#il prezzo della politica italiana
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I PARLAMENTARI hanno stipendi D’ORO #shorts
Altro che poco più di 4000 €uro, ma come al solito i Coglioncini Italioti l'hanno BEVUTA!
#politici italiani#la casta#governo ladro#politicamente scorretto#politici ladri#magna magna#il prezzo della politica italiana
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In soli due giorni sono già centinaia le persone uccise in Libano dagli attacchi israeliani. Almeno 500 persone di cui 30 bambini e migliaia i feriti. Alla 79ima Assemblea Generale delle Nazioni Unite in corso a New York il tema è entrato di prepotenza nella discussione. Il padrone di casa, il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, si è rivolto all’Assemblea partendo proprio dal fatto che Gaza sia un “incubo” e che questa situazione non può che portare sempre più caos nella regione. Proprio come sta accadendo ora in Libano. «Dovremmo essere tutti allarmati da questa escalation». Ha continuato ricordando l’abominevole attacco di Hamas del 7 ottobre dello scorso anno, ma aggiungendo che «niente può giustificare questa punizione collettiva al popolo palestinese». Concludendo su un argomento spesso snobbato: l’impunità. Impunità che sembra dilagare per tutti coloro che violano il diritto internazionale, i diritti umani e le sentenze dei tribunali internazionali. Alle parole di Guterres, si sono accompagnate quelle di Josep Borrell. L’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha parlato di situazione estremamente pericolosa e preoccupante all’Assemblea delle Nazioni Unite. «Il mondo non può permettersi che il Libano si trasformi in un’altra Gaza», anche in questo caso sono i civili a pagare tutto il prezzo degli attacchi israeliani in termini di morti e di comunità distrutte. «È il momento di fare qualcosa. Tutti devono fare tutto il possibile per fare tutto questo, al fine di evitare che l’escalation continui in una guerra totale”. Le parole più dure sono state quelle del presidente turco Erdogan. ‘L’alleanza dell’umanità 70 anni fa ha fermato Hitler. Ora deve fermare Netanyahu” ha detto Erdogan intervenendo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e attaccando ancora Israele e il premier Benjamin Netanyahu. “A causa dei crimini commessi da Israele, Gaza si è trasformata nel più grande cimitero al mondo per donne e bambini”, ma anche il luogo dove ”muoiono i valori morali che l’Occidente dice di difendere”. Di tutt’altro senso sono state le parole del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, all’ONU. Sostenendo che questa guerra in Medio Oriente è stata iniziata da Hamas e Hezbollah, ma che sono stati uccisi migliaia di civili innocenti e che «È il momento che le parti si mettano d’accordo per una soluzione diplomatica». E poi si sono sentite le parole della Presidente del Consiglio italiana Meloni, che negli USA è stata premiata con il Citizen Awards 2024 dall’Atlantic Council (un Think tank statunitense che ha come scopo quello di promuovere la leadership americana e gli accordi internazionali basati sul ruolo centrale della comunità atlantica). La Meloni ha parlato all’Atlantic Council di come l’Italia sia accanto a chi difende la propria libertà e sovranità, “Non solo perché è giusto farlo, ma perché è nell’interesse dell’Italia e dell’Occidente impedire un futuro nel quale la legge del più forte prevale”. Senza dirlo esplicitamente ha sostenuto così sia la difesa dell’Ucraina, senza sé e senza ma, sia l’aggressione ai “terroristi” che Israele sta compiendo da ormai quasi un anno. Mentre all’Onu si alternano retorica e denunce, ci risuonano ancora nelle orecchie le parole di Marc Botenga, europarlamentare belga di The Left, che in aula a Strasburgo qualche giorno fa aveva chiesto ai suoi colleghi come potessero farsi portabandiera di valori come il diritto internazionale, la democrazia e i diritti umani, mentre l’Unione Europea continua a sostenere Israele. “Parliamoci chiaro, il massacro e il genocidio in corso laggiù sarebbe impossibile senza il sostegno dei paesi e dei governi europei… Perché quando sono i vostri alleati che commettono i crimini a voi va bene? Questa è l’Europa? Questi sono i vostri valori?”.
La guerra in Medio Oriente arriva all’Assemblea dell’ONU. Guterres: “Il Libano non deve diventare un’altra Gaza”
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Fiat 500 D: la versione Sprint della Cinquecento d'epoca
Dal 1960 la Fiat 500 D ha fatto la storia. Un auto che ha segnato un'epoca e continua anche oggi a vivere nei cuori degli appassionati.
La Fiat Nuova 500 D, conosciuta affettuosamente come "Cinquino", rappresenta un capitolo fondamentale nella storia automobilistica italiana. La sua introduzione nel 1960 segnò una svolta per la Fiat, grazie a prestazioni e finiture migliorate rispetto ai modelli precedenti. Questo articolo esplora la storia, il design, e le specifiche tecniche della Fiat 500 D, un'autovettura che ha lasciato un'impronta indelebile nel cuore degli italiani e degli appassionati di auto d'epoca.
La Nascita di un Simbolo: La 500 D
Nel 1960, il Salone di Torino fu testimone del lancio della nuova Cinquecento D. Questo modello, evoluzione della Nuova 500 lanciata nel 1957, si distingueva per il suo motore più potente e le rifiniture di qualità superiore. Con un bicilindrico da 499,5 cm³ e 17,5 CV, la 500 D sfiorava i 100 km/h, un notevole incremento rispetto alla versione originale.
Un Design Funzionale
La Fiat 500 D ereditava la linea della Nuova 500 con alcune modifiche estetiche significative, tra cui un tettuccio apribile più corto e la parte posteriore del padiglione in lamiera. Il suo design compatto non era solo un simbolo di modernità, ma rispondeva anche alle esigenze di mobilità in un'epoca di grandi cambiamenti sociali e urbanistici in Italia.
Motore e Prestazioni: Un Salto di Qualità
La Cinquecento D si distingueva per le sue prestazioni migliorate, grazie al motore derivato dalla precedente versione Sport. Con una velocità massima di circa 102 km/h, la 500 D garantiva un'esperienza di guida più dinamica, ideale per le nascenti autostrade italiane. Le modifiche apportate al motore e ai rapporti del cambio rappresentavano un progresso tecnico significativo per l'epoca.
Economia e Accessibilità: Il Prezzo della 500 D
Nonostante le sue caratteristiche avanzate, la Fiat 500 D era venduta a un prezzo competitivo, fissato a 450.000 lire. Questa politica di prezzo accessibile contribuì notevolmente al suo successo commerciale, rendendola una scelta popolare tra gli automobilisti italiani.
Innovazioni e Aggiornamenti: Evoluzione Continua
La 500 D vide una serie di aggiornamenti nel corso degli anni, tra cui modifiche ai deflettori, al serbatoio, e miglioramenti all'interior design come l'introduzione di un portacenere e di alette parasole imbottite. Queste innovazioni rispecchiavano le mutevoli esigenze e aspettative degli automobilisti italiani.
Colori e Stile: L'estetica della Cinquecento D
La gamma colori della Cinquecento 500 D era vasta e variava nel tempo, offrendo una scelta quasi ventennale di tinte. Dai classici avorio, blu scuro, e verde chiaro, a tonalità più vivaci come il rosso e il celeste, la Cinquecento D si presentava in una varietà di colori che rifletteva la sua personalità vivace e versatile.
La Fiat Cinquecento D nelle Città Italiane: Un Fenomeno Urbano
La Fiat 500 D divenne un elemento caratteristico delle città italiane durante gli anni del boom economico. La sua dimensione compatta e la maneggevolezza la resero l'auto ideale per gli spazi urbani, testimoniata dalla sua presenza onnipresente nelle fotografie d'epoca.
L'Eredità della D
La Cinquecento D non fu solo un'auto: divenne un simbolo di un'era, un'icona di design e ingegneria. La sua evoluzione continuò con l'introduzione della versione F nel 1965, che incorporò ulteriori miglioramenti in termini di sicurezza e design. L'ingegner Dante Giacosa, padre della 500, continuò a guidare queste innovazioni, assicurando alla 500 un posto nella storia dell'automobilismo. Con oltre 640.000 esemplari prodotti, la 500 D rimane una delle auto più amate e ricordate, un simbolo di un'epoca di cambiamento e progresso.
E voi?
Avete storie o aneddoti particolari che legano voi o la vostra famiglia a questo iconico modello? Condividete con noi le vostre esperienze personali e ciò che la Fiat 500 D significa per voi! Read the full article
#anni’60#Cinquecento#cinquecentoD#cinquino#Fiat500#fiat500d#Fiat500d'epoca#fiat500epoca#Fiat500storiche#vecchiaFiat500
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BRICS: Come e perchè dell’ennesimo inganno -parte 4 - Russia (pari pari)
Ma ancora più di rilievo è il fatto che Il 18/05/2023 la banca centrale russa ha pubblicato un rapporto intitolato “Nuove sfide per la politica monetaria”. In questo documento, la banca centrale, oltre alle CBDC, mette in evidenza la necessità di attuare misure funzionali alla limitazione del riscaldamento globale poiché il cambiamento climatico si sta facendo sempre più pressante. Il piatto forte è l’ammissione del fatto che la Banca centrale russa lavora, per citare le parole da essa stessa usate nel rapporto, “all’implementazione di valute digitali su larga scala il cui sviluppo è iniziato negli anni ’80. Ma non solo, parla anche delle emissioni di Co2, LIMITAZIONI per la precisazione, e del conseguente rischio siccità se il riscaldamento globale e quindi il problema del clima (bufale per antonomasia) dovessero continuare sui ritmi odierni. E quindi Carbon Tax, e fanno una stima del prezzo di Co2 a seconda del reddito di ogni paese. Ma dai? Mi ricorda… il Project Genesis della Banca dei Regolamenti Internazionali. Qui troverete il link al documento: http://www.cbr.ru/eng/search/?text=Co2 Non è in lingua Italiana, noi ne abbiamo tradotto alcune parti essenziali per fare in modo che i più potessero leggerne.
Ancora due cose prima di concludere. Si tenga ben presente che per comprendere la Russia di oggi è necessario partire dalla rivoluzione del 1917, lo stesso vale per la Cina, la quale è stata infiltrata dai Gesuiti prima e dal 1830 in poi dai Rothschild, per finire ai Rockefeller dal 1921 con l’apertura della loro prima filiale bancaria cinese, che poi diventeranno più di una dozzina, prima di cominciare ad acquisire quelle cinesi. Tutto questo potrà essere motivo di analisi in un altro articolo, ma è fondamentale evidenziarlo per comprendere che i banchieri hanno spremuto l’Occidente, quando nello stesso momento infiltravano e preparavano il cosiddetto blocco orientale al grande salto finale. Questo non lo diciamo noi, ma la storia, quella vera, quella non occultata e ne abbiamo parlato altre volte. Tuttavia, oggi si parla di nuovo dell’oro, in funzione di una possibile moneta BRICS, senza sapere che il monopolio dell’oro è sempre nelle stesse e solite mani.
[ non vi siete rotti i coglioni? ...bene: parte 5...]
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L'impianto idrovoro di Mazzocchio, il killer dell'Agro Pontino: le sue pompe hanno prosciugato le paludi contribuendo alla bonifica insieme al ddt e agli esplosivi. Un'opera gigantesca che ha eradicato la malaria e consentito di coltivare e allevare. Ma a quale prezzo ambientale?
Ieri non si dava valore alle paludi, agli ecosistemi e all'ambiente, ma dopo la Convenzione di Ramsar (1971) un'opera tale può essere definita una catastrofe per la natura e un altro dei tanti errori dei sapiens. In definitiva controproducente per noi stessi, sul lungo termine. Non tollerabile dopo che ecosistemi e ambiente sono entrati nella Costituzione italiana, all'articolo 9. Oggi una bonifica integrale totale sarebbe anticostituzionale.
Senza i paraocchi dell'ideologia, della nostalgia e della politica di parte, si è obiettivamente trattato del più grande massacro di alberi e ecosistemi mai effettuato in un singolo intervento in Europa.
Oggi consentiremmo che in Amazzonia si deforesti e si bonifichi come abbiamo fatto noi 90 anni fa? Anche se ciò portasse lavoro e distruzione dei patogeni? O non cercheremmo altre vie? O le motivazioni valide per noi non sono più valide per gli altri?
Ecco perché quella è stata la nostra Amazzonia.
Mario Tozzi, Facebook
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26 giu 2024 10:30
CALA-FIORI ALL'OCCHIELLO - LE PRESTAZIONI A EURO2024 DEL DIFENSORE 22ENNE DEL BOLOGNA DIMOSTRANO CHE IN ITALIA I GIOVANI BUONI CI SONO, BASTA AVERE IL CORAGGIO DI FARLI GIOCARE - L'OPERAZIONE AI LEGAMENTI A 18 ANNI, LA SUA CESSIONE IMPUTATA A MOURINHO MA IN REALTA' FIGLIA DELLA SCELTA DI PINTO E DEL PARERE NEGATIVO DEI MEDICI DELLA ROMA, L'INTUIZIONE DI THIAGO MOTTA E DEL DS DEL BOLOGNA SARTORI, CHE SONO ANDATI A PRENDERLO DAL BASILEA (LA ROMA L'AVEVA SVENDUTO PER 1,5 MILIONI) - "IL FATTO QUOTIDIANO": "IN ITALIA CI SONO ALTRI CALAFIORI, MA LA MAFIA DEI PROCURATORI PREFERISCE PUNTARE ALTROVE…" -
Leonardo Coen per il Fatto Quotidiano - Estratti
Riccardo Calafiori, il migliore di questa sgangherata e pessima nazionale italiana di calcio: sua l’ultima disperata percussione a centro campo, a pochi secondi dalla fine dell’incontro con la Croazia, […] Passaggio perfetto, scatto di Zaccagni che tira e segna il gol della vita.
L’ispirata azione di Calafiori, il suo provvidenziale assist, sono la cosa più bella scaturita da una squadra velleitaria e sbagliata, anche per motivi diciamo così ideologici, poiché il nostro cittì (dalla fronte inutilmente stempiata, avrebbe scritto l’indimenticato Fortebraccio) ha preferito opzioni conservative, anche oltre ogni logica, dopo le prime due brutte partite di questo girone dominato dalla Spagna. […]
L’impresa di Calafiori, il più bravo ed il più lucido degli azzurri, un momento che non nasce per caso.
E’ un anno che Riccardo gioca su questi livelli, ben guidato al Bologna dal bravo e pragmatico Thiago Motta. Qui in nazionale ha trovato posto subito in prima squadra perché qualcuno si è fatto male prima di partire. Altrimenti… Già, altrimenti.
Il gesto tecnico ed atletico di Calafiori dimostra che ai giovani – lui ha appena compiuto 22 anni – deve essere data più fiducia e stima, e non deve essere soltanto un caso, dettato da circostanze fortuite; in Italia ci sono giocatori molto giovani e già eccellenti […]che debbono essere valorizzati e fatti giocare con le squadre migliori, e non lasciati a bagnomaria […]
in Italia ce ne sono altri di Calafiori, ma la mafia dei procuratori preferisce puntare altrove, indirizzare le società “amiche” verso le più convenienti (per i loro interessi) aree del Sudamerica, dell’Africa (il nuovo Bengodi) e persino dell’Asia e dell’Australia, senza dimenticare gli Stati Uniti o il Canada; tutto, ovviamente, finalizzato a importare per quattro soldi giocatori che poi sono piazzati a caro prezzo presso le stesse società che potrebbero farne a meno ma che invece sono neghittose coi ragazzi delle loro giovanili: il concetto – ecco l’ideologia, chiamiamola così, di fondo che governa questo universo meschinello – è che il calcio globalizzato frutta subito, mentre i nostri giovani “devono maturare”.
[…] La realtà è che vi sono complicità, familismi (nessuno ha mai condotto una seria indagine sul mondo di procuratori), cointeressenze, giri che spesso nascondono trucchi contabili (lo ha dimostrato una recente inchiesta giudiziaria): il risultato è che si porta ad un campionato europeo uno “bollito” come Di Lorenzo, che ha giocato un campionato molto sottotono, o uno come Jorginho che nell’Arsenal fa la riserva, a causa del suo pessimo stato di forma (e lo si è visto), quando alternative altrettanto valide, ma coraggiose, poteva essere fatte.
Quel che infatti hanno osato Spagna, Germania, Svizzera, Francia, Inghilterra dove, da tempo, si è adottato una politica ben diversa e proficua, perché un giovane valorizzato è destinato a creare movimenti di denaro interessanti e prolungati nel tempo[…]
Un tempo, la serie A sapeva mettere in vetrina giovani e giovanissimi, alcuni dei quali destinati a carriere fantastiche, altri, comunque, ad onorevoli carriere. Non c’è miglior palestra che addestrare in campo, e non sulla panchina, una giovane promessa, rischiando sulle sue qualità. Da noi prevale il pregiudizio che i nostri giovani calciatori siano immaturi e che debbano “andare a fare esperienza” in serie minori, col rischio che ci resterai per sempre.
La nostra serie A è diventata sempre più un parcheggio per calciatori stranieri, ormai rappresentano il 70 per cento degli organici, […] Così foraggiamo le “cantere” spagnole, francesi, nord europee. Gestioni miope, dettate da chissà quali tornaconto.
Il risultato è che oggi metà delle società di serie A sono in mano agli americani (che hanno anche un sacco di società in serie B e persino in C, come la Triestina). Quasi sempre sono “padroni” che non hanno né esperienza né memoria né cultura di calcio, ma di business. Sono venuti per cementificare e costruire nuovi stadi con la scusa di modernizzarli, in verità per includere nel “pacchetto”, alberghi, centri commerciali, centri sportivi per benestanti e valorizzare le aree extraurbane coinvolte nelle operazioni.
Speculatori che usano il calcio come leva per altri affari, approfittando delle cattive conduzioni societarie e finanziarie di proprietari che non hanno saputo accumulare solo debiti, e conduzioni societarie fallimentari. Dimostrando loro sì un’immaturità che scaricavano sulle spalle dei giovani.
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Milano. Torna dal 21 Giugno "Estate al Castello": sul palco concerti e spettacoli fino all'8 Settembre
Milano. Torna dal 21 Giugno "Estate al Castello": sul palco concerti e spettacoli fino all'8 Settembre. Milano, 15 aprile 2024 – Partirà il 21 giugno la nuova stagione di "Estate al Castello", la rassegna di spettacoli live promossa e coordinata dal Comune di Milano nell'ambito del palinsesto "Milano è Viva", anche quest'anno sul palco del Cortile delle Armi del Castello Sforzesco con 71 spettacoli live, dal 21 giugno all'8 settembre. Con diversi appuntamenti gratuiti e molti a prezzo calmierato (con ingresso inferiore o uguale a 15 euro), la rassegna anche quest'anno può contare su una platea di 2300 posti, che ha permesso di inserire in programma nomi di grande prestigio e richiamo dal mondo musicale italiano e internazionale come Ariete, Venerus, Margherita Vicario, Calexico, The Cinematic Orchestra, Tullio De Piscopo, Yves Tumor, Marlene Kuntz, Dente, Daniele Silvestri e Cristina Donà ma anche dal mondo della divulgazione scientifica, narrativa e comica come Mario Calabresi, Massimo Recalcati, Alessandro Bergonzoni, Arianna Porcelli Sofanov. Anche in questa edizione, "Estate al Castello" unisce in un unico calendario diverse arti performative: la musica, il teatro, la narrazione, la club culture, la danza. La rassegna, programmata quest'anno sotto la direzione artistica di Giulia Cavaliere, si aprirà il prossimo 21 giugno in occasione della Festa Internazionale della Musica con il concerto di Ariete, classe 2002 e straordinaria rivelazione sanremese del 2023 con un passato nella discografia indipendente, voce innovatrice nel panorama della musica d'autore italiana. A chiudere, in una due giorni firmata ARCI, ci saranno invece Cristina Donà e Margherita Vicario, due cantautrici di alto profilo, la prima con alle spalle una lunga storia artistica e la seconda vera e propria rivelazione degli ultimi anni, proprio in queste settimane nelle sale italiane come regista e autrice del film "Gloria!". Oltre alla musica, che ritrova anche realtà nate in città come il CPM di Franco Mussida, anche il teatro avrà grande spazio in rassegna: dai grandi teatri cittadini - come il Piccolo Teatro d'Europa, il Teatro Franco Parenti e il Teatro Carcano - fino alle tante realtà teatrali più piccole e militanti che rendono vivo quotidianamente il tessuto culturale milanese, tra cui: Manifatture Teatrali Milanesi, Compagnia Corrado D'Elia, PACTA arsenale dei teatri, Spazio Tertulliano e Atir. Accanto a queste, alcune proposte ibride, tra teatro e performance, come DRAMA, il queer cabaret più grande d'Italia, che prenderà vita al Castello Sforzesco nel weekend del Pride, il 30 giugno; oltre a numerosi talk e spazi di divulgazione con protagonisti d'eccellenza, da Mario Calabresi a Massimo Recalcati. Una precisa volontà dell'Amministrazione nella creazione del palinsesto è stata sin dal principio quella di dare spazio a realtà sociali e culturali diverse: sul palco del Castello Sforzesco ci saranno anche due spettacoli organizzati dagli operatori Opera Liquida e Le Crisalidi, che vedranno come protagonisti in scena detenuti ed ex detenuti; e poi spettacoli di danza e quelli pensati per i più piccoli, fino alle serate organizzate da un'importante realtà cittadina come Santeria - che la notte di Ferragosto darà vita al Gran Ballo di Mezza Estate in pieno stile Balera dell'Ortica al centro del Castello. Non mancheranno dj set con protagonisti di rilievo tra cui Mike Joyce degli Smiths, Venerus e Max Cooper. All'interno della rassegna troveranno inoltre spazio due veri e proprio micro-festival: due serate, il 26 e il 27 giugno, organizzate dal Festival della Bellezza e le due serate finali organizzate da ARCI.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/01/la-guerra-delle-influencer-e-la-mossa.html La guerra delle influencer e la mossa di Giorgia: via libera al “decreto Ferragni” “L’influencer in capo di questo paese” vara la stretta contro gli influencer. Il Consiglio dei ministri approva il cosiddetto ddl Beneficenza, già ribattezzato “decreto Ferragni”. Come Chiara, una delle avversarie che Giorgia Meloni si è scelta come controparte politica. Insieme alla segretaria del Pd Elly Schlein, che la premier sfiderà in un dibattito televisivo prima delle elezioni europee. Meloni ha attaccato Ferragni dal palco di Atreju, festa di Fratelli d’Italia, poi ha rilanciato la sfida durante la conferenza stampa di inizio anno e nell’intervista concessa lunedì a Nicola Porro a Quarta Repubblica, su Rete 4. E adesso gli influencer arrivano anche in Consiglio dei Ministri. Infatti il decreto che mira a regolamentare le attività di destinazione a scopo benefico di proventi derivanti dalla vendita di prodotti è stato uno dei piatti forti del Cdm convocato ieri. Un via libera al testo da parte del governo che giunge in concomitanza con le polemiche e le inchieste sulle sponsorizzazioni benefiche di Chiara Ferragni. Ma cosa prevede il ddl Beneficenza? Innanzitutto si parla di multe da 5mila a 50mila euro, fino alla sospensione dell’attività da parte dell’Antitrust, per professionisti e produttori che non rispettino le regole volute dal governo Meloni. Con la previsione che le sanzioni vengano pubblicate anche sui siti web delle aziende e degli influencer coinvolti. Dal testo emerge l’obbligo di indicare sui prodotti le finalità dei proventi e il destinatario della beneficenza, nonché l’importo o la quota destinati a quel fine, che devono essere anche comunicati all’Antitrust prima della commercializzazione. Produttori e testimonial dovranno anche indicare all’Antitrust il termine entro cui sarà versato l’importo da destinare in beneficenza. Poi, entro tre mesi dalla scadenza del termine, va comunicato all’Autorità garante della concorrenza e del mercato l’effettivo e avvenuto “versamento dell’importo destinato alla beneficenza”. L’entità delle sanzioni, che possono arrivare fino a 50mila euro, sarà stabilita tenendo in conto il prezzo di listino del prodotto e il numero delle unità messe in vendita. Al netto del caso Ferragni e dell’indubbia esigenza di trasparenza, resta il dato politico di un governo e di una presidente del Consiglio che cavalcano la vicenda mediatica e giudiziaria che coinvolge la più celebre influencer italiana, già indicata dalla premier come un’avversaria. Come la “Che Guevara” della sinistra. Lo fa notare il capogruppo di Italia Viva al Senato Enrico Borghi, intervenendo alla Sala Nassirya del Senato alla conferenza stampa sul premio di dottorato Socint – G-Research in materie quantitative: “Lasciamo fare ad altri il gioco delle influencer, e concentriamoci sul futuro che arriva se non vogliamo esserne sbalzati fuori”. Intanto Ferragni non si scompone: “Il governo colma un vuoto legislativo”. Bocciano il provvedimento anti-influencer perfino il Codacons e l’Unione Consumatori. Meloni, l’influencer in capo, decide anche di concentrare la massima attenzione mediatica sugli appuntamenti elettorali previsti nel 2024. Sabato e domenica 8 e 9 giugno si voterà per le elezioni europee in abbinamento con le amministrative e le regionali di Piemonte, Basilicata e Umbria. Nello stesso decreto Elezioni spunta il contentino alla Lega: via libera al terzo mandato per i sindaci dei comuni tra 5mila e 15mila abitanti, sotto i 5mila viene eliminato ogni limite di mandato. Approvato anche il decreto legislativo sull’accertamento, con il concordato preventivo biennale per le partite Iva. Passano il dlgs per l’applicazione di una legge delega a favore degli anziani e una stretta sulla cybersecurity. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in conferenza stampa, paventa un possibile rinvio dei cortei pro-Palestina convocati sabato, in coincidenza con le commemorazioni per la Giornata della Memoria delle vittime della Shoah: “Ci sono valutazioni in corso per motivi di ordine pubblico”.
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Autonomia energetica in un mix con l'energia nucleare
Nucleare, così l’Italia può tornare in campo. La ricetta di Ripani (Infn). Dalla politica è arrivato un forte impulso a riconsiderare il ruolo dell’atomo nel mix energetico italiano. E l’industria italiana è già pronta alla sfida. In questa intervista, il direttore di ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare disegna una roadmap per un futuro low carbon ed economicamente sostenibile, ricordando il lavoro e l’impatto di Umberto Minopoli. Due avvenimenti recenti hanno sconvolto la normalità di chi si occupa di nucleare in Italia. Il primo è stata la scomparsa di Umberto Minopoli, caposaldo del settore in veste di Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare, ricordato con affetto da industriali, politici e giornalisti (anche) per la sua attività di patrocinio dell’atomo. Il secondo, pochi giorni dopo, sono state due mozioni della Camera che hanno esortato il governo Meloni – a sua volta ricettivo sul tema – a valutare come reinserire il nucleare nel mix energetico italiano. Le condizioni per una rinascita del nucleare civile in Italia, anche grazie alla strenua attività di persone come Minopoli, sembrano sempre più solide. L’impellenza di combattere il cambiamento climatico con fonti low carbon e la volatilità sul fronte del gas, nostra prima fonte di energia, hanno riacceso l’interesse per questa tecnologia. La quale, a sua volta, sta attraversando uno stadio di evoluzione e affinamento che ne aumenta l’attrattività. Così Formiche.net ha raggiunto Marco Ripani, dirigente di ricerca presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e vicepresidente dell’Ain, per fotografare il momento.
Dottor Ripani, cosa ci lascia Minopoli? La sua perdita inaspettata ci ha colpito nel profondo. Sono all’Ain da pochi anni ma ho avuto modo di apprezzare la sua capacità di spaziare dalla tecnica all’industria e alle possibilità delle aziende italiane, unita alla sua profonda conoscenza del mondo politico. Sapeva tenere insieme questi mondi e la ricerca, facendo in modo che dialogassero, tenendo il punto sui dati di fatto e le possibilità concrete al di là della propaganda e delle fumosità emerse dal dibattito politico, che spesso può essere fuorviante rispetto alle esigenze concrete del settore. Penso al suo ultimo libro (Nucleare. Ritorno al futuro, Guerini e Associati), tra i suoi ultimi sforzi per ravvivare questa discussione. Si direbbe che abbiano dato frutto: come commenta il sì del Parlamento sul riconsiderare il nucleare? Alcune forze politiche sono consapevoli del fatto che il nostro Paese – come altri, del resto – affronta il problema della sicurezza energetica. I partiti dietro alle mozioni pensavano già che il nucleare fosse necessario nel mix energetico italiano; la riflessione si è fatta più intensa con gli sviluppi geopolitici degli ultimi due anni, tra cui l’aumento vertiginoso del prezzo del gas in relazione all’invasione russa dell’Ucraina. Riposavamo, per così dire, sugli allori del gas russo a buon mercato, e questi avvenimenti hanno causato un brusco risveglio. Dunque le forze politiche che consideravano il nucleare come tecnologia utile sono state spinte a prendere una posizione più forte. La discussione, naturalmente, si colloca nel contesto della transizione energetica e della necessità di decarbonizzare. Quale ruolo per l’atomo? Molti ritengono che si possa puntare unicamente sulle rinnovabili. Tuttavia, il dibattito in corso ha convinto una parte di opinione pubblica del fatto che il nucleare sia una tecnologia necessaria per affrontare seriamente il tema. Segnalo gli studi guidati da Giuseppe Zollino sul costruire un mix energetico che punti al famoso net zero al 2050; i suoi numeri sono stati ripresi nelle mozioni approvate in Parlamento ed evidenziano l’enorme aumento di potenza installata e di apparati di accumulo dell’energia, nonché la necessità di rivoluzionare le reti di trasmissione in modo da affidarsi solo alle rinnovabili. Confindustria e RSE hanno stimato che un piano senza nucleare ispirato agli obiettivi europei Fit for 55 non elimina i combustibili fossili e prevede investimenti nell’ordine di 1.100 miliardi da qui al 2030. Inoltre, in Ue vediamo che i Paesi più virtuosi in termini di CO2 emessa per kWh prodotto sono Francia e Svezia, che hanno il nucleare, mentre Germania e Italia, che hanno già investito molto sulle rinnovabili, fanno decisamente peggio.
In risposta alle mozioni parlamentari, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha parlato di cooperazione con i partner europei. E i rappresentanti del governo già partecipano, seppur come osservatori, alle riunioni dell’“alleanza nucleare” a trazione francese. È un segnale molto importante. Il ministro non aveva ritenuto di partecipare in maniera ufficiale perché voleva un chiaro mandato dal Parlamento. Credo che queste mozioni lo siano. Certamente il dibattito è acceso e la discussione rimane molto conflittuale, anche in Europa, dove alcuni Paesi come la Germania sono chiaramente schierati contro e altri sono nettamente a favore. La discussione all’interno della Commissione è molto difficile; lo si è visto sulla tassonomia, che indirizza gli investimenti “verdi”, dove alla fine sono stati inseriti nucleare e gas ma continuano i tentativi di rimuoverli. Il peso politico dell’Italia può rafforzare il fronte pro-nucleare in Ue? Potrebbe. Ma l’Italia al momento non è forte in questo senso. Per dire: non abbiamo ancora stabilito un sito per il deposito dei rifiuti nucleari (anche se non è necessario per ripartire con gli impianti, le cose possono andare in parallelo). Completare questo iter dimostrerebbe che abbiamo ripreso in mano la capacità di programmare e gestire impianti di tipo nucleare. Tuttavia, trent’anni di denuclearizzazione e un dibattito interno lacerante indeboliscono la nostra posizione internazionale. A ogni modo, l’Italia può certamente rientrare in alleanze che consentirebbero di ravvivare la rete di industria e competenze. E può partecipare a progetti esteri. Non si deve pensare solo al fatto di ripartire con un programma nucleare nazionale, cosa che andrebbe fatta in fretta: come sistema-Paese abbiamo la possibilità di esplorare il terreno e stringere accordi industriali in modo da sfruttare l’innovazione, gli aggiornamenti decisi e implementati in altri Paesi europei. L’industria nucleare italiana sarebbe pronta alla sfida? Non siamo mai usciti dalle reti di competenze europee e siamo perfettamente in grado di competere anche sul piano internazionale. Oggi i nostri ricercatori e le nostre aziende sono parte di molti consorzi vincitori di bandi Euratom e partecipano al partenariato di ricerca sui piccoli reattori modulari. In sostanza, abbiamo molte carte da giocare e possiamo giocare molto bene. Lo dimostra l’assoluto protagonismo delle nostre aziende nel recente accordo con la francese Edf, che peraltro si è appoggiata ai fornitori di componenti italiani per la manutenzione della sua flotta di reattori. Se poi la politica ci aiuta – magari supportando la ricerca e l’industria con dei provvedimenti ad hoc che facilitino questo tipo di accordi – possiamo tornare agilmente in campo; se non con impianti nel nostro Paese, almeno con progetti all’estero. Che forma prenderebbe un nuovo piano nucleare italiano? Si parte da due decisioni politiche. Primo, la quota di energia nucleare che si vuole inserire nel mix energetico. Secondo, scegliere se adoperare i reattori di grossa taglia o puntare sullo sviluppo di quelli piccoli e modulari, che richiedono meno capitali e meno tempo. I primi (di terza generazione avanzata) esistono già, i secondi sono in via di progettazione, e le versioni più facili da mettere a terra sono quelle ispirate ai “fratelli maggiori”, da cui si può mutuare la tecnologia. Può darci un’idea dei tempi? Spesso si portano come esempi in negativo gli ultimi reattori messi a punto da Francia e Finlandia, che hanno sofferto ritardi e costi maggiori. Quelli, però, sono i primi esemplari di una classe nuova e hanno scontato una serie di problemi tra venditori e appaltatori. Complicazioni del genere non sono la norma. Basti guardare agli Emirati Arabi, che hanno deciso nel 2012 di costruire la centrale nucleare di Barakah. Il primo reattore (da 1,400 megawatt) è stato completato nel 2017, in soli cinque anni. Oggi sono funzionanti tre reattori su quattro, e il quarto sta entrando in funzione. E il fatto che gli Emirati fossero totalmente novizi in fatto di nucleare (hanno fatto grande ricorso all’Agenzia internazionale dell’energia atomica) dimostra che se ci sono le condizioni giuste è possibile farlo in tempi rapidi. E da noi come si potrebbero affrontare l’opposizione pubblica e il fenomeno Nimby (not in my backyard)? La sindrome Nimby è un problema trasversale. Ha già impattato termovalorizzatori, rigassificatori, trivelle, gasdotti come il Tap – quello che poi ci ha salvato nel periodo di crisi del gas. In Italia, forse più che altrove, c’è un grande scetticismo, frutto in parte della diffidenza verso le autorità politiche e tecniche e la sfiducia nelle informazioni che forniscono. Ma ci sono esempi molto positivi altrove in Europa, in Paesi dove sono stati avviati dei percorsi di comunicazione con il pubblico. Negli anni Ottanta la Svezia si è accorta che l’autorità che gestiva i rifiuti aveva un approccio troppo tecnico; così ha cambiato il modo di comunicare e oggi è in procinto di aprire uno stoccaggio sotterraneo all’avanguardia. È famoso anche il caso del deposito di superficie nella regione dello Champagne, in Francia, dove gli agricoltori continuano a produrre dell’ottimo vino e i sindaci sono i primi sponsor di un’opera importante per l’economia locale. Insomma, è possibile aprire un dibattito col pubblico che permetta di chiarire le questioni e creare fiducia verso chi deve costruire e gestire. Dobbiamo semplificare e trasmettere conoscenza, senza rinunciare alla precisione, e prevedere un sistema di compensazione economica per i luoghi che potrebbero ospitare le nuove centrali. Read the full article
#energiaelettrica#energianucleare#Euratom#GiuseppeZollino#infn#MarcoRipani#Nimby#nuclearecivile#tassonomia#UmbertoMinopoli
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Previsioni prezzi Ftse Mib: Eni, Saipem, Enel
Il Consiglio dei ministri approverà oggi il Documento di economia e finanza in cui si stima anche il Prodotto interno lordo del 2024. Le stime sono al ribasso all’1,4% rispetto alla previsione dell’1,9% della precedente stima. Non certo un bel segnale per l’economia italiana. Motivo di questa revisione al ribasso? La strutturale incapacità dell’intero sistema Italia di spendere i fondi europei, in questo caso quelli del Piano nazionale di recupero e resilienza. Nel 2023 il Pil crescerà dell’1%. Il ministro Giorgetti sposta le responsabilità a Francoforte, dove ha sede la Banca centrale europea. Accusa la politica monetaria restrittiva per il calo della crescita. L’Italia senza capacità di costruire il futuro si condanna allo “zero virgola” di crescita annuale. Previsioni prezzi Ftse Mib: Eni (ENI) - Il prezzo attuale delle azioni Eni è €13,73, in aumento del +1,11% ad un mese e in crescita del +14,36% a 6 mesi, mentre da inizio anno il titolo è in rialzo del +1,91%. - Le previsioni del prezzo su azioni Eni stimano un prezzo obiettivo a €16,54. Il sondaggio acquisto/vendita indica un rating “outperform”. - L’analisi tecnica del titolo Eni indica una prima resistenza a €13,75 e una seconda resistenza a €14,39. Il primo supporto è a €13,12, mentre il secondo supporto è a €12,69. - Il rating ESG di Eni è C+ (46,43%). - Notizie per gli azionisti Eni. Il Kazakistan ha avviato un procedimento arbitrale contro le società (Eni, TotalEnergies, Shell, ExxonMobil) che sviluppano i suoi giganteschi giacimenti petroliferi di Kashagan e Karachaganak per oltre 13 miliardi e 3,5 miliardi di dollari, rispettivamente, in costi detratti, ha detto il ministro dell’Energia Almasadam Satkaliyev Previsioni del prezzo azioni Saipem (SPM) - Il prezzo attuale delle azioni Saipem è €1,488, in guadagno del +8,47% ad un mese e in rialzo del +111,26% a 6 mesi, mentre da inizio anno il titolo ottiene un +30,60%. - Le previsioni del prezzo su azioni Saipem stimano un prezzo obiettivo a €1,78. Il sondaggio acquisto/vendita indica un rating “outperform”. - L’analisi tecnica del titolo Saipem indica una prima resistenza a €1,50 e una seconda resistenza a €1,585. Il primo supporto è a €1,391, mentre il secondo supporto è a €1,339. - Il rating ESG di Saipem è C+ (46,01%). - Notizie per gli azionisti Saipem. A inizio aprile Saipem si è aggiudicata tre nuovi contratti offshore e due contratti per Feed competitivi per un valore complessivo di 650 milioni di dollari. I progetti insistono nel mare antistante l’Angola, nel settore britannico del Mare del Nord e il terzo in Arabia Saudita. Gli altri due riguardano Trinidad & Tobago e Papua Nuova Guinea (Reuters). Previsioni del prezzo azioni Enel (ENEL) - Il prezzo attuale delle azioni Enel è €5,894, in crescita del +10,44% ad un mese e in aumento del 40,42% a 6 mesi, mentre da inizio anno il titolo incrementa del +16,94%. - Le previsioni del prezzo su azioni Enel stimano un prezzo obiettivo a €7,16. Il sondaggio acquisto/vendita indica un rating “outperform”. - L’analisi tecnica del titolo Enel indica una prima resistenza a €5,937 e una seconda resistenza a €6,201. Il primo supporto è a €5,673, mentre il secondo supporto è a €5,497. - Il rating ESG di Enel è B- (54,65%). - Notizie per gli azionisti Enel. Secondo alcuni quotidiani nazionali italiani, tra cui il Corriere della Sera e La Stampa, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni vorrebbe nominare l’ex ministro per la transizione energetica, Roberto Cingolani, CEO di Leonardo e Stefano Donnarumma CEO di Enel spostando quest’ultimo dal ruolo di CEO di Terna. Read the full article
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Non costa nulla dire ad una persona "guarda che non è vero"; se lavori nel campo della Scienza, argomentare è il tuo pane quotidiano; pure divulgare, se ne sei capace.
Le informazioni ci sono, ma non accessibili a tutti; c'è uno strato enorme della popolazione italiana che non legge manco un libro all'anno. Viviamo in un Paese dove ancora la religione (l'irrazionalità ) è considerata cultura ed educazione. Il problema NON si affronta punendo.
Siamo sommersi di fake news, religiose o meno, da ogni sponda e la comunità scientifica se ne disinteressa, rendendosi complice di quanto sta accadendo.
Guerre da bar sui social; inquinamento della rete fatto di inutili scontri fra psuedomedici e pseudoscienziati, che non fanno divulgazione scientifica, cioè quello che conta.
La sfiducia nella scienza, riapparsa durante il periodo Covid, nasce anche da comportamenti reazionari di medici, ricercatori e virologi, sui social, nei media; nonché da chi li segue e difende impropriamente, attaccando e non divulgando.
È la religione, chi difende dogmi indimostrabili, a minacciare chi la mette in discussione, non la Scienza, che si occupa di trovare soluzioni e fare divulgazione, non bullismo, non anatemi sui social.
Chi conta davvero in Scienza sono tutti quei Ricercatori, che lavorano duro nei laboratori e hanno in mente solo di trovare Soluzioni, non di divagare sui social, a straparlare, a fare invettive, a minacciare utenti, perdendo tempo invece di fare Ricerca per aiutare malati.
Il metodo scientifico è ciò che caratterizza un uomo di Ragione: il saper dominare con la logica (non con l'amor proprio) le questioni semplici quanto quelle complesse, trovando Soluzioni ad un problema. Soluzioni: non stupide vendette, che odorano solo di lesa maestà.
La fede si costruisce su un gioco-forza di violenza psicologica e minacce; l'attendibilità scientifica, solo su prove ed evidenze. Chi si occupa di Scienza lo sa; in troppi mostrano però di non aver capito ancora la differenza fra religione e Scienza.
Non è reato mentire: ogni giorno lo fa un prete, un papa, un vescovo, un insegnante di religione, e ci guadagnano pure soldi a palate, tali truffatori, prendendo pure soldi dal welfare italiano. E finché esiste questo, le querele non valgono nulla.
Chiese aperte durante il picco più alto di Covid, grazie all'avvallo della comunità scientifica, che misero in pericolo la salute di persone fragili; mutismo assoluto quando la politica di destra e la chiesa si scagliano contro donne e gay e figli dei gay. Questa NON è scienza.
Porgere il fianco alla religione, pure in un momento di pandemia quando LA GENTE MUORE, al posto di scontrarsi con essa per difendere i fragili, ha un prezzo. Si chiama: non sei uno scienziato, non sei un medico, non sei un virologo, ed io ho il DIRITTO di dubitare di te.
Se durante una pandemia, tutti i locali superflui o considerati tali (come i teatri) vengono chiusi, ma le chiese no e i virologi a riguardo non battono ciglio, perché 'per fede' è possibile sfidare il virus, anche quando sei anziano fragile, come si chiama questo? Medicina? No.
Quando la chiesa cattolica e i cattolici fanno apologia contro i diversi, portando qualcuno anche al suicidio, come è da poco accaduto a Cloe Bianco, alla scienza italiana non interessa; la stessa scienza che teneva le chiese aperte durante la pandemia Covid, ma chiudeva il resto.
Il fatto che i virologi abbiano mostrato atteggiamento NON scientifico, appoggiando la chiesa nella sua richiesta di tenere aperto durante il Covid, mettendo a rischio anziani (i più fragili), ci dice che siamo molto lontani ancora da una Scienza Indipendente, AUTOREVOLE.
Con quel "i miei avvocati" verso comuni cittadini, da uomini che lavorano in campo scientifico, dimostra che per quanto una persona possa studiare, farsi una cultura, se non matura una Coscienza, non matura Etica, rimane il rozzo elemento gretto di partenza.
I religiosi si muovono incutendo paura per essere rispettati; se si è davvero uomini di scienza si deve dimostrarlo anche comportandosi come tali: è un ruolo che chiede atteggiamenti Etici, non morali; di essere mossi dal bene superiore che è la salute degli altri, non l'ingaggiare guerriglie sui social.
Con uno sproloquio su "i miei avvocati" contro una comune persona, si rafforza soltanto la bias cognitiva di chi percepisca gli scienziati brutti e cattivi; è un enorme piacere che si fa verso religiosi, speculatori, truffatori che vogliono che questa immagine si consolidi.
Chi fa dietrologia, quale comune cittadino, poggia il suo operato irrazionale sulla bias cognitiva di ritenere tutti incapaci e menzonieri medici e scienziati: non gli va rafforzata, ma spenta, con un comportamento impeccabile; deve esserci Etica da chi ha un Ruolo che gli impone di attuarla.
Facile prendersela con una persona debole con "i miei avvocati"; più difficile scontrarsi con una testata giornalistica strutturata o contro una istituzione millenaria che fa disinformazione, che può avere più risorse di te coi 'miei avvocati' Ma è lì che si vede CHI SEI DAVVERO.
Puoi scrivere tutte le norme che vuoi per difendere qualcuno dalle fake news, dalla diffamazione, ma se da una parte, per motivi religiosi, ammetti che si può mentire, diffamare, molestare, quelle norme NON valgono nulla. E un buon avvocato LO SA, chi ha Cultura, lo sa.
Si vuole muovere una guerra, al posto di fare Ricerca, al posto di pensare ai malati? La si muove alla radice del problema: non si cade nella facile trappola di minacciare un comune cittadino, perché NON ci si vuole scontrare coi diretti responsabili della disinformazione.
La comunità scientifica italiana, quando il governo e la chiesa cattolica fanno apologia contro omosessuali, donne, 'diversi', se ne sta nel suo cantuccio, muta; ma si scomoda assai quando la sua autorità viene messa in discussione sui social da 4 utenti con 100 account a testa.
La Scienza e la Ragione si difendono con le prove, con i dati, col quotidiano impegno verso le persone, non contro esse o litigando tramite avvocati; lo scopo di un medico, di un ricercatore è impegnare il proprio tempo PER GLI ALTRI. Come Ippocrate stesso intese, e Socrate pure
Cosa è più importante? Fare Ricerca e concentrarsi, spendendo il proprio tempo ed energie SOLO su ciò che è strettamente legato alla professione e allo scopo (curare) o lanciare guanti di sfida a destra e manca a chi non conta nulla, sui social, a colpi di "i miei avvocati"?
Una persona comune ha tutte le ragioni di difendersi da una diffamazione, reagendo anche in modo scomposto; quando non sei una persona comune, le tue reazioni non calcolate ricadono su di te, su chi lavora con te, e nel campo della medicina, sull'immagine che offri ai malati.
Da non credente, io non credo a nulla: così come non credo nelle divinità e in chi le sostiene, così non credo a chi ancora, da medico, da scienziato, da virologo scende a compromessi con la fede - pure durante una pandemia! - METTENDO IN PERICOLO la salute di chi va a messa.
Siamo quello che facciamo, non ciò che diciamo di essere. Puoi scriverti anche chilometri di bio che fanno capo all'ambito scientifico, ma se non ti comporti con Etica davanti a questioni comunque inferiori al tuo Ruolo (CURARE), perdi autorevolezza. Quella che i malati vogliono.
In un momento in cui è IMPORTANTE mostrare credibilità, perché le persone fragili hanno bisogno di punti certi di riferimento, NON puoi permetterti da virologo, da Ricercatore, da medico, di comportarti come un adultescente, che non ha ancora capito il suo Ruolo.
In Scienza, le questioni o sono vere o sono false - e lo sono in base alle prove fornite, NON in misura proporzionale alla stima che una persona ha meritato, secondo ipse dixit. La scienza è OGGETTIVA, NON è democratica, ed è AVALUTATIVA: si comporta in modo Etico, NON morale.
Se il principio è: va punito chi dice una bugia, chi diffama, chi distorce la realtà o punisci tutti o non punisci nessuno. Non può esistere parte della società che per 'motivi religiosi' può permettersi di mentire, diffamare, truffare e il resto no. O tutti o nessuno.
Un comune cittadino italiano che menta non fa nulla di diverso da ciò che compie quotidianamente un sacerdote della chiesa o un insegnante di religione a scuola: distorcere la realtà e distorcere pure la realtà già distorta. E non vengono puniti, ma pure pagati dallo Stato italiano, coi soldi di TUTTI.
In un'Italia che ti impone un indottrinamento religioso fin da bambino per 'uso e costume' (sbagliato!), l'attenuante esiste: devi recuperarlo lo spirito critico, facendo molta fatica, in una realtà in cui ancora tante persone fanno fare riti esorcistici da sciamani sugli altri.
I social non sono una sala operatoria in emergenza di un pronto soccorso: si ha tutto il tempo per pensare a cosa scrivere; di rispondere non a caldo, ma valutando la portata delle proprie esternazioni. Prendersela con un comune cittadino e non con il quotidiano NON è Etico.
Intimorire una comune cittadina con 'conseguenze legali', al posto di spiegargli GENTILMENTE (o anche ironicamente) che il quotidiano sta raccontando una notizia falsa, è un atto di mero bullismo e scredita pure il comportamento ETICO che deve tenere chi si occupa di Scienza.
Perchè denunciare una comune, innocua cittadina, invece di affrontare il problema alla radice? È come sentire una notizia falsa su di noi alla radio e rompere lo stereo su per il muro, invece di presentarsi coi legali alla sede radiofonica.
Il metodo scientifico chiede correttezza e precisione, altrimenti non è scienza, ma religione; vale anche per l'Etica. Siamo quello che facciamo, non chi diciamo di essere.
Viviamo in un Paese in cui il 90% della gente ha subìto un indottrinamento religioso; è legale raccontare fregnacce di uomini risorti, di pane azzimo e vino che diventano il corpo d'una semidivinità, traendone profitto (in stile Wanna Marchi). Non puoi prendertela con le vittime
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Ognuno ha diritto di vivere secondo le 'ragioni' che lo rendano felice, ma SOLO nei propri ambiti privati: chi è conservatore, tradizionalista, può gestire la propria vita come meglio crede, ma NON quella degli altri, poiché LA VITA ALTRUI NON GLI APPARTIENE.
Il grosso problema d'un conservatore, a differenza d'un Progressista, è quello di NON riconoscere gli ambiti in cui le sue convinzioni possono operare: SOLO SULLA PROPRIA PERSONA; pure quando si deve crescere un figlio, lo si deve fare rispettandone propensioni e sentimenti.
Dopo lo spettacolo nefasto che vide la chiesa collaborare col fascismo, la Repubblica italiana avrebbe dovuto comportarsi come la Spagna, tagliando fuori sempre di più la chiesa dalla politica, dando vita ad un Paese che oggi riconosce maggiori diritti ai cittadini.
Un Capo di Stato rappresenta tutti gli italiani SOLO se NON ha pregiudizi di alcun genere (non è razzista, non è misogino, non è maschilista, non è omofobo, non è xenofobo) e si adopera CONCRETAMENTE per far valere diritti civili e sociali: diritto alla Qualità Totale della Vita.
È buona cosa, Etica, aderire a iniziative che portano a riconoscere diritti civili e quindi una più alta Qualità della Vita. Dovrebbero essere i cittadini a battersi per questo, consci del fatto che essere Felici non è immorale, non è 'peccato', ma solo salutare.
Un politico di destra o un cittadino di destra conservatori sono interessati a conservare i loro ruoli con la repressione; in una società fondata su Competenza, Libertà, Qualità Totale della Vita, NON potrebbero mai essere alla guida di qualcosa, perché sono dei fannulloni.
Il governo Meloni, alla pari di qualsiasi clero religioso, come la chiesa cattolica, come papa Bergoglio, NON è composto da persone intellettualmente sviluppate, capaci di essere creative e competenti in qualcosa: quindi necessita, per governare, di reprimere i cittadini.
Il tratto evidente delle politiche di destra e degli elettori di destra è la vile pretesa di far passare quale libertà d'espressione ciò che considerano 'diritto': il molestare, insultare i 'diversi'; il compiere continui atti persecutori.
Prima ancora che si formasse il governo Meloni, la coalizione di destra avanzò proposte per limitare i diritti delle donne, mettendo in evidenza che la Repressione è considerata dall'ideologia di destra quale arma vincente per tenere in pugno un Paese intero.
Si paga un prezzo alto a non avere una Cultura: si diventa 'gente di destra': repressiva, reazionaria, deprimente, Ignorante, misogina, maschilista, bigotta, omofoba, razzista. Si diventa SPAZZATURA.
#destra#cultura#spazzatura#diritto#conservatore#chiesa#fascismo#Repubblica#Spagna#diritti#Etica#Libertà#governo Meloni#papa Bergoglio#chiesa cattolica#donne#repressione#ideologia
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Addio alla tradizione, a Firenze come ovunque.
Questo pezzo è un poco sui generis, non parla prettamente di Firenze è, diciamo, fuoriporta anche se il tutto è presente anche a Firenze dato che è città italiana. Tempo fa abbiamo pubblicato un articolo sulle friggitorie e di come queste siano sparite nel contesto tradizionale fiorentino. Il cibo da strada fiorentino è rappresentato dal lampredotto e un tempo, appunto, dalle friggitorie dove si potevano trovare varie delizie che nella frittura si estrinsecavano, dal coccolo alla polenta dalla ciambella al roventino. Nell'articolo teorizzai come non solo il "mercato" avesse portato alla chiusura di questi angoli di sogno stradale, ma anche l'Europa Unita e i suoi regolamenti ci avessero messo del loro. Il "mercato", inteso come nuove frontiere economiche di scelta per i consumatori è in realtà figlio dell'insegnamento odierno e la sua estrinsecazione nelle nuove generazioni si vede proprio dalle scelte compiute. Si va dal McDonald e non al chiosco del lampredotto, si frequenta gli all you can eat invece delle friggitorie. Questa teleguida non è forse figlia di una forzatura pubblicitaria che le multinazionali possono permettersi e non altrettanto il friggitore? L'UE invece ci ha messo del suo sia peggiorando l'economia nazionale e quindi inducendo le persone alla scelta nel risparmio forzato, sia nell'applicazione di regole e regolamenti burocratici tali da rendere ardua un'attività semplice e a conduzione familiare rispetto alla società quotata e piena di denaro. Questa vena polemica l'ho espressa anche in un'altro articolo e i principi sopra detti si applicano anche in quel caso. L'articolo era: Mercato centrale di San lorenzo, non esiste più Questo cappello era dovuto perchè qualcuno ha ventilato che tutto ciò è normale e non è certo colpa dell'UE e del "mercato" se abbiamo questa evoluzione. Niente di più sbagliato, ogni evoluzione è conseguenza diretta delle scelte politiche ed economiche, quindi se sparisce il tradizionale a fronte del kebabbaro è una pura scelta politica. Bertolt Brecht diceva: “Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico. Egli non ascolta, non parla nè partecipa agli avvenimenti politici. Non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine dipendono dalle decisioni politiche. Un analfabeta politico è tanto animale che si inorgoglisce e gonfia il petto nel dire che odia la politica. Non sa l’imbecille che dalla sua ignoranza politica proviene la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore ed il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, ingannatore e corrotto, leccapiedi delle imprese nazionali e multinazionali.” Prendiamo ad esempio il roventino, o migliaccio, insomma quel disco fatto con il sangue di maiale e poi condito salato o dolce, mangiato libero o nel panino. Sapete a che genere di burocrazia è sottoposto l'uso del sangue di maiale? Non mi si venga a dire che un alimento in realtà a bassissimo costo non diventa ad altissimo costo se accompagnato da tempi e costi burocratici immani. Infatti il roventino è sparito. L'ultimo autorizzato dalle ASL a farlo era il Bersagliere in quel di Campi Bisenzio ed adesso ha chiuso per sfinimento, che cosa c'è al suo posto adesso? Un kebabbaro. Io non ce l'ho con i kebabbari, anzi, a me piace il kebab come mi piace il gyros greco (che però non esiste da noi e mi domando perchè), sono piatti della tradizione di paesi esteri ed è giusto possano essere gustati anche da noi, ma sarebbe logico trovare due kebabbari e 10 friggitorie, non il contrario. Io ce l'ho con l'UE che politicamente ammazza una tradizione con regolamenti e burocrazia ma però permette questo: https://youtu.be/KkJwXUrIe3Q L'Unione Europea è tranquilla nel considerare legale creare una poltiglia di scarti e farla mangiare alla gente ad un costo di euro 3,50 a panino ma considera altamente pericoloso il sangue di maiale. Se fosse imposto la realizzazione del kebab tradizionale, con carne selezionata e controllata il panino costerebbe 8 euro se non di più e i kebabbari non esisterebbero perchè nessuno spenderebbe 8 euro per un kebab a fronte di 4 euro per un tradizionale panino con il lampredotto. Ecco come la politica compie le sue scelte, non vieta come un dittatura, ma ti rende impossibile agire nella legalità. Come far morire il lampredotto e la trippa? Semplice imponendo un regolamento impossibile sullo stomaco della vacche ed il gioco è fatto, spariranno anche loro. La stessa cosa può essere fatta con il panino con la milza in Sicilia, il principio non cambia. Si quest'articolo non ha a che vedere prettamente con Firenze, ma Firenze è in Italia e subisce come tutte le altre città italiane. Non mi si racconti che tutte le regolette sono fatte per proteggere il consumatore perchè è una bischerata colossale, si regolamenta oltre ogni limite ciò in cui c'è interesse di distruzione e poi si permette una etichettatura dei prodotti nella grande distribuzione tali da non sapere da dove arriva ciò che mangi ne come è stato coltivato o allevato ne cosa c'è dentro; oppure si permette di scrivere made in Italy sui vestiti anche se sono prodotti altrove ma dato che si attacca l'ultimo bottone in Italia diventano made in Italy. Questa è pura volontà di uccidere le nostre tradizioni e le nostre economie locali. Vi ricordate la grande sortita della UE nel 2001 che vietò la bistecca con l'osso per via della mucca pazza (encefalite spongiforme bovina) sancendo la distruzione del mercato della fiorentina? Un regolamento di divieto imposto fino al 2008, sette anni in cui i macellai furono messi sotto accusa insieme ai produttori nostrani per poi annullare tutto a fronte di quanti contagi con relativo morto realmente verificato? 207 casi in Europa nell'arco di 21 anni dal 1993 al 2014, di cui 2 (due) in Italia. Un'influenza ne ammazza di più! La stessa crisi economica perdurante ne ammazza di più, nessuno ne parla, ma in Italia ci sono centinaia di suicidi l'anno, ma l'ISTAT ha smesso di contarli nel 2010, anno in cui furono 187 morti suicidi. Sapete quanti bovini sono stati abbattuti di contropartita e quanti allevatori e macellai ci hanno rimesso le penne chiudendo le loro aziende? Domandiamoci chi ha permesso l'uso dei mangimi animali e se è stato punito. Domandiamoci chi ne ha tratto vantaggio alla fine dei salmi? Ed indovinate un poco, dopo il divieto nell'uso di farine di derivazione animale, causa principe della mucca pazza, dal 2013 è possibile utilizzarli nuovamente per alimentare le vacche proprio grazie all'UE che le ha rese di nuovo legali. Vogliamo parlare degli ulivi pugliesi e dell'olio marocchino? Ditemi la verità, non vi sentite presi un pochetto per il culo?
Jacopo Cioni Read the full article
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Eyes on the world #126
Un incantevole 2022 sta per volgere al termine.
Quest’oggi, nell’ultimo Eyes on the world dell’anno, spazio ancora a molti temi che ci hanno accompagnato negli ultimi 365 giorni: guerra in Ucraina, Covid (si spera senza grosse conseguenze, ma ne parleremo), nuovo governo e molto altro.
Cominciamo subito 👇
🇺🇦 UCRAINA BOMBARDATA, CHI AVRÀ IL PETROLIO RUSSO, OLIGARGHI MORTI IN INDIA: LA SETTIMANA IN BREVE
(1) Vacanze sicuramente movimentate in #Ucraina, dove nemmeno il Natale ha evitato che ci fossero scontri tra le due fazioni. Sabato scorso la città di Kherson, a sud, è stata oggetto di un grosso attacco missilistico. Il bilancio è di almeno 16 persone morte e altre 64 ferite. Secondo quanto riportato da fonti russe, l’Ucraina avrebbe risposto con un attacco nella parte meridionale del paese, nella base aerea a Engels (nell’area di Saratov). 3 persone sarebbero rimaste uccise. Nemmeno nel corso della settimana il conflitto si è placato, dal momento che missili continuano a piovere su tutto il territorio (69 giusto ieri mattina). Di questi ultimi, 54 sono stati intercettati e distrutti dalla contraerea ucraina. Interessate soprattutto la capitale #Kiev, Odessa e Leopoli, dove ci sono state moltissime segnalazioni di interruzione di corrente. Nel frattempo la Russia non ha preso bene il tetto al prezzo del #petrolio che numerosi paesi hanno imposto a inizio dicembre, al punto da decidere di non venderlo più a loro (a partire dal 1° febbraio per i successivi 5 mesi, con qualche eccezione). Parliamo dei paesi del #G7 (Giappone, Germania, Canada, Italia, USA, Regno Unito e Francia), dell’#UE e l’Australia. Il prezzo attuale si aggira intorno agli 80 dollari al barile, mentre il tetto fissato dalle suddette nazioni/organizzazioni è di 60$. In #India invece si indaga su un caso molto particolare. In un hotel di Rayagada, nello stato orientale di Odisha, in 2 giorni sono morti 2 oligarchi russi: Pavel Antov e Vladimir Bidenov. Entrambi pare abbiano perso la vita lo scorso weekend, mentre erano in India per un viaggio turistico insieme ad altri due uomini russi. Non è chiaro in quali condizioni siano stati trovati i corpi, ma si sta provando a fare chiarezza anche grazie alle telecamere di sicurezza. I due uomini sembra fossero abbastanza contrari all’offensiva russa in Ucraina e che abbiano criticato la politica del presidente russo Vladimir Putin a più riprese, ma di ciò – quantomeno al momento – non vi sono sufficienti prove. Non sono i primi oligarchi in aperto contrasto a Putin a morire in circostanze sospette.
🇮🇹 LEGGE DI BILANCIO, DECRETO “RADUNI PERICOLOSI”, CODICE DI CONDOTTA PER ONG: LA SETTIMANA ITALIANA
(2) Torniamo in Italia per analizzare una settimana ricca di provvedimenti e decisioni importanti in vista del 2023, a partire dalla Legge di Bilancio da 35 miliardi di euro. 197 voti favorevoli (e 129 contrari) hanno fatto sì che la leggevenisse votata positivamente alla Camera dei deputati sabato mattina. Per velocizzare i tempi, si è deciso di porre la questione di fiducia sulla legge, di modo che le opposizioni non presentassero più modifiche e la manovra venisse approvata così com’era. La palla è poi passata al Senato giovedì, dove la legge è stata votata senza modifiche rispetto alla Camera, appena in tempo per evitare il temuto “esercizio provvisorio”. Si è portata avanti anche la questione dei “raduni pericolosi” (ricordate il decreto anti-rave?). C’è tempo fino a oggi per convertirlo in legge, dal momento che il decreto venne approvato il 31 ottobre nel primo Consiglio dei ministri dell’attuale governo e si hanno 60 gg per tramutarlo in legge vera e propria. Anche qui è stata posta la fiducia per sveltirne l’approvazione, ma ci sono oltre 150 ordini del giorno da votare. Il governo potrebbe anche usare lo strumento della “ghigliottina”, che interromperebbe ogni discussione – approvando il testo senza modifiche – per evitare ostruzionismi, ma è un’ipotesi abbastanza remota. Il nuovo testo è molto diverso da quello inizialmente proposto: innanzitutto si fa un chiaro riferimento ai “raduni musicali o aventi altro scopo di intrattenimento” e saranno perseguibili solo gli organizzatori in caso di illecito. Non sono cambiate le pene previste, ovvero dai 3 ai 6 anni di reclusione e multe da 1.000 a 10.000 euro. All’interno del decreto “raduni pericolosi” c’è però anche molto altro, con tematiche che poco si legano all’argomento principale. Un esempio è l’ergastolo ostativo, una pena impossibile da ridurre o convertire a meno che non si collabori con la giustizia. Nell’aprile 2021 la Corte Costituzionale la definì incompatibile con la Costituzione, dando tempo fino al novembre del 2022 per modificarla. A una prima norma tappa-buchi è seguita un’altra modifica contenuta proprio in questo decreto, dove non viene eliminato l’ergastolo ostativo, ma consente la concessione di alcuni benefici penitenziari a coloro che terranno una corretta condotta carceraria e parteciperanno a un percorso rieducativo. Esclusi dalla norma i detenuti al 41-bis, il cosiddetto “carcere duro”, mentre nel caso di altri reati particolarmente gravi (es. violenza sessuale, traffico illecito di sostanze, associazione di stampo mafioso, ecc) sarà necessario aver scontato almeno 2/3 della pena – o almeno 30 anni in caso di ergastolo – per accedere alla liberazione condizionale. Inoltre sono stati eliminati dalla lista dei reati “ostativi” quelli contro la pubblica amministrazione, come concussione, corruzione o peculato (vennero inseriti in quella categoria nel 2018 dal Movimento 5 Stelle). Infine piccole note a tema salute: nel decreto viene anche sospeso fino al 30 giugno 2023 il pagamento delle sanzioni da 100 euro per tutti coloro che non si sono vaccinati contro il Covid dal 1° febbraio al 15 giugno scorso, oltre a far decadere l’obbligo vaccinale per il personale delle strutture sanitarie.
Come detto, non solo Legge di Bilancio o decreto anti-raduni. Mercoledì è stato approvato un decreto-legge a tema soccorso in mare. Con il provvedimento, viene introdotto un codice di condotta che tutte le #ong devono seguire in caso di salvataggio: una volta avviate le procedure di soccorso, le autorità italiane dovranno essere avvisate, che assegneranno un porto di sbarco da raggiungere “senza ritardo” per completare l’intervento. In sostanza, le ong dovranno dirigersi immediatamente nel porto assegnato anche se molto distante dalla zona in cui sono stati soccorsi i #migranti. In questo modo le ong dovranno affrontare maggiori spese di navigazione, con il rischio di non giungere a destinazione in tempo. Non è tutto. Nel corso del tragitto non potranno essere effettuati ulteriori soccorsi, a meno che non vengano autorizzati dall’Italia, né potranno essere trasferiti a bordo migranti salvati da altre navi. In caso contrario, l’attracco sarà negato, con multe e sequestri annessi. Infine l’ex Ilva: l’aumento dei prezzi del gas ha messo in ginocchio, nuovamente, lo stabilimento. Il governo ha risposto con un decreto ad hoc per erogare un prestito ulteriore da 680 milioni di euro, che servirà a sistemare i debiti con Eni e Snam.
🇨🇳 LA CINA ABBANDONA LA STRATEGIA ZERO COVID TROPPO VELOCEMENTE. SISTEMA SANITARIO IN TILT
(3) La #Cina continua a essere totalmente nel panico con la gestione della nuova (forte) ondata di contagi da #Covid. L’allentamento troppo rapido delle restrizioni (secondo le ultime norme, dall’8 gennaio chi viene dall’estero non dovrà sottoporsi a quarantena obbligatoria, ad esempio) ha fatto sì che i positivi crescessero a dismisura in poco tempo, riempiendo ospedali (e purtroppo obitori) di nuove persone in preda ai sintomi da coronavirus. Il numero di contagi e morti, ha detto il governo, non verrà più diffuso, rendendo impossibile quantificare la reale dimensione del fenomeno. Le prime stime parlano di 248 milioni di persone infettate nei primi 20 giorni di dicembre, ma non è possibile farne riguardo i morti (si parla di circa 1 milione e mezzo di persone nei prossimi mesi, ma è un dato da prendere con le pinze). In generale, dall’abbandono della strategia “zero Covid” (che, va detto, negli ultimi mesi non stava dando i risultati previsti, con aumenti dei contagi discretamente importanti), il regime cinese è passato all’eccesso opposto, facendo contagiare pressoché chiunque in modo incontrollato, secondo molti per paura di nuove insurrezioni o un rallentamento troppo marcato dell’economia. Diversi esperti guardavano con fiducia a marzo 2023 per assistere ai primi segnali di diminuzione delle restrizioni, ma così non è stato. I medici locali lamentano inoltre la mancanza di comunicazione di un cambiamento così netto, che ha portato – come se non bastasse - anche al contagio di moltissimi membri del personale sanitario, contribuendo al collasso del sistema. In base al parere di diversi esperti, questa ondata potrebbe portare alla nascita di nuove varianti, anche se quelle rintracciate al momento in Cina sono le più note in circolazione. Il mondo intero in questo momento sta seguendo con attenzione ciò che sta accadendo in Oriente e sta iniziando a prendere precauzioni. A questo proposito, il ministro della Salute italiano Schillaci ha firmato un’ordinanza che obbliga tutti i passeggeri provenienti dalla Cina in arrivo in Italia a sottoporsi a un tampone per il coronavirus. Non è chiaro ancora come il provvedimento verrà messo in atto. Stesso discorso in Giappone, in India, a Taiwan e negli USA, dove dal 5 gennaio tutti i viaggiatori con più di 2 anni provenienti dalla Cina dovranno avere con sé un test negativo non più vecchio di 2 giorni prima della partenza. Nessun provvedimento, per il momento, da parte di altri paesi europei come Germania, Regno Unito e Francia.
🇧🇷 È MORTO PELÉ, UNO DEI GIOCATORI PIÙ ICONICI NELLA STORIA DEL CALCIO. AVEVA 82 ANNI
(4) Edson Arantes do Nascimento, meglio noto come #Pelé, è morto ieri all’età di 82 anni. Da un mese era ricoverato per disfunzioni renali e cardiache, ma principalmente era debilitato per via del tumore al colon del quale soffriva. Nelle ultime settimane era noto un aggravamento delle sue condizioni, che lo hanno portato a lottare fino alla serata di ieri. Parliamo di uno dei calciatori più noti, forti e influenti della storia del calcio mondiale: Santos e New York Cosmos furono le uniche 2 squadre per cui giocò, segnando (con i primi) 643 gol in 656 partite. Vinse 7 campionati brasiliani e 10 paulisti, le prime due coppe Libertadores per una squadra brasiliana e due intercontinentali (battendo il Benfica del fuoriclasse Eusebio e il Milan di Maldini, Rivera e Trapattoni). Rese il Santos famoso in tutto il mondo, grazie a numerose tournée alle quali prese parte, affrontando squadre di ogni continente. A soli 17 anni venne convocato dalla nazionale brasiliana per i Mondiali del 1958 in Svezia. Con i suoi gol trascinò il Brasile alla vittoria di quel torneo, facendo altrettanto 4 anni dopo in Cile e nel 1970, quando sconfisse in finale l’Italia di Facchetti, Riva, Rivera e Mazzola. L’unico Mondiale che giocò senza vincere fu quello del 1966, quando venne preso di mira dai difensori di ogni nazionale che fecero di tutto per limitarlo. Per molti è e sempre sarà il miglior calciatore della storia, con – secondo le statistiche ufficiali – ben 1.281 gol segnati in carriera su 1.363 partite giocate. Persino la giunta militare che nel 1964 venne instaurata in Brasile non voleva che il fuoriclasse lasciasse il paese, al punto da bloccare il suo trasferimento fino al 1974, quando raggiunse gli USA. Divenne ambasciatore delle Nazioni Unite, dell’UNESCO e della FIFA.
Andiamo veloci sulle brevi 👇
🇫🇷 Nella mattinata di venerdì, in un centro culturale curdo in Rue d’Enghien a #Parigi, un uomo di 69 anni ha sparato e ucciso 3 militanti curdi. È stato arrestato poco dopo ed è accusato di omicidio volontario e violenza aggravata. Nel corso del primo interrogatorio, è stato lo stesso 69enne a confermare il movente razzista del suo gesto. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine, tra le altre cose, per un attacco simile avvenuto nel 2021, quando – armato di sciabola (!) – entrò in un accampamento di migranti, dove ferì 2 persone. Il giorno dopo centinaia di persone si sono ritrovate a Place de la République per una manifestazione pacifica, anche se nelle vie laterali gli scontri sono continuati. Le tensioni si inseriscono in un contesto storico nel quale il PPK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, è considerato un’organizzazione politica e paramilitare terroristica dalla Turchia e da vari paesi occidentali.
🇹🇷 Restando vicini al tema appena dibattuto, dopo oltre 10 anni è avvenuto il primo incontro tra Turchia e Siria (a Mosca lo scorso mercoledì), per parlare della situazione relativa ai curdi e affrontare il problema con il paese più coinvolto in assoluto. I due paesi non sono mai stati alleati in quest’ambito, ma l’incontro potrebbe cambiare le carte in tavola nei mesi a venire.
📍 Restiamo per un attimo in Italia. Sempre a tema Covid, la nota app di tracciamento #Immuni sarà dismessa domani, 31 dicembre. Già dalla fine dello scorso anno era comunque poco utilizzata.
🇰🇷 Continua la situazione in bilico tra le due Coree. Il governo di #Seul ha fatto sapere che lunedì 5 droni nordcoreani hanno sorvolato lo spazio aereo demilitarizzato che separa le due nazioni. Diversi aerei ed elicotteri sono stati messi in campo per abbatterli, ma non è chiaro se siano riusciti nel loro intento. Restando in zona, a #Taiwan cresce il timore di nuove minacce da parte cinese, al punto da spingere la presidente Tsai Ing-wen ad aumentare il periodo di servizio militare per i neo-diciottenni maschi da 4 mesi a un anno, a partire dal 2024.
📲 725 milioni di dollari è quanto ha comunicato #Meta di voler pagare per mettere fine a una class section sulla questione Cambridge Analytica. Dopo aver pagato una multa di 5 miliardi di dollari alla Federal Trade Commission e 100 milioni all’ente che vigila sulla borsa negli USA (la SEC), toccherà a un giudice federale di San Francisco stabilire se questo patteggiamento possa essere approvato. Nel 2018 Facebook permise all’azienda di consulenza politica di accedere ai dati di 87 milioni di utenti e girarli ai clienti proprio di Cambridge Analytica, tra cui il comitato elettorale di Donald Trump, per pianificare delle campagne mirate su ogni utente.
🇦🇫 Dopo le università, è arrivato il tempo delle ong (sia locali che internazionali): in #Afghanistan le donne non potranno più lavorarci. Il motivo è ben noto; in base alla circolare diffusa dal ministero dell’Economia, ci sarebbero state grosse lamentele perché il personale femminile che vi lavora (in territorio afghano) non indossa correttamente il velo. Il ministero aggiunge che verrà revocata la licenza d’esercizio a tutte le organizzazioni che si rifiuteranno di licenziare le donne che hanno preso servizio finora. Ciò, secondo diversi analisti, potrebbe costringere numerose ong ad abbandonare il paese, incapaci di poter aiutare nel modo migliore possibile chi ne ha bisogno.
💻 Dalla scorsa settimana sono operativi 4 data center che conterranno tutti i dati dei servizi pubblici e delle pubbliche amministrazioni. Due si trovano nel Lazio (a Pomezia e Acilia), due invece in Lombardia (a Rozzano e Santo Stefano Ticino). L’obiettivo è di digitalizzare e rendere più sicuri moltissimi servizi della PA, vista anche la possibilità di avere un backup di ogni info nell’altra infrastruttura presente in regione.
🇺🇸 Qualche settimana fa abbiamo parlato della ripresa del flusso migratorio diretto negli USA dall’America Centrale e Messico, in vista dell’imminente scadenza della norma sull’immigrazione promossa dall’ex presidente americano Donald Trump per contenere l’emergenza Covid. Ebbene, la Corte Suprema ha deciso di mantenere in vigore la norma, che consente anche espulsioni automatiche dei migranti irregolari, oltre a rendere pressoché impossibile la richiesta di asilo (nonostante sia un diritto riconosciuto a livello internazionale). L’influenza del Partito Repubblicano sulla Corte è risultata decisiva, con 5 voti favorevoli e 4 contrari (3 dei quali provenienti da giudici Democratici). Dopo una serie di udienze previste per i prossimi mesi, a giugno 2023 si deciderà quanto e come tenere in vigore la norma.
🇲🇦 Non solo il Qatar tra i protagonisti del recente caso di corruzione all’interno del Parlamento Europeo. Anche il Marocco, come peraltro già accennato, pare abbia avuto un ruolo simile negli ultimi anni, influenzando il processo decisionale delle istituzioni europee soprattutto perché condivide con queste due territori di frontiera (Ceuta e Melilla, città fisicamente nel Marocco ma sotto il controllo della Spagna). L’influenza però sembra si sia trasformata in corruzione, affinché venissero prese decisioni a favore del governo marocchino e inserite figure complici in ruoli chiave per il rapporto. È sempre la procura federale belga a indagare sul caso. Antonio Panzeri, principale indagato del “Qatargate”, è stato a capo della delegazione del Parlamento Europeo per i rapporti con i paesi del Maghreb dal 2009 al 2017. Gli interessi del Marocco si estendono anche alla questione Sahrawi, il popolo che reclama l’indipendenza nel Sahara Occidentale, occupato militarmente proprio dal Marocco, e supportato a più riprese dall’Unione e dal Parlamento Europeo (mentre Panzeri ha da sempre supportato teorie per lo più filo-marocchine).
🇮🇷 Superati i 100 giorni di proteste in #Iran, dove nell’ultima settimana ha fatto discutere il caso di Ali Daei (ex calciatore vicino alla causa dei manifestanti) e della sua famiglia. Le autorità locali hanno costretto a un atterraggio imprevisto il volo che trasportava tutti loro, non avendo il permesso di uscire in virtù delle loro posizioni a favore dei gruppi rivoltosi.
🇷🇸 Situazione molto delicata tra #Serbia e Kosovo. Lunedì l’esercito serbo è stato messo in stato di allerta per le tensioni con il piccolo paese, dove sono in corso da settimane proteste, blocchi e violenze specialmente nelle zone a forte concentrazione di persone di etnia serba. Al confine tra i due stati i militari sembrano pronti a intervenire in qualunque momento. Mercoledì il presidente serbo Vucic ha fatto sapere di aver parlato con i leader delle proteste dei connazionali presenti in Kosovo, convincendoli a rimuovere le barricate allestite qualche giorno fa per protestare contro il governo locale.
🇨🇺 Sono finalmente arrivati in Calabria i primi 50 medici cubani, nell’ambito del risanamento del sistema sanitario locale, in profonda crisi da anni. In totale saranno 497 e proveranno a porre rimedio all’assenza di personale medico specializzato nella regione. Saranno ospitati a Cosenza, dove terranno anche un corso intensivo di italiano per 3 settimane, per poi essere inseriti in strutture ospedaliere della provincia di Reggio Calabria.
🇮🇹 Una tassa che prenderà vita nei prossimi giorni è quella sugli extra-profitti derivati dai guadagni eccezionali di questi ultimi mesi avuti da società che producono/vendono energia, gas o elettricità. In concomitanza della sua introduzione, sono emersi diverse problematiche mosse da attori diversi del panorama internazionale e non. Da un lato abbiamo Exxon Mobil, la compagnia petrolifera americana, che ha deciso di fare causa all’UE per aver agito oltre i limiti della sua autorità. Secondo l’azienda, in questo modo si scoraggiano gli investimenti in territorio europeo. Allo stesso modo, in Italia, sono circa 1.200 comuni a chiedere spiegazioni, dal momento che il loro investimento in energia verde potrebbe costare molto caro. Infatti sembra che nemmeno alcuni enti locali lungimiranti siano esenti dal pagamento di tale tassa e ciò potrebbe ripercuotersi sui servizi erogati (in primis), ma anche sulle proprie casse, poiché le somme da pagare sono talmente elevate da poter provocare possibili dissesti.
🥤 Rivoluzione in Francia dentro fast-food e numerosi altri punti di ristoro. È imminente l’entrata in vigore della legge che obbligherà a impiegare stoviglie riutilizzabili invece delle classiche confezioni usa e getta. Il provvedimento servirà da anteprima in vista della sua diffusione in tutti i paesi dell’Unione Europea, con l’obiettivo di ridurre sensibilmente la produzione di rifiuti (di plastica in primis).
🇪🇸 Si è finalmente risolto lo stallo che andava avanti da giugno nel Consiglio generale del potere giudiziario spagnolo. La nomina di 2 giudici del Tribunale costituzionale spagnolo aveva subito ritardi immensi, visto l’equilibrio di potere mancante all’interno dell’organo (8 membri progressisti e 10 conservatori). I nuovi, pur essendo stati proposti dall’ala conservatrice, sono moderati o comunque vicini alle tendenze progressiste.
Alla prossima e buon anno 🎉
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Austerity anni 70: come l'Italia cambiò volto
Se l'attuale crisi energetica e climatica ci sta portando a soluzioni all'apparenza atipiche, l'Austerity degli anni 70 è un periodo storico al quale guardare con una attenzione tutta nuova. Che cos'è l'austerity? Con Austerity andiamo ad indicare un periodo storico che va dal 1973 fino al 1974 dove i paese occidentali ed i loro governi sono stati costretti ad emettere leggi atte al risparmio energetico. Una situazione di grande emergenza che doveva rispondere alle dirette conseguenze della crisi petrolifera del 1973. Un anno che fece passare in maniera repentina e brusca l'Italia dal boom economico ad una situazione totalmente opposta fatta di negozi chiusi prima, nessun gita fuori porta e tante altre azioni che un po' ci fanno riflettere e fare paragoni con l'attuale situazione dovuta alla Guerra in Ucraina. Perché negli anni 70 ci fu l'austerity? Quando il mondo si godeva la musica dei Pink Floyd con The Dark Side of the Moon oppure l'ultimo film del maestro Fellini "Amarcord", l'austerity fece il suo ingresso in punta di piedi ma con effetti devastanti nelle case dei paesi occidentali. La data che potremmo definire come "origine di tutti" è il 6 Ottobre del 1973, giorno in cui Egitto e Siria decidono di attaccare Israele. La giornata non è scelta a caso visto che si tratta della giornata dello Yom Kippur ovvero una delle più importanti feste religiose ebraiche. Dal quel giorno e fino al 25 ottobre di quello stesso anno, il mondo assisterà alla famigerata guerra del Kippur. I paesi arabi all'interno dell'OPEC (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) decisero di dare sostegno a Egitto e Siria. Lo fecero nel modo più duro possibile e senza l'uso di armi. L'OPEC aumentò in maniera robusta il prezzo dei barili di petrolio che passarono dai 3 ai 12 dollari al barile ma soprattutto pose l'embargo per l'esportazione del petrolio verso i paesi maggiormente filo-israeliani tra cui anche l'Italia. Quanto durò l'austerity? L'austerity durò fino al 1974. Fu un inverno atipico per gli occidentali ma anche per gli italiani. Il cambio repentino di abitudini e modo di vivere costrinse l'intero paese a cambiare totalmente. La vita non era più la stessa dello sfavillante boom economico e per un anno la situazione si ribaltò. Dal 1974 in poi, l'austerity fece spazio a tutt'altro. Iniziarono a farsi largo nuove tecnologie, nuovi modi di pensare ed intendere la vita. Iniziò un'era che cambiò nuovamente "le carte in tavola" perché stavano per entrare in scena i favolosi anni 80. Quali provvedimenti furono presi in Italia contro l'austerity? Furono moltissimi i provvedimenti che l'Italia prese contro l'austerity. Tutte con l'obiettivo unico di abbassare i costi dell'energia e soprattutto in nome del risparmio energetico. Misure che toccarono tutti, nessuno escluso. Il primo esempio che viene alla mente è quello del divieto di circolazione per le auto nel fine settimana. Potevano scendere in strada solo i mezzi di soccorso, le forze dell'ordine ed i mezzi pubblici. Insomma, nessuna gita fuoriporta con l'auto ma gli italiani iniziarono a scoprire le piccole gite senza l'uso della propria vettura. Altro esempio importante è quello degli orari di chiusura di negozi ed uffici pubblici che furono tutti sensibilmente anticipati. La benzina poteva essere fatta solo fino alle ore 12 del sabato perché poi le stazioni di servizio dovevano chiudere. Sempre in nome del risparmio della benzina entrarono in vigore nuovi limiti di velocità dove nelle strade extraurbane il limite era di 100 km/h mentre nelle autostrade di 120. Una situazione che toccò anche gli uomini della politica italiana. L'austerity "appiedò" anche ministri, sottosegretari, parlamentari ed addirittura il presidente della Repubblica ovvero Giovanni Leone. La guerra durò poco e l'embargo nel giro di qualche mese sparì ma gli italiani mai dimenticarono l'inverno del 1974 perché le conseguenze di quella guerra all'apparenza così lontana furono a dir poco devastanti per l'intera economia. Foto di John da Pixabay Read the full article
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