#god che tempi
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a proposito della parvill io ricordo questa fanart bellissima pazzesca della scena in cui parvis urla su tipo una collina CRUCIFYY MEE STRIFEE perché mi si è impressa nella retina nel 2014 e non si è mai levata ma non la trovo più la sofferenza il dolore la mestizia
#non ironicamente io cito blood and chaos e solutions in chaos su base giornaliera#tipo#crocifiggimi strife quando sono molto emozionato#o NOW KISS acparvis has left the chat#god che tempi
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Storia Di Musica #280 - Joni Mitchell, Mingus, 1979
Quando nel 1972 George Wein, celebre organizzatore del Festival di Newport, presentò Charles Mingus all’ora governatore della George, Jimmy Carter, futuro presidente degli Stati Uniti d’America, stava già su una sedia a rotelle, in una fase terribile della malattia di Gehring. Ma fu presentato come “il più grande jazzista vivente”. Qualche anno prima, non invitato dallo stesso Wein al Festival di Newport, organizzò un controfestival, con esibizioni notevolissime, girando in macchina con un megafono proprio nella stessa Newport, attirando non poche persone. Mingus negli anni ‘70 era appena tornato sulle scene, dopo il tracollo mentale dello sfratto e le cure psichiatriche. Eppure proprio in questi anni ci fu una riscoperta totale dei suoi dischi, anche perchè come sempre lui ci mise lo zampino: si mise in testa di poter far soldi con la Candid Records, una piccola casa discografica fondata nel 1960 dal critico e produttore Nat Hentoft e da Archie Bleyer, proprietario della casa discografica Cadence. Mingus auto assunse il ruolo di “direttore” e in 6 mesi registrò dischi favolosi, garantendo agli artisti totale libertà concettuale e artistica, ma non pagò musicisti, tecnici, firmò contratti stranissimi, tanto che durò tutto dall’agosto del ‘60 all’aprile del ‘61. Ma dagli anni ‘70 il catalogo completo fu ridistribuito con il marchio Barnaby della CBS, riaccendendo l’interesse su questo geniale quanto stranissimo musicista. Di questo periodo anche le sue ultime grandi composizioni, con il vulcanico quintetto di George Adams e Don Pullen, con cui registrò Changes One e Changes Two, tutti e due del 1975, con uno dei suoi ultimi grandi pezzi, Duke Ellington’s Sound Of Love. La sua quarta moglie, Sue, è il suo angelo custode, e proprio Sue gli porta un album di una cantante canadese, Don Juan's Reckless Daughter, che in quegli stessi anni, siamo nel 1977, stava sperimentando il canto jazz: Joni Mitchell. Affascinato dalla sua voce, Mingus la contatta e iniziano a parlare di una collaborazione. La prima idea è grandiosa, in pieno stile Mingus, musicare cioè i Quattro Quartetti di T. S. Eliot: Burnt Norton, East Coker, The Dry Salvages, e Little Gidding sono 4 racconti che il grande scrittore americano aveva pensato come sezioni simili ai tempi di un quartetto d’archi, da cui il nome, scritti prima e dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, dal simbolismo ermetico e potentissimo. Joni Mitchell in un primo tempo rifiuta, poi Mingus lascia perdere Eliot e le regala sei composizioni autografe, chiamate Joni I-VI, a cui Mitchell dovrà aggiungere i testi. Siamo nella secondo metà del 1978, e Mingus per via della sua malattia si trasferisce con Sue a Cuernavaca, in Messico. Mitchell prova le canzoni con un gruppo di musicisti, ma non è convinta, così richiama il leggendario bassista e suo collaboratore nei dischi precedenti, Jaco Pastorius, a cui affianca un gruppo fenomenale: Wayne Shorter al sassofono soprano, Peter Erskine alla batteria, Don Alias alle congas, Emil Richards alle percussioni e il grande Herbie Hancock al piano elettrico. Prodotto dalla stessa Mitchell e registrato presso gli Electric Ladyland Studios di New York, Mingus esce nel giugno 1979. Mitchell aggiunge di suo God Must Be A Boogie Man è per voce, chitarra acustica e basso fretless di Pastorius e The Wolf That Lives In Lindsey, più particolare: lungo brano di voce e chitarra più, qua e là, congas (e ululati) e il jazz rock di God Must Be A Boogie Man. Nei brani scelti tra quelli scritti da Mingus, c’è altra magia: A Chair In The Sky è in quartetto con Hancock, Shorter, Pastorius ed Erskine, è uno degli ultimi gioiellini di Mingus, tra armonie complesse e delicate melodie, con Shorter sugli scudi e il lavoro eccellente di Pastorius in tessitura strutturale. Sweet Sucker Dance è quasi swing; The Dry Cleaner From Des Moines è un saltellante blues con tanto di sezione fiati (arrangiata da Pastorius). Il brano decisamente più emozionante è quello che chiude il disco, la magnifica ballata del 1959 che Mingus dedicò a Lester Young, Goodbye Pork Pie Hat: sempre in quartetto, Joni Mitchell fornisce una stupenda esposizione melodica cantando anche la prima, lunga, parte del bellissimo assolo di sax tenore presente nell’originale del 1959. La Mitchell qui come cantante si è superata, e ci ha donato una preziosa versione di questo immortale brano di Mingus. Tra i brani, si intervallano delle parti di dialoghi buffi e scanzonati, segnati sul libretto come Rap, tra Mingus, amici e vari musicisti. Il disco fu un fiasco commerciale, e anche la critica non seppe capirlo all’epoca. Tuttavia per tutti i musicisti, fu uno dei lavori più cari per vari motivi, non ultimo quello che successe di lì a poco. Appena quasi tutti i brani erano pronti, tranne God Must Be a Boogie Man, furono mandati a Mingus a Cuernavaca, a fine 1978. Mingus fece appena in tempo ad ascoltarli, perchè il 5 gennaio del 1979 muore stroncato da un infarto. Il disco uscirà nel giugno 1979. E nelle note di copertina di Mingus, Joni Mitchell racconta questa storia, che si pensava fosse una leggenda di sua invenzione, ma che alla fine si rivelò vera: nello stesso giorno della sua morte, in una Baia non lontana da Cuernavaca, una mareggiata spiaggiò diversi capodogli. Erano 56, 56 come gli anni di Charles Mingus. Il giorno dopo, come da sua volontà, il suo corpo venne cremato e le sue ceneri verranno poi depositate nel Gange. Nello stesso giorno della cremazione, anche le carcasse dei capodogli vennero bruciate in colossali pire sulla spiaggia. Leggenda vuole che le fiamme facessero nel cielo delle piccole M: l’ultima leggenda di Charles Mingus, genio della musica.
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🇮🇹 Mi è sempre piaciuta la mitologia greca dai tempi della scuola (anche se non posso dire di essere un’esperta!) perciò non potevo non dare un’occhiata a questa rivisitazione moderna. 'Kaos' è una dark comedy (con anche qualche scena cruda) che si svolge su tre piani: l’Olimpo, Creta e l’Oltretomba. La voce narrante di Prometeo (che spesso rompe la quarta parete rivolgendosi direttamente a noi spettatori) ci accompagna nel corso degli episodi, raccontando e spiegando alcune cose. Guardata già due volte. A una prima visione alcuni passaggi non si comprendono appieno perchè vengono spiegati, o assumono senso, negli episodi successivi. La seconda visione (avendo già unito tutti i puntini) mi ha quindi fatto apprezzare meglio il tutto. Disseminati nei vari episodi troviamo poi diversi easter-egg e riferimenti (per citarne uno: il melograno, i cui semi, ad esempio, condannarono Persefone e rimanere negli Inferi) che testimoniano l’attenzione della serie ai dettagli. Credo sia scontato dirlo: mi è piaciuta! Spero vivamente ci sarà una seconda stagione (a questo proposito: grazie Netflix per aver cancellato Dead Boy Detectives è.è) perchè la lotta tra umani e dèi è appena cominciata!
"Una linea appare, l'Ordine si azzera, la Famiglia cade e il Caos impera." --- 🇬🇧 I've always liked Greek mythology since school (although I can't say I'm an expert!) so I had to check out this modern reimagining. 'Kaos' is a dark comedy (with some crude scenes) that takes place on three levels: Olympus, Crete and the Underworld. The narrator's voice of Prometheus (who often breaks the fourth wall by addressing us viewers directly) accompanies us throughout the episodes, telling and explaining some things. I've already watched it twice. At first viewing, some passages are not fully understood because they are explained, or make sense, in the following episodes. The second viewing (having already connected all the dots) made me appreciate it all better. Scattered throughout the various episodes we then find several Easter eggs and references (to name one: the pomegranate, whose seeds, for example, condemned Persephone to remain in the Underworld) that demonstrate the series' attention to detail. I think it goes without saying: I liked it! I really hope there will be a second season (on that note: thank you Netflix for canceling Dead Boy Detectives è.è) because the fight between humans and gods has just begun!
"A line appears, the Order wanes, the Family falls, and Kaos reigns."
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Una serie di canzoni scritte per gli ebrei da un cantautorato italiano e straniero di sinistra..non ne riesco a trovare una, che sia una per i palestinesi di Hamas...chi glielo dice adesso ai loro fun fluido-gender-68ini- lgtb-green- arcobaleno-kefiah addict ?
Francesco De Gregori – Numeri da scaricare
Franco Battiato – Il Carmelo di Echt.
Il diario di Anna Frank – I Camaleonti
Francesco Guccini - Auschwitz
Giorni senza memoria – Radiodervish
De Andrè - Khorakhané
Baustelle – Il Finale
Lou Reed – Good Evening Mr Waldheim
Joy Division – No Lost Love
Bob Dylan – With God On Our Side
Slayer - Angel of Death
Dance me to the end of love – Leonard Cohen
Gam Gam - Elie Botbol ( la più toccante cercate il significato)
In foto lo shōfār strumento a fiato fatto di corno di ariete . Era usato fin dai più antichi tempi della storia d'Israele per suonare l'allarme, lanciare le truppe all'assalto, terrorizzare il nemico e convocare le assemblee...oggi dedicato per "suonare" Hamas
#shofar #israel #singasong #cantautorato #warsong #israele🇮🇱 #army #music #vibes #mood #strumentimusicali #idf #sayeret
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Nei remoti tempi, quando il primo tremito della parola mi salì alle labbra, ascesi la montagna sacra e parlai a Dio, dicendo: «Signore, io sono il tuo servo. Il tuo nascosto volere costituisce la mia legge, e io ti obbedirò per sempre». Ma Dio non diede alcuna risposta, e come possente tempesta passò oltre. E dopo un migliaio di anni ascesi la montagna sacra e di nuovo parlai a Dio, dicendo: «Mio Creatore, io sono tua creazione. Dall’argilla mi hai plasmato, e a te io tutto devo». E Dio non diede alcuna risposta, ma passò oltre come un vento di mille rapide ali.20E dopo altri mille anni mi arrampicai sulla montagna sacra e parlai a Dio nuovamente, dicendo: «Padre, sono tuo figlio. In pietà e amore tu mi desti la nascita, e attraverso l’amore e l’adorazione io erediterò il tuo regno». E Dio non diede alcuna risposta, e come nebbia che vela le lontane colline, passò oltre. E dopo mille anni ancora m’arrampicai sulla montagna sacra e nuovamente parlai a Dio, dicendo: «Mio Dio, mio fine e mio compimento, io sono il tuo ieri e tu il mio domani. Io sono la tua radice in terra e tu sei il mio fiore in cielo, e insieme ci dilatiamo dinanzi al volto del sole». Allora Dio si chinò su di me, e sussurrò parole di dolcezza nel mio orecchio, avvolgendomi come fa il mare che cinge tutt’intorno il ruscello che corre verso di lui. E quando discesi verso le valli e il piano, Dio era anche là.
Kahlil Gibran
art by Michael Vincent Manalo
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In days of old, when the first trembling of the word rose to my lips,I ascended the sacred mountain and spoke to God, saying, "Lord, I am yoursservant. Your hidden will is my law, and I will obey you foralways".But God gave no answer, and like a mighty storm he passed on.And after a thousand years I ascended the sacred mountain and again spoke toGod, saying: "My Creator, I am your creation. From the clay you have meshaped, and to you I owe everything".And God gave no answer, but passed by like a wind of a thousandswift wings.20And after another thousand years I climbed the sacred mountain and spoke to Godagain, saying: «Father, I am your son. In pity and love you gave me therebirth, and through love and worship I will inherit your kingdom."And God gave no answer, and like mist that veils the distanthills, passed on.And after a thousand years again I climbed the sacred mountain andagain I spoke to God, saying: «My God, my end and my fulfilment, II am your yesterday and you are my tomorrow. I am your root in the earth and you are mine flower in the sky, and together we dilate before the face of the sun».Then God leaned over me, and whispered words of sweetness into mine ear, enveloping me as does the sea that surrounds the stream all around thatruns towards him.And when I came down to the valleys and the plain, God was there too.
Khalil Gibran
art by Michael Vincent Manalo
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Grace Caroline Currey rivela di aver fatto al tempo un provino per il ruolo di Jean Grey nei film degli X-Men
Si scopre che la star di Shazam: Fury of the Gods, Grace Caroline Currey, che interpreta Mary Bloomfield nel DCU, ha fatto un provino per far parte degli X-Men. Prima che la Disney acquistasse la Fox, lo studio rivale del topo sfornava film sugli X-Men ogni due anni. Ricordiamo tutti i tre originali nei primi anni 2000, tra cui figura uno dei migliori cinecomics di tutti i tempi, poi sono…
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Dio! Come esprimere colle parole la bruttezza orrenda di quella donna! Come vi sono beltà di cui è impossibile il dare un’idea, così vi sono bruttezze che sfuggono ad ogni manifestazione, e tale era la sua. Nè tanto era brutta per difetti di natura, per disarmonia di fattezze, — chè anzi erano in parte regolari, — quanto per una magrezza eccessiva, direi quasi inconcepibile a chi non la vide; per la rovina che il dolore fisico e le malattie avevano prodotto sulla sua persona ancora così giovine. Un lieve sforzo d’immaginazione poteva lasciarne travedere lo scheletro, gli zigomi e le ossa delle tempie avevano una sporgenza spaventosa, l’esiguità del suo collo formava un contrasto vivissimo colla grossezza della sua testa, di cui un ricco volume di capelli neri, folti, lunghissimi, quali non vidi mai in altra donna, aumentava ancora la sproporzione. Tutta la sua vita era ne’ suoi occhi, che erano nerissimi, grandi, velati — occhi d’una beltà sorprendente.
Fosca, by Igino Ugo Tarchetti
(English under cut)
God! How can I express in words that woman’s hideous ugliness! Just as there is beauty beyond all description, there is ugliness beyond every manifestation, and such was hers. But her ugliness was less a defect of nature... than the result of excessive thinness, almost inconceivable to anyone who had not seen her — and of the ravages that physical pain and illnesses had caused in her still young body. It took only a slight effort to imagine a glimpse of her skeleton, her cheek bones and temples protruding frightfully, and her meager neck contrasting vividly with her large head, whose disproportion was increased by a prodigious mass of extremely long, thick, black hair, such as I had never seen on another woman. Her whole life was reflected in her jet black, huge, veiled, and surprisingly beautiful eyes.
#fosca#tarchetti#igino ugo tarchetti#literature#letteratura italiana#italian literature#scapigliatura#dark hair#ugliness#thanatos#vampire woman#gosh I wanna read this all over again
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Dagger Moth - The Sun Is A Violent Place
Ehi.
Segnaliamo, totalmente di pancia, l'ultimo disco di Dagger Moth, uscito a ottobre, ma già lo saprete perché, secondo noi, ne parlano tutt*.
Parlandone anche noi, possiamo dire che la chitarrista ferrarese Sara Ardizzoni è un'artista completa sotto il profilo tecnico e creativo. Il disco, interamente autoprodotto, travalica il cantautorato semi-sperimentale degli esordi per ampliarsi ad uno spettro di suoni e stimoli sempre più indefinibili e difficili (per come qui intendiamo il termine).
"The Sun Is A Violent Place" esce a dieci anni dall'esordio del progetto solista della Ardizzoni, già impegnata come chitarrista in numerose band, tra cui, negli ultimi tempi, Massimo Volume e la FIRE! Orchestra di Mats Gustafsson --- così per dire!
Se alcuni pezzi appaiono figli di un ambient lisergico, altri sfiorano la tribal techno. La chitarra, sempre suonata daddio, è lo strumento principe della Ardizzoni, ma i beats si ritagliano un ruolo sempre più strutturale, così come la voce, che funge da strumento al pari degli altri.
La libertà di espressione di Dagger Moth è totale e permette alla compositrice di sperimentare e sperimentarsi, anche oltre le classificazioni e le definizioni di cantautorato. Il risultato ha un genuino respiro internazionale e la tecnica si fa veicolo ideale per la creatività, che spicca sopra ogni cosa.
Dagger Moth si conferma un progetto audace e libero, figlio di un'artista intrigante ed impegnata nel mettere tutto il suo impegno anche nei particolari, che fanno grandi anche i pezzi più, apparentemente, innocui.
[ st ] [ fb ]
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Nel mondo bisogna fare attenzione ai tranelli del malvagio che si evitano dandosi da fare essendo sinceri, pregando Dio nel noma di Gesu' e ascoltare il proprio essere e i messaggi che ti manda. Dio, che e' onesto tramite il nostro essere ci dice sempre cosa e meglio per noi evitando i problemi. La Bibbia dice che il malvagio crea tranelli fin dalla notte dei tempi. In the world we must pay attention to the traps of the evil one which can be avoided by working hard by being sincere, praying to God in the name of Jesus and listening to your own being and the messages he sends you. God, who is honest through our being, always tells us what is best for us, avoiding problems. The Bible says that the wicked has been creating snares since the dawn of time.
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Akhlys è la nebbia che compare agli occhi dei mortali quando sono in punto di morte; è come se la loro anima, in forma quasi tangibile eppure invisibile uscisse dagli occhi per tornare nel regno di Ade. Dall’invisibile verso l’invisibile. Esattamente come all’alba dei tempi, nell’ombelico della Sicilia, vicino a Enna, avvenne il ratto di Core. Nel momento in cui la terra si squarciò e apparve la quadriga di Ade, Core stava guardando un narciso. Guardava il guardare. Mentre lo stava per cogliere fu rapita dall’invisibile, verso l’invisibile. Korē non significa solo “fanciulla” ma anche “pupilla”, «la parte più eccellente dell’occhio» come disse Socrate ad Alcibiade; non è solo la parte più eccellente perché è quella che vede ma perché è quella dove chi guarda incontra, nell’occhio dell’altro, il simulacro di chi guarda. Nel momento in cui Core fu rapita ci fu chi sentì un grido. Ma che cosa significava quel grido? Era soltanto il terrore di una fanciulla rapita da un ignoto? O fu il grido di un riconoscimento irreversibile?*
Questa è l’immagine di House of the Black Geminus, terzo capitolo di questa nebbia-Akhlys che dura un attimo ma che riesce ad avvolgere tutti i paradigmi del black metal: la brutalita, la monumentalità, la trasversalità, la sfuggevolezza. Brutalità perché le urla lancianti sono come quelle delle Erinni o di Ananke: ci troviamo di fronte ad un prodotto dalla fisiologia nuova ma che incute lo stesso terrore e rispetto degli antichi. La batteria spinta velocissima a metà strada fra l’essere triggerata e digitale conferisce all’album un’aggressività ed una velocità particolare; a volte il black metal acquisirà sfumature quasi power-techno, soprattutto grazie alle esplosioni industrial-ambient. "Maze of Phoebetor" è un intricata matassa di riff vorticosi e gorgheggianti che richiamano i Blut Aus Nord di The Work Which Transforms God ma la particolarità e l'unicità di questo album è non fermarsi a solo un genere di sfumature.
La Monumentalità è evocata brano dopo brano, attraverso l’ampio minutaggio e i riff vorticosi che, susseguendosi, creano un gigantesco panorama astratto e scosceso. La militanza quasi ventennale nei Nightbringer da parte di Naas Alchamet si sente puntualmente anche nella nuova incarnazione benché sia difficile spiegare la differenza dei rispettivi modi di comporre riff, in entrambi i luoghi melodici ma dissonanti, in entrambi i luoghi capaci di invocare mitologie oscure e impossibili da gestire dagli umani se non da maghi o sacerdoti. Akhkys però è sempre stata una creatura più violenta che fa paura anche nei momenti di respiro. Il riff principale di "The Mask of the Night-speaking" è una chitarra che sembra un sintetizzatore; "Through the Abyssal Door" ha una grandiosità post-apocalittica già come sentito nei tre 777 francesi o, anche in questo caso, una rivisitazione mistica dei Godflesh. Stupendo anche la finale Eye of the Demon dove c’è una specie di rivisitazione di In the Nightside Eclipse 2.0, aggiornata e digitalizzata. Quello che fino ad ora potrebbe però sembrare una personale visione di un blackmetal a tratti industrial deve però ancora emergere più che con il resto dell'album, direi con la sua visione di insieme.
La Trasversalità perché oltre a citare i grandi rivoluzionari all’interno del black metal contemporaneo, gli Akhlys aprono un’altra porta della percezione, con tocchi e condimenti electro/ambient. Se però prendiamo, ad esempio, quello che hanno fatto i Darkspace, noi vediamo che l’elettronica è una sorta di grembo (anti)naturale degli strumenti metal, ci sono dei passaggi organici fra una strumentazione e l’altra: è come se i synth generassero le chitarre e viceversa. La componente elettronica di The House of Black Geminus nasce da delle esplosioni: in quel secondo, secondo e mezzo di pulsazione, non si capisce se stiamo ascoltando un synth effettato o l’unione compressa di chitarra, basso e batteria che, alterati, creano un altro tipo di suono. Non sono le esplosioni che vengono generate dagli strumenti ma sono loro stesse che generano il resto della strumentazione. "Black Geminus", la traccia strumentale, è questo attimo preso, allungato, dilatato, reso sempre più astratto; tanto che nei suoi cinque minuti di lunghezza non fornisce una narrazione. Ma la modalità nella quale viene percepito ci fa anche pensare che possa essere stato composto con una strumentazione classica per poi essere manipolato. La manipolazione e l’alterazione sono le azioni più importanti e imprescindibili per capire appieno questo album. Le corde delle chitarre sono state manipolate, alterate in modo che i propri delay continuino a pugnalare la mente. Stessa cosa per la batteria, spinta al massimo sia nei termini di “suonabilità” che di sonorità il che ci porta alla sfuggevolezza.
La Sfuggevolezza sta nella percezione. Tutto è alterato nella post-produzione di House of the Black Geminous è alterato proprio con lo scopo di svelare la disumanità. Alterando e occultando la tangibilità e la riconoscibilità si arriva ad un prodotto invisibile. Sempre secondo il principio della visibilità (che vale anche per un prodotto audio), quando la pupilla, dopo aver visto la propria duplicazione, subisce un’alterazione volontaria da una volontà estranea comporta un’amplificazione e quindi una distorsione. Se l’immagine viene spinta violentemente verso la nascita del cono ottico, quell’immagine si oscurerà perdendo il contorni che diventeranno sempre meno lineari, più astratti ma anneriti e amplificati dalla vicinanza; dall’estrema vicinanza. Se Core vede sé stessa nell’occhio di Ade e prende consapevolezza della propria coscienza; è l’umano che arriva ad una rivelazione. Ma l’azione inversa diventa terribile e insostenibile proprio per la sua impossibilità. L’occhio di Ade, l’occhio del rapitore, non può prendere coscienza di sé stesso perché è un dio antico un dio non può prendere coscienza di sé, o almeno non senza conseguenze ingestibili e insopportabili per il mondo umano. Basti ricordare cosa è successo a Semele quando ha ottenuto la visibilità di Zeus. Ecco, La sfuggevolezza di House of the Black Geminus riusciamo a percepirla e descriverla finché la consapevolezza del suono (e della visione) si avvicina quanto più possibile al nostro timpano, alla nascita del nostro cono uditivo (come quello visivo), un attimo prima dell'indistinguibilità del caos. Anche il precedente Melinoë aveva a che fare con il tentativo di dare un contorno percepibile ad un groviglio di urla e di caos. Ma in quel caso si andava a cercare una semplificazione dalla moltitudine. House of the Black Geminus è una sorta di semplificazione di tutto ciò che è appena udibile, riconoscibile nella nostra scala di valori; c’è anche qui la moltitudine, ma c’è il maggior numero di moltitudini sopportabili un attimo prima della definitiva e inevitabile distruzione e dissoluzione.
*Roberto Calasso - Le Nozze di Cadmo e Armonia 237-41
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Come Attivare la Modalità Dio in Windows: Il Trucco che Pochi Conoscono
Windows è pieno di funzioni nascoste che possono migliorare la tua esperienza utente, e una delle più interessanti è la cosiddetta "Modalità Dio" (God Mode). Questo trucco poco conosciuto ti permette di accedere rapidamente a tutte le impostazioni del sistema operativo da un'unica cartella. In questo articolo, ti guideremo passo dopo passo per attivare la Modalità Dio e sfruttare al meglio questo potente strumento.
Indice
Introduzione
Cos'è la Modalità Dio
Perché Utilizzare la Modalità Dio
Come Attivare la Modalità Dio in Windows
Passaggi per Attivare la Modalità Dio
Requisiti di Sistema
Cosa Puoi Fare con la Modalità Dio
Suggerimenti e Trucchi per Sfruttare al Meglio la Modalità Dio
Risoluzione dei Problemi Comuni
Conclusioni
Introduzione
La Modalità Dio non è una funzionalità ben pubblicizzata di Windows, ma una volta scoperta, diventa uno strumento indispensabile per ogni utente avanzato. Con questo trucco, puoi accedere a tutte le impostazioni di Windows da un unico punto, risparmiando tempo e semplificando la gestione del sistema.
Cos'è la Modalità Dio
La Modalità Dio è una cartella speciale che raccoglie tutti i pannelli di controllo di Windows in un unico posto. Questa funzionalità esiste sin dai tempi di Windows Vista e continua a essere presente nelle versioni successive del sistema operativo, inclusi Windows 10 e Windows 11.
Perché Utilizzare la Modalità Dio
Utilizzare la Modalità Dio offre numerosi vantaggi:
Accesso rapido alle impostazioni: Non dovrai più cercare tra i vari menu del Pannello di Controllo per trovare quello che ti serve.
Gestione centralizzata: Tutte le impostazioni sono raccolte in un'unica cartella, semplificando la configurazione e la gestione del sistema.
Risparmio di tempo: Evita di perdere tempo navigando attraverso i vari livelli dei menu di Windows.
Come Attivare la Modalità Dio in Windows
Passaggi per Attivare la Modalità Dio
Crea una nuova cartella: Fai clic destro sul desktop o nella posizione in cui desideri creare la cartella, seleziona "Nuovo" e poi "Cartella".
Rinomina la cartella: Assegna alla cartella il seguente nome esatto:
GodMode.{ED7BA470-8E54-465E-825C-99712043E01C}
La cartella cambierà automaticamente icona e nome, diventando "GodMode".
Requisiti di Sistema
La Modalità Dio è disponibile su:
Windows Vista
Windows 7
Windows 8
Windows 10
Windows 11
Assicurati di avere i permessi di amministratore sul computer per attivare questa funzione.
Cosa Puoi Fare con la Modalità Dio
Una volta attivata la Modalità Dio, avrai accesso a oltre 200 impostazioni di sistema, tra cui:
Gestione dispositivi: Accedi rapidamente alla gestione dei dispositivi collegati al tuo computer.
Opzioni di alimentazione: Modifica le impostazioni di risparmio energetico e gestione della batteria.
Impostazioni di rete: Configura e gestisci le connessioni di rete e Internet.
Strumenti di sistema: Trova strumenti di sistema avanzati come il Task Manager, le impostazioni di sistema e le opzioni di backup.
Suggerimenti e Trucchi per Sfruttare al Meglio la Modalità Dio
Personalizza la tua esperienza: Puoi copiare i collegamenti alle impostazioni più utilizzate e crearne dei duplicati sul desktop per un accesso ancora più rapido.
Combina con altre funzionalità: Utilizza la Modalità Dio in combinazione con altre funzionalità di Windows, come le scorciatoie da tastiera, per migliorare ulteriormente la tua produttività.
Organizzazione: Se trovi la Modalità Dio troppo piena di opzioni, puoi creare più cartelle "Dio" personalizzate per diverse categorie di impostazioni.
Risoluzione dei Problemi Comuni
Problema: La Cartella Non Cambia Nome o Icona
Assicurati di aver copiato e incollato correttamente il nome della cartella. Ogni carattere deve essere esatto. Inoltre, verifica di avere i permessi amministrativi.
Problema: Alcune Impostazioni Non Funzionano
Alcune impostazioni potrebbero non essere disponibili o funzionare correttamente su versioni di Windows diverse o se non hai i permessi necessari. Assicurati di utilizzare una versione di Windows supportata e di essere loggato come amministratore.
Conclusioni
La Modalità Dio è un trucco potente che può semplificare notevolmente la gestione del tuo sistema operativo Windows. Con questa guida, hai imparato come attivarla e sfruttarla al meglio. Prova subito questo trucco e scopri quanto può essere utile avere tutte le impostazioni di Windows a portata di mano.
Fonti Esterne
Microsoft - Come utilizzare la Modalità Dio
How-To Geek - God Mode in Windows 10
PCMag - The Ultimate Windows God Mode
La Modalità Dio ti permette di avere un controllo senza precedenti sul tuo sistema operativo Windows. Attivala e sperimenta tu stesso la comodità di avere tutte le impostazioni a portata di clic.
#ModalitàDio#TrucchiWindows#Windows10#Windows11#GestioneSistema#ConsigliWindows#ImpostazioniAvanzate#GodModeWindows#TrucchiPC#SicurezzaInformatica
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Storia Di Musica #282 - The Rolling Stones, Beggars Banquet, 1968
Ciò che unirà i dischi di Luglio sarà una caratteristica simpatica: hanno avuto tutti le copertine censurate, tanto che ne pubblicherò spesso due, quella che sostituì l’idea originale e l’originale, che in molti casi verrà rispolverata e pubblicata in occasione di rimasterizzazioni, anniversari o cambi di formati. Il disco che inizia la piccola antologia di copertina controversie ne aveva una geniale, ma uscì con quella che vedete in alto: un bigliettino di invito, con tanto di Répondez s’il vous plaît in basso a sinistra. Un invito che la più irriverente rock band del mondo, proiettata già nel 1969 a detenere un ruolo fondamentale nella storia del rock, dava a tutti i suoi fans. Si giocò sull’idea del banquet del titolo per quest’idea, anche delicata, ma nulla aveva a che fare con la prima copertina, per me leggendaria e tra le più belle di tutti i tempi:
Secondo la leggenda, la foto originale fu scattata nel bagno di un concessionario di auto tedesche della California, a cui furono aggiunti irriverenti graffiti, sul retro, lo stesso muro conteneva i titoli delle canzoni del disco da Barry Finenstein. Non fu censurato per il “God Rolls His Own”, nemmeno per la freccia del Sogno di Bob Dylan che finisce sul manico dello sciacquone, ma perchè si intravedeva la tazza della toilet: non so dire perchè nei paesi anglosassoni ci sia questa fobia della tazza, ma la lista di copertine censurate o ritenute offensive solo perchè era visibile quel sanitario è sorprendente. Resta da dire del disco, che esce nel dicembre del 1968, che riporta il suono dei Rolling Stones nel solco del rock blues di cui sono gli indiscussi maestri, abbandonando i giochi psichedelici del precedente Their Satanic Majesties Request, disco un po’ folle, un po’ costruito in risposta al Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles ma che è stato presto dimenticato, tranne per la spettacolare copertina in 3D. Con Beggars Banquet si apre invece un lustro memorabile, con almeno 5 capolavori in fila, che segnano la storia del rock. Il disco si apre con uno dei brani più famosi di tutti i tempi, ma che lascio per ultimo nel racconto. Fu per gli Stones l’ultimo disco con Brian Jones (che morirà tragicamente l’anno successivo), e per anni si ricamò su una sua estromissione pratica dai brani, ma in verità nonostante la sua paranoia e la crescente disaffezione per la band, schiacciato nel connubio artistico tra Jagger e Richards, suonò in quasi tutti i brani. La band inizia a lavorare al disco ad inizio 1968, e della vena creativa che sentono ne è dimostrazione il singolo che lancerà il disco, Jumpin’ Jack Flash (che non appare in scaletta). Si sciorinano dolenti blues, la spettacolare No Expectations, una canzone country acustica che vira verso la parodia del genere stesso, Dear Doctor, che parla sfacciatamente di un mezzo ubriaco che si lamenta che la futura spossa è scappata con suo cugino Lou, Parachute Woman è l’ennesimo blues sbroccato di Jagger (Parachute Woman, Land on Me Tonight, ed è l’allusione più leggera), Jigsaw Puzzle è un altro capolavoro del disco, ritmata e calzante, con un testo narrativo in pieno stile Bob Dylan (che sarà spesso un a fonte indiretta per i Glimmer Twins). Altra canzone mito è Street Fighting Man, ispirato alle manifestazioni parigine del ‘68 e ai cortei anti guerra del Vietnam, ma rimane un po’ distaccato l’approccio alla questione. Diviene però evidente anche una virata “di musica sociale” del gruppo, in brani come Factory Girl, sulle donne operaie, e un bellissimo pezzo, Salt Of The Earth, dove è addirittura Keith Richards che canta, in una canzone omaggio alla classe operaia sale della terra con un crescendo meraviglioso e che chiude un disco storico e leggendario. Che deve parte della sua leggenda alla canzone che apre il disco: scritta da Mick Jagger e Keith Richards, in vacanza a Positano, fu ispirata al cantante dalla lettura di quel capolavoro assoluto che fu Il Maestro E Margherita di Michail Afanas'evič Bulgakov, che Marianne Faithfull, all’epoca sua fidanzata, gli aveva regalato. Quindi Jagger immagina che Lucifero, una persona facoltosa e di classe, si presenti e inizi a raccontare della sua grandezza. Tra le altre: Ed ero là quando Gesù Cristo ebbe il suo momento di dubbio e dolore, Mi assicurai che Pilato se ne lavasse le mani e suggellasse il suo destino (...) Guardavo con gioia mentre i vostri re e regine combattevano per dieci decenni per gli Dei che avevano creato (...) Vagavo per San Pietroburgo quando vidi che era tempo di cambiare, uccisi lo zar e i suoi ministri, intervallate dal quel beffardo “Pleased to meet you\Hope you guess my name\But what’s puzzling you\Is the nature of my game”. Ma oltre il testo, è la musica che è trascinante come poche: un ritmo samba rock che accompagna il canto veloce e sentito, che tra scoop che fecero scandalo (Ho urlato "Chi uccise i Kennedy?" quando dopo tutto siamo stati tu ed io, a poche settimane dell’assassino di Robert candidato alla Presidenza degli Stati Uniti), a frecciatina agli amici di Liverpool (E piazzai delle trappole per i cantastorie che rimasero uccisi prima di raggiungere Bombay, malizioso riferimento al viaggio spirituale in India dei Beatles). Il brano prendeva in giro le voci, all’epoca diffuse, sul satanismo degli Stones, e tra le sue caratteristiche leggendarie c’è il famoso coretto, che nel testo originale del brano è a volte “wooo wooo” a volte “Who? Who?” fu aggiunto all’ultimo momento da Jimmy Miller, il loro fido produttore, con le voce a supporto di Marianne Faithfull e Anita Pallenberg, la fidanzata di Richards. La canzone è diventata una leggenda ben oltre l’ambito musicale, basta ricordare come si presenta V di V per Vendetta: Lasciate che mi presenti, sono un uomo ricco... e di buon gusto!. Tutto sommato alla fine è stato meglio che censurarono un cesso piuttosto che tutta questa meraviglia.
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"Science is not content to say:
-God did it, he wanted it that way;
he also wants to know HOW he did it, and also, if he can, WHY he wanted it that way.
And God does not forbid this noble curiosity which is entirely consonant with that light of reason, which God himself gave to man, so that it might be the image of him."
(Antonio Stoppani)
This far-sighted consideration made by Antonio Stoppani, (Italian geologist, paleontologist and priest), seemed to be ahead of his time by prematurely highlighting a question that is common today.
In fact, especially in our era, in which progress in every field of human writing has made giant strides, many believe that the Bible, as well as the concept of a personal God, are irreconcilable with scientific thought and discoveries.
❓But is it really like this?
What does man have discovered so far reveal about the universe, life and himself?
The reality is that, despite scientific progress, the basic questions that give true meaning to the existence of all things are not found in science.
Simply because science is knowledge, a discovery, of something that was already there, whose principles someone used to prepare a universe hospitable to life which man should have used with respect and for good purposes, and not for deny its origins.
That this is the case is demonstrated by the fact that man's decline accelerated considerably when he began to doubt the possible reconciliation between science and God, replacing himself as the latter and making science his own religion.
"In his heart the fool says:
“There is no God”.
They are senseless, they act in a detestable way.
There is no one who does good."
(Psalm 14:1)
#episteme
#epignosis
📚🔍TO FIND OUT MORE SEE THE FOLLOWING ARTICLES AND TREATMENTS:
📚Are science and the Bible reconcilable?
📌
https://www.jw.org/it/biblioteca-digitale/riviste/g201102/Scienza-e-Bibbia-sono-conciliabili/
📚Bible and Science |
Do God and science agree?
📌
https://www.jw.org/it/cosa-dice-la-Bibbia/scienza/
"La scienza non si contenta di dire:
-Dio ha fatto, ha voluto così;
vuol anche sapere COME ha fatto, ed anche, se può, PERCHÉ ha voluto così.
E Dio non vieta questa nobile curiosità che è tutta consentanea a quel lume di ragione, che Dio stesso ha dato all'uomo, perché fosse l'immagine sua.”
(Antonio Stoppani)
Questa lungimirante considerazione fatta da Antonio Stoppani, (geologo, paleontologo e presbitero italiano), sembrava precorrere i tempi mettendo in evidenza anzitempo un quesito ch'è comune oggi.
Infatti soprattutto in questa nostra era, in cui il progresso in ogni campo dello scribile umano ha fatto passi da gigante, molti ritengono che la Bibbia, come anche la concezione di un Dio personale, siano inconciliabili con il pensiero e le scoperte scientifiche.
❓Ma è proprio così?
Ciò che l'uomo ha fin'ora scoperto, cosa rivela sull'universo, sulla vita e su sé stesso?
La realtà è che, nonostante il progresso scientifico, le domande basilari che danno vero significato all'esistenza di tutte le cose, non si trovano nella scienza.
Semplicemente perché la scienza è una conoscenza, uno scoprimento, di qualcosa che c'era già, i cui princìpi Qualcuno ha impiegato per preparare un universo ospitale alla vita di cui l'uomo avrebbe dovuto usufruire con rispetto e a fin di bene, e non per rinnegarne le origini.
Che sia così è dimostrato dal fatto che il declino dell'uomo si è notevolmente accelerato quando esso ha iniziato a dubitare della possibile conciliazione tra scienza e Dio, sostituendo sé stesso come quest'ultimo e facendo della scienza la propria religione.
"In cuor suo lo stolto dice:
“Non c’è Dio”.
Sono insensati, agiscono in modo detestabile.
Non c’è nessuno che faccia il bene."
(Salmo 14:1)
#episteme
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📚Scienza e Bibbia sono conciliabili?
📌
https://www.jw.org/it/biblioteca-digitale/riviste/g201102/Scienza-e-Bibbia-sono-conciliabili/
📚Bibbia e Scienza | Dio e la scienza sono d’accordo?
📌
https://www.jw.org/it/cosa-dice-la-Bibbia/scienza/
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DISNEY+: ecco tutti i nuovi anime in arrivo appena presentati al Content Showcase 2022
Tokyo Revengers cambia casa, la Fenice di Tezuka risorge e altre novità ci attendono nel 2023 e oltre.
Considerato che a distanza di più di un anno dal precedente appuntamento, tuttora alcune delle serie annunciate in occasione dello scorso Content Showcase di Disney devono ancora cominciare ad arrivare su Disney+, fa un po' sorridere (e anche un po' piangere) che la casa di Topolino si affretti comunque a sbandierarne delle altre.
Quanto ci metterà ad imparare la stessa lezione impartita a Netflix? I fan non amano aspettare troppo, soprattutto se si parla di titoli dal grande richiamo, ma andiamo con ordine.
🔶🔸TOKYO REVENGERS: CHRISTMAS SHOWDOWN
Togliamoci subito il dente e veniamo alla prima notizia, che come per "BLEACH: THOUSAND-YEAR BLOOD WAR" penso farà mettere le mani nei capelli a diversa gente: ebbene sì, l'attesa seconda stagione dell’action supernatural drama, tratto dal celebre manga di Ken Wakui (che qua in Italia possiamo leggere grazie a J-POP Manga), sarà distribuita in esclusiva da Disney. Press F for Crunchyroll.
In Asia, fra l'altro, gli episodi verranno passati in simulcast, a partire da gennaio 2023, mentre qua in Occidente non è chiaro entro quando li vedremo arrivare.
Faccio notare che la licenza in questione fa parte di un pacchetto, ottenuto tramite un rinnovato accordo con la casa editrice Kodansha, quindi prepariamoci a una guerra sempre più aperta fra i vari servizi di streaming on demand.
🔶🔸PHOENIX: EDEN17
Altro sorpresa, stavolta piacevole però. Nel corso del 2023 arriverà un nuovo adattamento animato de "LA FENICE", uno dei grandi classici firmati dal Dio del Manga in persona: Osamu Tezuka.
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Il format non è stato specificato, ma il teaser anticipa già il bel lavoro in corso d'opera fatto presso STUDIO 4℃ (I Figli del Mare, La Fortuna di Nikuko).
🔶🔸SYNDUALITY
Confermato l'arrivo sul catalogo anche della serie mecha sci-fi che accompagnerà il lancio, nel 2023, dell'omonimo videogioco sviluppato da Game Studio per Bandai Namco.
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In produzione presso lo studio 8-BIT (That Time I Got Reincarnated as a Slime, Blue Lock), l'anime ha come regista un insospettabile Yusuke Yamamoto (Encouragement of Climb, OshiBudo).
Spesso me ne dimentico, ma in tempi non sospetti ha anche diretto "KNIGHT'S & MAGIC" e "AQUARION EVOL".
🔶🔸 MURAI IN LOVE
Per questa siamo ancora, evidentemente, in alto mare. Non si sa ancora se sia una serie tv o no (ma presumo di sì dai), né chi ci stia lavorando o quando arriverà, ma intanto abbiamo la conferma che potremo vedere la commedia romantica comodamente in streaming.
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Tratta dal manga di Junta Shima, la storia ha come protagonista un innamoratissimo e determinatissimo liceale, che per vincere il cuore della propria insegnante è pronto a qualsiasi cosa, anche ad un cambio radicale per assomigliare in tutto e per tutto al suo personaggio dei videogiochi preferito.
🔶🔸DRAGONS OF WONDERHATCH
Il potere degli isekai è così incontrastato che ormai anche Disney è capitolata. Per l'inverno 2023, infatti, è stato annunciato il debutto di questo originale ibrido fra live action e anime.
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Dietro alla cinepresa della parte con attori in carne troviamo Kentaro Hagiwara (Tokyo Ghoul - Il Film), mentre la regia della parte animata è in mano a Takashi Otsuka (One Piece: Stampede).
Quest'ultima sta venendo realizzata presso gli studi PRODUCTION I.G (Ao Ashi, The Deer King) con alla base il concept design di Posuka Demizu, l'illustratrice di "THE PROMISED NEVERLAND".
🔶🔸PROJECT BULLET/BULLET
In ultimo, chiudiamo con un altro progetto originale nato da un'idea di Sunghoo Park (Jujutsu Kaisen, The God of High School), sulla quale sta lavorando da parecchi anni.
Il titolo della serie è ancora provvisorio e maggiori dettagli verranno rivelati in futuro. Per il momento vi posso solo dire che il tutto è in cantiere presso E&H PRODUCTION (Ninja Kamui), lo studio appena fondato dal regista.
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Autore: SilenziO)))
blogger // anime enthusiast // twitch addict // unorthodox blackster - synthwave lover // penniless gamer
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2023 Reading Challenge - COMPLETE
Master Post
01. A book you meant to reas in 2022 - Il filo infinito
02. A book you bought fron an Indipendent Bookstore - Il purgatorio dell'angelo
03. A book about a vacation - Fuga dal Natale (Skipping Christmas)
04. A book by a first time author - Mrs. March
05. A book with mythical creatures - American Gods
06. A book about a forbidden romance - La torre in fiamme (The Warlord Chronicles)
07. A book with "Girl" in the title - Quelle belle ragazze (Pretty Girls)
08. A celebrity memoir - Friends, amanti e la Cosa Terribile (Friends, Lovers, and the Big Terrible Thing)
09. A book with a color in the title - The Nightmare of Black Island
10. A romance with a fat lead - Certe ragazze (Certain Girls)
11. A book about or set in Hollywood - Dalia Nera (The Black Dahlia)
12. A book published in Spring 2023 - Oscura e Celeste
13. A book published the year you were born - L'amore ai tempi del colera (Love in the Time of Cholera)
14. A modern retelling of a Classic - Il Mistero di Penelope (Ithaca, The Songs of Penelope)
15. A book with a song lyric as its title - Anime di vetro
16. A book where the main character's name is in the title - In fondo al tuo cuore
17. A book with a love triangle - Il cuore di Derfel (The Warlord Chronicles)
18. A book that was banned or challenged in any state in 2022 - Aristotle e Dante scoprono i Segreti dell'Universo (Aristotle and Dante Discover the Secrets of the Universe)
19. A book that fulfills your favorite prompt from a past challenge - Il tradimento (The Warlord Chronicles)
20. A book becoming a Tv serier or a movie in 2023 - Rondini d'inverno
21. A book set in the decade you were born - I Goonies (The Goonies)
22. A book with a queer lead - Aristotle e Dante si immergono nelle Acque del Mondo (Aristotle and Dante Dive in the Waters of the World)
23. A book with a map - Il Re d'Inverno (The Winter King, The Warlord Chronicles)
24. A book with a rabbit on the cover - Who P-P-P-Plugged Roger Rabbit?
25. A book with only text on the cover - L'estate che sciolse ogni cosa (The Summer That Melted Evrything)
26. The shortest book (by pages) on your TBR list - Vipera
27. A #BookTok recommendation - Caminito
28. A book you bought secondhand - Il pianto dell'alba
29. A book your friend recommended - Duma Key
30. A book that's on a celebrity Book Club List - Fuorilegge (Outlawed)
31. A book about a family - Soledad
32. A book released during the second half of 2023 - Ten Days of Christmas
33. A book about an athlete/sport - Serenata senza nome
34. A historical fiction book - La spada perduta (The Warlord Chronicles)
35. A book about divorce - Quello che non ti ho mai detto (Everything I Never Told You)
36. A book you think your best friend would like - Touched by an Angel
37. A book you should have read in High School - Il Gattopardo (The Leopard)
38. A book you read more than 10 years ago - Il giorno prima della felicità
39. A book you wish you could read for the first time again - Canto di Natale (A Christmas Carol)
40. A book by an author with the same initials as you - Il paradiso degli orchi (The Scapegoat)
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Dream Theater (monografia) Pt. 2
Six Degrees of Inner Turbulence del 2002, non fa gridare al miracolo quando l’anno dopo, nel 2003 il miracolo avviene a tutti gli effetti, infatti Train of Thought è il loro terzo e ultimo disco degno di nota (insieme a Images and Words, e Metropolis). Il disco anche se è stato criticato da alcuni come troppo melodico, è l’ultima possibilità per i Dream Theater di avere una incarnazione non ermetica. I brani arrivano dritti al cuore (As I Am, Endless Sacrifice, Stream of Consciousness, e In the Name of God sono dei veri capolavori), lasciando intendere al pubblico che la band di Long Island - ora con Jordan Rudess alle tastiere, non è solo un complesso dalle straordinarie capacità tecniche, ma sa pure emozionare. Semmai Octavarium del 2005 è un vero passo falso, mentre Systematic Chaos nel 2007 con più serietà insegue la moda gothic metal del momento. Black Clouds & Silver Linings, A Dramatic Turn of Events, Dream Theater, fino al concept album fantascientifico The Astonishing, sono i dischi più recenti di una formazione che ha avuto tutto dalla propria carriera, e non fa altro che ripetere la stessa formula. Distance over Time (2019), e soprattutto A View from the Top of the World, incoronano ancora una volta i Dream Theater come i musicisti più cervellotici del prog metal, ma il cuore non c’è più, e forse neanche più la voglia di suonare. In conclusione, la storia di questi virtuosi dei loro strumenti, ha dato vita alla più potente esperienza musicale prog di tutti i tempi (trasversalmente sia al rock che al metal per quanto riguarda la capacità di esecuzione), facendo rilucere le doti umane in una sorta di rinascimento musicale. Tuttavia alcuni punti deboli di questa esperienza, come la voce fin troppo melodica di LaBrie, o la freddezza che traspare dalle composizioni dei Dream Theater, non deve farci dimenticare, pur nel plauso al loro genio, quanto la musica sia in definitiva un fatto emotivo, e quanto il metal per via della sua storia lo sia ancora di più.
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