#insieme da una vita
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fiveyearsoldgirl · 9 months ago
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⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀io sono quello che sembro ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀Voglio volare in alto fino a poi toccare il cielo ⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀E poi, se un giorno cado ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀Al massimo succede che esce sangue dal naso ⠀⠀Perché quello che io faccio lo faccio perché lo voglio ⠀⠀⠀Per gonfiare il portafogli, a dirlo non mi vergogno ⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀E se un giorno impazzisco e mi sparo ⠀⠀⠀⠀Resterà qualche disco e qualche collana d'oro ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀Ho la guerra in testa da giorni ⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀Penso sempre a quello che non ho
Papa V — insieme da una vita
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hercorrupterofwords · 5 months ago
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clorinda my beloved
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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#comunque devo condividere questa cosa meravigliosa che è successa#la mia insegnante di recitazione ha convinto una mia amica e compagna di corso a provare l'audizione per l'accademia#lei c'è andata con zero aspettative e pochissimo tempo per prepararsi#ed è stata presa#e somehow io sono più felice di lei AHAHAHAH#quando me l'ha detto mi sono emozionata#mi dispiace che non siamo più insieme però praticamente l'ho convinta ad iscriversi#perché era un sacco insicura ma poi io l'ho bombardata di audio in cui le urlavo quanto fossi contenta#e allora si è convinta#sono un pochino invidiosa perché è il mio rimpianto più grande e magari se l'avesse proposto anche a me l'avremmo fatto insieme#però le mie ultime performance non sono state proprio ottime quindi lo capisco#ma cerco di incanalare tutto questo nella fierezza che sento per lei#ci conosciamo da luglio ma mi sento come se stessi gioendo per il traguardo di una vita#gioendo?#a lei pure dispiace che così non saremo più insieme ma io le ho letteralmente detto '#e sti cazzi? tanto vorrò sapere tutto quello che fai quindi ci sentiremo sempre comunque' WHAHHAHA#niente sono contentissima#ho avuto due settimane tremende e questa cosa mi ha sollevato un sacco il morale#+ ieri sono uscita con compagna di università e la sera mi ha mandato un messaggio#ho il trauma di quella di quest'estate quindi ho tremato#e invece era per dirmi che era da tanto che non si sentiva così bene con una persona come è stata con me#quindi ora se non fosse per la gamba e per il fatto che non posso camminare sarei al settimo cielo#niente scusate volevo raccontarlo
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lonelysmile · 2 years ago
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sunelrose · 6 months ago
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Chi ti ama davvero non ti svaluta, non ti fa sentire sbagliata, non ti mette a confronto con altre donne, non minimizza i tuoi problemi, non ti fa sentire in colpa, non ti rinfaccia le cose, non ti punisce con il silenzio, non ti ignora o si allontana da te, non ti fa mancare il suo supporto, non ti abbandona quando sei in un periodo buio e difficile , non ti lascia andare così facilmente, non ti fa sentire incapace, non ti dà per scontata, non si dimentica i piani e progetti fatti insieme, non mette in dubbio i tuoi sentimenti, non ti fa vivere nell'incertezza, non dà attenzioni e/o confidenza ad altre, non ignora i tuoi bisogni, non ti priva di attenzioni e cure, non ti toglie la luce ma te la dà , non ti fa' sentire meno amata anzi, non ti fa andare a letto piangendo, non ti critica, non si fa problemi ad ammettere i suoi errori e chiedere scusa, non ti mente e non ti nasconde le cose, non ti esclude dai suoi piani ma fa di tutto per averti nella sua vita, non chiacchera ma dimostra, non smette di farti complimenti, non ti toglie il sorriso, non ti ferisce in alcun modo, non si arrende specialmente alle prime difficoltà , non usa le cose che sa su di te per colpirti, non cambia idea da un giorno all'altro, non si spaventa.
Se accetti una persona così al tuo fianco, non ti ami.
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raccontidialiantis · 9 days ago
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La migliore amica al Blue Bar
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Dieci anni fa erano fidanzati. Nina: piccolina, una seconda di reggiseno. Una ragazza graziosa, certo, ma niente di che. Per giunta un tipo dalle scarse prospettive lavorative, diciamoci la verità. Ma Elio, bello come un apollo, la amava! Ed era la sua unica gioia. Poi Adele, la sua migliore amica lo intercettò col suo radar, se ne innamorò e in breve glielo rubò. Sfido io: era una furba valchiria bionda, di ottima famiglia. Fotomodella per hobby ed economista appena laureata agli inizi in un prestigioso studio della città. Non si sono parlate per anni. Ma poi le vicende della vita si incrociano e si impara a perdonare. Ridivennero amiche intime.
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La petite fu invitata al matrimonio della valchiria. Sotto la cenere il fuoco cova sempre e dopo poco tempo fu più forte di lei: iniziò a messaggiarlo, a lavorarlo di fino, facendogli capire e non capire, stuzzicandolo. Infine, gli disse in modo esplicito che lo desiderava ancora. Tantissimo. Si trovarono al Blue Bar per un caffè nel primo pomeriggio: lui era certo lusingato nel suo orgoglio di maschio, ma era anche intenzionato a dirle di smetterla. Per ovvie ragioni. Lei a un certo punto gli gettò addirittura le braccia al collo, folle di desiderio: in quel locale lo baciò intensamente e poi si scusò. Pianse, anche.
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E lui si intenerì per lei. Gli chiese, rossa in viso, di riaccompagnarla. La tensione si stemperò subito: si conoscevano troppo bene e da anni, perché ci fosse imbarazzo tra loro. Nel tragitto parlarono di tutto. Arrivati che furono sotto casa della ragazza, in macchina lei si sbottonò la camicetta, gli prese la mano e se la mise sul seno guardandolo fisso negli occhi: a questo punto l'uomo, già fortemente in bilico, non poté più resisterle e la sua voglia di lei, arrivata ormai al massimo, gli fece cambiare istantaneamente piano d'azione. La moglie era al lavoro e sarebbe tornata tardi, per l'ora di cena.
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Salì quindi su da lei e la scopò a lungo in tutti i modi possibili. Da allora, quella donnina minuta ma determinata e col cuore d'acciaio diventò il suo vizio segretissimo, la sua droga. La scopava spesso e lei ogni volta godeva doppiamente, pensando alla vendetta compiuta sulla sua cara amica intima, finalmente cornuta e ignara di tutto. Nina s'era quindi presa il meglio, dalla vita. Senza i lati negativi della convivenza. Poi, finito l'amplesso, invariabilmente telefonava ad Adele per due chiacchiere e per chiederle di uscire insieme: per far compere o per un caffè al Blue Bar.
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RDA
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tulipanico · 11 days ago
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Riflessione sulla dimensione del collettivo.
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Costruire qualcosa, insieme. Trovare una dimensione in cui far risaltare la propria voce. Tessere una trama di fili di colori diversi, disegni fitti, intricati, difficili da sbrogliare. Il gruppo mi spaventa e mi affascina. Mi chiama a sè, ne cerco l'approvazione, e poi mi fa fuggire lontano, con l'innato desiderio di nascondermi, farmi piccola, non vista. La dimensione collettiva fa da risonanza, microfono, eco. Quello che dico diviene grande, si insinua nei pensieri degli altri, crea molteplici versioni di sè. Quello che sono si perde, si trasforma, si annienta, rinasce. Perde i suoi confini e si ricostruisce senza poter far a meno dei semi gettati dagli altri. Un’inevitabile e reciproca condivisione. Ciò che condivido cessa di essere mio, mio soltanto, eppure il nostro frutto pare più solido, complesso, sfaccettato, e quella porzione di me, interconnessa alle altre, sembra più forte. Allora, lascio andare.
Quando le onde si incontrano, avviene quel fenomeno fisico chiamato interferenza, e laddove queste vengono in contatto, inevitabilmente non sono più sole, si sommano o si azzerano a seconda delle posizioni reciproche. Una conversazione tra acqua ed energia. Ciò che sono, ciò che sei: quello che siamo si intreccia e diviene qualcosa di nuovo. L’incontro dona vita a qualcosa che prima non esisteva, disegna una trama irriproducibile sullo specchio dell’acqua. Siamo noi, nella nostra singolarità, a permettere quel particolare disegno, ma non siamo più singoli, uni. In quel centro, esistiamo solo insieme.
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der-papero · 2 months ago
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Tre sere fa, quando ho fatto questa foto, mi sono fermato un attimo a riflettere su come, lentamente, io stia ritrovando la mia vita, quella che avevo 10 anni fa, quella fatta delle mie passioni, dei miei spazi, dei miei tempi.
Nel 2014 non so cosa sia andato storto, ma iniziai a fare puttanate. Ogni volta, per correggere quella appena fatta, ne facevo una più grossa, per poi scappare in Germania, con la sicurezza che avrebbe messo a posto le cose, macché, ho continuato a farne qui, perché mi ero fondamentalmente perso e non riuscivo ad essere più quello di prima.
Ho provato a legarmi a tutti sperando di risolvere le cose, col risultato di fare peggio, le persone entravano nella mia vita, ci facevano quello che volevano e poi se ne andavano, lasciando un disastro. Il 2024 me ne ha portate via altre due, così, dopo anni insieme, senza motivo, dopo essersi prese un pezzo di cuore, sparite, senza una ragione, senza che io abbia torto un capello, nulla, ed è solo l'ultimo di tantissimi casi.
In tutto questo casino è nato il personaggio che ho costruito qui, che è un po' il risultato paradossale di tante cose, non sarebbe mai dovuto esistere, io qua non ce dovevo veni', diceva il saggio, e fortuna che poi mi ha donato due legami straordinari e al tempo stesso è diventato qualcosa di diverso e di allegro, ma il fatto rimane, non doveva esserci. Non rinnego quello che è oggi, ma se potessi premere un tasto e cancellare tutto, ma intendo tutto, forse sacrificherei anche questo, perché, almeno agli inizi, è stata l'ennesima puttanata fatta per non risolvere un problema.
Poi è arrivata Lilly nella mia vita, e qualcosa è cambiato profondamente. Lilly si è presa tutto, da ogni direzione, lasciandomi una porzione di tempo talmente limitata da iniziare a darle un valore immenso. Non procastino più, non cerco scuse o distrazioni, non esiste più "tanto c'è tempo", no, ogni secondo adesso ha un valore, e ho cominciato ad usarlo come 10 anni fa, con ciò che mi rendeva felice, con quei fogli e quella penna. La conseguenza di questo mio impegno costante, ogni sera, dedicato allo studio, oltre a ridarmi quello che ero prima, mi ha fatto permesso di vedere che da tempo ormai il vaso che doveva traboccare non c'era più, ma io mi illudevo che potesse ancora funzionare, e allora sì, ho iniziato a tagliare tutto quello che ho con gli altri, perché non sono più perso, e il mio tempo conta. Le persone che amo sono rimaste e non permetterò mai a nulla e a nessuno di portarmele via, ma il resto del mondo non mi interessa più, non mi sento più solo.
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nomeutenteerrato · 9 months ago
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« Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L'onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l'ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole.
Si batté fino all'ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su sé stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.
Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell'infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania.
In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l'omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944.
Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati. Queste due concomitanti ricorrenze luttuose, primavera del '24, primavera del '44, proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica - non soltanto alla fine o occasionalmente - un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista.
Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così.
Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell'ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l'argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l'esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola "antifascismo" in occasione del 25 aprile 2023).
Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana. »
- Antonio Scurati
Monologo (censurato dalla Rai), ma qui per condividerlo perché: antifascismo sempre!
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occhietti · 4 months ago
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Dicono che tutti i giorni dobbiamo mangiare una mela per il ferro e una banana per il potassio. Anche un'arancia per la vitamina C e una tazza di Tè verde senza zucchero, per prevenire il diabete.
Tutti i giorni dobbiamo bere due litri d'acqua anche se poi espellerli richiede il doppio del tempo che hai messo per berli.
Tutti i giorni bisogna bere un Actimel o mangiare uno yogurt per avere i "L. Cassei Defensis", che nessuno sa bene che cosa cavolo siano, però sembra che se non ti ingoi per lo meno un milione e mezzo di questi bacilli tutti i giorni, inizi a vedere sfocato.
Ogni giorno un'aspirina, per prevenire l'ictus, e un bicchiere di vino rosso, per prevenire contro l'infarto. E un altro di bianco, per il sistema nervoso. E uno di birra, che già non mi ricordo a che cosa serva. Se li bevi tutti insieme, ti può provocare un'emorragia cerebrale, ma non ti preoccupare perché non te ne renderai neppure conto...
Tutti i giorni bisogna mangiare fibra. Molta, moltissima fibra, finché riesci a evacuare un maglione.
Si devono fare tra i 4 e 6 pasti quotidiani, leggeri, senza dimenticare di masticare 100 volte ogni boccone. Facendo i calcoli, solo per mangiare se ne vanno 5 ore. Ah, e dopo ogni pranzo bisogna lavarsi i denti, ossia che dopo l'Actimel e la fibra lavati i denti, dopo la mela i denti, dopo la banana i denti... e così via finché ti rimangono tre denti in bocca, senza dimenticarti di usare il filo interdentale, massaggiare le gengive, il risciacquo col colluttorio... Meglio ampliare il bagno e metterci il lettore di CD, perché tra l'acqua, le fibre e i denti, ci passerai varie ore.
Bisogna dormire otto ore e lavorare altre otto, più le 5 necessarie per mangiare, 21. Te ne rimangono 3, sempre che non ci sia traffico. Secondo le statistiche, vediamo la televisione per tre ore al giorno. Ma no! Non si può, perché tutti i giorni bisogna camminare almeno mezz'ora.
Bisogna mantenere le amicizie perché sono come le piante: bisogna innaffiarle tutti i giorni per mantenerle in vita.
Inoltre, bisogna tenersi informati, e leggere per lo meno due giornali e un paio di articoli di rivista, per una lettura critica.
Ah!, si deve fare sesso tutti i giorni, però senza cadere nella routine: bisogna essere innovatori, creativi, e rinnovare la seduzione.
Tutto questo ha bisogno di tempo. E senza parlare del sesso tantrico.
Bisogna anche avere il tempo di scopare per terra, spolverare, lavare i piatti, i panni, stirare e non parliamo se hai dei figli o un cane.
Insomma, per farla breve, i conti danno 29 ore al giorno. Non c’è niente da fare: devi fare varie cose insieme. Si chiama multitasking, non c’è altra soluzione! Per esempio, ti fai la doccia con acqua fredda e con la bocca aperta, così almeno ti bevi i due litri canonici. Mentre esci dal bagno con lo spazzolino in bocca e fai l’amore (tantrico) con il compagno/a che nel frattempo guarda la TV e ti racconta, mentre tu lavi il pavimento. Ti rimane una mano libera? Chiama i genitori o qualche amico. Dopo aver chiamato i genitori, avrai senz’altro bisogno di un goccio di vino per tirarti su. Il Bio Puritas con la mela te lo può dare il partner, mentre si mangia la banana con l’Actimel, e domani fate il cambio.
Mi è venuta la confusione mentale.
Adesso ti lascio, perché tra lo yogurt, la mela, la birra, il primo litro d’acqua e il terzo pasto con fibra della giornata, già non so più cosa sto facendo. So che devo andare urgentemente in bagno. E ne approfitto per lavarmi i denti. Però, se ti rimangono due minuti liberi, invia una copia ai tuoi amici, che devono essere annaffiati come una pianta.
Se ti avessi già mandato questo messaggio, perdonami. È l’Alzheimer che, nonostante tutte le cure, non sono ancora riuscita a debellare.
web - Autore sconosciuto
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artide · 15 days ago
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Ho condito gli gnocchi di patate avanzati con un filo d'olio per non far si che si attaccassero e quell'odore di gnocchi ed olio mi ha riportato indietro alle tristi domeniche paterne in cui il massimo che ci si poteva aspettare era una pasta in bianco, o condita con un sugo pronto che avremmo digerito l'indomani, una fettina di carne, insalata iceberg insulsa condita con olio, oppure talvolta in assenza di altro anche questi famigerati gnocchi di patate in vaschetta conditi con olio. Questi gnocchi proustiani mi portano proprio indietro la, a quella sensazione di trascuratezza in cui il cibo non era veicolo di amore ma di sofferenza scipita. Con la madre, mia nonna, non è che andava meglio. Colazione a base di latte UHT intero bollito perché non si sa mai, e l'odore della sua banana che scaldava nella piastra ogni mattina insieme alle microplastiche di un barattolo di yogurth. Questo latte con la pellicola era la morte inconscia dei miei fratelli e me, bianco, senza cacao, orzo, un latte senza vita. Forse si è trasmessa da madre a figlio quell'inadeguatezza, quell'abbandono, quel nutrimento mancato che si è rispecchiato nell'atteggiamento di mio padre nei confronti del mondo, come se gli fosse dovuto tutto quello che non ha ricevuto in una sete insaziabile, in una voracità primitiva dove non è concesso gusto ma solo riempirsi lo stomaco velocemente. Credo di aver imparato a cucinare per sfuggire a week end a base di cibi pronti, fagioli in scatola e tristezza e da piccoli capitavano periodi estivi di giorni e giorni in cui il menù era quello sopra citato che si rigiravano tra mattina e sera e la sera e la mattina e di aver trasmutato il cibo, il cucinare come linguaggio d'amore per chi viene a trovarmi, per fare un regalo, quando si cucina un po' tutti per le cene e per le occasioni di festa.
Forse ho spezzato quella catena di riproduzione.
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angelap3 · 2 months ago
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Ci sono state raccontate due grandi falsità su Cleopatra: innanzitutto, non era affatto una bellezza convenzionale; in secondo luogo, non era neanche egiziana. Gli storici hanno cercato di spiegare come una donna sia riuscita a sottomettere gli uomini più potenti del suo tempo, ma i documenti storici testimoniano che Cleopatra non era semplicemente una seduttrice, bensì una donna di intelligenza straordinaria.
Plutarco scrive di lei che era incredibilmente affascinante, anche se non bella nel senso classico del termine. Racconta che fosse impossibile dimenticarla. Cleopatra aveva una voce così melodiosa e magnetica da incantare chiunque le parlasse.
Era una donna dotata di un’intelligenza eccezionale.
Cleopatra era profondamente istruita e padroneggiava diverse discipline, tra cui matematica, astronomia, oratoria e filosofia. Fu la prima e unica sovrana della dinastia tolemaica ad abbracciare la religione e la cultura egiziane. Nessuno dei suoi predecessori aveva mai mostrato interesse per le tradizioni del popolo che governavano: tutti veneravano esclusivamente gli dèi greci.
Inoltre, Cleopatra era una poliglotta straordinaria: parlava almeno nove lingue. Fu la prima tra i Tolomei a imparare l’egiziano, una lingua che nessuno prima di lei si era mai preoccupato di studiare, nonostante governassero l’Egitto. Tra le altre lingue che conosceva c’erano l’ebraico, l’etiopico, l’arabo, il persiano e il latino.
Cleopatra ebbe quattro figli: il primogenito, Tolomeo XV Cesarione, probabilmente nato da Giulio Cesare, e tre avuti da Marco Antonio. I gemelli, figli di Antonio, portavano nomi che in traduzione significano "Sole" e "Luna".
Dopo la morte di Cleopatra, Cesarione fu giustiziato da Ottaviano, il figlio adottivo di Cesare. Gli altri figli furono portati a Roma per essere allevati. Si sa che la figlia si sposò con un re della Mauretania, ma il destino degli altri figli rimane avvolto nel mistero.
Cleopatra e Marco Antonio morirono insieme. Avevano deciso che, in caso di sconfitta, si sarebbero suicidati. Antonio si tolse la vita con la spada, mentre si crede che Cleopatra abbia usato il veleno di un serpente.
La regina, rinchiusa in una stanza con le sue ancelle, fu minacciata da Ottaviano: se si fosse suicidata, avrebbe colpito i suoi figli. Nonostante ciò, Cleopatra decise di togliersi la vita. Secondo i romani, un servo le avrebbe portato un serpente nascosto in un cesto di fichi, ma molti storici ritengono più probabile che Cleopatra avesse nascosto del veleno in una forcina cava tra i capelli.
Prima di morire, Cleopatra scrisse una lettera a Ottaviano chiedendo di essere sepolta accanto a Marco Antonio. La sua morte fece infuriare Ottaviano, poiché lo privò del trionfo di esibire la regina sconfitta.
Ad oggi, la posizione esatta della tomba di Marco Antonio e Cleopatra rimane sconosciuta. Esistono solo ipotesi e supposizioni.
Così si concluse la vita di Cleopatra, un’incredibile sovrana, ultima regina d’Egitto e ultima rappresentante della dinastia tolemaica. Con la sua morte, l’Egitto perse la propria indipendenza e divenne una provincia dell’Impero Romano. La caduta di Cleopatra segnò la fine della grande civiltà egizia.
Informatevi meglio, prima di scrivere cazzate, mondo di Tumblr.
Notte ✨✨✨
(Angela P.)
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Tema: l’esperienza sessuale che vorrei rivivere
Svolgimento:
Qualche hanno fa conobbi, su un sito di incontri, Giorgio, uno psicoterapeuta
Lo incontrai reticente, ma dopo 2 ore passate con lui ero già convinta su come dovesse andare la serata
A parte l'oggettiva bellezza, di sicuro il suo lavoro, lo aiutava a rendersi interessante e affabile
Se aggiungiamo poi che il suo campo è la sessualità e le parafilie, bè... Con me, aveva pane per i suoi denti
La faccio breve: scopammo in macchina, nel parcheggio di piazza della Repubblica, a Porta Palazzo
Nei giorni successivi scoprii che era sposato e con una "lolita" come amante
Chiacchierando mi confidò di avere un amico dai tempi dell'università, anche lui psichiatra e complice di giochi spregiudicati e deontologicamente inappropriati
Ma vabbè!
Mattia, l'altro Doc, si accupava di disturbi alimentari
Considerando le mie inclinazioni sessuali e il mio passato da grande obesa (e annessa bulimia) devo aver pensato che fossero la coppia giusta per me
Mi convinsero ad incontrarli insieme e così feci, una sera di fine Agosto
La sera fu una figata, perché seduti ad un tavolino in pieno Quadrilatero, giocammo a rimbalzarci provocazioni
Mi facevano aprire le gambe, scostare le mutandine per fargliela vedere
Bevevano il loro drink facendomi sentire al centro di tutto
Erano eleganti, entrambi belli e affascinati ed io rapita dal loro modo di fare
Una coppia ben collaudata ed entrambi consci delle proprie potenzialità
Sapevo che c'era una camera d'albergo che ci attendeva e il cerchio si sarebbe chiuso con un triangolo perfetto
Prima però mi costrinsero a corteggiare la cameriera, giovane e carina, per portarcela in camera con noi
Le congiunzioni stavano andando esattamente come volevamo e, carichi come molle, pregustavamo la nottata che ci attendeva.
Poi, a Giorgio, è arrivata una telefonata
La sua amante, impazzita di gelosia per non so quale motivo, aveva pubblicato, per ripicca su fb, qualcosa che lo metteva in relazione con lei e, la moglie, era venuta improvvisamente a conoscenza di cose che probabilmente avrebbe preferito non sapere!
Sotto gli occhi di tutti, tra l'altro.
Insomma un puttanaio.
Io mi sono ritrovata con un uomo fuori controllo che urlava al telefono per le vie di Torino e un altro eccitato come un riccio, pronto a buttarlo ovunque.
Li ho caricati in macchina e abbandonati in Piazza Castello, con la promessa di risentirci
Ma indovinate com'è andata?
Niente, nella mia vita è entrato l'uomo del deserto e piano piano mi sono dedicata a lui.. Poi vabbè, il covid, l'Afghanistan, l'Oreste come un'ombra nella mia vita, hanno mandato tutto nel dimenticatoio
Giorgio mi ha riscritto un paio di volte, ma vederlo così turbato e incapace di gestire quella situazione, mi fece ricredere su di lui
Non basta una laurea in psichiatria per saper restare centrati e non mandare in merda la propria vita!
Se poi ti scopi delle schegge impazzite di 18 anni...
Cmq.. Per rispondere
Io vorrei viverla/riviverlo (MMF) una situazione a tre, come quella
Mi manca, tra le esperienze fatte..
—___--
l'ho scritto di getto nel bagno dell'ufficio, non ho corretto, non ho riletto
Perdonate errori e strafalcioni 😉
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mucillo · 1 month ago
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"Svegliarsi insieme."
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Ciao! Né freccia né pietra:
io! – La più viva delle donne:
vita. Tutte le mie carezze –
al sonno incompiuto.
Vieni qui! (vale a dire:
Tienimi! – è questione di senso)
Afferrami tutta così felice
e semplice come mi vedi!
 
Stringimi! – che oggi lontano navighiamo,
stringimi!  – che sciamo! – con un filo di seta!
Oggi porto una pelle nuova:
quella dorata, la settima!
 
– Mio! – altro che ricompense
in cielo, se tra le braccia, sulla bocca
c’è la Vita: la felicità sfacciata
di dirti ciao ogni mattina!
Marina Cvetaeva – moscovita ribelle irrequieta e coraggiosa
(da “Scusate l’Amore. Poesie, 1915-1925”, Marina Cvetaeva,)
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der-papero · 6 months ago
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Come primo mese da padre, al di là delle battute che ogni tanto pubblico qui, è stato abbastanza duro.
Non che io le rimproveri nulla, ci mancherebbe. Come biasimare una persona che, dalla sera alla mattina, si ritrova un povero stronzo nella propria vita, senza aver avuto la possibilità di poter dire la sua, ed essere anche costretta suo malgrado a doverla accettare, quando nulla era dovuto a nessuno, solo perché le è andata di sfiga (certo, c'è di peggio, ma sempre di sfiga si tratta, è andata molto meglio al gatto di Ilaria, per capirci). Razionalmente l'ho sempre accettato, ma una cosa è dirla, una cosa è viverla, e io l'ho vissuta male, molto male, il suo tenermi a distanza, il suo volermi evitare a tutti i costi, quasi come a dire "so che devi essere il mio papà perché l'ha detto un burocrate qualsiasi, ma almeno non mi rompere il cazzo", e diciamo che così ho fatto, pieno di rabbia e delusione ci siam divisi, vivevamo come due studenti universitari che condividono una casa, ognuno per conto suo, e così è stato per giorni, non ci ho dormito per diverse notti, e non riuscivo a trovare una soluzione, nonostante ci provassi in tutti i modi, una via per comunicare, un modo per trovarsi, quelle robe di cui tutti sembrano capire tanto qui sopra e poi a nessuno funziona. Esausto e avvilito, mi sono arreso e ho fatto finta come se non esistesse più, se non nei miei stretti doveri, perché rompere le scatole mai, a nessuno.
Poi, non so bene cosa sia successo, un giorno si è svegliata e mi ha detto ti voglio bene, così, di botto, lasciandomi come un cretino. E non perché le servisse qualcosa o avesse un po' di melassa da smaltire, era sincera, si sentiva dal suo abbraccio. E da allora sembra come se stessimo insieme da sempre, la mia scrivania è piena di disegni che mi dedica, mi tira via dai meeting, ci tiene a dire davanti a tutti che passare il tempo con me è tutta un'altra cosa, e che vi devo dire, io ho ritrovato il sorriso, il sonno e la gioia di vivere. Non saprò mai perché, e non lo voglio manco sapere.
Personalmente sono contrario a mostrare foto che non sono mie, quindi qui non ci sarà mai, e pur se volessi legalmente parlando non potrei. Questi racconti sono le mie foto con lei, perché chissà, se non schiattiamo tutti forse riuscirà a leggerle queste parole un domani, e ci faremo insieme una bella risata e un bel pianto su.
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raccontidialiantis · 1 month ago
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La scusa di Natale
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Luciana non sapeva più come suscitare il suo interesse. Lo desiderava da tempo, da quando erano ragazze. Ma Elena, la sua amica intima, era stata più fortunata e alla fine se l'era sposato. Comunque amici da una vita, l'occasione finalmente arrivò ed era troppo ghiotta, per non coglierla: fortuitamente soli in casa prima del cenone da festeggiare tutti insieme, per via dello shopping dell'ultimo momento, senza i rispettivi coniugi nella stessa stanza e per giunta con in casa nessun altro in vista, forse per una mezz'ora abbondante, non si perse d'animo e gli disse: “sai, Antonio: probabilmente ho un nervo accavallato, ahia!”
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Lui, tonto come tutti gli uomini, le rispose: “se vuoi ti faccio un massaggio, fammi vedere dove…” Luciana, con gesto sensuale e lento, guardandolo negli occhi, scoprì le spalle e l'uomo per qualche secondo davanti al più bello spettacolo del mondo non riuscì a proferir parola: lingua di felpa, bocca aperta e un insolito, improvviso rimescolio nel basso ventre. Le massaggiò l'incavo del collo, ma da quel mugolio un po’ troppo partecipe, dai 'si' sussurrati, continui e rochi, dal sorriso esplicito che ella gli rivolgeva, capì che era altro che quella femmina stupenda, perfida e adorabile voleva.
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La prese e la sbatté al muro; pur con le labbra incollate a quelle di lei, le sollevò la gonna e le infilò una mano tra le cosce. Lei le allargò, inarcò in avanti i fianchi e facilitò le sue manovre, guardandolo spesso negli occhi a sfidarne la mascolinità a lungo repressa da un matrimonio stanco. Antonio la frugò in modo esperto, come solo un uomo sposato da vent'anni sa fare e la fece godere. Poi, scesi i calzoni, in piedi la infilò in una botta sola. Luciana spalancò gli occhi e aprì la bocca, godendo come una pazza per la conquista e per l'entità del membro. Lui con dei colpi ben assestati le scaricò dentro la sua esplicita e più desiderata dichiarazione d'amore.
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Fu rapido, frettoloso ma bellissimo. Fra un po’ sarebbero tornati tutti. Le disse: “d'ora in poi sarai solo mia, capito? Fai un cenno con la testa, mentre ancora godi con me dentro. Con tuo marito saranno solo mal di testa e indisposizioni. Ti voglio tutta solo e soltanto per me.” Le disse queste cose continuando a leccarle il collo e baciandola. Si rivestirono lesti. Era riuscita a fottere e rubare il marito a Elena, la sua più cara amica. Ma non se ne pentì mai: la storia andò avanti per anni. E lui la godette appieno. Ogni giovedì.
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Lei invece, pur provando un orgasmo proibito dopo l'altro, aveva il suo più grande piacere proprio quando spettegolava sottobraccio alla sua amica, passeggiando e discettando di corna altrui e malizie femminili varie. E sorseggiando un caffè o leccando un gelato, percepiva Elena come moglie e madre tranquilla, sicura dell'amore fedele e inscalfibile dell'uomo che invece aveva risvegliato dentro di lei la puttana insospettabile e repressa che aveva dentro. L'amore è custodire un segreto enorme e inconfessabile, è il gusto dell'assolutamente proibito finalmente e ripetutamente violato. Non c'è nulla che dia più soddisfazione all'anima.
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RDA
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