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kritikaonline · 8 years ago
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Giovanni Manzoni Piazzalunga, sostenitore (e noi con lui) di un’arte per il popolo e non solo per gli snob imbucati alle vernici della varie biennali (l’arte senza il mercato non esiste, ma anche il mercato rionale è di fondamentale importanza), realizza un’arte erotica e pornografica aggraziata, poetica e gaiamente lieve in quel suo essere magma proteiforme di segni, macchie e linee che definiscono i corpi nella sontuosità di pose che in altri contesti ricadrebbero nel vietato [...]
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lf-celine · 3 years ago
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Testo integrale della mia intervista su Céline, i libri "Louis-Ferdinand Céline - Un profeta dell'Apocalisse" e "Sono io l'ultimo francese!" dedicati alla sua opera e vita a mia cura per Bietti Edizioni e l'uscita di "Guerre", apparsa su IlGiornaleOFF la scorsa settimana, grazie a Francesco Subiaco!
1) Apocalittico, moralista, anarchico, sopravvissuto. Chi fu realmente Louis-Ferdinand Céline e che ritratto emerge dagli scritti di queste antologie?
- Innanzitutto uno dei più grandi romanzieri del ‘900 e un doppio rivoluzionario del linguaggio scritto: per la prima rivoluzione dell’argot, e per la seconda della scrittura emozionale, tentativo riuscito – a prezzo di un lavoro inesausto sulla parola – di renderla tridimensionale pur nella bidimensionalità dell’inchiostro sulla superficie della carta. E poi, per le sue interviste, specie quelle dall’autoesilio di Meudon, un “Profeta dell’Apocalisse”, appunto.
2) Vittorio Sgarbi dice in “Sono io l’ultimo francese!” che Céline gli ha insegnato che l'umanità è sempre in guerra. Quale è l'idea che il dottor Destouches ha sulla razza umana?
- L’unica possibile: un portafoglio pieno di viscere con dentro un sogno, come scrisse nel "Viaggio".
3) Tra le testimonianze di scrittori del calibro di Rebatet e Jünger, quali ti hanno colpito di più e quali mostrano di più il vero volto di questo “Profeta dell'Apocalisse”?
- Sicuramente quella dello scrittore e suo amico Marcel Aymè (1902-1967), tra le più intime e profonde:
"La pratica della medicina e la visione delle migliaia di miserie umane in un dispensario di periferia, hanno ravvivato, o quantomeno affinato in Céline un senso, probabilmente innato; il senso del peccato, ma non contro la divinità, ma contro l’uomo. Le sue più grandi collere, le ho viste scatenarsi contro tutto ciò che riteneva conducente all’abbruttirsi dell’uomo, all’abbandono di se stesso: l’alcol, gli stupefacenti, l’abbuffarsi di cibo scadente, la sessualità sfrenata, il lusso, la miseria, le false barriere, la religione (ai suoi occhi, sembrava che i peccati contro la Chiesa, avvallassero i peccati contro l’uomo), le ipocrisie sociali e mondane che, sotto una copertura d’onestà, favorivano lo scatenarsi delle cattive intenzioni. No, non era la nausea che invadeva Céline allo spettacolo di una società accanita a distruggersi in ciascuno dei suoi individui. Era un odio robusto, potente l’odio di un nemico contro il quale non si sentiva totalmente disarmato per nulla, lui che aveva avuto la volontà di disciplinarsi e che pensava di fare un’opera meritoria nello spingere il naso di chiunque nella sua propria lordura". 
4) Da Alain de Benoist a Michel Houllebecq, il tema dei pamphlet ha ossessionato la critica. Per te esiste un Céline buono e uno cattivo o concordi con Stenio Solinas nel ritenere imprescindibili questi testi per capire un autore così complesso nonostante le sue opinioni più controverse?
- Ovviamente i cosiddetti pamphlet, cosiddetti innanzitutto perché sono in realtà libri veri e propri, sia per la foliazione sia per l’attenzione di Céline nella stesura stilistica, fanno parte integrante del corpo degli scritti di Céline, se non altro perché costituiscono, letterariamente parlando, un tratto d’unione tra l’argot dei primi romanzi e la scrittura emozionale dei lavori successivi, sino a Da un castello all’altro e oltre. Il contenuto poi, specie per quanto riguarda "Bagatelle", va oltre la polemica antigiudaica, peraltro sfruttatissima da molti altri autori francesi, di sinistra e destra, tra fine ‘800 e inizio ‘900, ma tocca la Russia sovietica, il fascismo e il nazismo, la chiesa, la scuola… tutti fustigati da Céline con forsennati vortici invettivi. Sì, Céline era antisemita, di un antisemitismo piccolo borghese, diverso da quello “scientifico” di de Gobineau e Rosenberg, o quello confessionale cattolico. Tuttavia, la scarsa fortuna che ebbe Bagatelle proprio nella Germania nazionalsocialista dimostra che questi pamphlet fossero tutto tranne che dei veri e propri “manuali per Auschwitz”. Perlomeno, chi li vuole vedere come tali credo non ne abbia mai letto una riga, o al massimo chi è già di per sé antisemita vi vorrà vedere delle “conferme” ai suoi pregiudizi – pregiudizi idioti – già esistenti e radicati.
5) Nell’introduzione ai saggi parla delle nuove scoperte relative agli inediti celiniani. Può spiegarci meglio la portata di questa scoperta, soprattutto in relazione alla pubblicazione prossima per Gallimard di Guerre?
- Proprio in questi giorni è stato pubblicato in Francia il primo di questi manoscritti, "Guerre", e la maggior parte dei critici e lettori sono concordi nel valutare che questo romanzo, pur ritrovato nella sua prima stesura – e sappiamo quante volte Céline riscriveva e correggeva i suoi manoscritti – rappresenti un’opera di grande importanza, al di là del “caso letterario”, e come sia superiore a molti dei migliori romanzi attuali. E dal momento che stiamo parlando di una bozza scritta circa 90 anni fa, questo è l’ennesima testimonianza e rivincita del genio di Céline. Il quale, ricordo, era tra l’altro un completo autodidatta come scrittore, arrivando al successo con il "Viaggio" a quasi 40 anni e scrivendo forsennatamente di notte nel suo appartamento di rue Lepic a Parigi, come ricorda la figlia Colette (1920-2011) in una intervista inedita in Italia da noi inclusa grazie a David Alliot in "Louis-Ferdinand Céline - Un profeta dell’Apocalisse", mentre di giorno svolgeva la professione di medico.
6) Da Bukowski a Le Clezio molti autori contemporanei hanno lottato per salvare e riabilitare Céline dopo il lungo oblio ideologico. Grava ancora una pregiudiziale politica su alcuni grandi autori colpevoli di non vedere comprese "le ragioni dei vinti"? Pensi che la cancel culture colpirà questi maestri proibiti come avviene per autori classici nell'occidente liberal?
- Negli anni presenti esiste in effetti una dittatura del chiacchiericcio politicamente corretto, e dell’opinione virale di chi non ha la più pallida conoscenza dell’argomento in discussione, ma deve per forza dichiarare la sua pelosa indignazione sinceramente democratica. Almeno, negli anni passati gli storici dell’arte o i critici letterari di sinistra censuravano od omettevano in tutto o in parte Marinetti, D’Annunzio, o, appunto, Céline, ma se li erano letti tutti.
7) Tre libri per conoscere Céline e la sua opera? 
- "Viaggio al termine della notte", per l’argot e per il Bardamu/Céline dalle trincee alle banlieue e l’umanità di Molly; "Mea Culpa", perché qui Céline è davvero seul contre tous; "Da un castello all’altro" per la petite musique e perché solo chi era passato in due guerre può davvero descriverne così l’orrore – e l’orrore ancora maggiore di rendersi conto che all’uomo, le guerre, l’abiezione e le torture evidentemente piacciono.
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overthedoors · 7 years ago
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Silvia Castellani intervista Sonia Caporossi
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Pubblicato il 8 dicembre 20176 dicembre 2017 da Sonia Caporossi Sonia Caporossi, “Erotomaculae”, Algra Editore 2017 Di SILVIA CASTELLANI * Nel Segno nel segno che incide la carne dei polsi nel prisma iridato che incarna i tuoi occhi nel battito esangue del fiato che muore squassando un delirio che affoga parole io sento il mio istinto assetato di gioco io vedo il mio fato forgiato nel fuoco un…
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micolbarsanti · 8 years ago
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#Repost @terzigio with @repostapp ・・・ Oggi nell'inserto del #ILGiornale #ilgiornaleoff lamia intervista a @redronnieroxybar #redronnie che dopo 24 anni si trova costretto a chiudere il #RoxyBar in un assordante silenzio generale ...#evvivalamusica #life #me #evvivalavita #lifeislife (presso Florence, Italy)
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mariuskalander · 5 years ago
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In #edicola il numero di gennaio di @CulturaIdentita, fondato da @edosyloslabini e diretto da @alesansoni. La copertina, realizzata da Alex Folla, parla chiaro: siamo un popolo di #artisti. Infatti in questo numero vi racconteremo i grandi Maestri della pittura! #culturaidentità pic.twitter.com/WkrxoHSEhA
— ilgiornaleOFF (@ilgiornaleOFF) January 10, 2020
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tototaormina-blog · 7 years ago
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USA, ATTACCO ALL’ITALIANITÀ!
[da ilgiornaleOff]
CONTINUANO gli sfregi alle statue di Cristoforo Colombo, notizia di queste ore, e la mobilitazione di città e Stati contro la memoria e i simboli della scoperta dell’America da parte del navigatore genovese e il Columbus Day, proseguito tutt’ora per rivendicare i diritti di un sedicente movimento indigenista, si sta trasformando in una vera e propria campagna razzista e iconoclasta ai danni della grande e radicata comunità italo-americana. Ora addirittura il sindaco di New York, Bill De Blasio, il cui cognome testimonia una evidente origine italiana, istituirà una commissione per valutare in 90 giorni, quali monumenti di personaggi della storia americana siano da rimuovere perché istigano al razzismo e alla discriminazione compresa la statua di Colombo di Columbus Circle da cui si misurano le distanze di New York. Pazzesco. Ben diverso è il clima rispetto a quando nel 1892, in occasione del 400° anniversario della scoperta dell’America, l’Italia donò all’America proprio quella statua tra celebrazioni e grande entusiasmo degli americani. Siamo, ormai, alla damnatio memoriae retroattiva. Cristoforo Colombo è stato per secoli il simbolo dell’orgoglio italiano e della grande tradizione di esploratori e navigatori italiani, nonché quello dell’amicizia tra il popolo italiano e quello americano, ma ora sta diventando il bersaglio e il simbolo di un’epoca, quella delle scoperta delle Americhe, in cui vi furono certo episodi efferati in nome della evangelizzazione forzata e della conquista delle materie prime, ma su cui la Chiesa ha già ufficialmente chiesto il perdono e che in realtà non ha visto certo Colombo trai protagonisti più crudeli. Senza Colombo, come ha giustamente dichiarato la storica americana Libby O’ Connel, l’Europa non avrebbe mai contribuito a scoprire e fondare la civiltà americana. E proprio un simbolo della poesia americana, Walt Whitman, lo celebrò con questa lirica: ”Ancora una parola al mio canto, antico Scopritore, quale mai venne rinviata a figlio della terra – se ancora odi, odimi, mentre proclamo come ora – terre, stirpi, arti, evviva per te, lungo l’interminabile sentiero che rimonta sino a te – un vasto consenso da nord a sud, da est a ovest, applausi dell’anima! acclamazioni! echi reverenziali! Un molteplice, immenso ricordo di te! oceani e terre! Il mondo moderno per te, nel pensiero di te!”. Chissà cosa scriverebbe oggi per difenderlo. Per quanto riguarda lo schiavismo, che certo ci fu, bisogna ricordare che in quei tempi era purtroppo normale per la morale e le leggi dell’epoca e applicare ora un filtro retroattivo politically correct è stupido e pretestuoso visto che, solo per esempio, Abramo Lincoln e gli altri presidenti rappresentati sul Monte Rushmore “possedevano” schiavi. Che facciamo scalpelliamo i loro volti dalla montagna? Il Governo italiano dovrebbe intervenire per via diplomatica, come abbiamo richiesto pubblicamente, per chiedere ufficialmente al governo degli Stati Uniti la tutela dei monumenti dedicati a Cristoforo Colombo e il rispetto del Columbus Day, inteso come giorno di affermazione dell’orgoglio italiano negli Usa e di amicizia tra i due popoli . Questo non escluderebbe di dedicare un altro giorno alla memoria della cultura indigena che deve essere certo rispettata e celebrata ma senza iconoclastie e discriminazioni incrociate. [ilgiornaleOff]
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corrieredelweb · 7 years ago
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IlGiornaleOFF raddoppia l'offerta con una sezione dedicata alle eccellenze del Made in Italy
http://dlvr.it/PRTNxW
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bonvesin-and-co · 9 years ago
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Emanuele Beluffi sulla personale di Matteo Pagani alla galleria Rubin: <[...] Matteo Pagani non è né apocalittico né integrato, la sua pittura è come le considerazioni inattuali dei talenti un po’ silenti che poi si scoprì anticiparono l’andazzo futuro>.
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mariuskalander · 5 years ago
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Ieri sull’edizione de @ilgiornaleOFF https://t.co/9hOQuCOO4R
— Bronson_Official (@Bronson_off) August 11, 2019
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