#guardare nuvole
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cesarecitypilgrim · 1 year ago
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CITYPILGRIM 2023 SUMMARY
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ragazzoarcano · 5 months ago
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“Il riposo non è ozio. E giacere qualche volta sull'erba in un giorno d'estate ascoltando il mormorio dell'acqua o guardando le nuvole fluttuare nel cielo, è difficilmente uno spreco di tempo.”
— John lubbock
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Caro 2023 mi hai fatto:
sognare,sperare,illudere,
innamorare,amare,dare tutta me stessa,
odiare,soffrire,incazzarmi,
ridere,sorridere,gioire,essere felice,emozionarmi,
piangere,essere triste,
pensare,riflettere,
decidere,scegliere,avere rimpianti,
fatto male,fatto bene,fatto fare scelte azzardate,sbagliare
regalato cose belle,cose brutte
2023 grazie per avermi fatto vivere un anno pieno di ogni cosa,pieno di ME
-la raggazza dal cuore nero♡
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elenascrive · 1 year ago
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Cara Vostra Maestà,
dopo il trionfante ritorno
nelle vesti d’Eclissi
della scorsa notte,
ora
Le Vostre Dame di Corte
nel tenervi compagnia
hanno finito Loro malgrado
con il starvi troppo addosso,
nascondendovi ai Miei occhi
come sempre bisognosi
del Vostro candore
Così siete stata costretta a farvi largo
abbagliandole della Vostra potente luce,
provocando uno squarcio nel Cielo
che di colpo lo ha illuminato
quasi fosse giorno
Tutto questo solamente per salutarmi
e ricordarmi che anche se non Vi vedo
Voi ci siete lo stesso,
pronta ad abbagliare anche Me
ed il Mio cuore irrequieto
Menomale che ci siete Voi
Mia Amatissima Maestà
@elenascrive
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mariateresa50 · 1 year ago
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Rosso nuvola
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irestantimari · 1 month ago
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Pensavo, in questa sera di fine anno, alla meravigliosa complessità della vita. Pensavo a quanto sia difficile raccontarla. Che siamo fatti delle persone che abbiamo incontrato e che incontreremo. Di quelle che abbiamo perso, di quelle che stimiamo e amiamo e di quelle che nemmeno si accorgono della nostra esistenza. Di quelle che a cui ci affezioniamo, di quelle che dimentichiamo in un nulla, e quelle che salutiamo solo per educazione o circostanza. Siamo fatti di libri e delle storie che ci sono rimaste dentro e che sono diventate parte di noi. Siamo fatti di canzoni e musica, di circo e di balli. Di film e attori, di sport e di campioni. Siamo fatti dell’arte di Velasquez, di Caravaggio, di Klimt, di Rothko, Botticelli, Gauguin, Van Gogh, Monet, Picasso, Vermeer.. Siamo fatti di scuola, di studio e di insegnanti, di lavoro, di viaggi, di paesaggi e di ritorni. Siamo fatti di mare, cielo, nuvole, pioggia e sole. Di sere e mattini e lune calanti. Di madri e padri e figli e nipoti e nonni e amici. Di cene, colazioni, caffè, vino, regali Di eventi politici, tecnologia, religione, proverbi e miti lontani. Di follie quotidiane, di malattie e paure, di cattiverie e violenza e di gesti bellissimi. E poi siamo fatti di sogni, di aspirazioni e fallimenti, di traguardi raggiunti e di quelli mancati per un soffio. Siamo fatti di speranze, di consolazioni, di lacrime e risate. E siamo fatti di tempo, di tempo che passa e di tempo sospeso. E di tempo che verrà.
Tanti auguri allora, per questo nuovo pezzo di vita. Tanti auguri per un anno che porti nuove speranze e meno paure. Un tempo con più dubbi e curiosità e meno certezze. Che faccia guardare e sognare e pensare e provare ancora meraviglia. Tanti auguri per un anno che sia un po’ da raccontare e molto da ascoltare. Perché, per usare le parole di Danny Boodmann T.D. Novecento, “non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”. Buon anno.
V. Buccino. (immagine di Janine Niepce)
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angelap3 · 4 months ago
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La bellezza è quando non te ne accorgi.
Quando passi davanti a uno specchio
e non ti guardi, ma sorridi lo stesso.
E’ dove inciampi.
È nelle cadute
nelle risalite incerte
nei passi stanchi che diventano ballo.
È nei momenti in cui ti senti perso
e poi, d’improvviso, il vento ti accarezza
un amico ti abbraccia
e pensi che, forse, va tutto bene così.
La bellezza è nei difetti
nelle cose rotte
nelle storie spezzate
che nessuno vuole raccontare.
E’ nel restare anche quando potresti andartene,
nel credere ancora
che ci sia qualcosa di buono
anche in un giorno di dolore.
La bellezza è quando ti svegli e non sei di nessuno
e allora ti stringi più forte.
E’ nei sorrisi che si scambiano per strada
tra gente che non si conosce
ma si riconosce.
È nelle nuvole che non si fermano mai
nelle rughe che raccontano viaggi
nelle mani che si stringono
anche quando fa freddo dentro.
È nella gentilezza di chi non aspetta niente
nel fiore che sboccia tra le crepe del cemento,l
nelle parole che non dici
ma che senti dentro
pronte a fiorire.
La bellezza è stare,
restare
crederci ancora
anche quando il sole si nasconde
perché lo sai
prima o poi torna.
La bellezza alla fine
è ciò che resta, in ciò che resiste
nelle piccole cose, che ancora ci tengono vivi.
La bellezza è ovunque
anche dove non la cerchi.
Soprattutto lì.
Basta saper guardare.
(Andrew Faber)
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armandoandrea2 · 4 months ago
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“Sto ccà”
(“Sto qua”, versione tradotta in Italiano)
Sto, qua, Isabella, sto qua.
Che c’è? Non mi vedi?
Già, non puoi vedermi,
ma sto qua, sono in mezzo ai libri,
tra le carte antiche,
dentro ai cassetti del comò.
Mi trovi quando il sole entra di sguincio,
s’intrufola di taglio
e fa brillare queste cornici dorate
d’argento
grandi e piccoline
di legno pregiato
acero noce palissandro mogano
sembrano finestrini e finestrelle
aperte sul mondo…
Mi trovi quando il sole si fa rosso
prima che tramonti
dipingendo d’oro i rami degli alberi
e s’infila tra le foglie
per farsi guardare.
Altrimenti mi potrai trovare
quando è notte
in cucina, per cercare qualcosa da mangiare
un pezzetto di formaggio, un’insalata,
quel poco che ti sostiene lo stomaco
e poi te ne vai a letto.
Prima della luce dell’alba poi
mi trovi alla scrivania,
con la penna tra le dita
e gli occhi al cielo,
pensando a ciò che ti ho raccontato
e non ho scritto
e chissà se non sia stato un bene
che questi pensieri si siano persi,
distratti, e stanchi di essere pensati,
che volteggiano nell’aria insieme a me.
E se guardi lassù
può succedere
che se ci sono le nuvole
mi trovi.
Il vento straccia le nuvole
e, così, come viene viene,
puoi trovare certi occhi che ti guardano.
Sotto una fronte larga larga
e lunga
e due solchi lungo il viso…
sì, li puoi trovare.
Eduardo De Filippo
Era l’anno 1963, e l’autore si rivolge alla compagna Isabella per narrarle di ciò che sarà oltre la vita terrena, e del sentimento che li lega: “Sai, quando non ci sarò più, guarda bene, perché, in tanti segni, io mi paleserò e tu mi troverai”.
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soffroeppuremivienedaridere · 5 months ago
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Gli adulti non si emozionano più davanti al cielo, non si fermano più a guardarlo, a guardare i suoi colori, le sue mille sfumature ed io non voglio diventare così,
anche in futuro vorrei perdermi in quelle nuvole e colori ogni volta diversi.
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3nding · 23 days ago
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Il 2025 iniziato da poco ci vede con almeno tre grandi incognite davanti che elencherò in ordine sparso:
Salute. La pandemia di Covid-19 (che non è ancora finita btw) ci ha mostrato quanto sia fragile un sistema sanitario già provato da anni di tagli e privatizzazioni. L'avvento di una nuova pandemia potrebbe essere la crepa in grado di far crollare la diga formata da un SSN e professionisti già allo stremo. Tutto questo senza contare le nuove sfide date dall'aumento di patologie dovute al peggioramento dello stile di vita/alimentazione + inquinamento + comparsa di virus/batteri esotici e/o resistenti ai medicinali. Come italiani ed europei assistiamo in questi mesi a una ripetizione di quanto già visto 4 anni fa, non una strategia corale dell'Unione ma un approccio egoistico su come prevenire e prepararsi. Magra consolazione: i passi avanti fatti dalla ricerca in questi anni promettono potenziali soluzioni più rapide rispetto al passato, chi e come potrà accedere a tali soluzioni sarà purtroppo la vera discriminante.
Cambiamenti climatici. Con buona pace di quanti ancora negano l'evidenza (a tal proposito si consiglia la lettura di "Ha sempre fatto caldo" di Giulio Betti) ci attendono anni di incertezza con eventi estremi e conseguenze sulla salute, sull'agricoltura e allevamento e sull'economia. Senza scomodare quanto accaduto in Romagna con quattro eventi alluvionali in meno di due anni o quanto sta avvenendo in California (il rogo di Los Angeles purtroppo sembra ben lontano dall'essere contenuto) e in altri stati USA dove attualmente scarseggiano uova (H5N1) e avocado (siccità e incendi), basta guardare i dati che certificano come il 2024 sia stato l'anno più caldo di sempre nonostante gli effetti della Niňa e l'aumento ESPONENZIALE della temperatura dei mari per sapere che siamo arrivati in una parte inesplorata e pericolosa della nostra esistenza come esseri umani. Se prima si ragionava su misure da intraprendere entro la fine del secolo (2100) attualmente sempre più climatologi sostengono che il sistema sia fuori controllo adesso: paradossalmente parte dell'inquinamento aiutava a mitigare il riscaldamento solare aumentando la formazione di nuvole e limitando l'irraggiamento solare, con le misure anti inquinamento degli ultimi decenni questa mitigazione è venuta meno. Molti si preoccupano dell'innalzamento del livello del mare o di una possibile fine della corrente del golfo con successivo crollo delle temperature in Europa. Queste cose molto probabilmente accadranno entrambe ma occorreranno decenni se non secoli per vederne pienamente gli effetti. Nel breve periodo quello che dovrebbe più preoccuparci e che invece è fuori dal discorso pubblico sono le condizioni estreme che porteranno a rendere difficile se non impossibile la vita in alcune parti del pianeta con conseguenti migrazioni e conflitti. E anche se è vero che siamo una specie in grado di adattarsi a molte condizioni (non tutti e non subito) tuttavia ciò che abbiamo perso di vista e che potrebbe portare alla nostra fine come società e come specie è altro: il collasso degli ecosistemi di cui facciano parte e attraverso i quali otteniamo il nostro sostentamento. In questo vorrei essere chiaro: non c'è al momento soluzione scientifica in grado di invertire il trend, i modelli più pessimistici parlano di +10 gradi centigradi entro le fine del secolo. Un pianeta inabitabile per la flora e la fauna attuali e quindi per noi. Anche ipotizzando supervulcani che erutta o quantità enormi di polveri in stratosfera, la via è tracciata. Così come una pentola non si raffredda immediatamente se si spegne la fiamma sotto di essa, così per inerzia il clima non smetterà di scaldarsi dovessimo all'improvviso terminare le nostre emissioni di gas attraverso combustibili fossili/incendi/allevamenti intensivi/scioglimento del permafrost. Ci abbiamo messo millenni per giungere a un certo grado di evoluzione per poi fotterci il futuro con le nostre mani in un secolo, bravi noi.
3) Questo punto è strettamente legato ai due precedenti. A livello geopolitico e politico assistiamo alla fine di quanto venuto fuori da due conflitti mondiali. Le istituzioni e le norme di cooperazione internazionali sono messe in discussione se non bellamente ignorate senza conseguenze da attori maggiori (USA, Russia, Cina) e minori (Israele, Sudan, Iran, Corea Nord, India etc.) in una nuova ottica che vede il conflitto e la prevaricazione come azioni viabili per gli interessi delle singole nazioni. Un futuro di guerra(e?) accarezzato e sostenuto da visioni politiche estreme sempre più correnti (o sarebbe meglio dire ricorrenti) in ogni Paese. È difficile trovare un senso in un mondo post ideologico a questa nuova spinta bellica se non in chiave di lotta per le risorse e la sopravvivenza nuovamente come nel punto 1 non del gruppo ma del singolo Stato così da potersi garantire degli anni finali più accettabili rispetto agli altri.
Se questa visione nel suo insieme può sembrare apocalittica, non bisogna lasciarsi distrarre dal fatto che non sia avvenuta per caso dall'oggi al domani, ma sia la conseguenza di decenni di scelte scellerate del gruppo e del singolo che hanno portato al declino che viviamo e vivremo.
Buon lunedì.
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ragazzoarcano · 9 months ago
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“Ho guardato nel mio corpo in profondità,
e ho trovato una montagna,
la vetta altissima nascosta da nebbia
e nuvole,
ho trovato un fiume che scorre giorno e notte
verso il mare,
ho trovato una galassia
che si muove silenziosa,
con milioni di stelle.”
— Thich Nhat Hanh
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A volte
Ci lasciamo coinvolgere
Dall'idea
Che ci trasmette qualcuno
Ci facciamo trascinare
Da quella figura nella nostra mente
Fantastica e perfetta
Che riusciamo a mettere
Sotto la sabbia la sua vera identità
-la ragazza dal cuore nero♡
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gothass · 5 months ago
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Quanto vorrei che mi venissi a prendere e mi portassi da qualche parte in zona in cui non sono mai stata, che dal nulla mi fai girare e ballare, che prepari qualcosa da mangiare di diverso e me lo fai provare ad occhi chiusi, che accendi una candela mentre siamo io e te a letto, quanto vorrei stare a guardare le stelle con te a San Lorenzo ma anche in qualsiasi altra sera senza nuvole, che metti in macchina una mia canzone a sorpresa, che che che
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mariateresa50 · 2 years ago
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Un calice di nuvolette bianche
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lunamarish · 7 months ago
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Noi che fotografiamo le nuvole, amiamo i posti decadenti, c'immergiamo nelle atmosfere malinconiche, passiamo ore dentro l'immaginazione, ci perdiamo per strade mai esistite funzioniamo così, non vediamo ciò che sta succedendo e non smettiamo di guardare ciò che mai succederà.
(via @waitingFORwords)
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gregor-samsung · 28 days ago
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" Faceva molto caldo, e il cielo era completamente sgombro di nuvole. La macchia era asciutta. Guglielmo doveva ogni tanto interrompere il lavoro per asciugarsi il sudore. «Fa troppo caldo», pensò; e gli venne fatto di guardare in alto. Il cielo, perfettamente limpido, non poteva trarre in inganno un uomo esperto come lui. Dietro il sereno un occhio conoscitore scorge le nubi, come dietro le nubi il sereno. Fino ad allora erano stati eccezionalmente fortunati con la stagione, ma la cosa non poteva continuare all’infinito. Se dicembre era stato clemente, gennaio, con ogni probabilità, sarebbe stato tempestoso. Guglielmo presentiva vicina la stagione delle grandi tempeste invernali, quando i boscaioli sono costretti a chiudersi inoperosi nel capanno, ed è manna se schiarisce il tempo necessario per andare ad attinger l’acqua. Egli conosceva bene quelle giornate lunghe, monotone, quando la pioggia batte senza tregua sul tetto incatramato, e nell’interno del capanno gli uomini sbadigliano e guardano l’orologio ogni cinque minuti; mentre piú forte si fa la nostalgia della casa. In quelle giornate la presenza di Francesco si rivelava di utilità essenziale, dato l’imperturbabile buon umore e la provvista inesauribile di discorsi, di racconti e di storie del vecchio boscaiolo. Guglielmo si può dire che l’avesse assunto solo per questo. «Reggesse un’altra settimana», pensò dando un’occhiata indagatrice al tempo. In lui non parlava tanto l’apprensione del principale che deve corrispondere la paga anche nei giorni di forzata inattività e vede cosí scemati i guadagni. Egli paventava per se stesso quelle giornate, sapendo per esperienza come solo il lavoro valesse ad allontanare i pensieri che lo tormentavano. "
Carlo Cassola, Il taglio del bosco, presentazione e note a cura dell'autore, Giulio Einaudi editore (collana Letture per la Scuola Media n° 1), 1977¹°, pp. 78-79.
NOTA: questo racconto lungo esistenziale fu scritto e riveduto negli anni 1948-49 in un momento di crisi dell'autore. Fu pubblicato nel dicembre 1950 sula rivista bimestrale "Paragone-Letteratura" e subito recensito positivamente da Geno Pampaloni.
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