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#grande uomo
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my jimmy is just built different 🇮🇹 🇮🇹 🇮🇹
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gregor-samsung · 1 month
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“ Scoprii che i pasti caldi mi avevano cambiato la vita: adesso, infatti, per mangiare ci voleva molto meno tempo, e ciò mi dava agio di mettere ordine nei miei pensieri. Oswald usava il tempo così risparmiato per andare a caccia, papà per fare i suoi esperimenti; io lo dedicavo in buona parte all'introspezione. E mi resi conto, con un certo sbigottimento, che sopra le mascelle e dietro gli occhi avvenivano tantissime cose, indipendentemente da ciò che poteva avvenire al di fuori. Così indipendentemente, in verità, che gli eventi interiori continuavano anche mentre dormivo, e ancor più vividi: ma allora perdevo ogni controllo su di essi, che diventavano una specie di immagine riflessa, come su uno specchio o sull'acqua, del mondo spaziale in cui si muovevano le membra esterne. Ma anche in quell'altro mondo avevo un corpo: un corpo ombra, che talvolta sfrecciava da un punto all'altro a cento chilometri all'ora, e altre volte sembrava radicato al terreno, quando volevo disperatamente scappare per salvarmi da un leone. Non era sufficiente liquidare tutto ciò come sogno, perché faceva parte della realtà con altrettanta concretezza della mia ascia di selce. Una cosa che succedeva. Imprevedibile e spaventoso era il mondo esterno; ancora di più lo era quello interiore.
Una notte, ad esempio, nella terra dei sogni, un leone mi inseguì per ore e ore, e alla fine riuscì a mettermi con le spalle al muro. Disperato, gli scagliai contro la lancia… ed eccola diventata una leggerissima canna! Pure, vola rapida nell'aria e trafigge il leone come se fosse il gibbone che avevo mangiato arrosto la sera. In qualche modo assurdo, inoltre, il leone era il gibbone. E proprio in quella il leone disse allegramente: «Finalmente, Ernest, hai fatto qualcosa per la specie! Hai sconfitto il re degli animali. Ora le possibilità sono magnifiche: ben sfruttate, condurranno la subumanità ai vertici dell'evoluzione.» «Gloria, gloria, alleluia! I miei occhi vedono la fine del Pleistocene!». Mi svegliai tutto sudato e tremante, sotto le stelle, con la voce di papà che mi risuonava nelle orecchie. “
Roy Lewis, Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, traduzione di Carlo Brera, Adelphi (collana Gli Adelphi n° 185), 2003⁴, pp. 129-130.
[Edizione originale: The Evolution Man, 1960]
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foreverblondie23 · 5 months
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quartafuga · 18 days
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"Miei cari," ci esortava "fate che il vostro motto sia di lasciare il mondo un po' migliore di come l'avete trovato, e di dare ai vostri figli condizioni di partenza un po' migliori di quelle che avete avuto voi. Non contate sugli altri. Vivete come se l'intero futuro dell'umanità dipendesse dal vostro impegno; in fondo, potrebbe anche darsi! Sono tempi critici, questi, molto critici. La padronanza del fuoco non è che un inizio; devono esserci pensiero, pianificazione, organizzazione, per poter edificare su queste fondamenta. Dopo le scienze naturali, le scienze sociali!"
Roy Lewis - Il più grande uomo scimmia del Pleistocene
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ilvostrobecchino · 2 years
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Spaghetti westerns as text posts 1/?
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raspadoris · 2 years
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a---fire---inside · 1 year
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PRIMA PAGINA Giornale Di Sicilia di Oggi lunedì, 16 settembre 2024
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NUOVO STUDIO SULLE POSSIBILI CAUSE DI ESTINZIONE DELL'UOMO DI NEANDERTHAL
NUOVO STUDIO SULLE POSSIBILI CAUSE DI ESTINZIONE DELL'UOMO DI NEANDERTHAL Dai risultati di un nuovo studio, i resti di Neanderthal scoperti di recente in una grotta in Francia corroborano la nota teoria sulle cause della loro estinzione dei Neanderthals: negli ultimi anni, i ricercatori hanno proposto diverse spiegazioni sui motivi della sopravvivenza dei Sapiens rispetto ai Neanderthal, che si estinsero circa...
Dai risultati di un nuovo studio, i resti di Neanderthal scoperti di recente in una grotta in Francia corroborano la nota teoria sulle cause dell’estinzione dei Neanderthals: negli ultimi anni, i ricercatori hanno proposto diverse spiegazioni sui motivi della sopravvivenza dei Sapiens rispetto ai Neanderthal, che si estinsero circa 40.000 anni fa. Un nuovo studio, pubblicato su Cell Genomics,…
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Ho iniziato a frequentare un uomo.
Abbiamo 22 anni di differenza, ma il nostro rapporto è meraviglioso.
Ci frequentiamo da più di un mese e non sono mai stata così bene con qualcuno.
È perfetto in tutto, mi fa sentire bene.
È così sbagliato?
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fa14-eb23 · 10 months
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Darmian capitano 🥰
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automatisma · 1 year
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Situazioni normali esperite oggi: zero
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mccek · 2 years
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📺Perle televisive Ep:22 (3)📺
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vintagebiker43 · 19 days
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Il più grande errore di Togliatti
Ogni anno la premier Meloni ricorda la morte di Giorgio Almirante, celebrandolo come eroe della patria, uomo retto e suo riferimento politico.
Almirante in realtà è stato un razzista convinto, un criminale di guerra e un istigatore di stragi e rappresaglie.
Nella primavera del 1944 firmò il "manifesto della morte" come capo di gabinetto del ministro della Cultura Popolare dell'RSI. Il manifesto annunciava la fucilazione per "sbandati ed appartenenti a bande" che non si fossero consegnati ai "posti militari e di polizia italiani e tedeschi".
Le zone della Toscana in cui fu affisso il bando divennero teatro di stragi e rappresaglie, in particolare a Niccioleta, dopo la diffusione di quel bando, furono assassinati dai nazifascisti 83 minatori accusati di collaborazione con i “banditi partigiani”. Il manifesto della morte venne ritrovato nell'estate del 1971 e pubblicato il 27 giugno dai quotidiani "l'Unità" e "il Manifesto". Giorgio Almirante li denunciò per diffamazione.
Nel corso del procedimento furono rinvenute negli Archivi di Stato e prodotte in giudizio inequivocabili prove documentali attestanti la veridicità del manifesto di fucilazione. La Cassazione nel 1978 decretò la vittoria totale de L’Unità, che rifiutò il risarcimento economico. La stampa comunista aveva dimostrato che Almirante era un criminale di guerra. Questa è solo una delle tante criminali vicende legate alla storia di Giorgio Almirante.
Chi lo ritiene il proprio riferimento politico si qualifica da solo/a.
Cronache Ribelli
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colonna-durruti · 7 months
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A Mario mancano tre anni alla pensione, da 35 è impiegato nella grande distribuzione, in un supermercato Pam di Corso Svizzera a Torino.
A un certo punto la vita comincia a precipitare: il mutuo di casa schizza alle stelle, sua moglie si ammala. Mario stringe i denti, dà fondo ai risparmi. Ma con questi lavori mica metti in banca milioni e i risparmi finiscono presto.
Un giorno perde la testa, sono parole sue, e ruba sei uova e una scamorza affumicata dagli scaffali del supermercato, gli stessi che aveva riempito e su cui aveva vigilato per tanti anni. Lo beccano subito perché lui non è un ladro di professione, è solo un uomo disperato e affamato. Appena viene sorpreso con la scamorza nel sacco, ammette tutto e chiede scusa: “Ho sbagliato, ma vivo una situazione privata ed economica al limite del sostenibile. Non è una giustificazione, solo una spiegazione”.
All’azienda le scuse e la mortificazione non bastano. Il licenziamento in tronco arriva per raccomandata: “Appare particolarmente grave che lei abbia deliberatamente prelevato dagli scaffali di vendita alcune referenze per un valore complessivo di 7,05 euro e sia poi uscito dal negozio senza provvedere al pagamento delle stesse. Le scuse da lei fornite non possono giustificare in alcun modo l’addebito contestato. Considerati violati gli obblighi generali di correttezza, diligenza e buona fede, ritenuto venuto meno l’elemento fiduciario, avendo abusato della sua posizione all’interno dell’organizzazione a proprio indebito vantaggio e a danno della società, le comunichiamo la risoluzione del rapporto di lavoro per giusta causa”.
I sindacati, giudicando la misura del licenziamento sproporzionata, hanno fatto ricorso.
Anche Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, ruba un mezzo pane e per tutta la vita viene inseguito da Javert, il poliziotto che diventerà il simbolo universale della giustizia ottusa e, appunto, sproporzionata.
Ma questi sono gli aggettivi della burocrazia e dei tribunali, abbiamo bisogno di altre parole per capire un sistema disumano, che si basa su uno schiavismo legalizzato che (anche) nella grande distribuzione trova terreno fertile.
Questo sistema feroce – in cui si sono polverizzate le reti sociali (in un alimentari a gestione familiare la vicenda di Mario sarebbe andata a finire nello stesso modo?) e milioni di individui sono esposti alle intemperie del mercato – è pensato a discapito della maggioranza e a vantaggio dei pochi che si spartiscono le ricchezze del mondo, con l’avallo dei governi.
Il nostro, nonostante una situazione di crescente, paurosa povertà, ha abolito il Reddito di cittadinanza anche grazie a un’indegna campagna di stampa portata avanti dai principali giornali italiani per conto di lorsignori.
In un bel libro appena uscito per Einaudi, Antologia degli sconfitti, Niccolò Zancan mette in fila le storie dei nuovi Valjean: nella discesa agli inferi dell’emarginazione gli apre la porta Egle, un’anziana signora che fruga nell’immondizia del mercato di Porta Palazzo, in cerca di verdura per fare il minestrone. Ma nella vita di prima c’erano state una casa, una famiglia, le vacanze a Loano sulla 500. Poi si è ritrovata a vivere con la pensione di reversibilità del marito e la dignità perduta in un cassonetto della spazzatura.
In questo atlante della disperazione c’è tutto il catalogo degli emarginati: un padre separato, un senzacasa che dorme in auto, un cassintegrato, prostitute, migranti, rider. E un ladro di mance che viene licenziato come Mario. L’aiuto cuoco gli dice: “Da te non me lo sarei mai aspettato”. E lui gli risponde, umiliato, “nemmeno io”.
Invece è tutto prevedibile e ha un nome semplice: si chiama povertà. Dei poveri però non frega niente a nessuno, incredibilmente nemmeno dei lavoratori poveri: sono solo numeri nelle statistiche dell’Istat.
Finché non rubano sei uova e una scamorza.
(Silvia Truzzi, FQ 29 febbraio 2024) da Tranchida.
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