#importanza dei limiti
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pier-carlo-universe · 27 days ago
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L'importanza dei limiti di Bruno Mattu: Una riflessione sul valore della calma e della consapevolezza. Recensione di Alessandria today
Un invito a rallentare e a vivere ogni attimo con pienezza, godendo del percorso piuttosto che correre verso la meta
Un invito a rallentare e a vivere ogni attimo con pienezza, godendo del percorso piuttosto che correre verso la meta Recensione: L’importanza dei limiti di Bruno Mattu è un testo poetico e riflessivo che affronta un tema fondamentale nella nostra società frenetica: il valore della calma e della pazienza nel percorso della vita. Con parole delicate ma potenti, Mattu ci invita a riflettere…
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dominousworld · 2 years ago
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NYT: "Gli Usa devono riscoprire l'importanza dei limiti in politica estera"
a cura di l’Antidiplomatico Sul New York Times Stephen Wertheim spiega come gli Stati Uniti, dopo la fine dell’Unione Sovietica, abbiano riscritto la storia della Seconda guerra mondiale per farne il fondamento delle guerre infinite e del loro dominio globale. Riportiamo ampi brani dell’articolo. La vittoria della seconda e la paura della terzaL’America, scrive Wertheim, uscì vittoriosa dalla…
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palmiz · 2 years ago
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La Grande truffa elettrica:
Faccio spoiler di un paio di aspetti per i pigri:
"costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
- costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
- costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
- costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052) ."
( Per Un viaggio di 3 ore con auto termica, ne servono 6 con auto elettrica calcolando tempi di ricarica) . E per furgoni e tir , qualcuno mi spieghi come si farà a lavorare o con che costi... )
Evviva l’auto elettrica!
"Da un anno sono possessore di una auto Full Electric di ultima generazione: una Peugeot E-208 con una batteria da 50 KWh.
Mi sono fatto convincere dalle fandonie raccontate sul fatto che le auto elettriche sarebbero molto più convenienti di quelle con motore termico. Ebbene, posso dire con certezza, scontata sul mio portafogli, che le auto elettriche sono una colossale fregatura.
L'Unione Europea, non ho ben capito con quale logica e per quale interesse, spinge fortemente per la conversione totale della mobilità dal termico all'elettrico. I principali argomenti per convincere gli utenti a passare all'elettrico sono la scelta ecologica ed il risparmio.
Quanto alla valenza ecologica dei motori elettrici, non ho gli elementi per affermare se sussiste veramente ma ho seri dubbi anche in considerazione dell'enorme problema relativo allo smaltimento delle batterie esauste.
Per quanto riguarda invece la assoluta antieconomicità delle auto elettriche, e, problema di non secondaria importanza, la loro faticosissima fruibilità, ebbene qui ho solo certezze, raggiunte dopo un anno di calvario, sia pratico che economico.
Innanzitutto voglio spendere una parola sulla indegna malafede speculativa rappresentata dal costo addebitato all'utente per la energia erogata dalle colonnine pubbliche.
A fronte di un costo medio della energia domestica pari ad € 0,52/KWh, ho dovuto riscontrare che per le ricariche alle colonnine pubbliche viene praticato un costo pari ad euro 0,89/KWh, ovvero quasi il doppio.
Riguardo poi alla infruibilità delle auto elettriche, faccio presente che i motori elettrici di nuova generazione necessitano di batterie con una capacità di almeno 40kwh, che, a causa della rilevanza di tale capienza, necessitano di essere ricaricate quasi esclusivamente presso i punti di ricarica veloce visto che, con una ricarica lenta, per raggiungere il 100% ci vorrebbero almeno 14 ore.
Quindi il problema della scarsissima disponibilità di punti di ricarica pubblici viene enormemente acuito dalla necessità di accedere esclusivamente ai punti di ricarica veloce, che sono circa il 20% della totalità.
Da ciò deriva che se devi fare un viaggio, o ti prendi due giorni per fare 400 km oppure ti fermi almeno un paio di volte per ricaricare nelle postazioni di ricarica veloce, con una attesa per ogni ricarica di minimo un'ora (purtroppo anche la storia che con 20 minuti si raggiunge l'80% della ricarica è un'altra fandonia: ce ne vogliono almeno 40).
Si aggiunga poi che sulla rete autostradale italiana i punti di ricarica veloce sono rarissimi, il che significa che ogni volta che si ha bisogno di ricaricare si deve uscire dall'autostrada e percorrere a volte diversi chilometri aggiuntivi per raggiungere la postazione.
In sostanza un viaggio che con un motore termico richiederebbe tre ore di percorrenza, con un motore elettrico, se si è fortunati a trovare le colonnine funzionanti e libere, se ne impiegano almeno sei!
Veniamo ora alla tanto sbandierata "economicità" delle auto elettriche.
Mettiamo a paragone una piccola utilitaria con batteria da 40kWh ed autonomia di 170 km (che è la reale autonomia su percorso extraurbano rispettando i limiti di velocità, alla faccia della autonomia di 350 km dichiarata dalla casa), con la stessa utilitaria con motore termico a benzina e Gpl:
A) un "pieno" di energia effettuato collegandosi ad una utenza domestica costa € 20,80 (€ 0,52 x 40kwh = € 20,80);
😎 un "pieno" di energia effettuato collegandosi alle colonnine pubbliche costa € 35,60 (€ 0,89 x 40kwh = € 35,60);
C) un pieno di 40 litri di benzina costa € 74,40 (€ 1,86 x 40lt = € 74,40);
D) un pieno di 40 litri di Gpl costa € 29,44 (€ 0,736 x 40lt = € 29,44).
Nel paragone va considerato un "piccolo particolare": con un pieno di energia si percorrono al massimo 170 km, mentre con un pieno di benzina si percorrono almeno 680 km (considerando un consumo medio di 17 km/l) e con un pieno di Gpl se ne percorrono 560 (calcolando un consumo di 14 km/l).
E qui casca l'asino:
- costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
- costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
- costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
- costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052).
Quindi, tirando le somme, un pieno di carica elettrica alla colonnina costa il quadruplo di un pieno di GPL.
Il tutto senza considerare che una auto elettrica costa il 30% in più rispetto ad una pari modello termica e che una auto termica può durare anche 15 anni mentre una auto elettrica all'esaurimento delle batterie o della garanzia sulle medesime(dopo non più di 8 anni) vale zero.
Alla faccia delle "scelte ecologiche" per le quali subiamo pressioni da anni: facile così, tanto paga Pantalone.
A questo punto si può giungere ad una sola conclusione: va bene il Green, il rispetto dell'ambiente, l'etica ambientalista, va bene tutto, ma non a spese nostre, non costringendoci a spendere il quadruplo, e, soprattutto, non speculandoci sopra perché quando si tratta di mettere mano al portafogli la gente non è stupida".
(Da un utente del WEB)
PS 1: era scontato, le premesse ci stavano tutte ma in pochi ci "arrivavano", l'auto del futuro sarà per pochi eletti, si creerà un ulteriore distanza netta fra le caste e indovinate quale sarà quella sottomessa? ...
PS 2: per alimentare tutt' Italia,case private, industrie, auto, chi sa fare i conti dichiara che serviranno per restare green almeno 12 centrali nucleari... Quindi? Come faranno/ faremo?
PS3: in pochi sono preparati a spegnere gli incendi delle auto elettriche (che non sono pochi) , visto che servono attrezzature a parte adeguate, e in pochi meccanici ci sanno ancora mettere mano.
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multiverseofseries · 9 months ago
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Dune - Parte Due, un sequel imponente, tra continuità e naturale evoluzione
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Ci siamo. Finalmente
Finalmente perché è uno di quei film che sono in grado di portare il pubblico in massa nelle sale. Finalmente perché è indubbiamente il tipo di produzione di cui il cinema ha bisogno per solleticare l'immaginario degli spettatori e mostrare come e quanto il grande schermo possa fare ancora la differenza rispetto all'ormai abituale visione casalinga.
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L’attesa è stata ampiamente ripagata da quanto si è potutto vedere, perché ha contribuito nell’ accrescere l’ hype per questo secondo capitolo e anche perché arriva in un periodo meno carico di novità rispetto lo scorso autunno, quando era programmata inizialmente la sua uscita. 
Dune - Parte Due si presenta al proprio pubblico in una perfetta continuità con quanto visto nella prima parte, non solo continuando ma anche sviluppando la storia che era stata impostata, rappresentandone la naturale evoluzione sia in termini narrativi che  espressivi. Resta il Dune che molti avevano amato nella sua prima parte alzano però l'asticella sotto molti punti di vista.
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Dune - Parte Due riparte da dove ci aveva lasciato, da quella conclusione che a molti aveva lasciato l'amaro in bocca. La seconda parte riprende l'arco narrativo di Paul Atreides (Timothée Chalamet) e le fila del racconto in senso ampio e compiuto. In questa seconda parte molto più spazio è finalmente dedicato al personaggio di Zendaya che nella prima parte aveva un ruolo molto introduttivo. Ed è alla Chani di Zendaya e ai Fremen che Paul si unisce, alla ricerca della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia e per fermare quel terribile futuro che è in grado di prevedere. Una missione che mette Paul davanti a sfide e scelte, portando avanti la componente drammatica ed epica che l'adattamento di Villeneuve aveva già introdotto nel precedente.
Denis Villeneuve ci riconduce in un mondo affascinante e costruisce il film attorno ai suoi personaggi: il suo Dune, pure essendo un grande spettacolo visivo, è anche sopratutto la loro storia che il regista asseconda sia in termini di scelte visive che per la fotografia. L'autore di Arrival e Blade Runner 2049 ci mette faccia a faccia con le scelte che deve compiere Paul per poter portare avanti la sua missione, ma sopratutto si affida per dare cuore e forza al racconto alla Chani di Zendaya, forse uno dei personaggi con il percorso più solido e strutturato. Se però lei non è una novità assoluta, lo è invece Austin Butler con il suo Feyd-Rautha Harkonnen, figura enigmatica e folle, a cui l'attore dà vita sia nello sguardo che nelle movenze, in un perfetto equilibrio su un filo sottilissimo senza scivolare in eccessi che l'avrebbero potuto rendere una macchietta.
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Peccato per le altre New Entry che hanno poco spazio, che come per Zendaya nel capitolo precedenti fanno capolino nella storia in attesa di avere maggior spazio e ulteriore importanza nel seguito. È il caso di Florence Pugh e Christopher Walken, la cui valutazione andrà ragionata sulla lunga distanza e sulla trilogia che Villeneuve ha in mente. Si tratta in ogni caso di limiti dovuti alle scelte di scrittura e costruzione narrativa su più film, piuttosto che valenza e qualità degli attori, perché tutto il cast e la relativa resa visiva è sempre a fuoco e ottimale.
C'è infatti continuità narrativa e visiva in Dune - Parte Due rispetto al suo precedessore. Il nuovo film riprende e amplifica quanto già visto con coerenza stilistica e contenutistica, un aspetto che consideriamo come uno dei suoi pregi, ed è qualcosa di non così scontato come potrebbe sembrare. Il Dune di Villeneuve si dimostra un'opera unica e potente. Nessun compromesso a cui sottostare, Villeneuve, nel dettare i tempi del suo racconto, lo porta avanti con un andamento calmo e ragionato ma allo stesso tempo potente e travolgente: non c'è scena di Dune - Parte Due che non lasci il segno, che sia un semplice dialogo o una battaglia che lascia senza fiato.
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Ci si sente travolti dalla sabbia del deserto di Arrakis, tremano le gambe quando ci si trova faccia a faccia con i possenti vermi che abitano quei luoghi, e si freme di emozione nei momenti più intensi ed emotivi. Si partecipa alla visione e ci si immerge al suo interno sostenuti dalla musica di un Hans Zimmer e da una fotografia d'impatto capace di adattarsi ai diversi momenti e luoghi del film e dei personaggi. Dune - Parte Due prende a piene mani quanto c'era già di buono nel capitolo precedente e fa quel passo in avanti che ci si aspettava e augurava. E travolge lo spettatore come una tempesta di sabbia.
Concludendo Dune Parte 2 è un sequel in perfetta continuità con quanto visto nel precedente, un secondo film che affonda a piene mani in quanto di buono e forte era già presente nel primo capitolo e lo sviluppa con coerenza. Una vera e prorpia evoluzione, più che una sola continuazione di quanto già visto, che porta alla realizzazione del percorso di alcuni personaggi, sviluppandone altri soltanto accennandoli e guarda avanti introducendo altri elementi che la possibile e probabile terza parte avrà modo di approfondire. Molto a fuoco tutto il cast, ma è la messa in scena del racconto da parte di Denis Villeneuve a lasciare davvero senza fiato, grazie alla potenza e magnificenza della costruzione audio-visiva. Un film da vedere e da ammirare.
Perché ci piace
- La coerenza con cui vengono sviluppati i discorsi introdotti nella prima parte, sia dal punto di vista narrativo che visivo.
- La potenza della messa in scena e tutto il comparto audio-visivo del film.
- Un Hans Zimmer in stato di grazia nel sostenere il racconto con la sua colonna sonora.
- La Chani di Zendaya, su cui è stato fatto un ottimo lavoro di scrittura e costruzione narrativa.
- Timothée Chalamet, Zendaya e tutto il cast.
Cosa non va
- … al netto di un paio di personaggi che sono solo introdotti e che dovremo aspettare di veder sviluppati nella possibile Parte Tre.
- Se eravate scettici dopo il primo film, è possibile che anche il secondo non vi travolga. Ma per qualità e potenza vale la pena di provare.
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ambrenoir · 24 days ago
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La mia versione della storia non ha più importanza. La vita è ciò che accade, sono stata ferita e sono guarita, ma soprattutto ho imparato a riconoscere chi merita un posto al mio tavolo e chi non si siederà mai più.
I capitoli del mio passato sono chiusi, l'inchiostro si è asciugato e la storia è stata scritta. Ho voltato pagina ed è iniziato un nuovo capitolo. Uno in cui sono l'autrice, la protagonista e l'eroina di me stessa. Pensavo che la mia versione della storia avesse bisogno di essere ascoltata, che dovessi giustificarmi, spiegare e difendermi. Ma sono arrivata a capire che il mio valore e la mia verità non sono definiti dalle opinioni o dai punti di vista di qualcun altro.
Il dolore che ho sopportato mi ha insegnato lezioni preziose, lezioni che porterò con me per il resto della mia vita. Mi ha insegnato ad essere resiliente, ad essere forte e ad essere coraggiosa. Mi ha insegnato a lasciare andare il tossico, il negativo e il dannoso.
Ho imparato a circondarmi di persone che mi aiutano a crescere, che mi sostengono e che mi amano per quella che sono.
Ho imparato a stabilire dei limiti, a dare priorità ai miei bisogni e ad amare chi mi merita davvero. Coloro che mi hanno ferito, che mi hanno tradito e che hanno cercato di spezzarmi non si siederanno mai più al mio tavolo. Non saranno mai più invitati nella mia vita, nel mio cuore o nella mia casa.
Ho ripreso il controllo e ho recuperato le mie forze ecco perché il mio tavolo è riservato a coloro che meritano un posto, coloro che si sono guadagnati la mia fiducia, il mio amore e il mio rispetto. È riservato a coloro che rideranno con me, piangeranno con me e costruiranno con me i giorni che verranno.
Quindi la mia versione della storia non ha più importanza. Ciò che conta è il presente e il futuro che sto costruendo. Una vita in cui sono la star, la regista e la scrittrice. Una vita in cui sono libera di raggiungere i miei obiettivi, una vita in cui essere felice e sempre me stessa.
Denisa Dmroci
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti 
ANTICHE TECNICHE, ANTICHE SENSIBILITA'
La ceramica antica non è appassionante poichè appare ornamento di un oggetto che riveste ben altre utilità. Eppure possiede una notevole importanza per l'archeologia e la conoscenza del passato: la ceramica è il più delle volte "databile" e grazie a questa caratteristica diviene uno strumento "datante". Eccone un esempio. Sul cratere, datato al 515 a.C., conservato nel museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma, Euphronios narra l’epilogo della vicenda terrena di Sarpedonte, re licio figlio di Zeus e di Laodamia, caduto durante la guerra di Troia come avversario del fronte acheo, il cui cadavere, riverso e possente, viene trasportato, al cospetto di due guerrieri situati alle due estremità della scena, da Thanatos (la morte) e Hypnos (il sonno, personificazione di un concetto di origine presocratica).  Ermes, riconoscibile dal caduceo che porta in mano, assiste all'atto pietoso: la caratterizzazione dei personaggi è un’altra dote della ceramografia narrativa rivelata attraverso le “figure rosse”.  Ma i limiti dell’espressività delle figure nere sono superati anche attraverso dettagli che acquisiscono consistenza materiale, imprimendo alle rappresentazioni la consistenza di “apparizioni”, luce in rilievo dal fondo acronico di un tempo mitico.  Perché, a ben vedere, la coniugazione tra il nero del fondo e le figure che su di esso si stagliano, produce un effetto visivo di forte impatto, l'emergere dal “nulla” della vita che s'impone allo spettatore come espressione di un monito, di un messaggio filtrato attraverso la sintesi delle immagini, di un atto di comunicazione che diviene testo retorico e convenzionale dei valori ideali della polis. Il tema è originalissimo e quindi di raro uso.  Ed è conciliatorio: il cratere porta impressa la rappresentazione dell’omaggio funebre che supera la consueta distinzione tra alleato e nemico per raccogliersi intorno alla condizione ineluttabile dell’abbandono dell’esistenza terrena di un combattente valoroso.  Con il dio Ermes, invisibile - lo è, nell'espressione simbolica, grazie all’elmo che indossa - che solleva la mano ad indicare l’ascesa del guerriero verso la trascendenza. Il cratere a calice è attribuito ad Euphronios in qualità di ceramografo (agì tra il 520 ed il 500) e ad Euxitheos come vasaio. La produzione di ceramiche a figure rosse rappresenta il punto d’arrivo di un lungo ed intenso processo di raffigurazione narrativa sorto nel c.d. periodo protoattico dell’età orientalizzante allocabile nel VII sec. a.C. (700-625 a.C.) e giunto fino agli anni 530-525 a.C. ai quali si fa risalire convenzionalmente l’invenzione della nuova tecnica che prevede superfici vive risparmiate stagliate su un fondo trattato con vernice nera brillante.  Su questi spazi la raffigurazione interamente pittorica scopre la luce delle immagini prima campite, al contrario, con vernice nera ed incisioni necessarie a fornire i dettagli anatomici dei corpi.  La tecnica a figure nere, più antica e diffusa, risalente alle opere del pittore di Nesso, continuò a convivere a lungo con il nuovo “stile” a figure rosse (così definite poiché le superfici dell’argilla lasciate libere dalla campitura nera del fondo assumono, a seguito della cottura, un caratteristico colore rossastro) che s’impose definitivamente solo nel primo quarto del V sec. a.C.. Fino ad allora, si assiste a produzioni che rivelano la parallela persistenza (specie fuori dall’Attica) del vecchio modo e pensino la creazione di vasi “bilingui”.
- In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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tizianacerralovetrainer · 2 years ago
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MOLTE VITE UN SOLO AMORE
A ciascuno di voi è riservata una persona speciale.
Possono appartenere a generazioni diverse. Per ricongiungersi con voi, viaggiano attraverso gli oceani del tempo e gli spazi siderali. Vengono dall’altrove, dal cielo. Possono assumere diverse sembianze, ma il vostro cuore le riconosce. Il vostro cuore le ha già accolte come parte di sé in altri luoghi e tempi, sotto il plenilunio dei deserti d’Egitto o nelle antiche pianure della Mongolia. Avete cavalcato insieme negli eserciti di condottieri dimenticati dalla storia, avete vissuto insieme nelle grotte ricoperte di sabbia dei nostri antenati. Tra voi c’è un legame che attraversa i tempi dei tempi: non sarete mai soli.
L’intelletto può intromettersi e dire: “Io non so chi tu sia”.
Ma il cuore lo sa.
Lui ti prende la mano per la prima volta e la memoria di questo tocco trascende il tempo e fa sussultare ogni atomo del tuo essere.
Lei ti guarda negli occhi e tu vedi l’anima gemella che ti ha accompagnato attraverso i secoli. Ti senti rivoltare le viscere.
Hai la pelle d’oca.
Tutto, al di fuori di questo momento, perde importanza.
Lui può anche non riconoscerti, anche se finalmente l’hai incontrato di nuovo, anche se in effetti, non lo conosci.
Ma tu puoi sentire il legame che esiste tra voi.
Puoi vedere la carica potenziale, il futuro.
Lui forse no.
Le sue paure, il suo bagaglio intellettuale, i suoi problemi gli creano come un velo sul cuore ed egli non lascia che tu l’aiuti a dissipare quel velo. Tu t’affliggi e ti struggi e lui se ne va.
Il destino può essere così delicato.
Quando, invece, due persone si riconoscono reciprocamente, non c’è vulcano che erompa con maggiore passione.
L’energia liberata è enorme.
Il riconoscimento dell’anima gemella può essere immediato. Si avverte un’improvvisa sensazione di familiarità, di conoscere già questa persona appena incontrata, ben oltre i limiti cui arriva la mente consapevole. Di conoscerla così profondamente come di solito accade solo con i più intimi membri della famiglia. O anche di più.
E di sapere già cosa dire e come l’altro reagirà.
Nasce quindi un senso di sicurezza ed una fiducia ben più grande di quella che si potrebbe pensare di raggiungere in un solo giorno, in una settimana, in un mese.
Il riconoscimento dell’anima può essere un processo sottile e lento. All’inizio, magari solo un albore di consapevolezza, nel momento in cui il velo viene delicatamente sollevato. Non tutti sono pronti ad accogliere subito la rivelazione. C’è una progressione da rispettare e può darsi che si renda necessaria, da parte di chi lo comprende per primo, una certa pazienza.
A farti capire che ti trovi di fronte ad un tuo compagno d’anima, può essere uno sguardo, un sogno, un ricordo, un sentimento. E tale risveglio può avvenire attraverso un tocco delle mani di lui o il bacio delle labbra di lei e la tua anima balza di nuovo alla vita.
Il tocco che desta, può essere quello del tuo bambino, di un tuo genitore, di un fratello o quello di un amico vero.
Oppure può essere quello del tuo diletto, che arriva a te attraverso i secoli, per baciarti ancora una volta e per ricordarti che siete sempre insieme, fino alla fine dei tempi.
(Molte vite, un solo amore, Brian Weiss)
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mancino · 2 years ago
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Non dimenticarti di te stessa, di ciò che desideri, dei tuoi sogni. Non dimenticare le battaglie che hai combattuto, le ferite che ti sei curata da sola, le lacrime che hai nascosto dietro un sorriso. Nessuno ha il diritto di farti sentire sbagliata, nessuno può dirti che non sei abbastanza. E ogni volta che penserai di non farcela, voltati indietro e guarda la strada che hai percorso. Impara ad amare i tuoi sbagli, le tue cadute, i tuoi difetti. Impara ad accettare i tuoi limiti, le tue imperfezioni, tutte le tue piccole insicurezze. È proprio questo a renderti speciale. Impara ad ascoltare il tuo cuore. Impara ad ascoltare te stessa. Anche quando la vita fa paura e devi combattere da sola. Dai importanza ai piccoli momenti, non accontentarti di meno di quanto meriti ma cerca ciò che ti rende felice. Assicurati di non avere rimpianti perché agli sbagli si può sempre rimediare ma i rimpianti, invece, possono durare per tutta la vita. La parte bella è sapere che hai fatto il meglio di quello che potevi, che ci hai sempre messo il cuore e che, comunque vada, avrai fatto tutto il possibile. Buona giornata a tutto il gruppo meraviglioso, buon inizio di settimana .💜❤️💜❤️🤩😘🤩😘🤩💫❤️‍🔥💖⚘️⚘️
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ma-come-mai · 2 years ago
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Attenta analisi da condividere ovunque, anche in Europa.
"Da un anno sono possessore di una auto Full Electric di ultima generazione: una Peugeot E-208 con una batteria da 50 KWh.
Mi sono fatto convincere dalle fandonie raccontate sul fatto che le auto elettriche sarebbero molto più convenienti di quelle con motore termico. Ebbene, posso dire con certezza, scontata sul mio portafogli, che le auto elettriche sono una colossale fregatura.
L'Unione Europea, non ho ben capito con quale logica e per quale interesse, spinge fortemente per la conversione totale della mobilità dal termico all'elettrico. I principali argomenti per convincere gli utenti a passare all'elettrico sono la scelta ecologica ed il risparmio.
Quanto alla valenza ecologica dei motori elettrici, non ho gli elementi per affermare se sussiste veramente ma ho seri dubbi anche in considerazione dell'enorme problema relativo allo smaltimento delle batterie esauste.
Per quanto riguarda invece la assoluta antieconomicità delle auto elettriche, e, problema di non secondaria importanza, la loro faticosissima fruibilità, ebbene qui ho solo certezze, raggiunte dopo un anno di calvario, sia pratico che economico.
Innanzitutto voglio spendere una parola sulla indegna malafede speculativa rappresentata dal costo addebitato all'utente per la energia erogata dalle colonnine pubbliche.
A fronte di un costo medio della energia domestica pari ad € 0,52/KWh, ho dovuto riscontrare che per le ricariche alle colonnine pubbliche viene praticato un costo pari ad euro 0,89/KWh, ovvero quasi il doppio.
Riguardo poi alla infruibilità delle auto elettriche, faccio presente che i motori elettrici di nuova generazione necessitano di batterie con una capacità di almeno 40kwh, che, a causa della rilevanza di tale capienza, necessitano di essere ricaricate quasi esclusivamente presso i punti di ricarica veloce visto che, con una ricarica lenta, per raggiungere il 100% ci vorrebbero almeno 14 ore.
Quindi il problema della scarsissima disponibilità di punti di ricarica pubblici viene enormemente acuito dalla necessità di accedere esclusivamente ai punti di ricarica veloce, che sono circa il 20% della totalità.
Da ciò deriva che se devi fare un viaggio, o ti prendi due giorni per fare 400 km oppure ti fermi almeno un paio di volte per ricaricare nelle postazioni di ricarica veloce, con una attesa per ogni ricarica di minimo un'ora (purtroppo anche la storia che con 20 minuti si raggiunge l'80% della ricarica è un'altra fandonia: ce ne vogliono almeno 40).
Si aggiunga poi che sulla rete autostradale italiana i punti di ricarica veloce sono rarissimi, il che significa che ogni volta che si ha bisogno di ricaricare si deve uscire dall'autostrada e percorrere a volte diversi chilometri aggiuntivi per raggiungere la postazione.
In sostanza un viaggio che con un motore termico richiederebbe tre ore di percorrenza, con un motore elettrico, se si è fortunati a trovare le colonnine funzionanti e libere, se ne impiegano almeno sei!
Veniamo ora alla tanto sbandierata "economicità" delle auto elettriche.
Mettiamo a paragone una piccola utilitaria con batteria da 40kWh ed autonomia di 170 km (che è la reale autonomia su percorso extraurbano rispettando i limiti di velocità, alla faccia della autonomia di 350 km dichiarata dalla casa), con la stessa utilitaria con motore termico a benzina e Gpl:
A) un "pieno" di energia effettuato collegandosi ad una utenza domestica costa € 20,80 (€ 0,52 x 40kwh = € 20,80);
B) un "pieno" di energia effettuato collegandosi alle colonnine pubbliche costa € 35,60 (€ 0,89 x 40kwh = € 35,60);
C) un pieno di 40 litri di benzina costa € 74,40 (€ 1,86 x 40lt = € 74,40);
D) un pieno di 40 litri di Gpl costa € 29,44 (€ 0,736 x 40lt = € 29,44).
Nel paragone va considerato un "piccolo particolare": con un pieno di energia si percorrono al massimo 170 km, mentre con un pieno di benzina si percorrono almeno 680 km (considerando un consumo medio di 17 km/l) e con un pieno di Gpl se ne percorrono 560 (calcolando un consumo di 14 km/l).
E qui casca l'asino:
- costo a km di una ricarica domestica = € 0,122 (€ 20,80 ÷ 170km = € 0,122)
- costo a km di una ricarica pubblica = € 0,217 (€ 35,60 ÷ 170km = € 0,209)
- costo a km di un pieno di benzina = € 0,109 (€ 74,40 ÷ 680km = € 0,109)
- costo a km di un pieno di Gpl = € 0,052 (€ 29,44 ÷ 560km = € 0,052).
Quindi, tirando le somme, un pieno di carica elettrica alla colonnina costa il quadruplo di un pieno di GPL.
Il tutto senza considerare che una auto elettrica costa il 30% in più rispetto ad una pari modello termica e che una auto termica può durare anche 15 anni mentre una auto elettrica all'esaurimento delle batterie o della garanzia sulle medesime (dopo non più di 8 anni) vale zero.
Alla faccia delle "scelte ecologiche" per le quali subiamo pressioni da anni: facile così, tanto paga Pantalone.
A questo punto si può giungere ad una sola conclusione: "va bene il Green, il rispetto dell'ambiente, l'etica ambientalista, va bene tutto, ma non a spese nostre, non costringendoci a spendere il quadruplo, e, soprattutto, non speculandoci sopra perché quando si tratta di mettere mano al portafogli la gente non è stupida".
(Web)
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ril3y · 1 month ago
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Più di amici meno di innamorati
non capivo perché era così difficile starti accanto, non era amore ma neanche amicizia. siamo cresciuti con la costante informazioni che nelle relazioni e nei rapporti ci siano delle etichette e dei limiti, noi abbiamo scavalcato queste mura, ci siamo amati come amanti, odiati come fratelli, rovinati con i nostri conflitti, ci siamo apprezzati come soci, rispettati come sconosciuti, abbiamo fatto scintille, siamo stati complici come innamorati, litigato come coppie, ma nulla di tutto questo ci ha permesso di etichettare il nostro rapporto, ci chiamiamo migliori amici, quando non lo siamo affatto. ci siamo feriti come pochi ex innamorati, ci siamo torturati pensandoci. ci siamo impegnati nella nostra amicizia e poi l'abbiamo lasciata andare per poi riprenderla in un turbinio di caos, odio e disprezzo. ci prendiamo cura l'una dell'altro. scompariamo nei momenti di felicità estrema e condividiamo i peggiori. immagino che conoscere la sporcizia e la perversione dell'anima di una persona porti a questo genere di rapporti, che vengono considerati tossici, non abbiamo bisogno l'una dell'altro ma facciamo in modo di persistere in questa continua caccia alla coda del serpente. non andiamo avanti ne torniamo indietro, questo continuo vortice di inconcretettezza e di massacro volerci bene. sentiamo di non meritarci la felicità. le nostre anime si conoscono bene, sanno che non durerà, per questo scompariamo nell'allegria e torniamo nella depressione. credo di averti amato una o due volte e so che mi hai amata. ci siamo voluti e ci siamo allontanati. ci siamo innamorati e ci siamo cacciati. ci siamo odiati e disprezzati e siamo tornati. bramiamo la anime belle, senza sporcizia e difficoltà ma torniamo sempre in questa eterna caccia al topo. lasciarci andare non è più una possibilità. saremo nostri per sempre, in quel piccolo spazio del nostro essere, ove non hanno importanza etichette e giudizi. le nostre anime sanno di potersi fidare di quel mostro dentro di noi. i nostri demoni vanno a braccetto e ci sostengono nel viaggio della vita, senza mai sciogliere quei vincoli assurdi. comunque non saremmo mai stati felici seguendo il conformismo, abbiamo bisogno che nessuno sappia i nostri lati nascosti, nemmeno noi. parlarne ad alta voce non è un'opzione, gli sguardi, i gesti e gli abbracci parlano per le nostre anime. non abbiamo bisogno di spiegarci, ma avremmo bisogno di parlarne. parlare dello sporco che ci siamo sentiti addosso dopo la prima volta, dei pianti fatti in solitaria sotto la doccia per mischiare lacrime e acqua, le budella che si aggrovigliano per lo schifo di quell'orribile scopata, che poi sono diventate due, tre, quattro, finché quello schifo non ci è calzato così bene addosso da diventare una piacevole perversione. parlarne non è compreso in questo accordo mai detto e mai scritto a cui ci aggrappiamo per non eccedere nella frustrazione e nella tristezza di questo rapporto. nei giorni più difficili e in quelli più felici ti vorrei al mio fianco per affrontare la giornata e condividere il dolore e la gioia di quei momenti, ma ricordo il dolore che ti ho causato, e sento che la fiducia non è mai più tornata. a volte mi sembra un dovere esserci. un'obbligo all'espiazione del mio peccato. un dolore che non passa, un dolore che non si può condividere, ne affrontare, solo sperare che l'altro abbia il coraggio e la forza di perdonare, di parlarne e di condividere il dolore della sconfitta e della perdita, poter ritrovare quelle parti di noi stessi perse in momenti di debolezze d'animo. poter ritrovare il coraggio di fare cose insieme e di apprezzare nel profondo i momenti passati insieme. sorpassare insieme la paura della reazione dell'altro e avere il coraggio di essere tutto all'ennesima potenza. riuscire a ridere e scherzare senza paura di provare qualcosa. riuscire ad essere costanti in questo non-rapporto non etichettato, riuscire a viverci i momenti a pieno senza paura di innamorarsi e senza paura di ferire, senza paura di scusarsi o di giocare.
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mangagatto · 4 months ago
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Perché i Fan di 'Blue Lock' e 'Haikyuu!!' Non Riescono a Convivere? Scopri i Segreti e i Manga Gratuiti!
Nel vasto universo degli anime e dei manga, esistono comunità di fan che si formano attorno a serie specifiche, creando un legame forte e spesso esclusivo. Due delle serie più popolari degli ultimi anni, Blue Lock e 'Haikyuu!!, hanno attirato una vasta base di fan, ma sorprendentemente, queste due comunità sembrano essere incredibilmente incompatibili. Questo fenomeno è affascinante e merita una riflessione approfondita. Cosa rende i fan di queste due serie così diversi da non poter condividere lo stesso spazio senza conflitti? Forse la risposta risiede nelle differenze fondamentali tra le due serie e nei valori che esse promuovono.
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'Blue Lock' è un manga che ruota attorno al concetto di competizione spietata e individualismo. In questa serie, i giovani calciatori competono tra loro in un programma draconiano per diventare il miglior attaccante del Giappone. La filosofia del manga si basa sul superamento dei propri limiti personali, spesso a scapito della collaborazione e del lavoro di squadra. Questo crea un ambiente narrativo dove il successo individuale è il principale obiettivo e ogni personaggio è spinto a mettere in discussione le proprie amicizie e alleanze per raggiungere la vetta. I fan di 'Blue Lock' sono spesso attratti da questo approccio crudo e realistico alla competizione, dove la vittoria è tutto e il fallimento non è un'opzione.
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D'altra parte, 'Haikyuu!!' celebra il valore del lavoro di squadra, della fiducia reciproca e della crescita collettiva. La storia segue le vicende della squadra di pallavolo del liceo Karasuno e il loro percorso verso la gloria. Ogni personaggio ha il proprio ruolo e importanza, e la serie sottolinea costantemente come il successo sia il risultato dell'impegno di tutti. Per i fan di 'Haikyuu!!', la bellezza risiede nell'armonia del gruppo, nella sinergia tra i giocatori e nell'importanza di sostenersi a vicenda nei momenti di difficoltà.
Queste due visioni contrastanti del successo e della crescita personale sono al cuore della discordia tra i fan delle due serie. Mentre i fan di 'Blue Lock' potrebbero vedere il lavoro di squadra come una debolezza o un ostacolo al raggiungimento del successo individuale, i fan di 'Haikyuu!!' potrebbero percepire l'individualismo estremo come un tradimento dei valori di fiducia e cooperazione che considerano fondamentali. Questa divergenza ideologica rende difficile per le due comunità trovare un terreno comune, creando così un divario apparentemente insormontabile.
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Inoltre, la narrativa di 'Blue Lock' con il suo tono serio e talvolta oscuro, contrasta con l'energia positiva e l'ottimismo di 'Haikyuu!!'. Questo influisce sul tipo di pubblico che ogni serie attira. Coloro che cercano storie di redenzione, amicizia e perseveranza potrebbero sentirsi più a casa con 'Haikyuu!!', mentre chi è attratto da sfide intense e dalla lotta per la supremazia individuale potrebbe gravitare verso 'Blue Lock'.
Se sei un fan di manga, questo è un momento perfetto per esplorare entrambe le serie e scoprire quale risuona di più con te. E grazie alle risorse online, puoi leggere gratuitamente molti capitoli di Blue Lock' e 'Haikyuu!!'. Piattaforme come Mangagatto offrono accesso gratuito a una vasta gamma di manga, permettendoti di immergerti in questi mondi affascinanti senza spendere un centesimo.
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Alla fine, che tu sia un sostenitore del lavoro di squadra o un fervente credente nel potere dell'individualismo, il mondo dei manga ha qualcosa da offrire a tutti. Esplorando queste differenze, possiamo apprezzare ancora di più la ricchezza e la diversità delle storie che amiamo.
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enkeynetwork · 6 months ago
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nablooblog · 7 months ago
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Il mondo dell’intimità adulta è un campo complesso e molto ampio, ricco di pratiche e fantasie che spesso esplorano territori che vanno oltre i tradizionali confini dettati dalla società. Tra questi territori spicca per importanza e curiosità il cuckolding. Ma di cosa parliamo quando parliamo di cuckolding e chi sono le persone che lo praticano? Quali situazioni vivono i singoli e le coppie? Scopriamolo insieme! Di cosa parliamo quando parliamo di cuckolding? Cuckolding è un termine che avrai probabilmente già visto, soprattutto se navighi spesso online, anche se non hai mai scoperto con certezza cosa sia esattamente. La parola cuckold risveglia spesso nelle persone che non la conoscono appieno dei sentimenti contrastanti: i pensieri vanno subito al rifiuto delle relazioni monogame, al tradimento o ad una situazione in cui uno dei partner prevale sull’altro. Nonostante i luoghi comuni, il cuckolding non è niente di tutto questo. Il cuckolding è una dinamica consensuale in cui un partner, di solito la parte maschile, sperimenta e prova eccitazione sessuale nell’osservare il proprio partner in situazioni di intimità o mentre intraprende attività sessuali con una terza persona. Nell'immaginario collettivo, il cuckolding prevede che il partner che osserva, chiamato cuckold, sia presente nella stessa stanza mentre il suo partner e la terza persona hanno un rapporto intimo, ma non tutti scelgono questa soluzione. Molti traggono maggiore piacere ricevendo foto, video e messaggi che mostrano o raccontano quello che sta accadendo. Oppure, ancora, altri vogliono aspettare che l’atto si sia concluso e che il proprio partner racconti l’esperienza. Si tratta sempre di una situazione complessa che vede la creazione di diverse dinamiche emotive, sessuali e psicologiche.  Chi pratica il cuckolding? Per alcuni, dare sfogo a questa fantasia significa essere un cuckold, un bull o una hot wife. Il cuckolding non conosce limiti di genere, età o orientamento sessuale. Ogni persona che si avvicina a questa pratica lo fa per un’esigenza o una motivazione differente. Per alcuni è una fase di sperimentazione, per altri tutto nasce dalla forte eccitazione che provano nel momento della condivisione con il partner di esperienze diverse. Alcuni sentono che avere una relazione cuckolding gli permetta di rafforzare il proprio legame con il compagno o la compagna: la complicità aumenta e così anche la possibilità di condividere e provare nuovi desideri e fantasie. Quante sono davvero le persone che praticano cuckolding in Italia? Sebbene sia difficile conoscere con precisione il numero di persone che praticano cuckolding in Italia, recenti studi dimostrano un particolare aumento di interesse per questa dinamica. Secondo un sondaggio condotto su un campione di adulti di nazionalità italiana, il 10% degli intervistati ha ammesso di aver avuto fantasie sul cuckolding, mentre il 25% di praticarlo spesso. A causa della scarsità di dati disponibili, è difficile avere informazioni certe su quante siano le persone che praticano cuckolding. I dati comunque suggeriscono una crescente apertura per nuove dinamiche sessuali che non sono ancora convenzionali per la società italiana. Che differenze ci sono tra cuckolding e poliamore? Il cuckolding è diverso da tutte le altre forme di amore non monogamo consensuale o etico perché è tutto focalizzato sul guardare cosa sta accadendo. Le persone poliamorose invece hanno diversi partner romantici. Un’altra tipologia di amore non monogamo è lo scambismo, ovvero quando coppie consenzienti scambiano partner con altre coppie. Sia le persone amorose che le persone scambiste sono attive nella situazione, mentre nel cuckolding uno dei due partner non partecipa in nessuna attività fisica: il suo ruolo principale è guardare. Conclusioni: Il cuckolding rimane una pratica intrigante e affascinante nel panorama delle relazioni adulte moderne. Sebbene possa non essere adatto a tutti, per
coloro che lo abbracciano, offre un'opportunità unica per esplorare la propria sessualità e la propria connessione emotiva con il partner. Con un'apertura crescente verso la diversità delle esperienze sessuali, il cuckolding continua a prosperare come una forma di espressione intima e consensuale. Quando nasce il cuckolding? La parola cuckold deriva dal cuculo, un uccello che depone le sue uova nei nidi di altri uccelli, portando gli uccelli a crescere figli che non erano i propri. La prima volta che viene utilizzato il termine cuckold è stato nel Medioevo per descrivere i mariti di una donna infedele che, consci dell’infedeltà della propria moglie, avrebbero cresciuto figli che chiaramente non erano i propri, esattamente come i cuculi. L’utilizzo moderno della parola cuckolding è profondamente cambiato, descrivendo un uomo che è consapevole, consenziente e prova piacere nel vedere o sapere che il partner fa sesso con un’altra persona. Nonostante questo nuovo significato, il termine è ancora utilizzato con un'accezione dispregiativa, soprattutto per indicare uomini che vengono traditi dal proprio partner. Vuoi provare il cuckolding nella tua relazione? Scopri come! Non è semplice introdurre nuove dinamiche nella coppia. Prima di lanciarti in dichiarazioni estreme, testa il terreno. Sii sempre aperto o aperta col tuo partner: fagli o falle sapere che questa situazione ti intriga e che ti piacerebbe provarla. La cosa più importante è assicurarsi che tutti i soggetti coinvolti si sentano a proprio agio durante la proposta, l’atto stesso e nei momenti successivi. Chiedi sempre il consenso prima di intraprendere una qualsiasi azione e resta concentrato sul tuo partner: tutti i partecipanti possono cambiare idea in qualsiasi momento, non bisogna mai dare niente per scontato. Secondo le parole di psicologi esperti in sessualità, alla base di pratiche come il cuckolding c’è sempre una comunicazione chiara e sincera tra i partecipanti, oltre ad una forte attenzione per un sesso divertente e sicuro. Più ci sarà premura e attenzione per il benessere fisico e mentale di tutti i soggetti coinvolti, maggiore sarà il livello di godimento per tutti. Ami metterti alla prova? Iscriviti subito a nabloo.com e inizia a scoprirlo col tuo partner!
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cinquecolonnemagazine · 8 months ago
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Azioni per contrastare il cambiamento climatico: il caso Svizzera
Cosa accade quando un Paese non mette in campo azioni per contrastare il cambiamento climatico? Viene condannato. E' accaduto, per la prima volta, due giorni fa alla Svizzera. La Corte europea per i diritti dell'uomo ha condannato il governo elvetico per "inazione climatica". Espressione che abbiamo ragione di credere sentiremo spesso poiché la sentenza, di portata storica, è destinata a diventare un precedente importante nella lotta al cambiamento climatico. "Anziane per il clima" Tutto era iniziato nel 2016 con la presentazione, da parte di "Anziane per il clima di Svizzera", l'associazione che riunisce donne elvetiche dai 64 anni in su, di un'istanza alle autorità elvetiche perché venissero inaspriti gli obiettivi climatici tra cui la riduzione delle emissioni di gas serra. Il diniego delle autorità non aveva scoraggiato le signore che avevano proseguito la loro battaglia bussando, anno dopo anno, di tribunale in tribunale fino ad approdare alla Corte europea per i diritti dell'uomo. La querela presentata, affermavano, era di importanza unica poiché avrebbe costretto la CEDU a esprimersi per la prima volta in materia di salute pubblica contestualmente al cambiamento climatico. Ed è quanto accaduto. Le azioni per contrastare il cambiamento climatico: la sentenza della CEDU Con 16 voti contro 1, la Cedu ha stabilito che la Svizzera ha violato l'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che prevede "un’effettiva protezione da parte delle autorità statali contro i gravi effetti negativi del cambiamento climatico sulla vita, la salute, il benessere e la qualità della vita". La sentenza punta il dito, inoltre, sulle lacune considerate critiche del quadro normativo svizzero in materia. In primis l'incapacità di quantificare i limiti delle emissioni nazionali di gas effetto serra. In secundis, il mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra in passato. Secondo la Cedu, la Svizzera si è resa colpevole anche della violazione dell'articolo 6 della Convenzione, che riguarda l'accesso alla giustizia. I tribunali svizzeri, secondo la Corte, avevano addotto motivazioni poco convincenti per non prendere in esame il reclamo presentato; non avevano "preso in considerazione le convincenti prove scientifiche relative al cambiamento climatico e non avevano preso sul serio i reclami" Il diritto alla vita e alla salute Le "Anziane per il clima della Svizzera", infatti, avevano richiamato le autorità governative alle loro responsabilità. Avevano chiesto la riduzione delle emissioni di gas del 50% entro il 2030 così come stabilito dagli Accordi di Parigi proponendo azioni concrete. Avevano chiesto alle autorità elvetiche di assumersi l'obbligo di proteggere la vita e la salute dei cittadini attraverso azioni concrete per contrastare il cambiamento climatico. La vita e la salute anche delle persone anziane che, si sa, sono quelle più esposte ai rischi del cambiamento climatico. In copertina foto di Erich Westendarp da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months ago
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Ex Ilva, il Consiglio dei ministri approva un decreto con interventi per i creditori
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Ex Ilva, il Consiglio dei ministri approva un decreto con interventi per i creditori. Approvato in Consiglio dei ministri un decreto legge, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, con interventi a favore delle aziende creditrici dell'indotto ex Ilva. Sono previste misure per agevolare l'accesso al Fondo di garanzia Pmi, oltre che disposizioni per contenere i tassi di interesse sui finanziamenti. "A seguito dell'approvazione del decreto legge, e in forza della disposizione che prevede la prededuzione dei crediti verso Acciaierie d'Italia - si legge in una nota -, il Consiglio di Amministrazione di Sace ha deliberato oggi la concessione di una garanzia finanziaria a condizioni di mercato, fino al 70% di un importo massimo di crediti pari a 150 milioni di euro, a favore di istituti finanziari cessionari di tali crediti. Questo creerà le condizioni di mercato per sostenere la filiera di Adi (Acciaierie d’Italia)”. “Può essere altresì richiesto un contributo a fondo perduto finalizzato ad abbattere il tasso di interesse, ai sensi e nei limiti della disciplina europea sugli aiuti di importanza minore (“de minimis”) e pari al valore complessivo, attualizzato, della differenza tra interessi calcolati nell’arco dell’intera durata dell’operazione, al tasso contrattuale, e gli interessi determinati applicando un tasso pari al 50 per cento del contrattuale. I crediti vantati dalle imprese o dai cessionari nei confronti di imprese committenti ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria sopra definiti sono prededucibili ai sensi dell'articolo 6 del codice della crisi e dell’insolvenza, ove riferiti a prestazioni di beni e servizi, anche di autotrasporto e movimentazione di attrezzature, beni, prodotti e personale, strumentali a consentire la funzionalità produttiva degli impianti”. Recita così una nota di Palazzo Chigi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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scienza-magia · 11 months ago
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Il pensiero magico di Giamblico
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In questo articolo prenderemo in considerazione il pensiero magico di Giamblico uno dei più importanti filosofi neo platonici dell’antica Grecia. Giamblico siriano studiò sotto Porfirio. Egli è considerato uno dei più importanti filosofi della tarda antichità noto soprattutto per la sua opera intitolata “Sui misteri degli egizi”. In tale opera egli cercò di unire teologia filosofia e pratica religiosa sostenendo che ogni essere ha un aspetto divino che può essere raggiunto attraverso l’uso della magia e della preghiera. Per Giamblico la magia non è solo un’arte ma una scienza che può essere utilizzata per raggiungere la conoscenza divina. Egli sosteneva che gli dei avessero donato all’umanità l’arte magica come strumento per raggiungere una conoscenza del mondo spirituale. Di conseguenza la magia non è una forza oscura o demoniaca ma un dono che richiedeva conoscenza e virtù anche se la magia poteva essere utilizzata per il bene o per il male. Giamblico distingueva tre tipi di magia. In primo luogo esisteva la Teurgia che era la forma più elevata di magia. La Teurgia si concentrava sulla comunione con gli dei e la contemplazione delle realtà spirituali. In secondo luogo esisteva la Goetia che si basava sulla manipolazione degli spiriti inferiori e poteva essere utilizzata per fini egoistici o malvagi. In terzo luogo esisteva la Farmacia che utilizzava erbe e sostanze naturali per scopi curativi o spirituali. Le pratiche magiche sono possibili grazie alla presenza di un intermediario tra gli uomini e gli dei chiamato daimon. Il daimon era una sorta di angelo custode che aiutava il mago nel suo esercizio e lo proteggeva dagli spiriti inferiori. Il “Sui misteri degli egizi” è basato sulla dottrina della simpatia cosmica rappresenta un vero e proprio manuale di iniziazione misterica che mirava a ricondurre l’anima incarnata alla propria origine divina. Il libro utilizza termini concetti e simboli soprattutto dell’antica religione egiziana e offre numerosi spunti di riflessione dal momento che è intriso di spirito sincretistico aperto alle influenze più varie e diverse. Tale opera di Giamblico è divisa in tre parti. Nella prima parte Giamblico discute la natura della magia e della divinità sottolineando l’importanza dell’esperienza mistica per la pratica magica veramente efficace. Nella seconda parte di tale opera si discute della magia in sé descrivendo il ruolo dei rituali delle preghiere delle invocazioni e dei talismani. Infine nella terza parte di tale opera il filosofo offre una guida pratica alla divinazione. Egli si concentra in modo particolare sulla lettura dei sogni una pratica divinatoria di particolare importanza nel mondo antico. Secondo Giamblico la divinazione non consiste in una invocazione in grado di costringere gli dei a compiere determinate azioni. Infatti la divinazione è un invito affinché la divinità decida di intervenire ed accogliere la richiesta in modo totalmente libero e mai forzatamente indotto. L’intervento sovrannaturale non avviene secondo l’ordine del tempo ma trascende le categorie sia di quest’ultimo che dello spazio. Nel pensiero magico di Giamblico è presente un’importante distinzione tra magia religiosa, iniziatica, filosofica e magia spicciola di infimo livello. Tutti coloro che praticano la magia spicciola fabbricando immagini o feticci non sono nella verità soprattutto se credono di potersi paragonare ai veri teurgi. Chi crede nella potenza di tali idoli se non dimostra di essere consapevole dei limiti delle proprie azioni cadrà in pesanti illusioni. Giamblico è fermamente convinto che nessuna scienza priva di una connessione con la vera trascendenza possa raggiungere qualcosa di più delle semplici affermazioni e ipotesi probabilistiche. Dobbiamo dire che il filosofo greco tende a ridimensionare al massimo l’importanza degli uomini nella magia e nella divinazione. Al contrario Giamblico esalta il ruolo e l’importanza della divinità nei riti magici e nelle pratiche divinatorie. Giamblico assume tale atteggiamento dal momento che a suo dire esiste uno scarto abissale che separa la dimensione divina da quella umana. Nonostante la sua importanza il “Sui misteri degli egizi “è un testo molto complesso e difficilmente accessibile per i lettori moderni. Infatti il linguaggio è spesso astruso e i concetti sono difficili da comprendere senza una conoscenza approfondita della filosofia neo platonica. Tuttavia per quelli che cercano di approfondire la filosofia magica occidentale rimane un testo fondamentale e di grande valore. Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che la teologia di Giamblico ha avuto un forte impatto sulla filosofia medievale e rinascimentale. Inoltre si deve dire che molte delle sue idee sono state inserite nella magia cerimoniale e nell’occultismo moderno. Si deve dire che la sua teoria della magia come scienza divina ha influenzato molti pensatori successivi come ad esempio Marsilio Ficino e Cornelio Agrippa. In definitiva la teoria della magia di Giamblico rappresenta ancora oggi un’importante punto di riferimento per chi si interessa alla magia come mezzo per conoscere i mondi invisibili. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
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