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Chiusura di Via Machiavelli per Lavori di Sostituzione Gruppo Frigo - Alessandria, Lunedì 4 Novembre 2024
Modifiche alla viabilità e divieti di transito e sosta per interventi tecnici presso i civici 15 e 17 di Via Niccolò Machiavelli.
Modifiche alla viabilità e divieti di transito e sosta per interventi tecnici presso i civici 15 e 17 di Via Niccolò Machiavelli. Per consentire lavori di sostituzione del gruppo frigo presso i civici 15 e 17, la città di Alessandria ha annunciato modifiche alla viabilità in Via Niccolò Machiavelli, valide per la giornata di lunedì 4 novembre 2024. Gli interventi, che si svolgeranno tra le ore…
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“Cosa salveresti della scuola italiana?” Nulla. La rivoluzione si fa in un solo modo: decapitando il re.
Farò imbestialire una marea di persone con questo scritto. Così sia. Qualcuno deve dirlo.
Questi sono i dati, le statistiche e le fonti che dimostrano perché la scuola italiana debba crollare - e crollerà - prima di poter rinascere.
SALUTE MENTALE:
1. La scuola italiana è infelice. Solo il 26% delle ragazze e il 17% dei ragazzi si dice contento di andare a scuola, contro una media europea del 56%. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è impopolare. A 15 anni, il 92% dei ragazzi e il 90% delle ragazze risponde: “No” alla domanda “Ti piace la scuola?” (Fonte: OMS)
3. La scuola italiana è insalubre. Il 51,4% dei ragazzi soffre in modo ricorrente di stati di ansia o tristezza prolungati. Il 49,8% lamenta un eccesso di stanchezza. (Fonte: Agia)
4. La scuola italiana è la più stressante del mondo. Il 46,5% degli studenti dichiara di provare nervosismo costante sui banchi di scuola. La media mondiale è del 37%. (Fonte: WeWorld)
5. La scuola italiana mette a rischio la stabilità psichica degli insegnanti. Quasi la metà degli educatori è a rischio di burnout, o stress lavorativo cronico. (Fonte: Osservatorio sul Benessere dei Docenti dell’Università di Milano-Bicocca)
6. La scuola italiana è insoddisfacente. Meno del 50% degli insegnanti, degli alunni e dei genitori si dice soddisfatto della scuola italiana. È la terzultima in Europa. (Fonte: Save the Children)
INCLUSIONE:
1. La scuola italiana è esclusiva. È al terzo posto in Europa per tasso di dispersione scolastica (9,4%), dietro solo a Germania (12,8%) e Spagna (13,7%). Uno studente su dieci non si diploma. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è discriminatoria. Il 32,5% - uno su tre - degli studenti stranieri non completa il percorso di studi, contro una media europea del 22,2%. (Fonte: MIUR)
3. La scuola italiana è iniqua. Solo sei su dieci tra gli studenti considerati “eccellenti” ma aventi difficoltà socioeconomiche riportano di ambire alla laurea, contro nove su dieci dai contesti più privilegiati. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana è classista. Ancora oggi i licei, in particolare il classico, rimangono appannaggio dei ceti benestanti. Chi li frequenta proviene da famiglie i cui genitori sono laureati o diplomati e tendenzialmente ottiene i risultati scolastici migliori. Gli altri, spesso provenienti da realtà socioeconomiche più depresse, sono relegati agli istituiti tecnici o professionali, costituendo dei veri e propri “ghetti educativi”. (Fonte: AlmaDiploma)
INSEGNANTI:
1. La scuola italiana è inaccessibile. Il 90% degli insegnanti che hanno partecipato al concorso per l’abilitazione alla docenza di scuola secondaria ha fallito. (Fonte: La Stampa)
2. La scuola italiana è sotto organico. Secondo le stime elaborate da ANIEF, nell’anno scolastico 2024/2025 gli insegnati precari saranno circa 250 mila.
3. La scuola italiana è imprevedibile. Sono solo lo 2,99% gli insegnanti a tempo indeterminato con meno di 35 anni. (Fonte: Openpolis)
4. La scuola italiana è vetusta. Più del 53% degli insegnanti ha superato i 50 anni, contro una media europea del 37%. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana è datata. Solo il 50,4% degli insegnanti under-35 in Italia ha svolto una formazione completa, contro una media UE del 75%. Inoltre, il 75% dei docenti italiani non ha frequentato corsi di formazione nella scuola in cui insegna dopo l’abilitazione. La media europea è del 58%. (Fonte: OCSE)
6. La scuola italiana è irriconoscente. Gli insegnanti italiani sono i più sottopagati dell’area OCSE e hanno visto una perdita del 6% del potere d’acquisto tra il 2015 e il 2023. (Fonte: OCSE)
7. La scuola italiana non è meritocratica. In molti Paesi europei, se dalla valutazione emerge che un insegnante registra un rendimento insoddisfacente, si applicano misure correttive. Solo in Spagna, Italia e Slovacchia non sono previsti interventi. (Fonte: la Repubblica)
INVESTIMENTI:
1. La scuola italiana è sottofinanziata. La spesa pubblica per l’istruzione è pari al 4% del PIL, contro una media europea del 4,9%. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è inadeguata. Sei strutture su dieci sono prive di agibilità. Ogni tre giorni in una scuola italiana si verifica un crollo di calcinacci da soffitti e pareti di aule, laboratori e palestre. L’80% delle scuole è ubicato in edifici non adeguati. Il Ministro Valditara ha dichiarato l’edilizia scolastica “un’emergenza nazionale”. (Fonte: Avvenire)
3. La scuola italiana è sovraffollata. Più di 5000 aule, le cosiddette “classi pollaio”, ospitano oltre 27 alunni ciascuna su base giornaliera, per un totale di 165 mila studenti costretti a trascorrere l’anno in condizioni di sovraffollamento. (Fonte: MIUR)
RISULTATI:
1. La scuola italiana non aiuta a capire. Un quindicenne italiano su quattro fatica a comprendere testi di complessità elementare, e solo uno su venti riesce a distinguere i fatti dalle opinioni leggendo un testo su un argomento sconosciuto. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è insufficiente. La metà dei maturandi non raggiunge il livello minimo accettabile di competenze in matematica (oltre il 50%) o in italiano (sotto il 50%). (Fonte: Il Sole 24 Ore)
3. La scuola italiana è nozionistica. Gli studenti italiani hanno totalizzato 31 punti su 60 nella risoluzione di problemi in maniera innovativa con il pensiero laterale e divergente. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana insegna l’individualismo, a scapito del lavoro di gruppo. Gli studenti italiani hanno totalizzato 478 punti contro una media OCSE di 500 punti nella “risoluzione collaborativa dei problemi”, ovvero la capacità di interagire con altri, condividendo sforzi e conoscenze per raggiungere la soluzione. L'Italia si classifica al 26° posto su 32 Paesi. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana causa avversione al rischio. L’85% dei quindicenni italiani ha paura di prendere brutti voti, contro una media europea del 66%. (Fonte: OCSE)
FUTURO:
1. La scuola italiana è incostante. Mentre alle elementari gli studenti registrano risultati pari, se non superiori, a quelli dei coetanei europei, alle medie e alle superiori le metriche crollano.
2. La scuola italiana non orienta. Solo il 35,8% dei quindicenni italiani ha accesso a servizi di orientamento professionale nel contesto scolastico, contro una media dell’80-90% in Paesi come la Danimarca e Finlandia, per esempio. (Fonte: OCSE)
3. La scuola italiana non prepara al mondo del lavoro. L’Italia registra il periodo più lungo tra i Paesi del Nord Globale in quanto a transizione dalla scuola al lavoro, un attesa di 5,9 anni nel 50% dei casi. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana produce analfabeti funzionali. L’Italia è in cima alle classifiche mondiali per analfabetismo funzionale. Il 27% delle persone tra i 16 e i 65 anni non è in grado di leggere un testo e rielaborarlo, capirlo a fondo e usare il proprio pensiero critico per distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana non combatte la disoccupazione. L’Italia è il primo Paese di giovani che non studiano né lavorano (NEET) con un tasso del 27,4% contro la media europea del 14%. (Fonte: ISTAT)
La scuola italiana va smantellata fino al suo nucleo e ricostruita da zero.
E credo che accadrà, che ti piaccia oppure no.
Non perché un bel giorno la politica si sveglierà capace e disposta a fare il proprio lavoro in modo adeguato. Ma perché l’intero sistema scolastico collasserà entro il 2050. La natalità in Italia parla chiaro: di questo passo, metà delle scuole in funzione oggi - circa 20.000 - chiuderà entro il 2030. E da lì si è in caduta libera. La disoccupazione e il precariato tra gli insegnanti sarà dilagante. I sistemi a cui ci siamo strenuamente aggrappati verranno abbandonati, e non per scelta, ma per obbligo. Non sarà piacevole. Ma è inevitabile. E questo darà inizio a un’era più prospera per la scuola e i suoi abitanti. E noi saremo lì a raccogliere i cocci. Saremo anche lì a crearli, appena prima.
Siamo in tanti ad aspettare quel giorno. Milioni di insegnanti, genitori, presidi e alunni che, come me, non criticano la scuola perché la odiano, ma perché la amano troppo per accettare il suo disfacimento standosene impalati a guardare.
Saranno proprio queste persone a ricostruirla. Saranno gli insegnanti che rifiutano i suoi limiti. Saranno gli insegnanti che non si danno per vinti. Saranno gli insegnati che ci credono, nonostante tutto. E sono tanti. Siamo tanti. Siamo molti di più noi che la critichiamo amandola di chi, magari difendendola a parole, poi se ne frega. Siamo la maggioranza silenziosa di chi non ne può più ma, nonostante tutto, continua a credere in un domani migliore.
Un domani possibile.
Sogno un domani non lontano in cui tutti noi, insegnanti e cittadini, ci riuniremo attorno al tavolo da disegno e congegneremo la Scuola dei Sogni: una Scuola più umana, felice e migliore.
Dunque, mi correggo: della scuola italiana salvo chi resiste.
P.s. Non critico MAI i singoli individui o le singole realtà. So bene che ce ne sono a migliaia, di insegnanti e Scuole che già incarnano la nostra rivoluzione nella loro esistenza quotidiana. Sono i nostri più grandi alleati sul territorio, infatti. La mia critica è rivolta solo ed esclusivamente al SISTEMA. Un sistema che, anziché valorizzare l’innovazione, la creatività e l’amore per la professione, nel migliore dei casi li ignora, e nel peggiore li penalizza, li sminuisce e li svilisce. Ma il suo tempo è scaduto.
Nicolò Govoni - Fondatore di "Still I rise"
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GLI EDIFICI AD ALTA EFFICIENZA ENERGETICA IN ITALIA SUPERANO QUELLI INEFFICIENTI
Le prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale italiano hanno raggiunto per la prima volta una percentuale di edifici nelle classi energetiche più efficienti che supera il 50%.
I dati raccolti sulla base degli Attestati di Prestazione Energetica registrati confermano il miglioramento delle prestazioni energetiche nel settore residenziale dove l’incremento delle classi più efficienti (A4-B) è stato di circa il 6% rispetto al 2022. Il Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici realizzato da ENEA e dal Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente mostra un rapido aumento della qualità degli edifici in Italia e raccoglie le rilevazioni del percorso di perfezionamento dei Catasti Energetici Unici regionali, in funzione dello sviluppo del Catasto Unico Nazionale, del Portale nazionale per la Prestazione Energetica degli Edifici, strumenti che stanno implementando nuove pratiche di sostenibilità energetica per gli edifici e per la transizione verso la decarbonizzazione e un loro minore impatto ambientale.
La certificazione energetica, nota anche come Attestato di Prestazione Energetica, è un documento che descrive le caratteristiche energetiche di un edificio, abitazione o appartamento. Questo certificato fornisce informazioni sul consumo annuo di energia primaria necessario per l’uso dell’edificio e offre suggerimenti per eventuali interventi migliorativi per ridurre i consumi. L’APE è obbligatorio in casi come la compravendita, l’affitto, le nuove costruzioni e le ristrutturazioni importanti. È rilasciato da tecnici abilitati indipendenti e certificati ed è valido per 10 anni. I tecnici valutano l’immobile calcolando una classe di prestazione energetica che va dalla G (meno efficiente) alla A4 (più efficiente).
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Fonte: ENEA; immagine di Condrin Rusu
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TENUTA CON VILLA E CASALI,
10,5 HA DI TERRENO, VIGNETO, OLIVETO
3.950.000 Euro
Non lontano da Siena e dalle Crete Senesi, tenuta con prestigiosa villa padronale in vendita. Il borgo risalente XVII secolo si compone di vari edifici abitativi adibiti ad agriturismo (20 camere per totali 46 posti letto) e dispone di una cantina di vinificazione moderna. I terreni dell'azienda (10,5 ha) ospitano un vigneto (3,5 ha) e un oliveto (5,0 ha) che producono rispettivamente 26.000 bottiglie di vino e 2.500 kg di olio l'anno.
La proprietà si trova a circa 5' da un paese con tutti i servizi e a circa 11 km da Asciano in Val d'Orcia. La posizione vicina allo svincolo della superstrada permette anche di raggiungere facilmente tutte le città d'arte della Toscana (Siena, Firenze, Montalcino, Arezzo, Cortona, Pienza...).
La villa padronale (1.365 mq, 9 camere e 10 bagni), risalente al XVII secolo, è accessibile tramite un lungo viale alberato e presenta un importante ingresso monumentale. L’edificio è organizzato su quattro piani:
- Piano interrato: cantine storiche per l'invecchiamento (155 mq, collegate tramite un tunnel seminterrato alla nuova cantina di vinificazione.
- Piano terra: loggiato, grande sala ristorante con cucina professionale, reception con punto vendita, orciaia per la conservazione dell’olio, cappella privata e appartamento indipendente (soggiorno con cucina e tre camere con bagno en-suite);
- Piano primo: loggiato, salone centrale con angolo colazioni, cucina dedicata e sei camere con bagno en suite;
- Piano secondo: ampie soffitte abitabili (da ristrutturare).
Accanto alla casa si trovano poi la nuova cantina (210 mq, costruita sotto all'agriturismo menzionato sotto) con locali di vinificazione e magazzino per lo stoccaggio e una rimessa (165 mq) per i mezzi agricoli e le attrezzature usate nella coltivazione.
Dietro alla villa, una colonica ristrutturata (230 mq, 4 camere e 5 bagni) è strutturata su due piani ed è in buone condizioni ma ulteriormente migliorabile con alcuni interventi di ammodernamento. Al piano terra si trovano, oltre ad alcuni locali tecnici, l'ingresso, uno spazioso soggiorno, la cucina, una camera e due bagni di servizio. Salendo al primo piano si arriva a un disimpegno che conduce poi a un salotto e a tre camere con bagno en-suite.
Accanto alla villa si trova invece l'agriturismo (350 mq, 7 camere e 5 bagni) diviso attualmente in quattro accoglienti appartamenti per gli ospiti, tutti con accesso indipendente:
- App. A (95 mq): soggiorno con cucina, due camere, bagno e soppalco;
- App. B (85 mq): soggiorno con cucina, due camere e bagno;
- App. C (40 mq): soggiorno con cucina, camera e bagno;
- App. D (130 mq): soggiorno con cucina, due camere, due bagni e cabina armadio.
La vecchia limonaia (45 mq) è stata interamente ristrutturata e riconvertita in una graziosa dependance composta di zona giorno con cucina, camera e bagno.
Completano la proprietà un magazzino (30 mq).
In posizione riservata ma facilmente accessibile, si trovano due piscine con solarium (11 × 5 m e 14 × 7 m), ideali per trovare ristoro nelle calde giornate estive.
La proprietà è circondata da 10,5 ha di terreno in totale. Una piccola porzione di bosco (0,6 ha) è corredata da seminativi (1,5 ha) che potrebbero essere usati per impiantare nuovi vigneti o altre colture. L'azienda è condotta con metodo biologico.
L'oliveto (5,0 ha), con piante di varietà tipicamente toscane e locali, produce circa 2.500 kg di olio all'anno che vengono poi stoccati nell'orciaia della villa.
Il vigneto (3,4 ha) è composto di varietà Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Sangiovese. Attualmente l'azienda non produce vino in proprio ma vende l'uva (coltivata con metodo biologico) a un produttore locale che si occupa della lavorazione e della vinificazione.
Quando era in attività l'azienda produceva circa 195 hl di vino l'anno, imbottigliandone una parte e vendendo il resto come sfuso. La produzione si concentrava su quattro vini in purezza (con un potenziale per circa 26.000 bottiglie/anno):
- Toscana Rosso IGT: Sangiovese 100%
- Toscana Rosso IGT: Cabernet Sauvignon 100%
- Toscana Rosso IGT: Merlot 100%
- Toscana Rosso IGT: Syrah 100%
Esiste la possibilità di comprare ulteriore terreno (bosco, seminativo e vigneto) e un casolare da ristrutturare (621 mq) che potrebbe essere usato per espandere ulteriormente l'attività ricettiva.
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Distretto del cibo: sostenibilità ad un bivio Occorre un “Piano Regolatore di Distretto”
Un anno fa, dopo un lungo percorso di studio e condivisione, 25 comuni, enti ed associazioni agricole, con il riconoscimento della Regione Piemonte, hanno dato vita al Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese.
L’accordo fissa ambiziosi obiettivi: lo sviluppo del territorio, la valorizzazione delle sue produzioni agricole ed agroalimentari con un ridotto impatto ambientale, la salvaguardia ed il miglioramento del paesaggio rurale.
Era stata definita una prima governance unitaria di Distretto, per poter fare sistema, ed erano previsti degli obblighi per gli aderenti fra i quali quello di astenersi dall’intraprendere iniziative in contrasto con gli scopi dell’accordo.
Negli ultimi mesi, tuttavia, abbiamo assistito ad un crescendo di progetti, pubblici e privati, che rischiano di interrompere bruscamente questo percorso virtuoso. Tra questi:
un nuovo polo logistico a Carmagnola;
un allevamento intensivo di oltre 8000 maiali, con sistemi tradizionali di smaltimento dei liquami, a Poirino;
un mega campo fotovoltaico di 68 ettari, sempre a Poirino;
Ogni singola iniziativa si inserisce in un quadro normativo differente: comunale, metropolitano, regionale e nazionale. La spinta proviene da una pluralità di legittime aspettative, volte a creare valore sia per i privati proprietari delle terre sia per le singole amministrazioni comunali, che avrebbero significativi benefici in termini di introiti ed opere compensative. A questi tre interventi ne potrebbero seguire ulteriori in altri comuni.
In breve tempo, gran parte delle aspettative di crescita sostenibile, immaginate con la nascita del Distretto, verrebbero compromesse. Il comune di Poirino si era persino spinto a proporre il Pianalto come futuro sito Unesco.
Occorre una decisa presa di coscienza di tutta la comunità politica ed amministrativa del territorio dei 25 comuni, che si deve tradurre, al più presto, in un PIANO REGOLATORE DI DISTRETTO, con l’obiettivo di fissare regole e comportamenti comuni per non minare il percorso intrapreso in questi anni.
Non possiamo delegare ai soli tecnici la fattibilità di interventi molto impattanti per il nostro territorio, come quelli citati pocanzi.
Italia Viva ed il gruppo Chieri Sul Serio rivolgono un appello trasversale, a tutte le forze politiche, affinché si ritorni a considerare gli obiettivi di sviluppo contenuti nell'accordo di Distretto.
Non possiamo permettere che singoli interventi, a beneficio di pochi, interrompano per sempre quel percorso virtuoso iniziato da un’intera comunità di 145.000 persone.
Gruppo Italia Viva Chierese-Carmagnolese
Gruppo Chieri Sul Serio
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Chiunque guidi ha vissuto almeno una volta il fatidico momento: stai andando tranquillamente per la tua strada quando si accende la spia “Check Engine”. È il simbolo universale della paura, il punto in cui tutto può trasformarsi in una spesa imprevista e in una visita in officina piena di incertezze. Cosa sta succedendo? Quanto ti costerà? È qualcosa di grave? TOPDON CarPal, uno scanner OBD2 che si collega al tuo smartphone, promette di eliminare l’incertezza e restituirti il controllo. Con un prezzo di circa 39,99 dollari, questo piccolo dispositivo si presenta come la chiave per capire cosa sta accadendo alla tua auto senza bisogno di affidarti ciecamente al tuo meccanico. Come Funziona il TOPDON CarPal: Pronto All’Uso in Minuti Il TOPDON CarPal si collega facilmente alla porta OBD2 della tua auto, un connettore presente su tutti i veicoli dal 1996 in poi. Dopo aver scaricato l’app TOPDON CarPal sul tuo smartphone, colleghi il dispositivo via Bluetooth e sei pronto per una diagnosi completa. Ho testato personalmente il dispositivo su una Cupra Formentor 2022 e, con mia grande sorpresa, la configurazione è stata semplicissima. Dopo aver trovato la porta OBD2 (situata sotto il volante, come nella maggior parte delle auto), ho collegato il CarPal e, in pochi secondi, il dispositivo era pronto a eseguire il Full Vehicle Health Check. L’app ha richiesto il download di file specifici per la Cupra, operazione che si è conclusa rapidamente grazie alla connessione WiFi. La scansione ha identificato due errori principali: - P0442 – Piccola perdita nel sistema EVAP, probabilmente causata da un tappo del serbatoio allentato. - B1025 – Malfunzionamento del sensore airbag lato passeggero. Questo problema, segnalato come urgente, è stato accompagnato da una spiegazione chiara e dettagliata sulla posizione precisa del guasto. Mentre il primo codice non era particolarmente allarmante e ho potuto resettarlo temporaneamente per monitorare la situazione, il secondo mi ha convinto a prenotare subito un controllo specialistico. La cosa più sorprendente? Non solo ho capito il problema in anticipo, ma mi sono sentito preparato a discutere della situazione con il meccanico, evitando potenziali malintesi o preventivi gonfiati. Un Sistema Completo per il Controllo dell’Auto Il TOPDON CarPal non si limita a leggere i codici errore. Una volta collegato, ti permette di monitorare in tempo reale lo stato della tua auto: dalla temperatura del motore alla pressione dell’olio, fino al funzionamento di sistemi complessi come freni, airbag e controllo della velocità. Ho particolarmente apprezzato la funzione di test delle prestazioni, che mi ha fornito dati dettagliati sull’efficienza del motore mentre la Cupra era in movimento. Inoltre, il dispositivo offre reset avanzati per i principali sistemi dell’auto. Ad esempio, puoi resettare il contatore dell’olio, adattare il corpo farfallato o testare componenti come l’aria condizionata e i finestrini elettrici. È come avere un piccolo meccanico digitale che ti permette di interagire direttamente con la centralina del veicolo. L’app è intuitiva e progettata per chiunque: non serve essere un esperto di motori per capire i risultati della scansione. Ogni errore viene spiegato in un linguaggio semplice, con suggerimenti chiari su come affrontarlo. Un Test che Va Oltre la Diagnosi: La Funzione Riparazione Oltre a rilevare problemi, il CarPal ti fornisce anche guide di riparazione e accesso ai TSB (Bollettini Tecnici di Servizio), documenti ufficiali emessi dai produttori per risolvere problemi comuni. Quando ho riscontrato il problema del sensore airbag, l’app mi ha suggerito possibili soluzioni e mi ha fornito una stima delle tempistiche di riparazione. Questo livello di assistenza ti permette di capire quali interventi sono urgenti e quali possono aspettare, ottimizzando il tuo tempo e il tuo budget. L’Esperienza Utente: Oltre la Tecnologia Quello che rende il TOPDON CarPal davvero speciale è la sua capacità di trasformare il rapporto con la tua auto. Non è più una macchina piena di misteri, ma un amico che ti parla apertamente dei suoi problemi. Usare il CarPal è come avere una finestra aperta sulla salute del veicolo: ti fornisce trasparenza, ti aiuta a prevenire guasti gravi e ti dà la sicurezza di prendere decisioni informate. Ad esempio, grazie al test batteria integrato, ho scoperto che la batteria della mia Cupra era vicina alla fine della sua vita utile. Questo mi ha permesso di cambiarla prima che mi lasciasse a piedi in un momento critico. Conclusione: Perché Dovresti Avere il TOPDON CarPal Il TOPDON CarPal è molto più di un semplice lettore di codici OBD2. 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Nei giorni scorsi per tentare di sanare i guai dell’edilizia milanese è stata votata dalla Camera dei Deputati una legge (contenente la cosiddetta norma Salva Milano) che a nostro parere mette in seria difficoltà l’urbanistica e il governo dell’intero Paese e delle sue città. È un fatto grave e inedito che ci preoccupa come urbanisti, ma che sta generando sconcerto anche tra architetti, professionisti, accademici, amministratori pubblici e comuni cittadini impegnati nell’immaginare e nel guidare processi difficili di cambiamento sociale, economico e ambientale delle città italiane. È un fatto che rischia di compromettere gravemente la possibilità di migliorane la qualità della vita governandone la rigenerazione. In diverse sedi, universitarie e non solo, tra tecnici, amministratori e cittadini si sta aprendo una riflessione sulle implicazioni nazionali di questo provvedimento legislativo. Questo nostro scritto vuol essere un contributo e una riflessione che può e deve chiedere un rallentamento del processo decisionale, e una più responsabile e meditata considerazione delle sue possibili conseguenze.
Cosa è accaduto a Milano?
A Milano, da dieci anni era divenuta prassi che si realizzassero importanti trasformazioni di isolati e parti di città con la stessa procedura di certificazione con effetto immediato (SCIA) con cui si autorizza normalmente una modifica interna di un appartamento o un inizio o conclusione di attività produttive. Questi interventi, il più delle volte di demolizione di un edificio preesistente e di ricostruzione di un nuovo e diverso edificio, erano considerati ristrutturazioni edilizie, con il vantaggio di ottenere una riduzione fino al 60% degli oneri di urbanizzazione altrimenti dovuti e una sostanziale riduzione dei tempi delle procedure. Le convenzioni, con i relativi impegni economici, sono state siglate non in giunta – come sarebbe accaduto qualora fossero state esito di procedure urbanistiche – ma nell’ufficio di un notaio, con una scrittura tra imprese e funzionari, come si trattasse di un negozio privato. In questo modo la città ha iniziato a trasformarsi pezzo per pezzo, fuori da una visione d’insieme dello spazio pubblico e delle esigenze collettive della città, in modi sottratti alla discussione e alla valutazione politica del consiglio e della giunta comunale, senza alcuna considerazione degli impatti ambientali, sociali e sulla qualità di vita degli abitanti. Si è così imposto un modello di “rigenerazione fai da te”.
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La legge approvata alla camera applica il principio di “interpretazione autentica” (quella che taglia la testa al toro) a due dettati di estrema chiarezza fondamentali per legislazione urbanistica italiana: il DM 1444 del 1968 (art 8 comma 2) e la legge urbanistica L.10 del 1977 (art 41 quinquies). I due dettati condizionano la realizzazione di nuove edificazioni che superano i 25 metri di altezza e/o che superano l’altezza di edifici preesistenti e circostanti alla presentazione di un piano attuativo, ovvero un atto di pianificazione di iniziativa pubblica e/o privata che definisce nel dettaglio l’organizzazione urbanistica, infrastrutturale ed architettonica di un ambito di intervento. E comporta la cessione di suoli (le cosiddette “aree a standard”), il pagamento di oneri e la realizzazione di opere utili a costruire la componente pubblica della città come spazi verdi, infrastrutture e servizi, inclusa l’edilizia residenziale sociale. Detto in parole più semplici, se vuoi costruire in deroga alle altezze con un incremento di volumetrie devi dimostrare che la nuova costruzione non peggiora la qualità di vita di chi sta intorno e che migliora – oggi, “rigenera” – la città esistente.
La nuova legge, enfatizzando quello che già molte leggi regionali sulla “rigenerazione urbana” avevano fatto (in Lombardia la legge n. 18 del 26 novembre 2019) opera una drastica e molto discutibile semplificazione stabilendo che ogni tipo di intervento possa essere ricondotto alla “ristrutturazione edilizia”: demolire e ricostruire senza rispettare il sedime e la sagoma preesistente? Certamente. Incrementare il volume dell’edificato? Va altrettanto bene. Si cancella, di fatto, ogni distinzione tra ristrutturazione edilizia e nuova costruzione, tra ristrutturazione edilizia e ristrutturazione urbanistica (che riguardi un isolato intero e non solo un edificio). E vengono resi inutili gli strumenti di accordo tra pubblico e privato per guidare la collocazione dell’edificio nel contesto, per contrattare con le proprietà vicine i nuovi interventi e per collegare il nuovo progetto con la città esistente in modo funzionalmente ed esteticamente congruo. Milano ha visto spuntare grattacieli all’interno degli isolati, a ridosso di edifici e giardini esistenti, al posto di piccoli capannoni industriali. Purtroppo, il rischio è questo, e con questa legge non solo per Milano. La legge, miracolosa, si rivolge, infatti, al futuro ma sana anche gli interventi passati degli ultimi dieci anni, quelli autorizzati a partire dal 2013, quando con il D.L. 98 (cosiddetto “decreto del fare”), per favorire l’attività edilizia, si rese incerto e poco chiaro quanto nelle leggi precedenti era indubitabile e prossimo al senso comune: la distinzione tra ristrutturazione edilizia, nuova costruzione e ristrutturazione urbanistica. Una legge che rischia di esportare il pessimo “modello Milano” in tutta Italia, proprio nel momento in cui l’amministrazione stessa di Milano stava avviando un qualche ripensamento. Si promette da qui a sei mesi una nuova legge di riordino della materia: nel frattempo, la perlomeno discutibile interpretazione di Milano, sarà divenuta legge per tutti.
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Comunicato Stampa #834: Sicurezza sui cantieri e patente a crediti, i tecnici della provincia di Matera si aggiornano
Un convegno organizzato dagli ordini professionali tecnici e dalle associazioni di categoria ha avuto luogo a Matera il 19 novembre 2024. Nutrita la partecipazione di relatori e pubblico. Il 22 novembre seminario su “Molte diverse luci” con il patrocinio di Architetti e Ingegneri delle province di Bari e Matera.
Ha avuto luogo a Matera, nel pomeriggio del 19 novembre 2024, il convegno su “La patente a crediti e la sicurezza nei cantieri”, organizzato dagli Ordini Professionali Tecnici della provincia di Matera e dalle Associazioni di Categoria Confapi, CNA e Confartigianato di Matera. “Mai come in questi ultimi tempi, nel nostro Paese si registrano numerosi infortuni sul lavoro, spesso fatali per le maestranze coinvolte” – commenta l’Ing. Giuseppe Sicolo, presidente della Scuola di Formazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dell’organismo che annovera gli ingegneri di Matera e Provincia. “La qualificazione dei soggetti presenti in cantiere è alla base della cultura della prevenzione, con conseguente riduzione dei rischi. Con l’entrata in vigore della nuova normativa sulla qualificazione delle imprese e sull’istituzione dell’obbligo, per tutti i soggetti coinvolti nei lavori di cantiere, di conseguire la Patente a Crediti, la sicurezza diventa un obiettivo irrinunciabile e condiviso, anche negli appalti a cascata nei cantieri temporanei e mobili”. Nel suo messaggio di benvenuto ai numerosi partecipanti, Sicolo ha altresì sottolineato “l'importanza sempre maggiore, nei cantieri, della figura del coordinatore della sicurezza: infatti, occorre un impegno crescente da parte dei professionisti nella progettazione dei cantieri stessi per garantire la migliore sicurezza per i lavoratori”. Nutritissimo il programma degli interventi: oltre a prevedere i saluti di rito di tutti i presidenti delle organizzazioni professionali e istituzionali partecipanti, hanno preso parte ai lavori del convegno la Direttrice INAIL della Basilicata, Lucia Carmen Angiolillo (“La situazione del lavoro nei dati Inail); il Direttore dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Potenza e Matera, Michele Lorusso (“La sicurezza in cantiere e le ultime modifiche al D. Lgs. 18/08”); il Responsabile Nazionale CNA Costruzioni, Riccardo Masini (“La qualificazione delle imprese e la patente a crediti”); Angelo Licchelli e Luciano Colella, dell’U.O. Medicina e Sicurezza del Lavoro ASM del Materano (“Gli aspetti prevenzionistici dell’ispezione in cantiere”); il Componente del Gruppo di Lavoro Sicurezza del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Gianluca Giagni (“La formazione continua quale strumento di prevenzione per la sicurezza del lavoro”); il Dirigente del Settore OO.PP. della Provincia di Taranto e autore di testi normo tecnici, Pantaleo De Finis (“Il subappalto nei cantieri tra norme e profili operativi”); infine gli incaricati Confapi e CNA di Matera, Mario Bitonto e Matteo Buono, con le conclusioni affidate al Vicepresidente Comitato Regionale di Coordinamento INAIL Basilicata, Leonardo Montemurro. Il simposio, moderato da Giuseppe Lapacciana (Commissione di Sicurezza dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera), ha potuto contare sulla collaborazione della Direzione Regionale dell’INAIL, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Potenza e Matera, e dell’Azienda Sanitaria Locale di Matera. Infine, per venerdì prossimo, 22 novembre 2024, presso l’Aula Magna dell’Università della Basilicata di Matera (dalle 15.00 alle 19.00) è in programma il seminario “Molte diverse luci”, organizzato da Opera Luce in collaborazione con Accademia della Luce e patrocinato dagli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti delle province di Bari e Matera. La partecipazione a questo nuovo evento comporterà il riconoscimento di tre crediti formativi a favore degli architetti e ingegneri che vi aderiranno.
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Sicurezza sui cantieri e patente a crediti, i tecnici della provincia di Matera si aggiornano
Un convegno organizzato dagli ordini professionali tecnici e dalle associazioni di categoria ha avuto luogo a Matera il 19 novembre 2024. Nutrita la partecipazione di relatori e pubblico. Il 22 novembre seminario su “Molte diverse luci” con il patrocinio di Architetti e Ingegneri delle province di Bari e Matera.
Ha avuto luogo a Matera, nel pomeriggio del 19 novembre 2024, il convegno su “La patente a crediti e la sicurezza nei cantieri”, organizzato dagli Ordini Professionali Tecnici della provincia di Matera e dalle Associazioni di Categoria Confapi, CNA e Confartigianato di Matera. “Mai come in questi ultimi tempi, nel nostro Paese si registrano numerosi infortuni sul lavoro, spesso fatali per le maestranze coinvolte” – commenta l’Ing. Giuseppe Sicolo, presidente della Scuola di Formazione del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dell’organismo che annovera gli ingegneri di Matera e Provincia. “La qualificazione dei soggetti presenti in cantiere è alla base della cultura della prevenzione, con conseguente riduzione dei rischi. Con l’entrata in vigore della nuova normativa sulla qualificazione delle imprese e sull’istituzione dell’obbligo, per tutti i soggetti coinvolti nei lavori di cantiere, di conseguire la Patente a Crediti, la sicurezza diventa un obiettivo irrinunciabile e condiviso, anche negli appalti a cascata nei cantieri temporanei e mobili”. Nel suo messaggio di benvenuto ai numerosi partecipanti, Sicolo ha altresì sottolineato “l'importanza sempre maggiore, nei cantieri, della figura del coordinatore della sicurezza: infatti, occorre un impegno crescente da parte dei professionisti nella progettazione dei cantieri stessi per garantire la migliore sicurezza per i lavoratori”. Nutritissimo il programma degli interventi: oltre a prevedere i saluti di rito di tutti i presidenti delle organizzazioni professionali e istituzionali partecipanti, hanno preso parte ai lavori del convegno la Direttrice INAIL della Basilicata, Lucia Carmen Angiolillo (“La situazione del lavoro nei dati Inail); il Direttore dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Potenza e Matera, Michele Lorusso (“La sicurezza in cantiere e le ultime modifiche al D. Lgs. 18/08”); il Responsabile Nazionale CNA Costruzioni, Riccardo Masini (“La qualificazione delle imprese e la patente a crediti”); Angelo Licchelli e Luciano Colella, dell’U.O. Medicina e Sicurezza del Lavoro ASM del Materano (“Gli aspetti prevenzionistici dell’ispezione in cantiere”); il Componente del Gruppo di Lavoro Sicurezza del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Gianluca Giagni (“La formazione continua quale strumento di prevenzione per la sicurezza del lavoro”); il Dirigente del Settore OO.PP. della Provincia di Taranto e autore di testi normo tecnici, Pantaleo De Finis (“Il subappalto nei cantieri tra norme e profili operativi”); infine gli incaricati Confapi e CNA di Matera, Mario Bitonto e Matteo Buono, con le conclusioni affidate al Vicepresidente Comitato Regionale di Coordinamento INAIL Basilicata, Leonardo Montemurro. Il simposio, moderato da Giuseppe Lapacciana (Commissione di Sicurezza dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera), ha potuto contare sulla collaborazione della Direzione Regionale dell’INAIL, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Potenza e Matera, e dell’Azienda Sanitaria Locale di Matera. Infine, per venerdì prossimo, 22 novembre 2024, presso l’Aula Magna dell’Università della Basilicata di Matera (dalle 15.00 alle 19.00) è in programma il seminario “Molte diverse luci”, organizzato da Opera Luce in collaborazione con Accademia della Luce e patrocinato dagli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti delle province di Bari e Matera. La partecipazione a questo nuovo evento comporterà il riconoscimento di tre crediti formativi a favore degli architetti e ingegneri che vi aderiranno.
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Limitazioni notturne sulla SS24: ispezioni nelle gallerie Cesana e Piccola DoraAnas pianifica interventi per garantire sicurezza e manutenzione lungo la Statale del Monginevro. Torino
Chiusure e deviazioni per manutenzione delle gallerie
Chiusure e deviazioni per manutenzione delle gallerie Torino, 3 dicembre 2024 – Proseguono le attività di ispezione tecnica lungo la Statale 24 “del Monginevro”, con interventi previsti nelle gallerie Cesana e Piccola Dora, situate tra Cesana Torinese e Claviere. Per consentire lo svolgimento delle operazioni in sicurezza, saranno applicate limitazioni notturne al traffico. Dettagli degli…
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Migliorare l'assistenza sanitaria: formazione medico-chirurgica e ricerca di strutture
I rapidi progressi nella tecnologia medica e la natura dinamica dell'assistenza sanitaria sottolineano la necessit¢ di una formazione completa e di accesso alle strutture giuste. La formazione medico-chirurgica │ un aspetto fondamentale per lo sviluppo di professionisti sanitari competenti, aiutandoli ad affinare le proprie competenze per fornire cure sicure ed efficaci. Oltre alla formazione, un sistema affidabile per la ricerca di strutture sanitarie garantisce che sia i professionisti che i pazienti possano accedere a strutture di prim'ordine per cure specialistiche e procedure avanzate.
Formazione medico-chirurgica: essenziale per cure di qualità
La formazione medico-chirurgica fornisce un ambiente controllato e immersivo in cui medici, infermieri e tecnici chirurgici possono affinare le proprie competenze prima di entrare in contesti ad alto rischio. Questa formazione sottolinea l'importanza di precisione, velocit¢ e sicurezza del paziente. Praticando tecniche chirurgiche, gestendo le emergenze e imparando le ultime innovazioni procedurali, i tirocinanti si preparano per scenari di vita reale. Molte istituzioni sono passate alla formazione basata sulla simulazione, consentendo agli operatori sanitari di esercitare in un ambiente a rischio zero, il che aumenta sia la sicurezza che la competenza.
Oggi i programmi di formazione avanzata incorporano anche tecniche di robotica e chirurgia mininvasiva, riflettendo il panorama mutevole della chirurgia moderna. Imparare a gestire queste innovazioni prepara i tirocinanti a interventi chirurgici pi efficienti e meno invasivi, il che riduce significativamente i tempi di recupero dei pazienti e le potenziali complicazioni.
L'importanza di una ricerca di strutture sanitarie
Con una gamma sempre crescente di strutture sanitarie, trovarne una dotata delle risorse e delle specializzazioni necessarie pu essere una sfida. Una ricerca dedicata di strutture sanitarie consente ai professionisti sanitari e ai pazienti di individuare strutture che soddisfano le loro esigenze specifiche. Questa ricerca pu includere criteri come la disponibilit¢ di attrezzature chirurgiche specializzate, reparti medici specifici e il livello di competenza del personale medico.
Le piattaforme di ricerca online e i database sono strumenti inestimabili a questo proposito. Consentono agli utenti di confrontare le strutture in base a valutazioni, posizioni e tipi di assistenza offerti. Questo processo non solo aiuta i professionisti a trovare luoghi di lavoro ottimali, ma consente anche ai pazienti di fare scelte informate per il loro trattamento.
Conclusione
Affinch← i medici possano fornire cure di alta qualit¢, hanno bisogno di una combinazione di solida formazione chirurgica e facile accesso a strutture sanitarie avanzate. I programmi di formazione che incorporano simulazione, robotica e tecniche minimamente invasive sono essenziali per preparare i professionisti. Nel frattempo, una ricerca semplificata di strutture sanitarie aiuta a identificare le risorse e le competenze giuste. Con aziende come Atlantis SRL, specializzata nell'ottimizzazione di soluzioni sanitarie, sia i programmi di formazione che le ricerche di strutture stanno diventando pi accessibili, consentendo ai professionisti sanitari di servire i pazienti con i pi alti standard di cura.
Per maggiori informazioni:-
Formazione Medico Chirurgica
Ricerca Struttura Sanitaria
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