#on the road in scozia
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Storia Di Musica #291 - Deacon Blue, Raintown, 1987
Lo spunto per le storie settembrine me lo ha dato un aneddoto simpatico sugli Steely Dan, protagonisti dell'ultima storia di Agosto. Una delle loro canzoni più famose, Deacon Blues, da Aja (il loro capolavoro del 1977) fece un viaggio emozionale fino in Scozia, dove un giovane ragazzo si appassionava alla musica, soprattutto a quel pop così sofisticato, pieno di stratificazioni sonore, piccoli gioielli musicali incastonati nelle melodie, e immensa classe esecutiva. Ricky Ross si chiama quel giovane ragazzo, che dopo che a Dundee viene licenziato da professore precario delle scuole secondarie, si trasferisce a Glasgow, dove decidere di mettere su un gruppo. Prima trova il batterista, Dougie Vipond, poi un bravissimo pianista, James Prime, un chitarrista, Graeme Kelling, e una corista, Carol Moore. Le prime esibizioni sono incoraggianti, ma la Moore decide di mettersi da parte. Ross si ricorda che aveva sentito ad un provino, improvvisato in Bath Street, una ragazza che lascia il suo indirizzo, ma non il suo numero di telefono. E la storia vuole che fu lo stesso Ross ad arrivare sulla Great Western Road di Glasgow per chiedere a Lorraine McIntosh di unirsi al gruppo. E c'è la ciliegina sulla torna: durante uno delle prime serata acclamati dal pubblico, Dougie Vipond leggermente brillo incontrò Ewen Vernal, bassista, nel bagno di un locale e gli chiese di unirsi al gruppo. Il nome per la band è quello che Ross ha in testa da anni: Deacon Blue, e siamo nel 1985. Glasgow in quegli anni è una città in piena trasformazione sociale, anche con profonde fratture socio economiche (per farsi un'idea, suggerisco i romanzi di Douglas Stuart) ma dal punto di vista musicale sarà la capitale scozzese della musica. Tanto che un giornalista del Glasgow Herald, John Williamson, decise di produrre una cassetta in allegato alle pagine culturali del giornale con tutte le promesse della musica cittadina di quel periodo: ci sono futuri gruppi e artisti molto famosi come i Wet Wet Wet, Kevin McDermott, Hue and Cry e i Deacon Blue, che contribuiscono con Take The Saints Away.
Dopo questa esperienza, sono pronti ad andare in studio, insieme a Jon Kelly, capo ingegnere del suono agli Air Studios di Londra. Ross ha in mente una sorta di concept album su Glasgow, che ne racconti le sfumature più varie. Raintown, pubblicato nel 1987, si presenta con una meravigliosa foto in bianco e nero di Oscar Marziaroli, italo scozzese futuro acclamato fotografo, che ferma una città avvolta nella perenne pioggerellina con sullo sfondo uno dei simboli della città, la Finnieston Crane, una gigantesca gru portuale, ormai non operativa, simbolo dell'industriosità degli abitanti, proprio all'imbocco del porto cittadino. Dal punto di vista musicale, seppur si parte dall'idea di pop sofisticato del mitico duo da cui prendono il nome, i Deacon Blue mischiano il lirismo vocale e le atmosfere uniche di Van Morrison, un canto-racconto degno del primo Springsteen e un'eleganza che ha una sua totale particolarità. Il disco ha un andamento ondeggiante tra brani calmi e riflessivi e quelli più incalzanti: l'inizio è davvero suggestivo, con Born In The Storm che come una nebbia si dirada e sfuma in Raintown, canzone che è profondamente legata all'esperienza di Ross, con versi che dicono "Waiting for the phone to ring to make me all I am.\You're in the suburbs waiting for somewhere to go\I'm down here working on some dumb show\In a raintown" che raccontano l'inizio di tutta la storia. Ross scrive del rapporto con il business musicale nella bella Ragman e nell'altrettanto suggestiva Loaded, scritta di getto come un flusso di coscienza su una base improvvisata dagli altri componenti della band su una cassetta super 8, ed è capace di dipingere affreschi musicali persino drammatici in abiti delicati e affascinanti. He Looks Like Spencer Tracy Now è ispirata ad un pensiero, a che vita avesse fatto l'uomo che sganciò la bomba atomica su Hiroshima: tra incontri particolari ("he may have been with Oppenheimer, shaken Einstein's hand\Did we have to drop the bomb? You bet, to save this land\He was only taking pictures around the critical mass\While the troops on Tinian island sang 'Follow the bouncing ball') e cosa potrebbe essere oggi (He may have been a nationalist, a physicist or a pacifist (...) Well, I have seen that movie of Dr. Jeckyll and Mr. Hyde\And I know he looks like Spencer Tracy Now). When Will You (Make My Telephone Ring) ha ai cori il famoso gruppo R&B londinese dei Londonbeat. Alto livello è anche Chocolate Girl, che racconta di un tipo anaffettivo, un certo Alan, ricco e spendaccione, "He calls her the chocolate girl\Cause he thinks she melts when he touches her\She knows she's the chocolate girl\Cause she's broken up and swallowed\And wrapped in bits of silver". Ma il capoavoro è Dignity: ritratto di quello spirito scozzese della dignità del lavoro, racconta la storia di un impiegato comunale, probabilmente uno che lavora sulle strade, e che non perde il sorriso nemmeno quando è preso in giro dal ragazzini e che ha un sogno, comprare un gommone, un dinghy, che vuole chiamare Dignity, con cui "I'll sail her up the west coast\Through villages and towns\I'll be on my holidays\They'll be doing their rounds\They'll ask me how I got her I'll say, "I saved my money"\They'll say, "Isn't she pretty? That ship called Dignity". In Love's Great Fears, liricissima e tutta giocata sul duetto Ross - McIntosh, che diventeranno marito e moglie poco tempo dopo, c'è Chris Rea alla chitarra.
Il disco, per le qualità musicali, per la scelta azzeccata dei singoli e per la sua atmosfera sofisticata, che quasi inventerà un genere, ha un successo clamoroso: arriva fino al numero 14 nella classifica dei dischi più venduti, rimane in classifica un anno e mezzo e vende oltre un milione di copie. La band continuerà a scrivere belle cose, e il successivo When The World Knows Your Name del 1989 arriva persino al numero 1 in UK e contiene la loro canzone più famosa, Real Gone Kid, facendo divenire sogno il successo che un ragazzo scozzese aveva immaginato sentendo una canzone, Deacon Blues, che parla di nerds and losers, secondo le famose parole di commento di Donald Fagen. Dedicherò il mese di settembre a gruppi scozzese degli anni '80, che è un periodo storico e una zona geografica che ha regalato cosine niente affatto male alla storia della musica.
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Scozia Winter Edition
A inizio dicembre ho saputo che l’ azienda per cui lavoro avrebbe chiuso per una settimana e quale migliore occasione per organizzare un viaggio invernale? Inizialmente saremmo voluti andare in un luogo caldo portando con noi un costume, un asciugamano e via, ma l’idea di prendere il sole su un lettino non ci allettava molto e avevamo voglia di avventura e viaggio on the road. La seconda opziona…
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Fiore on the road: I Period Friendly Point per persone senzatetto in scozia
Si chiamano Period Friendly Point e hanno un app per identificarli in Scozia. Sono delle tele con diverse tasche per inserire le donazioni di assorbenti gratis che si trovano nei bagni pubblici scozzesi (come vedete nella foto scattata da me nella toilette della Gallery of Modern Art di Glasgow). Sono punti istituiti da un progetto della Simon Community, un’organizzazione di beneficenza per senza…
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Appuntamento a Land’s End
È arrivato il primo trailer del film “Appuntamento a Land’s End” di Gillies MacKinnon, che arriverà nelle sale italiane dal 25 gennaio distribuito da Trent Film. https://www.youtube.com/watch?v=3qi9sjPwPrQ "Appuntamento a Land’s End", il film Protagonista il grande attore britannico Timothy Spall (saga di “Harry Potter”, “Il discorso del Re”, “Turner”), qui in un intenso road movie che racconta un viaggio nella memoria: una storia commovente sull'amore eterno, sulla perdita e sulla bontà dell'animo umano, con l’incedere poetico di “Una storia vera” di David Lynch. Sintomi Timothy Spall interpreta Tom Harper, ex soldato in pensione che vive in un piccolo villaggio nel nord della Scozia. L’uomo è in attesa del primo autobus che lo porterà lontano dal luogo in cui ha vissuto per tutta la vita. Mosso dal desiderio di mantenere una promessa fatta alla moglie, Tom ha infatti deciso di iniziare un improbabile viaggio contro il tempo di 874 miglia, in cui attraverserà la Gran Bretagna verso la cosiddetta Land's End, considerato il punto più a sud di tutto il Paese. Un viaggio fisico e metaforico, di risveglio, consapevolezza, dolore e speranza, durante il quale il protagonista esplorerà i caleidoscopici territori dell’animo umano. Read the full article
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Il nostro itinerario di 7 giorni in Scozia, partendo da Falkirk, passando dalle Highlands, fino all’Isola di Skye. Scoprite come organizzare la vostra settimana di viaggio.
#scozia#scotland#viaggiainitalia#viaggio#viaggiare#travel#traveller#travelling#itinerary#itinerariodiviaggio
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Posted @withrepost • @labiennale #BiennaleArte2022 Partecipazioni Nazionali | Grenada Il Cypher Art Collective di Grenada esplora un rituale culturale di Carriacou, la "Shakespeare Mas". I giocatori, vestiti con costumi colorati, recitano brani dal "Giulio Cesare" di Shakespeare, nelle strade trasformate in un teatro all'aria aperta. Molte generazioni hanno praticato questo rituale, che manifesta influenze dall'Africa occidentale, dall'Inghilterra, dalla Francia e dalla Scozia. La mostra non vuole essere uno studio antropologico, ma un punto di partenza per l'immaginazione degli artisti. Visita il Padiglione Grenada a Venezia fino al 27 novembre. Scopri di più su #IlLatteDeiSogni e acquista il biglietto → www.labiennale.org - link in bio --- National Participations | Grenada The Cypher Art Collective of Grenada explores a cultural ritual of Carriacou, the "Shakespeare Mas". Players dressed in colourful costumes recite passages from Shakespeare's "Julius Caesar" to each other in the open-air theatre of the road. Generations have practiced this, with influences from West Africa, England, France, and Scotland. This is not an anthropological study, but a starting point for the imagination of the artists. Visit the Grenada Pavilion (@grenadapavilionvenice) in Venice until November 27. Find out more about #TheMilkOfDreams and buy your ticket → www.labiennale.org - link in bio #LaBiennaleDiVenezia #BiennaleArte #PartecipazioniNazionali #NationalParticipations #PadiglioneGrenada #GrenadaPavilion 📷 @ave_zz https://instagr.am/p/ClbnW4mLZnh/
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Inca Cgil Uk apre lo sportello passaporti e gli sportelli mobili
Di Redazione In24 @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Anche Inca Cgil Uk collabora con il Consolato generale di Londra per la richiesta passaporti e rilancia gli sportelli mobili del Patronato. Passaporti, al via lo sportello Inca Cgil Uk Anche il Patronato Inca Cgil Uk avvia la collaborazione con il Consolato Generale di Londra e apre lo sportello passaporti nella sua sede di Islington. Si tratta della sperimentazione che il Consolato ha avviato il mese scorso, che prevede la presenza presso le sedi dei Patronati e del Comites in giorni predeterminati di un funzionario delegato alla raccolta delle richieste passaporti, dei documenti relativi e delle impronte digitali del richiedente. Dopo l'adesione dell'Inas, che ha aperto un suo sportello, anche il Patronato Inca Cgil Uk ha annunciato l'apertura di un suo sportello nei mesi di novembre e dicembre presso la nostra sede di Islington. Lo sportello riceverà solo su appuntamento, riservato a chi è iscritto AIRE nella circoscrizione di Londra e ha tra i 12 e i 70 anni. Il passaporto italiano può essere rinnovato non più di 6 mesi in anticipo. Per prenotare uno slot, è sufficiente mandare un’email a [email protected] indicando le proprie generalità. Il funzionario del Consolato sarà presente solo nelle date del 30 novembre e del 15 dicembre 2022, e non è possibile fissare altri appuntamenti al di fuori di queste date. Lo sportello passaporti è aperto presso la sede Inca Cgil Uk, 124 Canonbury Road, London N1 2UT. Riaprono gli sportelli mobili del Patronato in Scozia e Sussex e lo sportello Settled status E la Inca Cgil Uk riapre anche gli sportelli itineranti in Scozia e Sussex, che offriranno i servizi del Patronato e il servizio Settled Status per domande ex novo o per aggiornare documenti d’identità e dati anagrafici. Anche i servizi dello sportello itinerante saranno solo su appuntamento, nelle seguenti date: - Giovedì 1 dicembre - Brighton, C/O Spaces, Mocatta House, Trafalgar Place, Brighton BN1 4DU - Mercoledì dicembre - Glasgow, C/O Spaces, 1 West Regent Street, Glasgow G2 1RW - Giovedì 8 dicembre - Edinburgo, C/O Regus, 9-10 St. Andrew Square Edinburgh EH2 2AF E Inca Cgil Uk continua anche la sua collaborazione con l’OISC per assistere i cittadini italiani e le loro famiglie con l’ottenimento del Settled Status. ... Continua a leggere su www. Read the full article
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road to Glencoe, Highland, Scotland, UK by Janusz W.
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“Sono attratto dal caos”. Dialogo con Rudy Wurlitzer. Benedetto da Thomas Pynchon, ha scritto per Sam Peckinpah e Bernardo Bertolucci
Quando chiedo di intervistarlo, mi dicono che è on the road. Sulla strada. Fuori dal mondo. Dal tempo. Poi. Riemerge. Avete presente Johnny Depp che in Dead Man si fa chiamare William Blake e naviga su una canoa, al margine del regno dei morti, stordito, in un Far West di desolante nitore? Beh, alle spalle del più bel film di Jim Jarmush c’è lui.
C’è lui, in effetti, anche nella pellicola epica di Sam Peckinpah, Pat Garrett & Billy the Kid; ed è sempre lui che scrive Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci e aggiusta il testo di Dune, griffa David Lynch. Solo che a Rudolph ‘Rudy’ Wurlitzer, classe 1937, tra gli scrittori più originali degli States, nato alla letteratura con Nog, nel 1968, battezzato da uno come Thomas Pynchon («Speriamo che il Romanzo delle Cretinate sia morto, speriamo che una nuova luce sia sorta, perché Wurlitzer è uno bravo, bravo davvero»), le etichette non piacciono. Fugge a tutti. Resiste tra gli inafferrabili. Così, svezzato alla sapienza narrativa a Maiorca, da un maestro come Robert Graves, scrive libretti per Philip Glass e quando, dopo troppi anni – l’ultimo romanzo, Slow Fade, è del 1984 –, nel 2008, per la casa editrice indipendente Two Dollar Radio, se ne esce con The Drop Edge of Yonder, è una ovazione generale, ne scrivono come del «più allucinato dei western, che mescola furiosamente il Sutra del Cuore a Meridiano di sangue». Dieci anni dopo, come Zebulon, il nome del protagonista, un Don Chisciotte screziato dai morti in un West dilaniato dagli enigmi, il romanzo di Wurlitzer arriva in Italia (Fandango/Playground, 2018). Un libro di corrotta bellezza, di «coscienza dissolta in ombre sognanti e apparizioni su cui non aveva alcun controllo». Dell’esito delle sue creazioni, gusci di notte istoriati con parole di salvezza e anatemi, d’altronde, Rudolph non si cura, è uno che corre. D’altronde, «il destino… è una specie di schiavitù», dice uno dei suoi controeroi, a precipizio nel grido.
Zebulon è un western mistico, che fonde l’etica buddhista all’epica violenta di Peckinpah… è così?
«Mi sono sempre occupato di Far West e mi ha sempre appassionato il tema di quel che resta della nostra natura selvaggia, provando a separare l’essenza del sé dalle abitudini culturali. Dal momento che sono nato e cresciuto a New York, in un ambiente musicale (mio padre era un esperto di vecchi strumenti a corda con tastiera), in qualche modo i miei viaggi solitari verso l’Ovest degli Stati Uniti hanno rappresentato la mia iniziazione all’esperienza dell’esplorazione, che è a sua volta una specie di musica interiore. Quando mi hanno presentato a Sam Peckinpah, vivevo nel New Mexico e mi stavo appassionando alla storia del vecchio West. Leggevo molti libri sulla vita nel vecchio West e anche le lettere vergate a mano dagli esploratori, e quelle letture hanno influenzato alcuni dei miei personaggi cinematografici così come la loro lingua ossessiva e informale. Mi affascina da sempre, inoltre, la letteratura taoista e buddista e le sue relazioni con la forma e con il vuoto. A Bertolucci hanno fatto il mio nome, presentandomi come uno degli sceneggiatori in grado di scrivere Piccolo Buddha perché legato in più modi al tema e perché avevo vissuto in India e in Nepal».
Come le è venuto in mente il personaggio di Zebulon Shook e questo romanzo lisergico, che sta tra Cormac McCarthy e Philip K. Dick? Insomma, cosa le piace leggere?
«Ho letto pochissimo di Cormac McCarthy e di Philip K. Dick. Ho letto soprattutto romanzi dell’Ottocento alternandoli a Samuel Beckett e James Joyce. Sono stato influenzato anche da Gabriel García Márquez, Genet, Nabokov, Rimbaud, Hermann Hesse e i russi: Tolstoj e Dostoevskij, ma anche Camus, Kafka e Nietzsche. E naturalmente anche da Hemingway – il suo stile intenso e criptico ha influenzato le mie sceneggiature – e poi ci sono le avventure di Proust e Melville, che non ho mai smesso di leggere».
So che è stato per un periodo il segretario di Robert Graves: come è accaduto? Graves ha influito sulla sua scrittura?
«Non ho mai lavorato direttamente per Robert Graves: eravamo vicini di casa a Maiorca, dove andavo quando avevo vent’anni. Mi ha influenzato nelle letture, incoraggiandomi a scrivere frasi brevi e chiare, un consiglio che mi è stato utile quando è arrivato il momento di scrivere sceneggiature. Mi sono dedicato al cinema per potermi permettere di continuare a scrivere romanzi sperimentali, eccentrici, lontanissimi dal mainstream, che all’epoca scrivevo e che ancora scrivo nella solitudine di Cape Breton, in Nuova Scozia dove ho un capanno che si affaccia sulla solitudine dello Stretto di Northumberland».
Che rapporti ha con la letteratura statunitense contemporanea? La legge, le interessa, intrattiene dei rapporti di amicizia con gli scrittori di oggi?
«Ho parlato spesso di narrativa americana contemporanea con due vecchi amici, che però sono morti: Mike Herr, l’autore di Dispacci, e Sam Shepard con cui ho condiviso alcune esperienze cinematografiche e anche la frequentazione degli ambienti newyorkesi quando era ancora possibile conversare con artisti del calibro di Claes Oldenburg, Philip Glass e Robert Frank, un vecchio amico che cercava anche lui di forzare le convenzioni artistiche e con cui ho lavorato a molti film, compreso Candy Mountain, che abbiamo codiretto, insieme ad altri corti cinematografici improvvisati».
In un momento del romanzo, Delilah dice, «Siamo tenuti insieme da un destino sul quale non abbiamo alcun potere». Lei la pensa così? Che senso ha, per lei, la vita? Cos’è il destino? È più forte la furia del caos o esiste un ordine nel mondo?
«Sono attratto dalla letteratura e dall’arte che affrontano l’impermanenza, il caos, così come la forma legata al vuoto e viceversa, in particolare in questi tempi frenetici in cui il mondo sembra avviato verso un’apocalisse globale. Anche da bambino, quando vivevo in un ambiente sicuro, sorretto da una famiglia generosa, ero interessato a sabotare le forme accademiche, contemplando e accogliendo l’impermanenza e le illusioni della permanenza. Pronti o meno, tutto scorre. Anche la vita».
Davide Brullo
*In origine, l’intervista è uscita in forma leggermente diversa su “il Giornale” del 26 novembre 2018
L'articolo “Sono attratto dal caos”. Dialogo con Rudy Wurlitzer. Benedetto da Thomas Pynchon, ha scritto per Sam Peckinpah e Bernardo Bertolucci proviene da Pangea.
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Viaggiare in camper: 7 itinerari imperdibili stile Route 66
Quando la strada chiama, bisogna rispondere. Ma non serve volare dall'altra parte del pianeta e raggiungere gli ampi spazi del Nord America per scoprire percorsi leggendari. Anche l’Europa, con la sua varietà incredibile di paesaggi, permette ai viaggiatori di macinare chilometri lungo strade panoramiche ricche di attrazioni, natura e storia. Yescapa, la piattaforma leader in Europa di camper-sharing, ha selezionato sette itinerari in stile Route 66 perfetti da affrontare in camper. Sette percorsi, dall'affascinante Andalusia al selvaggio nord della Scozia, per vivere il mito dell’on the road senza lasciare il nostro continente.
Spagna, La ruta de los pueblos blancos
Il sud della Spagna e il calore dell’Andalusia tra le province di Cadice e Malaga. La Ruta de los pueblos blancos (L’itinerario dei paesi bianchi, in italiano) prende il nome dalle candide case che compongono le cittadine che la strada attraversa: da Alacalà del Valle ad Arcos de la Frontera. Il percorso si snoda tra la valle di Ronda e i pendii del Parco Naturale della Sierra de Grazalema, un’area di origine carsica ricca di gole spettacolari e punti panoramici mozzafiato, come Puerto de Las Palomas, ma anche di abeti e di specie animali protette, come i grifoni. Non solo natura, l’itinerario è anche un vero e proprio viaggio nella storia della Spagna meridionale, tra arte rupestre preistorica, antiche strade romane e luoghi dai nomi arabeggianti che portano ancora i segni della dominazione mora.
Italia, Via Francigena
La Via Francigena, uno dei percorsi di pellegrinaggio più importanti del nostro Paese, nacque nel Medioevo per collegare la Cattedrale di Canterbury, in Gran Bretagna, a Roma e ai porti della Puglia, dove i pellegrini potevano poi imbarcarsi verso la Terra Santa. Oggi è un itinerario che si affronta principalmente a piedi, in bicicletta o a cavallo, ma nulla vieta di seguirlo a bordo di un camper e in totale comodità: un’opzione che sta prendendo sempre più piede tra i viaggiatori. Il percorso attraversa l’Europa, dalle colline toscane puntellate di cipressi e il paesaggio quasi lunare delle Crete Senesi fino a raggiungere la svizzera Losanna e - di seguito - la francese Reims. Proprio in quest’ultima si può visitare un’altra delle cattedrali più importanti d’Europa prima di sbarcare in Inghilterra.
Portogallo, Estrada National 2
La Estrada National 2 (N2) è una delle più importanti del Portogallo. Collega Chaves, a due passi dal confine settentrionale con la Galizia, alla meridionalissima Faro. È la più lunga del Paese e lo attraversa nel suo cuore, lasciando da parte per una volta le più gettonate e note Lisbona e Porto e la costa Atlantica. L’itinerario è ricchissimo: oltre 700 chilometri e una trentina di cittadine da attraversare lungo il percorso. È un viaggio fatto di dislivelli, perfettamente affrontabili a bordo di un camper, che mostra i vari volti del Portogallo: dai vigneti della Valle del Douro alle spiagge dell’Algarve, passando dalle pianure dell’Alentejo tra natura, enogastronomia e storia.
Francia, Route Napoléon
La Route Napoléon è un viaggio nella storia francese ed europea e ripercorre le orme dell’Imperatore francese durante i “cento giorni” del 1815, il periodo che segue il ritorno dall'esilio sull'isola d’Elba e precede la sua disfatta a Waterloo. L’itinerario, inaugurato nel 1932, inizia a Golfe-Juan, dove Napoleone sbarcò una volta tornato in Francia, e termina a Grenoble, dove avvenne la prima battaglia. Il percorso si snoda verso nord dalla Costa Azzurra alle Alpi e attraversa parchi naturali e luoghi mozzafiato come le Gole del Verdon, che con i loro oltre 700 metri di dislivello sono tra i canyon più profondi d’Europa, perfette per gli sport acquatici come canoa e rafting. A segnalare il percorso ai viaggiatori ci pensano le statue delle aquile, simbolo dell’Imperatore.
Germania, Romantische Strasse, Route 550
Castelli e paesini da fiaba, pendii ricoperti di verde e atmosfere tipiche del romanticismo tedesco: è la Romantische Strasse. Questa strada, che taglia la Baviera e il Baden-Württemberg, nel sud del Paese, parte da Füssen e raggiunge Würzburg. Si snoda per oltre 360 chilometri da sud a nord e mostra a chi la percorre alcune delle più tipiche bellezze tedesche, prima fra tutte il Castello di Neuschwanstein, uno dei più belli e fotografati d’Europa: un vero e proprio castello da fiaba e, non a caso, sembrerebbe essere stato il “modello” per alcuni celebri film di animazione della Disney. Lungo il percorso si attraversano cittadine con case a graticcio e tetti spioventi, come Rothenburg, e località con antichi monasteri, come Wieskirchem, ma anche paesi di origine romana, primo fra tutti Augsburg, e altri che hanno conservato la loro struttura medievale, come Landsberg am Lech. Un viaggio nel tempo e nello spazio condito da un po’ di romanticismo e nostalgia.
Irlanda, Wild Atlantic Way
La Wild Atlantic Way è la strada panoramica che segue la costa atlantica della Repubblica d’Irlanda, da Muff, nel nord del Paese, a Kinsale, nel sud. Un viaggio lungo 2500 chilometri che si concentra prevalentemente sulle bellezze naturali, da Malin Head, il punto più a nord, al Connemara National Park, passando per le Cliffs of Moher e le Slieve League, tra le scogliere mozzafiato dell’isola. Paesini e baie, strapiombi e prati verdi nei quali pascolano i greggi, la Wild Atlantic Way è un percorso da vivere con il classico spiritoon the road: tanta libertà e voglia di stupirsi per scoprire un’Irlanda selvaggia e da cartolina. Da una parte la forza delle onde dell’oceano, dall’altra il cielo che sembra non riposarsi mai.
Regno Unito, North Coast 500
La North Coast 500 è giro quasi completo delle Highland scozzesi tra montagne, laghi e spiagge: un percorso circolare di oltre 800 chilometri che inizia e finisce al Castello di Inverness. Considerata una delle strade panoramiche più belle del continente, attraversa brughiere e paesini di pescatori fino a raggiungere il punto più settentrionale della Gran Bretagna. Seguendo il percorso, perfetto per camper e caravan grazie anche alle tante piazzole e aree attrezzate, si attraversano ben sei regioni scoprendo la Scozia più autentica. Si può assaggiare dell’ottimo whisky nell'Easter Ross o cercare di avvistare i delfini nel Black Isle, andare a caccia di castelli e creature mitologiche nel Sutherland o di siti archeologici nel Caithness. C’è davvero l’imbarazzo della scelta. Fonte ed immagini: Yescapa Read the full article
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Speciale Scotland: tra fantasmi, scogliere, highland e whiskey
E cosi le foto alla fine le abbiamo quasi tutte riordinate...e ne abbiamo scelte alcune da portare qui, a corredo di un viaggio che rimarrà a lungo a ronzarci in testa. Insomma il viaggio che non si poteva fare, perchè il tempo e perchè i soldi e perchè perchè perchè...alla fine lo abbiamo fatto! Ed e stata una figata! La Scozia ha molto da dire, e, non me ne voglia nessuno, gli scozzesi definitivamente, incredibilmente NON sono inglesi (per la loro gioia dovevo dirlo). Abbiamo trovato sempre persone mediamente aperte e decisamente non c'è mai stato il problema di mangiare,di cosa mangiare, di dove mangiare, di quando mangiare. Il che toglie molto dell'avventura, ma rende molto piacevole la permanenza. Ecco sull'inglese degli scozzesi, come è noto, bisonga chiedere quasi sempre la cortesia del "repeat please", ma non troverete mai nessuno poco disposto a spiegarsi in modalità più semplici.
Edimburgo
Due giorni ad Edimburgo li consiglio a tutti. Specialmente se come noi arrivate nel periodo del Fringe, un festival di teatro e spettacolo che letteralmente riempie la città. Per gli standard italiani non c'era tanta confusione, ma per gli scozzesi abbiamo capito che era un dramma. L' apertura degli scozzesi ci e stata subito esplicita quando il nostro tassista, con un taxi dal colore improbabilmente rosa (altro che black cabs!) ci offre dalla vaschetta una fragola. Si perché i berryes, tutti i berryes (fragole, mirtilli, more, etc.), saranno presenti sempre e devo dire che sono decisamente buoni! Vale la pena di girare abbastanza per Edimburgo, vi do alcuni spunti che sono stati per me una scoperta: - i cimiteri, aperti anche di notte, da vedere Calton Hill by night - fish and cips di livello bestiale (consiglio Bertie's sul Royal mile) - il castello, sarà il primo di una luuuunga serie - i Princess Street Gardens
Il Fife e Stonehaven
Usciti da Edinburgo...via verso le Higlands! Il primo impatto con le strade scozzesi con quida a sinistra e ricche di "passing place" è interessante... quante figure di m... Piccolo tutorial per l'uso dei passing place per italiani: Le strade scozzesi sono per larga parte monocorsia, ma ogni 500 m circa, c'è una piazzola, il "passing place", funziona così: ogni volta che siete vicini a una piazzola guardate avanti e vedete se c'è un altra macchina, se c'è, buttatevi nella piazzola, ha lei la precedenza..mi raccomando QUELLA DI DESTRA! Fermate obbligatorie: Sant Andrews
Moray Firth
Se volete una strada mortale...andate a Pennan!Ne vale comunque la pena. E magari un giro a gustarvi la prima camminata verso le scogliere: Troup Head (non facile da trovare!) se trovate una fattoria, dovete passarci attraverso. Interessante quanta camomilla ci sia sul sentiero, ma consiglio di usare le mappe free opencyclemaps per orientarsi. Interessante anche un giro a Cullen, ma fermatevi a mangiare in un posto che da fuori non direste ma dentro è veramente molto carino e buono: The Fly Cup. A Elgin, troviamo un nubifragio...peccato la cattedrale sarebbe stata interessante, ma è flooded (allagata).
Da Nairn a Golspie
Tappa molto più densa, la Scozia diventa un pizzico più cruda e più...nordica! Noi abbiamo alloggiato al Beech Tree Lodge, sembra caro per essere fuori mano, ma vale decisamente la spesa e Mark saprà conquistarvi! Da vedere: - Fort George - Culloden battlefield - Clava Cairns - Castello di Urqhart
Da Golspie a Tongue
Tempo molto scozzese ci costringe a fare dribbling sulle fermate, ma comunque riusciamo a vedere Dunrobin Castle con i suoi fantasmi, i suoi rapaci e gufi!.. e poi il mitico Sinclair Castle, che in mezzo a un diluvio, dopo 20 min di cammino, appare su una scogliera. Una vista che non dimenticherò facilmente. Infine il John o' Groats, il punto più a nord del Regno Unito, fa respirare aria di mari del nord (umida).
Da Tongue a Ullapool
I paesaggi sono decisamente più estremi, anche se la solitudine totale non è una prerogativa della Scozia di agosto, ma alcuni punti in cui spingere lo sguardo molto lontano riusciamo a trovarli. Tappa allo Smoo Cave, dove piove che dio la manda e soprattutto dove il fiume sembra fatto di birra! E all' Ardvreck Castle, come sempre sembra di essere in un film.
Da Ullapool ad Applecross
Da giorni sognavo un caffè corto...e attratto dal nome mi sono fermato qui: al The Mountain Coffee Co . Il caffè ristretto era discreto, visto dove eravamo, ma il posto da il senso della frontiera: torte, libri, caffè, mix di tutto un po'...
Forse i due momenti epici sono l'arrivo alla spiaggia di Red Point (vale il viaggio) e la salita e discesa per l'arrivo ad Applecross lungo la famigerata Bealach na Ba Road, che, viste le nostre Alpi non fa tanta tanta paura, ma devo dire che l'incompetenza generale dei guidatori, la guida a sinistra e il sistema dei passing place, qualche ansia la mettono. Applecross è un posto da vedere, e penso che il turismo non lo farà rimanere così a lungo. Consiglio l'Applecross Garden per la sera...atmosfera unica e all'uscita all'imbrunire troverete forse come noi un branco di cervi che indisturbati si avvicinano alla strada.
Da Applecross all’isola di Skie
La vista di Applecross la mattina è spettacolare. Ho seriamente pensato di abbandonare i miei problemi in Italia e starmene li. Serio. Ho titubato quando mi han chiamato dalla macchina. I panorami sono da urlo, e ci trasferiamo all'isola di Skye, la più famosa. Tappa al castello di Dornie.
Skye e la Trotternish Peninsula
Skye non mi sta simpatica. Lo ammetto ha paesaggi incredibili, ma i turisti sono decisamente troppi e qui abbiamo grosse difficoltà a mangiare la sera, bisogna mettersi in coda 2 ore prima a Portree! Consiglio fuori città verso Uig, The Galley, cucina di pesce decisamente abbordabile. Nella giornata conto 11, e dico 11, cambi meteorologici, dall'acquazzone al sole caldo. Visto che abbiamo fortuna affrontiamo la salita all'Old Man of Storr sotto il più forte diluvio da quando siamo in Scozia. I miei compagni di viaggio hanno ovviamente il morale alle stelle.
Skye parte ovest
La parte più a ovest riserva una sorpresa per me che vale il giro: Coral Beach e il faro di Neist Point. Sull'ultimo dovete mettere in conto una certa fatica, discesa e risalita al faro fanno sudare. Panorami incredibili. Infine arriviamo a fine giornata a fare una capatina alla whiskeria più famosa di queste terre "Tallisker": non vale la pena, a meno che non siate degli appassionati. Dico una cosa su tutte: il costo della bottiglia comprato in distilleria è più alto che comprato su Amazon. Questo per me è già indicativo. Detto questo, il whisky assaggiato li ha un fortissimo sapore di affumicato, molto molto particolare.
Road of the isles e Glencoe
Usciamo da Skye, in traghetto, per dirigerci sulle tracce del binario 7 3/4 di Harry Potter: Glenfinnan. Si non ve l'ho detto, ma lo saprete anche voi, Harry Potter da queste parti è un motivo molto molto ricorrente. Dormiamo alla Craiglinnhe House, e devo dire servizio altissima qualità per quanto pagato. Arredamento assolutamente scozzese, molto antico, e colazione spaziale.
Loch Lomond e il Trossachs National Park
Rientriamo verso Edimburgo e i panorami "nordici" lasciano il posto a più civiltà. Ci fermiamo a vedere: il castello di Kilchurn, la St. Conan’s Kirk che sembra un set cinematografico da quanto è particolare e il castello di Doune (set cinematografico della serie "Trono di spade"). Infine arrivo a Stirling, prima città vera dopo giorni, con architetture e ingegnerie moderne e che talvolta non ti aspetti.
da Stirling a Edimburgo
Mattinata al castello di Stirling, che le guide non cag***no molto, ma che invece è un signor castello! Vale la pena anche di attraversare il cimitero, molto suggestivo. E poi ci muoviamo verso Edimburgo, allungando un po' l'itinerario per vedere la Rosslyn Chapel e il Blackness Castle. La cappella di Rosslyn, al di la di tutti i significati massoni, e i riferimenti letterari, è effettivamente affascinante, e il Blackness Castle, proprio perchè non molto affollato, vale la pena anche solo per la vista che ha sulla baia di Edimburgo.
E alla fine...
Dopo 3 mesi riesco finalmente a riordinare le idee e a ricordarmi tutte le emozioni che le coste del nord sempre mi lasciano... Un grande grazie anche ai nostri compagni di viaggio, che ci hanno convinto a "spendere sti quattro schei" e ci hanno fatto da guida, sul serio! Stavolta siamo arrivati quasi ignoranti del luogo!
Consigli di valigia e di abbigliamento
Dipende da che tipo di viaggiatore siete, ma il mio consiglio per la Scozia è di viaggiare con poco, purchè che sia polifunzionale: giacca impermeabile, con interno staccabile in pile che diventa felpa, scarpe impermeabili con suola in vibram (ottime quelle di decathlon!). Ottimo anche un piumino 100 g che si compatta bene in valigia. Come pantaloni, buoni i jeans, tenendo conto che li avrete bagnatini addosso qualche volta, in ogni caso purchè siano qualcosa che si asciuga velocemente al sole o alle bocchette della macchina. In agosto non abbiamo mai avuto problemi di temperatura, ma sono ottime le magliette da escursionismo a mezza manica: occupano poco, si lavano velocemente e si asciugano subito su un termosifone. Read the full article
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Scotland Tour - Day 3
The one where we cross the Queensferry Crossing
10 giugno 2018 - Iniziamo il nostro viaggio attorno alla Scozia abbandonando Edimburgo e dirigendoci verso Nord lungo l'autostrada gratuita che ci porterà dritti dritti fino ad Inverness, la città più importante delle Highlands. Prima, però, ci fermiamo a South Queensfery dal cui porto ammiriamo e fotografiamo i numerosi ponti (uno ferroviario, uno stradale e uno diventato pedonale) avvolti nella foschia del mattino. Risaliamo in auto e raggiungiamo la città di Saint Andrews, città che si affaccia sul Mare del Nord nonche sede dell'antica università e importante centro per gli apassionati del golf. Il tempo di fare un giro nel centro, due passi vicino al mare e dopo aver pranzato siamo ripartiti alla volta della terza tappa della giornata: Cluny House ad Aberfeldy, una sorta di parco dove, oltre a qualche sequoia, ci sono numerosi scoiattoli che, grazie a delle mangiatoie strategicamente disposte lungo il sentiero, non mancano di testimoniare la loro simpatica presenza. Verso le 9 di sera siamo arrivati a Inverness, dove abbiamo cenato velocemente. Dopo cena ci siamo recati al nostro alloggio, un bellissimo pod che a causa di un'evidente sottovalutazione delle distanze, abbiamo prenotato a circa 2 ore da Inverness, e dove siamo arrivati poco dopo il tramonto. Tramonto che in Scozia corrisponde circa alle 11 di sera.
10 June 2018 - We start our journey around Scotland by leaving Edinburgh and heading north along the free motorway that will take us straight to Inverness, the most important city in the Highlands. First, however, we stop at South Queensfery from whose port we admire and photograph the many bridges (one rail, one road and one pedestrian) wrapped in the morning mist. We drive back to the town of Saint Andrews, which overlooks the North Sea and is home to the ancient university and an important centre for golf enthusiasts. The time to make a turn in the center, two steps near the sea and after having lunch we are departed to the time of the third stage of the day: Cluny House to Aberfeldy, a sort of park where, beyond to some redwood, there are numerous squirrels that, thanks to of the feeders strategically placed along the path, do not miss to testify their nice presence. Around 9 p.m. we arrived in Inverness, where we dined quickly. After dinner we have gone to our lodging, a beautiful Pod that because of an obvious underestimation of the distances, we have booked to around 2 hours from Inverness, and where we have arrived shortly after the sunset. Sunset in Scotland is about 11pm.
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Un viaggio in Scozia è uno di quei viaggi che ti resteranno in mente per sempre, perché la Scozia ha il potere di ammaliarti quando ci arrivi, di stregarti quando la scopri e di mancarti quando la lasci.
Quiraing – Isola di Skye
In particolare per un viaggio itinerante, il viaggio comincia già durante la fase organizzativa, che adoro! Per me l’organizzazione di un viaggio è sempre un’esperienza fantastica, in questo caso lo è stata all’ennesima potenza.
Prima di cominciare a organizzare il viaggio ovviamente mi sono documentata giungendo alla conclusione che a un viaggio on the road in Scozia, soprattutto se è la prima volta, vanno dedicate almeno due settimane. Per me non è stata la prima volta in Scozia, ma il primo viaggio itinerante.
La Scozia è così che va visitata, attraverso un road trip, in auto e in autonomia, ore e ore seduti sui sedili a vedere panorami incredibili, a percorrere single track dove ci si ferma di tanto in tanto nelle numerose passing place a dare la precedenza, a imboccare tortuose stradine che ti condurranno ad angoli incredibili e a fermarsi continuamente e scendere per ammirare scorci unici e cieli che mutano in pochi minuti.
L’organizzazione è stata abbastanza laboriosa, la varie fasi e tutti i suggerimenti li trovate in questo articolo, che vi consiglio di leggere.
Ci tengo a precisare che il mio itinerario è stato abbastanza ricco, ho deciso di inserire molte tappe come primo on the road, non per vedere tutto perché vedere tutto è comunque impossibile, ma cercando di fare soste, anche brevi, nei luoghi che avremmo incontrato lungo il tragitto che mi sembravano interessanti.
Questo viaggio nasce con l’idea di vedere principalmente la costa più che l’entroterrà, in quanto zona più panoramica e della quale subisco il fascino nonché di vivere la Scozia, di capirne l’essenza, di scoprire il suoi tratti somatici, la sua forma, i colori intensi, la sua natura incontaminata, i suoi specchi d’acqua, i suoi orizzonti e tutto ciò che contribuisce a renderla unica.
Ancor prima della partenza, si capisce che in Scozia si torna, quindi viene meno la voglia di fermarsi a lungo in un posto ma solo per la curiosità di vederne altri. Questa è la mia filosofia. Nelle prossime visite mi concentrerò sulle zone che mi sono piaciute di più e che per questione di tempo e di meteo non ho potuto visitare a fondo. C’è anche quello da tenere in considerazione: se il tempo non è dei migliori pur essendo estate, per dire, la spiaggia te la godi fino a un certo punto.
Le dive locali
Ma veniamo al racconto dell’itinerario di viaggio: SIETE PRONTI A PARTIRE?
Diario di viaggio (parte prima) del nostro on the road in Scozia
GIORNO UNO: partenza e arrivo a Edimburgo
Partiamo dall’aeroporto di Treviso con volo Ryanair con mezz’ora di ritardo e in due ore arriviamo a Edimburgo, sono quindi le 21.30, andiamo a ritirare l’auto al noleggio dell’aeroporto di Europecar ed espletate le pratiche di rito ritiriamo la nostra Golf 1.6. e ci dirigiamo in albergo.
I dettagli sulle prenotazione e i costi di volo e noleggio del veicolo e tutte le informazioni relative, li trovate in quest’articolo, già citato sopra.
Edinburgh Castle #castleofscotland
Considerata l’ora di arrivo e tenuto conto che dovevamo spostarci in auto, ho prenotato – per due notti – Village Hotel Edinburgh a 7 miglia dall’aeroporto e appena fuori dal centro di Edimburgo. L’albergo è infatti dotato di comodo parcheggio e di pub, l’ideale per chi arriva a tarda sera, come nel nostro caso. All’arrivo chiediamo subito se è ancora possibile cenare, la risposta è affermativa ma bisogna farlo subito, ci rechiamo quindi al pub a ordinare e, nel frattempo, portiamo i bagagli in camera. Hamburger e un paio di Guinness, la prima sera.
Tutte le informazioni sugli alloggi e ristoranti della vacanza li trovate in quest’articolo.
GIORNO DUE: Edimburgo
L’intera giornata è dedicata alla visita della bellissima capitale Edimburgo, un solo giorno non è molto, io l’avevo visitata a dicembre scorso, non è così per il mio compagno, ma durante questa vacanza anche le ultime due notti ci fermeremo a Edimburgo, pertanto ci rifaremo. Per inciso ad Alan, il mio compagno, Edimburgo è piaciuta moltissimo, ci potrebbe vivere. Io, come dicevo, l’ho vista qualche mese fa ed è stato amore a prima vista, tanto che appena tornata ho iniziato a pensare al viaggio in Scozia.
La zona centrale di Edimburgo, che è quella che merita la visita è abbastanza concentrata, ci perdiamo tra i vicoli acciotolati della Old Town. Per scoprire l’essenza di Edimburgo è d’obbligo una passeggiata in Royal Mile (il Miglio Reale) il viale medievale lungo, appunto, un miglio che unisce il Castello di Edimburgo, a Ovest, al Palazzo di Holyrood, storica residenza dei sovrani di Scozia, a Est.
Scendiamo poi lungo la splendida Victoria Street e arriviamo nella caratteristica Grassmarket disseminata di storici pub e ci fermiamo a pranzo per il primo fish and chips della vacanza.
Victoria Street
Prima di far ritorno in albergo facciamo due passi nel Dean Village e poi, approfittando dell’auto, facciamo un giro sulla costa a Portobello beach.
In quest’articolo vi racconto cosa fare e vedere a Edimburgo.
Dopo un po’ di relax in camera torniamo in centro per due passi in Princess Street e un po’ di shopping. Per cena sarei voluta andare da Forenge & Chatter ma purtroppo erano al completo, ripieghiamo su Element in Rose Street, bel posto e ottima cucina.
Element
Element
Element
Element
Qui alcuni suggerimenti sulle brillanti cucine di Edimburgo.
GIORNO TRE: da Edimburgo a Stonehaven (200 km). Luoghi visitati: Elie, Saint Monas, Pittenween, Anstruther, Crail, Saint Andrews, Stonehaven
Di buon mattino, dopo una veloce colazione l’UNICA colazione NON scozzese della vacanza, nello Starbucks dell’albergo, carichiamo i bagagli e partiamo in direzione della regione del Fife, lungo la costa Est. Il programma è la visita di cinque splendidi villaggi nell’East Neuk of Fife, un tratto di costa proprio caratterizzato da questi piccoli villaggi di pescatori con suggestivi cottage raggruppati attorno ad antichi porticcioli.
Controlla qui il percorso e in tempo di percorrenza!
Dalla capitale ci si arriva in un’oretta, attraverso i celebri ponti gemelli sul Firth of Forth, i Forth Bridges, capolavoro d’ingegneria moderna. Arrivati nell’East Neuk of Fife ci dedichiamo, uno dopo l’altro ai villaggi.
I bellisissimi villaggi East Neuk of Fife ve li racconto in quest’articolo.
D’ogni modo la prima tappa è Elie Earlsferry, continuiamo verso Saint Monas, poi Pittenween e Anstruther dove ci fermiamo a The Dory per un tea e uno scones.
Elie
Elie
Saint Monas
Saint Monas
Saint Monas
Saint Monas
Anstruther
Pittenwen
L’ultimo villaggio dove ci fermiamo è Crail, dove la mia Nikon viene conquistata da infiniti scorci. Facciamo tappa al porto, in un baracchino troviamo The Lobster Hub, dove consumiamo crab e lobster, ci danno un vassoio con piatti, posate e condimenti e ci sediamo a mangiare in uno dei tavoli attorno al porto, era tutto talmente buono e fresco che prendiamo anche dei panini farciti con crab e lobster.
Crail
Crail
Crail
Crail
Crail
Crail
Crail
Crail
Nel pomeriggio proseguiamo in direzione Saint Andrews, oltre ai magnifici ed estesissimi campi da golf che circondano la cittadina universitaria, nel centro troviamo le rovine dell’imponente cattedrale costruita nel 1158 e che, nei suoi momenti di massimo splendore, ha accolto pellegrinaggi religiosi da tutta Europa.
Cattedrale di St. Andrews
Cattedrale di St. Andrews
Cattedrale di St. Andrews
Cattedrale di St. Andrews
Dalla cattedrale, seguendo il percorso lungo la costa, si arriva al vecchio casello che ha ospitato vescovi e arcivescovi per tre secoli. Uno dei castelli più antichi e più belli di Scozia, oggi un’incredibile meravigliosa rovina adagiata nella scogliera che affaccia su una piccola baia nel Mare del Nord, difeso dal mare da grandi falesie e fossati di pietra.
Dopo una birra in un pub nel centro procediamo, lungo il nostro itinerario. Era prevista una deviazione per la visita a Glamis Castle, considerato uno dei più belli Castelli di Scozia, e un’altra destinazione interessante poteva essere lo Scone Palace, imponente palazzo gotico, luogo di incoronazione di Macbeth e Robert Bruce e molti re scozzesi, ma decidiamo di procedere oltre. La meta per la notte è Stonehaven, un tranquillo villaggio sul mare.
Stonehaven Harbour
Stonehaven
Arrivati a destinazione ci rechiamo a Bayview B&B che ci ospita per la notte, portiamo i bagagli e ci rilassiamo un’oretta.
Bayview B&B
Bayview B&B
Poi prima del tramonto ci dirigiamo verso il Castello di Dunnottar, uno dei più belli di Scozia. Lo spettacolo è straordinario.
Dunnottar Castle
Dunnottar Castle
Rientrati a Stonehaven facciamo un giro attorno al porto per tentare di individuare un locale dove andare a cena. Ci fermiamo in un pub per una birra ma l’ambiente è troppo caotico per fermarci a mangiare lì e quindi optiamo per l’unico ristorante attorno al porto che non fosse sotto una struttura ricettiva, il Tolbooth, ristorante di pesce con una splendida vista sul porto, abbiamo mangiato bene e speso abbastanza, diciamo…
Tolbooth
Tolbooth
Tolbooth
Tolbooth
Qui l’articolo su Stonehaven e il Castello di Dunottar
GIORNO QUATTRO: da Stonehaven a Nairn (220 km). Luoghi visitati: Pennan, Crovie, Gardenstown, Banff, Portsoy, Cullen, Portknockie, Elgin, Nairn.
Dopo una meravigliosa colazione, carichiamo la macchina e proseguiamo il nostro viaggio lungo la costa nord est per la visita di tutta una serie di minuscoli e caratteristici borghi.
Qui il percorso, controlla il tempo di percorrenza e scarica qui l’itinerario!
La prima tappa è il villaggio di Pennan, un piccolissimo borgo di pescatori con un’unica fila di cottage in pietra imbiancati a calce e costruiti su una striscia di terra, sembrano incastonati tra la montagna e il mare, il borgo di case è infatti circondato dalla scogliera in arenaria rossa e affacciate sul mare.
Pennan
Pennan
Pennan
In queste zone la ricezione è pressoché inesistente quindi organizzatevi per i percorsi perché cellulare e navigatori potrebbero non essere d’aiuto.
Proseguiamo verso Crovie, dista 4 miglia, considerato uno dei villaggi di pescatori meglio conservati di tutta Europa, vanta molte caratteristiche in comune con Pennan, una differenza consiste nel fatto che non è possibile arrivarci in auto, l’auto va lasciata nel parcheggio che si trova in cima alla scogliera. Anche qui una fila di casette sussistenti su un’ancor più stretta lingua di terra, così stretta da poter essere attraversata solo a piedi, infatti di fronte la fila di cottage solo un sentiero pedonale, oltre il quale il mare e l’orizzonte infinito, praticamente le abitazioni sono baciate dal mare e non di rado le onde bussano alla porta.
Crovie
Crovie
Crovie
A meno di due miglia troviamo Gardenstown, dove facciamo una brevissima sosta, rispetto ai primi due è decisamente il villaggio più grande. La parte più pittoresca e caratteristica del villaggio è Seatown con i suoi antichi cottage dai colori pastello, è ricca di interessanti vicoli da esplorare, il suo pittoresco porto accoglie le imbarcazioni dei pescatori perché anche qui la pesca è l’attività principale da decenni.
Gardenstown
Gardenstown
Banff, storica cittadina molto ben conservata, è separata dal vicino villaggio di Macduff da un caratteristico ponte a sette archi sul fiume Deveron. Tra i suoi edifici interessanti esempi di architettura georgiana che ha attirato visitatori per secoli, tra gli estimatori Robert Burns e Lord Byron.
A Banff c’è l’ex castello reale di Banff e nelle vicinanze si trova la magnifica Duff House. Banff è anche meta di golfisti grazie ai suoi splendidi campi e non manca uno splendido tratto di costa.
Banff
Banff
Arriviamo a Portsoy con un po’ di fame, acquistiamo due sandwich in un panificio e ci dirigiamo verso il porto alla ricerca di una panchina.
Portsoy è sicuramente meno caratteristico rispetto ad altri villaggi, ma ha un porto davvero seducente con più di 300 anni di storia ed è, forse, il più antico porto naturale d’Europa. Vi si affacciano alcuni affascinanti palazzetti che risalgono alla fine del 1600 o all’inizio del 1700, tra i quali e il negozio di marmo Portsoy. Il marmo di Portsoy è stato utilizzato nella costruzione di parti del Palazzo di Versailles di Luigi XIV.
Portsoy
Portsoy
Portsoy
Continuiamo verso Portknockie che, diversamente dagli altri villaggi, sorge in cima alla scogliera e non a livello del mare. Dal villaggio, un crocevia di strade diritte su cui affacciano antichi cottages dallo stile unico, si scende al piccolo porto. Da Portknockie partono interessanti percorsi nella natura, uno dei quali, lungo la costa, porta ad ammirare il Bow Fiddle Rock, una formazione rocciosa che nel corso dei secoli ha preso la forma di un arco di violino, con un po’ di immaginazione…
Portknockie
Proseguiamo verso Elgin, un piccolo e grazioso centro più dinamico rispetto ai precedenti, qui ci sono negozi e locali. L’attrazione principale della città è l’imponente Cattedrale, che era definita la lanterna del Nord, in quanto visibile per via della sua altezza, da molto lontano. Facciamo un giro veloce perché iniziamo ad avere voglia di raggiungere il nostro giaciglio per la notte a Nairn.
Scozia: Pennan, Crovie, Gardenstown, Portsoy e non solo, splendidi villaggi a Nord Est
Prima di arrivare a Nairn, lungo il tragitto veniamo attratti dalle indicazioni del Brodie Castle, dove facciamo un giro nel giardino e ci fermiamo per scones e tea nel bar del castello.
Arrivati a Nairn ci rechiamo subito a Denson Villa, la guest house che abbiamo fissato per la notte. La camera molto ampia arredata in stile classico con meravigliosi coordinati letto e fiori freschi, tutto molto raffinato e curato nei dettagli. Il padrone di casa Alex è molto gentile e disponibile ci ha accolti all’arrivo con due scones che consumiamo con del tea, ancora…
Denson Villa
Denson Villa
Denson Villa
Denson Villa
Ci rilassiamo un paio d’ore in camera e poi usciamo con l’idea di fare un aperitivo con qualche stuzzichino, dopo gli scones del pomeriggio, una cena è troppo. E troviamo il posto che fa per noi il wine bar One One Two, oltre a una buona scelta di vino, vanta un bel menù, noi optiamo per due zuppe e due piatti scelti dagli antipastini e una bottiglia, ma è possibile fare una cena classica con antipasto e un piatto principale. Ottimo rapporto qualit�� prezzo.
One One Two
One One Two
Leggi qui il mio post su Nairn e dintorni
GIORNO CINQUE: da Nairn ad Aviemore (km 188). Luoghi visitati: Nairn, Fort George, Loch Ness, Drumnadroicht e Castello Urquat, Foyers, Aviemore.
Dopo aver consumato la colazione, che ci è stata servita in camera, procediamo con doccia e bagagli. Alex ci ha congedato con due fette di torta home made, da consumare durante il viaggio.
Controlla qui l’itinerario e scarica il percorso!
Prima di lasciare Nairn andiamo a fare una passeggiata sul lungo mare. Dopo aver fatto carburante partiamo alla volta di Fort George, fortificazione costruita per sedare le rivolte dei Giacobiti, oggi base militare e aperta ai visitatori. Leggi qui l’articolo su Fort George e Nairn.
Saltiamo la zona di Inverness, che visiteremo domani quando da Aviemore partiremo per cominciare la North Coast 500, ci dirigiamo verso Loch Ness. Percorriamo la strada lungo il lago nella parte Ovest, la A82, la strada che collega Inverness con Fort Williams costeggiando i laghi Loch Ness, Loch Oich e Loch Lochy, che regala scorci bellissimi.
Loch Ness
Loch Oich
Loch Lochy
Arriviamo al villaggio di Drumnadrochit con il Loch Ness Centre and Exhibition e Nessieland e per scoprire la storia, le leggende e i misteri del lago, Drumnadroicht località turistica che pullola di negozi turistici e qualche locale, tutto ruota intorno a Nessie.
Proseguiamo di un paio di chilometri verso le suggestive rovine di Urquhart Castle, uno dei castelli più belli e ritratti di tutta la nazione, uno dei castelli che decidiamo di visitare durante la nostra vacanza. Leggi di Loch Ness e del Castello di Urquhart.
Urquhart Castle
Urquhart Castle
Dopo la visita al castello continuiamo il percorso del lato Ovest del lago fino a Fort Angus per poi risalire lungo la strada panoramica B862. La sponda orientale, dal punto di vista paesaggistico, è la più bella delle due sponde. L’atmosfera è fantastica fra pecore e mucche al pascolo e un paesaggio davvero vario: prati verdissimi, si alternano a brughiera, i colori dell’oro del mais sono macchiati da folte pinete, aree brulle bagnate da corsi d’acqua.
Dalle mie ricerche durante la fase organizzativa era emerso che valeva la pena fermarsi nei villaggi di Foyers e Dores. Ci fermiamo a Foyers perché abbiamo un po’ di fame, non abbiamo ancora messo nulla sotto i denti. Dalla B862 svoltiamo a destra quando incontriamo il cartello che indica appunto Foyer, uno splendido percorso finché arriviamo a un parcheggio sulla destra prima di un edificio, dove trovare del cibo. Ma veniamo catturati da un cartello dall’altro lato della strada che indica un percorso, ci immergiamo in un bosco alla ricerca della cascata.
Di ritorno dalla passeggiata prendiamo due birre con delle chips in un botteghino, l’unica cosa che abbiamo trovato, e ci rimettiamo in viaggio verso la nostra tappa per la notte e con il continuo susseguirsi di nuovi paesaggi del Parco Nazionale dei Cairngorm, pecore allo stato brado che attraversano tranquillamente la carreggiate arriviamo ad Aviemore.
Aviemore
Aviemore
Abbiamo prenotato Cairngorm Hotel, check in veloce e saliamo in camera, spaziosa e in stile scozzese, con un letto davvero enorme. Io faccio la doccia e mi stendo a letto per rilassarmi e controllare l’itinerario dell’indomani, postare qualche foto, mentre Alan va a prendere il resto dei bagagli in auto e a farsi una birra al pub dell’hotel.
Usciamo per cena. Il ristorante dell’albergo non ci ispira, la grande sala è pienissima, preferiamo un luogo più intimo, prendiamo una birra al pub e verifichiamo su tripadvisor cosa offre il mercato. Decidiamo per The Bridge Inn, a pochi chilometri. Ci è piaciuto abbiamo mangiato bene, bevuto una buona bottiglia e il posto molto carino.
Torniamo in hotel e ci fermiamo al pub per un gin tonic dove troviamo un duo molto interessante che suona Annie & Cullum e un barman davvero carino, ci fermiamo e il gin tonic diventano un po’ troppi… Ci fermiamo fino alla fine, abbiamo la camera sopra il bar quindi fino all’1.30 eravamo stati avvisati che ci sarebbe stato rumore.
GIORNO SEI: da Aviemore a Portmahomack (km 145). Luoghi visitati: Carrbridge, Clava Claims, Culloden Battlefield, Inverness, Beauly, Portmahomack.
Partiamo di buon mattino, la consueta routine dei bagagli e via alla scoperta di altri splendi angoli di Scozia.
Qui puoi trovare il percorso e controllare i tempi di viaggio!
Non ci avventuriamo nel Parco Nazionale dei Cairngorm ma torniamo su verso Inverness. Partiamo spediti passando per il villaggio di Carrbridge, una veloce visita al famoso Old Pack Horse Bridge e via verso Clava Cairns, sito preistorico di sepoltura con misteriosi monoliti; proseguiamo poi verso Culloden Battlefield, la brughiera dove si è combattuta la tragica quanto nefasta battaglia di Culloden.
Old Pack Horse Bridge
Il resto della mattinata è dedicato all’esplorazione di Inverness, dove ci fermiamo per pranzo e a fare un po’ di shopping, già da qualche giorno abbiamo l’idea di acquistare due Barbour, il capo ideale qui. Tra l’altro averlo acquistato in Scozia ci ha fatto parecchio risparmiare. Se lo avete non esitate a portarvelo appresso, è l’ideale per pioggia, vento e nei boschi non si rovina e vi ripara da rami secchi, va bene per tutte le occasioni dalle passeggiate tra i boschi, in città come al mare.
Riprendendo la strada verso Nord, da qui comincia la North Coast 500, la nostra meta per la notte è Portmahomack, lungo il tragitto passiamo per Beauly dove si possono ammirare i resti del monastero costruito nel 1200.
North Coast 500
Dopo Inverness un’altra zona da vedere sarebbe stata la Black Isle, purtroppo noi per questioni di tempo non ci riusciamo, lo faremo in un’altra occasione con più calma, abbiamo preferito non visitarla troppo frettolosamente. La Black Isle, Isola Nera, nonostante il nome non è un’isola ma una penisola quindi circondata dal mare su tre lati: a nord il Cromarty Firth, a sud il Beauly Firth e a est il Moray Firth. Questa zona di mare ospita una popolazione di delfini tursiopi, che è possibile avvistare.
Arriviamo a Portmahomack alle 16.00 e lungo l’unica strada che costeggia la spiaggia incontriamo Caledonian House, la guest house che ci ospita. Ci accoglie Carol, la padrona di casa, che ci accompagna alla stanza e ci spiega dove verrà servita la colazione, ci consegna inoltre il menu dove scegliere la colazione, prassi di tutte le guest house e B&B in tutto il Regno Unito, la varietà della proposta e comunque sempre molto ampia. Dopo una doccia e un tea decidiamo di uscire a fare due passi per capire cosa c’è per cenare, oltre al ristorante italiano sotto la nostra camera, che ovviamente evitiamo. In ogni caso non c’è posto dice la padrona di casa.
Caledonian
Caledonian
Caledonian
La località è minuscola c’è un altro ristorante, sbirciamo tra le vetrate ma non ci ispira è un po’ demodé per non dire stantio, c’è anche un pub dove andiamo a bere una pinta e chiediamo per cena e ci rispondono che è possibile cenare solo alle 18.30 perché dalle 20.00 il locale è prenotato per una festa di compleanno. Non essendoci altro accettiamo.
Nell’attesa delle 18.30 ammiriamo questa piccola località dove non c’è nulla ma ti sembra di avere intorno tutto, un’immensa spiaggia battuta dalle onde di un mare gelido dove i coraggiosi si spingono addirittura a nuotare, mentre i più passeggiano sulla riva talvolta accompagnati dai loro cuccioli. Questo offrono i mari del nord spiagge pacifiche e rilassanti dove passeggiare e rilassarsi, ed è meraviglioso, è quello che adoro.
Tarbat Lighthouse
Portmahomack
Torniamo al pub per la cena, prendiamo due zuppe, quasi immangiabili, e fish and chip, terribile, io non riesco a mangiarlo. Una delle peggiori cene, anzì la peggiore, speso poco e mangiato peggio.
Io esco depressa quindi entro nell’unico negozio, che è ancora aperto dato che non sono neppure le 20.00, per vedere se trovo un dolcetto commestibile e acquisto del tè, proviamo a fare due passi ma il vento è ancora davvero incredibile, non avessi avuto il Barbour, appena preso, sarei dovuta rimanere in camera. Dove torno a leggere dopo poco, Alan torna al pub a bere qualche whisky, che costano pochissimo e sono buoni. Al banco si può stare nonostante o festeggiamenti.
GIORNO SETTE: da Portmahomack a Dunnet (km 190). Luoghi visitati: Golspie, Dunrobin Castle, Whaligoe Steps, Wick, Sinclair Castle, John O’Groats, Duncansby Head, Dunnet Lighthouse, Dunnet.
La colazione è servita in una stanza molto luminosa con vista sulla baia, Carol e la sua aiutante, una giovane ragazza ci servono una colazione con i fiocchi. La colazione in Scozia, come in tutto il Regno Unito, non delude mai!
Scarica qui l’itinerario di oggi!
Ci concediamo poi una passeggiata sulla spiaggia, il cielo è coperto ma questa condizione potrebbe mutare nel tempo di bere un tè, d’ogni modo il vento è così forte che alza la sabbia bagnata facendomi fare un energico peeling naturale al viso.
La spiaggia di Portmahomack
Caricati i bagagli sotto l’acquazzone partiamo lungo la leggendaria North Coast 500. La prima tappa di oggi avrebbe dovuto essere la distilleria Glen Morange, ma purtroppo è domenica e quindi è chiuso.
Continuiamo quindi diretti a lungo la costa orientale sino a Golspie, villaggio che sorge sul Mare del Nord e che regala splendidi scorci sul mare. Appena fuori Golspie c’è un magnifico castello, il Dunrobin Castle, che decidiamo di visitare. Nel frattempo ha smesso di piovere ed è uscito un gran bel sole.
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Dunrobin Castle
Un castello fiabesco in perfetto stato di conservazione con degli splendidi giardini curatissimi che affacciano in mare. Buona parte degli interni del castello si possono visitare, un’ala della casa è abitata. Le stanze che si possono visitare sono bellissime e sembra che siano ancora “vissute”. Visitiamo: la sale delle cene, la sala colazione, la sala del tea, preparate come al tempo, la libreria, la sala musica, la sala bigliardo, lo studio del conte, la sartoria, la camera del bimbi, la nursery, la sala delle armi e persino la sala dove sono custoditi gli attrezzi delle pulizie, dove sono esposte tutta una serie di aspirapolvere e altri attrezzi per la pulizia di diverse epoche.
Proseguiamo il nostro viaggio lungo la super panoramica e magnifica costa est della North Coast 500, in direzione Wick, ma all’altezza di Berriedale, lungo un tratto di strada in salita la nostra attenzione viene attirata da una caratteristica insegna sulla sinistra è: The River Bothy, una tea room dove decidiamo di fermarsi per uno spuntino: tea e sandwich buonissimi, ne prendiamo due, uno a testa poi un toast da condividere, tanto sono squisiti.
The Bothy
The Bothy
The Bothy
Il locale molto bello e particolare, curatissimo in ogni dettaglio con un banco dei dolciumi spettacolare. Prendiamo qualche dolcetto da portar via.
Procediamo verso i Waligoe Steps, un’incredibile scalinata scavata nella roccia che scende dall’alta scogliera sino al livello del mare, se avete tempo altrimenti procedete oltre, verso il castello.
Continuiamo diretti a Wick per visitare quel che resta del Sinclair Girnigoe Castle. Per raggiungerlo percorriamo tutta una serie di stradine secondarie cinte da muretti a secco. Si lascia l’auto al parcheggio e ci si avvia in mezzo ai campi, una breve passeggiata e si arriva al castello. E qui speriamo che il tempo ci assista perché il cielo non promette nulla di buono.
Sinclair Castle
Sinclair Castle
Sinclair Castle
Sinclair Castle
È impressionante come quelle rovine restino stoicamente aggrappate alla roccia che scivola a strapiombo sul mare, perennemente sferzate dal vento e battute fredde acque del Mar del Nord.
Tempo una ventina di minuti e del cielo grigio più nessuna traccia, dicidiamo quindi di proseguire diretti verso l’angolo Nord Orientale della Scozia fino a John O’Groats ad ammirare la fila di case colorate in prossimità del porto, ritratte in tutte le foto, andiamo poi a Duncansby Head, il punto più a Nord della Mainland, se escludiamo le isole. Dal nostro programma era prevista una passeggiata dal faro fino ai Duncansby Stacks, imponenti faraglioni di roccia che spuntano dal mare ma il tempo non ce lo permette, quindi li ammiriamo da lontano e grazie che grazie al potente obbiettivo 70/300 appositamente montato sulla Nikon.
John O’Groats
John O’Groats
Duncasby Head
Arriviamo al Dunnet Bay Escape B&B, una grande casa circondata da un’area verde che sconfina in mare e veniamo accolti da una gentilissima padrona di casa indaffarata in cucina. Ci accompagna in camera, ci dà le informazioni di rito, ci consegna il menu sul quale scegliere la colazione e si congeda. Senza dubbio uno degli alloggi più belli della vacanza. Guest house di altissimo livello, tutto curato in ogni minimo dettaglio. La camera dall’incredibile atmosfera romantica, molto bella con arredamento, tessuti, tendaggi e ogni accessorio di pregio, mi sono innamorata dei cuscini sparsi sul bovindo sotto la finestra e nel piccolo sofà, oltreché sul letto. Il bagno nuovo con finestra, ampia doccia e a disposizione ottimi prodotti per la cura del corpo.
DUNNET B&B ESCAPES
DUNNET B&B ESCAPES
DUNNET B&B ESCAPES
Sheila in camera ci ha fatto trovare due fette di carrot cake, rigorosamente home made, che abbiamo consumato con il tè. Dopo un po’ di relax in camera anche costretti perché piove copiosamente, di nuovo!! Per con la certezza che tra un po’ smetterà perché così funziona in Scozia.
La padrona di casa ci consiglia per cena il ristorante del Northen Sands Hotel, raggiungibile a piedi e si offre di prenotare, ma preferiamo pensarci. L’idea sarebbe quella di cenare a Thurso, in modo fare prima in tratto della Victoria Walk, splendida passeggiata che regala incredibili scorci da dove ammirare il mare.
Il tratto di strada che da Dunnet Bay conduce a Thurso è davvero stupendo da un lato verdi prati puntellati di pecore al pascolo, dall’altro immense dune ricoperte d’erba. La passeggiata sfuma perché il tempo non ci assiste e rimandarla a domani è difficile dato che l’itinerario è lungo e non propriamente scorrevole. Avrei dovuto…
Qui o a metà strada tra qui e Drumberg la destinazione della prossima notte.
Decidiamo per l’Ynot, dopo due birre nel pub ceniamo al ristorante, non è sicuramente tra le migliori cene ma nemmeno tra le peggiori e abbiamo speso poco tutto sommato.
GIORNO OTTO: da Dunnet a Drumberg (200 km). Luoghi visitati: Thurso, Melvich, Straty, Armandale beach, Bettyhill, Tongue, Sango Sands, Durness, Scourie, Drumberg.
Il risveglio è dei migliori e ci dispiace dovercene andare da qui dopo colazione. Un’incredibile e squisita colazione preparata da Shiela e servita dal marito in una tavola comune preparata in maniera magistrale. Le migliori uova alla Benedict della mia vita!
DUNNET B&B ESCAPES
DUNNET B&B ESCAPES
DUNNET B&B ESCAPES
Saldato il conto partiamo verso il Castello di May per una visita, che dista 5 miglia a Est dal nostro punto di partenza. Il Castello di May, casa delle vacanze della Regina Elisabetta, la regine madre, moglie di Re Giorgio VI e madre dell’attuale sovrana Elisabetta II, visitiamo anche Mary Ann’s Cottage, la casa natale della nonna dell’attuale sovrana.
Partiamo alla scoperta della costa nord, ovviamente il tempo è ballerino, al momento piove ed è freddino, per quanto il tempo potrà migliorare non è sicuramente la giornata migliore per visitare baie e spiagge.
Qui l’itinerario di oggi, controlla percorso e tempi!
Il tragitto di oggi è abbastanza lungo, non tanto per il chilometri ma per il tempo di percorrenza, tra Dunnes e Drumberg, dove trascorreremo la prossima notte, avrei potuto inserire una tappa, ma a parte la difficoltà di trovare luoghi per vitto e alloggio perché i borghi sono molto piccoli, la costa nord è una zona bella dove alloggiare per escursioni e spiagge, attività che in caso di brutto tempo non sono praticabili e, viaggiando noi, dopo la meta di settembre il rischio era proprio questo, non poter godere di tutto ciò, pertanto ho preferito evitare una sosta in zona, anche per una questione di tempi.
Il percorso lungo la A836 che ci condurrà a Durness, la parte più occidentale della costa Nord, ci porterà a vedere numerose spiagge. La strada è fiancheggiata a destra da scorci magnifici di baie incontaminate e a sinistra a tratti da campi di mais, brughiera, macchie di pini e qualche piccolo loch.
La prima tappa è a Melvich, scendiamo verso la spiaggia a scattare qualche foto di una grande bellissima casa incastonata nel paesaggio. Proseguiamo diretti alle piccole spiagge di Strathy o Armadale, il paesaggio continua a non deludere, di tanto in tanto qualche borgo di una manciata di case o abitazioni sparse qua e là, isolate ma aggrappare a una natura incredibile. E ti chiedi perché, perché abitare in posti cosi isolati in mezzo a questo maestoso, incredibile nulla. Ma la risposta viene da sola scrutando il paesaggio.
Melvich
Armandale
Strathy
Arriviamo a Bettyhill e ci fermiamo nel grande locale con parcheggio che troviamo lungo la strada, all’altezza dell’insegna che segnala che siamo lungo la North Coast 500, di fronte dall’altro lato della strada una magnifica baia.
Bettyhill
Baia Bettyhill
Dopo birra e chips, usciamo e nel frattempo le nuvole hanno fatto spazio al sole, qualche scatto alla baia fronte strada e riprendiamo il nostro viaggio diretti verso un’altra bellissima baia, quella di Tongue.
Ci avviciniamo sempre di più a Durness ed è l’apoteosi, il paesaggio diventa sempre più bello e suggestivo, scorci incredibili, da cartolina, il paesaggio è puntellato da case bianche dai tetti in ardesia grigia, disposte a caso ma che formano uno splendido quadro. Giunti a Durnes, scendiamo alla spiaggia di Sango Sands, circondati da pecore, la sabbia finissima e il mare turchese invitano a tuffarcisi dentro. Qui avrei dovuto prenotare, lo farò al prossimo viaggio, dove abbiamo già previsto di dedicarci alla parte nord ovest delle Highlands. Numerose sono le baie da esplorare in questa zona e i percorsi nella natura da percorrere.
Tongue
Sango Sands
Riprendiamo il viaggio e scivoliamo lungo la costa occidentale diretti a Drumberg, ci separano dalla nostra destinazione per la notte 45 miglia, un’ora e 20 secondo il navigatore, in realtà, ci vuole anche un po’ più tempo, questa costa della Scozia è molto frastagliata, il percorso tanto panoramico quanto tortuoso e i Loch spuntano da tutte le parti. Curva dopo curva, salita dopo salita, ammirando un paesaggio dalle mille sfaccettature, diverso da quello di ieri e del giorno prima, che stupisce attimo dopo attivo.
Giunti a Kylesku, attraversiamo Kylesku bridge dove a destra il Loch a’ Chàirn Bhàin e a sinistra il Loch Gleann Dubh e poco dopo il ponte svoltiamo a destra in direzione Culkien Drumberg dove si trova Tor Druim, il nostro giaciglio per la notte. Ci separano esattamente 12 miglia, una single track, tortuosa, incredibilmente scenografica e che ora trovo anche un tantino faticosa dato che siamo in macchina da questa mattina alle 9.00 e sono passate le 17.00. A percorrere queste 12 miglia ci mettiamo almeno 40/45 minuti.
Arriviamo a Tor Druim, che sono quasi le 18.00, il posto è pazzesco, una vista sul loch da paura, la pace, il silenzio, la natura non finiscono di stupire, i padroni di casa Janet e Gregg, gentili e simpatici. Soffro per il fatto di godermi poco questo posto. La camera molto carina, vi ho già detto che le accomodation di questa vacanza ve le racconto il questo post.
Tor Bruim
Tor Bruim
Tor Bruim
La casa è Tor Druim
La cosa che mi turba è che tra appena un’ora tocca ripartire in direzione del ristorante che si trova a Kylesku e quindi dobbiamo ripercorrere quelle 12 miglia di single track. Io sarei tentata di annullare ma la padrona di casa mi fa presente che non è bello e che se vogliamo mangiare non c’è alternativa. Purtroppo io non avevo dato troppo peso al fatto che le 12 miglia che distano dal ristorante più vicino necessitano di ben 40 minuti, cosa ampiamente comunicatami da Janet mia email.
Comunque dopo una doccia e un’oretta di relax tutto cambia e decidiamo di andare al ristorante, che avevo prenotato mesi prima, sempre perché Jenet mi aveva fatto presente che non c’era molto in zona, vi dico tutto questo perché il posto è fuori da mondo ma ne vale la pena.
Vista dalla camera Tor Druim
Pian pianino, al tramonto andiamo verso il ristorante Kylesku (presso l’hotel Kylesku, Sutherland, Lairg), il paesaggio è ancor più suggestivo di un’ora fa, i colori incredibili, lo spettacolo vale tutto il tragitto, per l’incontro con i cervi, per la vista di un meraviglioso tramonto scomparire sul Loch.
Per fortuna che non ho cambiato idea, penso. Ci mettiamo pure meno del previsto, appena mezz’ora, perché se non per ammirare i cervi non ci siamo mai dovuti accostare a dare la precedenza, inoltre conosciamo il tragitto. Ecco è stata una delle migliori cene della vacanza.
Kylesku Restaurant
Kylesku Restaurant
Kylesku Restaurant
Anche il ritorno scorre veloce e se non fosse per il pallido bagliore emanato dalla luna sarebbe veramente buio pesto, in prossimità dell’abitazione incontriamo a centro strada tre pecore, comodamente adagiate alla carreggiata che danno l’idea di essere lì come tre comari a raccontarsela. Come sentono la macchina si scansano e noi andiamo dritti dritti a dormire.
La prima parte del racconto di questo viaggio termina qui. Ancora tanta avventura ci aspetta a presto! Stay tuned come si usa dire…
Scozia on the road: da Edimburgo a Drumberg (diario di viaggio – parte prima) Un viaggio in Scozia è uno di quei viaggi che ti resteranno in mente per sempre, perché …
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