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Fratelli d'Italia esprime contrarietà al progetto dell'impianto di cogenerazione a Rivoli
Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ribadisce la propria opposizione alla realizzazione dell’impianto di cogenerazione per il teleriscaldamento che Edison intende costruire a Posta Vecchia.
Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ribadisce la propria opposizione alla realizzazione dell’impianto di cogenerazione per il teleriscaldamento che Edison intende costruire a Posta Vecchia. Nonostante le rassicurazioni di Edison e Arpa, i consiglieri esprimono dubbi sull’impatto ambientale, economico e sociale dell’opera. Le preoccupazioni dei cittadini e dei consiglieri Durante la…
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Ieri sera, in una trasmissione tv ho sentito una domanda intelligente di un ospite su quanto sta accadendo in Ucraina: "ma ce l'abbiamo una idea chiara su cosa fare quando finira' questa guerra?" Eh, gia'!! Perche' tutti pensano all'oggi e nessuno al domani. E cosi ho pensato di comprare un biglietto in prima fila per godermi gli eventi futuri. Vedere la reazione di quella maggioranza di italiani che oggi si spella le mani quando Letta o la Meloni parlano della giustezza di spendere miliardi e miliardi di euro per armare gli ucraini e la Nato. Vedere la reazione di tutti quegli italiani che da due mesi si spellano le mani ad applaudire le mosse di Draghi o al martellamento ideologico di stampa e tv. Quello che voglio godermi e' la reazione di quei politici che oggi sono in prima linea al fianco dell'Ucraina e della maggioranza degli italiani quando quella Nazione verra' fatta entrare in Europa a furor di popolo. Mi incuriosisce pensare alla faccia che tanti italiani faranno quando, giustamente, milioni di quelle persone se ne andranno in giro a lavorare nei Paesi europei e quando l'Europa sborsera' centinaia di miliardi di Euro perche' quel Paese va ricostruito da zero. Ci pensate a quante migliaia di imprese si sposteranno su quel suolo con la scusa di aiutare, lasciando nella merda migliaia di lavoratori italiani? Sara' un Recoveryucrain : soldi da 27 Paesi verso uno soltanto. Gia' immagino la faccia degli elettori nazionalisti della Meloni o del padano con lo stemma di quel tale da Giussano. La Patria..prima gli italiani..sai che spasso a sentirli, sai che goduria a vedere le reazioni dei loro elettori. Si ricostruiranno le scuole ucraine e le nostre resteranno cadenti a pezzi. Soldi per strade, autostrade, ferrovie e zero soldi per le nostre infrastrutture. Soldi per ricostruire case ed ospedali e zero soldi per la nostra sanita' e per gli sfrattati. Finalmente i Borghese e Briatore vari avranno la loro manodopera a due baiocchi ma con la voglia di imparare. Zio Sam alle porte della Russia senza costi e senza fatica e l'Europa divisa in mille futuri rivoli nazionalisti. Si, voglio stare proprio in prima fila per godermi la storia futura, gia' sapendo che tutti rinnegheranno il loro consenso odierno, proprio come successe col fascismo dopo il 25 Aprile del 1945 quando tutti rinnegarono l'appartenenza o la condivisione per quel fenomeno orribilmente orrendo. @ilpianistasultetto
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‼️ Utilizzo delle compensazioni ambientali del petrolio a tutela dei nostri territori. I Comuni protagonisti delle scelte. È stato approvato il bando relativo ai 9.000.000 di euro all’anno previsti dalla L.R. n. 53/2021 “Finanziamenti per le azioni di compensazione e mitigazione ambientale per i Comuni della Basilicata” per il finanziamento, appunto, di opere per valorizzare gli spazi naturali, migliorare la qualità del paesaggio, conservare la naturalità, rafforzare la biodiversità e riqualificare le aree urbane. La legge da me proposta quando ero assessore. Rappresenta, per quanto mi riguarda, la concretizzazione di una promessa fatta ai Lucani e mantenuta: mai più le compensazioni del petrolio si sarebbero perse in mille rivoli con scarse ricadute sul territorio. Sin dagli anni in cui occupavo il ruolo di opposizione, infatti, ho sostenuto che le compensazioni ambientali venivano utilizzate, impropriamente, per fare tutto tranne che compensare dal punto di vista ambientale le nostre Comunità. Per questo è nata, durante il mio mandato assessorile, la L.R. 53/2021, 13 milioni di euro all’anno, di cui 2 milioni per la Città di Potenza e 2 milioni per la Città di Matera e 9 milioni per tutti gli altri Comuni lucani. La legge si propone, da un lato, di vincolare nelle finalità l’uso di questi fondi e dall’altro di coinvolgere i Comuni, tutti i Comuni della Basilicata, nel loro utilizzo, nella consapevolezza che sono gli Enti comunali i soggetti più prossimi ai cittadini, che devono contemperare le esigenze della vita urbana con quelle produttive, con lo scopo di migliorare la qualità della vita del cittadino. Sono, insomma, parte attiva nel governo sostenibile del territorio. Con questo bando, relativo alla prima annualità delle tre già finanziate, verranno distribuiti sul territorio ben 9.000.000 di euro che i nostri Comuni, ad eccezione di Potenza e Matera, potranno utilizzare per interventi al fine di dare nuova vita agli spazi naturali all’interno dei confini comunali, riqualificare il paesaggio in aree degradate ma anche contribuire alla mitigazione del rumore, degli odori molesti, limitare l’impatto luminoso e finanche adeguare le infrastrutture di colle https://www.instagram.com/p/ChV_bbNogU4/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Quasi un milione di euro per il progetto di prolungamento della metropolitana fino in centro a Rivoli
Ci sarà anche la progettazione del prolungamento della linea 1 della metropolitana fino al centro di Rivoli tra gli interventi per le quali la Città di Torino richiederà il finanziamento statale attraverso le risorse del Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese. La Giunta Comunale, … Leggi tutto L'articolo... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page https://ift.tt/3f8TMIy via Adriano Montanaro - Alessandria
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LA CALABRIA CHE VERRÀ, IL SOGNO DI PIETROPALO
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LA CALABRIA CHE VERRÀ, IL SOGNO DI PIETROPALO
Il candidato di Fdi ha incontrato gli elettori al consorzio di bonifica Ionio Catanzarese. “Servono solo cose semplici e realizzabili”.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Quello di una terra che rinasce e sia la terra di tutti. Nessuno escluso.
Filippo Pietropaolo, candidato con Fratelli d’Italia alle prossime elezioni regionali nella Circoscrizione Calabria Centro, ne sta facendo un must del suo girovagare nelle province di Catanzaro, Vibo e Crotone.
Ieri pomeriggio l’ha ribadito nell’incontro con gli elettori nella sala conferenze del consorzio di bonifica Ionio Catanzarese. Messa in piedi da Grazioso Manno, referente regionale all’Ambiente e all’ Agricoltura per Fdi e ideatore dell’associazione “La Calabria che verrà”, la convention ha ribadito che il sogno di una Calabria che sia una “vera regione” è possibile.
Possibile se i sogni non restano tali e si muovono su gambe e teste di uomini che ne hanno realmente a cuore le sorti. La Calabria che verrà è più di un sogno. È l’idea di una regione libera dagli stereotipi del “continuo inseguire” lo sviluppo.
Tocca a Giuseppe Truglia, in rappresentanza del sodalizio politico “manniano”, indicare le ragioni di una scelta di campi a favore di Fratelli d’Italia.
La partenza affonda nella risalente amicizia con Wanda Ferro, deputata e coordinatrice regionale, il suo trascinante appeal, e la politica del partito di Giorgia Meloni sempre più orientato alla gente.
Da qui il passo verso il sostegno di Pietropaolo è stato breve. «Assieme alla sua elezione – annuncia Truglia – festeggeremo anche l’inaugurazione ufficiale dell’associazione».
Che ha idee e progetti da e per i calabresi. Gente come Pietropaolo. Gente che ha in mente l’agricoltura, la crisi idrica, il ruolo dei consorzi di bonifica, la forestazione.
Anche lui si piega al doveroso rituale del “chi sono”. Parla da tecnico. Da ex amministratore pubblico e da attuale imprenditore. Con pragmatismo e concretezza. Una doppia identità per guardare da due angolazioni differenti cosa vuole realmente la gente.
Non la luna ma cose semplici. I fondi comunitari sono il suo forte. «Occorre però – ha spiegato – dire basta agli attuali documenti per attuarli, belli ma irrealizzabili perché la macchina burocratica regionale non è in grado di gestire migliaia di interventi».
La sua ricetta è «semplificare gli interventi puntando sulle infrastrutture non con interventi suddivisi in mille rivoli territoriali ma con azioni che negli anni producano vantaggi e non dispersione».
“Cose” semplici che possono capovolgere l’approccio ai fondi comunitari «ormai diventati ordinari – aggiunge – perché ormai si vive di fondi» E poi il dialogo con il Governo centrale «che presto cambierà colore», il “no” secco «all’elemosina degli incentivi, idonei solo a crear falsa occupazione» e la «pretesa di diritti legittimi per una regione che deve e può crearsi da sola lo sviluppo».
Dal tecnicismo di Pietropaolo al “politicismo” di Wanda Ferro. La coordinatrice regionale rigetta l’idea di una Calabria “brutto anatroccolo” e propone quella di una regione che sa parlare un linguaggio differente.
«Ecco perché – ha sottolineato – abbiamo allestito una lista di altissimo profilo umano, professionale e politico in grado di ascoltare le istanze del cambiamento. Occorre usare scudo e spada per una regione in cui vogliamo essere protagonisti e non comparse».
Lo vuole, tra gli altri, chi è seduto in sala: si notano l’ex presidente della Provincia di Catanzaro Michele Traversa, il già presidente della Camera di Commercio catanzarese Paolo Abramo, l’ex assessore provinciale Caterina Salerno, il presidente del consorzio di bonifica Ionio Crotonese Roberto Torchia, ex amministratori consortili, imprenditori, cittadini, iscritti e simpatizzanti.
Wanda Ferro è sicura: «Fdi è il partito che rappresenta una famiglia in cui ci si guarda dall’alto di valori nobili e alti. La nostra intenzione è trasformare la rassegnazione dei calabresi in “incazzatura”. Abbiamo bisogno dei calabresi perché la politica ha bisogno della gente».
La conclusione è la richiesta di un voto di consapevolezza che faccia capire «di avere diritti e doveri – ha concluso – e sui diritti nessuno ci può mettere la testa sotto i piedi».
Come dire, aspiriamo a una regione normale, una “Calabria che verrà” in cui lo straordinario diventi ordinario.
Nient’altro.
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Polizia Postale: resoconto attività e delle Comunicazioni nel 2018
In uno scenario nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione del nostro vivere quotidiano, l’impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’anno 2018 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con particolare riferimento ai reati di precipua competenza di questa Specialità. CNCPO Nell’ambito della pedopornografia online, nell’anno in corso, sono stati eseguiti 43 arresti e denunciate 532 persone; tra le operazioni più significative, coordinate dal Centro Nazionale del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, si segnala l’operazione “Ontario” che ha consentito l’esecuzione di 22 perquisizioni, 4 persone tratte in arresto e 18 persone denunciate in stato di libertà; nell’ambito dell’operazione “Safe Friend” sono state eseguite 15 perquisizioni che hanno consentito di arrestare 2 persone e denunciarne 13. Le indagini svolte anche in modalità sotto copertura nell’Operazione “Good Fellas” hanno consentito di eseguire 14 perquisizioni, portando all’arresto di 4 persone, nonché di denunciare in stato di libertà altri 10 indagati. L’Operazione denominata “Showcase” si è conclusa con l’esecuzione di 15 perquisizioni, la denuncia di 14 persone e l’arresto di un altro indagato. Dalle complesse attività di prevenzione, è scaturita una assidua attività di monitoraggio della rete che ha riguardato 33086 siti internet, di cui 2182 inseriti in black list. Le indagini relative al fenomeno dell’adescamento di minori online hanno portato all’arresto di 3 persone e alla denuncia di 136 indagati. Fondamentale importanza assume la collaborazione con organismi internazionali dalla quale prendono avvio importanti attività investigative tra le quali alcune iniziate negli ultimi mesi con approfondimenti tuttora in corso. Il Centro rivolge massima attenzione al contrasto di fenomeni emergenti che scaturiscono da fragilità psico-emotiva dei minori tra i quali emergono episodi di istigazione all’autolesionismo e al suicidio, strutturati anche in modalità di sfida o di gioco. In particolare, dal 2017, il Centro ha avviato un’attività di monitoraggio della rete finalizzata a contrastare il fenomeno noto come “Blue Whale”, attività rivolta a individuare le vittime e i “curatori” e che ha fatto registrare circa 700 segnalazioni, delle quali 270 confluite in comunicazioni di notizie di reato alle Procure. Nell’ambito dei reati contro la persona perpetrati sul web, il ricatto on line è un fenomeno in continua crescita con 940 casi trattati dall’inizio dell’anno, atteso che il dato emerso è parziale e fortemente ridotto rispetto alla reale entità del fenomeno. Sono 20 le persone denunciate e 2 le persone arrestate in Italia nel 2018. Anche grazie a una complessa attività condotta in ambito internazionale in collaborazione con la Gendarmerie Royale del Marocco, tramite gli organi di coordinamento istituzionali, sono stati arrestati 23 cittadini marocchini destinatari delle transazioni finanziarie provento di estorsioni a sfondo sessuale. Dal mese di gennaio ad oggi, sono state denunciate 955 persone e 8 persone sono state tratte in arresto, per aver commesso estorsioni a sfondo sessuale, stalking, molestie sui social network, minacce e trattamento illecito di dati personali. Tra i reati contro la persona, in costante aumento sono le diffamazioni on line, soprattutto ai danni di persone che ricoprono incarichi istituzionali o che sono note. In questo ambito, nel 2018, sono state denunciate 685 persone. Si registra inoltre una continua evoluzione nella tipologia dei reati commessi. L’ultima modalità della violenza sulle donne è il fenomeno dei c.d. stupri virtuali: all’interno di gruppi chiusi i partecipanti di sesso maschile condividono foto, ricercate sui social o copiate da contatti whatsapp, di donne ignare, ritratte nella loro vita quotidiana, dando poi sfogo a fantasie violente e comportamenti offensivi. L’aumento del numero degli adolescenti presenti sul web ha determinato una crescita esponenziale del numero di minorenni vittime di reati contro la persona: dai 104 casi registrati nel 2016 si è passati a 177 nel 2017 e 202 casi trattati nel 2018, le vittime hanno tutte un’età compresa tra i 14 e i 17 anni. Di rilievo è l’attività condotta dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni nel contrasto ai reati d’incitamento all’odio, svolgendo il prezioso ruolo di punto di contatto nazionale per il contrasto all’hate speech on line. Sono oltre 5000 gli spazi virtuali monitorati nel 2018 per condotte discriminatorie di genere, antisemite, xenofobe e di estrema destra. Le truffe on line sono in continua crescita: nel 2018 la Specialità ha denunciato 3355 persone, ne ha arrestato 39, ha sequestrato 22.687 spazi virtuali, ha ricevuto e trattato circa 160.000 segnalazioni di truffe o tentate truffe. Significativa l’attività svolta sulle cosiddette frodi delle assicurazioni. Questa tipologia di truffa viene commessa attraverso la commercializzazione di polizze assicurative mediante la creazione di portali, in taluni casi con riproduzioni di pagine web di compagnie note, sulle quali sono promosse polizze assicurative temporanee false, esercitando in tal modo l’attività di intermediazione assicurativa in difetto di iscrizione al registro degli intermediari assicurativi. CNAIPIC Di evidente incremento è l’attività di contrasto alla minaccia cyber svolta dal Centro Nazionale Anticrimine per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (C.N.A.I.P.I.C.), attestata dal rilevante aumento del numero di alert diramati alle infrastrutture critiche nazionali che, rispetto al 2017, è quasi raddoppiato sino a raggiungere 55843 segnalazioni di sicurezza. La tempestiva condivisione dei c.d. “indicatori di compromissione” dei sistemi informatici con le più importanti infrastrutture critiche ha consentito di rafforzare gli strumenti volti alla protezione della sicurezza informatica, garantita anche dalla costate attività di monitoraggio informativo in ambienti di interesse investigativo. Inoltre in particolare la Sala Operativa del Centro ha gestito: • 442 attacchi informatici nei confronti di servizi internet relativi a siti istituzionali e infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale; • 97 richieste di cooperazione nell’ambito del circuito “High Tech Crime Emergency”. Tra le attività investigative condotte, in tale ambito, si segnalano 68 indagini avviate nel 2018 per un complessivo di 15 persone deferite in stato di arresto ovvero in stato di libertà alle competenti AA.GG . Tra le attività più significative si segnala un’operazione, frutto di una proficua attività di collaborazione internazionale intrapresa con la polizia olandese, che ha ricevuto il supporto di Europol per il tramite dell’European Cyber Crime Centre della Joint Cybercrime Action Taskforce. Il Centro, con l’ausilio della Sezione Polizia Postale di Cosenza ed il supporto logistico della Stazione dei Carabinieri di San Giorgio Albanese (CS) ha eseguito una perquisizione locale e personale nei confronti di un ventottenne italiano residente nella provincia di Cosenza resosi responsabile del reato di “intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche” (Art. 617 quater C.P.). Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati computer e supporti informatici utilizzati per portare a compimento l’attività illecita. Nell’ottica di un’efficace condivisione operativa, il Centro ha proseguito la stipula di specifici protocolli a tutela delle infrastrutture critiche nazionali: al riguardo, nel 2018 sono state sottoscritte 8 nuove convenzioni con le società WindTre, Sky Italia, Fincantieri, MM S.p.A., Monte dei Paschi di Siena, Consip S.p.A., Nexi S.p.A. e BT Italia, oltre al rinnovo delle convenzioni in essere con Sogei, ATM, ENI, RAI, ENAV e TERNA. Si rappresenta, altresì, che analoghe forme di collaborazione sono state avviate dagli uffici territoriali della Specialità con strutture sensibili di rilevanza territoriale, sia pubbliche che private, al fine di garantire un sistema di sicurezza informatica capillare e coordinato. SEZIONE FINANCIAL CYBERCRIME Con riferimento al financial cybercrime, le sempre più evolute tecniche di hackeraggio, attraverso l’utilizzo di malware inoculati mediante tecniche di phishing, ampliano a dismisura i soggetti attaccati, soprattutto nell’ambito dei rapporti commerciali, anche per l’utilizzo di particolari tecniche di social engineering e di cyber profiling. Infatti lo scopo delle organizzazioni criminali è quello di intromettersi nei rapporti commerciali tra aziende, attraverso le informazioni acquisite, dirottando asset finanziari verso conti correnti nella disponibilità dei malviventi. Il BEC (business e-mail compromise) o CEO (Chief Exeutive Officer) fraud sono la moderna applicazione della tecnica di attacco al sistema economico nazionale denominata “man in the middle”. Nonostante la difficoltà operativa di bloccare e recuperare le somme frodate, soprattutto perché inviate verso paesi extraeuropei (Cina, Taiwan, Hong Kong), grazie alla versatilità della piattaforma OF2CEN (On line Fraud Cyber Centre and Expert Network) per l’analisi e il contrasto avanzato delle frodi del settore, nell’anno 2018, la Specialità a fronte di una movimentazione in frode denunciata di 38.400.000,00 € ha potuto già recuperare e restituire circa 9 milioni mentre sono in corso attività di cooperazione internazionale finalizzate al recupero delle restanti somme. La piattaforma in questione frutto di specifiche convenzioni intercorse mediante ABI con gran parte del mondo bancario, consente di intervenire in tempo reale sulla segnalazione bloccando la somma prima che venga polverizzata in vari rivoli di prestanome. Nell’ambito della Cooperazione Internazionale appare opportuno segnalare la recente operazione di respiro internazionale denominata “Emma4”, coordinata dal Servizio Polizia Postale con la collaborazione di 30 Paesi Europei e di Europol, volta a identificare i c.d. “money mules”, riciclatori primi destinatari delle somme provenienti da attacchi informatici e campagne di phishing, che offrono la propria identità per l’apertura di conti correnti e/o carte di credito sui quali vengono poi accreditate le somme illecitamente carpite. L’operazione ha consentito sul territorio nazionale di identificare 101 money mules di cui ben 50 tratti in arresto e 13 denunciati in stato di libertà. Le transazioni fraudolente sono state 320, per un totale di circa 34 milioni di euro, di cui 20 milioni di euro sono stati bloccati e/o recuperati grazie alla piattaforma per la condivisione delle informazioni denominata “OF2CEN”, realizzata appositamente al fine di prevenire e contrastare le aggressioni al sistema economico finanziario. Anche in ambito nazionale il settore per il contrasto al Financial Cyber Crime ha prodotto notevoli risultati operativi ed in particolare nel marzo dell’anno in riferimento è stata condotta un’articolata operazione di Polizia giudiziaria denominata “Bruno” condotta dalla Specialità in collaborazione con le Autorità rumene, che ha consentito di denunciare complessivamente 133 soggetti, 14 sottoposti a ordinanza di custodia cautelare 3 dei quali in territorio rumeno, per associazione a delinquere transnazionale dedita ad attacchi e frodi informatiche su larga scala e riciclaggio. Da questa operazione per la prima volta sono emersi elementi dell’interessamento da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso verso il settore del Financial Cyber Crime. Nel luglio si è conclusa l’Operazione denominata “Sim Swap” che prende il nome dalla particolare tecnica utilizzata dai malviventi, che rappresenta una modalità innovativa di attacco ai sistemi di home banking, che prevede la sostituzione, attraverso dealers compiacenti, delle sim telefoniche attraverso le quali giungono ai titolari dei conti attaccati le OTP (one time password) per effettuare le disposizioni di trasferimento di denaro. L’operazione si è conclusa con l’esecuzione di 14 ordinanze di custodia cautelare. Nel novembre si è conclusa l’Operazione denominata “Travellers” nella quale la Specialità ha eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare, verso un gruppo criminale definito dall’AG. “itinerante” in quanto operante indistintamente su tutto il territorio nazionale. L’associazione disponeva di un proprio “apparato tecnico-finanziario” che si occupava di dotare gli associati di conti correnti (intestati a società inesistenti o appositamente create), apparati POS portatili (anche operativi su circuiti internazionali) abilitati a transazioni con carte di credito e carte prepagate con funzioni on-line, attraverso i quali riciclare i proventi delittuosi. SEZIONE CYBER TERRORISMO La recente direttiva del Sig. Ministro dell’Interno sui comparti di specialità ha confermato in capo alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, sia a livello centrale che territoriale, le competenze in materia di contrasto al fenomeno del terrorismo di matrice jihadista in rete, con particolare riferimento al monitoraggio del web, quale principale strumento di strategia mediatica del Daesh, già espletato da personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni, affiancato da un qualificato, supporto di mediazione linguistica e culturale. Tale rinnovato, rafforzato, impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni in tale ambito ha reso necessario implementare le attività in argomento, ampliando il coinvolgimento di un maggior numero di Compartimenti nel summenzionato monitoraggio, nonché un potenziamento del numero dei mediatori linguistici e culturali, il cui prezioso apporto, per la peculiarità della materia e dei relativi contenuti multimediali presenti nella rete, risulta assolutamente indispensabile. Nell’ambito della prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale di matrice jihadista e, in particolare, ai fenomeni di radicalizzazione, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha svolto attività sia di iniziativa, che su specifica segnalazione, al fine di individuare i contenuti di eventuale rilevanza penale all’interno degli spazi e servizi di comunicazione on line, siti o spazi web, weblog, forum, portali di social network e i cosiddetti “gruppi chiusi”, anche a seguito di informazioni pervenute dai cittadini tramite il Commissariato di P.S. Online. L’attività, funzionale a contrastare il proselitismo e prevenire fenomeni di radicalizzazione, ha portato a monitorare circa 36.000 spazi web e alla rimozione di diversi contenuti (250). Nel corso di tale attività di monitoraggio, si è inoltre riscontrato un effettivo incremento dell’azione da parte dei maggiori fornitori di servizi Internet (Facebook, Google, Twitter, etc.) volta alla rimozione di contenuti illeciti presenti sulle proprie piattaforme, grazie anche alla richiesta di maggiore collaborazione elaborata in numerose sedi istituzionali nell’ambito di progetti internazionali (es. EU Internet Forum), ai quali ha preso parte la Specialità. A seguito di tale strategia, si è rilevato un repentino passaggio dei fenomeni di diffusione e divulgazione dei contenuti riconducibili al radicalismo islamico su piattaforme di comunicazione social ritenute più sicure (Telegram, WhatsApp), in quanto garantiscono maggiore riservatezza. Inoltre, fornendo ai propri utenti un grado di anonimato più elevato, come da policies aziendali, di fatto finiscono per attrarre la quasi totalità delle attività di diffusione di contenuti illeciti, o comunque di propaganda, poste in essere da soggetti contigui ad ambienti filo-jihadisti e agli stessi membri delle organizzazioni terroristiche. Nell’ultimo anno, in concomitanza con le recenti perdite territoriali da parte del c.d. Stato Islamico, si è riscontrato un significativo decremento dell’attività mediatica del Daesh, in particolare per quanto concerne la diffusione di nuovi contenuti di proselitismo nel web, sia in termini quantitativi, che qualitativi. Infatti, si è notato che i pochi filmati e le info-grafiche emanati hanno standard qualitativi palesemente inferiori a quelli precedenti, segno, verosimilmente, che il Califfato è in fase di riorganizzazione/trasformazione e sta ristrutturando il suo network interno e ridelineando la propria strategia. In particolare, si sta passando da forme di comunicazione di massa, ben strutturate, alla diffusione di materiale autoprodotto attraverso l’utilizzo di mezzi più semplici, quali smartphones, ma che comunque trovano diffusione attraverso canali sommersi e forme di comunicazione compartimentate. L’attività preventiva e informativa della Polizia Postale e delle Comunicazioni ha visto, inoltre, momenti di collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e le locali Digos, anche per la collaborazione specialistica in caso di necessari approfondimenti tecnici in relazione a posizioni emergenti o monitorate sul territorio nazionale. Infatti, la Polizia Postale e delle Comunicazioni concorre con altri organi di Polizia e di intelligence alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di proselitismo on line e di radicalizzazione, sia a livello nazionale che internazionale, posti in essere attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e di comunicazione telematica. La sinergia tra i diversi comparti in tale ambito è divenuta sempre più incisiva, sia nell’ambito del raccordo info-investigativo che di quello tecnico-operativo. Per quanto concerne, invece, l’attività di contrasto, la Polizia Postale e delle Comunicazioni si avvale di profili sotto copertura creati ad hoc e gestiti dagli operatori, con l’affiancamento dei mediatori linguistici e culturali. L’utilizzo di uno di tali account fittizi, nel tempo fatto “maturare” dagli investigatori nel corso delle diverse, quotidiane, attività di monitoraggio informativo e, dunque, accreditato all'interno dei canali e gruppi frequentati dagli internauti sostenitori dello Stato Islamico, ha permesso di condurre diverse, complesse, attività tecnico-investigative. A titolo esemplificativo, si evidenziano, in particolare, due significativi risultati investigativi. Il primo risultato investigativo (Operazione ANSAR) ha portato all’individuazione di un minore italiano, di seconda generazione, di origine algerina, il quale, attraverso la rete, svolgeva un’intensa campagna di proselitismo di matrice jihadista su Telegram, istigando altri utenti a commettere delitti di terrorismo, fatti aggravati in quanto le azioni venivano compiute attraverso strumenti informatici e telematici. All’interno del canale Telegram, frequentato da circa 200 utenti e considerato tra i principali veicoli della narrativa dell’IS, venivano pubblicati messaggi testuali, immagini, video, infografiche e audio di propaganda del Daesh, tradotti in lingua italiana e rivolti in particolare ai c.d. “lupi solitari” presenti sul territorio nazionale. Considerata l’impossibilità di acquisire elementi investigativi utili all’identificazione dell’amministratore del canale attraverso vie ufficiali dirette, il Servizio Polizia Postale ha attivato una mirata attività tecnico-investigativa che ha permesso di orientare le indagini finalizzate a individuarne l’amministratore, la cui identificazione è risultata complicata, in quanto il minore si è dimostrato particolarmente abile e competente a livello informatico, poiché utilizzava tecniche di anonimizzazione evolute (connessioni attraverso servizi di VPN e nodi TOR). È stato possibile raggiungere il risultato sperato soltanto a seguito di una difficile e articolata attività tecnica svolta da personale del Servizio Polizia Postale anche attraverso l’utilizzo di software sviluppati ad hoc e rivelatisi di particolare efficacia. Le successive attività d’indagine, svolte attraverso l’attivazione di servizi di intercettazione delle comunicazioni telematiche, telefoniche e ambientali, nonché riscontrate da servizi di diretta osservazione, hanno consentito di acquisire concreti elementi di prova a carico di un cittadino italiano minorenne di “seconda generazione”, nato in Italia da genitori di origine algerina, che è stato indagato per aver compiuto attività di proselitismo a favore dell’IS mediante diffusione e traduzione di contenuti di propaganda on line. Nonostante la giovane età, il minore risultava in possesso di elevate capacità tecnico-informatiche, padronanza linguistica non comune e approfondita conoscenza dei principali testi sacri dell’Islam, proponendosi quale punto di riferimento per tutti coloro che intendevano contribuire attivamente alla causa jihadista. L'attività investigativa ha consentito di riscontrare e raccogliere elementi in ordine al percorso di autoradicalizzazione del minore, intrapreso esclusivamente in rete e sfociato in una successiva diffusione on line del proselitismo di matrice jihadista. Infatti, nella vita reale il ragazzo non frequentava la moschea, né ambienti contigui all’estremismo islamico. Anche il contesto familiare, sebbene musulmano, risultava di impostazione musulmana, ma non integralista. Oltre ai risultati operativi conseguiti, tale indagine ha presentato anche profili di rilevanza giudiziaria e sociale, in quanto è stata riconosciuta la pericolosità reale delle iniziative adottate dell’indagato, le quali, lungi da esaurire i propri effetti nella “dimensione virtuale”, sono risultate concretamente rilevanti. Il puntuale intervento della Procura dei minori e della Polizia di Stato ha consentito di superare la mera fase accertativa della responsabilità penale del minore, avviando un dedicato percorso di recupero e deradicalizzazione, reso possibile dallo “scollegamento” del giovane dalla rete della c.d. “cyber jihad”. Come noto, infatti, ormai il web assurge a un ruolo fondamentale quale strumento strategico di propaganda dell’ideologia del Daesh, di reclutamento di nuovi combattenti, di finanziamento, di scambio di comunicazioni riservate nella pianificazione degli attentati e di rivendicazione degli stessi. Infine, la seconda Operazione, denominata “Lupi del deserto” si è conclusa nell’arresto di un cittadino egiziano di 22 anni, irregolare sul territorio nazionale, per associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione e apologia per delitti di terrorismo. Le indagini, avviate nel 2017 con intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche e specifici servizi di osservazione e pedinamento h24. Il giovane arrestato è un appartenente all’ISIS, indottrinatosi con il materiale di propaganda di DAESH reperito on line. Gli elementi raccolti hanno evidenziato che il predetto ascoltava in continuazione, in una sorta di “brain washing”, files audio di Imam radicali e della rivista “Dabiq” inneggianti all’odio per l’occidente, alla jihad e a sostegno degli atti di martirio. Dalle intercettazioni telematiche e accertamenti tecnici svolti dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, è emerso che il giovane è altresì organico anche alla macchina della propaganda del sedicente stato islamico. Infatti, gestiva gruppi e canali chiusi su Telegram, nei quali venivano diffuse le notizie delle attività dello Stato Islamico, tramite le agenzie mediatiche del Califfato. In particolare, era in assiduo contatto con due connazionali, anch’essi radicalizzati, con i quali scambiava video e audio Jihadisti e inneggianti l’Islam radicale. Nei loro confronti il Ministro dell’Interno ha emesso un decreto di espulsione dal territorio italiano. Trattandosi di un fenomeno a carattere transnazionale, sia per la natura internazionale del fenomeno, che per la stessa connaturata struttura della rete, risulta imprescindibile l’attivazione efficiente degli strumenti della cooperazione sovranazionale, sia ordinari che “nuovi”, soprattutto per la condivisione di informazioni che, collegate a situazioni peculiari interne, riescono ad apportare indiscusso valore aggiunto alle attività di prevenzione messe in atto dalle diverse forze di polizia nazionali. In ambito europeo, il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni è il punto di contatto nazionale dell’Internet Referral Unit (IRU) di Europol, Unità preposta a ricevere dai Paesi Membri le segnalazioni relative ai contenuti di propaganda jihadista diffusi in rete e di orientarne l’attività. Lo scambio delle informazioni tra Paesi Membri viene effettuato attraverso l’utilizzo di specifiche piattaforme tecnologiche, tra cui Check-the-Web (CTW) e SIRIUS, appositamente create in ambito IRU a supporto del monitoraggio e delle indagini nell’ambito di terrorismo in Internet. Parallelamente all’incremento dell’uso di strumenti telematici, sono cresciute le aspettative di sicurezza da parte del cittadino. La Polizia Postale e delle Comunicazioni è impegnata, ormai da diversi anni, in campagne di sensibilizzazione e prevenzione sui rischi e pericoli connessi all’utilizzo della rete internet, rivolte soprattutto alle giovani generazioni. Nello specifico si evidenzia la campagna itinerante della Polizia Postale e delle Comunicazioni “Una Vita da Social”, grazie alla quale sino ad oggi sono stati incontrati oltre 1 milione e 700 mila studenti, 180.000 genitori, 100.000 insegnanti per un totale di 15.000 Istituti scolastici e 250 città italiane. Un progetto dinamico, innovativo e decisamente al passo con i tempi, che si avvicina alle nuove generazioni evidenziando sia le opportunità del web che i rischi di cadere nelle tante trappole dei predatori della rete, confezionando un vero e proprio “manuale d’uso”, finalizzato ad evitare il dilagante fenomeno del cyberbullismo e tutte quelle forme di uso distorto della rete in generale e dei social network. A disposizione degli utenti è presente la pagina facebook e twitter di “Una vita da social”, gestita direttamente dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, dove vengono pubblicati gli appuntamenti, le attività, i contributi e dove i giovani internauti possono “postare” direttamente le loro impressioni ad ogni appuntamento. Grande consenso ha riscosso la campagna #cuoriconnessi, che ha coinvolto 30.000 studenti, attraverso la proiezione di un docufilm e le testimonianze dirette dei minori vittime di prevaricazioni, vessazioni e violenze online. Inoltre nel corso dell’anno sono stati realizzati incontri educativi su tutto il territorio nazionale raggiungendo oltre 300 mila studenti e circa 3000 Istituti scolastici per i quali è stata messa a disposizione anche un’email dedicata: [email protected]. Il portale del Commissariato di P.S. online è divenuto il punto di riferimento specializzato per chi cerca informazioni, consigli, suggerimenti di carattere generale, o vuole scaricare modulistica e presentare denunce. Uno strumento agevole che consente al cittadino, da casa, dal posto di lavoro o da qualsiasi luogo si desideri, di entrare nel portale ed usufruire dei medesimi servizi di segnalazione, informazione e collaborazione che la Polizia Postale e delle Comunicazioni quotidianamente ed ininterrottamente offre agli utenti del web. Di particolare importanza le denunce e le segnalazioni giunte anche sul sito del Commissariato di P.S. on-line per i reati di cyberbullismo, perpetrati soprattutto in ambito scolastico da parte di studenti nei confronti di compagni e perpetrati attraverso i social media, con atti denigratori e diffamatori nei confronti delle giovani vittime. Alcune attività sono sfociate nell’emissione da parte dei Questori di provvedimenti di ammonimento anche al fine di responsabilizzare minori autori del reato. Read the full article
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Trasporto pubblico, 247 milioni in arrivo per il prolungamento della metro fino a Rivoli e altri interventi
La Giunta comunale ha approvato questa mattina la convenzione tra la Città e il Ministero delle Infrastrutture che prevede l’erogazione, fra il 2019 e il 2025, di un contributo di oltre 223 milioni da destinare al prolungamento della metropolitana verso il comune di Rivoli e all’acquisto di nuovi tram. Alla realizzazione del tratto, lungo circa … Leggi tutto L'articolo Trasporto... Per il contenuto completo visitate il sito http://bit.ly/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page http://bit.ly/30ma5fg via Adriano Montanaro - Alessandria
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Resoconto attività della Polizia Postale e delle Comunicazioni nel 2017
In uno scenario nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione del nostro vivere quotidiano, lo sforzo della Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’anno 2017 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con particolare riferimento ai reati che, anche a fronte della Direttiva del Ministro dell’Interno del 15 Agosto 2017, sono di precipua competenza di questa Specialità. Nell’ambito della pedopornografia online sono stati operati 55 arresti e 595 denunce; tra le operazioni più significative, coordinate dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, si segnala l’operazione Sweep Web del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Firenze che ha condotto all’esecuzione di 45 perquisizioni e 3 arresti per pornografia minorile l’operazione Black Shadow, condotta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Trento, nell’ambito della quale sono state eseguite 37 perquisizioni e 10 arresti per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico . Dalle complesse operazioni di prevenzione, è scaturita una assidua attività di monitoraggio della rete che ha visto coinvolti ben 28560 siti internet, di cui 2077 inseriti in black list. Si conferma la rilevanza del fenomeno dell’adescamento di minori online che ha registrato 437 casi trattati che hanno portato alla denuncia di 158 soggetti e all’arresto di 19. A tal proposito, significativa è stata l’attività denominata Bad Queen condotta dal Compartimento Polizia Postale di Trieste che ha portato al deferimento all’A.G. di 7 soggetti. Senza dimenticare le indagini avviate a seguito delle segnalazioni dei genitori come l’operazione “12 Apostoli” del Compartimento Polizia Postale di Catania, che ha arrestato 4 persone costituenti una associazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale aggravata ai danni di minori. Di rilievo è l’attività di collaborazione con organismi internazionali: sono stati elaborati circa 176 ReportNCMEC dai quali sono scaturite importanti attività di indagine. Un sensibile aumento, rispetto al 2016, è ravvisabile in materia di reati informatici contro la persona (ad es. diffamazione, cyberstalking, trattamento illecito di dati personali, sostituzione di persona) per i quali sono state denunciate 917 persone e arrestate 8. Di evidente incremento è l’attività di contrasto alla minaccia cyber svolta dal Centro Nazionale Anticrimine per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (C.N.A.I.P.I.C.), attestata dal rilevante aumento del numero di alert diramati alle infrastrutture critiche nazionali che, rispetto al 2016, si è quasi quintuplicato sino a raggiungere 28522. La tempestiva condivisione dei c.d. “indicatori di compromissione” dei sistemi informatici con i fornitori di servizi pubblici essenziali ha consentito di rafforzare gli strumenti volti alla protezione della sicurezza informatica, garantita anche da una costate attività di monitoraggio. In tale ambito, il Centro ha ulteriormente gestito monitoraggi della rete che hanno riguardato strutture sensibili di rilievo nazionale. Inoltre in particolare la Sala Operativa del Centro ha gestito: 1006 attacchi informatici nei confronti di servizi internet relativi a siti istituzionali e infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale; 80 richieste di cooperazione nell’ambito del circuito “High Tech Crime Emergency”. Tra le attività investigative condotte, in tale ambito, si segnalano 68 indagini avviate nel 2017 per un totale di 33persone denunciate e l’arresto di 2. Tra le attività più significative, si segnalano l’operazione “EyePyramid” a seguito della quale è stato fermato il sodalizio composto dai fratelli Occhionero, entrambi arrestati, che si dedicava allo spionaggio informatico politico-istituzionale ed industriale e l’operazione “Andromeda” a seguito della quale è stata smantellata una rete botnet, ovvero un insieme di computer infettati da virus informatici e utilizzati dagli hacker per compiere svariati reati in tutto il mondo. Nell’ottica di un’efficace condivisione operativa, il Centro ha proseguito la stipula di specifici Protocolli a tutela delle infrastrutture critiche nazionali: al riguardo, nel 2017 sono state sottoscritte 7 nuove convenzioni con il Gruppo Atlantia (con le società Aeroporti di Roma, Autostrade per l’Italia e Telepass), Lottomatica, Piaggio Aerospace, INAIL e A2A, oltre al rinnovo della convenzione in essere con Enel. Si rappresenta, altresì, che analoghe forme di collaborazione sono state avviate dagli uffici territoriali della Specialità con strutture sensibili di rilevanza locale, sia pubbliche che private, al fine di garantire un sistema di sicurezza informatica capillare e coordinato. Con riferimento al financial cybercrime, le sempre più evolute tecniche di hackeraggio, attraverso l’utilizzo di malware inoculati mediante tecniche di phishing, ampliano a dismisura i soggetti attaccati, soprattutto nell’ambito dei rapporti commerciali. Infatti lo scopo delle organizzazioni criminali è quello di intromettersi nei rapporti commerciali tra aziende dirottando le somme verso conti correnti nella disponibilità dei malviventi. Il BEC (business e-mail compromise) fraud o CEO (Chief Exeutive Officer) fraud sono la moderna applicazione della tecnica di attacco denominata “man in the middle”. Nonostante la difficoltà operativa di bloccare e recuperare le somme frodate, soprattutto perché inviate verso paesi extraeuropei (Cina, Taiwan, Hong Kong), grazie alla versatilità della piattaforma OF2CEN (On line Fraud Cyber Centre and Expert Network) per l’analisi e il contrasto avanzato delle frodi del settore, nell’anno 2017, la Specialità ha potuto bloccare alla fonte su una movimentazione di 22.052.527 € ben 20.839.576 € e di recuperare 862.000 € della residuale parte relativa ai bonifici già disposti. La piattaforma in questione frutto di specifiche convenzioni intercorse mediante ABI con gran parte del mondo bancario, consente di intervenire in tempo quasi reale sulla segnalazione bloccando la somma prima che venga polverizzata in vari rivoli di prestanome. Al riguardo, di rilievo è la recente operazione internazionale denominata “Emma3”, coordinata dal Servizio Polizia Postale con la collaborazione di 21 PaesiEuropei e di Europol, volta a identificare i c.d. “money mules”, primi destinatari delle somme provenienti da frodi informatiche e campagne di phishing, che offrono la propria identità per l’apertura di conti correnti e/o carte di credito sui quali vengono poi accreditate le somme illecitamente acquisite. L’operazione in parola ha consentito di identificare 37 money mules di cui 32 arrestati e 5 denunciati, nonché di bloccare oltre 150.000 €. Il contrasto al fenomeno dei “money mules” nel corso dell’anno ha consentito di recuperare complessivamente circa 370.000 €e di denunciare 122 individui e di arrestarne 39. Altra significativa attività di polizia giudiziaria l’operazione “Criptolocker” condotta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania che ha portato a individuare una associazione a delinquere di 7 persone, 4 delle quali arrestate, con base operativa nel napoletano, che estorcevano denaro a imprenditori e professionisti in tutta Italia bloccando tutti i dati presenti all’interno dei pc delle vittime, criptandoli, ovvero colpendo le transazioni commerciali con attacchi cosiddetti man in the middle. Nel settore del cyberterrorismo gli investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno concorso con altri organi di Polizia e di intelligence alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di eversione e terrorismo, sia a livello nazionale che internazionale, posti in essere attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e di comunicazione telematica. In tal senso spicca l’operazione antiterrorismo denominata “Da’Wa” condotta dai Compartimenti di Perugia e Milano che ha portato all’arresto di 4 persone, tre tunisini ed un marocchino, che facevano proselitismo sul web, e ha consentito di emettere tre provvedimenti di espulsione nei confronti di altrettanti individui. Nell’ultimo anno, la strategia mediatica messa in campo dalle organizzazioni terroristiche di matrice religiosa islamista ha indotto la Specialità a effettuare una costante attività di osservazione e analisi dei contenuti presenti in rete, coinvolgendo anche ulteriori strutture territoriali rispetto a quelle individuate nel 2016 al fine di individuare forme di proselitismo e segnali precoci di radicalizzazione. L’attività, funzionale a contrastare il proselitismo e prevenire fenomeni di radicalizzazione, ha portato a monitorare circa 17000 spazi web e alla rimozione di diversi contenuti. Con riferimento all’attività di monitoraggio del web per il contrasto al terrorismo di matrice islamica, giova evidenziare che gran parte dei contenuti illeciti pubblicati su internet vengono rimossi direttamente dai gestori delle principali piattaforme web i quali, grazie anche alla richiesta di maggiore collaborazione elaborata in numerose sedi istituzionali nell’ambito di progetti internazionali (es. EU Internet Forum) ai quali ha preso parte anche questa Specialità, stanno garantendo un’azione più incisiva per ridurre la proiezione esterna e virtuale del Califfato. Ancora, si rappresenta, che il Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni costituisce punto di contatto nazionale per l’IRU (Internet Referral Unit), Unità di Riferimento Internet in ambito Europol sviluppata sulla base del progetto Check the Web, con l’intento di condividere con altri Paesi informazioni di intelligence e per rispondere alla necessità di agire tempestivamente quando si presentino contenuti pericolosi che riguardano la nostra od altre Nazioni, condividendo notizie di interesse generale. L’IRU, infatti, effettua una approfondita analisi dei contenuti emersi in rete che possano essere di interesse per la sicurezza nazionale, condividendoli con i Paesi UE e con gli altri Paesi interessati. Parallelamente all’incremento dell’uso di strumenti telematici, sono cresciute le aspettative di sicurezza da parte del cittadino. La Polizia Postale e delle Comunicazioni è impegnata, ormai da diversi anni, in campagne di sensibilizzazione e prevenzione sui rischi e pericoli connessi all’utilizzo della rete internet, rivolte soprattutto alle giovani generazioni. Nello specifico si evidenzia che lo scorso 1° Dicembre 2017, in occasione del “Maker Faire-Fiera dell’Innovazione” è partita la 5° Edizione di “Una Vita da Social”, campagna itinerante della Polizia Postale e delle Comunicazioni, grazie alla quale sino ad oggi sono stati incontrati oltre 1 milione e 300 mila studenti, 147.000 genitori, 82.500 insegnanti per un totale di 10.750 Istituti scolastici e 190 città italiane. Un progetto dinamico, innovativo e decisamente al passo con i tempi, che si avvicina alle nuove generazioni evidenziando sia le opportunità del web che i rischi di cadere nelle tante trappole dei predatori della rete, confezionando un vero e proprio “manuale d’uso”, finalizzato ad evitare il dilagante fenomeno del cyberbullismo e tutte quelle forme di uso distorto della rete in generale e dei social network. A disposizione degli utenti è presente la pagina facebook e twitter di “Una vita da social”, gestita direttamente dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, dove vengono pubblicati gli appuntamenti, le attività, i contributi e dove i giovani internauti possono “postare” direttamente le loro impressioni ad ogni appuntamento. Grande consenso ha riscosso la campagna #cuoriconnessi, iniziativa che attraverso la proiezione di un docufilm e le testimonianze dirette dei minori vittime di prevaricazioni, vessazioni e violenze online, vuole offrire uno spunto di riflessione per avviare importanti considerazioni sul peso delle parole, sul loro valore e sulla loro potenza, ma anche sulle responsabilità degli adulti. Inoltre nel corso dell’anno sono stati realizzati incontri educativi su tutto il territorio nazionale raggiungendo oltre 250 mila studenti e circa 2500 Istituti scolastici per i quali è stata messa a disposizione anche un’email dedicata: [email protected]. Il portale del Commissariato di P.S. online è divenuto il punto di riferimento specializzato per chi cerca informazioni, consigli, suggerimenti di carattere generale, o vuole scaricare modulistica e presentare denunce. Uno strumento agevole che consente al cittadino, da casa, dal posto di lavoro o da qualsiasi luogo si desideri, di entrare nel portale ed usufruire dei medesimi servizi di segnalazione, informazione e collaborazione che la Polizia Postale e delle Comunicazioni quotidianamente ed ininterrottamente offre agli utenti del web. Attività del Commissariato di PS online: 16.096 - Richieste di informazioni evase 17.424 - Segnalazioni ricevute dai cittadini 8.315 - Denunce presentate dagli utenti Ad integrare la piattaforma online, anche l’App del Commissariato, scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone o su tablet, sia per iOS che Android, con i seguenti dati: Statistiche App 927 - Richieste di informazioni evase 404 - Segnalazioni ricevute dai cittadini 11.101 - Download Play Store 6.556 - Download iOS Read the full article
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Resoconto attività della Polizia Postale e delle Comunicazioni nel 2017
In uno scenario nel quale la continua evoluzione tecnologica influenza ogni azione del nostro vivere quotidiano, lo sforzo della Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’anno 2017 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, con particolare riferimento ai reati che, anche a fronte della Direttiva del Ministro dell’Interno del 15 Agosto 2017, sono di precipua competenza di questa Specialità. Nell’ambito della pedopornografia online sono stati operati 55 arresti e 595 denunce; tra le operazioni più significative, coordinate dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, si segnala l’operazione Sweep Web del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Firenze che ha condotto all’esecuzione di 45 perquisizioni e 3 arresti per pornografia minorile l’operazione Black Shadow, condotta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Trento, nell’ambito della quale sono state eseguite 37 perquisizioni e 10 arresti per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico . Dalle complesse operazioni di prevenzione, è scaturita una assidua attività di monitoraggio della rete che ha visto coinvolti ben 28560 siti internet, di cui 2077 inseriti in black list. Si conferma la rilevanza del fenomeno dell’adescamento di minori online che ha registrato 437 casi trattati che hanno portato alla denuncia di 158 soggetti e all’arresto di 19. A tal proposito, significativa è stata l’attività denominata Bad Queen condotta dal Compartimento Polizia Postale di Trieste che ha portato al deferimento all’A.G. di 7 soggetti. Senza dimenticare le indagini avviate a seguito delle segnalazioni dei genitori come l’operazione “12 Apostoli” del Compartimento Polizia Postale di Catania, che ha arrestato 4 persone costituenti una associazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale aggravata ai danni di minori. Di rilievo è l’attività di collaborazione con organismi internazionali: sono stati elaborati circa 176 ReportNCMEC dai quali sono scaturite importanti attività di indagine. Un sensibile aumento, rispetto al 2016, è ravvisabile in materia di reati informatici contro la persona (ad es. diffamazione, cyberstalking, trattamento illecito di dati personali, sostituzione di persona) per i quali sono state denunciate 917 persone e arrestate 8. Di evidente incremento è l’attività di contrasto alla minaccia cyber svolta dal Centro Nazionale Anticrimine per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (C.N.A.I.P.I.C.), attestata dal rilevante aumento del numero di alert diramati alle infrastrutture critiche nazionali che, rispetto al 2016, si è quasi quintuplicato sino a raggiungere 28522. La tempestiva condivisione dei c.d. “indicatori di compromissione” dei sistemi informatici con i fornitori di servizi pubblici essenziali ha consentito di rafforzare gli strumenti volti alla protezione della sicurezza informatica, garantita anche da una costate attività di monitoraggio. In tale ambito, il Centro ha ulteriormente gestito monitoraggi della rete che hanno riguardato strutture sensibili di rilievo nazionale. Inoltre in particolare la Sala Operativa del Centro ha gestito: 1006 attacchi informatici nei confronti di servizi internet relativi a siti istituzionali e infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale; 80 richieste di cooperazione nell’ambito del circuito “High Tech Crime Emergency”. Tra le attività investigative condotte, in tale ambito, si segnalano 68 indagini avviate nel 2017 per un totale di 33persone denunciate e l’arresto di 2. Tra le attività più significative, si segnalano l’operazione “EyePyramid” a seguito della quale è stato fermato il sodalizio composto dai fratelli Occhionero, entrambi arrestati, che si dedicava allo spionaggio informatico politico-istituzionale ed industriale e l’operazione “Andromeda” a seguito della quale è stata smantellata una rete botnet, ovvero un insieme di computer infettati da virus informatici e utilizzati dagli hacker per compiere svariati reati in tutto il mondo. Nell’ottica di un’efficace condivisione operativa, il Centro ha proseguito la stipula di specifici Protocolli a tutela delle infrastrutture critiche nazionali: al riguardo, nel 2017 sono state sottoscritte 7 nuove convenzioni con il Gruppo Atlantia (con le società Aeroporti di Roma, Autostrade per l’Italia e Telepass), Lottomatica, Piaggio Aerospace, INAIL e A2A, oltre al rinnovo della convenzione in essere con Enel. Si rappresenta, altresì, che analoghe forme di collaborazione sono state avviate dagli uffici territoriali della Specialità con strutture sensibili di rilevanza locale, sia pubbliche che private, al fine di garantire un sistema di sicurezza informatica capillare e coordinato. Con riferimento al financial cybercrime, le sempre più evolute tecniche di hackeraggio, attraverso l’utilizzo di malware inoculati mediante tecniche di phishing, ampliano a dismisura i soggetti attaccati, soprattutto nell’ambito dei rapporti commerciali. Infatti lo scopo delle organizzazioni criminali è quello di intromettersi nei rapporti commerciali tra aziende dirottando le somme verso conti correnti nella disponibilità dei malviventi. Il BEC (business e-mail compromise) fraud o CEO (Chief Exeutive Officer) fraud sono la moderna applicazione della tecnica di attacco denominata “man in the middle”. Nonostante la difficoltà operativa di bloccare e recuperare le somme frodate, soprattutto perché inviate verso paesi extraeuropei (Cina, Taiwan, Hong Kong), grazie alla versatilità della piattaforma OF2CEN (On line Fraud Cyber Centre and Expert Network) per l’analisi e il contrasto avanzato delle frodi del settore, nell’anno 2017, la Specialità ha potuto bloccare alla fonte su una movimentazione di 22.052.527 € ben 20.839.576 € e di recuperare 862.000 € della residuale parte relativa ai bonifici già disposti. La piattaforma in questione frutto di specifiche convenzioni intercorse mediante ABI con gran parte del mondo bancario, consente di intervenire in tempo quasi reale sulla segnalazione bloccando la somma prima che venga polverizzata in vari rivoli di prestanome. Al riguardo, di rilievo è la recente operazione internazionale denominata “Emma3”, coordinata dal Servizio Polizia Postale con la collaborazione di 21 PaesiEuropei e di Europol, volta a identificare i c.d. “money mules”, primi destinatari delle somme provenienti da frodi informatiche e campagne di phishing, che offrono la propria identità per l’apertura di conti correnti e/o carte di credito sui quali vengono poi accreditate le somme illecitamente acquisite. L’operazione in parola ha consentito di identificare 37 money mules di cui 32 arrestati e 5 denunciati, nonché di bloccare oltre 150.000 €. Il contrasto al fenomeno dei “money mules” nel corso dell’anno ha consentito di recuperare complessivamente circa 370.000 €e di denunciare 122 individui e di arrestarne 39. Altra significativa attività di polizia giudiziaria l’operazione “Criptolocker” condotta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania che ha portato a individuare una associazione a delinquere di 7 persone, 4 delle quali arrestate, con base operativa nel napoletano, che estorcevano denaro a imprenditori e professionisti in tutta Italia bloccando tutti i dati presenti all’interno dei pc delle vittime, criptandoli, ovvero colpendo le transazioni commerciali con attacchi cosiddetti man in the middle. Nel settore del cyberterrorismo gli investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno concorso con altri organi di Polizia e di intelligence alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di eversione e terrorismo, sia a livello nazionale che internazionale, posti in essere attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e di comunicazione telematica. In tal senso spicca l’operazione antiterrorismo denominata “Da’Wa” condotta dai Compartimenti di Perugia e Milano che ha portato all’arresto di 4 persone, tre tunisini ed un marocchino, che facevano proselitismo sul web, e ha consentito di emettere tre provvedimenti di espulsione nei confronti di altrettanti individui. Nell’ultimo anno, la strategia mediatica messa in campo dalle organizzazioni terroristiche di matrice religiosa islamista ha indotto la Specialità a effettuare una costante attività di osservazione e analisi dei contenuti presenti in rete, coinvolgendo anche ulteriori strutture territoriali rispetto a quelle individuate nel 2016 al fine di individuare forme di proselitismo e segnali precoci di radicalizzazione. L’attività, funzionale a contrastare il proselitismo e prevenire fenomeni di radicalizzazione, ha portato a monitorare circa 17000 spazi web e alla rimozione di diversi contenuti. Con riferimento all’attività di monitoraggio del web per il contrasto al terrorismo di matrice islamica, giova evidenziare che gran parte dei contenuti illeciti pubblicati su internet vengono rimossi direttamente dai gestori delle principali piattaforme web i quali, grazie anche alla richiesta di maggiore collaborazione elaborata in numerose sedi istituzionali nell’ambito di progetti internazionali (es. EU Internet Forum) ai quali ha preso parte anche questa Specialità, stanno garantendo un’azione più incisiva per ridurre la proiezione esterna e virtuale del Califfato. Ancora, si rappresenta, che il Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni costituisce punto di contatto nazionale per l’IRU (Internet Referral Unit), Unità di Riferimento Internet in ambito Europol sviluppata sulla base del progetto Check the Web, con l’intento di condividere con altri Paesi informazioni di intelligence e per rispondere alla necessità di agire tempestivamente quando si presentino contenuti pericolosi che riguardano la nostra od altre Nazioni, condividendo notizie di interesse generale. L’IRU, infatti, effettua una approfondita analisi dei contenuti emersi in rete che possano essere di interesse per la sicurezza nazionale, condividendoli con i Paesi UE e con gli altri Paesi interessati. Parallelamente all’incremento dell’uso di strumenti telematici, sono cresciute le aspettative di sicurezza da parte del cittadino. La Polizia Postale e delle Comunicazioni è impegnata, ormai da diversi anni, in campagne di sensibilizzazione e prevenzione sui rischi e pericoli connessi all’utilizzo della rete internet, rivolte soprattutto alle giovani generazioni. Nello specifico si evidenzia che lo scorso 1° Dicembre 2017, in occasione del “Maker Faire-Fiera dell’Innovazione” è partita la 5° Edizione di “Una Vita da Social”, campagna itinerante della Polizia Postale e delle Comunicazioni, grazie alla quale sino ad oggi sono stati incontrati oltre 1 milione e 300 mila studenti, 147.000 genitori, 82.500 insegnanti per un totale di 10.750 Istituti scolastici e 190 città italiane. Un progetto dinamico, innovativo e decisamente al passo con i tempi, che si avvicina alle nuove generazioni evidenziando sia le opportunità del web che i rischi di cadere nelle tante trappole dei predatori della rete, confezionando un vero e proprio “manuale d’uso”, finalizzato ad evitare il dilagante fenomeno del cyberbullismo e tutte quelle forme di uso distorto della rete in generale e dei social network. A disposizione degli utenti è presente la pagina facebook e twitter di “Una vita da social”, gestita direttamente dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, dove vengono pubblicati gli appuntamenti, le attività, i contributi e dove i giovani internauti possono “postare” direttamente le loro impressioni ad ogni appuntamento. Grande consenso ha riscosso la campagna #cuoriconnessi, iniziativa che attraverso la proiezione di un docufilm e le testimonianze dirette dei minori vittime di prevaricazioni, vessazioni e violenze online, vuole offrire uno spunto di riflessione per avviare importanti considerazioni sul peso delle parole, sul loro valore e sulla loro potenza, ma anche sulle responsabilità degli adulti. Inoltre nel corso dell’anno sono stati realizzati incontri educativi su tutto il territorio nazionale raggiungendo oltre 250 mila studenti e circa 2500 Istituti scolastici per i quali è stata messa a disposizione anche un’email dedicata: [email protected]. Il portale del Commissariato di P.S. online è divenuto il punto di riferimento specializzato per chi cerca informazioni, consigli, suggerimenti di carattere generale, o vuole scaricare modulistica e presentare denunce. Uno strumento agevole che consente al cittadino, da casa, dal posto di lavoro o da qualsiasi luogo si desideri, di entrare nel portale ed usufruire dei medesimi servizi di segnalazione, informazione e collaborazione che la Polizia Postale e delle Comunicazioni quotidianamente ed ininterrottamente offre agli utenti del web. Attività del Commissariato di PS online: 16.096 - Richieste di informazioni evase 17.424 - Segnalazioni ricevute dai cittadini 8.315 - Denunce presentate dagli utenti Ad integrare la piattaforma online, anche l’App del Commissariato, scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone o su tablet, sia per iOS che Android, con i seguenti dati: Statistiche App 927 - Richieste di informazioni evase 404 - Segnalazioni ricevute dai cittadini 11.101 - Download Play Store 6.556 - Download iOS Read the full article
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Il colosso cinese CRRC acquisisce la maggioranza della rivolese Blue Engineering: progetta treni di ogni genere
Il colosso cinese CRRC, il più grande costruttore al mondo di materiale rotabile, attraverso CRRC Tangshan (azienda della holding) sbarca in Piemonte con CMC, costruttore di infrastrutture, e la sede italiana della multinazionale Genertec, operante in ambito tecnologico. Insieme hanno acquisito l’80% della Blue Engineering, società di Rivoli specializzata in progettazione e ingegnerizzazione per... Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
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