#inclusione e accettazione
Explore tagged Tumblr posts
pier-carlo-universe · 2 days ago
Text
Sarà possibile guarire dall'autismo? La ricerca e le prospettive future
Ad oggi, non esistono farmaci in grado di "guarire" dall'autismo, in quanto l'autismo non è una malattia, ma una condizione neurologica e neurodivergente caratterizzata da un diverso modo di percepire e interagire con il mondo
Ad oggi, non esistono farmaci in grado di “guarire” dall’autismo, in quanto l’autismo non è una malattia, ma una condizione neurologica e neurodivergente caratterizzata da un diverso modo di percepire e interagire con il mondo. L’autismo rientra nello spettro dei disturbi del neuro-sviluppo (Disturbo dello Spettro Autistico, o DSA) e si manifesta con caratteristiche uniche in ogni individuo, che…
0 notes
cassinafantapro · 19 days ago
Link
Jakub Jankto condivide amore e libertà sotto l'albero di Natale 🎄❤️. Un bacio col compagno per un augurio speciale: "Buon Natale a tutti! 🌟". Il suo coraggio è un messaggio di inclusione nel calcio. ⚽️🏳️‍🌈 #Amore #Libertà #Natale #fantacalcio #cfp #cassinafantapro
0 notes
animapunkocchidipeterpan · 6 months ago
Text
Tumblr media
«Rich Ciolino è il tenero alieno che ha accompagnato Ghali a Sanremo 2024.»
«Rich Ciolino diventa un simbolo di inclusione e diversità, incarnando i valori di apertura mentale e accettazione dell’altro. Attraverso la sua presenza, il pubblico è invitato a guardare il mondo con occhi diversi, scoprendo la bellezza nelle differenze e l’importanza di abbracciare la diversità.»
«la tenerezza di quest’alieno ha conquistato non solo il palco di Sanremo, ma anche un posto speciale nei cuori del pubblico.»
0 notes
kritere · 2 years ago
Text
Addio al Rdc, come funzioneranno Assegno di inclusione e Strumento di attivazione dal 2024
DIRETTA TV Mia, le news sul nuovo Reddito di Cittadinanza 29 Aprile 2023 L’addio al Reddito di cittadinanza è vicino. Al suo posto arriveranno Assegno di inclusione e Strumento di accettazione: vediamo come funzioneranno le nuove misure, inserite nel decreto Lavoro che arriverà in Cdm il 1° maggio. 0 CONDIVISIONI Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su Mia, le news sul nuovo…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
alex23196 · 5 years ago
Text
Fenomeni di inclusione
Mi sento liberamente in dovere di non dimostrarvi nulla. Se non mi credete, non è mia necessità determinarmi ai vostri occhi. Se mi deridete e schernite, sento di dovervi dimostrare semplicemente che il vostro giudizio non mi sfiora. La mia autostima non si calibra sulla vostra comprensione e credenza di cosa posso o non posso, so o non so.
La vostra incomprensione dei fenomeni di inclusione tra le persone, di accettazione delle loro personalità e fattezze, nel bene come nel male, mi lede solo in quanto non posso dire di aver imparato da voi tutto ciò che so sullo stare fra gli altri. Mi sarebbe piaciuto crescere in un ambiente in cui tutto ciò era naturale e scontato, ma così non è stato. Ringrazio solo la mia possibilità di crescere, a prescindere dal mio punto di partenza, dove voglio io.
4 notes · View notes
conesserci · 5 years ago
Text
"Anziché rispetto e gentilezza, inclusione e innocuità, amabilità e decenza, ciò che volevo era essere disturbato dalle cose. Volevo essere scioccato. Adoravo l’ambiguità. Volevo cambiare le mie opinioni su questo e su quello, praticamente su tutto. Volevo essere sconvolto e perfino ferito dall’arte. Volevo che qualcuno mi annichilisse con la crudeltà della sua visione del mondo. E tutto questo ebbe su di me un effetto profondo. Mi donò l’empatia. Mi aiutò a capire che esisteva un altro mondo oltre al mio. Mi aiutò a diventare adulto. Mi strappò dal narcisismo dell’infanzia proiettandomi tra i misteri del mondo – l’inspiegabile, il tabú, l’altro – e mi avvicinò a una posizione di comprensione e accettazione".
Bret Ellis
9 notes · View notes
paoloxl · 6 years ago
Video
youtube
Madalina, l'attivista per la casa condannata a lasciare l'Italia: "Vogli...
Come esponenti del mondo scientifico, impegnati a vario titolo nella ricerca sulle migrazioni e i processi di integrazione, chiediamo la revoca del provvedimento del Prefetto di Roma che dispone l’allontanamento dal territorio nazionale di Madalina Gavrilescu, cittadina rumena, attivista dei movimenti per il diritto all’abitare di Roma.
Il Prefetto le ordina di lasciare l’Italia entro 30 giorni «per motivi di sicurezza non imperativi», motivando la decisione con le seguenti parole: «Gli atti e i comportamenti posti in essere, anche reiteratamente, dal soggetto (…) evidenziano la mancanza di integrazione». Gli atti e i comportamenti contestati sono stati tutti compiuti nella sua attiva partecipazione al movimento del diritto all’abitare e per nessuno di questi è stata condannata penalmente. La sua partecipazione ai movimenti sociali per i diritti, dunque, sarebbe indicativa di una sua «mancata integrazione».
Madalina, tuttavia, da oltre dieci anni vive, studia e lavora precariamente a Roma; comunica in tre lingue, consolida legami sociali e cultura della solidarietà attraverso consistenti esperienze di lavoro civico nei servizi educativi rivolti a bambini e nel sostegno alla genitorialità per famiglie svantaggiate e fragili.
La più aggiornata letteratura scientifica internazionale e le stesse istituzioni nazionali e internazionali indicano nel percorso della partecipazione sociale e politica uno dei requisiti più importanti nel valutare i processi di integrazione delle persone immigrate. In assenza del diritto di voto attivo e passivo, i non cittadini si trovano a vivere i rispettivi percorsi di partecipazione civica e politica intervenendo in tutti quei movimenti della società civile tesi a individuare nell’allargamento dei diritti sociali un orizzonte condiviso con i cittadini italiani.
Indicare nel percorso biografico di Madalina una «mancata integrazione» significa, a nostro avviso, smentire quanto affermato con forza dalle stesse istituzioni italiane e internazionali. Il Parlamento italiano, l’Ocse, l’Unione Europea, la Commissione Europea, le Nazioni Unite hanno ribadito in numerosi documenti – facilmente reperibili – che uno degli indicatori più importanti per misurare l’integrazione è proprio la partecipazione politica.
Madalina ha declinato la partecipazione politica attraverso il diritto alla casa, costruendo numerose mobilitazioni nelle quali i movimenti di cui ha fatto parte sono stati individuati come interlocutori dagli organi competenti in occasione di vertenze che hanno previsto l’apertura di tavoli di confronto interistituzionali. Le sue azioni in difesa del diritto all’abitare ne provocherebbero la mancata inclusione?
La partecipazione politica sempre più ampia e diffusa dei cittadini stranieri alla vita sociale e alle scelte delle comunità rappresenta un elemento che non può in alcun modo essere criminalizzato; anzi, si tratta di un supporto fondamentale alla coesione sociale e alla creazione di una società più giusta e più equa.
Madalina è, inoltre, cittadina europea, titolare della libertà di circolazione e soggiorno. Da oltre dieci anni, vive, studia e lavora a Roma, e ora riceve un ordine di allontanamento perché lotta per il diritto alla casa. È legittimo svuotare di ogni senso la titolarità della cittadinanza europea? È legittimo ridurre l’integrazione a passiva accettazione della privazione dei diritti? Noi riteniamo di no.
Per queste ragioni, chiediamo che il provvedimento venga ritirato.
Per adesioni: [email protected]
Primi firmatari: Vincenzo Carbone, Michele Colucci, Enrico Gargiulo, Maurizia Russo Spena, Laura Ronchetti, Luigi Ferrajoli, Giso Amendola, Gennaro Avallone, Antonello Ciervo, Francesca Coin, Nick Dines, Margherita Grazioli, Sabrina Marchetti, Miguel Mellino, Sandro Mezzadra, Enrica Rigo, Pietro Saitta
La petizione può essere firmata anche su change.org
6 notes · View notes
cinquecolonnemagazine · 4 years ago
Text
"Not only twenty" il blog dedicato alle donne over 50
Tumblr media
Rita Palazzi è una fashion blogger che ha fatto delle sue grandi passioni: la moda e lo stile, un manifesto di vita per tutte le donne over 50. Nata e cresciuta, respirando un ambiente sartoriale, Rita nel suo blog aiuta e sostiene le donne over 50 che hanno voglia di valorizzare se stesse. Dà consigli di: stile, benessere, lifestyle e soprattutto come affrontare questa fase cosi delicata nella vita di una donna. La sua vitalità, la sua bellezza interiore ed esteriore sono un vero inno alla vita over 50, i famosi "anta" che nascondono delle insidie psicologiche e fisiche, ma che in realtà possono essere un momento di rinascita. Perchè tutte le fasi di vita di una donna, hanno qualcosa di bello e profondo da esplorare. Come nasce questo progetto del blog "Not only twenty" ? "Not Only Twenty" nasce sette anni fa come fashion blog. Sono nata in mezzo a tessuti e punti molli, con mia mamma e mia zia sarte. Negli anni in cui fare la sarta voleva dire prendere il tessuto della cliente. Studiare bene le sue esigenze e il suo fisico e disegnare l’abito adatto a lei. Tagliarlo, imbastirlo e iniziare le prove con l’abito indosso alla cliente perché fosse fatto a pennello.Toccare i tessuti, vederli drappeggiati sul mannequin (che non a caso è diventato il logo del mio blog), veder togliere i "difetti” dall’abito. E' stata una bella scuola. Il desiderio di dare voce a tutto questo c’era da tempo.Due perdite importanti mi hanno fatto capire che quello era il momento. Rimandare avrebbe potuto significare non fare e così è nato il mio blog. Rita Palazzi A chi si rivolge il tuo blog Not Only Twenty e quali sono le richieste che ti vengono fatte più spesso dalle donne che ti seguono ? Il mio blog si rivolge alle donne over 50. Quelle donne che vengono ritenute finite come femmine e alle quali viene assegnato solo il ruolo di nonne a tempo pieno o quello di mogli di mariti stanchi.Noi siamo molto di più di tutto questo e vogliamo affermarlo. Le donne che mi seguono si riconoscono nelle problematiche che affronto nel blog. Oltre a moda e bellezza parlo di sesso, di fitness e, soprattutto, di autostima.La cosa bellissima è che chi mi segue non mi molla. Le mie followers interagiscono dando la loro opinione sugli argomenti trattati. Con mia grande gioia i commenti sono molto rispettosi e tolleranti con chi non la pensa nello stesso modo.Anche questo è un momento di crescita e per me ha un grande valore, visto che non riesco a tollerare la critica fatta in modo sterile e offensivo, quella senza costrutto. Le donne che seguono il blog mi chiedono consigli su abbigliamento,abbinamenti, bellezza, fitness. Sono molto attente ai brand che rispettano l’ambiente e i lavoratori del settore. Quali sono le “difficoltà” che oggi affronta una donna over 50 ´? Da quando ho iniziato il mio blog le cose sono molto cambiate per noi donne over 50, soprattutto all’estero, dove fashion blogger mature sono diventate delle vere testimonial di brand del lusso con un numero di follower da fare invidia.Noi vogliamo affermare la nostra bellezza e l’entusiasmo per la vita. Sembra finito il tempo in cui per le donne era vietato invecchiare. Quindi la rincorsa all’eterna giovinezza con diete massacranti, interventi estetici e tanta frustrazione.Le donne over 50 ora vogliono essere la loro forma migliore, non sembrare una ventenne ( cosa impossibile e castrante), ma essere una bella cinquantenne, sessantenne e oltre. L’era delle eterne bamboline sembra aver ceduto il passo a donne più vere. Anche le attrici più famose non disdegnano di farsi un selfie senza trucco e parrucco, mostrandosi come sono nell’intimità della propria casa. Siamo finalmente arrivate ad accettare con gioia le nostre rughe. La trasformazione del nostro corpo, che diventa meno snello e meno tonico e apprezzare tutte le gioie che la vita può ancora regalarci.Le donne da sempre devono essere belle e questo genera una grande competizione. Accettare la bellezza di ognuna con misure e forme diverse crea una solidarietà tra donne che, a mio avviso, è estremamente auspicabile. Secondo il tuo parere oggi le donne over 50 sono rappresentate dal mondo della moda? Devo dire che negli ultimi tempi le cose stanno andando un po’meglio. C’è più inclusività anche nelle sfilate dei brand di lusso, dove appare qualche modella curvy e qualche modella matura. Le donne hanno capito che la moda, deve farle sentire bene con se stesse, non importa se il vitino di vespa è sparito. La nostra bellezza non è solo l’aspetto esteriore, ma quello che mostriamo del nostro vissuto; delle risate a squarciagola, dei pianti di disperazione che hanno segnato la nostra vita.Non siamo soltanto il contenente, ma anche il contenuto. Grazie alle fashion blogger over 50, le donne hanno capito che i limiti dati dall’età sono una fantasia del vecchio mondo del marketing. Non ci sono limiti nell’abbigliamento per le over 50 se non quelli del buongusto, ma questo riguarda anche i giovani, e quelli dati dal proprio gusto personale. Rita Palazzi Negli ultimi anni il concetto di accettazione di sé, di inclusione , di diversità inteso come non omologarsi a canoni precostituiti sono argomenti molto sentiti . Eppure ancora oggi è difficile lavorare sulle proprie insicurezze, quali consigli puoi dare alle donne per accettarsi di più? Innanzitutto dico alle donne di non giudicare le altre donne, ma di supportarle in ogni scelta. Poi di vedere la propria bellezza e amarci per quello che siamo, prima di tutto per la nostra unicità. Ho vissuto sulla mia pelle il periodo della menopausa come una cosa terribile. Avere messo su diversi chili, un pancino prominente e meno tonico e qualche ruga in più sul viso, è stato devastante: non mi riconoscevo e non mi accettavo. Ho vissuto il periodo della trasparenza agli occhi dell’altro sesso. Lavorando su me stessa ho capito che ero io che non volevo essere apprezzata dagli altri, proprio perché per prima non mi apprezzavo. Ho imparato ad amarmi, a capire il mio valore come persona, a guardare con benevolenza le “imperfezioni” e, cosa importantissima, ad apprezzare la vita con riconoscenza, questa è stata la mia rinascita. Credo di non avere mai avuto nella vita una serenità e una sicurezza di me, come in questo periodo. Vorrei, attraverso il mio blog, aiutare le donne ad amarsi, come io mi amo. L’autostima è fondamentale per amare le altre donne e non sentirsi in competizione con loro. Per arrivare a questo c’è una regola d’oro: allontanare le persone che non ti fanno sentire bene. Rita grazie alla tua esperienza ormai di molti anni, puoi dare qualche consiglio alle donne over 50 per valorizzare al meglio le proprie fisicità? Consiglio a tutte le donne di guardarsi con occhi critici, ma benevoli. Trovare i propri punti di forza ed esaltarli per far passare le “imperfezioni” in secondo piano. Se avete un bel décolleté mettete qualcosa di scollato che lo esalti e chedistolga lo sguardo dal pancino che non vi piace. Se non siete altissime e volete sembrare più slanciate usate pantaloni etop dello stesso colore. Ma soprattutto guardate con occhio super critico il vostro armadio, togliete tutto quello che non indossate e che non “sentite” vostro (vi dirò poi che cosa fare di quei capi). Fate una lista di quello che vi piace moltoindossare e degli ipotetici abbinamenti. Quello è il vostro stile. Ricordate che potete giocare molto con gli accessori per creare outfit sempre diversi con i capi che avete nell’armadio, a volte basta un nuovo taglio di capelli per acquisire più stima di noi stesse. Ultima cosa, indossate sempre il vostro sorriso, la vita è bella e troppo breve per non essere apprezzata. Read the full article
0 notes
musicvilla · 4 years ago
Link
Nella notte si è tenuta la cerimonia di inclusione nella Rock and Roll Hall of Fame, guarda i discorsi di accettazione della band inglese e di Trent Reznor. via Rockol Music News
0 notes
enkeynetwork · 5 years ago
Text
Il nuovo logo della Durex: chiaro, affidabile
Tumblr media
Tutti hanno bisogno di un restyling ogni tanto, anche aziende come la Durex, che per rimanere al passo con i tempi decide di cambiare la sua immagine irriverente ma responsabile in una più matura e affidabile, fa questo mettendo in campo un nuovo logo e una nuova campagna pubblicitaria.
Il restyling della Durex
Gli artefici della nuova immagine Durex sono gli studi di Havas London e Design Bridge. L'obiettivo è, oltre a cambiare aspetto al marchio, anche progettare una nuova strategia di posizionamento sui social e sul web. Nello specifico Havas London ha realizzato la strategia grafica, l'identità visiva e studiato per il posizionamento SEO. Invece Design Bridge si è occupata del nuovo packaging e del logo, l'idea di base era quella di presentare la Durex come un marchio onesto e senza troppi fronzoli.
Tumblr media
Il nuovo logo della Durex semplice e lineare Un marchio che trasmetta fiducia, il logo come timbro di autenticità. Per questo motivo proprio dal logo è stata tolta la profondità data dalle varie sfumature e l'effetto lucido. Il focus ora è puntato sulla semplicità, sull'utilizzo di immagini più inclusive e sul tentativo di sfidare gli approcci più convenzionali al prodotto.
Come cambia il logo
Si parte così da una versione più semplice ma morbida e lineare del logo, un design flat con un nuovo carattere tipografico, ideato dalla casa Colophon Foundry. Si passa poi ad utilizzare il rettangolo dai bordi arrotondati che lo circonda, come figura principale utile a far riconoscere subito il marchio. Il suo utilizzo sarà anche ripreso dalla campagna pubblicitaria che può essere così facilmente riprodotta su una vasta varietà di supporti. Si è voluto puntare sulla forma del precedente logo perché fosse subito riconoscibile ma al tempo stesso nuovo. Una sorta di firma, che non copre quindi gli altri elementi di cartellonistica e dei banner pubblicitari ma che permette di capire subito di cosa stiamo parlando.
La scelta delle immagini è molto curata
Per quanto riguarda la scelta delle immagini si è stilato un vademecum: le fotografie dovevano ritrarre "scene reali", con "carattere reale" e che evocassero "sensazioni reali". La parola chiave come si può notare è reale, questo per dire che a differenza di molte campagne pubblicitarie qui si punta su qualcosa di tangibile. Quindi questo voleva dire trovare immagini di momenti realistici in cui i soggetti fossero consapevoli e ispirassero fiducia, per quanto riguarda le sensazioni reali dovevano essere presenti: il sudore, la pelle d'oca, e altre immagini che evocassero subito emozioni viscerali.
Tumblr media
Le immagini rappresentano coppie reali Per questo motivo si è scelto di optare per ritrarre coppie vere, quindi anche imperfette, affinché fossero immagini credibili, realistiche e belle naturalmente. Per la cartellonistica saranno poi affiancate le foto così realizzate a dei cartelloni con solo testo su sfondo colorato. Un'altra opzione è quella ideata per affissioni di dimensioni ridotte, in cui sono rappresentate delle coppie stilizzate mentre fanno sesso.
Il font One Night Sans
Il nuovo font utilizzato si chiama One Night Sans ed è il fulcro della nuova identità visiva di Durex. Doveva essere un font chiaro e preciso, semplice da leggere sia nelle sale d'attesa degli ospedali che sul web.
Tumblr media
La campagna pubblicitaria con le coppie stilizzate One Night Sans è quindi un carattere chiaro e affidabile, che riprende la forma a del logo arrotondata, per uno stile morbido ma pulito. Un font più semplice e autorevole, rispetto a quello precedente.
L'ambizione di Durex
L'intera campagna pubblicitaria punta ad aiutare ad avere più consapevolezza nel sesso, a creare inclusione e accettazione. Una campagna ambiziosa che a detta di Elliott Harri, il direttore creativo esecutivo globale di Havas London, potrebbe essere tra l'altro il lavoro più importante che abbiamo mai fatto. Read the full article
0 notes
pier-carlo-universe · 2 months ago
Text
Tracce di neve di Cat Sebastian: Un romance storico che scalda il cuore. Recensione di Alessandria today
Amore, segreti e redenzione in un paesaggio innevato del passato
Amore, segreti e redenzione in un paesaggio innevato del passato Recensione Tracce di neve di Cat Sebastian è un romanzo che unisce il fascino dell’ambientazione storica con una storia d’amore toccante e sincera tra due uomini che si ritrovano inaspettatamente legati da circostanze impreviste. Ambientato in un periodo storico dove l’amore tra persone dello stesso sesso era spesso considerato…
0 notes
scritturadelse · 5 years ago
Text
“Il mio disordine. È in questo: che ogni cosa per me è una ferita attraverso cui la mia personalità vorrebbe sgorgare per donarsi. Ma donarsi è un atto di vita che implica una realtà effettiva al di là di noi: e invece ogni cosa che mi chiama ha realtà soltanto attraverso i miei occhi e, cercando di uscire da me, di risolvere in quella i miei limiti, me la trovo davanti diversa e ostile”.  Antonia Pozzi
"Anziché rispetto e gentilezza, inclusione e innocuità, amabilità e decenza, ciò che volevo era essere disturbato dalle cose. Volevo essere scioccato. Adoravo l’ambiguità. Volevo cambiare le mie opinioni su questo e su quello, praticamente su tutto. Volevo essere sconvolto e perfino ferito dall’arte. Volevo che qualcuno mi annichilisse con la crudeltà della sua visione del mondo. E tutto questo ebbe su di me un effetto profondo. Mi donò l’empatia. Mi aiutò a capire che esisteva un altro mondo oltre al mio. Mi aiutò a diventare adulto. Mi strappò dal narcisismo dell’infanzia proiettandomi tra i misteri del mondo – l’inspiegabile, il tabú, l’altro – e mi avvicinò a una posizione di comprensione e accettazione".
Bret easton ellis
0 notes
fashioncurrentnews · 6 years ago
Text
Jakarta Modest Fashion Week: dietro le quinte di un nuovo mondo
La modest fashion, in gergo, è essenzialmente quel tipo di abbigliamento che copre completamente il corpo. Ma la modest fashion è una moda ad ampio spettro che comprende, ad esempio, una bellissima abaya in seta decorata di Dolce&Gabbana ma anche uno smoking  aderente di YSL. La nuova modest fashion ha un significato speciale per molte donne che in passato si sono sentite poco rappresentate e indica anche che la società sta facendo progressi per quanto riguarda inclusione e accettazione. Di recente ho avuto l’opportunità di partecipare a una delle principali settimane della moda di modest fashion deluxe, la Jakarta Modest Fashion Week a Gandaria City. Durante la settimana ho incontrato i fondatori dell’evento, una designer di spicco e una delle personalità più importanti della kermesse.
Parlo della bellissima modella etiope e mussulmana Muna Juma che ha ottenuto di non sfilare in bikini a Miss Universo 2017 ed è per questo diventata ambasciatrice della modest fashion, aprendo così la strada a uguaglianza e inclusione. Cosa ti ha spinto a partecipare a Miss Universo? Sono state le donne forti nella mia vita a ispirarmi, la loro determinazione a superare la paura e la perdita mi hanno motivato a fare la differenza nel mondo in cui vivo. Unire la modest fashion all’attivismo mi ha dato la  forza di concentrarmi meno sui miei difetti, e a guardare di più a quelli del mondo. Come ha reagito il mondo del modeling alla tua storia? Il settore ha reagito in modo forte e positivo! E questo vuol dire che il settore ha fame di cambiamento e che c’è la voglia di ascoltare più storie positive.
Think Fashion è l’azienda che organizza le Modest Fashion Weeks. La crescita dell’azienda ha seguito quella del settore modest fashion. Sono riuscita a parlare qualche minuto con i fondatori dell’evento, Ozlem Sahin e Franka Soeria: Cosa vi ha fatto pensare che la modest fashion sarebbe diventato un settore di successo?   Ozlem: Il valore della modest fashion sul mercato globale ammonta a ben 474 miliardi di dollari. Questo, insieme a una tendenza crescente a livello mondiale verso un tipo di abbigliamento più pudico, rappresentava un’opportunità molto chiara.  In particolare con il boom dell’ e-commerce nella moda, tutto stava a indicare che il settore della modest fashion andava assolutamente esplorato. Progetti per il futuro per Think Fashion? Ozlem: Abbiamo capito che ciò di cui ha davvero bisogno il settore sono più piattaforme per la vendita sia online che offline. In questo senso stiamo programmando di lanciare molto presto la nostra piattaforma e-commerce ‘Modest Fashion Week’ con il motto ‘dalle passerelle al vostro armadio’.
La stilista  Zeina Ali ha chiuso la prima giornata della Think Fashion Modest Fashion Jakarta proponendo il suo tipico stile eccentrico. Sono riuscita a parlare con la stilista dopo la sua applauditissima sfilata. Che consiglio daresti ai giovani designer che vogliono avere successo nel settore modest? Quello che voglio vedere davvero è come si possano offrire proposte non classicamente ‘modest’ a una clientela modest. Che si tratti di colori, tagli, ruche o qualunque elemento che possiamo vedere sulle passerelle. Per me la parte ‘magica’ è come inserire i trend globali nella moda modest in modo creativo e aggraziato, e senza eccedere.
Attendiamo con ansia la prossima edizione di Think Fashion Modest Fashion Week che si terrà a Dubai all’inizio del 2019. La città ospiterà nuovamente l’evento che vedrà la partecipazione di molti brand di moda, gioielli e lifestyle di lusso, e ci sarà anche la conferma di una location lussuosa, ma ancora segreta.
Testo di Bridget Dean Dubai-based fashion writer.
L'articolo Jakarta Modest Fashion Week: dietro le quinte di un nuovo mondo sembra essere il primo su Vogue.it.
from Vogue.it https://ift.tt/2Nav1lz from Blogger https://ift.tt/2CamomQ
0 notes
pangeanews · 5 years ago
Text
“Di un libro non conta la qualità: deve essere politicamente corretto”. Dialogo con Giuseppe Culicchia, traduttore di Bret Easton Ellis (che urla: “Volevo essere sconvolto, ferito dall’arte”)
Ad averne di scrittori così coraggiosi! Non che Bianco (Einaudi, 2019) sia la migliore prova letteraria di Bret Easton Ellis, ma di questi tempi un simile saggio-memoir è dinamite, una detonazione dirompente e liberatoria. L’autore di American Psycho, pur senza mai abbandonarsi a manifestazioni di livore gratuito, non risparmia nessuno. La comunità LGBT, per esempio, ne esce con le costole rotte: “Quando una comunità si vanta delle sue diversità e della sua unicità e poi mette al bando la gente solo per come si esprime – non per atti di incitazione all’odio ma semplicemente perché non ne gradisce le opinioni – ecco che si mette in moto un fascismo corporativo che dovrebbe essere seriamente riconsiderato, non solo dalla comunità gay ma da tutti. Il problema che avevano numerosi miei sostenitori era semplice: se non sei un gay della serie Elfo Magico, corri automaticamente il rischio di venire ostracizzato dall’élite della comunità gay…”. Nel mirino ci sono anche i social network e la mentalità narcisistica che incoraggiano, una sorta di infantilismo sotteso all’intolleranza politicamente corretta: “Ecco il vicolo cieco dei social: dopo che hai creato la tua personale bolla che riflette solo ciò a cui tu ti rapporti o con cui ti identifichi, dopo che hai bloccato o hai smesso di seguire le persone le cui opinioni o la cui visione del mondo condanni e non condividi, dopo che hai creato la tua personale piccola utopia fondata sui valori che ti sono cari, una sorta di folle narcisismo inizia a deformare quest’immagine cosí carina. Non essere in grado di o non volere mettersi nei panni degli altri  – non voler vedere il mondo in maniera diversa da come tu lo percepisci – è il primo passo verso la non empatia, ed è per questo che cosí tanti movimenti progressisti diventano rigidi e autoritari quanto le istituzioni a cui si oppongono”. E non mancano i miti che Ellis si diverte a sbertucciare senza tanti problemi, come quello di David Foster Wallace, a suo avviso lo scrittore più “sopravvalutato” e “pretenzioso” della sua generazione: “non sono mai riuscito a leggere il suo romanzo del 1996  Infinite Jest, malgrado ci abbia provato diverse volte, e ho sempre  trovato i suoi pezzi giornalistici enfatici e condiscendenti, e del suo discorso ai laureati del Kenyon College nel 2005 pensavo fosse uno straordinario esempio di un cumulo di cazzate”. Col cavolo che uno della conventicola giusta, qui in Italia, criticherebbe a muso duro un autore altrettanto famoso.
Ma più di tutto Bret Easton Ellis si è rotto i coglioni di chi non comprende come la valutazione di un’opera d’arte debba essere di carattere estetico e su questa fa pesare il giudizio umano sull’artista. Al contempo, una cosa è certa, l’arte non deve avere una funzione consolatoria o accomodante, ma spiazzante, distruttiva di ogni visione consolidata: “Anziché rispetto e gentilezza, inclusione e innocuità, amabilità e decenza, ciò che volevo era essere disturbato dalle cose […] Volevo essere scioccato. Adoravo l���ambiguità. Volevo cambiare le mie opinioni su questo e su quello, praticamente su tutto. Volevo essere sconvolto e perfino ferito dall’arte. Volevo che qualcuno mi annichilisse con la crudeltà della sua visione del mondo […] E tutto questo ebbe su di me un effetto profondo. Mi donò l’empatia. Mi aiutò a capire che esisteva un altro mondo oltre al mio, con i suoi punti di vista e i suoi trascorsi e le sue inclinazioni, e non ho dubbi sul fatto che tutto questo mi aiutò a diventare adulto. Mi strappò dal narcisismo dell’infanzia proiettandomi tra i misteri del mondo – l’inspiegabile, il tabú, l’altro – e mi avvicinò a una posizione di comprensione e accettazione”.
La vera sorpresa, poi, con l’edizione italiana che esce a un anno di distanza da quella americana, è il ritorno, come suo traduttore, di una delle punte di diamante della letteratura italiana, ovvero Giuseppe Culicchia, l’autore dell’intramontabile Tutti giù per terra, che già avevamo potuto apprezzare nella versione italiana di American Psycho. Palesemente, lui ed Ellis sono un’accoppiata ideale perfetta, essendo entrambi scrittori della Generazione X. Non potevamo quindi esimerci dal sentire Culicchia, grande amico di Pangea e che più volte abbiamo avuto il piacere di ospitare.
Un libro ad alto tasso di politicamente scorretto, questo Bianco di Bret Easton Ellis. A tuo avviso, c’era da parte dell’autore la necessità di mettere certe cose in chiaro in modo inequivocabile, per questo ha scelto la forma del saggio-memoriale?
Credo che la scelta di Ellis possa dipendere da due fattori. In primo luogo, dall’urgenza di dire certe cose alla luce del momento storico in cui viviamo. E poi dal fatto che attualmente non ha più intenzione di usare la forma romanzo. Una scelta che da lettore mi dispiace moltissimo e che spero sia solo momentanea, anche se ormai sono parecchi anni che Ellis non dà alle stampe un libro di pura narrativa. Fermo restando che alcuni passaggi di Bianco sono narrativi e deliziosi.
È vero, a tuo avviso, che oggi American Psycho avrebbe ancora più difficoltà di quante ne ebbe a suo tempo per essere pubblicato? 
Oggi un libro come American Psycho non lo pubblicherebbe nessuno. E, se anche fosse, verrebbe massacrato ancora più di quanto non avvenne allora. Ormai prevale l’idea che la qualità di un libro non conti: contano semmai le idee politiche dell’autore, la sua posizione in merito a determinati temi. Fermo restando naturalmente che il libro deve essere in grado di superare l’esame dei tutori del politicamente corretto, non urtare nessuno, a cominciare dalle minoranze. La cosa sconvolgente, in tutto questo, resta l’incapacità di capire che American Psycho è un romanzo profondamente morale, nonché la critica più lucida e feroce al liberismo capitalista e alla religione del denaro.
Uno scrittore che traduce un altro scrittore. Qual è il tuo valore aggiunto nel trasporre Ellis in italiano?
Non saprei, bisognerebbe chiederlo ai lettori. Ho amato Ellis fin dal suo esordio con Meno di zero e per me è un grande onore poterlo tradurre.
Stando a quanto si dice in Bianco, l’asfittica piaga del politicamente corretto è proprio una tendenza globale – o forse globalizzata. Se mutassimo i nomi e, invece di Trump, menzionassimo un qualche politico italiano della “parte sbagliata”, la situazione da lui descritta sarebbe tranquillamente sovrapponibile alla nostra. Non trovi?
Assolutamente. Ma temo che lo stesso valga per tutti i Paesi occidentali.
È singolare il fatto che uno scrittore gay si scagli contro la tendenza degli omosessuali alla vittimizzazione di genere e alla demonizzazione del maschio bianco etero. Mi chiedo anche come sia possibile che ancora non l’abbiano fatto fuori dalla scena letteraria, in America. Sì può, dunque, sopravvivere alla mannaia del politicamente corretto?
Temo che Ellis non sia tra gli scrittori più amati della scena letteraria americana: non è in linea con il pensiero dominante, non scrive storie consolatorie, non sa cosa sia un lieto fine, se ne sbatte delle aspettative di critica e pubblico scrivendo solo e sempre quello che vuole e quando ha voglia di farlo. Naturalmente, ne paga le conseguenze.
Ellis rimpiange la vecchia era analogica, quando si compravano le videocassette e i giornali porno. Preferisce inoltre quei tempi in cui i bambini non vivevano sotto una campana di vetro, ma facevano un po’ come gli pareva girando liberamente e menandosi senza che chiunque gridasse allo scandalo del bullismo. Quel che sostiene è il classico ritornello tipico degli anziani del “si stava meglio quando si stava peggio”, oppure semplicemente ha ragione da vendere?
L’età più bella è quella che hai, dice Vittorio Gassman/Bruno Cortona ne Il Sorpasso. Credo che Ellis abbia ragione quando scrive che per quelli della sua generazione certe cose non erano scontate; bisognava desiderarle davvero, e sapersele prendere o guadagnare. Sbattersi settimane per mettere le mani sull’unica copia di un 33 giri d’importazione dava ai brani di quel disco un altro valore rispetto a oggi che tutta la musica è a portata di click. E questo vale per tutto il resto. Fermo restando poi che l’idea che la cultura – si tratti di libri, musica, film o altro – debba essere gratuita è profondamente sbagliata. Tutti devono potersela permettere, ma gli artisti devono anche poter vivere del loro lavoro. Questo, però, è un altro tema.
Io credo che uno dei punti migliori del testo sia quello in cui l’autore riflette su quanto sia malato di narcisismo e fermo a uno stadio infantile del proprio sviluppo intellettuale chi non tollera la sussistenza di opinioni divergenti. Non pensi anche tu?
Sì, certo, sono totalmente d’accordo. Il narcisismo di certi censori è francamente insopportabile. Il fatto è che questi signori non si rendono conto di quanto sono ridicoli. Ma sarebbe ora che noi ci si rendesse conto di quanto sono pericolosi.
Ellis ha il coraggio di dire peste e corna di David Foster Wallace, smontando la narrazione mitologizzante che vi è stata costruita intorno. Ti faccio una domanda birichina: oggi, un famoso scrittore italiano direbbe mai qualcosa di altrettanto duro contro un collega di spicco?
Matteo, Matteo, sei davvero un ragazzaccio.
Matteo Fais
L'articolo “Di un libro non conta la qualità: deve essere politicamente corretto”. Dialogo con Giuseppe Culicchia, traduttore di Bret Easton Ellis (che urla: “Volevo essere sconvolto, ferito dall’arte”) proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2oVh0hs
0 notes
virginiamurrayblog · 6 years ago
Text
Jakarta Modest Fashion Week: dietro le quinte di un nuovo mondo
La modest fashion, in gergo, è essenzialmente quel tipo di abbigliamento che copre completamente il corpo. Ma la modest fashion è una moda ad ampio spettro che comprende, ad esempio, una bellissima abaya in seta decorata di Dolce&Gabbana ma anche uno smoking  aderente di YSL. La nuova modest fashion ha un significato speciale per molte donne che in passato si sono sentite poco rappresentate e indica anche che la società sta facendo progressi per quanto riguarda inclusione e accettazione. Di recente ho avuto l’opportunità di partecipare a una delle principali settimane della moda di modest fashion deluxe, la Jakarta Modest Fashion Week a Gandaria City. Durante la settimana ho incontrato i fondatori dell’evento, una designer di spicco e una delle personalità più importanti della kermesse.
Parlo della bellissima modella etiope e mussulmana Muna Juma che ha ottenuto di non sfilare in bikini a Miss Universo 2017 ed è per questo diventata ambasciatrice della modest fashion, aprendo così la strada a uguaglianza e inclusione. Cosa ti ha spinto a partecipare a Miss Universo? Sono state le donne forti nella mia vita a ispirarmi, la loro determinazione a superare la paura e la perdita mi hanno motivato a fare la differenza nel mondo in cui vivo. Unire la modest fashion all’attivismo mi ha dato la  forza di concentrarmi meno sui miei difetti, e a guardare di più a quelli del mondo. Come ha reagito il mondo del modeling alla tua storia? Il settore ha reagito in modo forte e positivo! E questo vuol dire che il settore ha fame di cambiamento e che c’è la voglia di ascoltare più storie positive.
Think Fashion è l’azienda che organizza le Modest Fashion Weeks. La crescita dell’azienda ha seguito quella del settore modest fashion. Sono riuscita a parlare qualche minuto con i fondatori dell’evento, Ozlem Sahin e Franka Soeria: Cosa vi ha fatto pensare che la modest fashion sarebbe diventato un settore di successo?   Ozlem: Il valore della modest fashion sul mercato globale ammonta a ben 474 miliardi di dollari. Questo, insieme a una tendenza crescente a livello mondiale verso un tipo di abbigliamento più pudico, rappresentava un’opportunità molto chiara.  In particolare con il boom dell’ e-commerce nella moda, tutto stava a indicare che il settore della modest fashion andava assolutamente esplorato. Progetti per il futuro per Think Fashion? Ozlem: Abbiamo capito che ciò di cui ha davvero bisogno il settore sono più piattaforme per la vendita sia online che offline. In questo senso stiamo programmando di lanciare molto presto la nostra piattaforma e-commerce ‘Modest Fashion Week’ con il motto ‘dalle passerelle al vostro armadio’.
La stilista  Zeina Ali ha chiuso la prima giornata della Think Fashion Modest Fashion Jakarta proponendo il suo tipico stile eccentrico. Sono riuscita a parlare con la stilista dopo la sua applauditissima sfilata. Che consiglio daresti ai giovani designer che vogliono avere successo nel settore modest? Quello che voglio vedere davvero è come si possano offrire proposte non classicamente ‘modest’ a una clientela modest. Che si tratti di colori, tagli, ruche o qualunque elemento che possiamo vedere sulle passerelle. Per me la parte ‘magica’ è come inserire i trend globali nella moda modest in modo creativo e aggraziato, e senza eccedere.
Attendiamo con ansia la prossima edizione di Think Fashion Modest Fashion Week che si terrà a Dubai all’inizio del 2019. La città ospiterà nuovamente l’evento che vedrà la partecipazione di molti brand di moda, gioielli e lifestyle di lusso, e ci sarà anche la conferma di una location lussuosa, ma ancora segreta.
Testo di Bridget Dean Dubai-based fashion writer.
L'articolo Jakarta Modest Fashion Week: dietro le quinte di un nuovo mondo sembra essere il primo su Vogue.it.
Jakarta Modest Fashion Week: dietro le quinte di un nuovo mondo published first on https://wholesalescarvescity.tumblr.com/
0 notes
davide5 · 7 years ago
Text
Scheda - Zootropolis
Regia: Byron Howard, Rich Moore Anno: 2016 Genere: animazione, azione, commedia, poliziesco Il 29.04.18
Un bel messaggio per il pubblico: un chiaro esempio di inclusione sociale a più livelli. Di considerazione e apprezzamento del diverso, in una grande capacità di accettazione e rivalutazione. Tutta questa aulicità è portata avanti da un pratico espediente: l’indagine poliziesca. Divertenti i riferimenti a film come il Padrino. Riesce a tenere l’attenzione dei fruitori, anche a causa di una risoluzione su diversi step; considerato infatti il genere non ci si aspetterebbe un finale a sorpresa così ben fatto. Lo stile dell’animazione non suggerirebbe un film di questa portata simbolica eppure sorprende soprattutto in questo. Consigliato: sì Voto: 8
Tumblr media
0 notes