#Endre Kourza
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TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol. 1 - From the Empire
FROM THE EMPIRE - CAPITOLO DUE
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
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Se Piazza San Marco, che ospita Palazzo Ducale e la Basilica Cattedrale, era considerata il volto di Venezia, l'area intorno al Ponte di Rialto era senza dubbio il suo cuore, il luogo che si faceva carico dei consumi e dei desideri della città.
Ai piedi dell'enorme ponte ad arco che attraversava il Canal Grande, file di negozi allineati vendevano i prodotti più disparati, mentre il canale - dove locali, ristoranti, casinò e bordelli facevano a gara tra di loro per eleganza e splendore - era illuminato come se fosse pieno giorno, nonostante fosse ancora l'alba.
“Il vero volto é la maschera più raffinata ha scritto Crébillon Fils. Quindi, staremmo indossando una maschera sopra un'altra maschera…?”
In quel momento, dal canale, da una delle gondole, scendeva mano nella mano una coppia che indossava le maschere splendidamente decorate dell'“Innamorata” e del “Medico”, con il caratteristico becco lungo come quello di un uccello.
Mentre osservava i due amanti, l'uomo alla finestra si mise in bocca un sigaro sottile come un ago.
Lui stesso indossava una maschera che gli copriva metà del volto, la maschera dello “Stratega Arlecchino”. Il suo abito nero ben confezionato e i suoi capelli neri lunghi fino alla vita erano messi ancora più in risalto dalla maschera bianca.
“Se non nascondessimo la nostra esistenza con tanta cura, non saremmo in grado nemmeno di toccare questo mondo... Che creature meravigliose che siamo.”
“Ciò che vi piace è affar vostro, ma per piacere non includetemi in quel noi, signor stratega.”
La voce che aveva risposto all'osservazione di 'Arlecchino', simile al suono di una campana, era quella dell'altra persona presente nell’ufficio della direzione: una piccola figura seduta a gambe incrociate al tavolo di palissandro.
Si trattava, a occhio, di un ragazzo molto bello. Anche nella penombra, il suo viso angelico brillava. Tuttavia, anche se il suo viso giovane non dimostrava più di dieci anni, allora perché i suoi occhi erano vagamente ingialliti come l'ottone, torbidi e viscidi come quelli di un serpente vissuto per mille anni?
“Che ne dite, volete bere qualcosa anche voi?”
“Mi spiace, ma quando viaggio per lavoro, scelgo solo vino locale.”
“È un peccato... Beh, in ogni cado voi terran dalla vita breve probabilmente non sareste in grado di apprezzare questo sapore.”
Il ragazzo, il Conte di Zagabria Endre Kourza, storse il labbro superiore in un sorriso e sollevò il decanter sul tavolo. Versò lentamente il liquido rosso nel bicchiere di cristallo e lo bevve in un sorso.
“Delizioso... Oh, a proposito, anche questo è stato prodotto a Venezia.”
“E' la figlia di quell'artigiano?”
“Insisteva tanto nel voler rivedere la sua famiglia, così ho deciso di riunirla a loro.”
Leccandosi il rosso delle labbra, il ragazzo emise un suono soddisfatto in gola. Proprio perché la sua bellezza poteva essere paragonata a quella di un angelo, la sua mostruosa risata da uccello era incomparabilmente sinistra.
Tuttavia, lo stratega dai capelli lunghi non ebbe apparentemente alcuna reazione particolare. Si limitò a scrollare leggermente le spalle.
“Vorrei che evitasse mosse troppo vistose, Conte. Ieri sera sono venuto a sapere che un'amica del vostro paese é arrivata qui... Conoscete una signora di nome Astharoshe?”
“Astharoshe?”
Le sopracciglia di Endre si alzarono. Lo sguardo diretto allo stratega si fece leggermente più rigido.
“Astharoshe Asran? Pensano forse che io, Endre, sia una persona da sottovalutare?! Hanno mandato una ragazza che ha appena assaggiato il sangue... Oppure la carenza di personale nel Paese di Tsala ha raggiunto il suo limite?”
“Il problema non è lei di per sé. Il problema è che è stato il Vaticano ad invitarla. Infatti, Eccellenza...”
Gli occhi di Arlecchino si fissarono intensamente sulla bellezza dell'angelo.
“Eccellenza, lei ha deliberatamente reso nota la sua presenza nelle ultime settimane... lo ha fatto per attirare quella ragazza?”
Sono stato scoperto? Con quell'espressione, Endre tirò fuori rapidamente la lingua. Si grattò la testa, con aria un po' imbarazzata.
“No, in realtà ho un vecchio legame con quella donna. Ho pensato di mostrarle la conclusione del mio piano.”
“Per una cosa del genere? Eccellenza, conosce la Sezione Speciale della Segreteria di Stato del Vaticano ── il gruppo chiamato Ax? Sono loro che l'hanno convocata.”
“Non ne ho mai sentito parlare.” Endre rispose senza mostrare alcun interesse.
“È un'agenzia speciale creata dal Vaticano per combatterci. E al momento è l'unica organizzazione che ha i mezzi per opporsi al nostro Ordine. Da quando hanno scoperto l'esistenza di Vostra Eccellenza, al suo piano si è aggiunto un notevole grattacapo ──”
“Signor Kämpfer.”
“Sì...?”
La voce di Endre non era molto forte. Tuttavia, Kämpfer, lo stratega dai capelli lunghi, raddrizzò subito la schiena e rimase in silenzio, come se ascoltasse attentamente le parole del ragazzo.
“Signor Kämpfer, sta cercando di muovermi una critica?”
“Nein. Niente affatto.”
“Allora stia zitto. Non credo che voi spregevoli primati possiate capire l'orgoglio e la dignità di noi nobili Boiardi.”
Le sue labbra sottili si digrignarono mostrando denti simili a perle. Emise un lamento segnato da un odio velenoso.
“Quei pazzi nel mio paese, quegli idioti che mi hanno dato del pazzo solo perché ho ucciso trecento esseri umani dalla vita breve! Dobbiamo mostrare loro chiaramente cos'è la giustizia! Dobbiamo farlo! Altrimenti questo piano sarà inutile!”
“Jawohl... Mi scuso. Sono andato oltre il necessario.”
“... Se ha capito, va bene.”
Accarezzandosi il viso arrossato, Endre espirò profondamente. Portò il secondo bicchiere alle labbra, questa volta assaporandolo lentamente.
“In generale sono soddisfatto dell'Ordine. Il fatto di essere arrivato fin qui dopo essere stato esiliato dal mio regno è certamente merito del vostro aiuto. Beh, d'ora in poi cercherò di limitarmi. Anche lei però, cerchi di non essere così nervoso.”
“Sì mio signore.”
“Rinnoveremo il mondo con il fuoco ── Igne Natura Renovatur Integra ── Danzate, danzate! Sia l'Impero che il Vaticano sono in definitiva nel palmo della mia mano. Lasciate che versino quanto più sangue possibile con i loro artigli e le loro spade. E poi, tra il sangue e le fiamme, costruirò un potere che supererà sia l'Impero che il Vaticano... un grande potere!”
Sembrava che si stesse gradualmente inebriando delle sue stesse parole e del profumo del sangue. C'era una misteriosa nebbia negli occhi dell'antico vampiro che recitava oscure maledizioni. Voltando le spalle, l'Arlecchino dai lunghi capelli si inchinò rispettosamente.
L' ‘Innamorata’, scesa dalla gondola, sembrava sussurrare appassionatamente qualcosa al suo amante che le tendeva la mano ──
“Ehi, non continuare a toccarmi! Stammi lontano!”
“Anche se continui a dirmelo, è inutile! Qui sono ammesse solo coppie.” Brontolò il ‘Medico’, strofinandosi la mano schiaffeggiata. Sembrava fargli molto male. Gli occhi del colore di un lago invernale che scrutavano attraverso la maschera erano persino un po' acquosi.
“Benvenuti al Club INRI. È la prima volta che venite qui, vero? Avete una lettera di presentazione?”
L'uomo all’ingresso, vestito di nero e con una maschera bianca, si fece avanti ed aprì con eleganza la lettera di presentazione che gli veniva presentata, mentre allo stesso tempo scrutava la coppia con occhio attento. Si soffermò sull'uomo mascherato. Prima guardò il lungo becco, gli occhiali rotondi e poi la lunga veste nera del ‘Medico’.
Quel tizio... beh, chiaramente non era nessuno di importante. Sembrava che stesse cercando, nel migliore dei casi, di farsi passare per un dandy, ma continuava a calpestarsi il lungo orlo dell'abito e ad inciamparci sopra, mentre si riempiva allegramente le mani di spuntini, come panini e gamberetti pilaf, senza mostrare alcuna vergogna.
Invece l' ‘Innamorata’ che lo stava accompagnando, era qualcosa di così impressionante che persino lui, normalmente abituato a vedere l'aspetto elegante delle signore dell'alta società e delle cortigiane di lusso, deglutì involontariamente.
I suoi capelli bianco avorio erano ornati da vari gioielli in una pettinatura all'insù, mentre i numerosi braccialetti che ornavano le sue braccia sottili, che sembravano così fragili da rompersi, si toccavano producendo una bellissima serenata. Il candore della nuca, ornata da un diadema di diamanti, era come una scultura di ghiaccio vivente. E per finire, l'abito da sera rosso vivo - Rosso Veneziano - con un'audace scollatura, era un gioiello a sé stante, splendido, quasi aggressivo...
“Accidenti, mi fanno male i piedi! Come fanno queste persone a indossare queste cose e a camminare ancora... E che odore orribile! E' nicotina o qualcosa del genere? Questi Terrestri sono proprio tutti degli idioti?!”
Non appena raggiunse la sala principale, le delicate labbra dell' 'Innamorata' Astha iniziarono a sparare lamentele e insulti come una mitragliatrice. Né l'arredamento in stile neoclassico né il gruppo di gentiluomini e gentildonne che chiacchieravano allegramente ai tavoli della roulette e del baccarat sembravano incontrare il suo gusto.
“Sei di pessimo umore, non è vero, signorina Astha?”
“... E chi pensi sia il colpevole?”
Lei aveva insistito per entrare di nascosto dal retro, mentre il suo accompagnatore aveva proposto di entrare dall'entrata principale. Alla fine aveva acconsentito. Ma perché, lei che era un nobile e orgoglioso Boiardo dell'Impero, doveva andare in giro con un abbigliamento così assurdo?
“Dannazione, è così imbarazzante... Se fallisco la missione per questo motivo, ti strangolo a morte sul posto!”
“Ah, è freddo qua dentro? Ho sentito improvvisamente un brivido... signorina Astha hai detto qualcosa per caso?”
“Non ho detto niente! E poi, chi è l'uomo che stiamo cercando? Finiamola con questa storia. Mi sta venendo il mal di testa.”
“Si chiama Giorgio Russo. Sembra che sia il croupier della roulette... Ah, potrebbe essere quello laggiù?”
Una splendida maschera dorata da ‘Casanova’ si trovava al centro della sala, accanto alla ruota della roulette. Appena lo vide, Astha iniziò a muoversi velocemente in quella direzione, ma Abel le afferrò frettolosamente il braccio.
“Ehi, che fai, vai così?”
“È ovvio. Lo prenderò per la collottola e lo farò confessare. Basta trascinarlo nell'ombra...”
“Non è uno scherzo, non si fa così da queste parti! Lascia fare a me. E poi...”
Di fronte all'espressione insoddisfatta di Astha, Abel alzò rapidamente il dito.
“Ho una richiesta da fare.”
“Di che cosa si tratta questa volta?”
“Questo solo nell'improbabile caso in cui trovassimo subito l'obiettivo, ma... per oggi, per favore, astieniti dall'arrestarlo.”
“Che cosa?”
Astha stava quasi per staccare la testa a quell'idiota che parlava a vanvera, ma riuscì a fermarsi. Alcuni uomini in nero, che sembravano guardie del corpo, li stavano guardando con sospetto. Lei aprì il ventaglio che teneva in mano e avvicinò le sue labbra rosso perla all'orecchio del ‘Medico’. Resistendo ferocemente all'impulso di mordergli il lobo, sussurrò con voce profonda e minacciosa.
“L'hai visto anche tu! Se lasciamo libero quel tizio, il numero delle vittime non potrà che aumentare!”
“Oggi è l'ultimo giorno di Carnevale... Se l'obiettivo ci sfuggisse, avremo un grosso problema. Cosa pensi che accadrebbe se voi Metuselah iniziaste a combattere seriamente tra la folla?”
Il potere di combattimento di un singolo Metuselah equivaleva a quello di un intero battaglione di Terrestri. Se avessero iniziato a combattere tra loro nel bel mezzo di quella folla, i danni sarebbero inevitabili, quasi come in un una guerra civile.
“Se riusciamo a localizzare il nascondiglio, chiameremo i rinforzi. Perciò stasera, per favore, limitati a fare la ricognizione.... Va bene?”
“......”
“Signorina Astha?”
Astha distolse improvvisamente il viso e continuò a guardare il gruppo di uomini mascherati che ridevano e chiacchieravano animatamente con un'espressione severa sul volto, ma presto tornò la sua voce tonante.
“...Molto bene. Lo prometto. Per ora, stasera, ci limiteremo a cercarlo.”
“Bene. Allora andiamo.”
Con un sospiro di sollievo, Abel annuì e si diresse malfermo verso il tavolo della roulette.
“Mi scusi. Lei è il capo croupier, Signor Russo, giusto? Vorrei chiederle una cosa...”
L'uomo che si voltò verso di loro sembrò per un attimo abbagliato dalla bellezza di Astha, ma poi sorrise e si inchinò.
“Benvenuti. Cosa posso fare per voi?”
“Ehm... in realtà... eeeh!?”
"Toglietevi di mezzo, devo interrogare questo tizio... Allora, dov'è questa ragazzina chiamata Foscarina?”
Infilandogli il gomito nello stomaco e spingendo Abel da parte, Astha iniziò a parlare direttamente al croupier.
“Ho sentito dire che hai una relazione sentimentale con lei. Non ti servirà a nulla nasconderlo, capito? Dimmi la verità.”
“... Siete una poliziotta?”
“No, non lo siamo. Siamo...”
“Siamo cittadini comuni! Sì, gente comune, tutto qui. Oh, e lei è la sorella maggiore di Foscarina... Beh, è un po' disperata perché la sua sorellina è scomparsa.” Cercò di intromettersi Abel.
“La sorella di Foscarina? Aveva una sorella maggiore?”
“Eh? Ah, sì, in effetti ce l'aveva. Di recente è scesa dalle montagne per vedere la sorella... Ma lei sa dove si trova ora Foscarina?”
“Ho già detto alla polizia tutto quello che so.”
Con un sorriso educato - ma che sembrava guardarli dall'alto in basso - Russo si inchinò.
“Dopo tutto, Foscarina e io non eravamo fidanzati o cose del genere. Ho giocato un po' con lei e si è lasciata trasportare. Infatti, solo perché una volta abbiamo siamo stati a letto insieme, ha cominciato a comportarsi come se fosse la mia ragazza. Il che era una vera seccatura per me... Ma scusatemi, ora ho del lavoro da fare.”
“... Ehi, aspetta un attimo.”
Anche se Astha non sapeva molto delle relazioni amorose dei Terrestri, il tono di voce dell'altro uomo era stato sufficiente a irritarla. Con l'intenzione di dire qualcosa, allungò la mano verso il colletto di quel ‘Casanova’…
Tuttavia, le dita di Astha mancarono il bersaglio. Un istante prima, un pugno proveniente dal lato aveva già colpito il suo avversario sulla guancia.
“......Padre?”
“Oh, cosa?”
Il seducente ‘Casanova’ si accasciò pateticamente, emettendo un gemito, mentre l'alto ‘Medico’ fissava, perplesso, il proprio pugno serrato, come se lo vedesse per la prima volta.
“Ah, ehm, sono stato io per caso?”
“Figlio di puttana!” Un uomo vestito di nero, che sembrava essere una guardia del corpo, afferrò Abel.
Con le mani torte dietro la schiena, il prete emise un grido pietoso mentre veniva costretto a terra nel tentativo di venire sottomesso.
Come se non bastasse, qualcun altro gli diede uno spietato calcio nello stomaco ──
“Ugh!”
Tuttavia, l'autore dell'urlo, che sembrava quello di una rana, non era il prete. L'uomo in nero, che stava per prenderlo a calci, si stava ora contorcendo dal dolore, tenendosi il pomo d'Adamo che era stato colpito da un dito sottile.
“... Mi piace.”
Anche se non era sicuro di cosa ── o di chi ─ gli fosse piaciuto, Astha arricciò le labbra in segno di soddisfazione. Poi sollevò l'orlo dei suoi vestiti e alzò una delle sue lunghe gambe verso il soffitto e, un attimo dopo, un tacco affilato si abbatté sulla nuca dell'uomo in nero.
“Bastardo...!”
“Stronza!”
Un altro uomo in nero afferrò rudemente la spalla della giovane donna, ma in un attimo fu scaraventato in aria come se fosse privo di peso. Un grido stridulo si levò tra le signore impegnate nei loro pettegolezzi.
Poi, mentre un altro uomo della sicurezza vestito di nero lanciava un gancio sinistro insieme a un colpo vigoroso, il corpo dell’ ‘Innamorata’ si abbassò schivandolo. Il suo palmo si alzò come un fulmine, colpendo e spezzando il mento del gigante che si muoveva davanti a lei, e poi con una vigorosa ginocchiata colpì con precisione il plesso solare.
Ma in quel momento apparve improvvisamente un altro gruppo di una decina di uomini della sicurezza vestiti di nero.
“Ah! Un branco di terrestri! Ma non finirà mai così.”
Vedendo con la coda dell'occhio il seducente ‘Casanova’ che si era frettolosamente rialzato in piedi, sparire nel fondo della sala, Astha sfoderò le sue zanne bianche. Abbattere una decina di Terran non era difficile. Ma evitare di ucciderli ed andarci piano era un lavoro duro, e se ci fosse voluto troppo tempo, il bersaglio principale sarebbe potuto scappare. E poi, soprattutto... era tutto troppo complicato!
“Ok, è il tuo turno, padre. Vai!”
“Ah?”
Astha lo raccolse come se fosse un oggetto, poi, come se fosse un gattino, gli diede una leggera spinta.
L'alto sacerdote inciampò e finì tra gli astanti, cadendo su una ragazza.
“Ahh! Cosa stai facendo? Sei un pervertito!”
“Mi scusi, ehm, ma come si dice? Ama il tuo prossimo... Ugh!”
Dopo aver ricevuto uno schiaffo sulla guancia destra, il prete cadde di faccia su un vicino tavolo da gioco. La fortuna volle che gli uomini dall'aspetto sgradevole che giocavano a poker si fossero già alzati. Il gruppo di uomini di sicurezza vestiti di nero arrivò appena in tempo e iniziò a spingere via gli uomini arrabbiati. Ma non passò molto tempo prima che il confronto tra i due gruppi si trasformasse in una rissa che finì per coinvolgere tutti i presenti.
“Ehi, calmatevi, per favore! Per favore, calmatevi tutti! Ah, il Signore ha detto: Amate i vostri nemici... Oh! Ah, mi sanguina il naso! Il mio naso sta sanguinando...”
In un attimo il casinò si trasformò in un calderone di caos e confusione, e nessuno si accorse che la figura dell' ‘Innamorata’ un certo punto era scomparsa.
“Dannazione, chi diavolo è quella donna...?” Il ‘Casanova’ si guardò indietro mentre scappava, il fiato corto per la corsa. Nel corridoio buio non c'era nessuno. Il quarto piano era un'esclusiva del proprietario e, a parte lui, nemmeno il personale era autorizzato ad entrare.
Dopo essersi accertato che nessuno lo avesse seguito, Russo bussò alla porta di quercia rivestita di legno.
“Mi scusi, signore. Sono Russo. Vorrei informarla di una cosa, se possibile...”
"Si accomodi."
La porta si aprì con uno scricchiolio.
“C'è parecchio rumore laggiù. È successo qualcosa?”
L'interno della stanza era immerso nel buio più totale. Per quanto ne sapeva Russo, era sempre così. Sembrava che il proprietario di quel posto non avesse bisogno di luce.
“In realtà, è arrivato uno strano cliente... che ha chiesto della ragazza.”
“Uno strano cliente? Non era per caso una giovane donna?”
“Lo sapeva già?”
“'E dimmi, quella donna, indossava un vestito rosso e la maschera dell' ‘Innamorata’ per caso?"
“Sì! Come fa a saperlo?”
“Perché è proprio dietro di te... idiota! Sei caduto in un trucco da bambini!”
“Come?”
Russo non riuscì nemmeno a voltarsi: in quel momento, una piccola mano emersa dalle profondità dell'oscurità gli aveva già schiacciato la gola.
“Sinceramente sono stanco della stupidità dei Terrestri... Ma comunque, ne è passato di tempo, non è vero, Astharoshe?”
“Endre... Finalmente ti ho trovato...”
L' ‘Innamorata’ rispose con voce roca al ragazzo, che le sorrideva maliziosamente. La mano di Astha scomparve per un attimo. Quando riapparve, teneva in mano un lungo oggetto d'argento, che era stato nascosto nelle pieghe della sua gonna.
“Oh, quella è la Lancia di Gae Bolg, vero? Quegli idioti del mio paese d'origine ti hanno persino costretto a portare una cosa del genere... Non possono pensare seriamente che una ragazzina come te possa fare qualcosa contro di me, vero?” Mormorò Endre, per metà impressionato e per metà sdegnato. In quel momento, una luce rossa intensa cominciò a emanare dalla punta dell'oggetto che Astha teneva in mano. La luce si concentrò, assumendo la forma di una lunga spada nelle sue mani pallide.
“Endreeeeeeeeeeeee!”
Un attimo dopo, Astha spiccò un balzo e un urlo penetrante le esplose dalla gola.
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Trinity Blood - Rage Against the Moons Volume I - From the Empire ----------------- ⚠️ ESSA OBRA EM HIPÓTESE ALGUMA É DE MINHA AUTORIA. TRADUÇÃO REALIZADA DE FÃ PARA FÃS. NÃO REPUBLIQUE OU POSTE EM OUTRAS PLATAFORMAS SEM AUTORIZAÇÃO. SE CASO POSSÍVEL, DÊ SUPORTE AOS AUTORES E ARTISTAS COMPRANDO AS OBRAS ORIGINAIS. ⚠️ -----------------
Capítulo 3: Do Império
Ⅵ
À medida que o comprimido se dissolvia, liberando bolhas, a água mineral no copo se tingia da cor do rubi. Depois de agitá-la duas ou três vezes, ela a bebeu de um só gole. Mesmo para um Methuselah, aquela Água da Vida — a Aqua Vitae — era, naquele momento, amarga para ela.
Sem sequer se sentar no sofá, Astha ficou olhando pela janela com olhos sombrios. Na pista de pouso que se projetava em direção ao mar, as luzes de aterrissagem estavam acesas, recebendo aviões que chegavam mesmo em plena madrugada. Daqui, deste aeroporto separado por vinte quilômetros de mar da ilha principal de Veneza, uma longa fila se formava no píer dos ônibus aquáticos que seguiam para o centro da cidade.
O festival de Carnaval já havia terminado há muito tempo, e ainda assim, ainda estava barulhento. Será que ainda havia algum evento restante...? Não, isso já não tinha mais nada a ver com ela.
— ...É realmente uma pena, Astha-san.
— Estou recebendo as consequências de meus próprios atos. Não há o que fazer.
Guardando a preparação sanguínea no estojo de pílulas, Astha forçou um sorriso. Não era culpa de ninguém. Ela apenas estava pagando o preço por sua própria insensatez e arrogância. Ao menos, havia coerência nisso.
〈Aqui é a "Iron Maiden". Padre Abel, o reabastecimento de combustível está quase concluído.〉
Uma voz feminina e delicada soou no comunicador auricular (ear cuffs) do padre sentado à sua frente. Era uma transmissão vinda da aeronave que transportaria Astha até o Império.
〈Até a partida, falta cerca de dez minutos, não é? Não poderiam embarcar logo?〉
— Entendido, Kate-san. A propósito, onde está o Tres-kun?
〈Está negociando com o controlador de voo para apagar meu registro de voo. Vocês dois embarquem primeiro, por favor.〉
— Então, Astha-san, vamos?
Já era quase meia-noite, mas o saguão do aeroporto ainda estava lotado. Os passos de Astha em direção à área de embarque eram pesados, como o de um bezerro sendo levado para a venda.
— ...Estou contando com você no caso do Endre.
Lá fora, além do mar que começava a se agitar, as luzes distantes da ilha principal de Veneza tremeluziam. Enquanto as observava, Astha sussurrou com uma voz quase inaudível, como o zumbido de um mosquito.
— Use qualquer meio necessário. Dê um jeito nele. Se não, algo terrível vai acontecer.
— Eu sei... Mas...
A voz de Abel também estava sem firmeza.
Acima de tudo, as pistas eram insuficientes. No fim, além do corpo da garota em questão, nada foi encontrado nas ruínas do cassino. Ainda não se sabia o paradeiro desse cara. Aliás, será que ele ainda estava nesta cidade?
— Ele com certeza está indo para Roma... De qualquer forma, capturem-no antes disso. Não podemos deixá-lo entrar em Roma.
— Você disse a mesma coisa no hospital, não foi? O que diabos há em Roma? Além disso, Roma é praticamente nosso território, sob jurisdição do Vaticano. A segurança por lá é extremamente rígida e... Ah, d-desculpe!
Enquanto observava o padre curvando-se repetidamente em desculpas para a freira em quem havia esbarrado, Astha inclinou a cabeça, pensativa.
— O que é isso? Está extremamente lotado? Aqui é sempre assim?
— Esta noite é especial... Daqui a pouco haverá uma grande missa na Basílica de São Marcos.
— Uma grande missa? Até anteontem era Carnaval, e agora uma grande missa... Vocês só fazem festa, hein.
— Parece que as relíquias sagradas de São Marcos, que estavam desaparecidas há muito tempo, foram encontradas em Roma no mês passado. Esta noite será a cerimônia de devolução.
São Marcos, um dos discípulos diretos de Cristo e um dos autores das Escrituras, é o santo padroeiro de Veneza. Dizem que seu corpo, guardado na cripta da Basílica da Praça de São Marcos, realizou inúmeros milagres e protegeu esta cidade.
— Por essa razão, para ver o venerável São Marcos com seus próprios olhos, fiéis de bem vieram de longe para se reunir aqui...
— No fim das contas, não passa de um monte de ossos, não é? Como é que conseguem venerar algo que nem se sabe de onde veio? No fim, os Terrans são mesmo uns tolos, não são?
— Que desrespeito! Não é algo para ser tratado com tanto desprezo assim. Foi submetido a repetidas análises por especialistas e, esta noite, será devolvido sob a supervisão de Sua Santidade.
— Ha! Por mais que tentem dar prestígio a isso, no fim das contas, não passa de... O quê!?
Algo incomodou a mente de Astha, fazendo-a estancar no lugar.
No início, ela não sabia do que havia se dado conta. Sem entender, estendeu a mão e agarrou a manga do padre.
— O-o que foi que você disse agora!?
— Eu disse que esta noite será devolvido à Catedral...
— Antes disso! Você disse ‘Sua Santidade estará presente’, não foi? Está falando do Papa!? O Papa virá!?
— S-sim. Sua Santidade veio de Roma para esta cidade e presidirá a Grande Missa da colocação solene do relicário... Você não leu os jornais?
Não havia lido. Astha arrancou o jornal das mãos do padre. Na capa do L’Osservatore Romano, jornal oficial do Vaticano, estava estampado o rosto de um garoto de pele marcada por acne – o atual Papa, Alessandro XVIII, com um sorriso que transparecia sua evidente timidez.
— Droga...
Sem perceber que suas presas se expuseram, Astha apertou o jornal até amassá-lo.
— Ele estava esperando por isso!?
— Hã... Astha-san, por favor, acalme-se... eeh!?
Abel sentiu uma força avassaladora agarrar seu ombro. O rosto da bela mulher aproximou-se a ponto de quase tocá-lo, como se estivesse prestes a tomá-lo a força.
— A missa é a que horas!? Quando o Papa irá celebrá-la!?
— Eeh... se bem me lembro, começa à meia-noite... E-espera, Astha-san!
Abel agarrou desesperadamente a mão de Astha, que havia começado a correr. Por pouco, não foi arrastado junto.
— Espera um pouco! Agir por conta própria assim é...
— Não há tempo! O Papa está em perigo!
— Hã?! O que você quer dizer com isso?
— A razão pela qual Endre foi capturado no Império não foi apenas o abuso contra os Terrans. A acusação original contra ele era...
Isso era algo que, sob ordens estritas de seu país, jamais deveria ser reportado ao Vaticano — como se importasse agora!
— O crime dele é traição contra o Estado — aquele desgraçado estava conspirando para provocar uma guerra total entre o Vaticano e o Império! Foi isso que despertou a ira de Sua Majestade Augusta e o levou ao exílio.
— Entendo... Mas o que isso tem a ver com Sua Santidade?
— Prost (Estúpido)! Ainda não entendeu?!
Sentindo-se tão frustrado a ponto de querer bater os pés no chão, Astha gritou:
— Por mais que Endre desejasse, enquanto Sua Majestade Augusta não quiser, o Império não iniciará uma guerra. Mas a guerra... não precisa ser ‘nós’ a começá-la, não é mesmo?
— Se o Império não for o responsável... então quem...? Não pode ser...!
— Exato...
Com uma voz tingida de sangue e dor, Astha forçou as palavras a saírem por entre os lábios firmemente cerrados.
— Se um nobre do Império, por mais desprezível que seja, assassinasse o Papa... vocês continuariam quietos?
— T-temos que avisar imediatamente à comitiva de Sua Santidade...!
— Não pode! Se isso for descoberto, de qualquer forma, levará ao confronto entre o Império e a Santa Sé!
— E-então, o que devemos fazer...?
Astha virou-se para seus companheiros e olhou profundamente em seus olhos.
— ...Só resta a nós agirmos.
Ela, que já havia falhado uma vez, podia realmente dizer algo assim? Mas... ele a chamou de ‘parceiro’. Só restava apostar nisso!
— Parceiro, nós somos os únicos que podem detê-lo.
— ..........
Do outro lado das lentes dos óculos, olhos azuis encaravam a Methuselah. Será que ele compreendia o que estava sendo dito? Durante dez batidas de seu coração, Abel permaneceu em silêncio, mas...
— Isso não pode ser feito... Assim como você tem uma missão, eu também não posso desobedecer às ordens.
Como esperado, realmente não era possível...
Astha abaixou os ombros. Não havia como culpá-lo. A Duquesa de Milão recusara completamente qualquer colaboração com ela e ainda ordenara que fosse enviada de volta ao seu país. Seus subordinados não tinham nenhuma obrigação de desobedecer ao superior para apoiá-la.
— Porém...
Enquanto continuava a proferir as palavras frias, Abel sacou o revólver de sua cintura. Ajustando o percussor da arma...
— Se você me fizer de refém e fugir para dentro da cidade, então a conversa é diferente, não é?
— ?
Fazendo o revólver girar rapidamente, ele pressionou o cabo da arma contra a mão de Astha. O padre de cabelos prateados levou um dedo ao ouvido com um sorriso de um garoto travesso que acabara de ter uma ideia brilhante.
— Alô! Irmã Kate? Kate-san, você está me ouvindo?
〈O que houve, Padre Abel? Já podem embarcar a qualquer momento.〉
Diante dessa pergunta tranquila, a resposta que veio foi igualmente despreocupada.
— Na verdade, surgiu um problema... Astha-san — digo, a Viscondessa de Odessa — decidiu que quer voltar para a cidade.
〈Hã?! Abel-san, eu estou ocupadíssima no momento. Configuração da rota, cálculos de combustível... Se for para brincadeiras, deixe para outra hora, por favor...〉
— Oh, oh!? Que descuido! Minha arma foi tomada! E agora? Eu sou um refém? Uwaaah, isso é um problemão! Socorro, Kate-saan!
〈Padre Abel, por favor, pare de brincar! Depois de tudo, quem será repreendida serei eu! E já que estamos falando nisso, deixa eu te dizer de uma vez: mas por que sempre, sempre tenho que limpar a bagunça que você faz...?〉
— Eei! Agora não é hora para isso. De qualquer forma, eu me tornei um refém. Sendo assim, deixo o resto com você ♥. Isso é tudo! Fim da transmissão.
〈Ei! Abe...!〉
— Pronto, está feito.
Desligando o rádio unilateralmente, Abel assentiu, satisfeito com sua própria atuação.
— Vamos, vamos, aproveitemos essa brecha e vamos dar o fora, Astha-san.
— O-oi, tem certeza de que está tudo bem?
— Nenhum probleminha sequer!
Enquanto seguia o padre, que saiu correndo desengonçado pelo terminal, Astha inclinou ligeiramente a cabeça.
— E então, como vamos voltar para a cidade? Vamos nadando?
O aeroporto, localizado no continente, e a ilha principal de Veneza estavam separados pelo mar ── mesmo para Astha, nadar 20 quilômetros carregando um ferido seria um pouco difícil.
— Primeiro, vamos conseguir um barco... Ah, aquele ali serve.
Abel apontou para o ponto de embarque dos vaporettos. Um barco a vapor de rodas laterais, com a caldeira já acesa, estava ancorado, mas ainda não havia tripulantes nem passageiros a bordo. Assim que entrou na embarcação vazia, Abel começou a mexer em tudo.
— Você sabe pilotar isso?
— Um pouco... se for uma bicicleta. O resto, eu resolvo com determinação... Opa, isso não é bom.
Enquanto mexia aqui e ali, o barco a vapor de rodas começou a se mover de forma meio improvisada. O "Isso não é bom" havia sido direcionado ao que acontecia no aeroporto.
‘Iron Maiden’ — O gigantesco dirigível, marcado com a Cruz Romana, estava decolando.
— Segure-se firme! Vou acelerar!
— ...Acelerar? E é só isso?
Com uma voz incrivelmente lamentável, Astha gemeu.
O tranquilo vaporetto cortava as ondas, mas contra um encouraçado aéreo de última geração, a disputa estava perdida desde o começo. Antes mesmo de o barco se afastar do cais, a imensa sombra já se aproximava por trás.
— Uhh! Isso é perigoso. Se formos capturados, eu, sem dúvida, serei espancado até quase a morte pela Kate-san...
— Dobitok (Seu idiota)! Olhe para frente!
— Eeh... N-no-wawawawa!
O preço de dirigir sem olhar para frente foi alto — quando Abel finalmente voltou os olhos para o caminho, o barco já estava subindo sobre uma bricola náutica, inclinando-se violentamente. De barriga para cima, colidiu brutalmente contra o paredão de contenção.
— Ă... ăst dobitoc (S-seu grande idiota)!
Segurando a cabeça que batera contra a parede, Astha gritou com os olhos cheios de lágrimas.
— Dobitoc (Idiota)! Neputintă (Incompetente)! Prost (Estúpido)! Fărâmă (Imbecil)...! Tău cap dovleac ha!? (Sua cabeça é uma abóbora)!?
— Dizendo assim, tão rápido, eu não entendo... Haa! Então são insultos, não é?
Devido à maré alta, as ondas no porto estavam tão agitadas quanto as do mar aberto. Quando finalmente conseguiram escapar do barco a vapor de rodas externas, os dois subiram para o cais com os corpos encharcados.
— Aviso para o Executor da Divisão AX, Abel Nightroad, e para a Inspetora Imperial Direta, Astharoshe Asran ── Desarmem-se imediatamente e rendam-se sem resistência. Contagem de três segundos.
—Ah... Olá, Tres-kun.
Abel olhou para o cano da arma apontada para ele, exibindo seu sorriso mais amigável possível. Os olhos vítreos o encaravam de cima, sem expressão, como se observassem ratos molhados.
— Desculpa pelo incômodo... parece que causamos um pouco de confusão...
— Contagem iniciada. Três, dois...
— Ah! Ah! Stop! Certo, vou jogar fora as armas! Também me rendo! Vamos, Astha-san, você também!
— ... Dobitoc (Idiota).
Por um instante, ela chegou a ter esperança — e foi exatamente por isso que se sentiu um completa tola. Enquanto se afundava nesse sentimento, Astha ergueu as mãos.
— Iron Maiden, aqui é Gunslinger. Alvo capturado. Relatar a violação do regulamento de serviço clerical do Padre Nightroad a Duquesa de Milão.
— Então você vai mesmo contar para a Caterina-san, Tres-kun? Uuuh, vou levar bronca de novo...
〈Abe...eu......depois......Tenho algo para falar com você......Ah? Que estran......não é?〉
— O que houve?
Tres perguntou enquanto ajustava o fone de ouvido. O que seria? A interferência estava bem forte.
〈Isso...... não......comunicação com......na-sama......interrompida...... Interferência severa em toda...... área...... Que isso?〉
A voz que saía do comunicador auricular de Abel também estava distorcida. Com a "Iron Maiden" pairando logo acima, a interferência no sinal parecia grave. Ou talvez fosse apenas um defeito no equipamento.
— Bem, no fim das contas, não passa de tecnologia dos Terrans...
Astharoshe observou os dois padres, soltou um riso irônico e desviou o olhar para a maré alta... então, seu rosto congelou.
— Entendo... Então é isso!
— Eh? O que foi?
Abel inclinou o rosto, encarando-a com uma curiosidade infantil, enquanto Astha começava a falar apressadamente.
— Padre Abel, a empresa de construção onde ocorreu o segundo incidente... não era especializada em obras hidráulicas? Por exemplo, represas e diques?
— Hã? Sim... Como você sabe disso?
O acerto preciso da previsão veio acompanhado de uma vertigem intensa. Como esperado, aquele lunático...!
— Entre em contato com a Duquesa de Milão! O Papa... não, todos os Terrans daquela cidade precisam ser evacuados! A visita do Papa desta vez... desde o começo, tudo foi uma armadilha dele!
〈O que... quer dizer...?〉
A Irmã Kate perguntou, intrigada. O sinal havia sido corrigido, tornando sua voz um pouco mais audível, mas ainda assim, havia bastante interferência misturada.
〈Se for sobre Caterina-sama... atualmente, ela está... inspecionando a barragem móvel...〉
— Droga! Logo ali, de todos os lugares? Entre em contato imediatamente! Caso contrário, ela também morrerá!
Aquela única frase fez com que o ponto vermelho da mira a laser — que até então não havia se movido nem um milímetro na testa de Astha — se apagasse de repente.
— ...Explique em detalhes.
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Créditos da tradução:
Lutie (◕‿◕✿) ,
#trinity blood#abel nightroad#rage against the moons#novel#from the empire#do império#methuselah#krusnik#crusnik#caterina sforza#ax#tradução#astharoshe asran#endre kourza#tres iqus#iron maiden#kate scott#gunslinger
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Trinity Blood Minor Characters: Endre Kourza
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The former Count of Zagreb, was exiled from the Empire under charges of murder and treason. He’s known to have impaled more than 300 Terrans and ruthlessly slaughtered many others, even children. He’s dangerous and insane but possesses a juvenile appearance.
He once held Countess Astarothe Asran captive and, using her as a shield, killed herTovarisch. After his deportation from Tarah Metuselah he associated himself with the Rosencreuz Orden and continued the carnage in Venice, until Abel Nightroad arrested him with the help of Astarothe Asran herself. He eventually got transported back to the Empire for the trial but died during the journey by Isaak Fernand von Kampfer’s hand.
Appears in the third chapter of the first RAM novel, From The Empire, and in the homonymous eleventh episode of the anime under the name of Enderle Koutza.
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FROM THE EMPIRE -フロム・ジ・エンパイア – DO IMPÉRIO - PARTE IX - FINAL
FROM THE EMPIRE - フロム・ジ・エンパイア – DO IMPÉRIO - PARTE IX - FINAL
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----------------- ⚠️ ESSA OBRA EM HIPÓTESE ALGUMA É DE MINHA AUTORIA. TRADUÇÃO REALIZADA DE FÃ PARA FÃS. NÃO REPUBLIQUE OU POSTE EM OUTRAS PLATAFORMAS SEM AUTORIZAÇÃO. SE CASO POSSÍVEL, DÊ SUPORTE AOS AUTORES E ARTISTAS COMPRANDO AS OBRAS ORIGINAIS. ⚠️ ------------------------- 🚨 ALERTA DE CONTEÚDO SENSÍVEL. O CAPÍTULO A SEGUIR PODE CONTER CONTEÚDO SENSÍVEL OU IMPRÓPRIO PARA ALGUMAS PESSOAS. 🚨
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FROM THE EMPIRE
フロム・ジ・エンパイア
DO IMPÉRIO
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Ⅸ
"Área de combate assegurada ── Clear ── Reescrevendo o raciocínio tático do 'Genocide Mode' para 'Search & Destroy'."
Genocide Mode - Modo Genocida Search & Destroy - Buscar & Destruir
Entre os escombros desmoronados, não restava nem sombra nem vestígio do homem de cabelos longos. Ao que parece, ele foi literalmente desintegrado pelos mais de trezentos tiros de projéteis de 20 milímetros com impacto direto.
"Damage Report, Duquesa de Milão."
Damage Report - Relatório de Danos
"Estou bem... Bom trabalho, Padre Tres."
Diante do reconhecimento de sua mestra, Tres fez uma leve reverência, impassível. Em seguida, jogou no chão a metralhadora ‘Gatling’ totalmente descarregada.
Aparentemente foi apenas aquele homem quem atacou a barragem. Seria necessário examinar o corpo em detalhes e investigar as conexões por trás disso. No entanto, por agora, a prioridade era orientar a evacuação.
" 'Iron Maiden' está aguardando nos céus. Duquesa de Milão, recomendo que embarque o mais rápido possível."
"Deixe que as irmãs embarquem antes de mim, por favor... A propósito, como está Vossa Santidade?"
"Crusnik e a Viscondessa de Odessa estão em posição. Assim que o alvo aparecer, irão interceptá-lo e destruí-lo."
"Excelente. Uma execução magnífica."
“!”
Ao som de palmas exageradas, todos, exceto Tres, se viraram.
“Vo-você está...!”
Até a voz de Caterina foi abafada pelo medo. Sem voz, todos estavam paralisados, e seus olhares estavam fixos à frente.
"Realmente, é uma situação terrível não me deixar nem ao menos cumprimentá-lo... Meu terno acabou ficando sujo, não acha?"
Kämpfer deu um sorriso amargo e, elegantemente, passou a mão pelos seus cabelos negros. Em seu rosto de feição perspicaz, não havia sequer um único arranhão ou vestígio das trezentas balas disparadas.
"Ah, Padre Tres. Acrescente ao relatório. O Conde de Zagreb já foi preso. Neste momento, ele provavelmente está..."
O som da voz tranquila, foi sobreposta pelo som inquietante de um tiro.
Tres, que estava de costas para o grupo, subitamente disparou.
O cano de 13 mm da Jericho M - Dies Irae - estava apontado por baixo do braço do padre, diretamente para a testa do inimigo. A cabeça, atingida diretamente por dois projéteis, deveria ter se transformado em uma massa de carne despedaçada. No entanto...
“É um brinquedo grosseiro. Não tem um traço sequer de elegância."
Diante de seus olhos, como se estivessem colados no ar, flutuavam duas balas de chumbo, que Kämpfer olhava com desdém. Ao erguer sua mão enluvada com um gesto ágil, as balas caíram no chão com um pequeno som.
"Padre Tres, você é um homem capaz. Mas, infelizmente, ainda não compreende o verdadeiro significado de um massacre... Muito bem. Permita-me lhe ensinar um pouco."
O pentagrama bordado nas luvas do mago começou a gotejar, emitindo uma sinistra luz vermelha.
"À minha frente, Yunges. Atrás de mim, Teletalkae. Na mão direita, a espada. Na esquerda, o escudo. Ao meu redor o pentagrama brilha e dentro da pedra o hexagrama... Venha, 'Espada de Beelzebub'!"
Kämpfer apenas balançou as mãos levemente. Nelas, não haviam nada. No entanto, no momento seguinte, a cabeça da jovem freira, que tremia ao lado de Caterina, simplesmente desapareceu.
“Ir-irmã Anna!”
Um rosto, que ainda mantinha traços infantis, com os olhos arregalados em surpresa, agora repousava silenciosamente nas mãos de sua colega ao lado.
“N��ÃÃÃÃO!”
"Não se mova, Irmã Rachel."
A freira, jogou a cabeça decapitada de sua colega, e se virou rapidamente com um grito estridente e desesperado. Como se não ouvisse o pedido de restrição de Tres, ela saiu tropeçando enquanto corria em direção à porta...
"...Amém"
No momento em que Kämpfer, ainda de costas, levantou os lábios em um sorriso sarcástico, Irmã Rachel explodiu em pedaços ─ como um manequim quebrado, seus membros foram desmembrados, e os pedaços de carne e órgãos internos se espalharam pelo chão.
“!”
Com a morte sucessiva de suas colegas, as freiras sobreviventes já não conseguiam mais emitir sequer um grito. Elas apenas tremendo se agarram a Caterina, que como esperado, estava pálida devido a situação.
"‘O medo da morte é mais aterrorizante do que a própria morte’ — Schiller... Ah, não se mova, Padre Tres. Bonecos são entediantes. Afinal, você provavelmente nem possui uma emoção tão nobre como o medo, não é?"
Sem nem sequer se virar, Kämpfer deteve o padre que estava atrás dele
"Não é nada divertido destruir um boneco mecânico. Medo, horror, tristeza... Você não acha que também deveria, pelo menos, tentar imitar um pouco do encanto delas?"
"Negative... Não temos tempo."
O rosto de Tres permanecia inexpressivo como sempre, enquanto ele encarava os corpos caídos no chão. No entanto, no fundo daquela voz que soava sempre sem nenhuma entonação, algo oscilou levemente.
"Os reforços chegarão em cerca de trezentos segundos. Antes disso, devo deletar você — não temos tempo."
“....Hoo!”
Quando Kämpfer se virou, uma luz aparentemente divertida surgiu em seus olhos. Enquanto ajustava meticulosamente as luvas em ambas as mãos,
"Você disse... que iria me deletar?"
“Positive──”
Os olhos de Tres, que havia assentido, moveram-se rapidamente. Ele passou seu olhar de Caterina, para as freiras trêmulas e, em seguida, para o corpo horrivelmente caído no chão, continuando com uma voz monótona.
"Eu vou exterminar você ── não restarão nem os ossos."
"Vá em frente e tente."
A revanche começou abruptamente.
O dedo de Kämpfer levantou-se rapidamente. Quando esse dedo apontou para o oponente, a sombra de Tres já havia desaparecido. Em vez disso, o que apareceu no chão onde ele estava um instante antes foi uma fenda afiada. A 'espada' invisível perseguiu a sombra da presa que havia saltado para cima, e desta vez perfurou um profundo buraco no teto.
"Certamente é rápido. Mas, é só isso?"
Os dedos de Kämpfer se moviam como uma aranha. Ao ritmo dos movimentos que pareciam pressionar um teclado invisível, a fenda na parede se expandiu como uma criatura bizarra, estendendo seu domínio. Serpeando por longas distâncias, a rachadura avançou rapidamente e, no instante seguinte, capturou o padre correndo pela parede em suas mandíbulas.
"É o fim, Gunslinger."
"──0,03 segundos atrasados."
A mão direita de Tres, de repente se quebrou, assim que ele acabara de murmurar.
Para ser mais preciso, o pulso que segurava a pistola de repente se desprendeu. De lá, surgiu uma grossa e robusta boca de cano.
O bocal ─ de onde o lança-chamas expeliu uma chama de magnésio que atingia milhares de graus ─ desenhou um belo círculo. Dentro do anel de fogo azul-esbranquiçado, algo que parecia longos fios de cabelos brilharam em prata por um instante antes de desaparecer.
“Fios de fibra de carbono monomolecular!"
Caterina gritou com a voz reprimida.
A tecnologia perdida de antes da Grande Catástrofe, o Armageddon, o fio monomolecular – Fibra de Carbono Monomolecular, é a fibra de carbono mais fina e mais forte, feita de partículas de fulereno de carbono C com múltiplas estruturas gêmeas. Apesar de sua fraqueza em relação ao calor, este fio, capaz de cortar até mesmo diamantes com facilidade, pode se tornar uma arma verdadeiramente invencível, dependendo de como for usado.
"Oh, então... a 'Espada de Beelzebub' foi... Nada mal. Mas, no fim das contas, não passa de uma marionete."
Os lábios de Kämpfer se abriram em um formato de meia-lua.
A M13 de Tres estava apontada direto para ele. O cano da arma estava precisamente mirando em sua testa.
Mas, mesmo com o projétil 512 Máxima da M13, havia um 'escudo' que não seria penetrado. A bala atirada, ao contrário do que se esperava, seria refletida e atingiria a testa daquele que a disparou...
Diante do olhar sarcástico de Kämpfer, duas feras rugiram. Mandíbulas de aço exibiram suas presas de treze milímetros.
"É inútil, balas não me acertam."
” Acertei.”
As falas de ambos estavam corretas, respectivamente.
O 'Escudo de Asmodai' ── A bala, cujo vetor foi curvado pelo forte campo eletromagnético, fez uma inversão precisa de 180 graus. No entanto, Tres não estava no eixo do disparo. No momento do disparo, a bala atingiu de raspão a cabeça do padre que havia se abaixado, e então atingiu a parede corta-fogo de aço por trás em um ângulo raso. O projétil, agora transformado em uma bala de ricochete, então atingiu a lâmina da espada do guarda cravada no chão. E então, o próximo lugar para onde ricocheteou foi…
“!”
Quando Kämpfer recuou, com os cabelos negros balançando, ambas as suas mãos, juntamente com as luvas, haviam desaparecido. Enquanto olhava para elas, que haviam rolado sem uma única gota de sangue, ele disse:
‘'Realmente, você é um homem inacreditável.'’
Atônito ── ou melhor, profundamente espantado, Kämpfer balançou a cabeça.
Disparar calculando o reflexo e até o ricochete depois disso...
"O título de 'Gunslinger' não é apenas de fachada, então. Assim como o meu de 'Mago'."
"O que… o que é aquilo…!?"
Um grito sufocado de pânico se ergueu do meio das freiras.
O corpo do ‘mago’ pareceu ter encolhido de repente. Não, não era isso. Não havia encolhido. A parte inferior das pernas havia desaparecido.
“Seria uma pena perder tal habilidade... tive uma boa ideia.”
Enquanto era engolido pela própria sombra que caía no chão, a voz de Kämpfer continuava completamente calma. Ele olhava alternadamente entre o rosto inexpressivo de Tres e o rosto pálido de Caterina.
"Nos encontraremos novamente em breve, senhores. Quando o ciclo do destino se fechar. Vocês se tornarão sacrifícios excepcionais..."
Quando Caterina, que até então observava a situação atordoada, voltou a si, a figura de Kämpfer já estava submersa até o pescoço.
"O que está fazendo?! Atire, Gunslinger!"
“............”
Porém, Tres não reagiu. Lentamente, ele recuou um passo, e algo escorregou de seu corpo e caiu.
“Pa-Padre Tres!”
O que caiu no chão com um som pesado foram os dois braços amputados de seus ombros. A figura do subordinado ajoelhado, com o agente circulatório subcutâneo jorrando como uma cachoeira, fez Caterina arregalar os olhos.
"Com isso, estamos quites. Sem ressentimentos, Padre Tres... Bem, senhoras e senhores, com isso, Auf Wiedersehen."
Auf Wiedersehen - 'Com licença' em alemão
Agora, da sombra do 'mago' que completamente engoliu a imagem real, ecoou uma risada baixa.
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"... Com isso encerro meu relatório. Além disso, o Conde de Zagreb está atualmente sob escolta. Acreditamos que ele chegará dentro de um ou dois dias."
〈"Bom trabalho."〉
Do trono flutuante, a Imperatriz ‘Augusta’ expressou seu reconhecimento à jovem ajoelhada do outro lado da cortina. Sua voz, convertida eletronicamente, caiu sobre a sala de audiências acompanhada por um baixo profundo e imponente.
〈A propósito, Viscondessa de Odessa... e quanto ao colaborador da outra parte mencionado em seu relatório? Como foi?"〉
"Q-quando me perguntas como foi, o que quer dizer?"
O rosto da viscondessa, do outro lado da cortina, estava oculto sob seus cabelos brancos caídos e não podia ser visto. No entanto, a Imperatriz ‘Augusta’ não deixou de perceber quando seus ombros, tão formais, se enrijeceram levemente.
〈Estou perguntando se era alguém útil, minha senhora. Afinal, você parece ter feito um relatório consideravelmente positivo, não é?〉
"Po-positivo nada! Apenas considerei que, para um terran de vida curta, ele era competente. Desejas que adicione mais detalhes ao relatório?"
〈…Não, isso não será necessário. Me pesaria impor mais esforços a você, minha senhora. Bom trabalho. Pode se retirar e descansar. 〉
"Ha! Com sua licença, estou me retirando."
〈Descanse calmamente... Hum, parece que ele está como sempre, não é?〉
Assim que a viscondessa de Odessa, com sua estatura alta, desapareceu da sala de audiência, a cortina de bambu foi erguida suavemente. Na sala, onde não havia mais ninguém, uma pequena figura sentada no trono foi iluminada por uma luz suave. Ela se alongou bastante e, com uma voz completamente diferente da que usara até pouco tempo atrás, murmurou em seu tom natural e claro.
"Ele ainda está do lado dos humanos... Mas, nesse caso, acho que é melhor não brigar com o Vaticano agora, né? Enfrentar os dois como inimigos ao mesmo tempo, não importa como, seria problemático demais."
No trono, quem fazia brilhar os olhos verde-claros de maneira travessa era uma garota que não aparentava ter passado mais do que a metade inicial da adolescência. Sob o cabelo preto e mal ajustado em estilo bob, o rosto era de uma beleza surpreendente. Embora seus braços e pernas longos e esguios fossem finos como fios de arame, sua expressão cheia de vitalidade lembrava, de alguma forma, uma fera felina não acostumada aos humanos.
A garota ─ a 'Imperatriz Augusta' Vladika ─ tirou o grande chapéu e deitou-se de lado de forma relaxada sobre o trono flutuante.
"Mesmo assim, o que há com ele? Ainda está sendo fiel à uma mulher do passado e ainda está se aliando aos terrans. Mesmo assim, ele é inexplicavelmente popular, então deveria logo procurar outra mulher... Astharoshe-kun, por exemplo, é uma excelente recomendação. Se eu fosse homem, definitivamente não a deixaria passar. Não deixaria mesmo."
O condicionado de ar da sala de audiência recriava a nostálgica floresta do início do verão do Canadá, de antes da 'Grande Catástrofe', o Armagedom. A brisa fresca, com o aroma de clorofila, e o canto dos tordos soltos eram indescritivelmente agradáveis.
"Ah, o que devo fazer a partir de agora? Desde sempre, todos os problemas acabam vindo para mim. Sério, não aguento mais."
A voz resmungona da garota ficou mais baixa no meio do caminho e desapareceu.
Em vez de prosseguir, o que escapou dos lábios levemente abertos foi uma respiração tranquila de sono. Sobre o peito que subia e descia suavemente, um tordo pousou delicadamente.
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"Vim buscá-lo, Graf)."
Graf - 'Conde', em alemão
"Oh, Kämpfer!"
O velho vampiro olhou suplicante para o homem que estava de pé do outro lado da porta de ferro. Onde teria ido o carcereiro? Nem sombra, nem figura dele estava à vista.
"V-você veio me salvar, não é? Bom trabalho!"
“É uma honra. Por favor, acompanhe-me até o convés. O dirigível está nos aguardando."
“Si-sim!”
Inclinando-se para trás ao estufar o peito, Endre saiu do porão do navio e olhou ao redor. Havia cerca de cinquenta tripulantes neste navio de escolta, mas o interior estava completamente silencioso.
"O que aconteceu com os tripulantes?"
“......”
Kämpfer apenas encolheu os ombros. A atitude presunçosa do Terran, que tomou a dianteira e começou a caminhar, o irritou um pouco.
(... Bem, tanto faz)
Endre se conteve.
Se fosse escoltado ao Império, teria passado por algo pior do que a morte. Vou considerar como bom o fato de ter sido salvo, ao menos.
“No entanto... estou um pouco enfraquecido..."
No momento em que sentiu alívio, a sede voltou. Não pedia luxo. Qualquer coisa servia, mesmo que fosse um marinheiro maltrapilho, mas não havia nenhum ser humano por aqui? Porém, exceto pelo homem de cabelos longos andando à sua frente, não há sinal de ninguém a bordo.
(...Será que devo me contentar com este sujeito?)
Com os olhos famintos fixos nas costas do homem, Endre esboçou um sorriso em segredo.
Pensando bem, já não preciso mais deste homem.
Por enquanto, terei que me esconder. Nesse caso, quanto menos pessoas souberem da minha existência, melhor. Ele me foi útil de várias formas, mas deixar um insignificante vivo e ter o palco perturbado seria problemático...
"A propósito, Excelência..."
Como se estivesse lendo a mente de Endre, a pessoa que caminhava à frente falou sem se voltar a ele.
"Parabéns por esta ocasião. Suas habilidades foram esplêndidas, não acha?"
"Do que está falando?"
Enquanto escondia suas presas, Endre forçou um sorriso — por dentro, estalou a língua em frustração, fingindo ignorância.
"Aconteceu alguma coisa digna de comemoração?"
"Não banque o desentendido. É claro que estou falando do incidente de Veneza... Aquilo foi um sucesso esplêndido."
"P-pare de me provocar!"
Esse sujeito está zombando de mim!?
Mas Kämpfer, ainda de costas para o vampiro, que erguia os lábios em um gesto de raiva, apenas balançou a cabeça calmamente.
"Provocar? De forma alguma. O plano foi um grande sucesso. Com isso, o Império e o Vaticano chegaram a formar uma relação de cooperação temporária. É um resultado com o qual devemos estar bastante satisfeitos, não acha?"
"Como é!? O que isso significa!?"
"Não se pode destruir coisas que não existem, mas coisas que existem podem ser quebradas... é nesse sentido. Este incidente será uma boa oportunidade para a cooperação deles. Mesmo um pervertido cuja única habilidade é atormentar os fracos, dependendo da forma como é usado, pode ser útil, não é?"
"Você... insolente!"
Seu belo rosto se distorceu de forma grotesca.
“Terran! Maldito, ousando desafiar a mim!"
Endre rugiu, mostrando as gengivas, e estendeu suas afiadas garras em direção às costas do insolente Terran de vida curta...
“...Ah?”
No entanto, as garras do velho vampiro cortaram o ar em vão. Algo fez a ponta de suas garras tropeçar... não, não era isso. Algo havia agarrado suas pernas.
"O que... o que é isso?"
Endre baixou os olhos para os pés e gemeu.
A longa sombra de Kämpfer se estendia pelo corredor ── e ali, seus pés estavam afundando.
"Mi-minhas pernas...!"
Era como se ele tivesse mergulhado em piche ou em um pântano sem fundo. O corpo do garoto, se debatendo desesperadamente, estava lentamente afundando no chão ── ou melhor, dentro da sombra do mago que ali se derramava.
Observando a cena por sobre os ombros, Kämpfer acendeu o pequeno cigarro e o segurou com a boca.
"É problemático, sabe? Ser perturbado por seres insignificantes além do que isso... Antes que o protagonista entre em cena, o palco precisa ser devidamente arrumado, não acha?”
“Quem.... Quem diabos é você?"
O corpo do garoto já estava imerso até o peito na sombra. Com todos os músculos do rosto contorcidos pelo terror, Endre soltou um grito ofegante.
"Kämpfer! Seu maldito, quem..."
Mas as perguntas não continuaram mais. O rosto, distorcido até não restar vestígios de sua forma original, foi engolido pela escuridão. Apenas uma pequena mão, estendida no chão, tentou fechar os dedos como se quisesse agarrar algo pela última vez, mas até isso foi rapidamente engolido pelas sombras.
"Mesmo assim, é uma bela lua... 'Nesta gentil noite, cercada pelos espíritos das estrelas, a rainha da lua há de aparecer em seu trono. Porém, não há luz na terra.' — Keats."
Como se nada tivesse acontecido, Kämpfer levantou os olhos para o céu. No céu do sul, uma grande lua cheia brilhava, e ao seu lado, ligeiramente menor e distorcida, a 'lua dos vampiros' brilhava ao seu lado.
Com certeza, na noite em que o mundo acabar, será uma bela noite de lua como esta. E isso não está muito distante.
"É uma bela noite... Realmente, uma bela noite."
O 'Mago' jogou sua cigarrilha no mar, e colocando as mãos nos bolsos, começou a caminhar novamente pela noite.
FROM THE EMPIRE(FIM)
Créditos da tradução:
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Trinity Blood - Rage Against the Moons Volume I - From the Empire ----------------- ⚠️ ESSA OBRA EM HIPÓTESE ALGUMA É DE MINHA AUTORIA. TRADUÇÃO REALIZADA DE FÃ PARA FÃS. NÃO REPUBLIQUE OU POSTE EM OUTRAS PLATAFORMAS SEM AUTORIZAÇÃO. SE CASO POSSÍVEL, DÊ SUPORTE AOS AUTORES E ARTISTAS COMPRANDO AS OBRAS ORIGINAIS. ⚠️ -----------------
Capítulo 3: Do Império
Ⅴ
Normalmente, mesmo após o Carnaval, levava cerca de um mês para o frio se dissipar. No entanto, este ano, a primavera havia chegado surpreendentemente mais cedo. Nem mesmo o uso de casacos era necessário.
Dizem que, em noites como esta, ocorre uma maré extremamente alta — a Acqua Alta. Na maré cheia, a água do mar sobe silenciosamente, transborda dos canais e deixa a cidade submersa.
— Se bem me lembro, deveria ser aqui.
Evitando habilmente as poças d'água que começavam a se formar em vários pontos da rua — prenúncio da maré alta, apesar da ausência de chuva — Astha finalmente chegou ao edifício que procurava.
— Hum... eu gostaria de visitar um paciente...
— Qual o nome do paciente?
— Abel... Padre Abel Nightroad.
No hospital à noite, não havia sinal de vida. Exceto pelo som do ar-condicionado funcionando, a única coisa que ecoava pelos corredores eram os próprios passos de Astha.
— Aqui...?
Astha estava prestes a bater na porta do quarto hospitalar indicado, mas, de repente, parou a mão. Uma voz fraca podia ser ouvida.
— ...Morreu...
— Protegeu... ela...
“...Não pode ser!”
Esquecendo-se até de bater, Astha escancarou a porta.
— A-Abe... o quê?
— ...Quem é você?
Do meio dos homens e mulheres vestidos de preto ao redor da cama, uma senhora de idade, com os olhos inchados de tanto chorar, virou-se para ele.
— Senhorita, você conhece meu filho?
— Ah, não...
Não.
O morto deitado era um jovem homem. Mas não era o padre. Seu rosto, com traços profundos típicos dos habitantes desta cidade, parecia apenas adormecido — e Astha reconhecia aquele rosto. Assim como a garota que se agarrava ao cadáver.
Na noite passada, quando Astha atacou Endre, aquele jovem protegeu sua amada dos escombros.
— De-desculpe. Parece que me enganei de quarto.
— Entendo... Mas deve ser algum tipo de destino. Poderia oferecer esta flor a essa criança?
— Ah? Bem, eu...
Olhando para a rosa em suas mãos, Astha ficou sem palavras. O que deveria dizer? Diante do morto e daqueles que o lamentavam, que palavras poderia oferecer?
Não tendo palavras a dizer, nem o direito de dizê-las, tudo o que a Methuselah podia fazer era oferecer, com mãos trêmulas, uma única rosa ao falecido, depositando-a ao lado de seu travesseiro.
— Bem... sinto muito.
— Está tudo bem. Você só errou o quarto.
A senhora pareceu ter entendido mal as palavras de Astharoshe. Apesar da tristeza, um sorriso gentil surgiu em seu rosto.
— Quem você está procurando? Ah, o padre? Se bem me lembro, acho que está no quarto ao lado.
— É-é mesmo? Muito obrigada. Com licença.
Gaguejando ao expressar sua gratidão, Astha não conseguiu mais suportar ficar ali e fugiu. Como se estivesse sendo perseguida pelos soluços dos que ficaram para trás, ela entrou apressadamente no quarto ao lado.
— Ora! Se não é a Astha-san!
Desta vez, parecia não ter errado o quarto. Astha, espiando cautelosamente pela porta, foi recebida por um sorriso familiar vindo da cama.
— Fico feliz. Veio me visitar?
— V-Você parece bem.
— Felizmente... Mas ainda dói quando me mexo.
A voz que dizia isso, no entanto, estava surpreendentemente firme.
— O médico disse que o vidro passou raspando entre o coração e um grande vaso sanguíneo. Se tivesse desviado meio milímetro a mais, eu teria morrido instantaneamente... Ahaha.
— Entendo... Que bom.
Para algo que apenas 'passou de raspão', aquele sangramento não parecia nada normal, ou pelo menos foi essa a impressão que Astha teve. No entanto, já que o próprio estava vivo, não havia escolha senão aceitar.
— ...Hum? Aconteceu algo, Astha-san?
Observando atentamente o rosto de Astha que estava olhando para baixo, Abel inclinou a cabeça de leve. Com um tom preocupado,
— Você parece meio abatida. Alguma preocupação?
— Não, é só que... os Terrans também...
O que estava dizendo para um mero ser de vida curta?
Enquanto esses pensamentos passavam por sua mente, o coração de Astha agia por conta própria, movendo suas cordas vocais.
— Os Terrans também ficam tristes quando alguém importante morre.
— ...Sim. Eles e vocês ── não há nenhuma diferença. Quando estão felizes, sorriem. Quando perdem alguém querido, choram. Às vezes, até pensam em vingança... Não há diferença alguma.
Com um sorriso gentil, o padre assentiu.
Será que suas hesitações e erros estavam todos sendo vistos por ele? — Ela chegava até a ter essa impressão.
No entanto, o que Astha pronunciou foi algo completamente diferente.
— ...Não consegui encontrar o paradeiro de Endre.
— Entendo... Que pena.
Desde então, já se passaram mais de vinte horas. No entanto, Astha ainda não tinha conseguido capturar aquele sujeito. Bem, isso também não era algo difícil de entender. O que um único Methuselah, sem nenhuma conexão deste lado exterior, poderia fazer?
Que ridículo. Apesar de zombar incessantemente dos Terrans e deste lado, Astha mal conhecia sobre eles. O conhecimento obtido nos documentos, ao ser posto em prática, mal servia para alguma coisa. Saber falar o idioma razoavelmente não era suficiente nem para fazer uma compra direito. E, além disso, no final das contas, depois de se exibir...
— Eu sou um grande idiota, não sou?
Olhando para o padre, cuja aparência enfaixada era dolorosa de ver, Astha murmurou baixinho.
Pensando agora, esse sujeito realmente a havia tratado bem. Ele cuidou de Astha, que não estava acostumada ao mundo exterior, estabeleceu contatos com as autoridades e preparou tudo para que o alvo fosse capturado com apenas mais um passo. Na verdade, ela nunca poderia agradecer o suficiente. E, ainda assim, por desprezá-lo apenas por ser um terran, ignorou seus avisos e, como resultado, foi ninguém além dela mesma, quem trouxe aquele desastre.
— Eu sou realmente uma tola...
— Eh? Disse alguma coisa?
— N-não, não foi nada.
Ao forçar um sorriso – que mais parecia um espasmo de neuralgia facial do que um sorriso propriamente dito – Astha balançou a cabeça.
Já não tinha mais intenção de trazer à tona o verdadeiro motivo pelo qual veio aqui esta noite. O que aconteceu a ela no quarto ao lado já havia sido o suficiente para fazê-la perceber que não tinha esse direito. Não havia necessidade de continuar propagando ainda mais sua própria estupidez. Apenas diria uma última coisa e encerraria tudo...
— E-ei, Padre.. Eu te menosprezei.
Desde o começo, nunca teve a intenção de ouvir suas ideias, e naquele momento também, ignorou seu aviso.
Por isso, não iria dizer algo tão conveniente quanto ‘me ajude mais uma vez’. Apenas queria deixar uma última coisa dita...
— Sinto muito... de verdade. E, obrigada por tudo até agora.
Abaixando-se profundamente em uma reverência, Astha deu meia-volta.
“Pronto, agora está resolvido.”
A partir de agora, seguiria sozinha pela noite.
Não sabia quantos anos isso levaria. Mesmo que conseguisse capturar Endre, era muito mais provável que acabasse sendo morta no processo. Mas, como Inspetora Imperial — uma Kamarás — a ordem de Sua Majestade Augusta era absoluta. Além disso... para uma tola como ela, talvez um destino tão miserável fosse o mais adequado...
— Por favor, espere um instante, Astha-san.
No momento em que estava prestes a sair pela porta, uma voz a chamou por trás. Com hesitação, Astha virou-se... e então, ficou paralisada.
— O-O que está fazendo!?
O que escapou de sua garganta foi um grito de indignação. Em cima da cama, o padre, com a parte superior do corpo coberto de ataduras à mostra, estava tentando tirar o pijama.
—O que? Estou só trocando de roupa. Ah, é meio constrangedor, então não olhe para cá, por favor.
— Do-dobitōku! O que um ferido pensa que está fazendo!?
— Então, como eu disse, estou trocando de roupa... Mas, Astha-san, você não ficaria envergonhado se seu parceiro estivesse de pijama?
— Óbvio que sim! Aliás, você... hã?
Agora há pouco... ele não disse ‘parceiro’?
— O-o quê? Você ainda está disposto a me ajudar?
— Hã? Do que você tá falando? É claro que sim.
O padre levantou o polegar com firmeza para a confusa Astha, que não sabia que expressão fazer.
— Ora, nós não somos parceiros? ...Ah! D-desculpe, eu não deveria ter dito ‘parceiros’, né?
— ......
Nessas horas, como é que se diz aqui deste lado do mundo? Quando o peito esquenta de repente e dá vontade de abraçar a outra pessoa?
Infelizmente, nos materiais de pesquisa que havia estudado, não havia nenhuma descrição de como lidar com esse tipo de situação. Por isso, tudo o que Astha fez foi estender a mão direita trêmula.
— Conto com você... 'tovarish'.
— Digo o mesmo.
Com um grande sorriso, o padre apertou de volta sua mão — e era uma mão surpreendentemente forte.
— Agora, então, sobre nossos próximos passos... Alguma ideia de onde Endre possa estar se escondendo?
— Sim. Tenho. Sem dúvida, ele deve estar indo para Roma.
— Oh? Nesse caso, aeroportos e estações de trem parecem suspeitos. Mas por que Roma? Algum motivo?
— Hum... Aquele cara está... Quem está aí?!
De repente, a porta se abriu. Para protegê-lo, Astha sacou sua espada diante do padre. O leve cheiro de pólvora atiçou suas narinas.
— V-Você!
Ao ver a sombra que se erguia no corredor, Abel gritou.
Um rosto belo, como se usasse uma máscara, uma silhueta elegante e simétrica ── e, de algum lugar, o aroma da pólvora pairava no ar.
— Tres-kun! Você veio mesmo! Astha-san, a sorte finalmente está do nosso lado! Com ele aqui, temos a força de cem homens... Ah, Tres-kun, deixe-me apresentá-los. Esta aqui é do Império...
— Negative. Viscondessa de Odessa, Inspetora Imperial Direta, Astharoshe Asran ── eu sei quem é.
O padre itinerante Tres Iqus não desperdiçou tempo com saudações inúteis. Permaneceu parado à porta e simplesmente vocalizou seu propósito com uma voz sem entonação.
— Informo. A Divisão de Operações Especiais do Departamento de Estado do Vaticano — a AX, a partir deste momento, cessará qualquer forma de assistência a Viscondessa de Odessa... A cooperação foi finalizada. Retorne imediatamente ao seu país.
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— ‘Dorme sob a lagoa, ó Veneza. A noite que flui é a escuridão dos mares. Apenas as ondas que se despedaçam entoam o cântico da morte eterna.’ — Maurice Barrès.
Sobre a superfície escura do mar, o homem recitou um poema antigo.
O vento salgado, carregado com a umidade densa da chuva, brincava com seus cabelos negros que lhe chegavam à cintura. As nuvens que cobriam as duas luas também se moviam rapidamente.
— Parece que, o vento vai soprar bastante no meio da noite. Temos sorte.
O homem virou-se para seu companheiro e esboçou um leve sorriso.
— O alvo também chegou à cidade sem problemas. Quanto a mim, posso iniciar o trabalho a qualquer momento.
— Estou contando com você. Não importa o quão bem eu tenha feito meu trabalho, se você, Kämpfer, não cumprir sua missão, tudo será em vão.
O murmúrio do homem ─ Kämpfer ─ foi respondido por uma voz vinda da escuridão, clara como a de um anjo. No entanto, misturado à brisa noturna, havia o denso aroma de sangue. Do outro lado da escuridão, presas afiadas brilharam sob o luar.
— Aliás, o que acha? Esta roupa me cai bem?
— Fica muito bem em você, Graf. Assim, ninguém suspeitará... Bem, é hora de irmos. Parece que logo vai cair uma chuva.
— Hum. Mas agora que chegou o momento, sinto um leve pesar. Este é o nosso adeus a esta cidade.
— De fato... Um adeus em mais de um sentido.
Sem demonstrar muita emoção, Kämpfer atirou fora o cigarro fino que segurava. Dele subiu no ar, uma fumaça arroxeada, enquanto sua figura esguia girava na direção da noite. Como se o seguisse, outra presença também se dissolveu na escuridão.
...Na escarpa de onde haviam partido o humano e o não humano, o cigarro fino brilhou em vermelho por um momento. Mas, como se fosse levado pelas ondas que quebravam contra a costa ou simplesmente consumido pela escuridão, logo desapareceu de vista.
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Créditos da tradução:
Lutie (◕‿◕✿) ,
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Trinity Blood - Rage Against the Moons Volume I - From the Empire ----------------- ⚠️ ESSA OBRA EM HIPÓTESE ALGUMA É DE MINHA AUTORIA. TRADUÇÃO REALIZADA DE FÃ PARA FÃS. NÃO REPUBLIQUE OU POSTE EM OUTRAS PLATAFORMAS SEM AUTORIZAÇÃO. SE CASO POSSÍVEL, DÊ SUPORTE AOS AUTORES E ARTISTAS COMPRANDO AS OBRAS ORIGINAIS. ⚠️ -----------------
Capítulo 3: Do Império
Ⅳ
〈...Astha.〉
Ela teve a impressão de ouvir a voz de sua parceira e moveu os olhos por trás das pálpebras. Ren — sua parceira — a estava chamando. O que será? Será que era para ir até Sua Majestade de novo...?
— ...Hum!?
A princípio, sua visão estava completamente escura, mas logo percebeu que era porque alguém estava cobrindo seu rosto. Uma capa negra estava estendida sobre Astha, como se a envolvesse em um abraço, permanecendo deitado sobre ela.
— Padre...?
— ...Ah, você recobrou a consciência, não é?
Por trás dos óculos redondos rachados, olhos da cor de um lago invernal sorriram.
Onde estavam? Ao redor, escombros espalhados como as ruínas de uma era antiga. O chão, encharcado de umidade.
— Isso mesmo, Endre! Endre está... guh!
— Não se mova!
Com um rosto estranhamente pálido, Abel agarrou a manga de Astha quando ela tentou se levantar. Uma dor lancinante percorreu seu baixo-ventre.
— Uh!
Ao tocar as bandagens enroladas ali, Astha fez uma careta. Provavelmente, ela tinha sido atingida por uma das bolas de fogo. Era uma queimadura grave.
— Fiz os primeiros socorros. Com sua resistência Methuselah, acredito que ficará bem... mas, até que o resgate chegue, por favor, permaneça quieta.
— Dobitok — Idiota! Enquanto estamos aqui assim, Endre está...
Além das queimaduras, com certeza também estava sangrando. Seu corpo inteiro estava coberto de sangue. Mesmo assim, não pretendia descansar. Endre... Tinha que ir atrás daquele desgraçado!
— Saia da frente, padre! Eu...
— Não se mova!
Mãos inesperadamente firmes agarraram Astha. No entanto, a voz que sussurrou foi, em contraste, rouca e frágil.
— Astha-san... ainda não matou o suficiente?
— Eh?
Finalmente, Astha virou a cabeça olhando ao redor. Entre os escombros, algo semelhante a estacas finas se projetavam em vários lugares. O som da água se misturava a sons de gemidos assustadores, e então...
— Ah...
Aquele lugar estava em ruínas. Mais precisamente, o que restava da Ponte Rialto, que havia caído no canal. As lojas que antes se alinhavam sobre a ponte agora não passavam de destroços miseráveis, espalhados pela superfície do rio. E, entre esses escombros, o que se via era...
Mãos estendidas ao vazio, buscando salvação. Um jovem esmagado sob os escombros enquanto tentava proteger sua amada. Uma mãe reduzida a cinzas, ainda abraçando seu filho... Entre os incontáveis mortos silenciosos, aqueles que perderam suas famílias ou procuravam os pedaços despedaçados de seus próprios corpos gritavam em lamentos frágeis.
— I-Isto é...
Astha olhou, atônita, para suas mãos ensanguentadas – teria sido suas mãos que fizeram isso? Foram suas próprias mãos...?
— P-padre, eu...
Em meio a uma dor que repentinamente se tornara mais intensa, Astha olhou para Abel com a expressão de uma criança que se perdeu do pai. Mas não houve resposta. O rosto do padre, com os olhos suavemente fechados, permanecia sereno, guardando um silêncio translúcido, quase como vidro.
— ...Padre?
Finalmente, Astha percebeu que algo estava errado. Uma grande quantidade de sangue fresco cobria seu corpo ── mas, a mais poderosa força vital deste planeta já estava restaurando todas as suas feridas. Então, de quem era esse sangue? Se ela realmente tivesse perdido tanto assim, o instinto vampírico único dos Methuselahs — a ‘sede’ — já a teria feito perder completamente a razão. Ou seja, esse sangue não era de Astha...
— P-padre!
De cima da jovem que soltou um grito de terror, o corpo de Abel deslizou lentamente para baixo. Atravessando seu peito esquerdo pelas costas, havia uma longa lança de vidro.
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— ...Isso conclui o itinerário da visita de Sua Santidade a Veneza, que começará depois de amanhã. A inspeção das comportas móveis coincidirá com a grande missa de Sua Santidade, mas se desejar ver a maré alta, não há outra opção na agenda...
— Está bem. Eu não me importo.
Depois de cruzar as pernas, a Cardeal Caterina Sforza esboçou um sorriso para tranquilizar seu secretário.
— Se eu participar da Grande Missa, o Duque de Florença vai desconfiar de algo... Então, vamos deixar o andamento da missa por conta do Bispo de Veneza.
Ela e o Duque de Florença — o Cardeal Francesco di Medici, seu meio-irmão — travavam uma luta secreta, que envolvia o irmão mais novo, o atual Papa — não havia quem em Roma que não soubesse disso. O secretário limitou-se a sorrir vagamente.
— Com licença... Eminência. É de Veneza.
Embora fosse a hora habitual de meditação matinal, como Ministra do Estado e responsável pela diplomacia do Vaticano, Caterina recebia visitantes ininterruptamente. Ela deu uma rápida olhada na nota apresentada, mas apenas acenou levemente com a cabeça e não disse nada.
— Isso foi tudo para relatar? Então, todos, retirem-se.
Após terminarem os relatórios matinais, todos saíram da capela. Sozinha, Caterina, que ficou para meditar, tocou suavemente a têmpora com os dedos.
— ...Irmã Kate.
〈Sim, Eminência.〉
À frente do altar, em um espaço vazio, a figura de uma freira apareceu. Um sorriso refinado estava presente em seu rosto, onde havia uma marca de nascença abaixo dos olhos.
〈É do Padre Abel, não? O trabalho foi concluído com sucesso?〉
— Más notícias... Um acidente aconteceu em Veneza.
〈Vou procurar os dados, então, por favor, aguarde um momento... O que é isso! Uma guerra aconteceu?!〉
— Não sei. Mas, parece certo que está relacionado com o tal 'Império'.
Não houve alteração na voz da 'Dama de Ferro'. Porém, no fundo de seus olhos da cor de navalhas, uma raiva intensa e um profundo desânimo reluziram.
“Era a última chance de estabelecer um canal de comunicação com o 'Império', e ainda assim...!”
O ‘Império da Verdadeira Humanidade’ — ‘Tsala Methsaluth’ — O último e maior domínio da Terra, governado pelos vampiros.
Este Estado não-humano, que abriga inúmeros vampiros e uma variedade de superarmas que transcendem o conhecimento humano, sempre foi o maior inimigo potencial do Vaticano, representante da humanidade. Embora nos últimos séculos não tenha havido um confronto direto, era mais do que evidente que o dia em que se decidiria a supremacia entre os dois lados chegaria inevitavelmente. Pode-se dizer, sem exagero, que todas as atividades do Vaticano existiam para esse momento.
O plano de Caterina, de estabelecer um canal de negociações diplomáticas com esse inimigo mortal, era uma aposta perigosa que, caso fosse descoberta por seus próprios aliados, poderia ser condenada como traição. Se isso chegasse aos ouvidos de seu rival político, Francesco, ele certamente aproveitaria a oportunidade com grande entusiasmo para derrubá-la e desmantelar completamente a Seção Especial AX. No pior dos casos, ela própria corria o risco de ser julgada em um tribunal da Inquisição.
Mesmo assim, a "Dama de Ferro" se arriscou em cruzar essa ‘ponte perigosa’ porque havia uma ameaça ainda mais distinta. Nem vampiros, nem humanos. Um terceiro inimigo...
“Eventualmente, teremos que lutar. Porém, agora... pelo menos por agora, entrar em conflito com o "Império" não é estratégico...”
Exatamente por isso, esta tentativa foi conduzida com o máximo de cautela. Um criminoso, encontrado por acaso dentro do território do Vaticano, teve sua localização informada ao Império. Para isso, foram concedidas facilidades aos seus investigadores dentro das fronteiras. E, apenas por essa pequena ação, quão grande foi o preço que ela teve de pagar?
No entanto, tudo isso chegou ao fim. Por causa de uma única pessoa... devido a insensatez de apenas uma pessoa!
“Uma batalha urbana no meio do carnaval!?”
Era um ato de insensatez difícil de acreditar. Teria sido um erro, desde o início, esperar que eles — os vampiros — tivessem a mesma mentalidade que os humanos? Seja como for, nem mesmo o poder político de Caterina poderia mais encobrir isso. Antes que o Tribunal da Inquisição entrasse em ação, seria necessário destruir as provas...
— Irmã Kate, dirija-se imediatamente para Veneza. Primeiro, garanta a custódia da tal inspetora.
〈Entendido. Bem... Mas, afinal, o Conde de Zagreb continua desaparecido. Será que a inspetora aceitará retornar de mãos vazias?〉
— Agora que as coisas chegaram a esse ponto, a vontade dela já não importa. Se ela se recusar a voltar...
O monóculo brilhou. Olhando por cima dos ombros, no canto da capela, sob a estátua do Anjo da Condenação, estava um padre de pé imóvel.
— Você sabe qual ação a ser tomada nesse caso, certo?
— Positive.
A resposta veio em uma voz completamente desprovida de qualquer entonação.
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Créditos da tradução:
Lutie (◕‿◕✿) ,
#trinity blood#abel nightroad#rage against the moons#novel#from the empire#do império#methuselah#krusnik#crusnik#caterina sforza#ax#tradução#astharoshe asran#endre kourza
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Trinity Blood - Rage Against the Moons Volume I - From the Empire ----------------- ⚠️ ESSA OBRA EM HIPÓTESE ALGUMA É DE MINHA AUTORIA. TRADUÇÃO REALIZADA DE FÃ PARA FÃS. NÃO REPUBLIQUE OU POSTE EM OUTRAS PLATAFORMAS SEM AUTORIZAÇÃO. SE CASO POSSÍVEL, DÊ SUPORTE AOS AUTORES E ARTISTAS COMPRANDO AS OBRAS ORIGINAIS. ⚠️ -----------------
Não sabe por onde começar? Confira o Roteiro de Leitura (。•̀ᴗ-)✧!!!
Capítulo 3: Do Império
Ⅷ
〈Improperium exspectavit cor meum et miseriam (E assim, meu coração aguardou a desonra e a miséria)...〉
Ao som do canto devocional ‘Improperium’ do coro de meninos, as portas se abriram.
Guiados pelo sacerdote que balançava o incensário, uma fila de clérigos trajando albas com capuzes entrou solenemente. Para a comitiva dos governantes mais poderosos do mundo, o número parecia pequeno, mas isso se devia ao tamanho da catedral.
Trinta metros abaixo da Basílica de São Marcos — com o coro infantil já posicionado, um punhado de guardas cerimoniais e o grupo de clérigos que entrava, não havia mais espaço sequer para um alfinete na cripta.
〈Et sustinui qui simul mecum contristaretur et non fuit; consolantem me quaesivi et non inveni. (Não há ninguém que chore comigo, ninguém que me console)...〉
Enquanto os sacerdotes entoavam seus cânticos, o Papa, com o capuz puxado até os olhos, inclinou reverentemente a cabeça diante do altar sacramental. Em silêncio absoluto, depositou sobre o altar a caixa contendo a relíquia sagrada. Assim que o ritual foi concluído, o bispo de Veneza, que assistia à cerimônia, começou a recitar a oração em voz alta.
— Kyrie Eleison. Christe Eleison. Media vita in morte sumus. Quem clamamus ad te, Domine? Quia te, Domine, Kyrie Eleison....Amém. (Senhor, tende piedade. Filho de Deus, tende piedade. Nós, que estamos vivos, mas ao mesmo tempo imersos na morte. A quem clamaremos por salvação? Portanto, tende piedade... )
O Papa se ergueu, segurando a mão do bispo assistente, e retirou-se do altar. Normalmente, a cerimônia prosseguiria com a comunhão e outros ritos sagrados, mas isso foi omitido do protocolo. Diz-se — embora seja apenas um rumor — que este Papa, o mais jovem da história, sofre de uma fobia social extrema e, certa vez, chegou a desmaiar de medo durante uma missa. No estranho silêncio que se seguiu, o jovem Papa caminhava hesitante em direção à porta...
Uma voz límpida ressoou nos ouvidos dos presentes naquele momento.
— Alessandro XVIII, 399º Papa da Santa Sé — tenho negócios a tratar com você.
Todos se viraram para olhar. No meio do coro, um garoto se ergueu. Sob sua túnica esvoaçante, um machado colossal brilhava com um esplendor sinistro.
— Meu nome é Endre — Endre Kourza, Conde de Zagreb, do Império da Verdadeira Humanidade! Vocês, primatas insolentes que ousam se rebelar contra nós, entreguem suas cabeças sem resistência!
O acontecimento foi tão repentino que até os guardas hesitaram em erguer suas armas. Como um demônio de beleza angelical sob o efeito da ‘Aceleração Haste’, ele saltou sobre as cabeças dos presentes em meio à comoção. Então, sem que o atônito Papa pudesse reagir, a lâmina assassina desceu sobre sua cabeça...
— O quê...!?
Num instante fugaz, com um som cristalino, o corpo de Endre foi violentamente lançado para trás. Pousando contra a parede adornada por um magnífico mosaico, sua bela fisionomia estava distorcida pelo espanto.
— I-Isso é impossível...! Você é!?
— ...Quem deve se comportar és tu, Endre.
Com uma voz grave, o capuz do Papa caiu.
Sobre os cabelos descoloridos em um tom de marfim, uma mulher ergueu uma robusta espada militar. Ao encarar aqueles olhos cor de âmbar, um som engasgado escapou da garganta do velho vampiro.
— M-maldita... Astharoshe Asran! Por quê está aqui!?
— Endre Kourza, em nome do Pai, do Filho e do Espírito Santo, você está preso sob suspeita de quarenta assassinatos.
O bispo de Veneza que o auxiliava — ou melhor, aquele que estava apenas fingindo ser ele — gritou enquanto ajustava os óculos grossos como o fundo de uma garrafa de leite.
— Resistir é inútil! Renda-se imediatamente!
— M-mas....como!?
A reação foi rápida demais! E o Papa? Onde estava o verdadeiro Papa!?
— No cofre do Sr. Marco Colleoni, que você assassinou, encontramos uma anotação ── dizia que ele foi coagido a falsificar a inspeção da Eucaristia, com sua filha feita de refém. A cerimônia foi cancelada... Ah, e todos os sacerdotes aqui são membros da AX. Você não tem mais para onde fugir. Recomendamos fortemente que se desarme e se entregue.
— A anotação foi encontrada pela família do falecido ao organizar seu testamento. Se não tivesse matado aquele homem, jamais a teríamos descoberto. Renda-se, tolo que cavou sua própria cova com sua brutalidade! Você não tem mais para onde fugir!
Os sacerdotes, em uníssono, puxaram rifles debaixo de suas vestes. O som do engatilhar das armas ecoou ao mesmo tempo.
— Ha! Me misturar ao coral e tomar a dianteira acabou sendo meu erro... Mas ainda assim...
Com um sorriso cheio de desprezo, o garoto curvou os lábios em uma expressão de escárnio cheia de ódio.
— Render-me, é isso!? Não me faça rir, sua pirralha!
— Abaixe-se!
No instante em que a mão de Endre girou no ar, Astha arrastou Abel para o chão. A grande lâmina do machado voou rugindo pelo ar, cortando a imagem residual deixada para trás.
— Lembre-se disso, Astharoshe... Agora venha, moleque!
— Espere, Endre!
O velho vampiro partiu em disparada, arrastando consigo um garoto do coral. Astha correu atrás deles, seguida pela voz aflita de Abel.
— Astha-san, não vá tão longe na perseguição... Ah, já era! Pessoal, cuidem das crianças!
Enquanto isso, Endre estendia sua mão esguia em direção ao altar ao fundo. Com um estrondo ensurdecedor, a estrutura de quase uma tonelada foi derrubada, revelando um buraco aberto ── os restos de um túnel da época anterior ao 'Grande Cataclismo (Armageddon)'. O velho vampiro saltou para dentro, e Astha seguiu logo atrás, lançando-se também pela abertura.
— Não vai escapar!
A luz da tinta fluorescente pintada nas paredes fazia o túnel parecer estranhamente esbranquiçado. As sombras dos Methuselahs, correndo a toda velocidade sob o efeito da 'Aceleração Haste', eram impossíveis de serem captadas pelo olho humano. Porém, devido à sua juventude, Astha conseguiu superar ligeiramente a velocidade de Endre.
— É o fim, Endre!
O velho vampiro corria a toda velocidade, segurando a criança firmemente ao lado. No instante em que uma espada militar brilhou impiedosamente em um único golpe na direção de suas costas...
— O quê...!?
Porém, um momento antes de cortar o fundo da cena, a lâmina afiada foi repelida sem emitir som algum.
Ao redor do vampiro que saltou para o lado, giravam oito esferas prateadas.
— A-Aegis!
— Kuhaha! Jogue fora sua arma, Viscondessa de Odessa.
No instante em que se virou, Endre desativou seu estado de ‘Aceleração Haste’. Ele deslizou os dedos pelo pescoço do garoto desmaiado.
— Essa é a segunda vez... Não, se contarmos quando matei sua parceira, essa é a terceira, não é? Então, Astharoshe-kun, se valoriza a vida desse garotinho, que tal largar sua arma?
— .....
Por um instante, a imagem de sua antiga parceira, despedaçada, cruzou sua mente. No entanto, não levou muito tempo para que Astha largasse sua espada militar.
— Muito bem, não fique tão tensa... Interromper a melhor parte, que audácia! Acho que isso merece uma punição.
Puxando a espada militar cravada no chão de pedra, Endre sorriu. Sua longa língua deslizou sobre a lâmina prateada.
— Vou te avisar: não pense que esta é minha única carta. Não importa o que aconteça, o Papa que você salvou vai morrer. Já tomei providências para isso.
— Se está falando da comporta móvel, outros já estão a caminho... Esta cidade não afundará.
— Oh! Então você sabia até disso!
Endre estreitou os olhos, como se estivesse impressionado.
— Ora, ora... Parece que exagerei na brincadeira. Achei que não passava de uma garotinha e subestimei você. Mas isso acaba aqui. O pecado de atrapalhar minha ambição é grave, Astharoshe-kun.
— Endre, seu maldito, você cometeu dois erros. Primeiro, eu não estava sozinha...
Diante da morte iminente, Astha permaneceu estranhamente calma, olhando de volta para o rosto de Endre.
— E além disso, que diabos de 'ambição' é essa!? Tsk, não me faça rir! Um mero pervertido como você falando de grandeza? Não diga besteiras!
— O- O que foi que disseste...!?
Era uma fala extremamente insolente, mas aparentemente, Endre sequer conseguiu entender de imediato o insulto que recebera. Com os olhos arregalados de confusão, ele ficou sem reação. Foi então que Astha desferiu outro golpe impiedoso com suas palavras afiadas.
— Finge ser um artista, mas não passa de um covarde inútil, com um ego inflado além da conta. Quer ser reconhecido pelos outros, mas não tem talento algum — e tampouco se esforça para compensar isso. E no fim, tortura e mata os terrans só para alimentar essa ilusão ridícula de grandeza...? Tsk! Um pervertido covarde como você ousa chamar isso de 'ambição'? Não me faça rir. Só de ouvir, já fico constrangida.
— Ah...
A beleza angelical empalideceu por um instante, depois ruborizou, e por fim ficou completamente transtornada.
— Sua pirralhaaaaaaaa!
Ao redor de Endre, as esferas de prata caíram ao chão com um som seco. No lugar delas, ergueu-se uma espada militar, e do fundo da garganta do velho vampiro irrompeu um rugido feroz.
— Uma desgraçada como você... uma desgraçada como você, acha que entende alguma coisa!? Eu sou diferente! Eu não sou como os outros! E mesmo assim, eles não me reconheceram! Por isso, por isso... por isso, eu... aaaaah!
Um raio de luz, como um relâmpago, disparou direto ao coração de Astha. Com as gengivas à mostra, Endre soltou um grito ensurdecedor.
— Morra, pirralha!
— Agora, parceiro!
O estrondo da pólvora ressoou pelo túnel, mas não foi especialmente alto. Ainda assim, teve força o suficiente para derrubar o velho vampiro enfurecido no ar.
— Guh... guooooaaahhh!
O pequeno corpo, dobrado no ar em forma de 'く', quicou contra a parede uma vez, foi lançado contra o chão e saltou novamente. Agarrando o abdômen, contorceu-se de dor sobre o chão. Para um Methuselah, o elemento mais odioso de todos — uma bala de prata — havia perfurado sua cavidade abdominal e se alojado na coluna vertebral.
Do outro lado do túnel — bem na sombra de Astha — Endre soltou um grito estridente em direção ao padre de cabelos prateados.
— T-Terran...! M-me enganaste, Astharoshe!
– Não achei que cairia numa armadilha tão patética.
Chutando impiedosamente o caído ‘Aegis’, Astha sorriu com malícia.
Mesmo a arma de defesa absoluta, Aegis, carregava uma falha fatal em combate real — enquanto o campo magnético estivesse ativado, ataques de dentro para fora eram impossíveis.
— Mandou bem, padre.
—O que tem de ‘mandou bem’? Não me faça passar nervoso! Você foi correndo na frente e me deixou para trás.
Com o revólver ainda soltando fumaça em uma das mãos, o padre de cabelos prateados arfava.
— Só deu certo porque combinamos antes... No fim das contas, eu não tenho nem um pingo de confiança na minha pontaria.
A expressão dele era tão hilária que Astha explodiu em risadas. Enquanto ria...
— Não, não, eu acreditei em você, tovarish... Você fez um ótimo trabalho!
— Ah, aí vem você de novo, só me chamando de tovarish quando convém... Opa! Essa é a primeira vez que vejo a Astha-san sorrindo. Que linda!
— ...Dobitōku (Idiota)
Ao desviar o olhar, Astha fez um beicinho — mas ainda assim, não conseguiu esconder o rubor em suas bochechas.
Agora, com isso o trabalho estava concluído. Agora, só restava escoltar Endre de volta ao seu país. Com isso, a despedida deste mundo detestável — e a saudosa pátria estará à sua espera.
A querida capital imperial. Um retorno triunfal, repleto de orgulho. Mas...
— ......Fui muito ajudada por você, Padre.
— De nada.
O padre inclinou levemente a cabeça, seu sorriso continuava despreocupado como sempre. Como se estivesse diante de algo ofuscante, Astha estreitou os olhos ao olhar para ele.
Provavelmente, nunca mais se encontrariam...
Por mais longo que fosse, em no máximo, cinquenta anos, aquele rosto retornaria à terra. Astha tentou gravá-lo em sua mente. Eternidade ── talvez não fosse o caso, mas, para Astha, que passaria os próximos trezentos anos sem mudanças, cinquenta anos eram apenas um instante. Mesmo que um dia voltasse a pisar nas terras do "exterior" e cruzasse caminho com ele, Astha provavelmente não reconheceria seu rosto envelhecido.
— Grave bem o meu rosto.
Por isso, Astha disse:
— Eu não me dou ao trabalho de lembrar de cada um de vocês, Terrans imbecis e estúpidos. Portanto, és tu quem deve me chamar primeiro. Quando esta terra se tornar território do Império, talvez, por consideração aos velhos tempos, eu te conceda um cargo ── algo como caçador de pulgas para os meus gatos.
— Aguardarei ansioso por isso.
Com um sorriso leve, o padre apertou a mão estendida de sua parceira.
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Roteiro de Leitura (。•̀ᴗ-)✧!
Créditos da tradução:
Lutie (◕‿◕✿) ,
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Trinity Blood - Rage Against the Moons Volume I - From the Empire ----------------- ⚠️ ESSA OBRA EM HIPÓTESE ALGUMA É DE MINHA AUTORIA. TRADUÇÃO REALIZADA DE FÃ PARA FÃS. NÃO REPUBLIQUE OU POSTE EM OUTRAS PLATAFORMAS SEM AUTORIZAÇÃO. SE CASO POSSÍVEL, DÊ SUPORTE AOS AUTORES E ARTISTAS COMPRANDO AS OBRAS ORIGINAIS. ⚠️ -----------------
Capítulo 3: Do Império
Ⅲ
No início, todos pensaram que era o brilho de fogos de artifício.
Quando perceberam que, de alguma forma, não era isso, as janelas da suntuosa mansão voltada para o Grande Canal foram lançadas pelos ares como se tivessem explodido.
— E-Explosão!?
— Não eram fogos de artifício?
Vozes como essas se ergueram da base da ponte e entre os passageiros das gôndolas.
Porém, poucos perceberam que, do meio daquela explosão, duas silhuetas saltaram para a escuridão.
SHAAAAAAAAAAH!
A garganta de Astha, que corria velozmente pela parede da mansão, soltava um ruído áspero horripilante, semelhante ao silvo de uma cobra venenosa. No entanto, sua velocidade era rápida demais para ser captada pelos nervos ópticos humanos, de modo que, para uma visão dinâmica comum, não passava de um borrão indistinto.
A “Aceleração Haste’ ── Ao estimular anormalmente todo o sistema nervoso, o usuário adquiria, por um curto período de tempo, uma velocidade de reação quase vinte vezes superior ao normal. Um poder concedido por alguma entidade desconhecida àqueles cuja existência pertencia à noite.
No tempo que fluía estranhamente devagar, Astha brandiu sua arma mortal em uma velocidade que ultrapassava a do som.
A lança de Gáe Bulg — este sistema de geração de jato de plasma, transmitido pela Casa do Grão-Príncipe de Kiev, ionizava gás xenônio (Xe) com pressão luminosa a laser e o ejetava de uma câmara de vácuo. O plasma resultante, de alta temperatura e densidade, cortava qualquer matéria com facilidade, sendo a arma de combate corpo a corpo definitiva. Entre as supertecnologias do Império conhecidas como 'Herança', essa se destacava como uma das mais poderosas para o combate de curta distância.
E agora, a torrente de íons de xenônio (Xe), que jorrava da ponta da lança, transformou-se em um longo chicote vermelho que rasgou o ar. Como se respondesse à intenção assassina de sua mestra, ele varreu a bela silhueta do antigo vampiro.
— Oh! Isso foi perigoso. Perigoso♪
No entanto, quando o jato de plasma transformou o ar noturno em ozônio e calor, a silhueta de Endre já estava em pleno salto, mergulhada na escuridão. Ainda no estado de ‘Aceleração Haste’, ele saltou para a superfície do rio. Por acaso, bem ali flutuava uma gôndola, que, junto com seus infelizes passageiros, foi rachada ao meio como se tivesse sido atingida em cheio por um canhão, afundando em meio a uma explosão de água.
— Não vai escapar!
Lançando-se também em direção ao rio, Astha seguiu a silhueta do inimigo quase correndo sobre a superfície da água. Mais uma vez, ele brandiu sua ‘Lança’, que se estendeu por cerca de trinta metros. Em um instante, a água que evaporou instantaneamente causou uma explosão de vapor. No meio da névoa que se espalhou rapidamente, Astha impulsionou-se do fundo do rio e saltou para aterrissar sobre a fileira de balaústres que formavam o parapeito da ponte.
— Droga, onde está!? Para onde ele foi?!
Aos olhos do Terrans, a figura dela, que havia desfeito o estado de ‘Aceleração Haste’, devia parecer como se tivesse surgido do nada. Todos os pedestres, sem exceção, estavam de olhos arregalados.
A essa altura, o vestido já estava em farrapos devido à pressão do vento da ‘Aceleração’ e à explosão. A máscara também estava parcialmente destruída, mas para Astha, isso era o de menos. Com um gesto brusco, ele afastou os cabelos desgrenhados e tentou recuperar o fôlego com esforço.
“Droga... onde ela está...!”
O estado de ‘Aceleração Haste’ havia durado menos de um minuto, mas ainda assim, foi um uso excessivo de poder. Suas sinapses queimavam de calor. No entanto, o ódio e a ira superavam completamente a dor lancinante que dilacerava seu corpo.
— Vou te matar... com toda certeza, vou te matar!
Até um minuto antes de encontrá-lo, ela não tinha intenção de matar... Não, para ser exato, ela achava que tinha suprimido esse desejo. Pretendia capturá-lo e levá-lo de volta ao seu país — como um Inspetora de Supervisão Direta, ela planejava cumprir o decreto de Sua Majestade Augusta.
No entanto, no momento em que viu o rosto dele e ouviu sua voz, algo se rompeu dentro de Astha...
“Onde ele foi, onde...”
— Está procurando por alguém?
Ao ouvir uma voz que soava como sinos tilintando, Astha ergueu os olhos.
No topo do arco da ponte de pedra, sobre o teto curvo, uma bela sombra estava de pé. Para aqueles que não o conheciam, poderia até parecer um anjo. Não fosse pelo fato de que, no rosto inocente, seus olhos da cor que se assemelhavam ao do latão exibiam um sorriso perverso.
— Lembro-me... Naquela vez também, era uma noite de lua como esta...
Diante do olhar flamejante de Astha, o jovem — Endre — sorriu como se recordasse tempos antigos.
À sua frente, uma jovem, com o rosto contorcido de medo, estava imobilizada. Provavelmente, uma simples transeunte azarada que passava pelo local. Com elegância, ele arrancou a máscara que tremia pelo medo e, estendendo a longa língua, lambeu as lágrimas que escorriam por suas bochechas.
— O que houve? Você ficou quieta... Por acaso, não ia me matar?
— ....!
As presas cerradas de Astha perfuraram seus lábios.
Sim, naquela vez também foi assim. A única diferença era que, naquela época, era ela...
— Naquela época, quem tremia em meus braços era você, Astharoshe-kun... era você, não era? E agora, no lugar onde você está, quem estava era a filha do Conde, Len János... sua preciosa parceira, não era?
— Pare...
— Oh, a filha do Conde também disse isso. ‘Pare, não toque em Astha’.
O velho vampiro riu de maneira divertida. — E então, eu disse à jovem dama que, se quisesse salvar sua parceira, deveria largar sua arma — e ela largou —
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— Pare....
As garras de Endre cravaram-se na testa da garota. Gotas vermelhas escorreram por sua pele pálida — Como o sangue que escorreu da testa de Astha naquela vez. E então, dentro daquela visão avermelhada...
— Eu cortei fora a cabeça daquela garota desarmada... assim!
— PAAAAREEEEEEEEEEEEEEE!
Sobre o teto curvo, uma fonte escarlate jorrou. Sem sequer ter tempo para soltar um grito, a cabeça da garota foi arrancada.
— UAAAAAAAAAAAAAH!
O teto, atingido diretamente pela ‘lança’, foi completamente obliterado. Naquele instante, o velho vampiro já havia ativado ‘Aceleração’ novamente.
— Tsc...!
Perseguindo-o, Astha estava prestes a entrar na ‘Aceleração’ pela segunda vez quando...
— Astha-san!
Ela ouviu uma voz chamando por ela.
Diante do massacre em frente aos seus olhos, do meio da multidão mergulhada no caos, alguém gritava o nome de Astha.
— Não pode! Se lutar aqui... esqueceu da promessa!?
— Promessa? Aquilo foi...
Com uma expressão que parecia uma mistura de choro e riso, Astha gritou.
— Aquilo foi mentira!
A ‘Aceleração Haste’ foi ativada.
Ao mesmo tempo, um salto.
Como um falcão perseguindo um pequeno pássaro, ela correu em disparada, em direção à pequena sombra fugindo para a parte superior do canal.
— Endreeeeeeeeee!
Duas, três vezes ── a ‘lança’ brandida em meio aos seus movimentos era completamente evitada, e a cada vez, buracos profundos eram perfurados nas paredes ao longo do canal. Ela teve a impressão de ouvir gritos em algum momento, mas sua consciência, envolta em uma névoa vermelha, não os registrava. Tudo o que via em seu campo de visão era apenas a pequena sombra fugindo à sua frente.
— Eu vou te matar! Eu vou te matar, com certeza!
Em meio a um tempo que parecia infinito e ao clamor agonizante de todas as suas sinapses, de repente, a velocidade de Endre à frente diminuiu — o limite da 'Aceleração Haste' havia chegado. Sem perceber, os dois haviam retornado para perto da ponte. Ao redor, estava repleto de Terrans. No entanto, sem hesitar, Astha brandiu sua 'Lança' —
De repente, a figura de Endre desapareceu.
— O quê!?
O chicote de íons de Xenônio cortou inutilmente o ar da noite. Enquanto inalava o cheiro do oxigênio queimado, Astha moveu os olhos em desespero, como se estivesse perdida.
“Onde... onde ele está!?”
— É o fim, Astharoshe-kun.
Uma voz fria ecoou no ar.
E então, Astha viu — Sobre sua própria sombra refletida na superfície do rio, uma segunda sombra, menor, sobreposta a ela.
— De cima!?
Não havia tempo nem para mover o olhar. Confiando apenas em seu instinto, ela girou o pulso. E, ao mesmo tempo, a ‘Lança’ saltou para cima como uma víbora.
“Consegui!”
O chicote de íons de xenônio acertou seu alvo. A corrente de jato de dezenas de milhares de graus incinerou instantaneamente o velho vampiro ──
Porém, enquanto Astha vislumbrava o fim de sua vingança, o que alcançou seus ouvidos foi uma risada que soava como o tilintar de um sino.
— Ingênua, não é mesmo, Astharoshe Asran?
No instante em que a gargalhada ecoou, a noite ao redor transformou-se em algo tão brilhante quanto o meio-dia.
Pouco antes de atingir a sombra do inimigo, a 'lança' colidiu contra uma espécie de barreira. O plasma repelido fragmentou-se em inúmeras esferas incandescentes, chovendo sobre a Ponte Rialto e as centenas de pessoas que lá estavam...
— E... Escudo de Defesa Absoluta ‘Aegis’...!
No instante em que seu golpe fatal foi repelido, Astha viu — ao redor do garoto, flutuavam oito esferas metálicas.
Sistema de Escudo de Campo Magnético Absoluto ‘Aegis’ ── Brilhando opacamente, elas orbitavam ao redor de Endre como se fossem planetas girando em torno de uma estrela. O campo magnético colossal que se estendia entre elas foi o que inverteu e dispersou a ‘Lança’.
“Desculpe, Len... Não consegui vingar você...”
Enquanto observava uma das bolas de fogo fragmentadas se aproximar diante de seus olhos, a consciência de Astha, completamente exaurida pelo ‘Aceleração Haste’, foi abruptamente extinguida.
Apenas, instantes antes de ser engolida pela escuridão, de quem era a voz que chamou seu nome...?
Curiosidades
Aegis é o escudo lendário de Zeus e Atena na mitologia grega. Pode ser traduzido como "Égide"
Sistema de geração de jato de plasma - Esse conceito remete a tecnologias reais de propulsão a plasma, no mundo de TB é aplicada como arma.
Ionização por pressão luminosa - laser - A ideia de usar laser para ionizar gás xenônio faz sentido na física moderna, pois laser pode excitar átomos e transformá-los em plasma.
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Créditos da tradução:
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Trinity Blood - Rage Against the Moons Volume I - From the Empire ----------------- ⚠️ ESSA OBRA EM HIPÓTESE ALGUMA É DE MINHA AUTORIA. TRADUÇÃO REALIZADA DE FÃ PARA FÃS. NÃO REPUBLIQUE OU POSTE EM OUTRAS PLATAFORMAS SEM AUTORIZAÇÃO. SE CASO POSSÍVEL, DÊ SUPORTE AOS AUTORES E ARTISTAS COMPRANDO AS OBRAS ORIGINAIS. ⚠️ -----------------
Capítulo 3: Do Império
Ⅱ
Se a Praça de São Marcos, que abriga o Palácio do Governador e a Basílica, podia ser considerada o rosto de Veneza, então, sem dúvida, a parte visceral da cidade — o local que sustenta todo o consumo e desejo urbano — era aqui, nos arredores da Ponte de Rialto.
Aos pés da imensa ponte em arco que se estendia sobre o Grande Canal, fileiras de lojas vendiam os mais diversos produtos. Ao longo do rio, clubes, restaurantes, cassinos e bordéis competiam em um espetáculo de elegância e esplendor, e mesmo sendo tarde da noite, a iluminação fazia parecer como se fosse pleno dia.
— A máscara mais refinada é o próprio rosto.’ — Tire. Então, isso significa que nós estamos usando uma máscara — uma persona — sobre outra máscara?
Naquele exato momento, de uma gôndola que havia descido pelo canal, um casal desembarcou de mãos dadas. Eles usavam máscaras ricamente decoradas: a da ‘Donzela Apaixonada’ — a ‘Innamorata’ e a do ‘Médico’, com seu característico bico longo como o de um pássaro. Observando os amantes apaixonados, o homem à janela segurou entre os lábios um cigarro fino como uma agulha.
O que cobria metade de seu rosto era a máscara do ‘Estrategista’ — o Arlecchino. O terno preto, impecavelmente ajustado, e os cabelos negros que lhe desciam até a cintura criavam um contraste assombroso com a máscara branca.
— Se não ocultarmos nossa existência com tanto cuidado, nem sequer poderemos tocar o mundo... Que criaturas adoráveis somos nós.
— O que quer que aprecie, isso é problema seu, mas não me inclua nesse ‘nós’, Senhor ‘Estrategista’.
Quem respondeu ao lamento do ‘Estrategista Arlecchino’ com uma voz cristalina como o tilintar de um sino foi a outra pessoa presente naquela sala da gerência — uma pequena silhueta sentada de pernas cruzadas sobre a escrivaninha de madeira roseada.
Ali estava um garoto de uma beleza deslumbrante. Mesmo sob a iluminação fraca, seu rosto angelical parecia brilhar. No entanto, por que será que, em meio a um semblante tão infantil, que mal parecia ter ultrapassado os dez anos, seus olhos da cor de bronze turvavam-se de maneira pegajosa, como os de uma serpente milenar?
— Que tal, quer também tomar uma dose?
— Infelizmente, quando estou em viagem de negócios, sempre decido pelo vinho local.
— Que pena... Bem, vocês, terrans, jamais compreenderiam este sabor requintado.
O jovem — o Conde Endre Kourza de Zagreb torceu o lábio superior em um sorriso, ergueu a jarra sobre a mesa e verteu o líquido rubro e espesso na taça de cristal de gelo, esvaziando-a em um só gole.
— Hum, delicioso... Ah, falando nisso, este também era de Veneza.
— A filha daquele avaliador?
— Ela estava insistindo muito que queria ver a família. Então decidi deixá-la encontrar com eles.
Lambendo o vermelho ao redor dos lábios, o garoto emitiu um som satisfeito na garganta, como se estivesse se divertindo. Sendo ele detentor de uma beleza quase angelical, seu riso, semelhante ao grasnar de um pássaro monstruoso, era de um extremo desconforto.
No entanto, o ‘Estrategista’ de cabelos longos não parecia ter qualquer sentimento especial a respeito. Sutilmente encolhendo os ombros...
— Gostaria que evitasse movimentos muito chamativos, Graf. Ontem à noite, um amigo do seu Reich veio nos visitar... Conhece uma certa Fräulein chamada Astharoshe?
— Astharoshe?
Endre ergueu a sobrancelha. Seu olhar, dirigido ao 'Estrategista Arlecchino', endureceu sutilmente.
— Astharoshe Aslan? Hah! Parece que subestimaram este Endre! Mandar uma garotinha que acabou de aprender o gosto do sangue... Ou será que a escassez de talentos em Tsala chegou ao extremo?
— O problema não é ela em si. O verdadeiro problema é o fato de que o Vaticano tomou medidas para convidá-la. Não, na verdade, Graf...
Os olhos do ’Estrategista Arlecchino’ fixaram-se no belo rosto do anjo.
— Graf, nestas últimas semanas, o senhor deliberadamente tornou pública a sua presença. ── Para atrair aquela garota.
‘Me pegou, hein?’ — Com essa expressão, Endre mostrou a língua de maneira brincalhona. Coçando a cabeça com um leve constrangimento.
— Não, tenho uma certa conexão especial com aquela garota. Pensei em mostrar a ela a conclusão desse plano...
— Por causa de algo assim? Vossa Excelência, conhece a Divisão Especial do Departamento do Estado do Vaticano que a convocou ── a chamada AX?
— Não conheço esse nome.
— É uma agência especial criada pelo Vaticano para lutar contra nós. E, no momento, é a única organização que possui meios para enfrentar a nossa Ordem. Agora que eles detectaram sua presença, elementos de incerteza consideráveis foram introduzidos no plano em questão...
— Senhor Kämpfer.
— Ja.
A voz de Endre não era alta. No entanto, o estrategista de longos cabelos, O Arlecchino ── Kämpfer, endireitou a postura e silenciou-se, como se prestasse atenção respeitosa às palavras do jovem.
— Sr. Kämpfer, por acaso, pretende opinar a mim?
— Nein, de forma alguma.
— Então cale-se. Não acredito que primatas desprezíveis como vocês possam compreender o orgulho e a dignidade de nós, nobres.
Entre seus lábios finos, dentes semelhantes a pérolas rangeram. E por entre eles, transbordou um lamento impregnado por um ódio venenoso e avassalador.
— Os malditos do meu país ── só porque matei meros trezentos primatas de vida curta, ousaram me chamar de louco, aqueles tolos! Precisamos mostrar a eles, de forma clara e definitiva, o que é a verdadeira justiça! Caso contrário, este plano não terá sentido algum!
— Jawohl... Minhas mais sinceras desculpas. Falei além do que devia.
— ...Desde que entenda, está bem.
Passando a mão pelo rosto ruborizado, Endre soltou um grande suspiro. Levando o segundo copo aos lábios, desta vez saboreou o líquido lentamente.
— Estou, em geral, satisfeito com vós, Cavaleiros da Ordem. Certamente, o fato de eu, expulso de minha pátria, ter chegado até aqui se deve ao apoio de vocês. Bem, daqui em diante, serei mais comedido. Você também não precisa se exaltar tanto.
— Peço perdão.
— ‘Igne Natura Renovatur Integra’ — ‘Nós renovaremos o mundo pelas chamas’ ── Dancem, dancem! O Império e o Vaticano, no fim das contas, estão na palma de minhas mãos. Que com suas próprias garras, com suas próprias espadas derramem todo o sangue que puderem. E então, a partir desse sangue e dessas chamas, eu erguerei meu poder... Um poder que superará tanto o Império quanto o Vaticano!
Ele parecia estar gradualmente se embriagando com suas próprias palavras e com o aroma de sangue. Nos olhos do velho vampiro, que murmurava maldições sombrias, uma névoa misteriosa pairava. Voltado para suas costas, o estrategista de longos cabelos fez uma reverência respeitosa.
-----------
A ‘Donzela apaixonada’, a bela Innamorata que desceu da gôndola sussurrou ‘apaixonadamente’ para seu amado, que lhe estendia a mão──
— Ei! Não fique me tocando assim! Que irritante!
— Mesmo que diga isso, não vai adiantar! Aqui, não aceitam clientes sozinhos.
Esfregando a mão que fora cruelmente beliscada, o "Médico’ resmungou. Devia ter doído bastante. Os olhos de cor de um lago invernal que espreitavam por trás da máscara estavam até mesmo levemente marejados.
— Bem-vindo ao Clube INRI. É a sua primeira vez aqui, não é...? Vocês possuem uma carta de recomendação?
O homem de preto, usando uma máscara branca de ‘Pauta’, avançou respeitosamente e abriu a carta de recomendação que lhe foi entregue com elegância. Por trás da sombra projetada pelo papel, espiou com um olhar avaliador — primeiro, o longo bico e os óculos redondos do ‘Médico’, envolto em um manto negro. Quanto a este... bem, não importava. Embora ele próprio parecesse se considerar um dândi, na realidade, ele pisava e tropeçava na barra comprida de sua própria roupa, enquanto se deliciava com evidente alegria com sanduíches e arroz de camarão servidos como aperitivos. Realmente era uma figura bem óbvia.
No entanto, a jovem mascarada como ‘Innamorata’ — A Donzela Apaixonada —, escoltada por ele, era uma visão tão impressionante que até mesmo ele — acostumado a presenciar diariamente a elegância das damas da alta sociedade e das cortesãs de luxo, engoliu em seco, sem querer.
Os cabelos, descoloridos até um tom marfim, estavam erguidos em um penteado alto, entrelaçados com muitas joias. Os múltiplos braceletes que enfeitavam seus braços — finos a ponto de parecerem prestes a se partir — tinham um toque tão sutil entre si que produziam uma delicada serenata. Sua nuca, adornada por uma tiara de diamantes, era de uma brancura semelhante a uma escultura de gelo viva. E, para completar, um vestido de gala em Venetian Red — um escarlate vibrante com um decote ousado. Era, sem dúvida, uma joia ambulante, de uma deslumbrância quase agressiva... Se fosse apenas pela aparência.
— Droga, meus pés estão doendo! Como é que essas pessoas conseguem andar com isso...? Ugh, que fedor! Estão ingerindo nicotina!? Esses terrans ‘deste lado’ são todos idiotas ou o quê?
Assim que chegou ao grande salão, a delicada boca da Innamorata — Astha — começou a disparar queixas e insultos como uma metralhadora. Nem a mobília, toda em estilo neoclássico, nem a multidão de cavalheiros e damas rindo em torno das mesas de roleta e bacará pareceram agradá-la.
— Você está de muito mau humor, não é, Astha-san?
— ...De quem você acha que é a culpa?
Ela insistiu em se infiltrar furtivamente pelos fundos, enquanto seu acompanhante sugeriu entrar abertamente pela entrada principal. Bem, isso ainda era aceitável. Isso era aceitável, mas... por que, alguém como ela, uma nobre orgulhosa do Império, teria que perambular por aí vestindo algo tão insano desse jeito!?
— Droga, isso é tão vergonhoso... Se eu falhar nessa missão desse jeito, vou te estrangular até a morte na hora.
— Ah... será que peguei um resfriado? De repente senti um arrepio... Hã, Astha-san, você disse alguma coisa?
— Não disse nada! E quanto ao tal homem? Vamos logo resolver isso. Estou começando a ter dor de cabeça.
— O nome é... Sr. Giorgio Russo. Parece que ele é um crupiê de roleta... Ah, será que é aquela pessoa?
Uma máscara dourada e esplêndida do 'sedutor Casanova' estava parada no centro do salão, ao lado da roleta. Assim que acenou levemente com a cabeça, Astha começou a avançar sem hesitação naquela direção, mas Abel, em pânico, segurou seu braço.
— Ei, o que vai fazer indo de repente assim!?
— É evidente. Vou agarrá-lo pela gola e fazê-lo falar. Ora, se o arrastarmos para algum canto escuro...
— I-isso não é uma brincadeira! Ele é procurado pelo país! Deixe isso comigo. E além disso...
Diante do rosto insatisfeito de Astha, Abel levantou um dedo de forma enfática.
— Tenho um pedido para fazer.
— O que é desta vez!?
— Isto é, caso encontremos o alvo... Mas, por favor, pelo menos por hoje, evite prendê-lo.
— Mas o quê?!
Quase arrancando a ‘cabeça de abóbora’ que tagarelava besteiras, Astha conseguiu se conter por um triz. Alguns homens de preto, aparentemente seguranças, estavam olhando para eles com desconfiança. Abrindo o leque que segurava, ela aproximou seus lábios tingidos de vermelho-pérola do ouvido do “Médico’. Resistindo ao máximo contra o impulso de morder-lhe o lóbulo da orelha, sussurrou com uma voz rouca carregada de ameaça.
— Tu também viste, não foi?! Se deixarmos aquele desgraçado à solta, as vítimas só irão continuar aumentando!
— Hoje é o último dia do Carnaval... Se deixarmos o alvo escapar para o lado de fora, será um grande problema. Naquela multidão, se vocês, Methuselahs, lutarem a sério, o que acha que vai acontecer?
O poder de combate de um único Methuselah era comparável ao de um batalhão inteiro do exército dos Terrans. Se Methuselahs começarem a lutar entre si no meio dessa confusão, os danos certamente não seriam menores do que os de uma batalha urbana em pequena escala.
— Se conseguirmos identificar o esconderijo, solicitaremos reforços. Portanto, por esta noite, por favor, devemos nos limitar apenas à missão de reconhecimento... Está de acordo?
— ......
— Astha-san?
Astha virou o rosto com um gesto brusco. Permanecendo assim, observando com um olhar severo a multidão mascarada que ria e conversava alegremente, até que, por fim, uma voz retumbante, como um trovão distante, lhe respondeu.
— ...Muito bem. Eu prometo. Por esta noite, apenas procuraremos por ele.
— Ótimo. Então, vamos.
Ao assentir como se aliviado, Abel caminhou cambaleando em direção à mesa de roleta.
— Ah, com licença. Você é o chefe de crupiês, Russo-san, não é? Gostaria de perguntar algo rapidamente...
O homem que se virou por um instante pareceu ficar deslumbrado pela beleza de Astha, mas logo sorriu e fez uma reverência.
— Bem-vindos. Em que posso ajudá-los?
— Ah, bem, na verdade... guh?
— Saia da frente, eu farei o interrogatório... Ei, essa tal de Foscarina, essa pirralha, onde ela está?
Cravando o cotovelo no estômago de Abel e empurrando-o para o lado, Astha foi direto ao ponto.
— Ouvimos dizer que tu e ele eram amantes. Esconder isso não te trará benefício algum, entende? Fale a verdade.
— ...Os senhores são da polícia?
— Não, está enganado. Nós somos...
— Nós somos cidadãos comuns! Sim, apenas humildes cidadãos, isso mesmo. Ah, e além disso, ela é a irmã mais velha da Foscarina... Bem, é que sua irmã desapareceu, e ela está um pouco perturbada com isso.
— Da Foscarina? Ela tinha uma irmã mais velha?
— Hã? Ah, s-sim, na verdade, ela tinha. Ela acabou de sair das montanhas porque queria ver a irmã mais nova pelo menos mais uma vez... Então, você sabe onde Foscarina-san está agora?
— Eu contei tudo o que sabia à polícia.
Com um sorriso cortês — e, ao mesmo tempo, como se zombasse levemente deles —, Russo fez uma reverência.
— Para começo de conversa, eu e Foscarina não éramos amantes nem nada do tipo. Apenas brinquei um pouco com ela, e foi ela quem, por conta própria, se iludiu. Sinceramente, só porque dormimos juntos uma vez, ela já começou a agir como se fôssemos um casal. Foi um verdadeiro incômodo para mim... Perdão, tenho trabalho a fazer.
— ...Ei, espere um pouco.
Não que fosse particularmente conhecedora das questões amorosas dos terrans, mas o tom dele foi mais do que suficiente para irritar Astha. Ela estendeu a mão para agarrar o colarinho do 'Sedutor Casanova', pretendendo dizer algo para ele.
No entanto, os dedos de Astha não conseguiram alcançar seu alvo. Isso porque, num instante antes, um punho que surgiu do lado acertou em cheio a bochecha do oponente, lançando-o para longe.
— Padre?
— O...o quê?
O ‘Médico’, olhava alternadamente para o " Sedutor Casanova", que havia caído de forma desajeitada, soltando um grito, e para o próprio punho cerrado com uma expressão intrigada.
— Ah, hã... por acaso, fui eu agora?
— Seu desgraçado!
Um homem de preto, que parecia ser um guarda-costas, agarrou Abel.
Ao travar firmemente suas articulações por trás, tentou imobilizar o padre no chão enquanto ele soltava um grito lamentável.
Além disso, mais um homem veio para desferir um chute impiedoso em seu abdômen
— Guh!
No entanto, o autor do grito, semelhante ao de um sapo comestível, não foi o padre. O homem de preto que estava prestes a chutar-lhe segurava a própria garganta, contorcendo-se de dor — havia sido atingido no pomo de Adão por um dedo mindinho esguio.
— ...Gostei.
O que — ou quem — ela havia 'gostado', nem ela mesmo sabia. Mas, curvando os lábios em um sorriso satisfeito, Astha ergueu a barra do vestido e lançou suas longas pernas em direção ao teto—no instante seguinte, um golpe afiado de calcanhar já descia sobre a nuca do homem de preto.
— Sua desgraçada...!
— Insolente!
O outro homem de preto, que agarrou agressivamente os ombros da jovem, foi lançado ao ar no instante seguinte, como se não tivesse peso algum.
Do meio das damas, que estavam entretidas em uma conversa animada sobre fofocas, ergueu-se um grito estridente.
— Fiuuu!
Outro dos homens de preto lançou um gancho de esquerda junto com um forte sopro de ar, mas o corpo da “Donzela Apaixonada” mergulhou para evitá-lo. O maxilar do brutamontes que avançava à frente foi partido por um golpe da palma da mão dela, que subiu como um relâmpago, seguido por um chute certeiro de joelho em seu plexo solar.
Mas, naquele momento, um grupo de homens de preto, que chegava a dez, começou a aparecer de repente.
— Ha! Bando de inúteis! Mas assim, isso aqui não vai ter fim.
Enquanto captava pelo canto da visão as costas do "Casanova" desajeitadamente se levantando e desaparecendo nos fundos do salão, Astha deixou reluzir suas alvas presas. Derrubar uma dezena de humanos de vida curta não era nada. Mas ter que se segurar para não matar era um incômodo, e se demorasse muito, seu alvo principal poderia escapar. Além disso... que chatice!
— Ótimo! É a sua vez, padre. Vai lá!
— Hah?
Astha o pegou como se fosse um item preparado para uma situação como essa, e como se estivesse segurando um filhote de gato, o atirou com um movimento leve.
O padre, ao perder o equilíbrio, caiu no meio da multidão de curiosos e acabou derrubando uma jovem no processo.
— Kyahhh! O que você pensa que está fazendo, seu pervertido?!
— De-desculpe, hum, mas... está tudo bem? ‘Se alguém te bater na face direita...’ – Ugh!
O padre, que havia sido golpeado na face direita, agora foi lançado de cara sobre uma mesa de cartas ao lado. Para o azar dele, a mesa estava ocupada por homens de aparência nada amigável, que jogavam pôquer e, furiosos, chutaram seus assentos. No entanto, bem nesse momento, a equipe de preto chegou e começou a afastar os homens enfurecidos. Não demorou muito para que o confronto entre os dois lados se transformasse em uma briga generalizada que envolvesse até os arredores.
— Po-por favor, acalmem-se! Todos vocês, por favor, acalmem-se! Ah, o Senhor disse: 'Amai vossos inimigos'... Ouch! O-o meu nariz! Meu nariz está sangrando — aaah...
No meio do cassino, que em um instante havia se transformado em um caldeirão de caos e confusão, ninguém percebeu que a 'Donzela Apaixonada' havia desaparecido em algum momento.
— Droga... Mas que diabos é aquela mulher...?
O 'Sedutor Casanova' virou-se para trás, respirando pesadamente. No escuro corredor, não havia sinal de ninguém. O quarto andar era um espaço exclusivo do proprietário, e, salvo raras exceções como ele, nem mesmo os funcionários tinham permissão para entrar.
Se certificando que ninguém o havia seguido, Russo bateu na porta de carvalho.
— Co...com licença, Senhor. Sou Russo. Tenho algo que gostaria muito que ouvisse...
〈Entre.〉
A porta se abriu rangendo.
— O andar de baixo está barulhento... Aconteceu alguma coisa?
O interior do quarto estava mergulhado em trevas absolutas. Pelo que Russo sabia, sempre era assim. Pelo visto, o dono daquele lugar não parecia precisar de luz.
— Na verdade... apareceu um cliente estranho... Ele está pedindo para que entreguemos aquela garota de antes.
— Um cliente estranho? Não era uma jovem garota?
— Co-conhece ela?
— Um pouco... Aquela garota estava vestindo um vestido vermelho e usava a máscara da ‘Innamorata’, não é?
—I-Isso mesmo! Como o senhor sabe disso?
— Porque ela está bem atrás de você... Idiota! Você caiu numa armadilha tão óbvia!
— Eh?
Russo não conseguiu se virar — porque, naquele instante, uma pequena mão estendida das profundezas da escuridão já havia esmagado sua garganta.
— Sinceramente, a estupidez dos terrans é de dar nos nervos... Mas enfim, faz um tempo, não é, Astharoshe-kun?
— Endre... finalmente nos encontramos...
A 'Donzela Apaixonada' — respondeu com uma voz rouca ao sorriso travesso do jovem. A mão de Astha desapareceu por um instante. Quando reapareceu, um longo objeto prateado, antes oculto entre as dobras de sua saia, estava firmemente seguro em sua mão.
— Oh? A ‘Lança Gáe Bulg’, hein? Aqueles tolos de Tsala... permitirem que algo assim fosse trazido para cá... Será possível que realmente acreditem que este Endre pode ser ameaçada por uma mera garotinha?
No momento em que Endre lamentou, em parte admirado, em parte zombeteiro, da extremidade do objeto que Astha segurava, um brilho vermelho vívido emanou. Aquela luz, nas mãos pálidas, se convergiu na forma de uma longa espada.
— Endreeeeee!
No momento seguinte, da garganta de Astha, um grito de guerra rasgante irrompeu enquanto ela impulsionava-se com um chute no chão.
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Notas da Tradução
Como puderam perceber, Isaak faz uso de alguns termos em alguma língua 'mística desconhecida'. Brincadeiras a parte, é em alemão.
Graf - "Conde"
Reich - "País" ou "império", pode significar "reino" ou "domínio" dependendo do contexto, como em "Drittes Reich" – "Terceiro Reich"
Fräulein - "Senhorita", é um termo antigo para se referir a mulheres jovens e solteiras
Ja - "Sim"
Nein - "Não"
Jawohl - "Sim, senhor", "Entendido" ou "Certamente", uma forma mais enfática e respeitosa de dizer "sim", frequentemente usada em contextos militares ou formais
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Curiosidades
Tanto Endre como Astha fazem uso de uma linguagem mais 'arcaica'. Usando termos em um japonês mais "antigo" para se referirem a sí mesmos e aos outros. Um exemplo prático seria como utilizar o "tu" ao invés de "você".
Obviamente, na tradução fiz a contextualização, de uma forma que 'soasse' melhor em português.
"Gáe Bulg" é uma lança lendária da mitologia irlandesa, associada ao herói Cúchulainn. (sim, eu jogo Fate Grand Order XD)
O plexo solar é uma rede de nervos localizada no abdômen, atrás do estômago, perto do diafragma. Controla funções automáticas do corpo, como a digestão e a respiração, e é chamado de "cérebro abdominal" por influenciar o sistema digestivo. Também está ligado ao sistema nervoso emocional, o que pode causar sensações como "borboletas no estômago" quando estamos nervosos.
As máscaras usadas pelos pesonagens fazem parte do contexto de Commedia dell'Arte, uma tradição teatral italiana que surgiu no século XVI. Essa forma de teatro se caracteriza pelo uso de máscaras e personagens arquetípicos que representam tipos sociais e comportamentais, com forte ênfase em improvisação.
Innamorata - A Donzela Apaixonada - é a jovem apaixonada, geralmente retratada como uma dama bonita e um pouco ingênua, que está apaixonada pelo protagonista;
Medico - O Médico - é um estereótipo de um médico pretensioso e pomposo, que muitas vezes exagera sua inteligência e habilidades. Sua máscara costuma ser associada a um personagem que é mais um charlatão do que um verdadeiro profissional. Ele se considera extremamente erudito, mas, na realidade, é fútil e muitas vezes ridículo. Representa a hipocrisia ou a pseudo-erudição;
Pauta - Máscara Branca - não é um dos tipos mais comuns e reconhecidos de personagens, mas pode se referir a uma máscara usada por personagens que possuem uma certa neutralidade ou distanciamento emocional em relação às ações que ocorrem ao seu redor.
Casanova - O Sedutor - representa o sedutor charmoso, sempre em busca de conquistas amorosas. Ele é um personagem carismático, com uma personalidade charmosa e muitas vezes dissimulada, capaz de atrair as mulheres, mas sem grande comprometimento.
Arlechino - O Estrategista - um dos personagens mais famosos e divertidos da Commedia dell'Arte. Ele é um servo astuto e travesso, muitas vezes envolvido em confusões e situações cômicas. Sua máscara é colorida e expressa energia, diversão e um comportamento irreverente. Arlechino é inteligente, mas, muitas vezes, acaba se metendo em problemas por ser impulsivo e brincar com as emoções dos outros.
Vale lembrar que a Commedia dell'Arte era uma forma de teatro muito adaptável e flexível, e as máscaras podem variar conforme a produção, com diferentes interpretações dos tipos de personagens e suas características.
Fonte: Wikipédia
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Créditos da tradução:
Lutie (◕‿◕✿) ,
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TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol.1 - From the Empire
FROM THE EMPIRE - CAPITOLO CINQUE
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
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Di solito, dopo il Carnevale, ci voleva quasi un mese perché il freddo sparisse; ma quell'anno, eccezionalmente, la primavera era arrivata molto presto. Tanto che non c'era più bisogno di indossare cappotti.
Si diceva che in notti come quella ci fossero altissime maree, la cosiddetta “Acqua Alta”. Con l'alta marea, l'acqua del mare saliva silenziosamente, traboccando dai canali e inondando la città.
“Sono abbastanza sicura che dovrebbe essere qui.”
Con il pericolo dell'alta marea, nonostante non piovesse, Astha schivava abilmente le pozzanghere che cominciavano a formarsi qua e là per la strada, e finalmente raggiunse l'edificio che stava cercando.
“Credo che il paziente sia ricoverato qui, ma...”
“Come si chiama il paziente?”
“Abel - Padre Abel Nightroad."
Nell'ospedale di notte non c'era traccia di altre persone. A parte il rumore dell'aria condizionata in funzione, l'unica cosa che risuonava nel corridoio era il rumore dei suoi passi.
“Qui...?”
Astha stava per bussare alla porta della stanza d'ospedale indicata, ma improvvisamente fermò la mano. Si sentì una voce flebile.
“... è morto...”
“Lui... mi ha protetto...”
...Non può essere!
Dimenticando di bussare, Astha aprì la porta.
“A-Abe... eh?”
“... Chi è lei?”
Tra gli uomini e le donne vestiti a lutto che circondavano il letto, una donna anziana, con gli occhi rossi per il pianto, si voltò verso Astha.
“Signorina, conosce mio figlio?”
“Oh, no...”
No.
Il morto che giaceva lì era un giovane, ma non era il prete. Il suo volto, con i tratti marcati caratteristici della gente di quella città, sembrava addirittura addormentato. E Astha aveva l'impressione di averlo già visto in precedenza, proprio come la ragazza che era aggrappata a quel corpo.
La sera prima, quando Astha aveva attaccato Endre, il giovane era quello che aveva protetto la sua amata dalle macerie.
“Mi dispiace. Sembra che abbia fatto confusione con la stanza.”
“Capisco... Ma forse è un segno del destino. Vorrebbe offrire anche lei un fiore a questo ragazzo?”
“Ah? Beh... io...”
Astha guardò la rosa che le era stata donata e rimase senza parole. Cosa avrebbe dovuto dire? Cosa poteva dire ai morti e a coloro che li piangevano?
L'unica cosa che l'immortale Metuselah, che non aveva parole da dire né titoli per pronunciarle, poté fare fu posare con mani tremanti la rosa solitaria sulla testiera del letto accanto al cuscino.
“I... mi dispiace.”
“Non fa niente, ha solo confuso le stanze.”
Sembrava che la signora avesse frainteso le parole di Astharoshe. Anche se aveva un'aria triste, manteneva un sorriso gentile sul viso.
“Chi state cercando? Oh, il prete? In questo caso, se ricordo bene... dovrebbe essere la porta accanto…”
“Ah è così? Le sono grata. Mi scusi ancora.”
Ringraziandola goffamente, Astha scappò via, incapace di sopportare di rimanere lì ancora a lungo. Come se fosse inseguita dai singhiozzi di coloro che si era lasciata alle spalle, corse nella stanza accanto.
“Beh, ma è proprio la signorina Astha!”
Questa volta sembrava che non si fosse sbagliata. Astha, che stava timidamente sbirciando dalla porta, fu accolta con un sorriso familiare dal letto.
“Mi fa piacere. Sei venuta a trovarmi?”
“Pa... sembra che tu stia bene.”
“Grazie a te... ma mi fa ancora male quando mi muovo.”
La voce che rideva era però sorprendentemente ferma.
“Secondo il medico, il vetro ha mancato di poco lo spazio tra il mio cuore e un grosso vaso sanguigno. Se avesse deviato di mezzo millimetro, sarei morto all'istante... Ahaha.”
“Capisco... bene.”
Per essere stato “appena scalfito”, quell'emorragia non sembrava affatto comune ad Astha, ma dato che la persona in questione era viva, non poteva fare a meno di accettare la cosa così com’era.
“...Hmm? È successo qualcosa, signorina Astha?”
Abel inclinò leggermente la testa e guardò il volto della donna, che aveva lo sguardo basso. Con un tono preoccupato nella voce chiese:
“Sembri un po' giù. Sei preoccupata per qualcosa?”
“No, è solo che anche i Terrestri...”
Cosa sto cercando di dire a un Terrestre?
Anche se stava pensando da qualche parte nella sua mente, era il cuore di Astha a muovere le sue corde vocali.
“Anche i Terrestri sono tristi quando muore qualcuno di importante per loro.”
“...Sì. Quelle persone e voi non siete diversi. Quando sono felici, sorridono. Quando perdono qualcuno di importante, piangono. E a volte pensano anche alla vendetta... non c'è differenza.”
Il sacerdote annuì, portando con sé un sorriso gentile.
Per un attimo ho avuto la sensazione che questa persona possa vedere attraverso tutte le mie esitazioni e i miei errori.
Tuttavia, ciò che disse Astha fu qualcosa di completamente diverso.
“... Non riesco a trovare la posizione di Endre.”
“Capisco... Peccato.”
Da allora erano passate più di venti ore. Eppure Astha non era ancora riuscita a catturarlo. Beh, anche questa non era una sorpresa. Cosa poteva fare un Matuselah, senza un solo contatto sul lato “esterno”?
Era ridicolo. Pur disprezzando completamente i Terrestri e gli “Esterni”, Astha in realtà sapeva molto poco di loro. Le conoscenze acquisite dai dati, se messe in pratica, erano quasi inutili. Essere in grado di parlare la lingua in modo elementare non era nemmeno sufficiente per fare un acquisto decente. Inoltre, dopo essersi così messa in mostra...
“Sono proprio un'idiota.”
Astha mormorò dolcemente guardando il sacerdote, la cui figura fasciata dava l’impressione di essere molto dolorante.
Ora che ci penso, ha fatto davvero molto per me. Si è occupato di me, che sono inesperta del mondo esterno, ha preso i contatti con le autorità e ha organizzato tutto fino al punto in cui eravamo stati a un passo dalla cattura dell'obiettivo. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per questo. Ma solo perché era un Terrestre, l'ho sminuito, ho ignorato i suoi consigli e il risultato è stata quella tragedia, causata solo da me.
“Sono davvero un idiota...”
“Cosa? Hai detto qualcosa?”
“No, non è niente.”
Astha forzò un sorriso ─ che sembrava più un attacco di paresi facciale ─ e scosse la testa.
Non intendo più sollevare il vero motivo per cui sono venuta qui stasera. Ho già capito nella stanza accanto che non ho questo diritto. Non c'è bisogno di continuare a diffondere la mia stupidità. Dirò solo un'ultima parola alla fine e chiuderò tutto ──
“Tu... tu padre... Io ti disprezzavo.”
Non ho mai avuto intenzione di ascoltare la sua opinione fin dall'inizio, e a quel punto ho anche ignorato il suo avvertimento. Quindi non dirò qualcosa di egoistico come 'aiutami ancora una volta'. Solo, prima di andare, vorrei dire un'ultima cosa...
“Mi scuso davvero... e ti ringrazio per tutto quello che hai fatto finora.”
Astha si inchinò profondamente e si voltò.
Bene, con questo la mia questione è risolta. D'ora in poi, camminerò da sola nella notte. Non so quanti anni ci vorranno. Anche se riuscissi a catturare Endre, è più probabile che verremo contrattaccati. Tuttavia, in quanto Ispettore diretto, l'ordine di Sua Maestà Augusta è assoluto. Inoltre, per una sciocca come me, un destino così miserabile è proprio quello giusto...
“Per favore, aspetta un momento, signorina Astha.”
Proprio mentre stava per uscire dalla porta, Astha sentì una voce alle sue spalle. Con cautela, si girò... e si immobilizzò.
“Che cosa stai facendo?”
Quello che le sfuggì dalla gola fu quasi un urlo di rabbia. Sul letto, il prete, tutto coperto di bende e con la parte superiore del corpo scoperta, stava cercando di togliersi il pigiama.
“Che altro sarebbe? Mi sto solo cambiando. Oh, sono imbarazzato, quindi per favore puoi guardare dall’altra parte?”
“Idiota, Dobitōku! Cosa fai, sei ferito!”
“Allora, mi sto cambiando... Anche tu, signorina Astha, ti imbarazzeresti se il tuo compagno indossasse il pigiama, vero?”
“Certo! Tanto per cominciare, tu... Cosa?”
Poco fa, non aveva detto ‘compagno’?
“Cosa? Sei ancora disposto ad aiutarmi?”
“Eh? Di che cosa stai parlando? Certo che lo sono.”
Confusa su quale espressione fare, Astha guardò il sacerdote, che alzò rapidamente il pollice e glielo mostrò.
“Siamo compagni, no? Ah! Scusate, non avrei dovuto dire ‘compagni’, vero?”
Cosa si dirà da queste parti in momenti come questo? Quando si sente un’ondata di calore nel petto e il desiderio di abbracciare l'altra persona?
Purtroppo, nei materiali che aveva studiato, non c'era alcuna descrizione di come affrontare una situazione del genere. Così Astha si limitò a tendere la mano destra tremante.
“Conto su di te... tovarish.”
“Anch'io conto su di te!”
Con un grande sorriso, il sacerdote le strinse la mano: la sua era sorprendentemente forte.
“Allora, per quanto riguarda i piani da qui in avanti... hai idea di dove potrebbe andare Endre?”
“Sì, ce l'ho. Senza ombra di dubbio, deve essere diretto a Roma.”
“Oh, quindi l'aeroporto o la stazione saranno posti sospetti, no? Ma perché Roma? C'è un motivo?”
“Sì, lui è... chi c'è?!”
All'improvviso, la porta si aprì. Mentre estraeva la spada per proteggere il prete, un leggero odore di polvere da sparo irritò le narici di Astha.
“T-tu!”
Abel individuò un'ombra nel corridoio e gridò.
Un volto bello, raffinato, simile a una maschera, una silhouette dalle proporzioni impeccabili… ma da qualche parte proveniva l'odore del fumo della polvere da sparo.
“Tres, sei arrivato! Signorina Astha, la fortuna è finalmente dalla nostra parte. Se lui è con noi, avremo la forza di cento uomini... Ah, Tres, lascia che ti presenti. Lei viene dall'Impero──”
“Negativo. Viscontessa Astharoshe Asran, Ispettore diretto dell'Impero - so chi è.”
Il prete errante Tres Iqus non perse tempo in inutili saluti. Si limitò a rimanere sulla soglia e a comunicare la questione con voce intransigente.
“Vi informo che l'Ufficio Operazioni Speciali della Segreteria di Stato Vaticana - AX - da questo momento cessa di fornire assistenza alla Viscontessa di Odessa. La collaborazione è stata conclusa. La prego di tornare immediatamente nel suo Paese.”
Dormi sotto la laguna, Venezia. Ciò che scorre nella notte è l'oscurità del mare profondo. Ciò che canta di morte eterna sono solo le onde che si infrangono - Maurice Barrès.
Sulla cupa superficie del mare, un uomo recitava un antico poema.
La brezza marina, densa dell'umidità della pioggia, giocava con i suoi capelli neri lunghi fino alla vita. Anche le nuvole che coprivano le due lune si muovevano velocemente.
“Sembra che all'alba ci sarà molto vento. Siamo fortunati.”
L'uomo si rivolse al suo compagno e fece un leggero sorriso.
“Sembra che anche l'obiettivo sia arrivato sano e salvo in città. Per quanto mi riguarda, posso iniziare a lavorare in qualsiasi momento.”
“Conto su di te. Non importa quanto sia ben fatto il mio lavoro, Kämpfer, non avrà senso se non compirai la tua missione.”
Una voce rispose dall'oscurità al sussurro dell'uomo chiamato Kämpfer, pura come quella di un angelo. Tuttavia, nell'aria notturna si sentiva un forte odore di sangue. Dall'altra parte dell'oscurità, zanne affilate scintillavano alla luce della luna.
“A proposito, cosa ne pensi? Questi vestiti mi stanno bene?”.
“Le stanno benissimo, è molto elegante, Gräf. In questo caso, nessuno sospetterà... Allora, andiamo? Sembra che presto pioverà.”
“Ma ora, quando arriva il momento, mi sento un po' riluttante. Allora, è arrivato il momento di dire addio a questa città?”
“Sì... Dovrà dirle addio in più modi.”
Senza mostrare molta emozione, Kämpfer gettò via il sottile sigaro che aveva in mano. La sigaretta, che emetteva un debole fumo violaceo, rimase dietro di lui mentre girava il suo corpo alto verso la notte. Poco dopo, una seconda presenza lo accompagnò, scomparendo nell'oscurità.
...Sulla banchina, dove gli umani e i non umani si allontanavano, il sottile sigaro continuò a brillare di una luce rossa per un breve momento, ma presto scomparve nell'oscurità, forse spazzato via dalle onde che si infrangevano sulla riva.
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TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol.1 - From the Empire
FROM THE EMPIRE - CAPITOLO TRE
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
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All'inizio tutti pensarono che fosse lo scintillio dei fuochi d'artificio.
Quando si accorsero che non era quello che sembrava, le finestre della sontuosa dimora che si affacciava sul grande canale furono scosse come se fossero esplose.
“Un'esplosione! Non erano fuochi d'artificio?”
Tali voci sorprese riecheggiarono dalla base del ponte e dai passeggeri della gondola.
Tuttavia, pochi notarono che due figure erano emerse dall'oscurità, provenienti dal luogo dell’esplosione.
AAAAAAAAAAAAAH!
Mentre Astha scivolava lungo le pareti del palazzo, la sua gola emetteva un suono orribile, simile a quello di un serpente velenoso. Tuttavia, la sua velocità era troppo elevata per essere percepita dal nervo ottico di una persona comune e, con la normale visione degli oggetti in movimento, non poteva essere riconosciuta se non come una sfocatura tremolante di qualcosa.
“Haste!"
Stimolando in modo anomalo il sistema nervoso del corpo, era possibile, per un breve periodo di tempo, raggiungere una velocità di reazione quasi venti volte superiore al normale. Lo Haste era un potere concesso solamente ai corpi degli esseri che vivevano di notte.
Mentre il tempo scorreva stranamente lento, Astha sfoderò l'arma letale che impugnava con una velocità che superava quella del suono.
La Lancia di Gáe Bolg ── un sistema di generazione di getti di plasma, tramandato dalla Casata del Duca di Kiev, in grado di ionizzare il gas xenon con una pressione luminosa simile a quella del laser e di espellerlo da una camera a vuoto, tagliando qualsiasi sostanza con il plasma generato ad alta temperatura e ad alta densità. Era l'arma offensiva definitiva per il combattimento corpo a corpo. Anche tra le supertecnologie dell'Impero, note come cimeli, si vantava di essere praticamente la più forte nel combattimento a distanza ravvicinata.
E ora, il flusso di ioni di xeno che erompeva dalla punta della lancia si era trasformato in una lunga frusta rossa che tagliava l'atmosfera. Come se rispondesse all'intento omicida della sua padrona, travolse l'ombra del vecchio vampiro.
“Ops, ci è mancato poco…!” Cantilenò una voce.
Quando il getto di propulsione aveva trasformato l'aria notturna in ozono e calore, Endre aveva già compiuto un gigantesco balzo nell'oscurità. In uno stato di haste, saltò oltre la superficie del canale. Per caso, una gondola passava di lì e, come se fosse stata colpita direttamente da un cannone, si spezzò a metà, affondando insieme ai suoi sfortunati passeggeri in una pioggia di schizzi.
“Come se avessi intenzione di lasciarti scappare!”
Balzando anche lei verso il canale, Astha inseguì l'ombra del nemico, quasi correndo sulla superficie dell'acqua. La lancia che brandiva si allungò ancora una volta per una trentina di metri e la superficie dell'acqua evaporò all'istante, provocando un'esplosione di vapore. Mentre la nebbia si diffondeva, Astha, spingendosi dal fondo del canale, balzò in aria e atterrò sul parapetto del ponte.
“Dannazione, dov'è? Dov'è andato?”
Agli occhi dei Terrestri sembrò certamente che fosse apparsa all'improvviso dal nulla, dopo aver esaurito il suo haste. Tutte le persone che stavano camminando, senza eccezione, avevano gli occhi spalancati dalla sorpresa.
Il vestito era andato in pezzi a causa della pressione del vento e dell'esplosione provocata dall'haste, e la maschera era parzialmente distrutta, ma questo non era nulla per Astha. Gettò in alto i capelli scompigliati, cercando disperatamente di regolare il respiro.
Dannazione, dove sei...?
Lo stato di haste era durato meno di un minuto, ma comportava un uso eccessivo di energia. Le sue sinapsi bruciavano di calore. Tuttavia, l'odio e la rabbia superavano assolutamente il dolore intenso, che sembrava farle a pezzi tutto il corpo.
“Ti ucciderò... ti ucciderò sicuramente!”
Fino a un minuto prima di incontrarlo, non aveva avuto intenzione di ucciderlo - anzi, per essere precisi, pensava di aver represso l'impulso a uccidere. Aveva pianificato di catturarlo e riportarlo al suo paese - come Ispettore Ufficiale, voleva adempiere al decreto di Sua Maestà Augusta.
Ma quando aveva visto il suo volto e sentito la sua voce, qualcosa dentro Astha era esploso...
Dove è andato, dove...?
“Stai cercando qualcuno?”
Sentendo una voce che sembrava un suono di campana ondeggiante, Astha alzò lo sguardo.
In cima all'arco di un ponte di pietra, sopra la volta, stava una bella figura. Per chi non la conosceva, poteva sembrare un angelo. Se solo gli occhi color ottone non avessero sorriso maliziosamente sul suo viso innocente.
“Ah, mi ricordo. Anche quella volta era una notte di luna come questa...”
Davanti allo sguardo ardente di Astha, il ragazzo - Endre - sorrideva come se ricordasse con nostalgia i vecchi tempi.
Di fronte a lui c’era una ragazza dal volto contorto dalla paura, come paralizzata. Probabilmente si trattava di una passante sfortunata che aveva incrociato il suo cammino. Con eleganza, Endre si tolse la maschera dal viso e, allungando la lunga lingua, leccò le lacrime che le scorrevano sulle guance.
“Che cosa è successo? Sei diventata improvvisamente così silenziosa... Non volevi uccidermi?”
“......!”
Le zanne serrate di Astha le trapassarono le labbra.
Sì, era stato così anche allora. L'unica differenza è che, allora, lei...
“Quella volta, quella che tremava tra le mie braccia eri tu, Astharoshe... Ricordi? E al tuo posto di ora, c'era la figlia del conte Ren Yanoshu ─ la tua preziosa compagna, non è vero?”
“Fermati...”
“Oh, anche la figlia del conte ha detto così: 'Fermati, non toccare Astha'”.
Il vecchio vampiro rise allegramente.
“E poi ho detto alla signorina che se voleva salvare la sua compagna avrebbe dovuto abbandonare le armi, e lei ha gettato via le armi...”
“Fe ──”
Gli artigli di Endre scavarono nella fronte della ragazza. Gocce rosse colarono sulla sua pelle bianca - proprio come il sangue che era sulla fronte di Astha nell’altra occasione. E poi, in quella visione rossa...
“Ho tagliato la testa a quella ragazza disarmata... proprio così!”
“FERMO!”
Sopra il soffitto a volta, un getto di sangue scarlatto schizzò verso l'alto. Senza nemmeno avere il tempo di urlare, la ragazza fu decapitata.
“UAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”
Il soffitto, colpito direttamente dalla lancia fu completamente distrutto. Ma quel momento, il vecchio vampiro era già entrato di nuovo in haste.
“Ugh....!”
Astha stava per entrare in haste per la seconda volta, quando ───
“Signorina Astha!”
Si sentì una voce che la chiamava.
Qualcuno stava gridando il nome di Astha in mezzo alla folla, che era caduta nel caos più totale per la tragedia a cui aveva assistito.
“Non puoi! Se combatti qui... Hai dimenticato la promessa?”
“La promessa? Era...”
Con un'espressione di riso mista a lacrime, Astha gridò:
“Era una bugia!”
“Aspetta!”
Ma Astha aveva già spiccato un altro balzo.
Corse, come un falco che insegue un uccello, verso la piccola ombra che era fuggita in cima al canale.
“ENDREEEEEEEE!”
Due o tre volte brandì la lancia lungo il percorso, ma ogni volta venne completamente schivata, e ogni volta si aprirono profondi buchi nelle pareti lungo il canale. Le sembrò di sentire delle urla lungo la strada, ma esse non raggiunsero mai la sua coscienza, che era coperta da una nebbia rossa. L'unica cosa che riusciva a vedere nel suo campo visivo era la piccola ombra che fuggiva davanti a lei.
“Ti ucciderò! Ti ucciderò sicuramente!”
Il tempo sembrava infinito e, al limite estremo delle urla emesse dalle sinapsi di tutto il suo corpo, improvvisamente la velocità di Endre diminuì: anche per lui l’haste si era esaurito. Senza rendersene conto, i due erano tornati sul ponte. L'area circostante era piena di terrestri. Ma senza esitare, Astha brandì nuovamente la lancia e…
E poi, all'improvviso, la figura di Endre scomparve.
“Cosa?”
La frusta ionica di xenon tagliò inutilmente l'aria notturna. Astha mosse gli occhi sgomenta quando sentì l'odore dell'ossigeno bruciato.
Dove... dov'è!?
“È arrivata la tua fine, Astharoshe.”
Una voce risuonò freddamente.
E poi Astha vide ── sull'ombra di lei stessa riflessa sulla superficie del fiume, un'altra piccola ombra che si sovrapponeva.
“In alto!”
Non c'era tempo per distogliere lo sguardo. Affidandosi unicamente all'istinto, girò il polso. Nello stesso istante, la lancia balzò verso l'alto con un movimento simile a quello di un serpente velenoso.
Ce l'ho fatta!
La frusta di ioni di xeno colpì il bersaglio. Il getto di calore di decine di migliaia di gradi sembrò incenerire istantaneamente il vecchio vampiro ──
Tuttavia, ciò che giunse alle orecchie di Astha, mentre intravedeva la fine della sua vendetta, fu una risata cristallina, come il suono di una campana.
“Che ingenua, Astharoshe Asran.”
Quando la risata riecheggiò, la notte intorno a loro era diventata chiara come il giorno.
Appena prima di tagliare l'ombra dell'avversario, la lancia si era scontrata contro una specie di barriera. Il plasma che rimbalzava si era diviso in innumerevoli sfere enormi, che piovevano sul Ponte di Rialto e sulle centinaia di persone che vi si trovavano sopra...
“Scudo di difesa assoluta... Aegis!”
Quando il suo colpo mortale fu respinto, Astha lo vide: otto sfere di metallo che fluttuavano intorno al ragazzo.
Il sistema di scudo a forte campo magnetico - Aegis - era costituito da sfere, che brillavano opache ed orbitavano intorno a Endre come pianeti intorno a una stella. Il potente campo magnetico che si era creato tra loro aveva invertito e disperso il colpo della lancia.
Mi dispiace, Ren, non ho potuto vendicare il nostro nemico...
Una delle palle di fuoco frammentate si avvicinò ai suoi occhi, mentre la coscienza di Astha, completamente esaurita dall'haste, si spense improvvisamente.
Ma poco prima di essere inghiottita dall'oscurità, di chi era quella voce che chiamava il suo nome?
#trinity blood#abel nightroad#sunao yoshida#rage against the moons#trinity blood novels#traduzione italiana#thores shibamoto#astharoshe aslan#Endre Kourza#from the empire
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TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol. 1 - From the Empire
FROM THE EMPIRE - CAPITOLO NOVE
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
“Area di combattimento: libera ─ Riscrittura del programma di combattimento da 'Modalità Genocidio' a 'Cerca e Distruggi'.”
Tra le macerie crollate, non c'era ombra o traccia dell'uomo dai capelli lunghi. Sembrava che fosse stato letteralmente disintegrato dai più di trecento colpi di proiettili da 20 millimetri.
“Rapporto sui danni, Duchessa di Milano.”
“Sto bene... Ben fatto, Padre Tres.”
Di fronte al ringraziamento della sua padrona, Tres si inchinò leggermente, impassibile. Poi gettò a terra la mitragliatrice Gatling completamente scarica.
A quanto pare era stato proprio quell'uomo ad attaccare la diga. Sarebbe stato necessario esaminare il corpo nei dettagli e indagare sulle connessioni che si celavano dietro di esso. Per il momento, tuttavia, la priorità era guidare l'evacuazione.
“La Iron Maiden sta aspettando nei cieli. Duchessa di Milano, vi consiglio di imbarcarvi il prima possibile.”
“Lasciate che le sorelle salgano a bordo prima di me, per favore... A proposito, come sta Vostra Santità?”
“Crusnik e la Viscontessa di Odessa sono in posizione. Non appena apparirà l'obiettivo, lo intercetteranno e lo distruggeranno.”
“Eccellente. Un'esecuzione magnifica.”
Al suono di applausi esagerati, tutti, tranne Tres, si voltarono.
“Tu...!”
Questa volta, anche la voce di Caterina era soffocata dalla paura. Ammutoliti, tutti erano paralizzati e con lo sguardo fisso davanti a loro.
“Davvero, è una situazione terribile che non mi abbiate permesso nemmeno di salutarvi come si deve... Eppoi il mio vestito ha finito per sporcarsi, vedete?”
Kämpfer fece un sorriso amaro e si passò elegantemente una mano tra i capelli neri. Sul suo volto sottile non c'era nemmeno un graffio o una traccia dei trecento proiettili sparati.
“Ah, padre Tres. Aggiungetelo al rapporto. Il conte di Zagabria è già stato arrestato. In questo momento, probabilmente, sta...”
Al suono della voce pacata si sovrappose il suono inquietante di uno sparo.
Tres, che dava ancora le spalle al gruppo, sparò improvvisamente.
La canna da 13 mm del Jericho M - Dies Irae - era stata puntata sotto il braccio del sacerdote, direttamente sulla fronte del nemico, la cui testa, colpita da due proiettili, avrebbe dovuto trasformarsi in una massa di carne frantumata. Eppure...
“È un giocattolo rozzo. Non ha un briciolo di eleganza.”
Davanti ai suoi occhi, come se fossero bloccati in aria, fluttuavano due proiettili di piombo, che Kämpfer guardò con disprezzo. Alzando la mano guantata con un gesto agile, i proiettili caddero a terra con un piccolo rumore.
“Padre Tres, tu sei un uomo capace. Ma purtroppo non avete ancora capito il vero significato di un massacro... Molto bene. Permettetemi di insegnarvi qualcosa.”
Il pentacolo ricamato sui guanti del mago iniziò a lampeggiare, emettendo una sinistra luce rossa.
“Davanti a me, Yunges. Dietro di me, Teletalkae. Nella mia mano destra, la spada. Nella sinistra, lo scudo. Intorno a me brilla il pentacolo e all'interno della pietra l'esagramma... Vieni, 'Spada di Belzebù'!”
Kämpfer si limitò a stringere leggermente le mani. Non c'era nulla in esse. Tuttavia, un attimo dopo, la testa della giovane suora che stava tremando accanto a Caterina, scomparve.
“Suor Anna!”
Un viso che conservava ancora tratti infantili, con gli occhi spalancati dalla sorpresa, ora riposava in silenzio tra le mani della collega accanto a lei.
“NO!”
“Non si muova, sorella Rachele.”
Ma la suora gettò a terra la testa decapitata della collega e si voltò rapidamente con un grido stridulo e disperato. Come se non avesse sentito la richiesta di moderazione da parte di Tres, inciampò correndo verso la porta.
“...Amen.”
Nel momento in cui Kämpfer, ancora di spalle, sollevò le labbra in un sorriso sarcastico, suor Rachele esplose in pezzi ─ come un manichino rotto, i suoi arti smembrati assieme a pezzi di carne e organi interni finirono disseminati sul pavimento.
Con la morte delle loro due colleghe, le suore sopravvissute non riuscirono più a emettere un solo grido. Si limitarono ad aggrapparsi tremando a Caterina, che, come previsto, era pallida per la situazione.
“La paura della morte è più terrificante della morte stessa - Schiller.” Declamò l’uomo dai capelli lunghi. "Ah, non muoverti, Padre Tres. Le bambole sono così noiose. Dopo tutto, probabilmente non possiedi nemmeno un'emozione nobile come la paura, vero?”
Senza nemmeno voltarsi, Kämpfer fermò il sacerdote alle sue spalle.
“Non è divertente distruggere una bambola meccanica. Paura, orrore, tristezza... Non credi che dovresti anche cercare di imitare un po' del fascino degli esseri umani?”
“Negativo... Non abbiamo tempo.”
Il volto di Tres rimase inespressivo come sempre, mentre fissava i corpi stesi a terra. Tuttavia, nel sottofondo di quella voce che suonava sempre senza alcuna intonazione, qualcosa vacillava leggermente.
“I rinforzi arriveranno tra circa trecento secondi. Prima di allora, devo eliminarti: non abbiamo tempo.”
“....Oho!”
Quando Kämpfer si voltò, nei suoi occhi apparve una luce apparentemente divertita. Mentre aggiustava meticolosamente i guanti su entrambe le mani disse:
“Hai detto... che mi vuoi eliminare?”
“Affermativo──”
Gli occhi di Tres, che avevano annuito, si mossero rapidamente. Spostò lo sguardo da Caterina, alle suore tremanti e poi al corpo che giaceva orribilmente a terra, continuando con voce monotona.
“Vi sterminerò ── non rimarranno nemmeno le ossa.”
“Provaci pure.”
La rivincita iniziò bruscamente.
Il dito di Kämpfer si alzò rapidamente. Quando il dito fu puntato contro il suo avversario, l'ombra di Tres era già scomparsa. Invece, ciò che apparve sul terreno dove si trovava un attimo prima fu una sottile fenditura. La 'spada' invisibile inseguiva l'ombra della preda che era balzata verso l'alto, e questa volta si conficcò nel soffitto aprendo un buco profondo.
“Sei certamente veloce. Ma è tutto qui?”
Le dita di Kämpfer si muovevano come un ragno. Al ritmo di movimenti che sembravano premere su una tastiera invisibile, la crepa nel muro si espanse come una creatura bizzarra, estendendo il suo dominio. Serpeggiando su lunghe distanze, la crepa avanzò rapidamente e, nell'istante successivo, catturò tra le sue fauci il sacerdote che stava risalendo la parete.
“È la fine, Gunslinger.”
”0,03 secondi di ritardo.”
La mano destra di Tres si spezzò improvvisamente, non appena ebbe finito di parlare.
Per essere più precisi, il polso che reggeva la pistola si staccò improvvisamente. Da esso emerse la bocca di una canna spessa e robusta.
L'ugello ─ da cui il lanciafiamme esplodeva una fiamma di magnesio che raggiungeva migliaia di gradi ─ tracciava un cerchio. All'interno dell'anello di fuoco bianco-blu, qualcosa che assomigliava a lunghe ciocche di capelli brillarono d'argento per un istante prima di scomparire.
“Fili di fibra di carbonio monomolecolare!”
Caterina gridò con voce soffocata.
Parte della tecnologia perduta con l’avvento della Grande Catastrofe, l'Armageddon: la Fibra di Carbonio Monomolecolare era la fibra di carbonio più sottile e più forte, fatta di particelle di carbonio C con strutture gemelle multiple. Nonostante la sua poca resistenza al calore, questo filo, capace di tagliare con facilità persino i diamanti, poteva diventare un'arma davvero invincibile, a seconda di come veniva utilizzata.
“Oh, quindi... questa era la Spada di Belzebù... Non male. Ma in fin dei conti, era solo una marionetta.”
Le labbra di Kämpfer si aprirono a mezzaluna.
L'M13 di Tres era puntata dritto verso di lui. La canna dell'arma mirava esattamente sulla sua fronte.
Ma anche sparando un proiettile 512 dall’M13, ci sarebbe comunque stato uno scudo che non avrebbe potuto essere penetrato. Il proiettile esploso sarebbe stato riflesso e avrebbe colpito la fronte della persona che lo aveva sparato...
Davanti allo sguardo sarcastico di Kämpfer, le due canne della pistola ruggirono come animali feroci: le mascelle d'acciaio mostravano le loro zanne di tredici millimetri.
“È inutile, i proiettili non possono colpirmi.”
“Io ti ho colpito.”
Le parole di entrambi erano corrette.
A casa dello Scudo di Asmodai il proiettile, la cui traiettoria era stata deviata dal forte campo elettromagnetico, aveva compiuto una precisa inversione di 180 gradi. Tuttavia, Tres non si trovava sull'asse del colpo. Al momento dello sparo, il proiettile aveva sfiorato la testa del sacerdote che si era abbassato, per poi colpire la parete di acciaio della caldaia dietro di lui con un angolo poco profondo. Il proiettile, ora trasformato in un colpo di rimbalzo, aveva colpito la lama della spada di una guardia conficcata nel terreno. E poi, il punto successivo in cui era rimbalzato era stato…
Quando Kämpfer fece un passo indietro, con i capelli neri che oscillavano, entrambe le sue mani, insieme ai guanti, erano scomparse. Guardandole spazzate via senza nemmeno una goccia di sangue, disse:
“Davvero, sei un uomo incredibile.”
Sbalordito ── o meglio, profondamente stupito, Kämpfer scosse la testa.
Sparare calcolando il riflesso e persino il rimbalzo successivo...
“Il titolo di Pistolero non è solo una facciata, quindi. Proprio come il mio di Mago.”
“Che... che cos'è...?”
Un grido soffocato di panico si levò dalle monache.
Il corpo del Mago sembrava essersi improvvisamente rimpicciolito. No, non era così. Non si era rimpicciolito. La parte inferiore delle gambe era scomparsa.
“Sarebbe un peccato perdere una tale abilità... Hai avuto una buona idea.”
Mentre veniva inghiottito dalla sua stessa ombra che si apriva da terra, la voce di Kämpfer rimase completamente calma. Guardava alternativamente il volto inespressivo di Tres e quello pallido di Caterina.
“Ci rivedremo presto, signori. Quando il ciclo del destino si chiuderà. Diventerete sacrifici eccezionali...”
Quando Caterina, che fino a quel momento aveva osservato la situazione in stato di stordimento, tornò in sé, la figura di Kämpfer era già immersa nell’oscurità fino al collo.
“Cosa stai facendo? Spara, Gunslinger!”
Ma Tres non reagì. Lentamente fece un passo indietro, mentre qualcosa scivolava via dal suo corpo cadendo a terra.
“Padre Tres!”
Ciò che era caduto a terra con un suono pesante erano le sue due braccia amputate dalle spalle. La figura del suo sottoposto inginocchiato, con il liquido circolatorio sottocutaneo che sgorgava come una cascata, fece sgranare gli occhi a Caterina.
“Con questo siamo pari. Senza rancore, padre Tres... Beh, signore e signori, ora vi dico Auf Wiedersehen.”
Poi, dall'ombra del ‘mago’ che aveva completamente inghiottito l'immagine reale, risuonò una bassa risata.
“... Questo conclude il mio rapporto. Inoltre, il conte di Zagabria è attualmente sotto scorta. Crediamo che arriverà tra un giorno o due.”
<Ottimo lavoro.>
Dal trono fluttuante, l'Imperatrice Augusta espresse la sua gratitudine alla giovane donna inginocchiata dall'altra parte della tenda. La sua voce, convertita elettronicamente, si diffuse nella sala del pubblico accompagnata da un suono basso, profondo e imponente.
<A proposito, Viscontessa di Odessa... che mi dice del collaboratore proveniente dall’Esterno di cui parla nel suo rapporto? Com'è andata?>
“Quando mi chiedete com'è andata, cosa intendete?”
Il volto della viscontessa, dall'altra parte della tenda, era nascosto sotto i capelli bianchi e non poteva essere visto. Tuttavia, l’Imperatrice Augusta non mancò di notare che le sue spalle si erano irrigidite leggermente.
<Vi sto chiedendo se vi é stato utile, signora. Dopo tutto, avete fatto un rapporto notevolmente positivo, non è così?>
“No… non esattamente! Ho solo pensato che, per essere un Terran dalla vita breve, si sia dimostrato competente. Vuole che aggiunga altri dettagli al rapporto?”
<No, non sarà necessario. Mi dispiacerebbe imporle ulteriori sforzi, signora. Ben fatto. Può andare a riposare.>
“Ah! La ringrazio, allora vado.”
<Si riposi con calma... Hmm, quindi pare che lui stia come sempre eh…?>
Non appena la viscontessa di Odessa, con la sua alta statura, scomparve dalla sala delle udienze, la tenda di bambù si sollevò delicatamente. Nella stanza, dove ora non c'era nessun altro, una piccola figura seduta su un trono era illuminata da una luce soffusa. Si stiracchiò ampiamente e, con una voce completamente diversa da quella che aveva usato fino a poco prima, mormorò nel suo tono naturale e chiaro.
“È ancora dalla parte degli umani... In questo caso, penso che sia meglio non combattere con il Vaticano ora… Affrontare entrambi i nemici allo stesso tempo, a prescindere da tutto, sarebbe troppo problematico.”
Sul trono, con i suoi occhi verde chiaro che brillavano maliziosi, c'era una ragazza che non sembrava aver superato l'adolescenza. Il suo viso era straordinariamente bello sotto i capelli neri e un po’ spettinati. Sebbene le sue lunghe braccia e gambe fossero davvero sottili, la sua espressione piena di vitalità ricordava in qualche modo una bestia felina non abituata agli esseri umani.
La ragazza ─ l’ “Imperatrice Augusta” Vladika ─ si tolse il grande cappello e si sdraiò su un fianco in modo rilassato sul trono fluttuante.
“Però non lo capisco proprio. È rimasto fedele a una donna del suo passato e si allea ancora con i Terrestri. Tuttavia, è inspiegabilmente popolare, quindi perché non si cerca un'altra donna...? Astharoshe ad esempio, sarebbe un ottimo partito. Se fossi un uomo, non me la lascerei scappare. Non lo farei davvero.”
Il sistema di aria condizionata all’interno della stanza ricreò la nostalgica immagine delle foreste di inizio estate del Canada, prima della ‘Grande Catastrofe’. La brezza fresca, con il suo profumo di clorofilla, e il canto degli uccelli liberi di volare tra i rami erano indescrivibilmente piacevoli.
“Cosa dovrei fare d'ora in poi? Sembra sempre che tutti i problemi finiscono per venire da me. Davvero, non ce la faccio più.”
La voce brontolante della ragazza si abbassò a metà frase e scomparve.
Invece, quello che le sfuggì dalle labbra leggermente aperte fu un respiro tranquillo e assonnato. Sul suo petto che si alzava e si abbassava dolcemente, si posò delicatamente un mughetto.
“Sono venuto per lei, Graf.”
Il vecchio vampiro guardò implorante l'uomo che stava dall'altra parte della porta di ferro. Dov'era finito il carceriere? Di lui non si vedeva né l'ombra né la figura.
“Sei venuto a salvarmi, vero? Ben fatto!”
“È un onore. Vi prego di accompagnarmi sul ponte. Il dirigibile ci sta aspettando.”
“Sì, sì!”
Alzandosi in piedi e gonfiando il petto, Endre uscì dalla stiva della nave e si guardò intorno. Su quella nave di scorta ci dovevano essere circa cinquanta membri dell'equipaggio, ma l'interno era completamente silenzioso.
“Cos'è successo all'equipaggio?"
Kämpfer si limitò a scrollare le spalle. L'atteggiamento compiaciuto del Terran, che aveva preso il comando e aveva iniziato a camminare, lo aveva un po' irritato.
... Beh, pazienza
Endre si trattenne.
Se fossie stato scortato nell'Impero, avrebbe sperimentato qualcosa di peggio della morte.
Almeno prenderò per buono il fatto di essermi salvato.
“Tuttavia... sono un po' indebolito...”
Nel momento in cui aveva provato sollievo, la sete era tornata. Non pretendeva il lusso. Qualsiasi cosa sarebbe andata bene, anche un marinaio straccione, ma non c'erano esseri umani in giro? A parte l'uomo dai capelli lunghi che camminava davanti a lui, non c'era traccia di nessuno a bordo.
...Dovrei accontentarmi di questo tipo?
Con gli occhi affamati fissi sulla schiena dell'uomo, Endre sorrise segretamente.
A pensarci bene, non aveva più bisogno di quest'uomo.
Per il momento, dovrò nascondermi. In questo caso, meno persone sanno della mia esistenza, meglio è. Mi è stato utile in molti modi, ma lasciare in vita un uomo insignificante e far sì che i miei piani vengano disturbati sarebbe problematico...
“A proposito, Eccellenza...”
Come se leggesse la mente di Endre, la persona che camminava davanti a lui parlò senza voltarsi.
“Congratulazioni per questa occasione. Le sue capacità sono state splendide, non crede?”
“Di cosa stai parlando?”
Nascondendo le zanne, Endre forzò un sorriso - dentro di sé, si dovette mordersi la lingua per la frustrazione, fingendo ignoranza.
“È successo qualcosa di degno di essere celebrato?”
“Non faccia l'incompreso. Naturalmente sto parlando dell'incidente di Venezia... È stato uno splendido successo.”
“Smettila di prendermi in giro!”
Questo tizio mi sta davvero prendendo in giro?
Ma Kämpfer, sempre dando le spalle al vampiro, che stava sollevando le labbra in un gesto di stizza, si limitò a scuotere la testa con calma.
“Prendere in giro? Non è affatto così. Il piano è stato un grande successo. In conseguenza a quanto é accaduto, l'Impero e il Vaticano hanno stretto un rapporto temporaneo di cooperazione. È un risultato di cui dovremmo essere abbastanza soddisfatti, non crede?”
“Cosa!? Che cosa significa?”
“Non si possono distruggere le cose che non esistono, ma quelle che esistono si possono rompere... questo è il punto. Questo incidente sarà una buona opportunità per la loro cooperazione. Anche un pervertito la cui unica abilità è tormentare i deboli, a seconda di come viene usato, può essere utile, no?"
“Tu... insolente!”
Il suo bel viso si distorse in modo grottesco.
“Terran! Maledetto, hai osato sfidarmi!”
Endre ruggì, mostrando le gengive, e allungò gli artigli affilati verso la schiena dell'insolente Terran dalla vita breve...
“...Ah?”
Tuttavia, gli artigli del vecchio vampiro fendettero l'aria invano. Qualcosa lo aveva ostacolato... no, non era quello. Qualcosa gli aveva afferrato le gambe.
“Che... che cos'è?”
Endre abbassò gli occhi sui suoi piedi e gemette.
La lunga ombra di Kämpfer si allungava sul corridoio ── e lì i suoi piedi stavano affondando.
“Le mie gambe...!”
Era come se fosse sprofondato nel catrame o in una palude senza fondo. Il corpo del ragazzo, che si dibatteva disperatamente, stava lentamente affondando nel terreno ─ o meglio, nell'ombra che fuoriusciva dal mago.
Guardando la scena da sopra le spalle, Kämpfer accese la piccola sigaretta e la tenne in bocca.
“È problematico, sai? Essere disturbati da esseri insignificanti, per di più... Prima che il protagonista vada in scena, il palcoscenico deve essere riordinato a dovere, non crede?”
“Chi.... Chi diavolo sei?”
Il corpo del ragazzo era già immerso nell'ombra fino al petto. Con ogni muscolo del viso contorto dal terrore, Endre emise un grido ansimante.
“Kämpfer! Bastardo, chi...”
Ma le domande non continuarono. Il volto, distorto fino a non lasciare traccia della sua forma originale, fu inghiottito dall'oscurità. Solo una piccola mano, allungandosi a terra, cercò di chiudere le dita come per afferrare qualcosa per l'ultima volta, ma anche quella fu rapidamente inghiottita dalle ombre.
“Anche stanotte, c’è una bella luna... Tenera è la notte, e chissà, forse la Regina Luna è sul suo trono, circondata da una miriade di Fate stellate; però qui non c'è altra luce... - Keats.”
Come se nulla fosse, Kämpfer alzò gli occhi al cielo. A sud brillava una grande luna piena, e accanto ad essa, leggermente più piccola e distorta, brillava la ‘luna vampiro’.
Sicuramente, la notte in cui il mondo finirà, ci sarà una luna bellissima come questa. E quella notte non è troppo lontana.
“È una notte bellissima... Davvero una bella notte.”
Il Mago gettò il suo sigaro in mare e, infilandosi le mani in tasca, riprese a camminare nell’oscurità.
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RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol.1 - From the Empire
FROM THE EMPIRE - CAPITOLO OTTO
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“Improperium exspectavit cor meum et miseriam - Il mio cuore era pronto all’ingiuria e all’afflizione.”
La porta si aprì mentre il coro dei ragazzi cantava l’“Improperium”, un canto della liturgia cristiana. Preceduta dal sacerdote che faceva oscillare l'incensiere, entrò una solenne processione di chierici vestiti con abiti e cappucci. Sebbene il numero di persone fosse esiguo per l'entourage delle persone più potenti del mondo, era adeguato alle dimensioni di quella cattedrale.
Situata trenta metri sotto la Basilica di San Marco, con il coro di ragazzi presente dall’inizio della cerimonia, alcune guardie simboliche ed il gruppo di chierici appena entrato, la cripta non aveva più spazio per mettere un solo spillo.
“Et sustinui qui simul mecum contristaretur, et non fuit - Attesi chi prendesse parte alla mia pena, ma non ci fu alcuno.”
Durante il canto dei sacerdoti, il Papa, con il cappuccio calato sulla testa, che gli copriva anche gli occhi, chinò reverentemente il capo verso l'altare dove si stava tenendo il sacramento. In mezzo al silenzio, consacrò una scatola contenente le sante reliquie sull'altare. Dopo aver completato quella parte della cerimonia, il Vescovo di Venezia, che gli stava accanto come assistente, iniziò a leggere la preghiera ad alta voce.
“Kyrie, eleison. Christe, eleison. Media vita in morte sumus quem quaerimus adjutorem nisi te, Domine? Kyrie, eleison - Signore pietà. Cristo pietà. A metà della nostra vita già ci troviamo nella morte, chi possiamo chiamare in nostro aiuto, se non Voi, o Signore? Amen.”
Il Papa si era alzato e, con l'aiuto del Vescovo assistente che lo teneva per mano, aveva lasciato l'altare. Normalmente, dopo questo momento sarebbero dovuti essere eseguiti la comunione eucaristica e gli altri sacramentI, ma erano stati omessi dalla cerimonia. Si diceva che il Papa, il più giovane della storia, soffrisse di un'estrema fobia sociale e che in un'occasione fosse addirittura svenuto per la paura mentre celebrava la Messa. Nel silenzio imbarazzante che ne seguì, il giovane pontefice, con passi incerti, si era diretto verso la porta.
Fu proprio in quel momento che una voce chiara risuonò nelle orecchie dei presenti.
“Alessandro XVIII, 399° Papa del Vaticano, ho una questione da discutere con voi.”
Nella direzione in cui tutti gli occhi si erano rivolti, un ragazzo si era alzato dal centro del coro. Sotto la sua veste fluente, un'enorme ascia brillava minacciosamente.
“Il mio nome è Endre - Endre Kourza, Conte di Zagabria del Vero Impero Umano! Voi, semplici primati che osate sfidarci, consegnate le vostre teste senza opporre resistenza!”
Le guardie non riuscirono nemmeno ad alzare le armi. Come un demone bellissimo e veloce, che si muoveva con la grazia di un angelo sotto l'effetto dell'Haste, balzò sopra gli attoniti presenti. Nell'aria, l'enorme ascia lampeggiò minacciosamente e, senza esitare, Endre la scagliò contro la testa del giovane Papa pietrificato...
“Cosa...?”
In un batter d'occhio, insieme a un suono chiaro, il corpo di Endre fu scagliato a grande distanza. Il bel viso dell’essere che atterrò contro la parete decorata con un magnifico mosaico fu distorto dalla sorpresa.
“Im-impossibile... Sei tu!”
“... Sei tu quello che farebbe bene a non opporre resistenza, Endre.”
Insieme al tono basso della sua voce, il cappuccio che copriva la testa del Pontefice cadde.
Sopra i suoi capelli di bianco avorio, una donna impugnava una robusta sciabola militare. Alla vista dei suoi occhi color ambra, una voce tremante di rabbia uscì dalla gola del vecchio vampiro.
“Tu, Astharoshe Asran! Come!”
“Endre Kourza, in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, lei è in arresto con l'accusa di quaranta omicidi.”
L'assistente del vescovo di Venezia... No, la persona che fingeva di essere lui gridò, aggiustandosi gli occhiali spessi come il fondo di una bottiglia di latte.
“Resistere è inutile. Arrendetevi immediatamente!”
“Com’è possibile...!? Siete stati troppo veloci! Il Papa? Dov'è il vero Papa?”
“Nella cassaforte del signor Marco Colleoni, che avete ucciso, è stato trovato un biglietto ── È stato ricattato con la figlia in ostaggio, e ha falsificato le analisi della Santa Eucarestia. La cerimonia è stata annullata... Ah, tutti i sacerdoti qui sono dipendenti dell'Ax. Non potete più scappare. Vi consiglio vivamente di gettare le armi e arrendervi.”
“Il biglietto è stato trovato dai parenti in lutto che stavano cercando il testamento. Se non lo avessi ucciso, probabilmente non sarebbe mai stato trovato. Arrenditi, stupido, ti sei scavato la fossa con la tua stessa crudeltà! Ora non hai più scampo!” Aggiunse Astha.
I sacerdoti estrassero simultaneamente i loro fucili da sotto le vesti. Il suono dell'armamento riecheggiò in sincronia.
“Ah! Nonostante mi sia infiltrato nel coro per arrivare prima che vi rivoltaste contro di me... Anche così...” Con visibile odio, il ragazzo sollevò le labbra e rise beffardo. “Arrenditi, hai detto?! Non farmi ridere, ragazzina!”
“Giù!” Nell'istante in cui la mano di Endre si girò, Astha tirò Abel verso di sé e lo fece chinare a terra. La grande ascia, emettendo un ruggito, spazzò via il vuoto dove si erano trovati loro un istante prima.
“Ricordalo bene, Astharoshe... Vieni, moccioso!”
“Aspetta, Endre!”
Il vecchio vampiro, afferrato uno dei coristi, iniziò a correre; Astha lo inseguì, seguita dalla voce disperata di Abel.
“Signorina Astha, non inseguirlo così... Ah, basta così! Tutti quanti, per favore, badate ai bambini!”
Nel frattempo, Endre allungò elegantemente la mano verso l'altare sullo sfondo. Quando l'altare, che pesava quasi una tonnellata, fu rovesciato di botto, si aprì un buco: erano i resti di un tunnel risalente a prima della Grande Calamità, il cosiddetto Armageddon. Il vecchio vampiro saltò dentro e anche Astha si lanciò dietro di lui.
“Non riuscirai a scappare!”
La luce della vernice fluorescente sulle pareti faceva apparire il tunnel stranamente biancastro. Le ombre dei Metuselah, che sfrecciavano nello spazio bianco in uno stato di haste, erano impossibili da cogliere per gli occhi umani. Tuttavia, grazie alla sua giovane età, Astha era leggermente più veloce.
“È finita, Endre!”
Il lampo di una spada militare spietata puntò alla schiena del vecchio vampiro che correva senza sosta con il bambino sotto il braccio.
“...Cosa!?”
Tuttavia, proprio mentre la lama affilata stava per squarciare il fondo, fu respinta senza alcun suono.
Intorno al vecchio vampiro, che stava saltando di lato, giravano otto sfere d'argento.
“Scudo Aegis!”
“Kuhaha! Getta via l'arma, Viscontessa di Odessa!”
Voltandosi, Endre sciolse l'haste e avvolse le dita intorno alla gola del ragazzo svenuto.
“Questa è la seconda volta... No, se contiamo la volta in cui ho ucciso senza pietà la tua compagna, sarebbe la terza, non è vero? Quindi, Astharoshe, se tieni alla vita di questo ragazzo, che ne dici di gettare via la tua arma?”
Per un attimo l'immagine della donna che era stata la sua compagna, fatta a pezzi, le balenò nella mente. Nonostante ciò poco dopo Astha gettò a terra la sua spada militare.
“Va bene, suppongo che tu non l’abbia fatto apposta... Ma ti sei messa in mezzo proprio al momento giusto! Immagino che dovrò darti una lezione, eh?”
Mentre estraeva la spada militare che era caduta sul selciato di pietra, Endre rise. La sua lunga lingua leccò la lama lucente.
“Ti avverto in anticipo, non pensare che questo sia l'unico piano che ho. Comunque vadano le cose, il Papa che avete salvato morirà. Sono già stati presi accordi in tal senso.”
“Se stai parlando della diga mobile, altre persone sono già in viaggio... Questa città non affonderà.”
“Come fai a saperlo?”
Endre strinse gli occhi come se fosse impressionato.
“Cavolo, sembra che io abbia esagerato con la mia battuta... Ti ho sottovalutato, pensando che fossi solo una ragazzina. Ma anche se sei arrivata a questo punto ── il crimine di interferire con le mie ambizioni è grave, Astharoshe.”
“Endre, bastardo, ti sbagli su due cose. Primo, non sono sola...”
Di fronte alla morte imminente, Astha, con un'espressione stranamente calma, guardò di nuovo in faccia Endre.
“E poi, quali sarebbero le tue ambizioni? Tsk, un maniaco come te non dovrebbe parlare con tanta audacia!”
“Cosa... cosa hai detto...?”
Era stato un discorso di estrema insolenza, ma sembrava che non fosse riuscito a capire subito cosa avesse detto. Mentre gli occhi di Endre si allargavano per la confusione, Astha sfoderò ancora una volta la sua lingua tagliente senza pietà.
“Vigliacco e incompetente, ma con un enorme orgoglio. Vuoi essere riconosciuto dagli altri, ma non hai talento e non ci provi nemmeno. Come se non bastasse, tormenti e uccidi i Terrestri, fingendo di essere un artista... Ah! Un vigliacco depravato come te osa parlare di “ambizioni”? Non farmi ridere. Persino io mi vergogno di te.”
“Aa......”
Il bel viso d’angelo impallidì per un attimo, poi arrossì e infine impallidì completamente.
“Ragazza insolente!”
Una delle sfere d'argento cadde a terra accanto a Endre, emettendo un suono. Al suo posto, un ruggito esplose dalla gola del vecchio vampiro che brandiva la sciabola militare.
“Una come te... Che cosa puoi capire? Io sono diverso! Sono diverso dagli altri! Eppure non mi hanno riconosciuto! Ecco perché... Ecco perché io... ahhh!”
Un fulmine esplose diretto al cuore di Astha. Endre urlò, mostrando persino le gengive.
“Muori, mocciosa!”
“Ora, amico mio!”
Il suono dell'esplosione della polvere da sparo che riecheggiava nel tunnel non fu troppo forte. Ma sembrò avere una potenza sufficiente per far cadere in aria il vecchio vampiro infuriato.
“C…cosaaaaa!”
Il piccolo corpo, incurvandosi a forma di “C” nell'aria, rimbalzò una volta sulla parete, poi fu gettato a terra e rimbalzò di nuovo. Tenendosi l'addome, si contorse sul pavimento. Un proiettile d'argento, l'elemento più detestabile per i Metuselah, aveva perforato la sua cavità addominale e si era conficcato nella spina dorsale.
In fondo al tunnel, esattamente in direzione del sacerdote dai capelli d'argento dietro Astha, Endre gridò.
“Tu... Terran...! Mi hai ingannato, Astharoshe!”
“Non pensavo che saresti caduto in un trucco così meschino.”
Prendendo a calci l'Aegis caduto senza pietà, Astha sorrise maliziosamente.
Il sistema di difesa assoluta, Isis Aegis, aveva un difetto fatale in combattimento: finché il campo magnetico rimaneva attivato, era impossibile effettuare attacchi dall'interno verso l'esterno.
“Ben fatto, padre!”
“Cos'è questa storia del 'ben fatto'? Ti prego, non farmi innervosire così! Stai correndo avanti e mi stai lasciando indietro.”
Con il revolver ancora fumante in una mano, il sacerdote dai capelli d'argento aveva il fiatone.
“È un bene che ci siamo preparati in anticipo, ma sul serio, non avevo alcuna fiducia nelle mie capacità di tiro.”
La sua espressione era così buffa che Astha scoppiò a ridere. Ridendo, continuò:
“No, no. Io credevo in te, Tovarish... Hai fatto un ottimo lavoro!”
“Mi chiami compagno solo quando ti fa comodo eh... Ops, signorina Astha, è la prima volta che ti vedo ridere. Che bello!”
“...Dobitoku.”
Quando Astha distolse il viso, sembrava sconvolta, ma non riusciva a nascondere il fatto che le sue guance erano rosse.
Bene, questo conclude il lavoro. Non resta che scortare Endre nel nostro Paese. Poi sarà un addio a questo mondo detestabile: la mia nostalgica patria mi aspetta.
La nostalgica capitale imperiale. Un ritorno trionfale e pieno di orgoglio. Ma...
“...Grazie per il vostro aiuto, padre.”
“Non c'è di che.”
Il sacerdote inclinò leggermente la testa, con lo stesso sorriso spensierato di sempre. Astha strinse gli occhi, come se fosse stata colpita da qualcosa di abbagliante.
Probabilmente non lo rivedrò mai più...
Astha cercò di imprimere il volto del prete nella sua memoria. In quanto Terran, probabilmente non avrebbe vissuto più di altri cinquant’anni. Per lei, che avrebbe vissuto almeno altri trecento anni con lo stesso aspetto, cinquant'anni sarebbero passati in un batter d'occhio. E anche se un giorno avesse dovuto rimettere piede nel “mondo esterno” e i due si fossero incrociati, probabilmente non avrebbe riconosciuto il suo volto invecchiato.
“Ricorda bene il mio volto.” Chiese Astha. Poi continuò:
"Non sarò in grado di ricordarmi i volti di voi Terran per molto tempo. Quindi dovrai essere tu a chiamarmi, se mai ci rincontreremo, capito? Quando questo posto diventerà territorio del mio Impero, in onore dei vecchi tempi, magari ti nominerò responsabile di togliere le pulci ai gatti.”
“Non vedo l'ora.”
Sorridendo dolcemente, il sacerdote strinse la mano che la sua compagna gli aveva teso.
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