo, ma nulla vieta di seguirlo a bordo di un camper e in totale comodità: un’opzione che sta prendendo sempre più piede tra i viaggiatori. Il percorso attraversa l’Europa, dalle colline toscane puntellate di cipressi e il paesaggio quasi lunare delle Crete Senesi fino a raggiungere la svizzera Losanna e - di seguito - la francese Reims. Proprio in quest’ultima si può visitare un’altra delle cattedrali più importanti d’Europa prima di sbarcare in Inghilterra.
Portogallo, Estrada National 2
La Estrada National 2 (N2) è una delle più importanti del Portogallo. Collega Chaves, a due passi dal confine settentrionale con la Galizia, alla meridionalissima Faro. È la più lunga del Paese e lo attraversa nel suo cuore, lasciando da parte per una volta le più gettonate e note Lisbona e Porto e la costa Atlantica. L’itinerario è ricchissimo: oltre 700 chilometri e una trentina di cittadine da attraversare lungo il percorso. È un viaggio fatto di dislivelli, perfettamente affrontabili a bordo di un camper, che mostra i vari volti del Portogallo: dai vigneti della Valle del Douro alle spiagge dell’Algarve, passando dalle pianure dell’Alentejo tra natura, enogastronomia e storia.
Francia, Route Napoléon
La Route Napoléon è un viaggio nella storia francese ed europea e ripercorre le orme dell’Imperatore francese durante i “cento giorni” del 1815, il periodo che segue il ritorno dall'esilio sull'isola d’Elba e precede la sua disfatta a Waterloo. L’itinerario, inaugurato nel 1932, inizia a Golfe-Juan, dove Napoleone sbarcò una volta tornato in Francia, e termina a Grenoble, dove avvenne la prima battaglia. Il percorso si snoda verso nord dalla Costa Azzurra alle Alpi e attraversa parchi naturali e luoghi mozzafiato come le Gole del Verdon, che con i loro oltre 700 metri di dislivello sono tra i canyon più profondi d’Europa, perfette per gli sport acquatici come canoa e rafting. A segnalare il percorso ai viaggiatori ci pensano le statue delle aquile, simbolo dell’Imperatore.  
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Germania, Romantische Strasse, Route 550
Castelli e paesini da fiaba, pendii ricoperti di verde e atmosfere tipiche del romanticismo tedesco: è la Romantische Strasse. Questa strada, che taglia la Baviera e il Baden-Württemberg, nel sud del Paese, parte da Füssen e raggiunge Würzburg. Si snoda per oltre 360 chilometri da sud a nord e mostra a chi la percorre alcune delle più tipiche bellezze tedesche, prima fra tutte il Castello di Neuschwanstein, uno dei più belli e fotografati d’Europa: un vero e proprio castello da fiaba e, non a caso, sembrerebbe essere stato il “modello” per alcuni celebri film di animazione della Disney. Lungo il percorso si attraversano cittadine con case a graticcio e tetti spioventi, come Rothenburg, e località con antichi monasteri, come Wieskirchem, ma anche paesi di origine romana, primo fra tutti Augsburg, e altri che hanno conservato la loro struttura medievale, come Landsberg am Lech. Un viaggio nel tempo e nello spazio condito da un po’ di romanticismo e nostalgia.
Irlanda, Wild Atlantic Way
La Wild Atlantic Way è la strada panoramica che segue la costa atlantica della Repubblica d’Irlanda, da Muff, nel nord del Paese, a Kinsale, nel sud. Un viaggio lungo 2500 chilometri che si concentra prevalentemente sulle bellezze naturali, da Malin Head, il punto più a nord, al Connemara National Park, passando per le Cliffs of Moher e le Slieve League, tra le scogliere mozzafiato dell’isola. Paesini e baie, strapiombi e prati verdi nei quali pascolano i greggi, la Wild Atlantic Way è un percorso da vivere con il classico spiritoon the road: tanta libertà e voglia di stupirsi per scoprire un’Irlanda selvaggia e da cartolina. Da una parte la forza delle onde dell’oceano, dall’altra il cielo che sembra non riposarsi mai.
Regno Unito, North Coast 500
La North Coast 500 è giro quasi completo delle Highland scozzesi tra montagne, laghi e spiagge: un percorso circolare di oltre 800 chilometri che inizia e finisce al Castello di Inverness. Considerata una delle strade panoramiche più belle del continente, attraversa brughiere e paesini di pescatori fino a raggiungere il punto più settentrionale della Gran Bretagna. Seguendo il percorso, perfetto per camper e caravan grazie anche alle tante piazzole e aree attrezzate, si attraversano ben sei regioni scoprendo la Scozia più autentica. Si può assaggiare dell’ottimo whisky nell'Easter Ross o cercare di avvistare i delfini nel Black Isle, andare a caccia di castelli e creature mitologiche nel Sutherland o di siti archeologici nel Caithness. C’è davvero l’imbarazzo della scelta. Fonte ed immagini: Yescapa Read the full article
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giancarlonicoli · 4 years ago
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13 apr 2021 17:20
LEVATEJE ER VINO! - IN UN PAESE IN CUI NON SI E’ RIUSCITI ANCORA A PORTARE L’ALTA VELOCITA’ DA SALERNO A REGGIO CALABRIA, IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE ENRICO GIOVANNINI SI BALOCCA CON LA ''CICLOVIA DEL SOLE'' E SULLA “MOBILITA’ DOLCE” - SI POTRÀ ANDARE IN BICI DA BOLZANO A BOLOGNA - INAUGURATI 46 KM DA MIRANDOLA A SALA BOLOGNESE - VIDEO
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Da repubblica.it
"Il nostro Governo, rafforzando quello che il Governo precedente aveva già immaginato intende inserire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza un investimento senza precedenti proprio sulla nella mobilita dolce e sull'uso di nuovi strumenti di mobilità ciclistica". Lo ha detto, inviando un videomessaggio all'inaugurazione della Ciclovia del Sole sull'ex ferrovia Bologna-Verona, il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini.
"Abbiamo inserito nel Pnrr un investimento di 600 milioni di cui 200 dedicati alla mobilità all'interno delle città e aree metropolitane e e 400 per la realizzazione di ciclovie turistiche e ciclovie nel quadro anche europeo di sviluppo e lo facciamo insieme alle Ferrovie".
La Ciclovia del Sole sull’ex ferrovia Bologna-Verona da Mirandola (Tramuschio) a Sala Bolognese (Osteria Nuova) consta di 46 km realizzati in due anni dalla Città metropolitana di Bologna con un costo di 5 milioni di euro, grazie al finanziamento del Ministero dell’Ambiente, alla disponibilità di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS).
Grazie all’apertura di questo nuovo tratto la Ciclovia del Sole, che fa parte del grande itinerario ciclabile europeo Eurovelo7 Capo Nord-Malta, sarà di fatto percorribile da Bolzano a Bologna mentre sono già finanziate e in parte realizzate alcune parti del tracciato Bologna-Firenze (4,5 milioni di euro per la connessione Sala Bolognese-Bologna, 4,5 milioni di euro per la Casalecchio-Marzabotto e 2,5 milioni per la Marzabotto-Silla, oltre ai 7 milioni di euro per il tratto toscano).
L'inaugurazione della Ciclovia
Alla cerimonia di inaugurazione - senza pubblico e nel rispetto delle restrizioni anti-Covid – hanno partecipato il sindaco metropolitano Virginio Merola, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il presidente di Apt Emilia-Romagna e CT della nazionale di ciclismo italiana Davide Cassani e (in collegamento da Roma) il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e l’amministratrice delegata di RFI Vera Fiorani.
Durante la diretta dell’evento, trasmessa su numerosi canali social, siti web e tv, la giornalista Sabrina Orlandi ha dialogato con le istituzioni, con Cassani e il giornalista Mario Calabresi e sono arrivati anche i video messaggi dei sindaci di Firenze (Dario Nardella) e di Verona (Federico Sboarina), della CEO di European Cyclists'? Federation Jill Warren, di Paolo Pileri, ideatore e responsabile della Ciclovia Vento Venezia-Torino Eurovelo 8 e di  Antonio Dalla Venezia (Presidente Comitato tecnico scientifico Bicitalia, FIAB).
Il taglio del nastro è avvenuto lungo la Ciclovia all’ex stazione ferroviaria della Bolognina di Crevalcore, un luogo particolarmente carico di significati perché a pochi passi da lì, nel gennaio 2005, avvenne il tragico incidente ferroviario con 17 vittime e 80 feriti. Da allora l’esigenza di raddoppiare i binari, affiancata a un potenziamento tecnologico che ne ha innalzato la sicurezza a standard di eccellenza europei - ha liberato 36 km della vecchia linea Bologna-Verona su cui ora corre la Ciclovia del Sole.
Nel tratto aperto oggi da Mirandola (Tramuschio) a Sala Bolognese (Osteria Nuova) sull’ex ferrovia Bologna-Verona sono presenti 5 piazzole di sosta dotate di illuminazione, wi-fi, carica cellulare e e-bike, kit di riparazione, rastrelliere, acqua, tavoli e cestini. E presto sarà installato su ognuna l'impianto fotovoltaico.
Lungo il tracciato sono stati riqualificati i ponti ferroviari di attraversamento dei principali corsi d’acqua (Lavino, Ghironda, Samoggia e Panaro) e altri manufatti per corsi d’acqua minori o per attraversamenti di viabilità private e locali.
L’interconnessione con la viabilità locale esistente è realizzata con 28 connessioni per rendere estremamente fruibile e permeabile il percorso anche dall’utenza locale per gli spostamenti casa/lavoro e casa/scuola.
A San Giovanni in Persiceto inoltre aprirà presto i battenti uno dei primi Bed&Bike dell’Emilia Romagna con possibilità di sosta e pernottamento per ciclisti e annessa attività di riparazione/deposito bici. Il nuovo edificio, si trova a fianco della Stazione Ferroviaria, nell’area recentemente riqualificata con il progetto di Città metropolitana e Comune nell’ambito del Bando Periferie, ed offrirà servizi di bike room (4 camere da 3 posti letto ciascuna, tutte dotate di servizi igienici più 1 bagno per disabili) con attrezzi a disposizione o un meccanico su richiesta. L’edificio ospiterà inoltre una reception, l’area cucina e quella per il lavaggio e la lubrificazione. In questi giorni sono in corso le ultime fasi di collaudo a cui seguirà l’affidamento della gestione tramite bando. Fra i servizi offerti si sta valutando la possibilità di attivare servizi di Bike shuttle e trasporto bagagli, offerta di lunch box e noleggio bici.
Lungo il percorso sono inoltre presenti 22 totem turistici che raccontano le eccellenze artistiche e culturali dei territori attraversati: 50 km di pianura e di purissimo distillato di Emilia. Un percorso ciclabile facile e leggero che attraversa 8 comuni (3 in provincia di Modena e 5 in città metropolitana di Bologna).
Merola e Bonaccini: il futuro è verde
“L’opera che apriamo oggi non è solo una ciclabile  - dice Virginio Merola -. Vi comunico quindi che candideremo il tracciato della Ciclovia del Sole che apriamo oggi al bando nazionale per la riforestazione grazie al quale contiamo di piantumare oltre 5 ettari di verde: migliaia tra "alberi ed arbusti", creando pareti di verde ed aree ombreggiate che non solo miglioreranno il paesaggio ma anche il microclima della Ciclovia ma di tutto l'ambiente”.
“Ambiente, turismo, sport, cultura, paesaggio, agroalimentare - commenta Stefano Bonaccini - : c’è tutta l’Emilia-Romagna in questa infrastruttura che inauguriamo oggi. La Ciclovia del Sole, un progetto di cui la Regione è capofila e che collegherà Verona, Bologna e Firenze coi suoi 392 chilometri - di cui ben 154 si snodano in Emilia-Romagna - non solo si colloca tra le più importanti vie ciclabili europee ma propone una nuova idea di viaggio capace di coniugare la scoperta lenta e attenta dei territori a una maggiore sostenibilità ambientale. Temi che sosteniamo da tempo. La Ciclovia ci permetterà di agganciare la ripartenza valorizzando le tante risorse della nostra tradizione culturale ed enogastronomica nel rispetto della natura e del paesaggio”.
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mademoisellesabi · 5 years ago
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Un viaggio in Scozia è uno di quei viaggi che ti resteranno in mente per sempre, perché la Scozia ha il potere di ammaliarti quando ci arrivi, di stregarti quando la scopri e di mancarti quando la lasci.
Quiraing – Isola di Skye
In particolare per un viaggio itinerante, il viaggio comincia già durante la fase organizzativa, che adoro! Per me l’organizzazione di un viaggio è sempre un’esperienza fantastica, in questo caso lo è stata all’ennesima potenza.
Prima di cominciare a organizzare il viaggio ovviamente mi sono documentata giungendo alla conclusione che a un viaggio on the road in Scozia, soprattutto se è la prima volta, vanno dedicate almeno due settimane. Per me non è stata la prima volta in Scozia, ma il primo viaggio itinerante.
La Scozia è così che va visitata, attraverso un road trip, in auto e in autonomia, ore e ore seduti sui sedili a vedere panorami incredibili, a percorrere single track dove ci si ferma di tanto in tanto nelle numerose passing place a dare la precedenza, a imboccare tortuose stradine che ti condurranno ad angoli incredibili e a fermarsi continuamente e scendere per ammirare scorci unici e cieli che mutano in pochi minuti. 
L’organizzazione è stata abbastanza laboriosa, la varie fasi e tutti i suggerimenti li trovate in questo articolo, che vi consiglio di leggere.
Ci tengo a precisare che il mio itinerario è stato abbastanza ricco, ho deciso di inserire molte tappe come primo on the road, non per vedere tutto perché vedere tutto è comunque impossibile, ma cercando di fare soste, anche brevi, nei luoghi che avremmo incontrato lungo il tragitto che mi sembravano interessanti.
Questo viaggio nasce con l’idea di vedere principalmente la costa più che l’entroterrà, in quanto zona più panoramica e della quale subisco il fascino nonché di vivere la Scozia, di capirne l’essenza, di scoprire il suoi tratti somatici, la sua forma, i colori intensi,  la sua natura incontaminata, i suoi specchi d’acqua, i suoi orizzonti e tutto ciò che contribuisce a renderla unica.
Ancor prima della partenza, si capisce che in Scozia si torna, quindi viene meno la voglia di fermarsi a lungo in un posto ma solo per la curiosità di vederne altri. Questa è la mia filosofia. Nelle prossime visite mi concentrerò sulle zone che mi sono piaciute di più e che per questione di tempo e di meteo non ho potuto visitare a fondo. C’è anche quello da tenere in considerazione: se il tempo non è dei migliori pur essendo estate, per dire, la spiaggia te la godi fino a un certo punto.
Le dive locali
Ma veniamo al racconto dell’itinerario di viaggio: SIETE PRONTI A PARTIRE? 
Diario di viaggio (parte prima) del nostro on the road in Scozia
GIORNO UNO: partenza e arrivo a Edimburgo
Partiamo dall’aeroporto di Treviso con volo Ryanair con mezz’ora di ritardo e in due ore arriviamo a Edimburgo, sono quindi le 21.30, andiamo a ritirare l’auto al noleggio dell’aeroporto di Europecar ed espletate le pratiche di rito ritiriamo la nostra Golf 1.6. e ci dirigiamo in albergo.
I dettagli sulle prenotazione e i costi di volo e noleggio del veicolo e tutte le informazioni relative, li trovate in quest’articolo, già citato sopra.
Edinburgh Castle #castleofscotland
Considerata l’ora di arrivo e tenuto conto che dovevamo spostarci in auto, ho prenotato – per due notti – Village Hotel Edinburgh a 7 miglia dall’aeroporto e appena fuori dal centro di Edimburgo. L’albergo è infatti dotato di comodo parcheggio e di pub, l’ideale per chi arriva a tarda sera, come nel nostro caso. All’arrivo chiediamo subito se è ancora possibile cenare, la risposta è affermativa ma bisogna farlo subito, ci rechiamo quindi al pub a ordinare e, nel frattempo, portiamo i bagagli in camera. Hamburger e un paio di Guinness, la prima sera.
Tutte le informazioni sugli alloggi e ristoranti della vacanza li trovate in quest’articolo.
GIORNO DUE: Edimburgo
L’intera giornata è dedicata alla visita della bellissima capitale Edimburgo, un solo giorno non è molto, io l’avevo visitata a dicembre scorso, non è così per il mio compagno, ma durante questa vacanza anche le ultime due notti ci fermeremo a Edimburgo, pertanto ci rifaremo. Per inciso ad Alan, il mio compagno, Edimburgo è piaciuta moltissimo, ci potrebbe vivere. Io, come dicevo, l’ho vista qualche mese fa ed è stato amore a prima vista, tanto che appena tornata ho iniziato a pensare al viaggio in Scozia.
La zona centrale di Edimburgo, che è quella che merita la visita è abbastanza concentrata, ci perdiamo tra i vicoli acciotolati della Old Town. Per scoprire l’essenza di Edimburgo è d’obbligo una passeggiata in Royal Mile (il Miglio Reale) il viale medievale lungo, appunto, un miglio che unisce il Castello di Edimburgo, a Ovest, al Palazzo di Holyrood, storica residenza dei sovrani di Scozia, a Est.
Scendiamo poi lungo la splendida Victoria Street e arriviamo nella caratteristica Grassmarket disseminata di storici pub e ci fermiamo a pranzo per il primo fish and chips della vacanza.
Victoria Street
Prima di far ritorno in albergo facciamo due passi nel Dean Village e poi, approfittando dell’auto, facciamo un giro sulla costa a Portobello beach.
In quest’articolo vi racconto cosa fare e vedere a Edimburgo.
Dopo un po’ di relax in camera torniamo in centro per due passi in Princess Street e un po’ di shopping. Per cena sarei voluta andare da Forenge & Chatter ma purtroppo erano al completo, ripieghiamo su Element in Rose Street, bel posto e ottima cucina.
Element
Element
Element
Element
Qui alcuni suggerimenti sulle brillanti cucine di Edimburgo.
GIORNO TRE: da Edimburgo a Stonehaven (200 km). Luoghi visitati: Elie, Saint Monas, Pittenween, Anstruther, Crail, Saint Andrews, Stonehaven
Di buon mattino, dopo una veloce colazione l’UNICA colazione NON scozzese della vacanza, nello Starbucks dell’albergo, carichiamo i bagagli e partiamo in direzione della regione del Fife, lungo la costa Est. Il programma è la visita di cinque splendidi villaggi nell’East Neuk of  Fife, un tratto di costa proprio caratterizzato da questi piccoli villaggi di pescatori con suggestivi cottage raggruppati attorno ad antichi porticcioli.
Controlla qui il percorso e in tempo di percorrenza!
Dalla capitale ci si arriva in un’oretta, attraverso i celebri ponti gemelli sul Firth of Forth, i Forth Bridges, capolavoro d’ingegneria moderna. Arrivati nell’East Neuk of Fife ci dedichiamo, uno dopo l’altro ai villaggi.
I bellisissimi villaggi East Neuk of Fife ve li racconto in quest’articolo.
D’ogni modo la prima tappa è Elie Earlsferry, continuiamo verso Saint Monas, poi Pittenween e Anstruther dove ci fermiamo a The Dory per un tea e uno scones.
Elie
Elie
Saint Monas
Saint Monas
Saint Monas
Saint Monas
Anstruther
Pittenwen
L’ultimo villaggio dove ci fermiamo è Crail, dove la mia Nikon viene conquistata da infiniti scorci. Facciamo tappa al porto, in un baracchino troviamo The Lobster Hub, dove consumiamo crab e lobster, ci danno un vassoio con piatti, posate e condimenti e ci sediamo a mangiare in uno dei tavoli attorno al porto, era tutto talmente buono e fresco che prendiamo anche dei panini farciti con crab e lobster.
Crail
Crail
Crail
Crail
Crail
Crail
Crail
Crail
Nel pomeriggio proseguiamo in direzione Saint Andrews, oltre ai magnifici ed estesissimi campi da golf che circondano la cittadina universitaria, nel centro troviamo le rovine dell’imponente cattedrale costruita nel 1158 e che, nei suoi momenti di massimo splendore, ha accolto pellegrinaggi religiosi da tutta Europa. 
Cattedrale di St. Andrews
Cattedrale di St. Andrews
Cattedrale di St. Andrews
Cattedrale di St. Andrews
Dalla cattedrale, seguendo il percorso lungo la costa, si arriva al vecchio casello che ha ospitato vescovi e arcivescovi per tre secoli. Uno dei castelli più antichi e più belli di Scozia, oggi un’incredibile meravigliosa rovina adagiata nella scogliera che affaccia su una piccola baia nel Mare del Nord, difeso dal mare da grandi falesie e fossati di pietra.
Dopo una birra in un pub nel centro procediamo, lungo il nostro itinerario. Era prevista una deviazione per la visita a Glamis Castle, considerato uno dei più belli Castelli di Scozia, e un’altra destinazione interessante poteva essere lo Scone Palace, imponente palazzo gotico, luogo di incoronazione di Macbeth e Robert Bruce e molti re scozzesi, ma decidiamo di procedere oltre. La meta per la notte è Stonehaven, un tranquillo villaggio sul mare.  
Stonehaven Harbour
Stonehaven
Arrivati a destinazione ci rechiamo a Bayview B&B che ci ospita per la notte, portiamo i bagagli e ci rilassiamo un’oretta.
Bayview B&B
Bayview B&B
Poi prima del tramonto ci dirigiamo verso il Castello di Dunnottar, uno dei più belli di Scozia. Lo spettacolo è straordinario.
Dunnottar Castle
Dunnottar Castle
Rientrati a Stonehaven facciamo un giro attorno al porto per tentare di individuare un locale dove andare a cena. Ci fermiamo in un pub per una birra ma l’ambiente è troppo caotico per fermarci a mangiare lì e quindi optiamo per l’unico ristorante attorno al porto che non fosse sotto una struttura ricettiva, il Tolbooth, ristorante di pesce con una splendida vista sul porto, abbiamo mangiato bene e speso abbastanza, diciamo…
Tolbooth
Tolbooth
Tolbooth
Tolbooth
Qui l’articolo su Stonehaven e il Castello di Dunottar
GIORNO QUATTRO: da Stonehaven a Nairn (220 km). Luoghi visitati: Pennan, Crovie, Gardenstown, Banff, Portsoy, Cullen, Portknockie, Elgin, Nairn.
Dopo una meravigliosa colazione, carichiamo la macchina e proseguiamo il nostro viaggio lungo la costa nord est per la visita di tutta una serie di minuscoli e caratteristici borghi.
Qui il percorso, controlla il tempo di percorrenza e scarica qui l’itinerario!
La prima tappa è il villaggio di Pennan, un piccolissimo borgo di pescatori con un’unica fila di cottage in pietra imbiancati a calce e costruiti su una striscia di terra, sembrano incastonati tra la montagna e il mare, il borgo di case è infatti circondato dalla scogliera in arenaria rossa e affacciate sul mare.
Pennan
Pennan
Pennan
In queste zone la ricezione è pressoché inesistente quindi organizzatevi per i percorsi perché cellulare e navigatori potrebbero non essere d’aiuto.
Proseguiamo verso Crovie, dista 4 miglia, considerato uno dei villaggi di pescatori meglio conservati di tutta Europa, vanta molte caratteristiche in comune con Pennan, una differenza consiste nel fatto che non è possibile arrivarci in auto, l’auto va lasciata nel parcheggio che si trova in cima alla scogliera. Anche qui una fila di casette sussistenti su un’ancor più stretta lingua di terra, così stretta da poter essere attraversata solo a piedi, infatti di fronte la fila di cottage solo un sentiero pedonale, oltre il quale il mare e l’orizzonte infinito, praticamente le abitazioni sono baciate dal mare e non di rado le onde bussano alla porta.
Crovie
Crovie
Crovie
A meno di due miglia troviamo Gardenstown, dove facciamo una brevissima sosta, rispetto ai primi due è decisamente il villaggio più grande. La parte più pittoresca e caratteristica del villaggio è Seatown con i suoi antichi cottage dai colori pastello, è ricca di interessanti vicoli da esplorare, il suo pittoresco porto accoglie le imbarcazioni dei pescatori perché anche qui la pesca è l’attività principale da decenni.
Gardenstown
Gardenstown
Banff, storica cittadina molto ben conservata, è separata dal vicino villaggio di Macduff da un caratteristico ponte a sette archi sul fiume Deveron. Tra i suoi edifici interessanti esempi di architettura georgiana che ha attirato visitatori per secoli, tra gli estimatori Robert Burns e Lord Byron.
A Banff c’è l’ex castello reale di Banff e nelle vicinanze si trova la magnifica Duff House. Banff è anche meta di golfisti grazie ai suoi splendidi campi e non manca uno splendido tratto di costa.
Banff
Banff
Arriviamo a Portsoy con un po’ di fame, acquistiamo due sandwich in un panificio e ci dirigiamo verso il porto alla ricerca di una panchina.
Portsoy è sicuramente meno caratteristico rispetto ad altri villaggi, ma ha un porto davvero seducente con più di 300 anni di storia ed è, forse, il più antico porto naturale d’Europa. Vi si affacciano alcuni affascinanti palazzetti che risalgono alla fine del 1600 o all’inizio del 1700, tra i quali e il negozio di marmo Portsoy. Il marmo di Portsoy è stato utilizzato nella costruzione di parti del Palazzo di Versailles di Luigi XIV.  
Portsoy
Portsoy
Portsoy
Continuiamo verso Portknockie che, diversamente dagli altri villaggi, sorge in cima alla scogliera e non a livello del mare. Dal villaggio, un crocevia di strade diritte su cui affacciano antichi cottages dallo stile unico, si scende al piccolo porto. Da Portknockie partono interessanti percorsi nella natura, uno dei quali, lungo la costa, porta ad ammirare il Bow Fiddle Rock, una formazione rocciosa che nel corso dei secoli ha preso la forma di un arco di violino, con un po’ di immaginazione…
Portknockie
Proseguiamo verso Elgin, un piccolo e grazioso centro più dinamico rispetto ai precedenti, qui ci sono negozi e locali. L’attrazione principale della città è l’imponente Cattedrale, che era definita la lanterna del Nord, in quanto visibile per via della sua altezza, da molto lontano. Facciamo un giro veloce perché iniziamo ad avere voglia di raggiungere il nostro giaciglio per la notte a Nairn.
Scozia: Pennan, Crovie, Gardenstown, Portsoy e non solo, splendidi villaggi a Nord Est
Prima di arrivare a Nairn, lungo il tragitto veniamo attratti dalle indicazioni del Brodie Castle, dove facciamo un giro nel giardino e ci fermiamo per scones e tea nel bar del castello.
Arrivati a Nairn ci rechiamo subito a Denson Villa, la guest house che abbiamo fissato per la notte. La camera molto ampia arredata in stile classico con meravigliosi coordinati letto e fiori freschi, tutto molto raffinato e curato nei dettagli. Il padrone di casa Alex è molto gentile e disponibile ci ha accolti all’arrivo con due scones che consumiamo con del tea, ancora…
Denson Villa
Denson Villa
Denson Villa
Denson Villa
Ci rilassiamo un paio d’ore in camera e poi usciamo con l’idea di fare un aperitivo con qualche stuzzichino, dopo gli scones del pomeriggio, una cena è troppo. E troviamo il posto che fa per noi il wine bar One One Two, oltre a una buona scelta di vino, vanta un bel menù, noi optiamo per due zuppe e due piatti scelti dagli antipastini e una bottiglia, ma è possibile fare una cena classica con antipasto e un piatto principale. Ottimo rapporto qualità prezzo. 
One One Two
One One Two
Leggi qui il mio post su Nairn e dintorni
GIORNO CINQUE: da Nairn ad Aviemore (km 188). Luoghi visitati: Nairn, Fort George, Loch Ness, Drumnadroicht e Castello Urquat, Foyers, Aviemore.
Dopo aver consumato la colazione, che ci è stata servita in camera, procediamo con doccia e bagagli. Alex ci ha congedato con due fette di torta home made, da consumare durante il viaggio.
Controlla qui l’itinerario e scarica il percorso!
Prima di lasciare Nairn andiamo a fare una passeggiata sul lungo mare. Dopo aver fatto carburante partiamo alla volta di Fort George, fortificazione costruita per sedare le rivolte dei Giacobiti, oggi base militare e aperta ai visitatori.  Leggi qui l’articolo su  Fort George e Nairn.
Saltiamo la zona di Inverness, che visiteremo domani quando da Aviemore partiremo per cominciare la North Coast 500, ci dirigiamo verso Loch Ness. Percorriamo la strada lungo il lago nella parte Ovest, la A82, la strada che collega Inverness con Fort Williams costeggiando i laghi Loch Ness, Loch Oich e Loch Lochy, che regala scorci bellissimi.
Loch Ness
Loch Oich
Loch Lochy
Arriviamo al villaggio di Drumnadrochit con il Loch Ness Centre and Exhibition e Nessieland e per scoprire la storia, le leggende e i misteri del lago, Drumnadroicht località turistica che pullola di negozi turistici e qualche locale, tutto ruota intorno a Nessie.
Proseguiamo di un paio di chilometri verso le suggestive rovine di Urquhart Castle, uno dei castelli più belli e ritratti di tutta la nazione, uno dei castelli che decidiamo di visitare durante la nostra vacanza. Leggi di Loch Ness e del Castello di Urquhart.
Urquhart Castle
Urquhart Castle
Dopo la visita al castello continuiamo il percorso del lato Ovest del lago fino a Fort Angus per poi risalire lungo la strada panoramica B862. La sponda orientale, dal punto di vista paesaggistico, è la più bella delle due sponde. L’atmosfera è fantastica fra pecore e mucche al pascolo e un paesaggio davvero vario: prati verdissimi, si alternano a brughiera, i colori dell’oro del mais sono macchiati da folte pinete, aree brulle bagnate da corsi d’acqua.
Dalle mie ricerche durante la fase organizzativa era emerso che valeva la pena fermarsi nei villaggi di Foyers e Dores. Ci fermiamo a Foyers perché abbiamo un po’ di fame, non abbiamo ancora messo nulla sotto i denti. Dalla B862 svoltiamo a destra quando incontriamo il cartello che indica appunto Foyer, uno splendido percorso finché arriviamo a un parcheggio sulla destra prima di un edificio, dove trovare del cibo. Ma veniamo catturati da un cartello dall’altro lato della strada che indica un percorso, ci immergiamo in un bosco alla ricerca della cascata.
Di ritorno dalla passeggiata prendiamo due birre con delle chips in un botteghino, l’unica cosa che abbiamo trovato, e ci rimettiamo in viaggio verso la nostra tappa per la notte e con il continuo susseguirsi di nuovi paesaggi del Parco Nazionale dei Cairngorm, pecore allo stato brado che attraversano tranquillamente la carreggiate arriviamo ad Aviemore.
Aviemore
Aviemore
Abbiamo prenotato Cairngorm Hotel, check in veloce e saliamo in camera, spaziosa e in stile scozzese, con un letto davvero enorme. Io faccio la doccia e mi stendo a letto per rilassarmi e controllare l’itinerario dell’indomani, postare qualche foto, mentre Alan va a prendere il resto dei bagagli in auto e a farsi una birra al pub dell’hotel.
Usciamo per cena. Il ristorante dell’albergo non ci ispira, la grande sala è pienissima, preferiamo un luogo più intimo, prendiamo una birra al pub e verifichiamo su tripadvisor cosa offre il mercato. Decidiamo per The Bridge Inn, a pochi chilometri. Ci è piaciuto abbiamo mangiato bene, bevuto una buona bottiglia e il posto molto carino.
Torniamo in hotel e ci fermiamo al pub per un gin tonic dove troviamo un duo molto interessante che suona Annie & Cullum e un barman davvero carino, ci fermiamo e il gin tonic diventano un po’ troppi… Ci fermiamo fino alla fine, abbiamo la camera sopra il bar quindi fino all’1.30 eravamo stati avvisati che ci sarebbe stato rumore.
GIORNO SEI: da Aviemore a Portmahomack (km 145). Luoghi visitati: Carrbridge, Clava Claims, Culloden Battlefield, Inverness, Beauly, Portmahomack.
Partiamo di buon mattino, la consueta routine dei bagagli e via alla scoperta di altri splendi angoli di Scozia.
Qui puoi trovare il percorso e controllare i tempi di viaggio!
Non ci avventuriamo nel Parco Nazionale dei Cairngorm ma torniamo su verso Inverness. Partiamo spediti passando per il villaggio di Carrbridge, una veloce visita al famoso Old Pack Horse Bridge e via verso Clava Cairns, sito preistorico di sepoltura con misteriosi monoliti; proseguiamo poi verso Culloden Battlefield, la brughiera dove si è combattuta la tragica quanto nefasta battaglia di Culloden.
Old Pack Horse Bridge
Il resto della mattinata è dedicato all’esplorazione di Inverness, dove ci fermiamo per pranzo e a fare un po’ di shopping, già da qualche giorno abbiamo l’idea di acquistare due Barbour, il capo ideale qui. Tra l’altro averlo acquistato in Scozia ci ha fatto parecchio risparmiare. Se lo avete non esitate a portarvelo appresso, è l’ideale per pioggia, vento e nei boschi non si rovina e vi ripara da rami secchi, va bene per tutte le occasioni dalle passeggiate tra i boschi, in città come al mare.
Riprendendo la strada verso Nord, da qui comincia la North Coast 500, la nostra meta per la notte è Portmahomack, lungo il tragitto passiamo per Beauly dove si possono ammirare i resti del monastero costruito nel 1200.
North Coast 500
Dopo Inverness un’altra zona da vedere sarebbe stata la Black Isle, purtroppo noi per questioni di tempo non ci riusciamo, lo faremo in un’altra occasione con più calma, abbiamo preferito non visitarla troppo frettolosamente. La Black Isle, Isola Nera, nonostante il nome non è un’isola ma una penisola quindi circondata dal mare su tre lati: a nord il Cromarty Firth, a sud il Beauly Firth e a est il Moray Firth. Questa zona di mare ospita una popolazione di delfini tursiopi, che è possibile avvistare.
Arriviamo a Portmahomack alle 16.00 e lungo l’unica strada che costeggia la spiaggia incontriamo Caledonian House, la guest house che ci ospita. Ci accoglie Carol, la padrona di casa, che ci accompagna alla stanza e ci spiega dove verrà servita la colazione, ci consegna inoltre il menu dove scegliere la colazione, prassi di tutte le guest house e B&B in tutto il Regno Unito, la varietà della proposta e comunque sempre molto ampia. Dopo una doccia e un tea decidiamo di uscire a fare due passi per capire cosa c’è per cenare, oltre al ristorante italiano sotto la nostra camera, che ovviamente evitiamo. In ogni caso non c’è posto dice la padrona di casa.
Caledonian
Caledonian
Caledonian
La località è minuscola c’è un altro ristorante, sbirciamo tra le vetrate ma non ci ispira è un po’ demodé per non dire stantio, c’è anche un pub dove andiamo a bere una pinta e chiediamo per cena e ci rispondono che è possibile cenare solo alle 18.30 perché dalle 20.00 il locale è prenotato per una festa di compleanno. Non essendoci altro accettiamo.
Nell’attesa delle 18.30 ammiriamo questa piccola località dove non c’è nulla ma ti sembra di avere intorno tutto, un’immensa spiaggia battuta dalle onde di un mare gelido dove i coraggiosi si spingono addirittura a nuotare, mentre i più passeggiano sulla riva talvolta accompagnati dai loro cuccioli. Questo offrono i mari del nord spiagge pacifiche e rilassanti dove passeggiare e rilassarsi, ed è meraviglioso, è quello che adoro.
Tarbat Lighthouse
Portmahomack
Torniamo al pub per la cena, prendiamo due zuppe, quasi immangiabili, e fish and chip, terribile, io non riesco a mangiarlo. Una delle peggiori cene, anzì la peggiore, speso poco e mangiato peggio.
Io esco depressa quindi entro nell’unico negozio, che è ancora aperto dato che non sono neppure le 20.00, per vedere se trovo un dolcetto commestibile e acquisto del tè, proviamo a fare due passi ma il vento è ancora davvero incredibile, non avessi avuto il Barbour, appena preso, sarei dovuta rimanere in camera. Dove torno a leggere dopo poco, Alan torna al pub a bere qualche whisky, che costano pochissimo e sono buoni. Al banco si può stare nonostante o festeggiamenti.
GIORNO SETTE: da Portmahomack a Dunnet (km 190). Luoghi visitati: Golspie, Dunrobin Castle, Whaligoe Steps, Wick, Sinclair Castle, John O’Groats, Duncansby Head, Dunnet Lighthouse, Dunnet.
La colazione è servita in una stanza molto luminosa con vista sulla baia, Carol e la sua aiutante, una giovane ragazza ci servono una colazione con i fiocchi. La colazione in Scozia, come in tutto il Regno Unito, non delude mai!
Scarica qui l’itinerario di oggi!
Ci concediamo poi una passeggiata sulla spiaggia, il cielo è coperto ma questa condizione potrebbe mutare nel tempo di bere un tè, d’ogni modo il vento è così forte che alza la sabbia bagnata facendomi fare un energico peeling naturale al viso.
La spiaggia di Portmahomack
Caricati i bagagli sotto l’acquazzone partiamo lungo la leggendaria North Coast 500. La prima tappa di oggi avrebbe dovuto essere la distilleria Glen Morange, ma purtroppo è domenica e quindi è chiuso.
Continuiamo quindi diretti a lungo la costa orientale sino a Golspie, villaggio che sorge sul Mare del Nord e che regala splendidi scorci sul mare. Appena fuori Golspie c’è un magnifico castello, il Dunrobin Castle, che decidiamo di visitare. Nel frattempo ha smesso di piovere ed è uscito un gran bel sole.
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Un castello fiabesco in perfetto stato di conservazione con degli splendidi giardini curatissimi che affacciano in mare. Buona parte degli interni del castello si possono visitare, un’ala della casa è abitata. Le stanze che si possono visitare sono bellissime e sembra che siano ancora “vissute”. Visitiamo: la sale delle cene, la sala colazione, la sala del tea, preparate come al tempo, la libreria, la sala musica, la sala bigliardo, lo studio del conte, la sartoria, la camera del bimbi, la nursery, la sala delle armi e persino la sala dove sono custoditi gli attrezzi delle pulizie, dove sono esposte tutta una serie di aspirapolvere e altri attrezzi per la pulizia di diverse epoche.
Proseguiamo il nostro viaggio lungo la super panoramica e magnifica costa est della North Coast 500, in direzione Wick, ma all’altezza di Berriedale, lungo un tratto di strada in salita la nostra attenzione viene attirata da una caratteristica insegna sulla sinistra è: The River Bothy, una tea room dove decidiamo di fermarsi per uno spuntino: tea e sandwich buonissimi, ne prendiamo due, uno a testa poi un toast da condividere, tanto sono squisiti.
The Bothy
The Bothy
The Bothy
Il locale molto bello e particolare, curatissimo in ogni dettaglio con un banco dei dolciumi spettacolare. Prendiamo qualche dolcetto da portar via.
Procediamo verso i Waligoe Steps, un’incredibile scalinata scavata nella roccia che scende dall’alta scogliera sino al livello del mare, se avete tempo altrimenti procedete oltre, verso il castello.
Continuiamo diretti a Wick per visitare quel che resta del Sinclair Girnigoe Castle. Per raggiungerlo percorriamo tutta una serie di stradine secondarie cinte da muretti a secco. Si lascia l’auto al parcheggio e ci si avvia in mezzo ai campi, una breve passeggiata e si arriva al castello. E qui speriamo che il tempo ci assista perché il cielo non promette nulla di buono.
Sinclair Castle
Sinclair Castle
Sinclair Castle
Sinclair Castle
È impressionante come quelle rovine restino stoicamente aggrappate alla roccia che scivola a strapiombo sul mare, perennemente sferzate dal vento e battute fredde acque del Mar del Nord.
Tempo una ventina di minuti e del cielo grigio più nessuna traccia, dicidiamo quindi di proseguire diretti verso l’angolo Nord Orientale della Scozia fino a John O’Groats ad ammirare la fila di case colorate in prossimità del porto, ritratte in tutte le foto, andiamo poi a Duncansby Head, il punto più a Nord della Mainland, se escludiamo le isole. Dal nostro programma era prevista una passeggiata dal faro fino ai Duncansby Stacks, imponenti faraglioni di roccia che spuntano dal mare ma il tempo non ce lo permette, quindi li ammiriamo da lontano e grazie che grazie al potente obbiettivo 70/300 appositamente montato sulla Nikon.
John O’Groats
John O’Groats
Duncasby Head
Arriviamo al Dunnet Bay Escape B&B, una grande casa circondata da un’area verde che sconfina in mare e veniamo accolti da una gentilissima padrona di casa indaffarata in cucina. Ci accompagna in camera, ci dà le informazioni di rito, ci consegna il menu sul quale scegliere la colazione e si congeda. Senza dubbio uno degli alloggi più belli della vacanza. Guest house di altissimo livello, tutto curato in ogni minimo dettaglio. La camera dall’incredibile atmosfera romantica, molto bella con arredamento, tessuti, tendaggi e ogni accessorio di pregio, mi sono innamorata dei cuscini sparsi sul bovindo sotto la finestra e nel piccolo sofà, oltreché sul letto. Il bagno nuovo con finestra, ampia doccia e a disposizione ottimi prodotti per la cura del corpo.
DUNNET B&B ESCAPES
DUNNET B&B ESCAPES
DUNNET B&B ESCAPES
Sheila in camera ci ha fatto trovare due fette di carrot cake, rigorosamente home made, che abbiamo consumato con il tè. Dopo un po’ di relax in camera anche costretti perché piove copiosamente, di nuovo!! Per con la certezza che tra un po’ smetterà perché così funziona in Scozia.
La padrona di casa ci consiglia per cena il ristorante del Northen Sands Hotel, raggiungibile a piedi e si offre di prenotare, ma preferiamo pensarci. L’idea sarebbe quella di cenare a Thurso, in modo fare prima in tratto della Victoria Walk, splendida passeggiata che regala incredibili scorci da dove ammirare il mare.
Il tratto di strada che da Dunnet Bay conduce a Thurso è davvero stupendo da un lato verdi prati puntellati di pecore al pascolo, dall’altro immense dune ricoperte d’erba. La passeggiata sfuma perché il tempo non ci assiste e rimandarla a domani è difficile dato che l’itinerario è lungo e non propriamente scorrevole. Avrei dovuto…
Qui o a metà strada tra qui e Drumberg la destinazione della prossima notte.
Decidiamo per l’Ynot, dopo due birre nel pub ceniamo al ristorante, non è sicuramente tra le migliori cene ma nemmeno tra le peggiori e abbiamo speso poco tutto sommato.
GIORNO OTTO: da Dunnet a Drumberg (200 km). Luoghi visitati: Thurso, Melvich, Straty, Armandale beach, Bettyhill, Tongue, Sango Sands, Durness, Scourie, Drumberg.
Il risveglio è dei migliori e ci dispiace dovercene andare da qui dopo colazione. Un’incredibile e squisita colazione preparata da Shiela e servita dal marito in una tavola comune preparata in maniera magistrale. Le migliori uova alla Benedict della mia vita! 
DUNNET B&B ESCAPES
DUNNET B&B ESCAPES
DUNNET B&B ESCAPES
Saldato il conto partiamo verso il Castello di May per una visita, che dista 5 miglia a Est dal nostro punto di partenza. Il Castello di May, casa delle vacanze della Regina Elisabetta, la regine madre, moglie di Re Giorgio VI e madre dell’attuale sovrana Elisabetta II, visitiamo anche Mary Ann’s Cottage, la casa natale della nonna dell’attuale sovrana.
Partiamo alla scoperta della costa nord, ovviamente il tempo è ballerino, al momento piove ed è freddino, per quanto il tempo potrà migliorare non è sicuramente la giornata migliore per visitare baie e spiagge.
Qui l’itinerario di oggi, controlla percorso e tempi!
Il tragitto di oggi è abbastanza lungo, non tanto per il chilometri ma per il tempo di percorrenza, tra Dunnes e Drumberg, dove trascorreremo la prossima notte, avrei potuto inserire una tappa, ma a parte la difficoltà di trovare luoghi per vitto e alloggio perché i borghi sono molto piccoli, la costa nord è una zona bella dove alloggiare per escursioni e spiagge, attività che in caso di brutto tempo non sono praticabili e, viaggiando noi, dopo la meta di settembre il rischio era proprio questo, non poter godere di tutto ciò, pertanto ho preferito evitare una sosta in zona, anche per una questione di tempi.
Il percorso lungo la A836 che ci condurrà a Durness, la parte più occidentale della costa Nord, ci porterà a vedere numerose spiagge. La strada è fiancheggiata a destra da scorci magnifici di baie incontaminate e a sinistra a tratti da campi di mais, brughiera, macchie di pini e qualche piccolo loch.
La prima tappa è a Melvich, scendiamo verso la spiaggia a scattare qualche foto di una grande bellissima casa incastonata nel paesaggio. Proseguiamo diretti alle piccole spiagge di Strathy o Armadale, il paesaggio continua a non deludere, di tanto in tanto qualche borgo di una manciata di case o abitazioni sparse qua e là, isolate ma aggrappare a una natura incredibile. E ti chiedi perché, perché abitare in posti cosi isolati in mezzo a questo maestoso, incredibile nulla. Ma la risposta viene da sola scrutando il paesaggio.
Melvich
Armandale
Strathy
Arriviamo a Bettyhill e ci fermiamo nel grande locale con parcheggio che troviamo lungo la strada, all’altezza dell’insegna che segnala che siamo lungo la North Coast 500, di fronte dall’altro lato della strada una magnifica baia.
Bettyhill
Baia Bettyhill
Dopo birra e chips, usciamo e nel frattempo le nuvole hanno fatto spazio al sole, qualche scatto alla baia fronte strada e riprendiamo il nostro viaggio diretti verso un’altra bellissima baia, quella di Tongue.
Ci avviciniamo sempre di più a Durness ed è l’apoteosi, il paesaggio diventa sempre più bello e suggestivo, scorci incredibili, da cartolina, il paesaggio è puntellato da case bianche dai tetti in ardesia grigia, disposte a caso ma che formano uno splendido quadro. Giunti a Durnes, scendiamo alla spiaggia di Sango Sands, circondati da pecore, la sabbia finissima e il mare turchese invitano a tuffarcisi dentro. Qui avrei dovuto prenotare, lo farò al prossimo viaggio, dove abbiamo già previsto di dedicarci alla parte nord ovest delle Highlands. Numerose sono le baie da esplorare in questa zona e i percorsi nella natura da percorrere.
Tongue
Sango Sands
Riprendiamo il viaggio e scivoliamo lungo la costa occidentale diretti a Drumberg, ci separano dalla nostra destinazione per la notte 45 miglia, un’ora e 20 secondo il navigatore, in realtà, ci vuole anche un po’ più tempo, questa costa della Scozia è molto frastagliata, il percorso tanto panoramico quanto tortuoso e i Loch spuntano da tutte le parti. Curva dopo curva, salita dopo salita, ammirando un paesaggio dalle mille sfaccettature, diverso da quello di ieri e del giorno prima, che stupisce attimo dopo attivo.
Giunti a Kylesku, attraversiamo Kylesku bridge dove a destra il Loch a’ Chàirn Bhàin e a sinistra il Loch Gleann Dubh e poco dopo il ponte svoltiamo a destra in direzione Culkien Drumberg dove si trova Tor Druim, il nostro giaciglio per la notte. Ci separano esattamente 12 miglia, una single track, tortuosa, incredibilmente scenografica e che ora trovo anche un tantino faticosa dato che siamo in macchina da questa mattina alle 9.00 e sono passate le 17.00. A percorrere queste 12 miglia ci mettiamo almeno 40/45 minuti.
Arriviamo a Tor Druim, che sono quasi le 18.00, il posto è pazzesco, una vista sul loch da paura, la pace, il silenzio, la natura non finiscono di stupire, i padroni di casa Janet e Gregg, gentili e simpatici. Soffro per il fatto di godermi poco questo posto. La camera molto carina, vi ho già detto che le accomodation di questa vacanza ve le racconto il questo post.
Tor Bruim
Tor Bruim
Tor Bruim
La casa è Tor Druim
La cosa che mi turba è che tra appena un’ora tocca ripartire in direzione del ristorante che si trova a Kylesku e quindi dobbiamo ripercorrere quelle 12 miglia di single track. Io sarei tentata di annullare ma la padrona di casa mi fa presente che non è bello e che se vogliamo mangiare non c’è alternativa. Purtroppo io non avevo dato troppo peso al fatto che le 12 miglia che distano dal ristorante più vicino necessitano di ben 40 minuti, cosa ampiamente comunicatami da Janet mia email.
Comunque dopo una doccia e un’oretta di relax tutto cambia e decidiamo di andare al ristorante, che avevo prenotato mesi prima, sempre perché Jenet mi aveva fatto presente che non c’era molto in zona, vi dico tutto questo perché il posto è fuori da mondo ma ne vale la pena.
Vista dalla camera Tor Druim
Pian pianino, al tramonto andiamo verso il ristorante Kylesku (presso l’hotel Kylesku, Sutherland, Lairg), il paesaggio è ancor più suggestivo di un’ora fa, i colori incredibili, lo spettacolo vale tutto il tragitto, per l’incontro con i cervi, per la vista di un meraviglioso tramonto scomparire sul Loch.
Per fortuna che non ho cambiato idea, penso. Ci mettiamo pure meno del previsto, appena mezz’ora, perché se non per ammirare i cervi non ci siamo mai dovuti accostare a dare la precedenza, inoltre conosciamo il tragitto. Ecco è stata una delle migliori cene della vacanza.
Kylesku Restaurant
Kylesku Restaurant
Kylesku Restaurant
  Anche il ritorno scorre veloce e se non fosse per il pallido bagliore emanato dalla luna sarebbe veramente buio pesto, in prossimità dell’abitazione incontriamo a centro strada tre pecore, comodamente adagiate alla carreggiata che danno l’idea di essere lì come tre comari a raccontarsela. Come sentono la macchina si scansano e noi andiamo dritti dritti a dormire.
La prima parte del racconto di questo viaggio termina qui. Ancora tanta avventura ci aspetta a presto! Stay tuned come si usa dire…
Scozia on the road: da Edimburgo a Drumberg (diario di viaggio – parte prima) Un viaggio in Scozia è uno di quei viaggi che ti resteranno in mente per sempre, perché …
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tmnotizie · 5 years ago
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PERGOLA – Un week-end a Pergola nel periodo più magico dell’anno, quello delle festività natalizie. Un finesettimana in uno dei borghi più belli d’Italia, in provincia di Pesaro Urbino, nelle Marche, ancor più affascinante immerso nel clima di festa, tra tanti eventi, mille luci, il grande albero in piazza, gli addobbi per le vie, il presepe.
Sarà un mese di dicembre ricchissimo di appuntamenti nel cuore della città. ‘E’ Natale a Pergola’, il programma ideato dall’Amministrazione comunale insieme a Pro loco, associazioni ed esercenti per le festività, propone dal 7 sino a fine anno: concerti, spettacoli, animazione, laboratori, iniziative per bambine, l’arrivo di Babbo Natale, mostre, recite e tanto altro. Il clou per il week-end dell’Immacolata, il 7 e 8 dicembre, con la decima edizione della CioccoVisciola, festa della cioccolata e del visciolato di Pergola.
L’occasione giusta, anzi tante occasioni, per visitare la città, da un anno entrata nel prestigioso club de I Borghi più belli d’Italia, conosciuta in tutto il mondo per i suoi tesori, i Bronzi dorati, l’unico gruppo statuario in bronzo dorato dell’età romana giunto fino a noi, ricca di storia, arte e cultura. L’ideale per un week-end all’insegna della bellezza, dell’ospitalità e del gusto. Un finesettimana da trascorrere nei tanti agriturismi e b&b, ma anche in camper; Pergola dispone di un’area attrezzata immersa nel verde del Parco Mercatale, proprio in prossimità del centro storico. Non ci sono piazzole predefinite e la sosta è gratuita.
WEEK-END SABATO 7 e DOMENICA 8:
CIOCCOVISCIOLA Festa del Cioccolato e del Visciolato
La CioccoVisciola propone due giornate nel meraviglioso centro storico, con stand di prodotti tipici e cioccolateria di qualità, mercatini ricchi di tante idee regalo, concerti, animazione, degustazioni, cooking show, sport, mostre, la CioccoCena, momenti d’approfondimento e il tradizionale raduno camper. Un menù ricco e variegato, impreziosito da una novità miscela di arte e gusto: la scultura di cioccolato rappresentante i tesori della città, i Bronzi dorati, l’unico gruppo statuario in bronzo dorato dell’età romana giunto fino a noi. Maggiori informazioni e programma completo: comune.pergola.pu.it; pagina Facebook Cioccovisciola di Pergola · Festa Cioccolato e Visciolato.
Nel week-end la Pro loco organizza il consueto RADUNO CAMPER, che ogni anno attira a Pergola tantissimi amanti del turismo en plein air. Per l’occasione verrà proposta una visita guidata alla città e al Museo dei Bronzi Dorati. Info: prolocopergola.it – pagina Facebook Pro loco Pergola
WEEK-END SABATO 14 e DOMENICA 15
SABATO
Mattina: mercato settimanale.
Pranzo presso agriturismo o ristorante del posto (Info: https://ift.tt/2ResNDl)
Ore 15 – Visita in centro storico alla chiesa delle Tinte, di San Vitale (dove è allestito un meraviglioso presepe), Santa Maria di Piazza, Sant’Andrea; animazione in centro: presentazione libro di poesie; Concerto di Natale Baby Christmas Songs; Concerto Rhythm’n Jazz Duo; musica e aperitivo sotto l’albero
Ore 21 – Voci, suoni e racconti, spettacolo di Natale a teatro. Euro 10 (bambini euro 5)
DOMENICA
Mattina: visita al Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola
Pranzo presso agriturismo o ristorante del posto
Pomeriggio: mercatino Nel Castello di Babbo Natale a Frontone. Info: mercatini.castellodifrontone.it.
WEEK-END SABATO 21 E DOMENICA 22
SABATO
Mattina: mercato settimanale
Pranzo presso agriturismo o ristorante del posto
ore 15: visita in centro storico alla chiesa delle Tinte, di San Vitale (dove è allestito un meraviglioso presepe), Santa Maria di Piazza, Sant’Andrea; animazione in centro: caccia al tesoro per famiglie, tombola di Natale, musica e aperitivo sotto l’albero
DOMENICA
Mattina: visita al Museo dei Bronzi Dorati; inaugurazione mostra arte di Luca Caimmi ‘Succede dietro ai monti’
Pranzo presso agriturismo o ristorante del posto
Pomeriggio: ore 17 concerto Coro “G.B. Pergolesi”
Eventi di Natale nelle vicine San Lorenzo in Campo e Cagli
WEEK-END SABATO 28 e DOMENICA 29
SABATO
Mattina: mercato settimanale
Pranzo presso agriturismo o ristorante del posto
ore 15: visita guidata in centro storico alla chiesa delle Tinte, di San Vitale (dove è allestito un meraviglioso presepe), Santa Maria di Piazza, Sant’Andrea e degustazione prodotti tipici
DOMENICA
Mattina: visita al Museo dei Bronzi Dorati
Pranzo presso agriturismo o ristorante del posto
Pomeriggio: ore 17 concerto di Natale della banda cittadina
A poca distanza, Paravento di Cagli ospita Le Terre del Catria vivono il presepe
Dal 9 dicembre al 6 gennaio – Chiostro di San Francesco: mostra d’arte ‘Sei artisti per donare’. Aperta festivi e prefestivi dalle 10 alle 13; dalle 16 alle 19.
La città di Pergola è un punto strategico per una visita della provincia di Pesaro Urbino, magari seguendo l’Itinerario della Bellezza di Confcommercio Marche Nord, di cui Pergola fa parte. Un itinerario che si snoda tra Urbino patrimonio dell’Umanità per l’Unesco e città natale di Raffaello; Pesaro, Città creativa della musica Unesco e patria di Rossini; due dei borghi più belli d’Italia come Gradara e Mondavio; Fossombrone, Sant’Angelo in Vado e Colli al Metauro. E a due passi dalla città anche le Grotte di Frasassi e la Gola del Furlo.
MUSEO DEI BRONZI DORATI e CENTRO STORICO
I Bronzi Dorati rappresentano una delle scoperte archeologiche più importanti degli ultimi decenni. Si tratta infatti dell’unico gruppo dorato al mondo di età romana, giunto sino a noi. Il Museo dei Bronzi dorati e della Città di Pergola ospita anche una ricca pinacoteca ed una sezione numismatica imperniata sulle monete coniate dalla zecca di Pergola attiva alla fine del XVIII secolo. Nella primavera del 2019 la Sala che ospita i Bronzi dorati è stata oggetto di un consistente ammodernamento con la creazione di una sala immersiva – realizzata dal fisico Paco Lanciano – che grazie all’utilizzo di moderne tecnologie e applicazioni consente una piena immersione nel periodo romano ed una piena valorizzazione del gruppo equestre. Maggiori informazioni: pagina Facebook Museo dei Bronzi Dorati di Pergola; bronzidorati.com; https://ift.tt/2Yjog44
Il centro storico è uno scrigno di tesori, tra antichi palazzi e le numerose chiese, tanto che la città è conosciuta anche come Pergoletta Santa, veri e propri gioielli. Maggiori informazioni: https://ift.tt/2qZJms4; https://ift.tt/2YjogB6
Un itinerario tra arte, storia e cultura, nel quale non manca il gusto. Pergola, infatti, è la città del tartufo tutto l’anno, ma anche terra del vino Pergola rosso Doc, del visciolato e di tanti altri prodotti tipici di qualità. Prelibatezze da degustare negli agriturismi, nei ristoranti e nelle taverne ed osterie della città. Info:  https://ift.tt/2ResNDl.
Gli ingredienti per un week-end da sogno, stimolante, rilassante e divertente, ci sono davvero tutti! Maggiori informazioni: 0721.734090 – 0721.736343. Pagina Facebook: Punto Iat Pergola
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sangha-scaramuccia · 6 years ago
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Sesshin – settembre2019
Riporto i brani estratti dal notiziario N. 151  ANNO 34  NOVEMBRE 2008/2539, utilizzato dal maestro Taino per il teisho.
Il maestro ha parlato del fatto di aver chiaro ciò che interessa e mettere da parte il resto, dell'importanza di liberarsi dall'ossessione di avere vicino chi diciamo noi, figli grandi o i genitori anziani, ma sentire di essere vicini a tutti coloro che ci sono di fianco, chiunque può essere come un fratello, un figlio. L'importante è il bastare a sé stessi, essere presenti al vivere, tutti siamo nel respiro dell'universo.
Quindi prendere al volo ciò che c'è, senza rimandare, se si attende quello che per noi è il momento migliore si finisce per non fare.
Nel Junkei di domenica mattina il maestro ha raccontato un episodio riferito all'arrampicata di ferragosto al Fosso dell'Eremo. C'era un gruppo di arrampicatori romani un po' caciaroni, uno di loro ha chiesto a un altro chi fosse il vecchio che stava arrampicando. "È er padre d'Arvise” ha risposto l'amico. Commentando l'accaduto nel gruppo di Scaramuccia, a chi si stupiva, il maestro ha detto invece che era contento della sua non centralità: chi viene dopo deve a un certo punto prendere il posto dei padri e dei maestri. A questo proposito ha ricordato il commento al caso n. 95 del Zenshin Roku “La nostra è una scuola di coraggiosi e di fiduciosi. Coraggiosi perché non abbiamo paura d'incontrare il diverso, fiduciosi perché sappiamo che il mondo è perfetto così com'è”
Paolo Shōju
P.S. Grazie a Carla G. per gli appunti sul teisho e junkei.
*** *** *** *** ***
Teisho della sesshin di settembre (sabato 7/9/2019)
testo tratto dal: Notiziario di SCARAMUCCIA  n. 151 Anno 34 Novembre 2008/2539
Ogni lasciata è persa. Ora che siamo in autunno, siccome per la pioggia abbondante dei giorni passati non devo trasportare le tanniche per l’acqua agli alberi, corro alla fontana per il percorso più lungo. Vado per la strada verso Cacciarino e sembra d’essere fra la terra e il cielo. Non ricordo com’ero da giovane, se a ogni idea di fare facevo seguire subito l’azione, ma mi sono accorto che da un po’ d’anni che per fare i primi passi di qualunque attività individuale devo vincere la voce che mi dice che potrei farlo un’altra volta. Poi, appena uscito e fatto il primo migliaio di metri, tutto va da sé e la tentazione del ritorno si fa più flebile.
Il sabato della luna d’autunno, mentre camminavamo al Fosso dell’Eremo, due discepoli hanno detto che la palestra a pochi metri da casa la chiuderanno. Stanno pensando a come organizzarsi, magari comprando gli attrezzi per fare gli esercizi in casa. C’è il timore che vada come quando si decide d’imparare l’inglese da soli o uno strumento musicale e tutto quello che c’è d’imparabile. Per esempio fare zazen a casa, senza tutti i km che si devono percorrere per arrivare a Scaramuccia o nei centri di città. Cioè, rimandando a un momento più favorevole, finisce che non s’impara l’inglese e nemmeno il flauto, come non si fa zazen e non si va avanti nei koan. I maestri affermano che l’illuminazione è in sé, in ogni essere così com’è, senza alcun bisogno di pratiche ascetiche per realizzarla. Ammesso che abbiano ragione, la nostra esistenza nella società richiede di lavorare, di curarsi del prossimo e di se stessi, e per farlo ci vuole un corpo sano e, ancor più, una mente sveglia. Tutto questo richiede applicazione, che sarebbe l’ascesi dell’esistenza. Dice: “Non ci può essere il piacere di lasciare e di perdere? Chi ha stabilito che si debba sempre praticare?”. Non credo ci sia, almeno per noi, chi stabilisca come si debba condurre la propria esistenza. Nello scrivere queste righe, che nell’ambito di un notiziario dovrebbero essere notizie, o note di viaggio, assolvo al mio compito di fare la guida di un gruppo di persone che hanno trovato in Scaramuccia un punto di riferimento. E scrivo perché capita, con una certa frequenza, che ritornino discepoli che erano spariti per anni. Nella storia di Hitomi della NHK, di cui ho già scritto, c’è il suo amico Ken che le racconta di essere tornato dai genitori dopo un’assenza d’una diecina d’anni. E quando è rientrato in casa, la madre lo ha accolto come se fosse uscito il giorno prima. Anche a Scaramuccia qualcuno telefona e si ripresenta dopo anni di silenzio e io, senza aver mai conosciuto la madre di Ken, ho sempre accolto tutti come se ci fossimo lasciati il giorno prima. Forse che la madre di Ken non gli voleva abbastanza bene, oppure, che il figlio ci fosse o no cambiava poco per lei? Ancora: forse il tempo che Ken è stato lontano dalla madre è stato un tempo lasciato e perciò perso?
Per mezzo dei koan della sesshin di agosto s’è provato a sviscerare il tempo in tanti modi. Questo è un altro, ma il punto fondamentale, che ho già detto a pag. 51 di la trippa ci sarebbe… è che: “Un maestro non dovrebbe stabilire dei traguardi da raggiungere, altrimenti farebbe l’allenatore. Per quanto è possibile deve mettere i discepoli in condizione di comprendere da sé il proprio posto nel mondo…”. Affinché ognuno il tempo se lo viva senza la  frustrazione del non aver fatto quanto voleva fare. Il dispiacere ci sarà lo stesso, e magari pure una madre di Ken pronta ad accoglierci con: “Ohi, sei tornato. Come stai?”. Anche se, come sosteneva Ennio Flaiano, scrittore di libri, e sceneggiatore dei film di Fellini che ho più amato: “La società, o compagnia degli altri, è un vizio che ci si può togliere, ma si resta soli. Non si torna in compagnia quando si vuole. O sempre, o mai”.                
Per finire, durante l’arrampicata al Fosso dell’Eremo ho provato a scalare una via a vista. Significa salire in maniera pulita un itinerario sconosciuto. È una delle situazioni in cui si può dire che una lasciata è persa, perché se non si riesce alla prima volta, la seconda non sarà più a vista. Io stavo per cadere due volte, e tutte e due una voce ha provato a convincermi che arrivare fin lì era già tanto, poteva bastare. Invece ho voluto provare a tenere, e la via m’è riuscita. Non è che sia stato chissà quale exploit, su quelle vie i forti arrampicatori ci si riscaldano. Inoltre, a parte chi m’assicurava, nessuno avrebbe assistito al mio fallimento. Eppure…
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enricopelos · 3 years ago
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IL MULINO DI NEIRONE... Dintorni... altri mulini... altre storie... V by enrico pelos
IL MULINO DI NEIRONE… Dintorni… altri mulini… altre storie… V by enrico pelos
Un viaggio nell’entroterra ligure con l’amico Franco… per andare trovare Rino l’amico del mulino… da lì la storia e le molte altre di mulini … di persone… che ne seguirono… l’IFF o l’Itinerario dei Feudi Fliscani con Siestri Paese Abbandonato sulle orme della Dantesca Fiumana bella… nella Val Fontanabuona sulle tracce di Cristoforo Colombo, sul 7P l’Itinerario dei 7 passi,… nella valle dei…
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erfigh · 6 years ago
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Foto: Pixabay
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linstantcestmoi · 8 years ago
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Ciao, ragazzi! Son tornata da meno di una settimana dal cammino sulla Rota Vicentina, in Portogallo, ma la mia mente – ed anche il mio corpo- faticano a capire che NO, non si cammina più 6 ore al giorno ammirando paesaggi mozzafiato e incontrando gente meravigliosa!!
Ad ogni modo, in questo post inserirò delle info utili per chi, magari, è interessato a quest’esperienza e ha deciso di partire. Descriverò il mio percorso, le mie tappe, da Vila Nova de Milfontes a Vila do Bispo. In un altro post, sicuramente, vi parlerò invece di come ho vissuto quest’esperienza, dei miei pensieri durante il viaggio, di quanto il Portogallo mi abbia rapito il cuore come nessun altro Paese. (Ma come ho potuto viaggiare praticamente sempre a Nord, finora?!)
PREMESSE
Ho dovuto cominciare a Vila Nova de Milfontes perché, i bus per Santiago do Cacem (dove comincia il Cammino Storico) e Porto Covo (dove comincia il Cammino dei Pescatori) da Lisbona, c’erano solo il pomeriggio/sera. Ergo, avrei perso una notte in ostello per iniziare il cammino il mattino dopo. Avendo 7 giorni effettivi a disposizione, ho preferito saltare due tappe ma cominciare subito.
Le compagnie bus a cui far riferimento sono: Rede Expressos e Eva Transportes
In linea generale, non è un cammino che richiede particolare preparazione fisica. Alcune difficoltà s’incontrano lungo il Cammino dei Pescatori (es. salite con la sabbia, salite/discese alquanto ripide, tratti in cui si cammina nel fango). Sconsigliato a chi soffre di vertigini.
Assolutamente importante portare la protezione solare. Io, il primo giorno, mi son subito scottata, come una cretina.
Alcuni mi chiedono se è possibile percorrere la Rota in bici. No, la Rota nasce per essere percorsa esclusivamente a piedi. E’ possibile, tuttavia, visitare il Portogallo in bici; ho conosciuto alcuni che da Lisbona andavano a Sud. Consiglio di fare ricerche specifiche sui sentieri percorribili in bici o far riferimento a enti del turismo.
Com’è indicato anche sul sito ufficiale della Rota Vicentina, è sconsigliato partire a luglio/agosto. Persino ora (fine aprile/inizio maggio) era caldissimo e si camminava in canotta e pantaloncini…
Ci sono rari punti di ristoro tra una tappa e l’altra. E’ necessario che portiate abbastanza acqua e cibo.
La prenotazione in ostelli o altri tipi di alloggio non è necessaria. (Per fortuna) non è il Cammino di Santiago…c’è posto per tutti, ci si alza e si comincia a camminare con calma.
La Rota è segnata benissimo. Leggerete che a me è capitato di sbagliar strada più volte: sono un caso a parte. Essendo sola, poi, spesso mi perdevo nei miei pensieri e mancavo qualche segnale. In generale, se state camminando e non vedete segnali per 500m, tornate indietro fino all’ultimo che avete avvistato.
Gli ostelli sono tutti bellissimi, i migliori in cui sia mai stata. In Portogallo, è molto importante mantenere alto il livello degli alloggi: dopo 3 recensioni negative/reclami, lo Stato comincia a far pressione.
  VILA NOVA DE MILFONTES – ALMOGRAVE
Una delle tappe più brevi, 16 Km circa. Non fate come me che, gasatissima perché era il primo giorno, decido di non prendermi pause se non verso la fine, dopo aver sbagliato strada un paio di volte. Percorso tutto sommato semplice. Magari non facilissimo per cominciare, con le salite sulla sabbia ed un punto in cui bisogna utilizzare una scala poggiata alle rocce per scendere/salire. Trovate le indicazioni per cominciare sulla strada principale del paese, a pochi metri dall’Ufficio del Turismo. Usciti da Vila Nova, si percorre un ponte con vista sul fiume. Dopo pochi Km, vi ritroverete già a camminare a due passi dall’Oceano. Ho alloggiato all’Hi Hostel Almograve – Pousada de Juventude, vicinissimo alla spiaggia. Lo trovate sulla destra appena arrivati ad Almograve.
2. ALMOGRAVE – ZAMBUJEIRA DO MAR
  Uno dei tratti più belli, 22 km interamente con vista oceano. Si comincia camminando immersi tra alte dune di sabbia, che man mano assumono un colore sempre più rossiccio, dovuto agli ossidi di ferro, testimonianza di quando il clima della zona era più tropicale. Percorso facile; piccola difficoltà verso la fine, quando bisogna scendere sulle rocce servendosi di una fune. (Potrebbe essere pericoloso in caso di pioggia.) Ho alloggiato all’Hakuna Matata Hostel, anch’esso a due passi dalla spiaggia. Zambujeira è una piccola perla, ci sono negozietti (non sempre li si trova nei villaggi) ed è il luogo in cui ho visto il mio primo tramonto in spiaggia in Portogallo.
3. ZAMBUJEIRA DO MAR – ODECEIXE
  Ecco, questo per me è stato il tratto più “difficile”. Ci ho messo 8 ore per percorrere 18 Km, sia perché avevo dei problemi ai piedi, sia perché c’erano punti in cui bisognava essere prudenti e, quindi, facevano rallentare (i famosi tratti nel fango che vi ho scritto su o in cui bisogna attraversare ruscelli). Ad ogni modo, la vista che si presenta a 4 Km da Odeceixe e la sua incantevole Praia ripaga tutti gli sforzi. Ho alloggiato all’Odeceixe Hostel.
4. ODECEIXE – ALJEZUR
Qui, il percorso base è di 18 Km; io ho aggiunto il circuito della Praia di Odeceixe per un totale di 23 Km. Uno dei percorsi più semplici, anche perché da qui il Cammino diventa Storico. Onestamente, consiglierei di saltare questo tratto e passare direttamente al successivo, poiché si svolge al 90% lungo un canale d’irrigazione. Al 15 Km, passerete dal villaggio di Rogil, ottimo per riposarsi, rinfrescarsi, mangiare qualcosa in un ristorantino. Ho alloggiato all’Amazigh Hostel, dove ho anche avuto la fortuna di conoscere una ragazza italiana che lavora in reception.
5. ALJEZUR – ARRIFANA
Arrifana era la tappa che non vedevo l’ora di fare, ancor prima di partire. L’ostello stra-prometteva alla grande (ragazzi, c’è anche la piscina! Hi Arrifana Destination Hostels), a due passi dalla spiaggia, in una delle mete più ambite dai surfisti!! Dopo il check-in, infatti, son subita corsa in spiaggia a prendere il sole e a restare sbalordita dinnanzi alla potenza delle onde. Uno spettacolo unico. E quanti surfisti e scuole di surf! (Sì, mi sono innamorata del surf.) Il percorso è di soli 12 Km, io ci ho impiegato 3 ore e non ho incontrato nessun tipo di difficoltà. Merito anche del personale dell’ostello se mi sono follemente innamorata di questo posto e ho promesso di tornarci. Salutatemi Teddy e James, se capitate da quelle parti! 😀
6. ARRIFANA – CARRAPATEIRA
Il percorso più lungo, 25 Km. Ma i miei piedi si stavano rimettendo in sesto ed ero prontissima! Unica difficoltà: salite e discese, ma tante. Si comincia percorrendo la costa –non mancherà di vedere surfisti e gente che vi sfreccia accanto su quad, fuoristrada e moto da cross– per poi addentrarsi nelle colline. Peccato che questa tappa e la successiva siano parecchie lontano dalla spiaggia. Solo al 18 Km arriverete in un villaggio e avrete possibilità di far rifornimento di cibo e acqua, per cui partite ben muniti. Ho alloggiato all’Hostel do Mar. Proprietaria dolcissima.
7. CARRAPATEIRA – VILA DO BISPO
22 Km. Percorso semplice…se non scegliete, come me, di fare quello alternativo. Sì, ce ne sono due: quello che ho scelto io, in realtà, è consigliato nei periodi di forti piogge in cui quello classico non è praticabile. Per il percorso alternativo, bisogna seguire le frecce rosse. E’ quasi impraticabile, composto da salite e discese molto ripide e sentieri strettissimi. Verso il 12 Km, inizierete a camminare a pochi metri dalle pale eoliche ed il vento fortissimo sarà una costante fino alla fine. Ragion per cui, a una certa, ho cominciato ad accelerare e son arrivata dopo un totale di 5 ore e mezzo. Vila do Bispo è il paese più grande tra quelli in cui son stata, ed uno dei pochi da cui è possibile prendere un bus per Lagos o Sagres per poi tornare a Lisbona. Ho alloggiato a Lila’s Apartments, un po’ lontano dal centro, a due passi dal LIDL. Ideale per godersi un po’ di pace e avere molto spazio a disposizione, dopo giorni di camerate e letti a castello.
Ed è tutto. Il giorno dopo ho trascorso un paio d’ore a Lagos, in attesa del bus per Lisbona (avevo l’aereo di ritorno da lì). Inutile che vi dica quanto incredibile sia stata quest’avventura e quanto mi abbia arricchita, da svariati punti di vista. Tutti, una volta nella vita, dovrebbero avere la possibilità di fare un cammino. Il cammino ti dà ciò di cui non pensavi neppure di aver bisogno e ti alleggerisce dal superfluo (letteralmente e metaforicamente parlando).
Se avete domande, commentate pure il post o scrivetemi a [email protected] Più che felice di poter essere d’aiuto! Intanto, continuo a sognare googlando altri cammini imperdibili, in Europa e non. Diventa davvero una droga!
Rota Vicentina – Il mio itinerario Ciao, ragazzi! Son tornata da meno di una settimana dal cammino sulla Rota Vicentina, in…
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fondazioneterradotranto · 8 years ago
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Da Marittima: zolle di storie e di ricordi, nel solco della tradizione
di Rocco Boccadamo
Nella piccola località che mi ha dato i natali, non sono, invero, molte le ricorrenze che riescono a preservarsi di là dal tempo, senza sostanziali scalfitture, e cui, insomma, di generazione  in generazione, si continua immancabilmente ad annettere un substrato di valore e d’importanza, soprattutto sul piano ideale e morale, cercando, altresì, a ogni singola cadenza, di inquadrarle in una cornice di adeguata visibilità e solennità.
Al primo posto, fra esse, si colloca la festa del Patrono, S. Vitale martire, che si svolge annualmente, per secolare tradizione, il 28 aprile.
E ciò, giacché non v’è marittimese che, a prescindere dalla cifra della sua personale fede religiosa e relativa concreta pratica, non si senta legato al Protettore, milanese d’origine, milite cavaliere nelle schiere dell’imperatore romano Nerone, a un certo punto della sua vita convertitosi al cristianesimo e, quindi, per quest’ultima scelta da lui considerata irrinunciabile, costretto ad affrontare e subire il martirio.
Vitale ebbe per sposa Valeria, che lo rese padre di due figli, Gervasio e Protasio: e, però, qui mette conto di rimarcare non tanto la composizione del focolare domestico del Santo, quanto la circostanza particolare che tutte e tre le persone care al capo famiglia fecero la sua medesima, gloriosa fine.
Sullo specifico tema, mi piace rammentare un episodio, diciamo così, moderno, marginale ma in certo qual modo indicativo, capitatomi, anzi, in fondo, da me promosso, un paio d’anni fa, in occasione di una breve puntata nel capoluogo lombardo per rivedere i figli e i nipotini ivi residenti.
Era di pomeriggio e a un certo punto, dopo un giro insieme nel vicino Museo della Scienza e della Tecnica, mi trovavo con Andrea in zona S. Ambrogio e, lì, il piccolo, teneva a indicarmi l’Istituto presso il quale sarebbe andato a frequentare le Scuole elementari.
Sennonché, parallelamente, a me, ebbe ad accendersi una lucina nella mente, dopo di che afferrai per mano Andrea, chiedendogli di starmi sul passo sino all’interno della contermine, omonima Basilica e, precisamente, sin dopo l’altare.
Il nipotino mi veniva dietro in silenzio, dando però a vedere di essere un po’ stupito di tale itinerario.
Arrivati a destinazione, indirizzai il suo sguardo e la sua attenzione su due figure di scheletri, rivestiti di paramenti sacri, che giacevano in un’urna di vetro illuminata e in bella vista sotto l’altare, sussurrandogli che quei resti appartenevano ai Santi fratelli Gervasio e Protasio, figli di S. Vitale, protettore di Marittima, paesello dei nonni paterni e luogo di una parte delle sue vacanze estive al mare.
Andrea strabuzzò gli occhi, incantato, e proferì un sostenuto: ”Ma, come, nonno…! Che mi stai dicendo? Si tratta proprio dei resti veri di due Santi?”.
Naturalmente, fu intensa la scena del racconto del piccolo ai genitori, alla nonna e, il giorno seguente, ai cuginetti.
In  seno a passate narrazioni e rievocazioni, mi è già occorso di intrattenermi intorno alle celebrazioni in onore di S. Vitale e, fra l’altro, di porre in risalto che, dal punto di vista stagionale e specialmente del clima, l’evento, per consuetudine radicata, segnava, nel sentir comune dei marittimesi, una sorta di spartiacque fra l’inverno compreso il marzo capriccioso da un lato e la bella stagione dall’altro.
A suffragio di ciò, il 28 aprile coincideva anche, nella maggior parte delle mura domestiche del paesello, con l’introduzione del riposino pomeridiano, evento, per la verità, affatto gradito da noi ragazzi.
Che l’estate fosse non lontana, era confermato da un’ulteriore, puntuale circostanza.
Il Comitato festa ingaggiava, ogni anno, due Complessi Bandistici, che diffondevano le loro sinfonie, sia seguendo la processione lungo le vie del paese con il simulacro del Patrono, sia esibendosi schierati sull’apposita “cassa armonica”, autentica selva di luminarie, allestita nella piazza.
Orbene gruppi di “bandisti”, specialmente se provenienti dall’entroterra e da località montane e, perciò, normalmente più fredde, subito dopo mezzogiorno e in attesa di riprendere le loro prestazioni, si recavano a piedi da Marittima all’insenatura “Acquaviva”, transitando giusto davanti all’abitazione dei miei genitori, per fare o prendere il primo bagno.
Così andavano, di solito, le cose sul piano meteorologico; nondimeno, ogni tanto, accadeva qualche eccezione.
Guarda caso, in questo periodo del 2017, alla vigilia o quasi di S. Vitale, in queste plaghe salentine, il clima è, se non precisamente freddo, fresco assai, il mattino e la sera le temperature segnano 7-8 gradi. Di conseguenza, ci si meraviglia, dimostrando tuttavia di aver memoria corta.
Mi spiego. Correva il 1961, io avevo appena compiuto vent’anni, dall’estate precedente ero fidanzato con A. e da pochi mesi avevo preso a lavorare a Taranto, dove anche A. risiedeva con la sua famiglia.
Per quella festa di S. Vitale, così come ci fu il mio ritorno a Marittima, i miei genitori invitarono e si proposero di ospitare anche A.
Successe, purtroppo, che, la sera del 28, nonostante il calore emanato dalle sfarzose luminarie, in giro, sulla strada centrale del paese, percorso d’elezione delle passeggiate, su e giù, dei ragazzi e delle ragazze, ma anche degli adulti, e, parimenti, nella piazza dove campeggiava la cassa armonica su cui si esibivano a turno le bande musicali, spirava un’arietta se non proprio fredda, fresca e non da poco.
Rammento che A., la quale, qualche tempo prima, aveva avuto problemi di salute, per prudenza indossava un cappottino sopra il vestito e, tuttavia, sia lei, sia mia madre, all’epoca quarantaquattrenne, sua compagna di passeggiata nell’ambito della festa, a un certo momento avvertirono il bisogno di non trattenersi oltre all’aperto e pensarono di chiedere ospitalità alla famiglia di E. F. che abitava esattamente in piazza, tra la cassa armonica e la Chiesa Madre.
I padroni di quella casa si dimostrarono lietissimi di accogliere le due donne, tra loro e la mia famiglia, a parte i legami di compaesani, esistevano anche quelli di compari e comari, poiché un figlio di E.F, A. detto U., era stato, nel 1948 o 1949, mio padrino di Cresima.
E qui, pure su tale punto ho già avuto modo di riferire, quando si diventa compari, si rimane tali per sempre.
Non venga da sorridere, il mio padrino (o nunnu) U.F. regalò a me  figlioccio (o sciuscettu) una banconota da 500 lire italiane, accompagnando la consegna del dono con la frase: “Ecco, con questi soldi, potrai comprarti un paio di pantaloncini”.
Per chiudere la parentesi, devo ricordare che, tra padrino e figlioccio, a contare non è davvero l’entità del regalo intercorso, bensì l’intensità del sentimento che viene a instaurarsi fra le due figure.
Per dire, compare U., una quarantina d’anni dopo, già sposato e padre di due figlie arrivate alla maggiore età, in un’occasione, incontrandomi insieme con la primogenita, oltre che salutarmi e farmi salutare dalla figlia, ebbe a raccomandare a quest’ultima: “Senti, quando, un giorno, io non ci sarò più, ricordati che, per qualsiasi cosa, potrai fare affidamento su questa persona, ti rivolgerai a lui”.
Anche ora, U. se n’è andato da un bel pezzo, la sua figliola in discorso mi dà sempre segno di considerazione, rispetto e amicizia, un particolare, a mio avviso, bello e positivo.
Il capo famiglia E.F., esile e di statura medio bassa, si distingueva, pure in vecchiaia, per il suo incedere di buona lena, dava quasi l’impressione di muovere lesti i propri passi, magari a piedi scalzi, con piacere; io, sin da piccolo, me lo godevo quando transitava davanti a casa mia per portarsi dal paese a un suo fondo agricolo situato luogo la litoranea fra l’Acquaviva e la Marina dell’Aia.
Ritornando ad A. e alla mia, allora giovane, mamma, stettero bene insieme, per qualche ora, all’interno dell’abitazione di E.F., avendo agio, dal 1° piano, di osservare i compaesani numerosi nella piazza sottostante per la festa, come pure di ascoltare le arie eseguite dalle Bande musicali che si alternavano sulla cassa armonica.
Dal punto di vista dello svolgimento materiale, adesso, ovviamente, la festa di S. Vitale è profondamente cambiata, in linea, del resto, con i radicali mutamenti verificatisi, nei decenni, su scala generale.
Nondimeno, la ricorrenza mantiene il suo tradizionale valore e significato e seguita a essere sentita anche nell’animo dei marittimesi del terzo millennio.
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