#italianistica
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'l'ospite ingrato', n. 16: sezione monografica su roberto roversi
Sezione monografica «La libertà è difficile». Per Roberto Roversi, in ‘L’ospite ingrato’, 16, II (2024), a cura di Gabriele Fichera, Fabio Moliterni, Tiziano Toracca.https://oaj.fupress.net/index.php/oi/issue/view/921Grazie a Niccolò Scaffai e a L’ospite ingrato – Rivista online del Centro Franco Fortini.
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#Centro Franco Fortini#critica letteraria#Fabio Moliterni#Gabriele Fichera#italianistica#L&039;ospite ingrato#La libertà è difficile#narrativa#Niccolò Scaffai#poesia#prosa#rivista online#Roberto Roversi#teatro#Tiziano Toracca
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Dal Liceo di Ceccano al Convegno allo Sheraton di Toronto, Claudia Marsulli il 2 novembre interviene su politica e soprannaturale nel 600
Il soprannaturale come strumento politico nel misticismo italiano del 1600: questo il tema della relazione che Claudia Marsulli, ceccanese doc, già studentessa del Liceo fabraterno, ora dottoranda in Italianistica, terrà a Toronto il 2 novembre, allo Sheraton Hotel nel convegno internazionale de The sixteenth centrury society, per lo studio dell’età moderna. La società è parte dell’Università di…
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hey,
I just wanted to say that as somebody who also studied and has a BA - I think it's what it's called my Italian ass never knows how to call stuff in English, although my master's degree is in English - in classics, I absolutely love that reader in the poly au is also involved them and teaching.
(unlike reader, I could never teach, because I'd either be bullied as a teacher or throw books at the students and I don't think that's healthy).
I don't know I just feel like it's a degree that gets often ridiculed and I don't know I feel low key vindicated. but aside this self-indulgent moment, I wanted to say that I absolutely love the jobs that you picked for the characters as I think they are quite fitting and Osferth being a 'problem solver' somehow cracks me up!
(also I always forget, but I wanted to ask whether I could be added to your everything tag - if you are taking applications for it and it isn't a bother - because I officially like everything that you write, that's the truth, your honor)
Oh my God! Are you Italian as well??? I studied Humanities (Lettere) and then Italian Studies (Italianistica)!!! I had friends who studied Classics, my ass is too awful at ancient Greek to survive a whole degree in Classics!!!
I'll add you to my taglists, absolutely!!! (I don't use them for the questions because I don't want to clog up people's notifications too much)
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Premi Internazionali Flaiano 2024
51a edizione
Dal 18 aprile a Pescara i Premi fondati nel 1973 da Edoardo Tiboni per onorare Ennio Flaiano con il Festival Internazionale del Cortometraggio "Scrittura e Immagine", il Festival di Fotografia "Flaiano fO", il Premio Internazionale Flaiano di Poesia, il Premio Internazionale Flaiano di Narrativa e Italianistica, il Flaiano Film Festival e il Premio Flaiano di cinema, teatro, televisione e giornalismo.
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Fabio Petrilli presenta il libro del poeta Gianni Antonio Palumbo, pubblicazione di Elisa Mascia -Italia
Foto cortesia di Gianni Antonio Palumbo GIANNI ANTONIO PALUMBO ([email protected])Alfiere del Lavoro, nato a Molfetta nel 1978. Abilitato a professore di seconda fascia in Italianistica (10 F/1) e Filologia italiana (10 F/3), è ricercatore in “Letteratura italiana” presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, dove insegna “Filologia della letteratura italiana”…
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Valeria Della Valle
Ci sosterrà la speranza che fra qualche anno, una donna che abbia deciso di professare l’architettura, l’avvocatura o la medicina, o che veda nel suo futuro la direzione di un’orchestra, o infine che intenda arruolarsi nell’esercito, dopo aver sfogliato le pagine di questo dizionario, scelga di chiamare se stessa architetta, avvocata, medica, direttrice, soldata anche perché “lo dice il Dizionario Treccani”.
Valeria Della Valle, importante linguista, è la prima donna che ha diretto un dizionario della lingua italiana, per Treccani, dove è entrata, negli anni Settanta da giovane redattrice e oggi è nel consiglio scientifico dell’Enciclopedia Italiana.
Nell’edizione del 2022, co-diretta con Giuseppe Patota, ha messo in atto una rivoluzione. Sfidando regole e convenzioni, per la prima volta, il testo registra aggettivi e sostantivi, prima al femminile e poi al maschile, in successione alfabetica: “Non c’era nessuna motivazione scientifica perché questo non accadesse, solo il prevalere storico della cultura maschile“.
Nata a Roma nel 1944 è cresciuta nell’ambiente artistico e culturale di via Margutta. Sua madre dipingeva e restaurava quadri antichi, suo padre lavorava nell’editoria. Da bambina ha assistito alle dissertazioni di adulti come Renato Guttuso, Alfonso Gatto, Sibilla Aleramo, Giorgio De Chirico, Alberto Burri, Carlo Mazzacurati, Enrico Galassi.
Si è laureata alla Sapienza con Arrigo Castellani, che le ha aperto la strada a una spiegazione razionale al processo di cambiamento della lingua.
Ha pubblicato saggi su antichi testi toscani, sulla storia della lessicografia, sulla terminologia dell’arte, sulla lingua della narrativa contemporanea e sui neologismi.
È stata professoressa associata di Linguistica italiana alla Sapienza Università di Roma fino al 2014.
Ha diretto la terza edizione del Vocabolario Treccani dell’Istituto della Enciclopedia Italiana in cinque volumi (1986-1994) e contribuito ad apportare un cambiamento nella definizione della voce “donna”, nel passato sempre definita come “femmina dell’uomo” e in quell’edizione diventata “Nella specie umana, individuo di sesso femminile, soprattutto dal momento in cui abbia raggiunto la maturità anatomica e quindi l’età adulta”.
È autrice di Dizionari italiani: storia, tipi, struttura (2005) e, con Giovanni Adamo, di Le parole del lessico italiano (2008). Insieme a Giuseppe Patota ha pubblicato tredici manuali di divulgazione dedicati alla lingua italiana.
È protagonista di rubriche giornalistiche, radiofoniche e televisive riguardanti dubbi e curiosità sulla nostra lingua, e consulente scientifica di Rai Educational per la realizzazione di programmi dedicati all’insegnamento della lingua italiana.
È socia corrispondente dell’Accademia della Crusca e socia ordinaria dell’Accademia dell’Arcadia. Fa parte del consiglio di amministrazione e del comitato scientifico della Fondazione Bellonci e del comitato direttivo del Premio Strega, del comitato scientifico del Bollettino di italianistica e del consiglio scientifico del PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri) della Società Dante Alighieri.
Presso l’Istituto per il lessico intellettuale europeo e storia delle idee del CNR ha coordinato con Giovanni Adamo, fino al 2019, il progetto di ricerca Osservatorio neologico della lingua italiana (Onli).
Ha scritto soggetto e testo del documentario Me ne frego! Il Fascismo e la lingua italiana, prodotto dall’Istituto Luce Cinecittà, diretto da Vanni Gandolfo e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2014. Nel 2016 ha realizzato il documentario L’arma più forte. L’uomo che inventò Cinecittà, presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma nel 2016, che ha vinto il premio al miglior documentario di cinema Diari di Cineclub 2017.
Dall’ottobre 2020 ha condotto la trasmissione di Raitre Le parole per dirlo.
Nel 2022 ha pubblicato la sua prima opera di narrativa, La strada sognata, una raccolta di racconti ambientati nella comunità artistica che nella prima metà del ‘900 animava Via Margutta a Roma, che le è valso il Premio Settembrini.
C’è una sproporzione tra gli epiteti offensivi presenti accanto a “donna” e quelli che possono essere riferiti a un uomo. I primi hanno a che fare soprattutto con offese scagliate contro la donna riferite alla sua vita sessuale, di donna che vende il proprio corpo dietro pagamento. Ma è la nostra storia, non solo quella italiana, a mancare di parole a proposito dell’uomo, corrispondenti a quelle usate per indicare un costume al quale è stata obbligata per secoli solo la donna. Anche per l’uomo abbiamo insulti che alludono alle sue abitudini sessuali e certamente in misura non paragonabile, ma qui entriamo in questioni che non hanno a che fare con la rappresentazione linguistica, bensì con la copertura eufemistica di tabù millenari. Sono convinta che non sarà invocando un falò (non solo simbolico) per bruciare le parole che ci offendono che riusciremo a difendere la nostra immagine e il nostro ruolo. Anzi, vorrei che le espressioni più detestabili e superate continuassero ad avere spazio nei dizionari, naturalmente precedute dal doveroso avvertimento che segnala al lettore quando le espressioni o le frasi proverbiali citate corrispondono a un pregiudizio o a un luogo comune tramandato dal passato ma non più condivisibile. Secondo qualcuno i dizionari sono “cimiteri di parole”: credo, al contrario, che il nostro sforzo comune debba essere quello di fare in modo che la lingua del disprezzo esaurisca il suo corso, rimanendo come testimonianza sociale, storica, letteraria, del passato. Con la speranza, questo è il mio augurio, non solo da lessicografa, che la realtà (e poi la lingua) cambi, perché le parole non siano più solo femmine, i fatti non più solo maschi.
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A La Spezia oltre 5000 visitatori in meno di cinque mesi per la mostra "Pieter Brueghel il Giovane. La Crocifissione di Castelnuovo Magra. Restauro e confronti"
A La Spezia oltre 5000 visitatori in meno di cinque mesi per la mostra "Pieter Brueghel il Giovane. La Crocifissione di Castelnuovo Magra. Restauro e confronti". La Spezia. Oltre 5000 visitatori in meno di cinque mesi per la mostra "Pieter Brueghel il Giovane. La Crocifissione di Castelnuovo Magra. Restauro e confronti" al Museo Civico Amedeo Lia a cura di Valentina Tonini della Soprintendenza ABAP Genova e La Spezia e Martina Avogrado Soprintendenza ABAP di Savona e Imperia. "Una mostra apprezzata e gradita da moltissimi visitatori – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini – che ha ottenuto un grande successo. Siamo molto soddisfatti che il Museo Civico "Amedeo Lia", oltre alla ricca e pregiata collezione permanente, ospiti esposizioni temporanee capaci di riscuotere un così vasto interesse di pubblico proveniente da tutto il mondo e offra iniziative correlate che la approfondiscano sotto molteplici aspetti. Di grande rilievo e prestigio sono stati anche gli studi eseguiti sui dipinti di Pieter Brueghel il Giovane che testimoniano ulteriormente l'ampia valenza culturale del nostro Museo. Il rinnovato accordo con la famiglia Lia di comodato d'uso gratuito delle opere presenti, di fatto, ha dato il via ad un nuovo corso per il Museo Lia in un'ottica di valorizzazione a livello nazionale ed internazionale e questa mostra, a cui ne succederanno molte altre, è stata la prima che si inserisce in questo nuovo percorso." La mostra, con prestiti importanti ed esteri, è stata accompagnata da un ricco calendario di eventi, visite guidate di storia dell'arte fiamminga, visite interdisciplinari fra la storia e la filosofia del Seicento, rimandi alla collezione civica del Lia, aperitivi in lingua inglese, laboratori per bambini e incontri specifici sulla storia del dipinto proveniente da Castelnuovo Magra, della sua travagliata storia e del suo restauro. Nel corso della mostra, sono stati eseguiti studi approfonditi sui dipinti di Pieter Brueghel il Giovane tramite la Riflettografia all'Infrarosso con un'attrezzatura messa a disposizione dal Laboratorio per le analisi multispettrali del Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo dell'Università degli Studi Genova. Scopo dell'indagine è stato quello di analizzare la presenza di un disegno preparatorio al di sotto degli strati pittorici, il cosiddetto underdrawing, nella versione della Crocifissione di Peter Brueghel il Giovane proveniente dalla chiesa di Saint-Severin di Parigi e nel dipinto dello stesso autore raffigurante la Salita al Calvario delle Gallerie Estensi di Modena. I dipinti di Pieter Brueghel il Giovane hanno destato interesse anche di giornalisti tedeschi che si trovavano sul territorio offrendo così l'occasione di pubblicizzare il nome del nostro Museo ben oltre i confini nazionali. La mostra. "Pieter Brueghel il Giovane. La Crocifissione di Castelnuovo Magra. Restauro e confronti" è a cura di Rossana Vitiello con la collaborazione di Andrea Marmori, Valentina Tonini e Martina Avogadro, il cui allestimento è a cura di Emanuele Martera. Alla mostra, oltre a opere significative dell'artista, è esposto lo straordinario dipinto di Pieter Brueghel il Giovane (Bruxelles 1564 – Anversa 1638) raffigurante la Crocifissione, con la finalità di valorizzare l'opera al termine del lungo intervento di restauro realizzato presso il laboratorio della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e della provincia di La Spezia, in collaborazione con l'Università degli Studi di Genova per quanto riguarda le indagini diagnostiche. Un'occasione rilevante che ha permesso di accendere nuovamente la luce su questo capolavoro fiammingo, arrivato nella chiesa di Santa Maria Maddalena di Castelnuovo Magra nel 1890 e la cui storia recente è costellata di eventi drammatici, tra furti e tentativi di furto, che hanno evidenziato, ancora una volta, l'importanza delle attività di tutela e di prevenzione del nostro patrimonio culturale. Questa Crocifissione, unica in Italia, si inserisce nel numero di repliche di un prototipo andato perduto del quale esistono una ventina di versioni, che propongono il medesimo soggetto con alcune variazioni, tutte eseguite nell'ambito della bottega di Brueghel e conservate presso diversi musei internazionali. Nella mostra è presente la Crocifissione della chiesa di Saint Séverin di Parigi che permette un confronto mai fatto prima, iconografico e stilistico, tra due esempi di questo soggetto, mentre la Salita di Cristo al monte Calvario delle Gallerie Estensi di Modena testimonia il successo di questo tema già alla fine del Cinquecento. Le figure tratte dal contesto contadino che partecipano al soggetto religioso si ritrovano con continuità anche in altre opere della bottega di Pieter Brueghel legate alla pittura di genere, come attesta in mostra La kermesse di San Giorgio proveniente dal Museo Nazionale di Pisa. La mostra è promossa dal Comune della Spezia con il patrocinio di Regione Liguria, la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Genova e la Provincia della Spezia, il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ed è stata realizzata con il contributo di Fondazione Carispezia per l'intervento di restauro nell'ambito del Bando Aperto 2021 a favore della Parrocchia Santa Maria Maddalena in Castelnuovo Magra e il sostegno di Coop Liguria. Opere in mostra: Pieter Brueghel il Giovane, Crocifissione, olio su tavola, Parrocchia di Santa Maria Maddalena, Castelnuovo Magra (SP) Pieter Brueghel il Giovane, Salita di Cristo al monte Calvario, fine sec. XVI, Modena, Gallerie Estensi Pieter Brueghel il Giovane, La kermesse di San Giorgio, Pisa, Museo Nazionale di Palazzo Reale Pieter Brueghel il Giovane, Crocifissione, Parigi, Eglise Saint-Séverin... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Come direbbe la scrittrice statunitense Jacqueline, «Il dolore riscatta tutto». Un dolore che rappresenta la consapevolezza della vita, ma al tempo stesso anche un monito di morte. Federico Bianca al suo esordio narrativo con i racconti di Riscatto (alcuni erano già apparsi su antologie e concorsi nazionali), editi da Felici Editore, lo scorso 20 settembre ha vinto il primo premio della sezione Narrativa Saggio di Etnabook. Federico Bianca appare destinato a far parlare gli ambienti letterari per potenza di racconti proposti al lettore/lettrice e forte stile identitario del suo autore. Nel mondo che immagina e crea in questa prima prova, alberga una sofferenza che preannuncia il pareggio dei conti. Il riscatto finale, nella sua penna, si realizza con il compimento del proprio destino. Tutti coloro che abitano le storie raccontate nel volume sono dei falliti, che non cercano redenzione attraverso soluzioni vitali e vie di speranza. Sono personaggi sopraffatti, che vogliono semplicemente farla finita. Sembra che si dica: «Sono un perdente. Qualcuno deve pur farlo», come Fausto Gianfranceschi nella sua Lode della torre d'avorio. La giuria ha premiato la scrittura ironico-tragica di F. Bianca, che dimostra ampiamente al lettore/lettrice, nei racconti pubblicati, una larga conoscenza dei generi e sottogeneri pop cinematografici e fumettistici. Sono storie che permettono di scendere, come nelle pieghe ambivalenti del titolo della raccolta, nelle improvvise svolte dell’esistenza. E Bianca non è deus exmachina che interviene in nessuna trama narrata. Né giudica alcunché di ciò che racconta. Tuttavia, è talmente abile nel descrivere i demoni delle vite altrui - ambientate nelle situazioni storiche più disparate, sempre puntigliosamente e “realisticamente” descritte - che sorge il dubbio di quanti demoni atavici abitino silenziosamente nelle pieghe della sua grande cultura di letterato. Federico Bianca (classe 1982), si avvicina al mondo della letteratura, dei fumetti e del cinema fin da bambino. Studi ineccepibili: diploma di Maturità classica, e poi Laurea triennale in Lettere moderne. A seguire, la Laurea specialistica in Filologia moderna e un Dottorato di ricerca in Italianistica. È un professionista siciliano, che continua a vivere nella sua terra, specializzato nell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri. Tutor esterno alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, nonché docente di ruolo di materie letterarie negli istituti secondari di secondo grado. Finora ha pubblicato tre monografie per Convivio Editore, dimostrando il suo spiccato interesse per un’ottica europea e internazionale e per la multidisciplinarietà: Lolita, un mito euramericano tra romanzo e sceneggiatura; Carlo Alianello nella cultura italiana e europea; Giovanni Papini: la vita, le opere, la poetica. Un autore di cui sentiremo ancora parlare.
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Mammamia: la scuola dove la lingua italiana è viva e vivace
Di Laura Saracino @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND L'italiano non solo in Italia: la scuola Mammamia promuove l'apprendimento e l'utilizzo della lingua per la socializzazione nelle comunità italiane all'estero.A Liverpool c'è una scuola di italiano, si chiama Mammamia, dove gli studenti non solo imparano le basi grammaticali e linguistiche, ma studiano la cultura, la storia e la geografia del Bel Paese come se studiassero in Italia.Nata dal desiderio di tre mamme italiane perchè i propri figli potessero crescere imparando l'italiano in UK, Mammamia accoglie chiunque abbia voglia di imparare la lingua e la cultura italiana come qualcosa di vivo, utilizzabile quotidianamente nelle comunità italiane in UK e all'estero.I principi fondanti la didattica di Mammamia riguardano la socializzazione e l'apprendimento, e sono stati sviluppati in partnership con il Dipartimento di Italianistica dell'università di Liverpool e sono stati oggetto di studio dei ricercatori del British Council per implementare i curricula di insegnamento delle lingue straniere in UK.https://open.spotify.com/episode/7nP3WG411OZ0BBk7vh7FBl?si=xm5SIQcaRX-8YPvfe-RHOA ... Continua a leggere su www. Read the full article
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Il 22 Aprile a Bologna la presentazione del n° XV della rivista "Italian Poetry Review" (IPR)
Il 22 Aprile a Bologna la presentazione del n° XV della rivista “Italian Poetry Review” (IPR)
Il Centro Studi Sara Valesio (CSSV) annuncia il suo ritorno con la presentazione del numero XV (2020) della rivista “Italian Poetry Review (IPR)”, che si terrà il 22 aprile alle ore 16.30 presso l’Archiginnasio, Sala dello Stabat Mater (Piazza Galvani, 1, Bologna). Intervengono Alberto Bertoni, Raffaele Milani e Paolo Valesio; presiede Maurizio Ascari. La rivista, di chiara impronta…
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#Alberto Bertoni#Bologna#IPR#Italian Poetry Review#italianistica#Maurizio Ascari#Paolo Valesio#poesia#presentazione#Raffaele Milani#rivista
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#Repost @damico895 with @get_repost ・・・ • L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro..e non sul precariato. “Savio” 🕶 • Guarda ora il videoclip 📽 👇🏻👇🏻👇🏻 https://youtu.be/egpTzbT4u8U 🛠 M e t t i L a E C o n L’ a c c e n t o 🔧 #giuseppedamicoofficialpage #savio #testi #musica #giuseppedamici #mettilaeconlaccento #italianistica #vocabolarioitaliano #precariato #etichettadiscografica #circuitisonori #videoclip #youtube #albertomaria #piattaformadigitale #temisociali #social #loraccontoaltg1 #iorestoacasa #lavoro #ministerodellistruzione #ministerodellavoro #viaggioinitaliailfilm (presso Italy) https://www.instagram.com/p/B_sAJVhJv5r/?igshid=12g5dxhqdkedo
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oggi, 22 marzo, alle 11:00, presentazione online del libro su cristina annino, "sempre vi lascio indietro col vento"
Presentazione della raccolta di saggi su Cristina Annino, Sempre vi lascio indietro col vento. Poetica e stile in Cristina Annino. L’incontro si svolge in modalità ibrida OGGI venerdì 22 marzo dalle ore 11:00 alle 12:00, a cura di Davide Castiglione, dall’aula di italianistica dell’Università di Vilnius. Per partecipare, tramite Teams, è necessario cliccare su questo link. Locandina in pdf, con…
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#Antonio Rosario Daniele#Carmelo Princiotta#Cristina Annino#Davide Castiglione#Francesco Roncen#Lorenzo Cardilli#Marcello Sessa#Michele Ortore#poesia#Sabrina Stroppa#saggi#SEF#Società Editrice Fiorentina#Stefano Guglielmin
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Dante laid the bases of Italian as a language (I don't remember how many of the words we use in contemporary Italian were used/invented by him) as well as Petrarca and Boccaccio did ( our 3 crowns ❤️❤️❤️). But then Bembo had to intervene and decided to use only Petrarca and Boccaccio to standardize a language that could be used by all the scholars of his and of future times. He left Dante out because his language was to broad to be replicate by those who would learn it as a second language basically. But Bembo remember, you would be nowhere without Dante!
IF YOURE AN ENGLISH SPEAKER HERES SOMETHING YOU MIGHT NOT KNOW:
IN THE ORIGINAL ITALIAN, DANTE'S INFERNO RHYMES. THE ENTIRE THING.
#sorry my phd in Italianistica is showing#Jesus Bembo was such an asshole#I still hate him after years
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conosci gente che si è laureata in qualcosa di non scientifico e cha lavorano nel loro ambito? che lavoro fanno?
Certo, la mia amica si è laureata in Italianistica il 28 di aprile e il 2 maggio già lavorava a scuola come professoressa, oltretutto lavoro che ha sempre sognato.
La mia compagna di corso si è laureata in design e oltre a seguire questa magistrale ora, negli anni passati ha lavorato per un’azienda di borse disegnandole lei e ora, mentre prosegue gli studi, lavora a Partita IVA con varie aziende, tra cui ora una di Hong Kong e si occupa delle magliette.
Persone che conosco di vista del mio vecchio liceo che hanno studiato materie umanistiche ora sono nell’ambito dell’editoria, della comunicazione.
Le mie amiche del festival con cui collaboro che hanno studiato cinema lavorano rispettivamente una per una casa di produzione inglese, l’altra per una casa di distribuzione, sempre inglese mi pare.
Sempre una mia amica del festival ha studiato lingue in università e ora lavora come traduttrice al Parlamento Europeo.
La mia ex coinquilina che si è laureata l’anno scorso in fotografia, ora lavora per un’agenzia qui a Roma e ha scattato varie campagne anche per Superga.
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Ma mica qualcuno studia/ha studiato a Perugia? Magari facoltà magistrale di Italianistica
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Dieci anni fa lessi per la prima volta, su un libro di scuola, un capitolo. Era su Petrarca e faceva parte del manuale di letteratura italiana adottato all’epoca dalla mia professoressa di liceo. Petrarca lo avevo già studiato alle medie, quando mi ero innamorata della letteratura, ma non mi aveva colpito particolarmente. Ricordo ancora la scansione dei paragrafi di quelle pagine: parlavano di memoria, di soggettivismo e di dissidio dell’anima. Erano parte di quel Raimondi con la copertina verde che amavo tanto, per tre anni l’unico libro di scuola studiato volentieri; la mia bibbia personale, insieme al Luperini rubato di tanto in tanto dalla libreria di mia sorella. Ho passato pomeriggi interi, nella mia camera, a ripetere di bovarismo, estetismo, crepuscolarismo. Non bastava mai. Mi chiedevo che facce avessero gli autori di quei libri, come si sarebbe potuta accumulare tutta quella conoscenza. Non osavo neanche immaginare, di poterli conoscere personalmente un giorno, di discorrere con loro, che vivevano a chissà quanti chilometri da quel liceo di Catania, in un mondo quasi parallelo. Oggi a commuovermi non sono io, ma quella Federica sedicenne incapace di realizzare il fatto che l’autrice di quel capitolo su Petrarca non è più solo un nome, ma la sua relatrice, colei che l’avrebbe proclamata dottoressa in Italianistica e avrebbe apprezzato il suo lavoro. Oggi quel senso di riconoscimento e di felicità che la me adolescente ha provato, sfogliando le pagine di quel libro, risponde ad un luogo, ad un tempo che non è più solo della carta stampata, ma della mia vita vissuta e io non sarò mai abbastanza grata per tutto questo.
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