#nasino
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Michael Parkes "Dante in Exile" 1998
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Cutest pulcino 🐤
Metal Hammer Awards 2013
#rammstein#paul landers#daily dose of sunshine#daily dose of paul#nasino del pulcino coccolino#nasino#this man is too cute
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KRISCRI
E’ polvere di stella antica, frammento intergalattico dell’universo infame, venuta a cresimare la materia magna e picciola. Kriscri è caduta da un cielo antico e ancora bruto a portare virtute e canoscenza, a donare i mille volti dei suoi tanti occhi, le mille smorfie dei suoi atomi unici e asociali. E’ Gorgone e Afrodite, è Athena e Ares. Ora traluce in Grecia e ora straspare in Europa, di tanto…
#Afrodite#Ares#Athena#atomi#cafoni#canina#Edith#Europa#Gorgone#grecia#Juliette#Kriscri#mare#nasino#occhi#rosa#spingule#stelle#universo#volto
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NASINO
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ieri ho rubato il nasino a mia nipote e stamattina ho perso 40 minuti per cercare una delle mie scarpe da ginnastica che era sapientemente nascosta sotto i cuscini del divano. mi sono stancata meno a fare squat dopo. quella ragazzina non sta molto al gioco!
che poi io li ho sempre odiati gli adulti che rubano il nasino ai bambini, come se non bastasse già il futuro. ho cercato la mia scarpa bestemmiando col sorriso. prima di andare via mi ha dato anche un bacio e mi ha salutato con la manina e la vocina più dolce del mondo, sapendo che mi stava fregando. maledetta bastarda quanto la amo. i grandi sono dei pisciasotto, per citare gli intoccabili e io non sono molto entusiasta di far parte della categoria. oggi non le ruberò il nasino, nè domani
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“A Roma, dopo la guerra, facevo il contabile in una casa cinematografica: la Rank Film. Non ero riuscito a inserirmi nell’industria edilizia e una cugina m’aveva trovato quel posto alla Rank. Qui lavoravo, o fingevo di lavorare, con cinque donne: in una stanza tappezzata con i ritratti di attori come James Mason, Patricia Neal, Margaret Lockwood, Phyllis Calvert. Forse influenzato da ciò, lasciavo che le cinque donne sgobbassero per me e passavo le giornate leggendo ad alta voce libri di poesie. Leggevo bene. Un giorno, la signora della stanza accanto mi disse:
«Ho un cognato che recita all’università, vuole che gli parli di lei?». «Magari, risposi». Guadagnavo 28mila lire al mese che se ne andavano in medicine per mio padre ammalato. Mai un cinematografo, mai uno svago, tutt’al più un po’ di biliardo. Mi iscrissi all’università, facoltà di Economia e commercio, per frequentare l’Accademia d’arte drammatica. Mi piacque. Recitai due anni mentre gli amici del quartiere mi prendevano in giro: «Ecché, se’ diventato frocio?».
Poi Luchino Visconti mi vide, per caso, e mi mandò a chiamare: gli serviva un giovane e pensava di scritturarmi. Dissi: «Quanto?». Rispose: «2.500 al giorno». «75mila al mese, Gesù!». Lasciai subito la Rank e per mesi non confessai nulla a mia madre: ogni mattina continuavo a uscire alle otto e a dire che andavo in ufficio. Mi ci volle coraggio per confessare la verità. Lei la prese bene ma sussurrò: «Figlio mio, durerà?». Lo ripete ancora: «Figlio mio, stacci attento. Con tutti i camerieri che hai, con quel che costa la vita. Un buon impiego sarebbe stato meglio». È convinta che, se fossi entrato alle Ferrovie dello Stato, ora sarei capostazione e avrei i biglietti gratis per la famiglia.
Io ho avuto tanta fortuna, solo fortuna. La fortuna che a Visconti servisse un giovanotto rozzo come me. La fortuna che la sua compagnia fosse la più importante e allineasse attori come Ruggero Ruggeri, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Vittorio Gassman. La fortuna che Gassman se ne andasse e io prendessi il suo posto. La fortuna che mi offrissero il cinema, infine, grazie a questo nasino che detesto. Ma il successo di un attore non è quasi mai legato a ragioni nobili e serie. A me si addice la battuta che c’è in un film di Federico Fellini: «Ho troppe qualità per essere un dilettante e non ne ho abbastanza per essere un professionista»."
Marcello Mastroianni
Marcello in 8½ di Fellini
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nasino rosso perché poco fa ero fuori a fumare ><
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Zitta!
Devi stare zitta, troia. Puoi solo morderti le labbra e provare il più puro dolore. La più grande umiliazione intima. In assoluto silenzio: mentre ti sfondo e ti uso come mi pare e piace. Io devo godere di te. E allora tu leccami bene le palle, troia sofisticata. Mi ricordo di tutte le volte che la domenica in piazza, facendo lo struscio con tuo marito, passandomi accanto non mi degnavi neppure di uno sguardo. Anni di mio desiderio appassionato e un'insana, impossibile devozione per il tuo culo tondo e sodo.
Dio, quanto t'ho desiderata, sofisticata e schizzinosa puttana. Eppure siamo stati addirittura compagni di scuola alle elementari! E quelli, si sa, t'accompagnano per la vita. Incontrandoci in età adulta, avresti almeno potuto farmi un mezzo sorriso, magari una sola volta. Per buona educazione. Per compassione, forse. Penso a tutte quelle occasioni in cui venendo in macelleria fino a qualche mese fa ordinavi i migliori tagli di carne per i tuoi ospiti di riguardo e mi trattavi come l'ultimo dei tuoi servitori.
Con una perenne puzza sotto al tuo nasino di signora viziata. Poi, tuo marito di recente ha avuto un dissesto finanziario, è stato costretto a chiedere un ennesimo prestito, per risollevarsi ed evitare la bancarotta. Ma nessun istituto bancario ha voluto più aiutarlo. Allora una settimana fa siete venuti qui in macelleria, a capo chino. Stranamente, quella volta tu sei stata molto umile e gentile, con me.
A tuo marito ho detto: “ci devo pensare, dammi un giorno.” Un paio d'ore dopo t'ho telefonato, per parlarti a tu per tu. E il pomeriggio dopo qui in macelleria abbiamo avuto un incontro molto fruttuoso. Io e te soli, in separata sede, senza che nessuno ci vedesse. Vedi: alla richiesta nobile e umile di tuo marito, il mio sarebbe stato da subito un si. Senza esitazioni, perché Antonio io lo conosco bene: è veramente un brav'uomo e inoltre dà anche il lavoro a diversi dipendenti, con famiglie a carico. Invece ho voluto prima trattare con te.
Quindi, ad accordo avvenuto, gli ho offerto il prestito a tasso molto basso, quasi nullo. Perché il mio vero interesse eri solo tu. E volevo che il tuo corpo, che tuttora mi fa impazzire, passasse il prima possibile sotto di me. Infatti la condizione nascosta, che ho voluto negoziare solo con te, era quindi che tu diventassi la mia amante, la mia puttana segreta, docile e sottomessa. Disposta a soddisfarmi in tutto. A pomeriggi alterni, nell'orario di chiusura per il pranzo. Certo, tranquilla: tuo marito non saprà mai nulla.
Ma tu da adesso mi farai godere di te e io userò tutti i tuoi orifizi per sfogarmi come voglio. Zitta: non ti lamentare e apprezzami, per la prima vota in vita mia. Succhiami l'uccello, con umiltà impegno e totale dedizione. Poi amami, abituati al mio grosso cazzo, alla mia stazza e al mio odore. E quando t'avrò sborrato ben bene una prima volta in gola, apri bene le gambe: voglio proprio godermi la mia prima volta nella tua fica calda sognata a lungo. Infine, tra due giorni vieni ben lubrificata dietro. Sul mio menù erotico personale c'è scritto: “culo di manza sofisticata.” Da sfondare a volontà.
RDA
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Cutest pulcino 🐤
📷 via rammsteinofficial 🌞
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bello stare in vacanza, bella la puglia, bello il mare, bella l’abbronzatura, ma mi manca da impazzire il mio gatto😔😔 ho bisogno di coccolarlo (anche se lui mi schifa) e di mettermi davanti a lui mentre gli tengo il musetto e lo guardo innamorata e gli do i bacini sul nasino e ammiro i suoi occhietti verdi prato che io tanto amo
ciao amore mio ti saluto da qui😭
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Oggi a Berlino è festa nazionale, sono tutti partiti per un weekend lungo. Io vedo questo giorno libero, grigio ma non troppo, come una piccola cattiveria del tempo, del mio tempo qui che non so benissimo come sfruttare, anche se ci provo. Ho comprato questa busta di tabacco il 19 Settembre e durerà ancora qualche giorno, il che significa che sto andando egregiamente bene sul versante nicotina, fumo di meno. Devo consegnare la tesi di dottorato il 15 Ottobre, il che significa che non sto messa proprio bene, dovrei usare questo giorno libero e non troppo luminoso per starmene a casa col nasino nel pc, non dico manco di voler fare un buon lavoro - che senso ha, adesso? - ma un lavoro qualunque, perché questa sigla di tre lettere vicino al mio nome io me la merito, anche se non so fare proprio proprio un cazzo, o così mi pare stando qui insieme a tutte queste fantastiche persone che evidentemente sanno quello che fanno, e mi sa pure che molti di loro siano sulla carta meno skillate di me. Che ipocrisia l’istituzione, ma stando qui ho ancora l’impressione che ci sia speranza - io, speranza. In questo momento.
Ho scritto a Linda un messaggio incoerente - io, comunicazione incoerente. Ma è pur sempre la fotografia di questo momento. Le ho comunicato che Valerio è morto e che io sono qui. Le ho detto “Ehi, non so se voglio parlarne, forse devo parlarne, ma forse parlarne mi farà crollare ed io mica adesso me lo posso permettere…”. Le ho detto che l’abbraccio perché so bene che dopo aver saputo di questa notizia avrà pianto per me. Il mio rapporto con la mia psicologa è piuttosto atipico, per quello che da psicologa so, ma il punto è anche che siamo colleghe. Questo mi fa venire in mente il fatto che ci sono nella mia vita tutte queste situazioni in cui le persone inquadrano la nostra relazione attribuendomi un ruolo di competenza, ma secondo me io questa roba qua non la so raccogliere molto bene. Tipo come qui a Berlino, dove parlo con tutti i gradini di questa gerarchia che mi è comunque oscura partendo dal presupposto che siano tutti intrinsecamente migliori di me, e si vede che lo faccio. Mi viene in mente che forse loro si aspettavano che questa esteemed foreign researcher sarebbe venuta a portare competenze, a mettere qualcosina sul piatto. Ed io che ho messo? Sorrisi gentili, mille “don’t worry about me”, il mio racconto da pazza detached di un lutto così recente ed enorme da essere francamente inappropriato. Qualcuno penserà che sono pazza. Io lo penso, forse mi ossessiona un po’. Sub-clinicamente, per ora. Una psicologa ha le competenze per dirle, certe cose.
Martedì ho presentato una vaga idea di quale sarà il mio lavoro di questo mese alla consueta riunione del team. Due slide mediamente colorate, un sacco di punti interrogativi. Sono una persona onesta, questo è innegabile. Mi hanno chiesto di fare cose che non so fare, ma se fossi in grado di impararle al volo sarebbe tutto ok. Nella mia esperienza è così che si fa questo lavoro. A breve però questo mese qui sarà finito, e che ne sarà di me? Dovrò dare un significato alla frase “Valerio è morto” che dico tanto spesso, dovrò tornare nell’unico posto dove so per certo di non voler essere, con una persona che esercita del potere su di me, e che io semplicemente odio. Da quando Valerio è morto ho scoperto una spinta a vivere che non credo mi appartenesse, deve essere stato una specie di contagio tipo quell’episodio di Buffy (o era Streghe? O forse tutt’e due?) in cui quando la persona impossessata moriva l’entità invisibile si rintanava nel corpo vivo più vicino. Quando Valerio è morto ero di sicuro il corpo più vicino. Mentre gli tenevo la mano deve avermi passato quel qualcosa che tanto non gli sarebbe servito più, quella testardaggine che lo ha tenuto aggrappato a questo mondo fin quando noi non abbiamo deciso che per lui era finita. Sarebbe così sensato. È così romantico. Valerio è morto. Io ancora no. Devo imparare delle nuove competenze per essere all’altezza dell’ossigeno che consumo.
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Day 1: Favorite OC!
Meet 🍄 JAHRED NASINO! 🍄
OC on the left is Maylienne Hops by @spadaaces ! Made this for Artfight 2024.
Jahred ia my absolute current fave oc right now, since I'm in an rp server and I use him to play dolls with my mutuals there. He was born out of the "I'm Jahred, I'm 19" joke and I keep it for this version of him because it's silly XD Otherwise, I call him Isay!
My little guy has a few different AU versions where he's a middle-aged social worker or an aswang, too :D
Promptlist is by @bweirdart!
#bweirdOCtober2024#OCtober2024#dungeon meshi#dungeon meshi oc#oc tober#oc challenge#oc event#oc-tober#art meme#bweirdOCtober
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Nasino
#compagnia#scrivetemi#scrivo ai cuori#scrivo ai like#noia#ragazzo#fatemi compagnia#ragazza#frasi tumblr
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gioia e delizia di tutte le mie mattinate: il nuovo gatto del condominio (perché sapete che ormai ogni tot di tempo i gatti del condominio spariscono e appaiono ciclicamente, è una giostra che vaaaaaa) è troppo simpatico. ogni mattina lo trovo che miagola come un forsennato verso il portone, mi chino e gli offro la mano. lui senza smettere di miagolare si avvicina, dà un'annusata, dà un colpetto alle mie dita col suo nasino poi si gira e se ne va per i cazzi suoi. lo amo darei la vita per lui.
#per ora lo chiamo 'il moroso del figlio della deborah'#perché sta sempre in coppia con la figlia della deborah#però lei non si avvicina più :(
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L'amore si traduce principalmente in baci sulla fronte e sul nasino.
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abito in un paesino in provincia di Napoli,
esattamente a metà strada tra Napoli e Caserta
poco meno di trentottomila abitanti.
sarebbe un'assurdità dire che tutti conoscono tutti,
ma la maggior parte conosce la maggior parte.
ho sempre voluto scappare da qui, non l'ho mai sentito mio questo piccolo angolo di mondo;
sempre stata estranea a questa realtà,
un po' come se in viaggio verso il mio posto qualcuno mi avesse persa per strada senza accorgersene e mi sono ritrovata per sbaglio a crescere qui.
negli anni ho cominciato a definire casa mia la mia piccola isoletta felice,
forse perché ho avuto l'immensa fortuna di essere capitata in un contesto in cui ho potuto crescere con i miei affetti più cari anch'essi catapultati entro i confini di quest'isoletta.
mi basta fare toc toc ad una porta per ritrovarmici dietro mio fratello,
cercarla con lo sguardo e trovare mamma,
allungare la mano fuori dal letto per essere bagnata dal nasino di luna,
svegliarmi la mattina con papà che si affaccia in camera prima di andare a lavoro;
mai dovuto fare un passo per aiutare nonna a cucinare per tutti o sentire la sua voce che ogni due per tre urla il nome del cagnolone che c'è in giardino credendo sia scappato, cagnolone che ormai in cinque anni ha imparato a conoscerla e si nasconde dietro ogni albero per spaventarla;
non ho mai dovuto varcare nessun confine per sedermi accanto a nonno mentre scrive, con quella grafia che avrei sempre voluto fosse un po' anche mia; per dirgli che l'uomo che vorrei al mio fianco dovrebbe essere esattamente come lui;
salgo solamente una semplice rampa di scala ed ecco che sono sul letto di mia cugina a parlare per ore.
sono sempre stati tutti qui,
salvi, tra queste mura, dalla guerra che c'è al di fuori.
se chiedete alla me bambina però, vi risponderà che la guerra è sia dentro che fuori queste mura,
si perché il padre non è sempre stato quello che si affacciava alla porta di camera sua e la madre non sempre quella che riusciva a trovare solo con lo sguardo;
vorrei ora dire a quella bambina che con gli anni siamo riuscite a perdonarli, che la madre e il padre sono adesso mamma e papà, che erano troppo piccoli forse all'epoca per saper crescere due figli, che sono cresciuti anche loro insieme a noi e non possiamo fargliene una colpa.
ora siamo tutti grandi,
lei e il fratellino, entrambi forse con qualche piccolo trauma irrosilto, ma che stanno cercando di costruirsi una vita serena;
e mamma e papà, forse non l'emblema di un matrimonio felice, ma capaci di essere ora genitori.
non vorrei spoilerarti troppo, bambina, ma continuerai a fantasticare ogni giorno di una vita completamente diversa da quella che hai,
per un periodo di tempo penetrerai così tanto in quei racconti che perderai la connessione con la realtà e farai credere ad altre persone di vivere vite che non hai mai vissuto.
incontrerai il primo amore, quello fatto di emozioni forti, quello che ti brucia dentro;
e quello stesso amore continuerai a cercarlo in altre mille volti e in altri mille cuori una volta perso,
la tua sarà una ricerca sfrenata, quasi interminabile,
qualcuno ci si avvicinerà, altri nemmeno lontanamente,
e poi finalmente un giorno ti arrenderai
ti arrenderai il giorno in cui incrocerai i suoi occhi per la prima volta e nascerà dentro di te la consapevolezza di non poter mai rivivere un qualcosa di così forte,
lo capirai, lo accetterai e te ne farai una ragione,
d'altronde certe cose sono fatte per essere vissute una volta soltanto, altrimenti diventerebbero ordinaria quotidianità.
continuerai a sognare quel mare quasi tutte le notti
e sarai grata per questo, perché i contorni di quel ricordo sembreranno non sbiadire mai.
viaggerai, bambina, non tanto quanto vorresti, ma qualche città diversa dalla tua la vedrai
e sentirai in quel luoghi sensazione di casa,
sensazione che giù in quel paesino non sei mai riuscita a sentire.
riuscirai addirittura ad andare via da lì, salvo poi rirornare,
come risvegliarsi di colpo da un sogno e accorgersi di essere sempre lì, nello stesso letto, il tuo.
avrai però, almeno l'illusione di aver vissuto per un periodo quella vita che avevi sempre voluto, circondata da persone che avevi sempre aspettato,
con una di esse ci passerai addirittura una notte su un tetto durante un turno in ospedale.
cambierai poi di nuovo vita, scenderai da quel tetto e ritornerai nella tua isoletta, circondata dalla guerra.
ti sembrerà di aver ritrovato la tua strada, ma ad un certo punto questa strada si interromperà nuovamente
e non saprai se costruirci sopra un ponte per raggiungere l'altro lato dell'interruzione
o tornare indietro e imboccare un altro vicoletto.
scapperai dalle persone, da chiunque, anche da chi sembra farti provare qualcosa di nuovo.
non so ancora dirti se ci sarà quella persona che ti prenderà per mano e ti fermerà,
spero di riscriverti tra qualche anno per dirti che ce l'abbiamo fatta, la nostra strada l'abbiamo trovata, la stiamo percorrendo con accanto qualcuno di speciale e siamo dirette verso la vita che hai sempre sognato.
chissà bambina.
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