#immensa proprio
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i-am-a-polpetta · 2 months ago
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oggi per la rubrica "la gente non sta bene" vi parlo di Alessandro, quel mio collega che quando ho iniziato a lavorare qui mi urlava in faccia e mi faceva sempre piangere, collega che ODIO PROFONDAMENTE che oggi mi scrive per chiedermi se prendiamo una moto insieme da mettere nel mio "garage in campagna"...........
no bro, cioè ma ieri ti sei fatto di acidi?
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deathshallbenomore · 2 years ago
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mccek · 1 year ago
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“Nonoo” questa mattina sei venuto a mancare e dopo aver lottato per altri tre mesi, anche se in ospedale ti avevano dato pochi giorni, ininterrottamente non hai mai mollato quel filo sottile che divide la vita dalla morte; anche contro le tue volontà a testa alta col tuo carattere (in cui non mi rispecchiavo) sei riuscito a tenerti vivo, ahimè, purtroppo, la morte vince si tutto, non ha pietà.
Fin da piccolo il tuo sogno era di vedermi guidare, cosa che se pur col tempo ho saputo apprezzare non ho mai amato fare come te, prima che l’infarto ti colpisse definitivamente ti avevo fatto una promessa, di portarti a vedere un gran premio di formula uno, da noi tanto amata, questo seppur per evidenti problemi economici non mi avrebbe mai impedito di non farlo, però non avresti avuto le forze, anche se immagino che ti saresti commosso, anche se una persona come te era difficile vederla piangere.
Abbiamo avuto periodi in cui ci costruivamo mentalmente dei muri invisibili e proprio per la differenza del nostro carattere questo ci ha ferito entrambi, fuori sicuramente eravamo orgogliosi ma il problema poi è sempre dentro, quel peso che a lungo andare ti consuma fino a trasformalo in malattia.
Col senno di poi siamo bravi tutti, tu hai le tue responsabilità e io le mie, non esistono santi, nessuno di noi due ha vinto o perso, nonostante abbiamo sofferto, ci siamo riavvicinati pian piano, con più fiducia e lo abbiamo fatto raccontandoci la mia, la nostra infanzia, nostra perchè alla fine hai passato davvero tanti anni assieme a me quando ero piccolo, io non dimentico i tuoi errori nonno, ma nemmeno il bene che mi hai fatto, la tua immensa disponibilità per me e la mamma quando aveva bisogno di essere portata per lunghi anni su e giù in ospedale, sappi che queste cose rimarranno impresse nella mia testa, perché col tempo, forse crescendo, anche se ancora mi vedo, sai, un po’ bambino, quel Mattia che era il tuo idolo, che doveva essere il migliore di tutti, ma che in realtà voleva solo essere come tutti, e che quei tutti avessero il mio stesso cuore, quella bontà che col tempo è pian piano svanita.
Chi si dimentica di tutta quella gente che ci Incontrava in bici la mattina presto?
La tua felicità negli occhi, nel vedere come tutti si fermassero a guardarmi, a parlarmi e a sottolineare il fatto che il sorriso non mi mancasse mai.
Si andava a prendere il pane, ne volevo subito un pezzo, ci fermavamo a vedere tutti i cani della via con la speranza che rispondessero alle mie parole, e restavo lì convinto fino a quando sentivo abbaiare e tu mi davi conferma delle loro risposte.
Che periodi, cercavo sempre mia mamma, purtroppo per via del lavoro per me era come stesse via intere settimane ma in realtà così non era, però tu ben sapevi quanto io sia legato a mamma, e tranquillo ricorderò sempre quanto anche tu lo fossi, anche se spesso avevi qualcosa da ridere per via del tuo carattere ricorderò le tue ultime parole: “La mamma è la donna più intelligente che ho conosciuto, fin troppo buona e disponibile per tutti, voglio che lei lo sappia”.
Potrei scrivere un libro, non un poema su ciò che abbiamo vissuto insieme, sei stato la mia infanzia, il mio periodo preferito, lo rivivrei mille volte, nonostante il tuo modo di essere, ma chi sono io per giudicare? Certo, quello che penso lo dico, come hai sempre fatto tu, ma allo stesso tempo non mi nasconderò mai come non giudicherò mai!
Ora stai vicino alla nonna, e assieme fatemi il regalo più grande, che non sono i soldi, non sono una vita di successi, ma la speranza di vedere vostra figlia, mia mamma, stare un po’ meglio.
Solo questo.
Il pensiero rimbomberà sempre nella mia testa, fra cose belle e cose brutte, ma per vivere di questi tempi, bisogna affidarsi solo all’amore, lo sai nonno no?
Quella piccola parte di odio che io ho sempre avuto verso la mia generazione, e tu, verso chi ben sapevi, era molto simile, però se fossi qui so che con un sorriso, e magari una lacrima, diresti: “Qua te ghe rason”.
Ciao caro nonno, ti voglio bene❤️
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yellowinter · 2 months ago
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Provo una rabbia immensa, voglio solo distruggermi e distruggere tutto ciò che mi circonda, non è giusto. Non è proprio giusto cazzo.
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persa-tra-i-miei-pensieri · 2 months ago
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Civitella del Tronto
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L'unico e ultimo baluardo del Regno delle Due Sicilie rimasto al momento della proclamazione del Regno d'Italia era nella Civitella del Tronto che era il punto fortificato più a Nord del Regno di Napoli e delle Due Sicilie.
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Prima di arrivare alla Fortezza di Civitella in caso di necessità si doveva combattere casa per casa a partire da Porta Napoli, motivo per cui le stradine sono in salita ma si snodano in angoli retti, passaggi stretti e a punta e le case erano strutturate come case-forti.
Tant'è che qui c'è la "ruetta", la via più stretta d'Italia.
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La Fortezza di Civitella è una fortezza imprendibile, infatti non è mai stata presa con le armi, piuttosto si è arresa ai Savoia e in quell'occasione alcuni soldati vennero fucilati, tra i quali vi era il parroco del paese, mentre gli altri furono spediti nelle prigioni nel Nord Italia, ma pian piano si cominciò a favorire la loro fuga in massa verso l'estero, dando così via al fenomeno dell'emigrazione, contrapposto alla creazione del Regno d'Italia, trovando proprio all'estero quel "Nuovo Mondo" migliore che promettevano invece i Savoia con la realizzazione del Regno d'Italia.
Questa immensa disillusione dopo il Regno d'Italia porta, dopo un periodo solare che è stato il Romanticismo, all'affermarsi del Decadentismo perché la delusione è tanta e non c'è più speranza, tant'è che perfino Garibaldi decide di isolarsi andando a Caprera.
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Venne fatto saltare solo il primo ingresso della Fortezza, causando povertà nel paese, così in un primo momento si pensò di trasformarla in un carcere, ma alla fine ogni progetto venne abbandonato rendendola di fatto una cava a cielo aperto per gli abitanti che lì cavavano i mattoni necessari per sistemare le proprie abitazioni.
Ma nel 1975 arrivano dei professori universitari che vogliono celebrare nella chiesa della Fortezza una messa ai caduti di Civitella e questo riaccende l'interesse per ristrutturare la Fortezza e farla rinascere!
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Il terzo camminamento ha una parte coperta che veniva chiusa con dei portoni da sfondare su entrambi i lati rendendola una vera e propria trappola mortale perché i proiettili sparati dalle grate delle porte rimbalzando all'interno ferivano più soldati.
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Si tratta di una Fortezza spagnola che è stata costruita con gli stessi criteri delle altre Fortezze spagnole, quindi con la presenza di cisterne d'acqua piovana, in particolare quella di Civitella presenta 5 grandi cisterne, tre delle quali situate sotto le piazze d'armi, una nella casa del governatore e l'altra nella parte più remota che doveva resistere all'assedio, Civitella del Tronto è stata assediata tre volte e la campana situata al suo interno è in onore ai caduti di tutti e tre gli assedi.
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frammenti--di--cuore · 17 days ago
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una domanda davvero semplice, quasi banale si potrebbe dire...eppure non hai idea di quanto mi abbia fatto sorridere, del senso di calore che ho provato nel petto, semplicemente perché qualcuno si è interessato a me e a quello che sto facendo, in maniera semplice. Mi ero detta che avevo il cuore freddo, in realtà è solo stanco e deluso e, forse, proprio per questo è anche più tenero del solito. Secondo voi a questa persona importava davvero del tempo a Roma? Ovviamente no, non le importava mica dei gradi, le importava di farmi capire che è interessata a me ed ha trovato un modo semplice ma non affatto scontato, ve l'assicuro. Dovremmo ricordarcelo tutti più spesso, che le persone possiamo renderle felici con poco, l'importante è che ci interessi davvero renderle felici e non semplicemente salvaguardare la nostra faccia, perché la differenza tra le due cose è immensa e si vede.
uno dei frammenti di zoe
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angelap3 · 7 months ago
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Ti chiameranno donna
di cattivo carattere,
ma tu saprai che è perché
non ti lasci condizionare
da nessuno.
Ti chiameranno difficile,
ma tu saprai che in realtà è perché
hai un tuo pensiero proprio.
Ti chiameranno superba,
ma tu saprai che è dignità.
Ti chiameranno insopportabile,
e saprai che sei autentica.
Ti chiameranno egoista,
e tu saprai che è rispetto per te stessa.
Ti chiameranno egocentrica,
e tu saprai che è amor proprio.
Ti chiameranno offensiva.
e saprai che è la tua sincerità.
Ti chiameranno isterica,
ma tu saprai che è la tua intensità
per difendere ciò che pensi sia giusto.
Ti chiameranno pazza,
ma tu saprai che è coraggio.
Ti chiameranno vanitosa,
ma tu saprai che è affetto
per il tuo corpo.
Ti chiameranno sognatrice
e tu saprai che è la tua immensa fede
in un potere più grande di tutto.
Quando ti ami, ti chiameranno in tutti
i modi, ma non dubiterai di te,
perché tu saprai chi sei e nulla
potrà offenderti.
Questo è amore per te.
~ web ~
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susieporta · 5 months ago
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Il Diavolo
"Il Coraggio di accogliere la Verità".
"Speriamo che arrivi presto", "speriamo passi presto", "speriamo prima o poi arrivi qualcosa per me", "speriamo di guarire".
La Speranza umana.
Il delegare alla fittizia divinità un atto di Clemenza.
Nel Vecchio Mondo era legata alla condizione di "asservimento" alla sensazione di essere dominati e manipolati dal fato, dal destino, dal volere divino.
Ed era associata alla tradizionale minaccia punitiva finale, rappresentata dall'Inferno, dal Maleficio, dal Diavolo, dalla Sventura.
No.
Noi non speriamo più che "finisca qualcosa". E non crediamo più che esistano le "sventure".
Esistono proiezioni di dolore e sofferenza.
Questo qualcosa che vogliamo sempre "finisca presto" è "nostro", è dentro di noi, è nostra piena responsabilità.
E vogliamo che finisca perchè è scomodo.
Non ne abbiamo voluto o potuto esplorare la sua ragion d'essere.
Non lo vogliamo. Non ci piace. Non ne comprendiamo il suo significato più profondo, il suo insegnamento, la sua immensa opportunità evolutiva.
Possiamo però fingere che non esista. Negare.
Negare è sempre una possibilità. Tapparsi occhi, orecchie e naso e immaginare con il pensiero magico che tutto quel dolore e quella fatica svaniscano in un istante.
Mai sparito nulla. Mai successo. Quella proiezione non si sposta di un millimetro. Anzi, incalza.
Il conflitto interiore continua ad essere lì. Si trasforma in ansia, malattia, depressione, voglia di morire.
E alza il tiro. Sempre di più.
Non scomparirà. Perché esso dipende dalla nostra volontà di vederlo e trasformarlo. Di lavorare sodo interiormente per rinascere alla nostra illusione di controllo, di dipendenza, di dolore.
No. Non finirà se non ti concedi di vedere la Verità. Se continui a rincorrere il senso di ingiustizia, a distribuire colpe, a rimandare decisioni importanti, a delegare all'Altro la risoluzione del tuo problema.
Lo Spirito Divino non viene per risolverci i problemi, ma per ricordarci che ne siamo i "risolutori".
Lo Spirito si rende Materia, per integrarsi alla Struttura umana, per supportarla, per guidarla, per animarla di Sapienza, non per sostituirsi ad essa e alla sua piena Generativà e Forza interiore.
Noi Umani non vogliamo guarire. Perché siamo stati abituati a qualcuno che lava i panni per noi. Che sia Dio, che sia il Regnante, o il Compagno/a di turno.
Con effetti disastrosi e perdita di fiducia permanente.
Iniziamo a lavarci i panni in piena solitudine e coscienza.
Smettiamola di credere che arriverà il Salvatore a pulire le macchie dal nostro Vestito.
Prendiamo decisioni sentite e coraggiose.
Noi.
Non la Vita per noi. Non l'Altro per noi.
Noi.
Siamo noi i valorosi timonieri della nostra Nave.
Siamo noi che dirigiamo la nostra meravigliosa e cristallina Struttura interiore.
Lei è pronta.
La Vita ci sostiene. Il Vento è in poppa.
Volete ancora essere visti? Volete le coccole? Volete qualcuno che vi dica le bugie per farvi stare meglio?
Non è tempo.
Non è possibile affrontare le nuove Energie con questa Vibrazione.
Serve un salto. Un salto di Coraggio e di Amore.
Non trovate un compagno o una compagna? Non sopportate quello che vi sta accanto? Non riuscite a sostenere la vostra routine? Siete in difficoltà economica? I vostri figli vi fanno vedere i sorci verdi? Avete perso una persona cara?
Affrontate.
Affrontate tutto.
Non nascondetevi dietro all'Impotenza.
Non finirà. Domani sarà sempre lì ad aspettarvi quel dolore, quella ansia, quel senso di solitudine e perdita.
Iniziate con un atto di Verità dentro di voi e concedetevi il lusso e la gioia di liberare lo spazio necessario per accogliere il Nuovo.
Iniziate un percorso terapeutico, di guarigione, di rinascita. E' il più straordinario regalo che mai potrete fare a voi stessi.
Buon varco. Il Varco di inizio Autunno dello Spirito.
D'ora in poi si fa sul serio.
Sul serio proprio.
Mirtilla Esmeralda
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l-incantatrice · 6 months ago
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Ciao Shannen♥️
Ti amavo come attrice in Beverly Hills,di cui non mi perdevo una puntata e spesso ho cercato notizie su di te in questi anni ed ho notato la dignità con cui hai vissuto la malattia. Sopravvivere è un DONO grande, che dà una forza immensa ma anche fragilità. Paure per il futuro, per la salute, il non riconoscersi più nel proprio aspetto portano a congelare progetti e aspettative. A ritirarsi nel privato. Non se ne parla con nessuno perché quando guarisci la società ti vuole di nuovo PERFORMANTE. Ma tu sei diversa, molto diversa da prima. Più empatica, piu sensibile, più saggia, più concentrata solo sull’essenziale. E più chiusa su te stessa, perché vulnerabile: a un certo punto nelle relazioni capita di dover mettere a nudo quella parte di te che ha sofferto. E tu temi che chi hai di fronte non sappia trattare le tue ferite. Non c’è informazione sul DOPO. Bisogna crearla.
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onlynishi-blog · 2 months ago
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avevo preparato questo per oggi ma non importa
Auguri amore mio, oggi è un giorno molto speciale.. è il giorno dove è nata non una ma la persona splendida della mia vita. Auguri alla persona che in pochissimo tempo si è presa tutta me stessa… Ti sei preso il mio cuore senza il mio consenso e ne hai curato molte delle sue ferite che aveva da anni.. auguri al mio unico e piccolo amore cosi fragile e cosi bellissimo.. il mio piagnone il mio unico e bellissimo maialino.. amo tutto di te amo la tua voce amo il tuo viso amo i tuoi occhi grandi pieni di emozioni che sanno esprimere cosi tanto in cosi poco.. io non voglio perderti per nulla al mondo e quando lo dico me ne pento il secondo dopo che l'ho detto.. perché Sofia senza Ale non è nessuno. E pure io sto diventando una piagnona perché mi stanno uscendo tante lacrime a pensare a te e alla fortuna immensa che ho avuta nella mia vita ad averti dopo tante macumbe ahahahah.. E non la darò a nessuna questa mia fortuna tu sei mio! sei il mio maialino e non ti condivido amore mio non ti condivido! voglio esserci questo giorno come nei prossimi perché anche quando non è il tuo compleanno è comunque un giorno di fortuna che ho nella mia vita a dare il mio tempo ad l'unica persona che lo merita davvero, all'unica persona che mi sa capire, che mi sa amare come solo io voglio essere amata.. AMAMI COME SOLO TU SAI FARE! Non vedo l'ora amore di poter costruire ricordi nuovi con te ricordi che mi faranno ricordare della tua pelle delle tue labbra della musica che solo i nostri battiti sapranno suonare cosi bene l'unica musica che descrive veramente il nostro piccolo grande amore. Perché si la distanza è solo un numero e solo tempo ma quello che siamo e proviamo io e te non ha km è sempre ogni giorno nel nostro cuore a portare avanti le nostre giornate sapendo come ci amiamo.. e lo sentiamo proprio quando va tutto bene tra di noi quanto siamo felici. Ti amo piccolo mio e ti amerò per sempre. La promessa rimane quella casa e 2 gattini in un divano con tanti bacini.. Grazie per camminare al mio fianco mentre divento la persona che ho sempre saputo di essere: la tua Sofia, la futura Sofia. <3 https://open.spotify.com/playlist/2LyLOgpargalJgANXLFfPA?si=52dc86a698e04a2d
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orotrasparente · 7 months ago
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il top momento della giornata è stato quando il mio superiore mi ha guardato e mi ha detto “certo che hai proprio una forza di volontà immensa, una volontà ferrea”
io semplicemente morto dentro:
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worldofdarkmoods · 4 days ago
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A tutti coloro che vivono il Natale come un peso, che si trovano a guardare le luci e i sorrisi con un senso di distacco, come se appartenessero a un altro mondo. Questo è per voi, che attraversate le feste con il cuore pesante, intrappolati in pensieri che nessuno vede, in emozioni che non trovano parole. Per voi, che sentite di non appartenere a questa gioia collettiva, a questa corsa verso regali e abbracci, perché dentro di voi c'è un vuoto che non riesce a essere riempito.
Il Natale, per molti, è un momento di condivisione, di calore, di speranza. Ma per altri è il periodo in cui tutte le assenze si fanno più pesanti, in cui il silenzio si riempie di ricordi che fanno male, in cui la solitudine sembra amplificata dal rumore della felicità altrui. E va bene sentirsi così. Va bene non provare quello che ci si aspetta, va bene non avere voglia di fingere.
Forse siete tra quelli che si ritrovano a combattere contro i propri demoni proprio mentre il mondo intorno sembra splendere. Forse sorridete per non far preoccupare gli altri, per non rovinare il momento. O forse non avete nemmeno più la forza di farlo. E va bene anche questo. Nessuno conosce davvero il peso che portate, le battaglie che combattete in silenzio.
A chi passa il Natale sentendosi spezzato, invisibile, o semplicemente distante, sappiate che non siete soli. Anche se sembra che il mondo intero sia altrove, c'è chi vive le stesse cose, chi condivide il vostro silenzio, chi comprende quel senso di vuoto che nessuna decorazione potrà mai riempire. Non siete sbagliati, non siete fragili. Siete semplicemente umani, e la vostra esperienza, per quanto dolorosa, è valida quanto qualsiasi altra.
Non abbiate paura di concedervi una pausa, di mettere voi stessi al primo posto, anche se questo significa dire "no" a una festa, a un incontro, a un sorriso forzato. Il Natale non è fatto per mettere maschere, anche se spesso sembra così. E se tutto ciò che riuscite a fare è resistere, allora ricordate che quello è già un gesto di immensa forza.
Un giorno, forse, troverete un modo per fare pace con le feste, con i ricordi, con voi stessi. Forse un giorno il Natale non sarà più un peso, ma un momento in cui riuscirete a respirare davvero. Ma fino a quel momento, non abbiate paura di essere dove siete, di sentire quello che sentite. La vostra lotta è reale, il vostro dolore è reale. E ogni passo che fate, anche il più piccolo, è un atto di coraggio che merita di essere riconosciuto, anche se nessuno lo vede.
Ricordate: non siete mai davvero soli. Anche nel silenzio, anche nella distanza, c'è una forza in voi che vi tiene ancora qui, nonostante tutto. E quella forza è ciò che vi rende unici, anche quando sembra di non avere nulla da offrire al mondo. Il fatto che ci siete ancora, nonostante il dolore, è il più grande regalo che possiate farvi.
-Anonimo🖤
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ross-nekochan · 1 year ago
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何年前かもう覚えないけれど、外国語アプリで日本人の婦人とチャットし始めた。
その時から、日本にもイタリアにも何回も会って、今は日本にいるから時々誘ってくれる。彼女は八王子に住んでるし千葉県から遠いけれど、毎回行ってよかった。
彼女は自分の家に泊めせて、お風呂も入らせて(考えたら、6ヶ月ぐらいお風呂入ってない)、自分の両親の家に連れて行って、日本の自家製料理まで味わわせた。
外国人として、日本人にこんなに親しくなれるのは難しくて、珍しい。みんなは優しいけれど、自分の人生に簡単に入らせてくれないから、彼女のところに行く時は心の底からめちゃくちゃありがたく思う。
Ho passato questo weekend dalla mia amica giapponese. Ogni volta che vado da lei mi sento grata per aver avuto questa opportunità di poter entrare dentro la sua vita a pieno. Non è una cosa scontata: i giapponesi raramente ti lasciano entrare nella loro intimità quotidiana, specie se sei straniero. Lei invece mi invita a casa, mi cucina cibo, mi ha fatto usare il suo ofuro (vasca da bagno) e mi porta dai suoi genitori 80enni che sono sempre felici di riempirmi la pancia di cibo fatto in casa (e io sono ancora più felice di loro).
Ogni volta non so proprio come fare per gestire tutta questa immensa gratitudine che mi scoppia da dentro.
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diceriadelluntore · 1 year ago
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Storia Di Musica #304 - Bob Dylan, Bringing It Al Back Home, 1965
Ogni anno ho raccontato un disco di Bob Dylan. Prescindere da Dylan è impossibile per il rock, e arriva in luoghi, stili e musicisti che a prima vista sembrano lontani anni luci da lui. Eppure, il suo è uno degli ingranaggi cruciali che mette in moto la macchina della musica popolare occidentale (e non solo) che è arrivata fino ad oggi. Il disco di oggi è l'occasione per un viaggio alquanto insolito, che svelerò alla fine, per chiudere il 2023 musicale. Il disco di oggi nasce da alcune idee che erano state scartate per quello precedente, Another Side Of Bob Dylan del 1964. Sebbene ancora legato al folk, quel disco scopre un lato introspettivo che il Dylan di quei tempi ancora doveva scandagliare: inizia quindi a mettere di lato (sebbene non lo abbandonerà mai del tutto) il lato politico e sociale (dello stesso anno è The Times They Are A-Changin') per quello privato. Inoltre c'è la necessità musicale di legare insieme il folk dei primordi con le nuove pulsioni del rock'n'roll, che secondo Dylan gli permetterebbero maggiore libertà creativa. Decide quindi di andare a vivere in una piccola villetta di campagna a Woodstock, proprio a pochi km dalla spianata che pochi anni più tardi fu teatro di una immensa folla rock, casa di proprietà del suo manager Albert Grossman. Dylan adora quel posto, e ci passa tutta l'estate. Dopo pochi giorni, è raggiunto da Joan Baez, che racconta la routine del menestrello di Duluth: passava la giornata alla macchina da scrivere, accompagnato incessantemente da sigarette e bottiglie di vino, e spesso nel cuore della notte avendo avuto una intuizione si metteva a scrivere senza soluzioni di continuità. Dylan è cauto, e affina tutti i particolari: alla prima sessione di registrazione canta da solo acustico. Il giorno dopo, 14 Gennaio 1965 che nella storia del rock è un giorno importante, si presenta con una band elettrica: i chitarristi Al Gorgoni, Kenneth Rankin, e il grande Bruce Langhorne, il pianista Paul Griffin, i bassisti Joseph Macho Jr. e William E. Lee, e il batterista Bobby Gregg. Registrano per ore, e le canzoni volano veloci e in poche ore, quando è notte fonda, è pronto metà disco. La sera successiva, il 15 Gennaio, Dylan dopo cena si presenta con una nuova band, tra cui John P. Hammond, che diventerà suo fido braccio destro negli anni a seguire, e John Sebastian, che diventerà famoso con i Lovin' Spoonful. Di questa sessione però non fu salvato nulla, così il 16 torna in studio con tutti i musicisti e finisce di registrare il disco. Che secondo il racconto dei presenti fu tutto di first takes, cioè canzoni registrate e considerate buone dopo solo una registrazione. Dylan, timoroso che il passaggio totale alla musica elettrica fosse un passo troppo lungo, decide di dividere il disco a metà con canzoni vecchia maniera musicalmente, ma che nei testi e nelle idee lo propongono del tutto nuovo: un surrealismo fantastico che lega Rimbaud alla beat generation, e che inizia a popolare lo scenario della musica giovanile di luoghi e personaggi che diventeranno archetipi.
Il 22 Marzo 1965 viene pubblicato Bringing It All Back Home dalla Columbia. Verrà distribuito in alcuni paesi con il titolo di Subterrean Homesick Blues, nome del primo singolo, ma ciò che importa è che è uno dei più grandi dischi di Dylan, ergo, è uno dei più grandi dischi della storia del rock. Perchè riesce nell'intento che si era prefissato, cioè trovare un legame credibile tra la tradizione folk, il blues e il nascente rock, creando paesaggi lirici che sconvolgono, consegnando alla storia canzoni mito su cui tutti hanno preso spunto. La sequenza di canzoni è ormai a quasi 60 anni dall'uscita un greatest hits: Subterrean Homesick Blues è il biglietto d'ingresso nel mondo elettrico, e passa anche alla storia per l'innovativo videoclip, famosissimo e stracitato, di Dylan con i cartelli di parole chiavi del testo, con Allen Ginsberg che passeggia sullo sfondo di una vecchia fabbrica in rovina. Il testo, che utilizza anche espressioni da strada, è una infinita carrellata di riferimenti, più o meno chiari, alla società, alla politica, al giornalismo, e inizia a creare delle espressioni che diventeranno futuri slogan tra studenti, manifestanti per i diritti civile e così via (il più famoso You don't need a weather man\To know which way the wind blows). She Belongs To Me è l'ennesima novità stilistica: la prima figura di "donna ammaliatrice" (definizione di uno dei massimi studiosi di Dylan, Robert Shelton) con cui esiste un rapporto difficoltoso, sebbene non si sappia chi sia realmente l'spirazione, le più accreditate sono Suze Rotolo, la sua ex fidanzata che sta con lui sulla copertina di Freewheelin' Bob Dylan, Joan Baez, sua sodale, Nico, la cantante svedese che conobbe alla Factory di Warhol e che canterà con i Velvet Underground o forse Sara Lownds, quella che diventerà sua moglie poche settimane dopo l'uscita del disco. Ogni canzone diventerà un'icona: Maggie's Farm, probabilmente un blues contro ogni forma di sfruttamento; On The Road Again è una dichiarazione profetica sul rapporto Dylan-successo, dove il primo spesso sceglie la lontananza e l'autoesilio, impaurito da quello che succede; It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding), tutta acustica, è uno dei massimi capolavori lirici dylaniani, con una carrellata drammatica per tensione e suggestione di immagini e sensazioni che esprimono un impellente desiderio di critica nei confronti dell'ipocrisia, del consumismo, dei sostenitori della guerra, e della cultura americana contemporanea, che rispetto al Dylan folk stavolta non si risolve in un ottimismo rivoluzionario, ma in un arrabbiato status quo da osservare. Ricordo altre due perle: It's All Over Now, Baby Blue, Dylan alla chitarra acustica e all'armonica a bocca e William E. Lee al basso come unica strumentazione, è un'altra ballata storica, dai mille significati (chi sia o cosa sia Baby Blue, per esempio) ma la canzone più famosa è senza dubbio Mr. Tambourine Man, altra canzone dai mille significati e simbolismi, che diventerà un soprannome dello stesso Dylan, e oggetto di centinaia di saggi, anche accademici, alla ricerca dei messaggi più reconditi di questo vagabondo con tamburo intento a suonare una canzone per lui mentre la notte sta per terminare avviandosi verso il mattino tintinnante.
Il disco è un successo: numero 6 nella classifica americana, addirittura numero 1 in Gran Bretagna, dove in quei mesi inizia una vera e proprio Dylanmania. E sarà uno dei più coverizzati di sempre: i Byrds lo riprenderanno quasi del tutto, e molte delle loro versioni di questi brani diventeranno famose, anche per l'uso nelle colonne sonore, da ricordare quelle in Easy Rider. Ma non tutti furono folgorati, e non posso non ricordare l'episodio che avvenne al Festival Di Newport: il 25 luglio 1965 Dylan si presentò sul palcoscenico non come cantante solista con chitarra e armonica come suo solito, ma con una chitarra elettrica accompagnato dalla Paul Butterfield Blues Band, formidabile band di blues elettrico. Qui succede questo: non si sa nemmeno bene se fosse colpa dell'acustica che non funzionava, ma il pubblico iniziò a fischiare Dylan, che dopo un paio di brani lasciò il palco; gli organizzatori lo convinsero a ritornare, solo con armonica e chitarra, per una sessione solo acustica che leggenda vuole finisca con It's All Over Now (Baby Blue), da allora canzone anche per sancire un passaggio epocale nella vita delle persone deluse dai cambiamenti.
Rimane da raccontare la copertina: Daniel Kramer con una lente distorsiva fotografa Dylan in un salotto con una donna, Sally Grossman, moglie dell'allora manager di Dylan, Albert Grossman. Sul tavolino tra i due dischi famosi Keep On Pushing de The Impressions, King Of The Delta Blues Singers di Robert Johnson, India's Master Musician di Ravi Shakar, Sings Berlin Theatre Songs by Kurt Weill di Lotte Leyna e l'amico Eric Von Schmidt con The Folk Blues Of Eric Von Schmidt; dietro Sally Grossman, seminascosto da un cuscino, c'è il lato superiore della copertina dell'album Another Side Of Bob Dylan, e sotto il suo braccio destro, una copia della rivista Time con Lyndon B. Johnson in copertina. Sulla mensola del camino, alla sinistra del dipinto, si vede l'album di Lord Buckley The Best Of Lord Buckley. Compare un gatto, che si chiamava Rolling Stone, Dylan indossa dei gemelli regalati da Joan Baez e in primo piano, in basso a sinistra della fotografia, campeggia un cartello con su scritto Fallout Shelter (rifugio antiatomico). Questo tavolino sarò il punto di partenza di nuove storie, nel nome di Dylan e di uno dei dischi fondamentali della storia.
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persa-tra-i-miei-pensieri · 10 months ago
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Senza quasi nemmeno accorgermene mano a mano che proseguiva all'indietro la mia playlist ho iniziato a piangere, prima solo gli occhi lucidi, poi proprio le lacrime fino a sentire una malinconia immensa avvolgermi il cuore. Dopo quasi tre fottuti mesi ho ripensato a quella frase che non dovrei articolare nemmeno nella mia mente "eri tu, eri tu il ragazzo giusto per me, ma io non lo ero per te" ... 💔
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poisonedbybeauty · 1 year ago
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Caro Fede,
Tanti auguri di buon compleanno e ti dico subito che ti voglio un mondo di bene.
Questo è il mio momento preferito lo sai: mettermi seduta e scrivere quello che non dico a voce perché non so esprimermi, perché non trovo l’occasione giusta, il coraggio e le parole migliori.
Vorrei dirti un sacco di cose belle perché è il tuo compleanno e perché bisogna dire sempre le cose belle che si pensano di un’altra persona anche se ahimè non lo faccio spesso io…solo quando scrivo e sono “costretta” a riflettere e dire ciò che penso senza troppi freni.
Innanzitutto vorrei dirti quanto sia fiera di te per tutto quello che sei riuscito a fare e che stai facendo, per il coraggio di metterti sempre in gioco, per la tua estroversione, per il tuo senso dell’umorismo, per la tua immensa pazienza e il buon cuore che metti sempre in tutto quello che fai.
Ti ammiro veramente per tutte queste meravigliose qualità e riconosco il tuo essere superiore rispetto a me in questo. Se sono qui accanto a te è perché ho profonda stima di te per queste e altre tue mille sfaccettature (oltre che per l’amore chiaro).
Sei la persona a cui mi sento legata più di chiunque altro, mi sento capita, mi sento apprezzata e amata.
Mi sento male all’idea di perdere una persona come te.
Mi spaventa l’idea di andarmene per un anno senza di te che sei la mia àncora dal giorno in cui ci siamo trovati, ma ho bisogno di farlo perché è così che si diventa grandi. So che non è facile essere la mia àncora. 
So di non essere una persona senza difetti e facile con tutte le mie spine e i miei buchi neri, a volte impossibili da comprendere. In alcuni momenti non mi capisco neanche io. Però ogni tanto mi sembra che tu riesca a capirmi più di quanto riesca a farlo io e mi sorprende perché non credo ci siano tante persone che riescano a capirmi, a comprendere i miei momenti bui, il mio umorismo e i miei sorrisi che a volte non lo sono.
Recentemente su Instagram ho letto un post che diceva “Qual è la persona con cui hai condiviso i momenti migliori della tua vita?”. E ti giuro che io mi sono sforzata di pensare a un’altra persona che non fossi tu ma non ce la facevo proprio. Ora non voglio dire che i bei ricordi sono solo con te perché sarei un’ipocrita ma se randomizzando chiudessi gli occhi e pensassi a dei momenti belli della mia vita, sicuramente per la maggior parte di questi ci sei tu nell’immagine nella mia testa. Perché è così che mi succede, soprattutto la sera quando vado a letto. Appena ho pensato a questa cosa non ti nascondo che ho provato dell’amarezza nel pensare che i ricordi più belli ce li avessi con il mio ex ragazzo, però poi ho pensato a quello che mi dice sempre Franci M. ovvero che bisogna essere grati di quello che c’è stato perché non è detto che nella vita tutti possono provare questo tipo di amore che noi abbiamo provato, a non tutti è concesso e non tutti riescono a trovarlo e io e te siamo fortunati e siamo ancora più fortunati degli altri perché siamo qui ora.
Ti regalo alcuni miei ricordi.
Leuven, il sole e il parco, Batman.
Bruges, Gent e il ristorante marocchino ad Anversa.
La quarantena e il campo da golf.
Lisbona, io e te su un motorino a Cascais.
Viareggio, Puccini, io e te sulla ciclabile che andiamo a prenderci una granita.
Sardegna mentre ti guardo uscire dall’acqua entusiasta del tuo snorkeling prima di andare a fare la passeggiata sulla costa fino a Santa Margherita.
Io e te sul Porsche con il vento tra i capelli.
Io, te e Ginevra sul bagnasciuga che ci abbraccia perché giochiamo con lei.
Ne avrei milioni e so che stasera quando andrò a letto e chiuderò gli occhi me ne verranno in mente altri e per 3 secondi proverò una sensazione bellissima che non so spiegarti proprio bene: è come se mi si gonfiasse il petto ma allo stesso tempo mi si stringesse il cuore. Io sono veramente grata. Immensamente grata perché mi è stata concessa una cosa così bella.
Se devo essere sincera pensavo che la nostra relazione sarebbe stata una funzione esponenziale crescente ma a quanto pare le relazioni non sono come la matematica e le cose non sono così “lineari” e forse la nostra equazione è un po’ più complicata di una semplice y = 2^x . Fa niente Fede alla fine sapremo quale sarà la nostra equazione e sarà tutto più chiaro.
Con amore,
Tua Ema/Tati/Bubu.
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