#il sapore della vita
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pensieri-liberi-nella-mente · 4 months ago
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IL SAPPRE DELLA VITA
Che sapore ha la vita?
Dipende da ciascuno di noi
Per alcuni insipida
Per altri saporita
Sa di montagna
A volte di mare
Che sapore ha la vita?
Dipende da ciascuno di noi
A volte sa di pizza
A volte sa di pazzia
Fino ad arrivare alla follia
Che sapore ha la vita?
Sa di tempesta
Sa di quiete
Sa di tutto
Sa di niente
Che sapore ha la vita?
Sa di malinconia e rabbia
Sa di amore e gioia
Il sapore della vita
È unico
Per tutti noi
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booksreadbukowskianalove · 7 months ago
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Il sapore della vita
Cosa significa per me vivere?
Mangiare senza paura di ingrassare.
Avere accanto la persona che si ama. Sdraiarsi sul prato senza pensare che il terreno sot- tostante è inquinato.
Guardarsi allo specchio e piacersi.
Fidarsi senza aspettarsi di esser traditi.
Mettere alle luce un figlio senza preoccuparsi di un mondo che lo distruggerà.
"Pensieri scomposti" - Federica Maneli
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vintagebiker43 · 2 months ago
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Un professore di Lettere e Filosofia del liceo Tasso, Giancarlo Burghi, ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Istruzione Valditara che è un autentico manifesto PARTIGIANO di difesa altissima della cultura e della Costituzione.
È lunga, ma merita davvero di essere letta tutta, condivisa, applicata. Fino in fondo.
“Egregio ministro,
Le scrivo di nuovo dalla desolazione della “trincea”: quella in cui ogni giorno, con le studentesse e gli studenti, combattiamo l’eterna guerra contro la semplificazione e la superficialità. Oggi, però, le scrivo per ringraziarla delle Linee guida sull’insegnamento dell’educazione civica che ci ha inviato all’inizio dell’anno scolastico. Da oggi abbiamo un punto fermo nel nostro lavoro di docenti ed educatori: ci dirigeremo nella direzione esattamente opposta a quanto ci indica. L’educazione civica, secondo lei deve «incoraggiare lo spirito di imprenditorialità, nella consapevolezza dell’importanza della proprietà privata». In modo quasi ossessivo nel documento traccia l’idea di una sorta di “educazione alla proprietà ”.
Ma cosa dovremmo farci di questo slogan vuoto? Stiamo oltrepassando finanche il senso del ridicolo, andando oltre la teoria delle tre “i” di berlusconiana memoria (inglese, impresa, internet). Ai nostri studenti, signor Ministro, l’articolo 42 della Costituzione lo leggiamo e lo spieghiamo: «La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge […] allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà privata può essere [..] espropriata per motivi di interesse generale". Dice proprio questo la Costituzione! Però non si ispira a Pol Pot ma alla dottrina sociale della Chiesa, al cristianesimo sociale di Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti. Nelle Linee guida Lei continua, poi, con l’affermazione di sapore thatcheriano, ma in realtà generica e vuota quanto la prima, per cui dovremmo insegnare che «la società è in funzione dell’individuo (e non viceversa)».
Vede Ministro, se le dovesse capitare di sfogliare la Costituzione italiana scoprirebbe che il termine “individuo” semplicemente non compare. (…) Mi consenta di farle notare che, se sfogliasse la Costituzione, scoprirebbe che il termine “patria” compare solo una volta (perché Mussolini lo aveva profanato e disonorato) e per di più non ha niente a che fare con “i sacri confini nazionali” da difendere o l’italianità quale identità da salvaguardare contro la minaccia della sostituzione etnica.
La patria è il patrimonio dei padri e delle madri costituenti, vale a dire le istituzioni democratiche non separabili dai valori costituzionali: l’eguaglianza, la libertà, la pace, la giustizia, il diritto di asilo per lo straniero «che non ha garantite le libertà democratiche».
I patrioti non sono quelli che impediscono lo sbarco dei migranti, ma coloro che ogni giorno testimoniano il rifiuto della discriminazione. Cosi come patrioti non erano i fascisti che hanno svenduto la patria a Hitler e l’hanno profanata costringendo milioni di italiani ad offendere altre patrie, ma i membri dei GAP (che non erano i “gruppi di azione proletaria” come ebbe a dire, per dileggio, Berlusconi), ma i “gruppi di azione patriottica (appunto), che operavano nella Brigate Garibaldi dei patrioti comunisti italiani, protagonisti della Resistenza quale secondo Risorgimento.
Ci consenta di formare i nostri studenti ispirandoci a chi di patria si intendeva: non a Julius Evola o Giorgio Almirante, ma a Giuseppe Mazzini che ha ripetuto per tutta la vita che la patria non è un suolo da difendere avidamente ma una «dimora di libertà e uguaglianza» aperta a tutti: «Non vi è patria dove l’eguaglianza dei diritti è violata dall’esistenza di caste, privilegi, ineguaglianze. In nome del vostro amore di patria, combattete senza tregua l’esistenza di ogni privilegio, di ogni diseguaglianza sul suolo che vi ha dato vita. (Dei doveri dell’uomo). Mazzini non contrapponeva la patria all’umanità, ma la considerava il mezzo più efficace per tutelare la dignità di ogni essere umano: «I primi vostri doveri, primi almeno per importanza, sono verso l’ Umanità. Siete uomini prima di essere cittadini o padri. […] In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte per il diritto, per il giusto, per il vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall’errore, dall’ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello. Liberi e schiavi, siete tutti fratelli. (Dei doveri dell’uomo)
E ci consenta, da educatori democratici, di trascurare le sue Linee guida, per illuminare le coscienze dei giovani con le parole di don Milani: «Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri». Egregio Ministro, dal momento che la costruzione di una cittadinanza consapevole avviene anche attraverso l’esercizio della memoria storica e civile, Lei ci ha inviato a una circolare con cui ha bandito un concorso per le scuole con lo scopo di celebrare la «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo». Il titolo del concorso: «1945: la guerra è finita!» Incredibile! Il 25 aprile 1945 che, prima dell’era Valditara, era semplicemente e banalmente la «liberazione dal nazifascismo» ora diventa un momento della «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo».
Cosa dovrebbero ricordare le giovani generazioni nella sua bizzarra idea di memoria civile? Ecco il suo testo: «Il popolo che ha subito sulla propria pelle gli orrori di quel tremendo conflitto, dai bombardamenti degli alleati alle rappresaglie nazifasciste [equiparati !] fino agli ordigni bellici inesplosi che, nei decenni a venire, hanno continuato a produrre invalidità e mutilazioni». E tutto per andare «al di là della tradizionale lettura vincitori-vinti», opposizione che attentamente sostituisce quella di antifascisti/liberatori e fascisti. Si tratta dunque, secondo lei, di ricordare una guerra tra tante, quasi un ineluttabile evento naturale in cui tutti sono cattivi (i liberatori, gli aguzzini e i partigiani) e dunque tutti ugualmente assolti nel tribunale della neostoria. Del resto, Ministro, devo darle atto di una certa garbata compostezza sulla memoria del 25 aprile. La sua sottosegretaria (la nostra sottosegretaria all’Istruzione) Paola Frassinetti la Festa della Liberazione l’ha festeggiata al campo 10 del Cimitero maggiore di Milano per onorare i volontari italiani delle SS. È immortalata in un video in mezzo a un drappello di camerati che sfidano, tra insulti e minacce, alcuni manifestanti antifascisti. Frassinetti si lascia andare alla rabbia ed esclama “ma vai aff…”.
Sempre a proposito di Linee guida per l’educazione civica… Da sottosegretaria del suo Ministero Paola Frassinetti, il 28 ottobre del 2024, anniversario della marcia su Roma, ha celebrato il “fascismo immenso e rosso”. Capisce, signor Ministro, perché ci sentiamo soli nella trincea? E perché le ho detto che è “passato al nemico” (il nemico è la parzialità, la manipolazione, la contrapposizione faziosa). Ma noi siamo combattenti testardi. Non avendo capi politici da lusingare, la nostra coscienza e la Costituzione antifascista sono le nostre uniche e inderogabili “linee guida” da seguire nel formare cittadine e cittadini liberi e consapevoli. Egregio Ministro, spero che queste parole non mi costino quella decurtazione dello stipendio che ha inflitto a un mio collega per aver pronunciato delle parole che Lei non ha gradito. Sarebbe non solo grave ma anche di cattivo gusto anche perché di recente insieme ad altri ministri lei lo stipendio ha cercato di aumentarselo.”
P. S. Le sue Linee guida stanno conseguendo i primi risultati. Qualche giorno fa uno studente che aveva studiato la divisione dei poteri di Montesquieu ha osservato che se un ministro fa una manifestazione sotto un tribunale per difendere un altro ministro sotto processo viola la separazione dei poteri. Aggiungendo che un ministro non è un semplice cittadino ma un membro dell’esecutivo, cioè di un potere dello stato. Gli ho risposto che ha ragione e gli ho dato un ottimo voto in educazione civica.
Con cordialità, prof. Giancarlo Burghi.
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Rito del mattino
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(Foto: cafeseins)
Era quello scoprirsi ancora sul pianeta Terra dopo il volo notturno, era verificare ogni volta che si ritrovavano sempre lì entrambi a godere del loro rapporto, del contatto della pelle nuda, dei loro sorrisi muti e del sapore del primo, agognato caffè. Era quello, l'amore vero. Il resto avrebbe potuto pure cambiare: casa, lavoro, figli. Amici e città. Scenari di contorno.
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(Foto: cafeseins)
Erano le loro anime affamate l'una dell'altra, la forza che li teneva in vita veramente, per scoprire ogni giorno un'altra possibile, nuova maniera di manifestare la voglia di ritrovarsi a sera. Un messaggino, una nota vocale, un pensiero semplice. Mentre il sapore di un altro caffè nella pausa pranzo scenderà dritto al cuore, a ricordare che domattina saranno di nuovo lì, con una tazzina d'amore liquido forte e nero tra le mani. Zucchero q.b.
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(Foto: cafeseins)
RDA
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ambrenoir · 5 months ago
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LA LETTERA D'AMORE PIU BELLA CHE IO ABBIA MAI LETTO.
"Cara Francesca,
Spero che questa mia lettera ti trovi bene.
Non so quando la riceverai. Quando io me ne sarò già andato.
Ho sessantacinque anni, ormai, e ne sono passati esattamente tredici dal nostro primo incontro, quando imboccai il vialetto di casa tua in cerca di indicazioni sulla strada.
Spero con tutto me stesso che questo pacchetto non sconvolga in alcun modo la tua vita. Il fatto è che non sopporto di pensare alle mie macchine fotografiche sullo scaffale riservato all’attrezzatura di seconda mano di un negozio o nelle mani di uno sconosciuto. Saranno in pessime condizioni quando le riceverai, ma non ho nessun altro a cui lasciarle e mi scuso del rischio che forse ti costringerò a correre mandandotele.
Dal 1965 al 1975 ho viaggiato quasi ininterrottamente. Nell’intento di allontanarmi almeno parzialmente dalla tentazione di telefonarti o di venire a cercarti, tentazione che da sveglio in pratica non mi lascia mai, ho accettato tutti gli incarichi oltreoceano che sono riuscito a procurarmi. Ci sono stati momenti, molti momenti, in cui mi sono detto: << All’inferno, vado a Winterset e, costi quel che costi, porto Francesca via con me>>.
Ma non ho dimenticato le tue parole, e rispetto i tuoi sentimenti. Forse avevi ragione, non lo so. So però che uscire dal viale di casa tua, in quella arroventata mattinata di agosto, è stata la prova più ardua che abbia mai affrontato e che mai avrò occasione di affrontare. Dubito, in effetti, che molti uomini ne abbiano vissute di più dure.
Ho lasciato il National Geographic, nel 1975 e da allora mi sono dedicato soprattutto a fotografare ciò che piaceva a me, prendendo il lavoro là dove potevo, servizi locali o regionali che non mi impegnavano mai più di pochi giorni.
Finanziariamente è stata dura, ma tiro avanti.
Come ho sempre fatto.
Buona parte del mio lavoro lo svolgo nella zona di Puget Sound. Mi va bene così. Pare che invecchiando gli uomini si rivolgano sempre più spesso all’acqua.
Ah, sì, adesso ho un cane, un golden retriever.
L’ho chiamato Highway, e lo porto quasi sempre con me, quando siamo in viaggio, se ne sta con la testa fuori dal finestrino, in cerca di posti interessanti da fotografare.
Nel 1972 sono caduto da una rupe nell’Acadia National Park, nel Maine, e mi sono fratturato una caviglia.
Nella caduta ho perso la catena e la medaglia, ma fortunatamente non erano finite lontano. Le ho recuperate e un gioielliere ha provveduto ad aggiustare la catena.
Vivo con il cuore impolverato, Meglio di così non saprei metterla. C’erano state delle donne prima di te, qualcuna, ma nessuna dopo. Non mi sono votato deliberatamente alla castità: è solo che non provo alcun interesse.
Una volta ho avuto modo di osservare il comportamento di un’oca canadese la cui compagna era stata uccisa dai cacciatori. Si uniscono per la vita, sai. Dopo l’episodio, ha continuato ad aggirarsi intorno allo stagno per qualche giorno. L’ultima volta che l’ho vista, nuotava tutta sola tra il riso selvatico, ancora alla ricerca. Immagino che da un punto di vista letterario la mia analogia sia troppo scontata, ma è più o meno così che mi sento anch’io.
Con la fantasia, nelle mattine caliginose o nei pomeriggi in cui il sole riflette sull’acqua a nord-ovest, cerco di immaginare dove sei e che cosa stai facendo.
Niente di complicato…ti vedo in giardino, seduta sulla veranda, in piedi davanti al lavello della cucina. Cose così.
Ricordo tutti. Il tuo profumo e il tuo sapore, che erano come l’estate stessa. La tua pelle contro la mia, e il suono dei tuoi bisbigli mentre ti amavo.
Robert Penn Warren scrisse: << Un mondo che sembra abbandonato da Dio >>. Non male, molto vicino a quello che provo per te certe volte. Ma non posso vivere sempre coì. Quando la tensione diventa eccessiva, carico Harry e, in compagnia di Highway, ritorno sulla strada per qualche giorno.
Commiserarmi non mi piace. Non è nella mia natura. E in genere non me la passo poi tanto male.
Al contrario, sono felice di averti almeno incontrata.
Avremmo potuto sfiorarci come due frammenti di polvere cosmica, senza sapere mai nella l’uno dell’altra.
Dio o l’universo o qualunque altro nome si scelga di dare ai grandi sistemi di ordini ed equilibri, non riconosce il tempo terrestre. Per l’universo, quattro giorni non sono diversi da quattro miliardi di anni luce. Per quanto mi riguarda, cerco di tenerlo sempre a mente.
Ma, dopo tutto, sono un uomo.
E tutte le considerazioni filosofiche non bastano a impedirmi di desiderarti, ogni giorno, ogni momento, con la testa piena dello spietato gemito del tempo, del tempo che non potrò mai vivere con te.
Ti amo, di un amore profondo e totale. E così sarà sempre."
“I ponti di Madison County”, R.J.Waller
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angelap3 · 1 month ago
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🐝 Alcune curiosità sulle api🐝
Ecco 20 curiosità sull'importanza del miele e delle api:
1. Sapevate che il miele non si rovina mai? Gli archeologi hanno trovato vasi di miele in antiche tombe egizie che hanno più di 3.000 anni e sono ancora perfettamente commestibili!
2. Sapevate che le api sono essenziali per la coltivazione di molti dei nostri alimenti? Impollinano circa un terzo degli alimenti che mangiamo, tra cui frutta, verdura e noci.
3. sapevate che il miele ha proprietà curative naturali? Grazie alle sue proprietà antibatteriche, può aiutare a lenire il mal di gola e persino ad accelerare la guarigione di ferite e ustioni.
4. sapevate che le api producono una quantità minima di miele durante la loro vita? Una singola ape operaia produce solo circa 1/12 di cucchiaino di miele in tutta la sua vita, ma insieme ne producono molto!
5. sapevate che le api comunicano danzando? Eseguono una "danza delle scosse" per indicare alle altre api dove trovare i fiori migliori.
6. sapevate che il miele può aiutare il vostro cervello? Contiene antiossidanti che possono favorire la salute del cervello e migliorare la memoria.
7. sapevate che la cera d'api prodotta dalle api è utilizzata in molti prodotti di uso quotidiano? ** Si trova in oggetti come candele, balsami per le labbra e persino in alcuni tipi di confezioni per alimenti.
8. sapevate che il miele può essere una fonte di energia naturale? È una rapida fonte di energia perché è ricco di zuccheri naturali.
9. sapevate che solo negli Stati Uniti esistono oltre 300 varietà di miele? Il sapore, il colore e l'aroma dipendono dai fiori che le api visitano.
10. sapevate che l'apicoltura aiuta molte comunità in tutto il mondo? Fornisce reddito, sostiene l'agricoltura e contribuisce a migliorare la sicurezza alimentare in molte regioni.
11. sapevate che il miele può essere usato come conservante naturale? Grazie alle sue proprietà antibatteriche, il miele è stato usato per secoli per conservare la frutta e altri alimenti.
12. sapevate che alcune api sono in grado di riconoscere i volti umani? Alcuni studi hanno dimostrato che le api da miele sono in grado di ricordare e riconoscere i volti umani, in modo simile a come ricordano i diversi fiori.
13. sapevate che il miele può migliorare il sonno? Un cucchiaio di miele prima di andare a letto può favorire il rilassamento e un sonno migliore, aumentando leggermente i livelli di insulina e permettendo al triptofano di raggiungere il cervello.
14. sapevate che le api sono daltoniche al rosso? Le api possono vedere la luce ultravioletta, cosa che gli esseri umani non possono fare, ma non possono vedere il colore rosso. Lo vedono invece come nero.
15. Sapevate che il miele può aiutare a combattere le allergie stagionali? Alcuni ritengono che il consumo di miele locale aiuti a rafforzare l'immunità ai pollini locali e a ridurre i sintomi dell'allergia.
16. sapevate che la pappa reale prodotta dalle api operaie viene somministrata a tutte le larve di api? Tuttavia, solo quelle destinate a diventare regine vengono nutrite con la pappa reale durante il loro sviluppo.
17 Sapevate che il miele ha usi medicinali diversi nelle varie culture? Nella medicina ayurvedica, ad esempio, il miele è usato per trattare i problemi digestivi e nell'antico Egitto per curare le ferite.
18. Sapevate che le api hanno un GPS incorporato? Utilizzano la posizione del sole, il campo magnetico terrestre e i loro ricordi dei punti di riferimento per orientarsi e ritrovare la strada verso l'alveare.
19. sapevate che le api da miele sono gli unici insetti che producono cibo che viene mangiato dall'uomo? Sono uniche nella produzione di miele, che è stato un alimento base della dieta umana per migliaia di anni.
20 Sapevate che il miele può variare notevolmente in sapore e consistenza? Il tipo di fiori impollinati dalle api influenza il sapore, il colore e la consistenza del miele. Alcuni tipi di miele possono anche essere cremosi o saporiti!
Grazie, care api!
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conilsolenegliocchi · 4 months ago
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~ Ancora ~
Conosco il nome del tuo enorme cipresso,
ogni desiderio che alle stelle hai espresso,
nella voce l'accento della terra del sole,
ma, ironia della vita,
non conosco com'è il tuo sapore.
@conilsolenegliocchi 🐞
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scritti-di-aliantis · 3 months ago
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(Foto: volodiunacapinera - my edit)
Al solo pensarti, ho l'acquolina in bocca. Il tuo sapore è indimenticabile. Nel tuo sudore c'è il sale della mia vita. Sei entrata pian piano nella mia vita. Ora in me sei un pensiero costante e prepotente.
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(Foto: coffeefueleddreams Alex Lim - my edit)
Col primo, delicato bacio a fior di labbra, hai iniziato a farmi schiudere il cuore. Oggi devo dire che non aspetto altro che vederti e aprirmi per farti fare ciò che desideri. Che poi è quello che desidero anche io.
Aliantis
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(Foto: volodiunacapinera - my edit)
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allecram-me · 16 days ago
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Sbilanci
C´é un sacco di silenzio, adesso, ancora. Ho sentito mia mamma al telefono e non mi sono riconosciuta in questo mio nuovo tono sempre adulto, nella sua voglia di volare oltre la paura che le porto, che é anche la paura che le faccio. Ho paura perché non funziona più niente, o almeno così a me sembra e sono stanca, mamma, sono così stanca di essere viva. Pensavo di esserlo stata tante volte in passato e non avevo ancora la misura del macigno reale che é la depressione che arriva quando non la puoi imputare proprio a niente, quando la guerra é finita - almeno per me. Non ho più problemi reali, lo vedo. Questo dipende anche dal fatto che il senso del problema nella mia vita da vecchia bambina é una roba del tutto nuova, ed io mi rifiuto di riconoscere il peso di una scadenza di lavoro, di un altro aereo prenotato, delle voci di indifferenza nel sottobosco della vita che ho lasciato in Italia, degli amici che vorrei sentire e che non chiamo, che non mi chiamano. Sono sopravvissuta all´inferno, mamma. Sono sopravvissuta alla fine e al nuovo inizio.
Sabato notte, per esempio, sono andata a ballare. Qui adesso ho una amica, la promessa di una amicizia, con la tenerezza abbacinante di scoprirne le fragilità e farmi dire le mie, la prima di una serie instancabile di you are not bothering me. Ballare mi piace mille volte di più, ora che sono vecchia. Non mi ferma più niente: la solitudine, i mezzi pubblici, avere o non avere soldi e cellulare. Poi ad un certo punto mi addormento, mi risveglio, e sono stanca. Domani devo presentare un lavoro che non ho fatto, e sono stanca. Ho questo appuntamento inutile con l´Università Federico II di Napoli, e mi sale il vomito. Non so se é normale - non so se questa é la norma in casi come il mio, non so molto di cosa succede agli altri quando sopravvivono e non gli frega poi molto di non essere morti, ma gli frega di dovere ancora vivere, stanchi e disgustati.
Giovedì viene a trovarmi la mia migliore amica da Bologna, resta qui da me per quattro giorni. Se ne va il giorno prima che me ne vada via anche io, potenzialmente per sempre, ma non ci crede nessuno (nemmeno io). Il mio contratto scade il ventotto Febbraio, ho preso tutte le ferie che rimanevano per essere a Napoli il ventisette, giorno in cui la sacrosantissima commissione si arrogherà il diritto di darmi qualcosa che é già mio. Forse suona presuntuoso, forse lo é, o magari lo sarebbe se fossimo in un mondo giusto, ma questo mondo non é giusto manco per il cazzo ed io non ho più rispetto da devolvere in favore di chi non ha essenza, di chi non ha cuore da mettersi nella bocca prima di far partire lo sputo. Siamo esseri umani e possiamo odiarci, dobbiamo amarci, ma se proprio devo vivere, allora che stiano fuori dal mio vivere tutti quelli che non si interrogano mai sulla banalità del male.
Ci sono delle cose di cui mi accorgo di vergognarmi. Io la vergogna non me la tollero, quando ne annuso l´ombra parto in una ispezione marziale, e se la trovo la espongo istantaneamente in piazza, per il pubblico ludibrio. You are so kind with other people but you are mean to yourself. Ci volevi tu, dopo due mesi, ci volevate voi a ricordarmelo qui, nella mia vita nuova. Certo che hai ragione. Certo che avete tutti ragione, quando fate pulsare il sangue fin su nello sputo, e allora vi posso amare e vi amo tutti. Ma questa vita nuova, questa vita bella, la amo? No. Non amo la vita. Se la amo adesso non lo vedo, ma devo averla amata, no? Altrimenti averei potuto scivolare quando se lo aspettavano tutti, quando era legittimo. Se scivolassi adesso sarebbero tutti stupiti, non ci sarebbe nessuno a tenermi. Non ci sarebbe stato nessuno neanche allora, ma che importa? Chissà se, annusando l´ombra di una mano ferma dietro alla mia schiena, chissà se a quel punto sarei caduta, chissà come é brutta e bella la pazzia, chissà se morirò presto anche io. Stasera l´idea di essere dimenticata da morta mi é dolce, più aspro é invece il sapore delle mezze misure, e degli amici che mi mancano, verso cui mi sento in colpa, verso cui provo una rabbia smorzata in partenza da una lista di giuste ragioni, una rabbia che non mi serve a niente. Alla fine non mi é mai servito niente, mia mamma lo ha raccontato sempre. Marcella dove la metti la ritrovi, se vuole una cosa non la chiede, lo sa che non deve lamentarsi. Che poi quando sono cresciuta é stato un progressivo ti lamenti sempre, ma ho scoperto che era una bugia, perché lamentarsi fa male all´altro ed io sono so kind with other people.
Ho vinto uno dei progetti che ho presentato al ministero dell´educazione e della ricerca tedesco. Sugli altri due non si sa ancora niente. Questo significa un nuovo contratto, tra una manciata di mesi. Tutti mi dicono che mi vogliono qui stabilmente, che stanno lavorando per concretizzare una proposta adeguata. Io pensavo che non avesse molto senso, ma a quanto pare altri sono passati per questa isola felice e non si sono dimostrati in grado di sostenerne i ritmi e la cultura organizzativa. Io non mi riesco a lamentare di un posto dove una volta al mese sono invitata ad un club organizzato dal mio capo dove mi offrono bibite e manicaretti per riflettere insieme su potere ed appartenenza. Non posso lamentarmi perché si può dire tutto, o almeno io nella mia ingenuità da bambina vecchia dico tutto e mi sento libera. E´ divertente anche perché questo é davvero il mio capo - assunzione diretta - mentre la persona che si attribuiva il ruolo analogo in Italia doveva essere il mio tutor, e le parole sono importanti tanto quanto i contratti e, che lo dico a fare, il punto é sempre la cultura organizzativa e tutto quanto di marcescente si trascina dietro, compreso un meccanismo di resistenza totale ad ogni riflessione che possa favorire il cambiamento. Se c´é una cosa per cui vorrei essere ricordata, da morta, é l´aver promosso quel cambiamento, ma la mia psicoterapeuta me lo aveva chiarito da subito che questo non sarebbe successo. Infatti, non é successo, ma li ho spaventati senza avere mai alzato la voce, e se vi va potete ricordarmi per questo, quando sarà il momento.
Nel frattempo, la depressione, che é depressione nel momento in cui é altro da me - dentro di me - e non posso farci proprio niente, non basta andare a ballare o pensare ad altro. Ho sentito mia mamma al telefono ed ho provato a dirglielo, poverina, é passata subito a commentare le canzoni di Sanremo di questo mio primo festival da italiana all´estero: l´ho guardato tutte le sere che non ho passato fuori a ballare, sul mio divano in prestito mentre su Berlino nevicavano fiocchi bellissimi e mi sono fatta una tenerezza gentile, dolce. Allora a mia mamma ho provato a dire cosa penso a livello musicale dei brani in gara quest´anno, ma le é venuto in mente della tintura per capelli che giorni fa le ho chiesto di spedirmi e si é fatta prendere da questa urgenza. Mamma, sei irraggiungibile. Forse sono io, non lo so, ma mi sembra di non riuscire mai davvero a parlare con te. Forse sono io, mamma, di sicuro sono io che non sono lucida. Scusami, devo andare. Ti abbraccio.
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Ferma così!
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Resta immobile. Non puoi muoverti, il tuo destino per stasera è segnato. Sei mia, mia e basta. Hai fatto i salti mortali, per poter venire qui; di nascosto dalla tua vita perfetta di promessa sposa-modello tra meno di un mese da oggi. Ma in te non percepisco alcun timore, scrupolo di coscienza, senso di vergogna o del peccato. Piuttosto, dal tuo basso ventre nudo ed esposto totalmente al mio volere, emana prepotente l'odore del desiderio, della voglia più oscena e indecente. Bricconcella: ti conosco bene e ti darò ciò che cerchi. Tutto ciò che il tuo ragazzo nemmeno immagina poter esistere.
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E poi un po' di più. Ancora non lo sposi e già prendi chilometri e chilometri di cazzo non suo ovunque, nel tuo corpo. Ti farò nuovamente mia, ma solo fra un po'. Adoro la tua fica stretta e la tua bocca espertissima, ragazzina. Però adesso mi piace solo guardarti da vicino, odorarti a lungo e farti morire dalla voglia di essere scopata, mentre ammiro la perfezione del tuo corpo. E godo dello spettacolo bellissimo del liquido che già ti brilla tra le cosce, tanto mi vuoi. Te la lecco, centellino il tuo sapore più intimo. Liquore che distilli in diretta solo per me; assaporo e infilo la mia lingua nel tuo ano, per poi ritrarla immediatamente.
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Gemi, mugoli e coli ancora di più. Ti allarghi al massimo usando anche le mani e se col viso mi ritraggo dalle tue natiche, cerchi di raggiungere la mia bocca col tuo culo aperto come un libro. Spingi le natiche in alto verso di me, come a dirmi "eccomi, non vedi che sono già aperta ovunque per te? Inculami..." Spudorata femmina, grandemente e sempre affamata di cazzo. Godo moltissimo anche leccando e ingoiando la saliva che ti scende dalle labbra mentre te le mordi e lecchi per provocarmi. Puttana: ti darò trenta euro, stasera. Così sarai meretrice certificata. E ridi sguaiatamente, perché sai che è vero.
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Intanto che ti contemplo e mi eccito, tu con voce resa affannata e roca dalla passione e dalla brama, mi chiedi senza mezzi termini e zero imbarazzo di muovermi a prenderti. Sul seno profumi di buono e di innocenza, ma dalla tua fica sale l'inconfondibile aroma del sesso più sporco. Ah, quanto adoro farti smaniare, pregare, implorare l'amore. Ecco: adesso mi spoglio. Preparati, mia troia adorata; futura ingenua, tenera, deliziosa e delicata sposina novella di un povero giovane, futuro potenziale grandissimo cornuto. Per iniziare, adesso alza i fianchi e apri il tuo culo al massimo, troia.
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RDA
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tulipanico · 6 months ago
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Mi piace, di questo periodo, il fatto che il sole sorga nel momento esatto in cui mi sveglio due volte alla settimana, mi piace soprattutto godere del giorno appena iniziato mentre guido per arrivare all’ambulatorio lontano. Le ombre lunghissime che interrompono la luce sull’asfalto, la terra rivoltata dei campi, pronta ad essere nuovamente madre, che pare fatta d’oro. Le cime di alcuni alberi che iniziano a tingersi di giallo, tutto ha colori così intensi da bloccare le parole poco sotto le corde vocali. Ascolto una canzone dei Canova che mi chiede se ho mai provato la felicità. Allora ci ripenso, rimastico la vita nella bocca e sì, avverto il sapore dolce della felicità sulla lingua, in mezzo agli altri. Indubbiamente pochi attimi, fugaci, ma il miele c’è. L’ho sentito allargarsi nel petto, riempire il cuore, di tanto in tanto. Che poi, si vive per questo, per quel poco di miele.
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sophie-blanceur · 6 months ago
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Ci sono giorni che cominciano così,
con la voglia di gustare il sapore della vita.
Tania Memoli
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angelap3 · 1 month ago
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Sir Philip Anthony Hopkins
“So che mi rimane meno da vivere di quanto ho vissuto.
Mi sento come un bambino a cui hanno regalato una scatola di cioccolatini. Si diverte a mangiarlo, e quando vede che non rimane molto, inizia a mangiarli con un sapore speciale.
Non ho tempo per interminabili conferenze sulle leggi pubbliche, nulla cambierà. E non c'è desiderio di litigare con gli stupidi che non agiscono secondo la loro età. E non c'è tempo per combattere col grigio. Non partecipo a riunioni dove si gonfia l'ego e non sopporto i manipolatori.
Mi infastidiscono le persone invidiose che cercano di calunniare coloro che sono più capaci di strappargli i posti, i talenti e i successi.
Ho pochissimo tempo per discutere titoli: la mia anima ha fretta.
Sono rimaste pochissime caramelle nella scatola.
Mi interessano le persone umane. Le persone che ridono dei propri errori sono quelle che riescono, quelle che comprendono la loro vocazione e non si nascondono dalle responsabilità. Che difende la dignità umana e vuole stare dalla parte della verità, della giustizia, della giustizia. Ecco a cosa serve la vita.
Voglio circondarmi di persone che sappiano toccare il cuore degli altri. Chi, attraverso i colpi del destino, ha saputo rialzarsi e mantenere la morbidezza dell'anima.
Sì, ho fretta, ho fretta di vivere con l'intensità che solo la maturità può dare. Mangerò tutti i dolci che mi sono rimasti, saranno più buoni di quelli che ho già mangiato.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine in armonia con me stesso, i miei cari e la mia coscienza.
Pensavo di avere due vite, ma si è rivelata essere una sola, e bisogna viverla con dignità".
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mynameis-gloria · 1 year ago
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Svegliarsi alle otto e trenta anche la domenica mattina, ancor prima della sveglia, ieri sera ho preferito andare a letto rassegnata a quello che era decisamente un sabato no. Caffè, fette biscottate e burro d'arachidi, scarpette e felpa in vita pronta per una corsetta, che poi si è trasformata in mezza camminata, ho cambiato pure giro, avevo bisogno di stimoli nuovi, di addentrarmi nel fittobosco (idea non molto geniale essendo giorno di caccia) ma per la mia testa ed il mio corpo è stato decisamente un toccasana. Tornata a casa ho svolto pure gli esercizi. Per pranzo mi attende un super risotto ai funghi. Questa domenica ha un buon sapore
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jadarnr · 1 month ago
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TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol. 1 - From the Empire
FROM THE EMPIRE - CAPITOLO DUE
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
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Se Piazza San Marco, che ospita Palazzo Ducale e la Basilica Cattedrale, era considerata il volto di Venezia, l'area intorno al Ponte di Rialto era senza dubbio il suo cuore, il luogo che si faceva carico dei consumi e dei desideri della città.
Ai piedi dell'enorme ponte ad arco che attraversava il Canal Grande, file di negozi allineati vendevano i prodotti più disparati, mentre il canale - dove locali, ristoranti, casinò e bordelli facevano a gara tra di loro per eleganza e splendore - era illuminato come se fosse pieno giorno, nonostante fosse ancora l'alba.
“Il vero volto é la maschera più raffinata ha scritto Crébillon Fils. Quindi, staremmo indossando una maschera sopra un'altra maschera…?”
In quel momento, dal canale, da una delle gondole, scendeva mano nella mano una coppia che indossava le maschere splendidamente decorate dell'“Innamorata” e del “Medico”, con il caratteristico becco lungo come quello di un uccello.
Mentre osservava i due amanti, l'uomo alla finestra si mise in bocca un sigaro sottile come un ago.
Lui stesso indossava una maschera che gli copriva metà del volto, la maschera dello “Stratega Arlecchino”. Il suo abito nero ben confezionato e i suoi capelli neri lunghi fino alla vita erano messi ancora più in risalto dalla maschera bianca.
“Se non nascondessimo la nostra esistenza con tanta cura, non saremmo in grado nemmeno di toccare questo mondo... Che creature meravigliose che siamo.”
“Ciò che vi piace è affar vostro, ma per piacere non includetemi in quel noi, signor stratega.”
La voce che aveva risposto all'osservazione di 'Arlecchino', simile al suono di una campana, era quella dell'altra persona presente nell’ufficio della direzione: una piccola figura seduta a gambe incrociate al tavolo di palissandro.
Si trattava, a occhio, di un ragazzo molto bello. Anche nella penombra, il suo viso angelico brillava. Tuttavia, anche se il suo viso giovane non dimostrava più di dieci anni, allora perché i suoi occhi erano vagamente ingialliti come l'ottone, torbidi e viscidi come quelli di un serpente vissuto per mille anni?
“Che ne dite, volete bere qualcosa anche voi?”
“Mi spiace, ma quando viaggio per lavoro, scelgo solo vino locale.”
“È un peccato... Beh, in ogni cado voi terran dalla vita breve probabilmente non sareste in grado di apprezzare questo sapore.”
Il ragazzo, il Conte di Zagabria Endre Kourza, storse il labbro superiore in un sorriso e sollevò il decanter sul tavolo. Versò lentamente il liquido rosso nel bicchiere di cristallo e lo bevve in un sorso.
“Delizioso... Oh, a proposito, anche questo è stato prodotto a Venezia.”
“E' la figlia di quell'artigiano?”
“Insisteva tanto nel voler rivedere la sua famiglia, così ho deciso di riunirla a loro.”
Leccandosi il rosso delle labbra, il ragazzo emise un suono soddisfatto in gola. Proprio perché la sua bellezza poteva essere paragonata a quella di un angelo, la sua mostruosa risata da uccello era incomparabilmente sinistra.
Tuttavia, lo stratega dai capelli lunghi non ebbe apparentemente alcuna reazione particolare. Si limitò a scrollare leggermente le spalle.
“Vorrei che evitasse mosse troppo vistose, Conte. Ieri sera sono venuto a sapere che un'amica del vostro paese é arrivata qui... Conoscete una signora di nome Astharoshe?”
“Astharoshe?”
Le sopracciglia di Endre si alzarono. Lo sguardo diretto allo stratega si fece leggermente più rigido.
“Astharoshe Asran? Pensano forse che io, Endre, sia una persona da sottovalutare?! Hanno mandato una ragazza che ha appena assaggiato il sangue... Oppure la carenza di personale nel Paese di Tsala ha raggiunto il suo limite?”
“Il problema non è lei di per sé. Il problema è che è stato il Vaticano ad invitarla. Infatti, Eccellenza...”
Gli occhi di Arlecchino si fissarono intensamente sulla bellezza dell'angelo.
“Eccellenza, lei ha deliberatamente reso nota la sua presenza nelle ultime settimane... lo ha fatto per attirare quella ragazza?”
Sono stato scoperto? Con quell'espressione, Endre tirò fuori rapidamente la lingua. Si grattò la testa, con aria un po' imbarazzata.
“No, in realtà ho un vecchio legame con quella donna. Ho pensato di mostrarle la conclusione del mio piano.”
“Per una cosa del genere? Eccellenza, conosce la Sezione Speciale della Segreteria di Stato del Vaticano ── il gruppo chiamato Ax? Sono loro che l'hanno convocata.”
“Non ne ho mai sentito parlare.” Endre rispose senza mostrare alcun interesse.
“È un'agenzia speciale creata dal Vaticano per combatterci. E al momento è l'unica organizzazione che ha i mezzi per opporsi al nostro Ordine. Da quando hanno scoperto l'esistenza di Vostra Eccellenza, al suo piano si è aggiunto un notevole grattacapo ──”
“Signor Kämpfer.”
“Sì...?”
La voce di Endre non era molto forte. Tuttavia, Kämpfer, lo stratega dai capelli lunghi, raddrizzò subito la schiena e rimase in silenzio, come se ascoltasse attentamente le parole del ragazzo.
“Signor Kämpfer, sta cercando di muovermi una critica?”
“Nein. Niente affatto.”
“Allora stia zitto. Non credo che voi spregevoli primati possiate capire l'orgoglio e la dignità di noi nobili Boiardi.”
Le sue labbra sottili si digrignarono mostrando denti simili a perle. Emise un lamento segnato da un odio velenoso.
“Quei pazzi nel mio paese, quegli idioti che mi hanno dato del pazzo solo perché ho ucciso trecento esseri umani dalla vita breve! Dobbiamo mostrare loro chiaramente cos'è la giustizia! Dobbiamo farlo! Altrimenti questo piano sarà inutile!”
“Jawohl... Mi scuso. Sono andato oltre il necessario.”
“... Se ha capito, va bene.”
Accarezzandosi il viso arrossato, Endre espirò profondamente. Portò il secondo bicchiere alle labbra, questa volta assaporandolo lentamente.
“In generale sono soddisfatto dell'Ordine. Il fatto di essere arrivato fin qui dopo essere stato esiliato dal mio regno è certamente merito del vostro aiuto. Beh, d'ora in poi cercherò di limitarmi. Anche lei però, cerchi di non essere così nervoso.”
“Sì mio signore.”
“Rinnoveremo il mondo con il fuoco ── Igne Natura Renovatur Integra ── Danzate, danzate! Sia l'Impero che il Vaticano sono in definitiva nel palmo della mia mano. Lasciate che versino quanto più sangue possibile con i loro artigli e le loro spade. E poi, tra il sangue e le fiamme, costruirò un potere che supererà sia l'Impero che il Vaticano... un grande potere!”
Sembrava che si stesse gradualmente inebriando delle sue stesse parole e del profumo del sangue. C'era una misteriosa nebbia negli occhi dell'antico vampiro che recitava oscure maledizioni. Voltando le spalle, l'Arlecchino dai lunghi capelli si inchinò rispettosamente.
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L' ‘Innamorata’, scesa dalla gondola, sembrava sussurrare appassionatamente qualcosa al suo amante che le tendeva la mano ──
“Ehi, non continuare a toccarmi! Stammi lontano!”
“Anche se continui a dirmelo, è inutile! Qui sono ammesse solo coppie.” Brontolò il ‘Medico’, strofinandosi la mano schiaffeggiata. Sembrava fargli molto male. Gli occhi del colore di un lago invernale che scrutavano attraverso la maschera erano persino un po' acquosi.
“Benvenuti al Club INRI. È la prima volta che venite qui, vero? Avete una lettera di presentazione?”
L'uomo all’ingresso, vestito di nero e con una maschera bianca, si fece avanti ed aprì con eleganza la lettera di presentazione che gli veniva presentata, mentre allo stesso tempo scrutava la coppia con occhio attento. Si soffermò sull'uomo mascherato. Prima guardò il lungo becco, gli occhiali rotondi e poi la lunga veste nera del ‘Medico’.
Quel tizio... beh, chiaramente non era nessuno di importante. Sembrava che stesse cercando, nel migliore dei casi, di farsi passare per un dandy, ma continuava a calpestarsi il lungo orlo dell'abito e ad inciamparci sopra, mentre si riempiva allegramente le mani di spuntini, come panini e gamberetti pilaf, senza mostrare alcuna vergogna.
Invece l' ‘Innamorata’ che lo stava accompagnando, era qualcosa di così impressionante che persino lui, normalmente abituato a vedere l'aspetto elegante delle signore dell'alta società e delle cortigiane di lusso, deglutì involontariamente.
I suoi capelli bianco avorio erano ornati da vari gioielli in una pettinatura all'insù, mentre i numerosi braccialetti che ornavano le sue braccia sottili, che sembravano così fragili da rompersi, si toccavano producendo una bellissima serenata. Il candore della nuca, ornata da un diadema di diamanti, era come una scultura di ghiaccio vivente. E per finire, l'abito da sera rosso vivo - Rosso Veneziano - con un'audace scollatura, era un gioiello a sé stante, splendido, quasi aggressivo...
“Accidenti, mi fanno male i piedi! Come fanno queste persone a indossare queste cose e a camminare ancora... E che odore orribile! E' nicotina o qualcosa del genere? Questi Terrestri sono proprio tutti degli idioti?!”
Non appena raggiunse la sala principale, le delicate labbra dell' 'Innamorata' Astha iniziarono a sparare lamentele e insulti come una mitragliatrice. Né l'arredamento in stile neoclassico né il gruppo di gentiluomini e gentildonne che chiacchieravano allegramente ai tavoli della roulette e del baccarat sembravano incontrare il suo gusto.
“Sei di pessimo umore, non è vero, signorina Astha?”
“... E chi pensi sia il colpevole?”
Lei aveva insistito per entrare di nascosto dal retro, mentre il suo accompagnatore aveva proposto di entrare dall'entrata principale. Alla fine aveva acconsentito. Ma perché, lei che era un nobile e orgoglioso Boiardo dell'Impero, doveva andare in giro con un abbigliamento così assurdo?
“Dannazione, è così imbarazzante... Se fallisco la missione per questo motivo, ti strangolo a morte sul posto!”
“Ah, è freddo qua dentro? Ho sentito improvvisamente un brivido... signorina Astha hai detto qualcosa per caso?”
“Non ho detto niente! E poi, chi è l'uomo che stiamo cercando? Finiamola con questa storia. Mi sta venendo il mal di testa.”
“Si chiama Giorgio Russo. Sembra che sia il croupier della roulette... Ah, potrebbe essere quello laggiù?”
Una splendida maschera dorata da ‘Casanova’ si trovava al centro della sala, accanto alla ruota della roulette. Appena lo vide, Astha iniziò a muoversi velocemente in quella direzione, ma Abel le afferrò frettolosamente il braccio.
“Ehi, che fai, vai così?”
“È ovvio. Lo prenderò per la collottola e lo farò confessare. Basta trascinarlo nell'ombra...”
“Non è uno scherzo, non si fa così da queste parti! Lascia fare a me. E poi...”
Di fronte all'espressione insoddisfatta di Astha, Abel alzò rapidamente il dito.
“Ho una richiesta da fare.”
“Di che cosa si tratta questa volta?”
“Questo solo nell'improbabile caso in cui trovassimo subito l'obiettivo, ma... per oggi, per favore, astieniti dall'arrestarlo.”
“Che cosa?”
Astha stava quasi per staccare la testa a quell'idiota che parlava a vanvera, ma riuscì a fermarsi. Alcuni uomini in nero, che sembravano guardie del corpo, li stavano guardando con sospetto. Lei aprì il ventaglio che teneva in mano e avvicinò le sue labbra rosso perla all'orecchio del ‘Medico’. Resistendo ferocemente all'impulso di mordergli il lobo, sussurrò con voce profonda e minacciosa.
“L'hai visto anche tu! Se lasciamo libero quel tizio, il numero delle vittime non potrà che aumentare!”
“Oggi è l'ultimo giorno di Carnevale... Se l'obiettivo ci sfuggisse, avremo un grosso problema. Cosa pensi che accadrebbe se voi Metuselah iniziaste a combattere seriamente tra la folla?”
Il potere di combattimento di un singolo Metuselah equivaleva a quello di un intero battaglione di Terrestri. Se avessero iniziato a combattere tra loro nel bel mezzo di quella folla, i danni sarebbero inevitabili, quasi come in un una guerra civile.
“Se riusciamo a localizzare il nascondiglio, chiameremo i rinforzi. Perciò stasera, per favore, limitati a fare la ricognizione.... Va bene?”
“......”
“Signorina Astha?”
Astha distolse improvvisamente il viso e continuò a guardare il gruppo di uomini mascherati che ridevano e chiacchieravano animatamente con un'espressione severa sul volto, ma presto tornò la sua voce tonante.
“...Molto bene. Lo prometto. Per ora, stasera, ci limiteremo a cercarlo.”
“Bene. Allora andiamo.”
Con un sospiro di sollievo, Abel annuì e si diresse malfermo verso il tavolo della roulette.
“Mi scusi. Lei è il capo croupier, Signor Russo, giusto? Vorrei chiederle una cosa...”
L'uomo che si voltò verso di loro sembrò per un attimo abbagliato dalla bellezza di Astha, ma poi sorrise e si inchinò.
“Benvenuti. Cosa posso fare per voi?”
“Ehm... in realtà... eeeh!?”
"Toglietevi di mezzo, devo interrogare questo tizio... Allora, dov'è questa ragazzina chiamata Foscarina?”
Infilandogli il gomito nello stomaco e spingendo Abel da parte, Astha iniziò a parlare direttamente al croupier.
“Ho sentito dire che hai una relazione sentimentale con lei. Non ti servirà a nulla nasconderlo, capito? Dimmi la verità.”
“... Siete una poliziotta?”
“No, non lo siamo. Siamo...”
“Siamo cittadini comuni! Sì, gente comune, tutto qui. Oh, e lei è la sorella maggiore di Foscarina... Beh, è un po' disperata perché la sua sorellina è scomparsa.” Cercò di intromettersi Abel.
“La sorella di Foscarina? Aveva una sorella maggiore?”
“Eh? Ah, sì, in effetti ce l'aveva. Di recente è scesa dalle montagne per vedere la sorella... Ma lei sa dove si trova ora Foscarina?”
“Ho già detto alla polizia tutto quello che so.”
Con un sorriso educato - ma che sembrava guardarli dall'alto in basso - Russo si inchinò.
“Dopo tutto, Foscarina e io non eravamo fidanzati o cose del genere. Ho giocato un po' con lei e si è lasciata trasportare. Infatti, solo perché una volta abbiamo siamo stati a letto insieme, ha cominciato a comportarsi come se fosse la mia ragazza. Il che era una vera seccatura per me... Ma scusatemi, ora ho del lavoro da fare.”
“... Ehi, aspetta un attimo.”
Anche se Astha non sapeva molto delle relazioni amorose dei Terrestri, il tono di voce dell'altro uomo era stato sufficiente a irritarla. Con l'intenzione di dire qualcosa, allungò la mano verso il colletto di quel ‘Casanova’…
Tuttavia, le dita di Astha mancarono il bersaglio. Un istante prima, un pugno proveniente dal lato aveva già colpito il suo avversario sulla guancia.
“......Padre?”
“Oh, cosa?”
Il seducente ‘Casanova’ si accasciò pateticamente, emettendo un gemito, mentre l'alto ‘Medico’ fissava, perplesso, il proprio pugno serrato, come se lo vedesse per la prima volta.
“Ah, ehm, sono stato io per caso?”
“Figlio di puttana!” Un uomo vestito di nero, che sembrava essere una guardia del corpo, afferrò Abel.
Con le mani torte dietro la schiena, il prete emise un grido pietoso mentre veniva costretto a terra nel tentativo di venire sottomesso.
Come se non bastasse, qualcun altro gli diede uno spietato calcio nello stomaco ──
“Ugh!”
Tuttavia, l'autore dell'urlo, che sembrava quello di una rana, non era il prete. L'uomo in nero, che stava per prenderlo a calci, si stava ora contorcendo dal dolore, tenendosi il pomo d'Adamo che era stato colpito da un dito sottile.
“... Mi piace.”
Anche se non era sicuro di cosa ── o di chi ─ gli fosse piaciuto, Astha arricciò le labbra in segno di soddisfazione. Poi sollevò l'orlo dei suoi vestiti e alzò una delle sue lunghe gambe verso il soffitto e, un attimo dopo, un tacco affilato si abbatté sulla nuca dell'uomo in nero.
“Bastardo...!”
“Stronza!”
Un altro uomo in nero afferrò rudemente la spalla della giovane donna, ma in un attimo fu scaraventato in aria come se fosse privo di peso. Un grido stridulo si levò tra le signore impegnate nei loro pettegolezzi.
Poi, mentre un altro uomo della sicurezza vestito di nero lanciava un gancio sinistro insieme a un colpo vigoroso, il corpo dell’ ‘Innamorata’ si abbassò schivandolo. Il suo palmo si alzò come un fulmine, colpendo e spezzando il mento del gigante che si muoveva davanti a lei, e poi con una vigorosa ginocchiata colpì con precisione il plesso solare.
Ma in quel momento apparve improvvisamente un altro gruppo di una decina di uomini della sicurezza vestiti di nero.
“Ah! Un branco di terrestri! Ma non finirà mai così.”
Vedendo con la coda dell'occhio il seducente ‘Casanova’ che si era frettolosamente rialzato in piedi, sparire nel fondo della sala, Astha sfoderò le sue zanne bianche. Abbattere una decina di Terran non era difficile. Ma evitare di ucciderli ed andarci piano era un lavoro duro, e se ci fosse voluto troppo tempo, il bersaglio principale sarebbe potuto scappare. E poi, soprattutto... era tutto troppo complicato!
“Ok, è il tuo turno, padre. Vai!”
“Ah?”
Astha lo raccolse come se fosse un oggetto, poi, come se fosse un gattino, gli diede una leggera spinta.
L'alto sacerdote inciampò e finì tra gli astanti, cadendo su una ragazza.
“Ahh! Cosa stai facendo? Sei un pervertito!”
“Mi scusi, ehm, ma come si dice? Ama il tuo prossimo... Ugh!”
Dopo aver ricevuto uno schiaffo sulla guancia destra, il prete cadde di faccia su un vicino tavolo da gioco. La fortuna volle che gli uomini dall'aspetto sgradevole che giocavano a poker si fossero già alzati. Il gruppo di uomini di sicurezza vestiti di nero arrivò appena in tempo e iniziò a spingere via gli uomini arrabbiati. Ma non passò molto tempo prima che il confronto tra i due gruppi si trasformasse in una rissa che finì per coinvolgere tutti i presenti.
“Ehi, calmatevi, per favore! Per favore, calmatevi tutti! Ah, il Signore ha detto: Amate i vostri nemici... Oh! Ah, mi sanguina il naso! Il mio naso sta sanguinando...”
In un attimo il casinò si trasformò in un calderone di caos e confusione, e nessuno si accorse che la figura dell' ‘Innamorata’ un certo punto era scomparsa.
“Dannazione, chi diavolo è quella donna...?” Il ‘Casanova’ si guardò indietro mentre scappava, il fiato corto per la corsa. Nel corridoio buio non c'era nessuno. Il quarto piano era un'esclusiva del proprietario e, a parte lui, nemmeno il personale era autorizzato ad entrare.
Dopo essersi accertato che nessuno lo avesse seguito, Russo bussò alla porta di quercia rivestita di legno.
“Mi scusi, signore. Sono Russo. Vorrei informarla di una cosa, se possibile...”
"Si accomodi."
La porta si aprì con uno scricchiolio.
“C'è parecchio rumore laggiù. È successo qualcosa?”
L'interno della stanza era immerso nel buio più totale. Per quanto ne sapeva Russo, era sempre così. Sembrava che il proprietario di quel posto non avesse bisogno di luce.
“In realtà, è arrivato uno strano cliente... che ha chiesto della ragazza.”
“Uno strano cliente? Non era per caso una giovane donna?”
“Lo sapeva già?”
“'E dimmi, quella donna, indossava un vestito rosso e la maschera dell' ‘Innamorata’ per caso?"
“Sì! Come fa a saperlo?”
“Perché è proprio dietro di te... idiota! Sei caduto in un trucco da bambini!”
“Come?”
Russo non riuscì nemmeno a voltarsi: in quel momento, una piccola mano emersa dalle profondità dell'oscurità gli aveva già schiacciato la gola.
“Sinceramente sono stanco della stupidità dei Terrestri... Ma comunque, ne è passato di tempo, non è vero, Astharoshe?”
“Endre... Finalmente ti ho trovato...”
L' ‘Innamorata’ rispose con voce roca al ragazzo, che le sorrideva maliziosamente. La mano di Astha scomparve per un attimo. Quando riapparve, teneva in mano un lungo oggetto d'argento, che era stato nascosto nelle pieghe della sua gonna.
“Oh, quella è la Lancia di Gae Bolg, vero? Quegli idioti del mio paese d'origine ti hanno persino costretto a portare una cosa del genere... Non possono pensare seriamente che una ragazzina come te possa fare qualcosa contro di me, vero?” Mormorò Endre, per metà impressionato e per metà sdegnato. In quel momento, una luce rossa intensa cominciò a emanare dalla punta dell'oggetto che Astha teneva in mano. La luce si concentrò, assumendo la forma di una lunga spada nelle sue mani pallide.
“Endreeeeeeeeeeeee!”
Un attimo dopo, Astha spiccò un balzo e un urlo penetrante le esplose dalla gola.
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diceriadelluntore · 23 days ago
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Storia Di Musica #362 - Dead Messenger, The Owl In Daylight, 2016
Il bellissimo gufo della copertina, che mostra con fierezza le sue "orecchie", che in verità sono solo ciuffetti di penne ma non hanno nessuna valenza con l'organo sensoriale uditivo, ci porta in Canada, a Montreal. Qui nel 2005 un quartetto di ragazzi forma una band: Roger White (chitarra e voce) Ted Yates (chitarra solista) Sebastien Marin (basso) e Charlton Snow (batteria). Scelgono come nome il tetro Dead Messenger, in pieno stile goth metal, ma in verità sin da subito fanno una musica di tutt'altro genere: eclettica, parte dal punk per spaziare al power pop, alla psichedelia, al country rock con evidenti spruzzate di energia e divertimento. In poco tempo diventano una sorta di cult dei club musicali della città, facendosi un certa reputazione. Registrano il primo disco, Dead Messenger, nel 2006. L'anno successivo Marin si chiama fuori e dopo un periodo di pausa scelgono un nuovo bassista, Alex Chavel, con cui registrano nuovo materiale, che diventerà un nuovo disco, Love Is The Only Weapon (2009) che la stampa specializzata sceglie tra i migliori dischi di quell'anno.
Hanno da questo punto una infinita serie di inviti a festival, raduni, manifestazioni, che grazie alle loro esibizioni energiche, schiette, divertenti, li fa conoscere in tutto il paese. Decidono di fare un Ep, Recharger come continuazione di Love Is The Only Weapon, nel 2011. Ma durante le registrazioni succedono due cose: Ted Yates si ammala e non può suonare la chitarra, e il posto dove avevano deciso di registrare, un locale underground di Montreal, The Pound, viene chiuso per mancanza di permessi. Spinti dalle difficoltà, finiscono il disco, che abbandona la scanzonata vena della loro musica, per diventare una sorta di riflessione sulla vita e la morte, con atmosfere più rarefatte e riflessive.
A questo punto succedono tre cose: Yates si ristabilisce e riprende a suonare, alla batteria si siede Tim Harbinson proveniente dai Laki Mera (una band elettronica di Glasgow, in Scozia) e alcune delle loro canzoni vengono scelte come colonna sonora della serie Tv, acclamata in patria, This Life. Hanno così una curiosità rinnovata che li spinge a ritornare in studio.
The Owl In Daylight esce nel Maggio del 2016. Il gufo in copertina, come il titolo, è un richiamo ad un libro, dallo stesso titolo, scritto da Philip K. Dick ma mai pubblicato dal grande autore per l'avvenuta morte, e che nel 2014 fu ripreso e rielaborato da Tessa, sua moglie. Rispetto al libro, che ha una trama iper complicata e dalle oscure simbologie, il disco è una scarica di allegria e di suono vivace per 11 brani. Dalla descrizione della città sottorranea di Winter City (le grandi città canadesi hanno sistemi di gallerie e luoghi sotterranei per difendersi dalle temperature fredde dei mesi invernali), alla freschezza di So Brand New, da Master Plan, con i suoi meravigliosi cori, alla cantilena di Crown Of Thorns, dal proto punk di Small Devices o persino all'esperimento death metal di In The Dark, ricchissima di distorsioni. Il disco è di una varietà musicale sorprendente, e i nostri sanno suonare, aiutati anche da amici musicisti: tra loro ricordo le due splendide voci femminili di Sika Valmè per The Glass Hotel, una languida ballata malinconica dal sapore country, e quella di Jessika Starnino per la conclusiva, e dal finale epico, The Owl In The Daylight. Il disco è un gioiellino, è anche ben accolto dalla critica specialistica ma nemmeno stavolta riescono a fare il salto decisivo.
Gli anni successivi sono più tormentati, e nemmeno le ormai leggendarie esibizioni live nei club di Montreal e dintorni sono così frequenti. Al momento il loro sito non è più attivo e la pagina Instagram non aggiornata da mesi. Rimangono una scoperta divertente e il disco l'ho sentito a ripetizione in questi giorni. Un gufo che non ha paura di apparire alla luce del giorno.
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