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Valenza: Due Startup Innovative Presentano il Futuro del Settore Oro e Gioielli
Palazzo Terzano ospita un evento unico: tecnologia, innovazione e opportunità di investimento nel settore dei preziosi
Palazzo Terzano ospita un evento unico: tecnologia, innovazione e opportunità di investimento nel settore dei preziosi Martedì 3 dicembre 2024, alle ore 19:00, Palazzo Terzano in Via Carducci 2, Valenza (AL), diventerà il fulcro dell’innovazione nel settore dell’oro e dei gioielli. Durante questa serata esclusiva, saranno presentate due startup tecnologiche che stanno rivoluzionando il mercato.…
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[✎ ITA] ELLE Korea : Speciale Novembre 2023, Intervista - JIMIN, Una Ventata d'Aria Nuova | 24.10.2023
🗞 ELLE Korea Novembre 2023 | Twitter
JIMIN, Una Ventata d'Aria Nuova
“ Va bene non essere perfetti. Ma la performance deve essere impeccabile ” __ JIMIN
Il futuro diventa realtà solo per chi procede con fiducia.
Proprio quando tutti pensavano di aver corso a sufficienza, Jimin si è lasciato pervadere da una nuova ventata d'energia e ha ripreso a correre, cogliendo l'istante
ELLE: Incluso il tuo album solista, quest'anno hai lavorato tanto individualmente. Seguendo le tue promozioni, abbiamo capito perché dici di essere timido (ride).
JIMIN: Lavorando per conto mio, ho avuto modo di rendermi conto una volta di più di quanto io sia sempre un po' a disagio. Ho davvero realizzato quanta strada ho ancora da fare per maturare. Per diventare più sicuri di sé, bisogna metterci impegno e volontà.
ELLE: Anche se caratterialmente sei riservato, oggi hai salutato tuttə, qui allo studio, con estremo calore. Mi è tornato in mente un servizio fotografico del 2014. Allora, hai aiutato lo staff a raccogliere e gettare via le confezioni del cibo d'asporto ordinato, e volevi anche cambiare il rotolo di carta igienica nel bagno dello studio, perché era finito.
JIMIN: Sul serio? Non ricordo, ma ben fatto, Jimin! (ride). Grazie per questa vostra buona opinione di me.
ELLE: Il primo evento di peso cui hai partecipato in qualità di ambassador per Tiffany è stata la riapertura dello storico negozio Landmark di New York, ad aprile. È qualcosa di cui il nostro staff non riesce a smettere di parlare ancor oggi.
JIMIN: Ero molto agitato. Era la prima volta che partecipavo ad un evento così importante da solo. C'erano dei bellissimi gioielli firmati Tiffany e tante celebrità... A ripensarci ora, era tutto talmente magnifico e nuovo, per me, che mi sembra, piuttosto, di essere finito in un film.
ELLE: Com'è lavorare con un brand ricco di esperienza e storia come Tiffany & Co.? Ne hai tratto qualche influenza o ispirazione?
JIMIN: Man mano che, negli anni, le performance dal vivo aumentavano, è cresciuto anche il mio interesse per la gioielleria. Ogni brano ha una sua atmosfera particolare, e mi piace esplorare tutto il potenziale di questi accessori, trovando modi per impreziosire con essi le mie esibizioni e gli abiti di scena. È così che ho scoperto ed imparato ad apprezzare appieno il fascino dei gioielli.
ELLE: Il 2023 è l'anno del 10° anniversario dei BTS. In un'intervista tratta dal libro "BEYOND THE STORY: il Racconto di 10 Anni di BTS" dici, "Ricordo ancora quell'unica fila (di fan) vicino alle telecamere, durante la nostra prima esibizione." Chiaramente, è qualcosa che ti è rimasto impresso.
JIMIN: Sì, perché eravamo un gruppo ancora piuttosto sconosciuto, e allora ricordo d'essermi chiesto "Come fanno a conoscerci? Perché sono venutə a supportarci?". E ricordo anche d'aver dato il massimo, quella volta sul palco, proprio per quelle persone.
ELLE: Sebbene in piena pandemia, i BTS hanno portato avanti circa due mesi di promozioni con "Dynamite", su diverse piattaforme e con i contenuti più disparati.
JIMIN: Durante la pandemia, ho sentito davvero la mancanza delle nostre interazioni con le/i fan dal palco e di persona. E, una volta di più, ho realizzato quanto effettivamente l'esistenza degli artisti dipenda dalla presenza o meno del pubblico.
ELLE: Non fate che riconfermare il vostro valore sul palco, e molte delle vostre performance sono rimaste particolarmente impresse sul pubblico. Tra queste, quale pensi sia la tua esibizione migliore?
JIMIN: Personalmente, mi piacciono e ho sempre a cuore tutte le nostre performance di gruppo. Ce ne sono un sacco di davvero fantastiche, ma se devo sceglierne una, direi 'ON'. Sì, scelgo "ON", specialmente come brano d'apertura dei nostri concerti, è davvero figa.
ELLE: Dato che hai iniziato con la danza moderna, immagino non sia stato facile imparare lo stile richiesto dal K-pop e, dopo il debutto, sei stato investito di tante aspettative e responsabilità in qualità di vocalist. Ciononostante, continui a mostrarci la tua determinazione e, nelle tue dirette Weverse, esprimi sempre il desiderio di riprendere ad esercitarti dalle basi. Nonostante tutto ciò che hai già raggiunto, insomma, pensi di avere ancora sempre tanta strada da fare?
JIMIN: Me ne vergogno. È davvero imbarazzante quanto io debba ancora migliorare. Ma non ho intenzione di tirarmi indietro, voglio dimostrare di poter fare ancor meglio.
ELLE: Sei davvero troppo duro con te stesso. Sei già perfetto così, come pensi di poterlo diventare ancor più?
JIMIN: Non c'è bisogno d'essere perfetti. Ma penso le performance che mostro sul palco debbano essere impeccabili.
ELLE: Ricordo che, anni fa, parlare delle tue emozioni più profonde attraverso "Lie" non era stato facile, per te. Ciononostante, hai deciso di rimetterti intimamente alla prova con il tuo album solista, "FACE", uscito a marzo. Visti i risultati ottenuti, ti senti più sereno, ora?
JIMIN: Decisamente. Anzi, "FACE" è nato in un periodo in cui ero molto stressato, quindi avevo una paura matta già solo al pensiero di rilasciarlo. Ma non dimenticherò mai il sollievo provato man mano che le canzoni prendevano corpo.
ELLE: Quando sei apparso a "Suchwita", hai parlato delle difficoltà affrontate nel preparare il tuo album solista. Stai attualmente lavorando a qualche canzone?
JIMIN: Sono sempre al lavoro su nuovi brani. E mi piacerebbe molto provare diversi generi. Spero apprezzerete la mia musica, mi renderebbe estremamente felice.
ELLE: Negli ultimi tempi, hai postato alcuni video di ballo su Instagram con l'hashtag "This is Jimin". Com'è iniziato questo "progetto"?
JIMIN: Il ballo è una delle cose che amo di più al mondo, quindi ho pensato sarebbe stato bello poter condividere queste clip coreografiche con le/i fan. Cercherò di postarne altri con continuità, anche se solo di tanto in tanto.
ELLE: Se andiamo a guardare il tuo profilo Instagram, troveremo molti post di supporto per le attività individuali degli altri membri. Questo mi ha riportato alla mente quando J-hope era al Lollapalooza, l'anno scorso, e tu sei andato a trovarlo e sostenerlo prima della sua esibizione – cosa che è stata di grandissimo sollievo per lui. O anche quando, più recentemente, hai accompagnato V durante le sue apparizioni ai programmi musicali. Cosa puoi dirci?
JIMIN: C'è questa cosa che diciamo spesso tra noi membri: io esisto e sono a questo livello per merito della squadra.
ELLE: Quindi è anche per quello che, al concerto di Suga, ti sei esibito con lui in "Tony Montana", per la prima volta dopo 6 anni? (ride)
JIMIN: È stato un po' imbarazzante, ma è una canzone che le/i fan hanno sempre amato e continuato a supportare finora. Sono grato a Suga hyung per quest'opportunità e per essersi esibito con me.
ELLE: Non posso fare a meno di notare il tuo tatuaggio dell'amicizia, quel "7" sul tuo dito anulare. Immagino che la cosa migliore del fare attività di gruppo è che puoi condividere la situazione, le difficoltà e le tue emozioni con i tuoi compagni. Ma qual è l'aspetto più prezioso di tutto ciò?
JIMIN: Ora più che mai me ne rendo conto: i momenti più preziosi sono quelli in cui, semplicemente, noi membri ci troviamo e chiacchieriamo insieme. Le occasioni in cui mi sento maggiormente a mio agio è insieme ai ragazzi, ma sono emozioni e sensazioni troppo preziose per spiegarle a parole.
ELLE: Qual è il luogo in cui ti senti maggiormente "a casa"?
JIMIN: Ovunque siano i nostri concerti, quando siamo tutti e sette insieme, circondati dall'affetto delle/gli ARMY.
ELLE: Come canti in "Letter / 편지 (Dear ARMY)" - la traccia nascosta del tuo album solista - ciò che vorresti dire alle/i fan probabilmente è già risaputo. Ma c'è qualcosa che vorresti dire loro, ora?
JIMIN: Vi prego di avere ancora un po' di pazienza. Diventerò un artista ancora migliore.
ELLE: Hai qualche abitudine particolare, quando lavori alla tua musica e registri?
JIMIN: Non saprei.. Forse, stare a piedi nudi?
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⠸ Eng : © JiminGlobal ; © cestlavie9090 | Ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
#Seoul_ItalyBTS#TradITA#ITA#Traduzione#Intervista#BTS#방탄소년단#JIMIN#ParkJimin#지민#ELLEKorea#JIMINxELLEKOREA#JIMINxTiffany&Co#241023#Youtube#Instagram
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Barbara Polli: "I gioielli? Per me sono la congiunzione tra passato e futuro"
Barbara, lavorare nel mondo dell’Alta Gioielleria è un po’ nel tuo DNA.Sebbene il mondo della gioielleria mi abbia sempre attratto, l’idea di disegnare gioielli nasce dalla volontà di voler racchiudere attraverso le linee di questi piccoli oggetti una testimonianza del nostro tempo vissuto come punto di congiunzione tra il passato e il futuro. Quando hai deciso di assecondare la tua vena…
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Presentata oggi l'undicesima Edizione di VIOFF - VICENZAORO FUORI FIERA
VIOFF, il Fuori Fiera di Vicenzaoro: “Golden Generaction” dal 19 al 21 gennaio. VIOFF, il Fuori Fiera di Vicenzaoro, la manifestazione nata dalla sinergia tra l'Amministrazione comunale di Vicenza e Italian Exhibition Group (IEG). Da venerdì 19 a domenica 21 gennaio 2024 arte, musica, spettacolo, intrattenimento e cultura andranno in scena nel centro storico di Vicenza, grazie al calendario di appuntamenti stilato. Il Salone internazionale del gioiello, organizzato da IEG dal 19 al 23 gennaio 2024, riunirà il settore orafo gioielliero e l’orologeria; il meglio della produzione Made in Italy giungerà dai principali distretti manifatturieri e le eccellenze internazionali presenteranno nuovi prodotti, anteprime di collezione e lanceranno i trend del gioiello. VIOFF contraddistinguerà il cuore della città con un’ampia offerta artistica, culturale e d’intrattenimento, per tutti i gusti e tutte le età, grazie a ricchissime novità e prestigiose collaborazioni. Leone Zilio, Assessore allo sport, ai grandi eventi e al Parco della Pace ha affermato «In concomitanza con il salone internazionale del gioiello, nell'edizione principale dell'anno che celebrerà anche i 70 anni della Fiera di Vicenza, ritorna VIOFF, ormai appuntamento consolidato e atteso dal pubblico. Le numerose e differenti attività e i momenti di spettacolo, con il coinvolgimento anche della Basilica Palladiana, faranno scoprire aspetti inediti della nostra città in particolare legati alla produzione artigianale, che mettono in luce le abilità tecniche e creative del nostro territorio. Siamo convinti che si tratti di un progetto dalle grandi potenzialità per questo, in questa edizione abbiamo deciso di parlare anche ai più giovani. VIOFF Golden Generaction mette insieme commercianti, artigiani, strutture ricettive, professionisti e associazioni di settore con un unico obiettivo: valorizzare il territorio, promuovere le eccellenze che lo contraddistinguono e comunicare le opportunità offerte. Ringrazio gli organizzatori, che si impegnano per offrire alla città proposte nuove e accattivanti ad ogni edizione, e le realtà che partecipano». Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion di IEG, ha dichiarato: «Italian Exhibition Group sta per inaugurare in fiera la manifestazione orafo-gioielliera più longeva al mondo. Vicenzaoro, che nasce dalla rinomata tradizione orafa della nostra città, viva e accogliente, e capace di rendere unica l'esperienza della manifestazione, compie 70 anni di storia. Un anniversario che è un po’ il compleanno di tutti noi. Se oggi, infatti, si trova a confronto sul palcoscenico mondiale della gioielleria con grandi metropoli come Hong Kong e Las Vegas, è grazie al contributo di tanti: territorio, aziende, istituzioni, buyer, associazioni, media… Nel 2024 celebreremo dunque l’heritage di Vicenzaoro: un patrimonio condiviso che dà impulso a ogni sviluppo futuro. Guardare al domani vuol dire guardare ai giovani, e quale occasione migliore per coinvolgere le nuove generazioni, alle quali il settore del gioiello può offrire grandi opportunità? L’11° VIOFF si concentrerà su formazione e orientamento professionale, temi centrali per lo sviluppo della filiera dell’oro e del gioiello. Tra mostre, laboratori, dimostrazioni e contest, gli orafi di domani incontreranno il settore orafo e scopriranno come si è evoluta nel tempo Vicenzaoro». “VIOFF Golden Generaction”, La mission de il Fuori Fiera di Vicenzaoro Coinvolgere i cittadini e gli ospiti che in quei giorni si troveranno a Vicenza per l’appuntamento internazionale dedicato al gioiello, Vicenzaoro January 2024, rendendoli protagonisti del centro storico, è la sfida che VIOFF Golden Generaction vuole vincere, puntando su un tema che desidera valorizzare l’eccellenza in tutte le sue declinazioni. IL MANIFESTO D’ARTE VIOFF da sempre sostiene, promuove e diffonde l’arte in tutte le sue forme. Per il manifesto dell’evento è stato scelto ancora una volta un illustre artista italiano: l’undicesima edizione di VIOFF porta la firma di Camilla Falsini. Camilla lavora in differenti ambiti, spaziando dalla grafica editoriale per importanti riviste passando per grandi dipinti murali fino all'illustrazione di libri e quadri. In particolare, i suoi murales per esterni ed interni sono disseminati in molte città d'Italia e d'Europa, tra cui la sua nativa Roma. Per VIOFF Golden Generaction l’artista rappresenta Vicenza con un focus sulla Basilica Palladiana esprimendo il proprio stile distintivo che combina una moderna narrazione urbana minimal con dei giovani personaggi che diventano protagonisti della scena, interagiscono all’interno dell’opera e catturano la vera essenza della Generazione Z. Soggetti visivamente accattivanti collaborano impreziosendo la città con talento, creatività e inventiva. La Basilica Palladiana, al centro dell’opera, è collegata ad un personaggio tramite il segno grafico di una matita il cui tratto evidenzia la cultura e la storia, “gioielli” che rappresentano Vicenza nel mondo. Accanto e in posizione dominante un secondo personaggio porta l’attenzione su un anello, frutto di sapiente tradizione orafa e artigianato, e volge lo sguardo verso un futuro orientato all’alta tecnologia e all’innovazione illuminate da creatività, doti e talento dei giovani di domani. Meet the artist - Camilla Falsini Illustratrice e pittrice murale romana, la sua arte si ispira ai movimenti e ai maestri dell’arte moderna, come Bauhaus, De Stijl, Memphis e il Futurismo. Dopo gli studi classici e il diploma di illustrazione allo IED di Roma, inizia a lavorare come illustratrice, collaborando con agenzie, editori (Einaudi, Erickson Edizioni, Rizzoli, Tea Libri, Il Saggiatore, Salani Victionary/Honk Kong, Amaterra/Francia, QED/Regno Unito), aziende (Samsung, Europe Assistance, Gabs, Zalando, RCS, Rai, ILIAD, Michelin, Nike, Lavazza), giornali e riviste italiane e straniere. VIOFF GOLDEN GENERACTION IL PROGRAMMA FORMAZIONE GOLDEN TALK 19 gennaio dalle ore 9.00 alle ore 13.00 Teatro San Marco, Contrà S. Francesco, 76 - Vicenza Talk dedicati all’approfondimento del settore. Una mattinata di formazione che coinvolge le scuole Secondarie di primo e secondo grado di Vicenza e provincia (con particolare focus sulle classi di transizione - seconde e terze medie, quarta e quinta superiore). Un’attività volta a rispondere alle domande dei giovani attraverso speech di approfondimento a cura dei più importanti rappresentanti delle aziende orafe nazionali. ARTE PERSONAL EXHIBITION CAMILLA FALSINI 19 gennaio - 31 gennaio Museo del Gioiello, Piazza dei Signori - Vicenza Le figure stilizzate di Camilla Falsini si integrano perfettamente nel panorama urbano. Nell’arco della sua carriera, ha utilizzato il suo stile distintivo per lasciare un’impressione duratura sul paesaggio urbano attraverso le sue installazioni d’arte pubblica, in mostra presso il Museo del Gioiello dal 19 gennaio. ARTE DIMOSTRAZIONE PUNTA SECCA sabato 20 gennaio Museo del Gioiello, Piazza dei Signori - Vicenza Dimostrazione sulle tecniche di incisione con la tecnica del bulino, tipica dell’arte orafa, a cura di Tipografia Busato con l’artista vicentino Maurizio D’Agostini esperto del Bulino. Realizzazione in loco di una piccola matrice che sarà successivamente stampata a mano con il torchio a stella. Evento aperto al pubblico per domande e curiosità. Durata circa 2 ore. ARTE LABORATORIO PUNTA SECCA domenica 21 gennaio Stamperia Busato, Contrà porta Santa Lucia, 38 - Vicenza Laboratori di incisione a puntasecca su plexiglass, su prenotazione per un minimo di 6 persone e un massimo di 10 persone – durata circa 2 ore; verrà spiegato il procedimento di stampa calcografica manuale utilizzando il torchio a stella. Il laboratorio sì aprirà con una parte introduttiva e una breve panoramica dimostrativa sulle tecniche di incisione. Successivamente, i partecipanti avranno la possibilità di cimentarsi nella tecnica di incisione a puntasecca su plexiglass con un laboratorio dedicato. Sarà utilizzata una matrice di plexiglass della dimensione di cm 12,5x18 - soggetto a discrezione dei partecipanti, verranno messe a disposizione delle immagini con tema inerente al gioiello. Al termine del laboratorio, ad ogni partecipante sarà consegnata la matrice con la stampa realizzata e una breve descrizione dell’attività fatta. Costo 20 euro a partecipante, su iscrizione. Confermata inoltre la preziosa collaborazione con un programma in definizione da parte di Confartigianato Imprese Vicenza. ARTE GOLDEN LIGHT 19 - 20 - 21 gennaio dalle 17:00 alle 23:00 Piazza dei Signori - Vicenza Un’affascinante installazione luminosa farà brillare la prestigiosa Piazza dei Signori. Uno straordinario evento aperto alla città: dal 19 al 21 gennaio, in una poetica simbiosi tra arte, design e architettura, la scenografica installazione luminosa diffonderà il potere comunicativo dell’evento. Celebrare l’importanza della fiera dell’oro, fondamentale dal punto di vista imprenditoriale, ma anche fonte di opportunità, prestigio e attrazione verso i visitatori internazionali, aiuterà a rendere consapevoli i cittadini del prezioso indotto nel territorio, ma anche del ruolo di rilievo di Vicenza come distretto di eccellenza internazionalmente riconosciuto. ARTE GOLDEN LIGHT W/MUSIC sabato 20 gennaio Piazza dei Signori - Vicenza Durante la serata di sabato, al centro della Piazza un rinomato pianista suonerà un concerto live aperto alla cittadinanza. L’allestimento sarà arricchito con una dashboard dove i ragazzi potranno lasciare il proprio pensiero, desiderio o ambizione per il futuro, professionale e personale. Un modo per lasciare il segno e ascoltare i giovani al fine di dare vita a una collaborazione che unisca territorio, studenti e professionisti. DIVULGAZIONE GOLDEN WINDOW 19 - 20 - 21 gennaio Evento diffuso, Corso Fogazzaro - Vicenza Una mostra dinamica e interattiva per raccontare i settant’anni della fiera e per diffondere ai giovani la conoscenza delle opportunità offerte dal settore orafo. L’esposizione viene proposta attraverso la decorazione di quattro vetrine del centro storico attualmente sfitte. Un percorso ideale che parte da Corso Fogazzaro (fulcro dell’origine delle botteghe storiche), per terminare nei pressi di Piazza dei Signori (cuore pulsante dei più rappresentativi gioiellieri della città). Il cuore dell’itinerario in posizione centrale offrirà, attraverso QR CODE dinamici, la possibilità di accedere a contenuti digitali esclusivi per leggere approfondimenti e rispondere a call to action personalizzate. DESIGN PROGOLD 3D DESIGN CONTEST Dal 16 al 21 gennaio Contrà del Monte - Vicenza Valorizzare il distretto cittadino e le eccellenze commerciali significa per VIOFF promuovere la frequentazione del centro storico da parte di un numero di visitatori più alto possibile. Per questo, verrà predisposta una mostra en plein air, lungo Contrà del Monte, a partire dal 16 gennaio (fino al 21 inclusi): verranno posizionati temporaneamente totem autoportanti, raffiguranti dieci selezionati sketch di gioielli prodotti da studenti dei più importanti istituti di design nazionali e internazionali. I totem riporteranno un QR CODE per votare il gioiello preferito, che sarà premiato nella giornata di domenica 21 gennaio presso la Fiera dell’Oro di Vicenza, durante un momento dedicato. INTRATTENIMENTO UN GIOIELLO PER CAPPELLO Sabato 2O gennaio Cappelleria Palladio, Contrà Pescherie Vecchie - Vicenza Di paglia, di lana, di feltro, pelliccia, o bambù; giganti, minuscoli, magici o seriosi. I copricapi possono assumere infiniti aspetti, troneggiando su qualsiasi testa. Utili per proteggersi dal freddo e dal sole oppure oggetto di pura vanità, i cappelli hanno una storia antichissima. Cappelleria Palladio, attiva dall’inizio del 1900 in Contrà Pescherie Vecchie, nonché bottega storica dal 2007, invita la cittadinanza “a vestire in testa” un vero e proprio gioiello. Un social shooting dedicato a questo prezioso oggetto, per conoscere ed esplorare il mondo dell’eccellenza manifatturiera che incontra il settore del gioiello. INTRATTENIMENTO CACCIA AL TESORO domenica 21 gennaio ore 10:30 IAT, Piazza Matteotti, 12 - Vicenza Ritorna la tradizionale Caccia al tesoro dedicata ai bambini per far loro scoprire i tesori culturali della città, attraverso la visita dei musei del circuito cittadino. Domenica 21 gennaio si parte alle ore 10.30 dal Consorzio Turistico Vicenza è, e si arriva al Museo del Gioiello, in Piazza dei Signori. Iscrizioni: https://www.vicenzae.org/it/ FOOD GOLDEN TASTE 19 - 20 - 21 gennaio Evento diffuso, Centro Storico - Vicenza Confermati i tradizionali eventi culinari che coinvolgono le attività di ristorazione della città: Golden Taste coinvolge ristoranti e bar per diffondere un menù volto a valorizzare l’oro e le eccellenze culinarie del territorio. FOOD GOLDEN TASTE 20 - 21 gennaio Emporio Olio Carli, Contrà Camillo Benso Cavour 12, Vicenza Nelle giornate di VIOFF, il Fuori Fiera di Vicenzaoro, le porte dell’Emporio sono aperte per accompagnare clienti e visitatori alla scoperta del mondo di Olio Carli: il saper fare e la ricerca continua della perfezione, qualcosa che va al di là del piacere che si prova ad assaporare cose buone. Un’esperienza di gusto, un viaggio tra i sapori più genuini della tradizione olearia in loro compagnia, una degustazione dei prodotti resa ancora più piacevole da un calice di vino. FOOD GOLDEN MARKET 20 - 21 gennaio Mercato coperto di Campagna Amica, Corso Fogazzaro, 137 - Vicenza Presso la sede di Campagna Amica, i cittadini saranno ospiti di Coldiretti per un mercato tutto d’oro. Sostenere le aziende agricole che si prendono cura dell’ambiente e tutelano la biodiversità, facendo conoscere ai vicentini e ai turisti il piacere di gustare un prodotto a chilometro zero che giunge dal produttore direttamente alla tavola. Questo è l’obiettivo del Mercato coperto di Campagna Amica che, con la preziosa collaborazione di Coldiretti, organizza un mercato che valorizza e rende unico il nostro territorio attraverso i Sigilli di Campagna Amica.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Jacob & Co: L'Incredibile Storia di un Pioniere dell'Orologeria di Lusso
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Jacob & Co non è solo un marchio di orologi di lusso: è un emblema di audacia, innovazione e stile unico. Scopriamo l'entusiasmante viaggio di questa maison di orologeria, da una piccola gioielleria di New York alla ribalta mondiale.
La nascita di un'icona
La storia di Jacob & Co inizia nel 1986 nel cuore della frenetica New York, dove il giovane Jacob Arabo, un immigrato uzbeco dell’allora Unione Sovietica, apre una piccola gioielleria nel celebre quartiere Diamond District, un negozio che diventerà il primo tassello del suo futuro impero.
Arabo dimostra subito un talento innato per l'oreficeria e un occhio acuto per gli affari. L'attenzione al dettaglio, la creatività e la passione per l'innovazione diventano i marchi distintivi delle sue creazioni, catturando l'attenzione di un pubblico esigente e sofisticato. Nel giro di pochi anni i suoi pezzi unici attirano l'attenzione delle celebrità, catapultando il marchio nell’élite dell'orologeria e della gioielleria di lusso.
Nel 2007 viene fondata la Jacob & Co. SA a Ginevra in Svizzera dove vengono creati tutti i nuovi segnatempo di alta orologeria con incredibili complicazioni e sorprendenti scelte estetiche.
I Modelli Iconici
Jacob & Co ha oggi una vasta gamma di orologi di lusso che si distinguono per la loro unicità e il design innovativo. Alcuni di questi possono essere considerati pietre miliari del marchio... CONTINUA
I MODELLI ICONICI
CHI SIAMO!
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Lista di libri dedicati a furti e ladri
Sull’onda della visione del telefilm La casa di carta on #Netflix ho deciso di proporvi una lista di romanzi che parlino appunto di ladri e furti. Un argomento che ha sempre interessato molto la letteratura. Naturalmenet non è una lista esaustiva, i titoli sono così tanti, ma ho cercato di darvi più titoli in ogni nicchia del genere e tutti reperibili in italiano.
Partiamo dai classici naturalmente:
- L' eredità misteriosa. Rocambole. Vol. 1 (1857) di Pierre Alexis Ponson du Terrail
Primo volume del ciclo dedicato al ladro Rocambole
1812, mentre le truppe di Napoleone si ritirano dalla Russia, si compie una sanguinosa vendetta tra due ufficiali della Grande Armata francese. Molti anni dopo, a Parigi, gli eredi di quella faida danno vita a una lotta senza esclusione di colpi tra il Bene e il Male. Da una parte il conte Armand de Kergaz, che impiega le sue risorse a favore dei più deboli, dall'altra il fratellastro Andréa, alias sir Williams, vero e proprio genio del crimine, mentore del futuro protagonista: Rocambole. Sullo sfondo di una città affascinante quanto pericolosa, inizia così uno dei capisaldi del romanzo d'appendice, dove non mancano amori, passioni e cruenti delitti.
- Raffles: il ladro gentiluomo (1898) di Ernest William Hornung
Primo libro della serie sul ladro gentiluomo Raffles
È mezzanotte sull’Albany Street londinese. Harry “Bunny” Manders ha perso tutto al gioco. Negli ultimi tempi la sfortuna lo perseguita. Il suo lavoro come giornalista non rende e l’unica cosa sensata da fare sembra quella di introdursi nell’appartamento di uno dei creditori. A.J. Raffles è un suo vecchio compagno di scuola, forse a lui può confessare l’inutilità degli assegni che ha firmato, il suo conto in rosso. Raffles lo guarda con i suoi occhi azzurri taglienti, accende una Sullivan e prepara due whisky e soda. Ma Bunny non ha voglia di bere, Bunny ha una pistola nella tasca del suo cappotto e se la punta dritta sulla tempia. Intravedere una via d’uscita dalla situazione è quasi impossibile, eppure Raffles, carezzandosi il suo curato pizzetto, propone un piano. Forse un suo amico può aiutarli entrambi; ma quale amico si va a trovare nel cuore della notte, alla luce dei fiammiferi, in un appartamento abbandonato che guarda caso sta proprio sopra la famosa gioielleria dell’amico in questione?
- Arsenio Lupin (1905) di Maurice Leblanc
Anche questa è una serie di libri, ma Newton Compton ha raccolto tutti i vari racconti in un unico volume nel caso vi interessi intitolato Tutte le avventure di Arsenio Lupin
Arsenio Lupin è un raffinato ladro gentiluomo, amante delle donne, del gioco d'azzardo e dotato di uno spiccato sense of humor. Per questo personaggio pare che Maurice Leblanc si sia ispirato a Marius Jacob, anarchico francese e ladro inafferrabile.
- La primula rossa (1905) di Emma Orczy
Primo libro di un ciclo dedicato alla Primula Rossa
Parigi, anno di grazia 1792. Il Regime del Terrore semina il caos. I “maledetti aristos”, sventurati discendenti delle famiglie aristocratiche francesi, vengono mandati a morte dall'implacabile tribunale del popolo: ogni giorno le teste di uomini, donne e bambini cadono sotto la lama della ghigliottina. Ma in loro aiuto interviene un personaggio inafferrabile e misterioso, il quale, attraverso rocambolesche e ingegnose fughe, riesce a portare oltremanica i perseguitati del regime, nella libera Inghilterra. Dietro di sé non lascia tracce, se non il proprio marchio: un piccolo fiore scarlatto, che gli varrà il soprannome di Primula Rossa. Ma quale identità si cela dietro questo pseudonimo? Chi è l'audace salvatore, disposto a rischiare la propria vita in nome della nobile causa? L'incognita ossessiona l'astuto e crudele funzionario del governo francese Chauvelin e affascina l'alta società inglese: ma la soluzione del mistero si rivelerà tanto insospettabile quanto geniale. romance e romanzo d'avventura, il ciclo della "Primula Rossa" viene qui presentato in una nuova traduzione.
- Simon Templar, alias il Santo (1928) di Leslie Charteris
Serie di più di 50 romanzi
Simon Templar è un Robin Hood moderno, un giustiziere che agisce ai margini della legge e che, almeno nelle apparizioni iniziali, non disdegna l'omicidio a fini di giustizia. Di lui si sa poco: è probabilmente di umili origini, è dotato di uno spiccato sense of humour e ha una nutrita serie di identità fasulle. Il suo segno di riconoscimento è una stilizzata figura umana con un'aureola sui bigliettini che lascia a mo' di firma sul luogo delle sue imprese per lo scorno dei rappresentanti della legge, abitualmente beffati: l'ispettore Teal di Scotland Yard e l'ispettore John Fernack della polizia di New York.
- Il barone fa il poliziotto (The Baron), di John Creasey sotto pseudonimo Anthony Morton
Anche questa è una lunga serie di libri brevi
Protagonista delle storie è John Mannering, un antiquario inglese con negozi a Washington, Parigi e Londra; in realtà è un agente segreto ex ladro di gioielli che sta indagando su casi di spionaggio internazionale con l'aiuto del suo collaboratore David Marlowee.
- Il ladro che credeva di essere Bogart (1977) di Lawrence Block
Un ladro, una città, un mistero. Il ladro è Bernie Rodhenbarr, disincantato libraio con l'hobby del furto e una netta inclinazione a ficcare il naso in faccende pericolose. La città è New York, una categoria dello spirito più che una metropoli, con i suoi cinemini d'essai dove è ancora possibile scambiare la realtà per un sogno in bianco e nero. Il mistero è quello di un cadavere in cerca d'autore
Romanzi più Contemporanei:
- La grande rapina di Nizza di Ken Follett
Il libro è una ricostruzione delle vicende connesse con la grande rapina di Nizza, portata a termine ai danni della filiale nizzarda della banca Société Générale da una banda di malviventi capeggiati da Alberto Spaggiari. La "grande rapina" fu definita tale per l'ammontare del maltolto (circa cento milioni di franchi dell'epoca) e per le modalità, dal momento che i ladri penetrarono nel caveau della banca tramite una galleria scavata a partire da alcuni cunicoli fognari cittadini.
- Vuoto di luna di Michael Connelly
Cassie Black ha passato sei anni in prigione per un furto al casinò dove ha perso la vita il suo compagno. Durante la libertà vigilata progetta di riprendersi la figlia, in adozione, arraffare un sacco di soldi e scomparire nel nulla. Ma qualcuno le sta alle costole...
- Il principe dei ladri di Chuck Hogan
Claire Keesey, direttrice di filiale di un istituto di credito di Boston, viene presa in ostaggio durante una rapina. I banditi sono quattro: Doug, Jem, Gloansy e Dez. "Fanno banda" sin dai tempi della scuola, e oggi sono rapinatori affiatati, precisi, spregiudicati e inafferrabili. Sono cresciuti insieme a Charlestown, un quartiere di Boston dove "guadagnarsi il pane" equivale a svaligiare una banca. Ma Doug, il cervello della banda, non aveva messo in conto che, insieme con una montagna di quattrini, dal colpo in banca si sarebbe portato a casa anche un cuore ferito. Gli sono bastati pochi attimi per innamorarsi di Claire. Continua a pensarla, dopo la rapina: sa dove abita, la segue, fa in modo di incontrarla, di sedurla.
- La modista, un romanzo con guardia e ladri di Andrea Vitali
Nella notte hanno tentato un furto in comune, ma la guardia Firmato Bicicli non ha visto nulla. Invece, quando al gruppetto dei curiosi accorsi davanti al municipio s'avvicina Anna Montani, il maresciallo Accadi la vede, eccome: un vestito di cotonina leggera e lì sotto pienezze e avvallamenti da far venire l'acquolina in bocca. Da quel giorno Bicicli avrà un solo pensiero: acciuffare i ladri che l'hanno messo in ridicolo e che continuano a colpire indisturbati. Anche il maresciallo Accadi, da poco comandante della locale stazione dei carabinieri, da quel momento ha un'idea fissa. Ma intorno alla bella modista e al suo segreto ronzano altri mosconi: per primo Romeo Gargassa, che ha fatto i soldi con il mercato nero durante la guerra e ora continua i suoi loschi traffici; e anche il giovane Eugenio Pochezza, erede della benestante signora Eutrice nonché corrispondente locale della "Provincia"
- La falsaria di B.A. Shapiro
Sono circa tre anni che per il mondo dell’arte Claire Roth è un paria, una grande millantatrice. Dopo uno scandalo che la ha coinvolta sia sul piano personale che su quello professionale, Claire si è ridotta a lavorare per un’azienda che vende online «repliche perfette» di capolavori della storia dell’arte. Un giorno riceve l’inaspettata visita di Aiden Markel, il proprietario della famosa Markel G, una delle gallerie più in vista di Boston e New York. Markel irrompe nel suo loft con una singolare proposta: una mostra, nella sua galleria, delle opere originali di Claire in cambio della realizzazione di un falso da parte sua. Non una replica à la Roth, ma un vero e proprio falso da dipingere su una tela d’epoca. Una mostra tutta sua è qualcosa di irrinunciabile per Claire. Quando, però, Markel si ripresenta al loft con l’opera originale da falsificare, il cuore di Claire Roth sobbalza. Il quadro, uno dei grandi capolavori di Degas, fu staccato, infatti, in una notte di pioggia, dalle pareti dell’Isabella Stewart Gardner Museum e la tela strappata alla sua cornice da una coppia di ladri maldestri, impegnati nel più grande furto d’arte ancora irrisolto della storia.
Romanzi più leggeri e rosa:
Un sentimento pericolo di Suzanne Enoch
Samantha Jellicoe è una ladra e ne è orgogliosa. Amante delle cose belle, non esita a procurarsele rubando ai ricchi le loro opere d’arte. Tutto cambia, però, la notte in cui tenta un furto in una villa a Palm Beach: l’esplosione di una bomba uccide una guardia e lei finisce per salvare la vita del padrone di casa, il playboy miliardario Richard Addison. Samantha è una ladra, è vero, ma se qualcuno pensa di farla passare per un’assassina si sbaglia di grosso. E se Richard è abituato a essere assediato dalle donne, quella che ha trovato in casa sua non sembra affatto interessata a lui. Però è vivo solo grazie a lei, l’unica a potergli dare le risposte che cerca. Così, fra gli intrighi del mondo dorato di Palm Beach, la seducente Samantha e l’affascinante Richard seguiranno gli indizi per scoprire anche il mistero di ciò che li unisce.
Ladro lui, ladra lei di Dani Sinclair
Brenna ama l'avventura, ma deve ammettere che introdursi in casa d'altri per sottrarre un dipinto sia un tantino eccessivo. Eppure non ha scelta: la reputazione del nonno, famoso pittore, dipende da lei. Ma quando Brenna, invece di mettere le mani sulla preziosa tela, un sensualissimo nudo femminile, si trova tra le braccia del ladro più sexy che abbia mai visto, il suo stupore è alle stelle. In realtà Spencer Griffen è un onesto cittadino, costretto a dare la caccia al fantomatico quadro per... comune senso del pudore! Insieme...
Una ladra tra le lenzuola di KRISTIN GABRIEL
Michael Wolff è giovane, scapolo e carino. In più è miliardario. Perciò è normale che le donne lo cerchino e mirino al suo denaro. Quello che Michael proprio non si aspetta è di trovarne una addirittura che sta aprendo la sua cassaforte! Sarah Hewitt, questo il nome della presunta ladra, in realtà ha un ottimo motivo per avere... le mani nel sacco. Il difficile sarà convincere Michael delle sue buone ragioni. Così, quando lui le fa una proposta che non si può rifiutare...
Il ladro di cuori di KRISTIN GABRIEL
Maddie Griffin è decisa a dimostrare al padre che ha tutte le carte in regola per far parte dell'agenzia investigativa di famiglia. Così, quando sulle pagine di una rivista riconosce la foto del famigerato Bandito Casanova, alias Tanner Blackburn, decide che deve essere lei a consegnare il fuggiasco alla giustizia. In realtà Tanner non ha mai nemmeno preso una multa per eccesso di velocità, ma prima di riuscire a spiegarlo a Maddie... è già in manette!
Una pericolosa rubacuori di TORI CARRINGTON
Nicole Bennett, flessuosa e sensuale come un gatto, sa anche tirare fuori gli artigli e, poiché è una inafferrabile ladra di gioielli, questa dote le è molto utile. Spera che lo sarà ancora di più quando cercherà di rubare il cuore di Alex Cassevetis.
All’interno del Genere fantasy:
Sei di corvi di Leigh Bardugo
A Ketterdam, vivace centro di scambi commerciali internazionali, non c'è niente che non possa essere comprato e nessuno lo sa meglio di Kaz Brekker, cresciuto nei vicoli bui e dannati del Barile, la zona più malfamata della città, un ricettacolo di sporcizia, vizi e violenza. Kaz, detto anche Manisporche, è un ladro spietato, bugiardo e senza un grammo di coscienza che si muove con disinvoltura tra bische clandestine, traffici illeciti e bordelli, con indosso gli immancabili guanti di pelle nera e un bastone decorato con una testa di corvo. Uno che, nonostante la giovane età, tutti hanno imparato a temere e rispettare. Un giorno Brekker viene avvicinato da uno dei più ricchi e potenti mercanti della città e gli viene offerta una ricompensa esorbitante a patto che riesca a liberare lo scienziato Bo Yul-Bayur dalla leggendaria Corte di Ghiaccio, una fortezza considerata da tutti inespugnabile. Una missione impossibile che Kaz non è in grado di affrontare da solo. Assoldati i cinque compagni di avventura – un detenuto con sete di vendetta, un tiratore scelto col vizio del gioco, uno scappato di casa con un passato da privilegiato, una spia che tutti chiamano lo "Spettro", una ragazza dotata di poteri magici –, ladri e delinquenti con capacità fuori dal comune e così disperati da non tirarsi indietro nemmeno davanti alla possibilità concreta di non fare più ritorno a casa, Kaz è pronto a tentare l'ambizioso quanto azzardato colpo. Per riuscirci, però, lui e i suoi compagni dovranno imparare a lavorare in squadra e a fidarsi l'uno dell'altro, perché il loro potenziale può sì condurli a compiere grandi cose, ma anche provocare grossi danni...
Gli inganni di Locke Lamora di Scott Lynch
Piccolo di statura, deboluccio e un po' imbranato con la spada, Locke Lamora ha però un grande punto di forza: nessuno lo può battere quanto ad astuzia e abilità truffaldina. E benché sia vero che ruba ai ricchi nessun povero ha mai visto un soldo bucato dei suoi furti. Tutto ciò su cui mette le mani lo tiene per sé e per i Bastardi Galantuomini, la sua banda. A suo modo, Locke è il re di Camorr, una città che sembra nata dall'acqua, ornata di migliaia di ponti e di sontuosi palazzi barocchi e popolata da mercanti, soldati, accattoni e, ovviamente, ladri. In realtà, Camorr è il dominio di Capa Barsavi, perversa mente criminale, che da qualche tempo è impegnato in una lotta senza quartiere con il Re Grigio, altro personaggio decisamente poco raccomandabile. Impiccione per natura, Locke si ritrova suo malgrado in mezzo a questo scontro di titani e rischia di lasciarci le penne. Anche perché il suo misterioso passato nasconde un segreto che può mettere in pericolo l'intera nazione camorrana...
Ladri di spade di Micheal J. Sullivan
Royce Melborn, ladro matricolato, e il suo degno compare, il mercenario Hadrian Blackwater, si guadagnano comodamente da vivere portando a termine imprese rischiose per conto di nobili di dubbia moralità, finché non vengono ingaggiati per sgraffignare una spada leggendaria. Questa volta, però, si troveranno coinvolti nell'assassinio di un re e intrappolati in una trama oscura che va ben oltre l'assassinio di un sovrano. Riusciranno i nostri eroi - l'ambizioso furfante e lo spadaccino idealista - a dipanare un antico mistero che ha rovesciato re e distrutto potenti imperi? Inizia così la nostra storia, densa di avventure, tradimenti, duelli, magia e leggende.
Harold il ladro di Aleksej Pechov
Un'immensa armata si sta radunando: migliaia di giganti, ogre e altre creature stanno unendo le forze da tutte le Terre Desolate, unite, per la prima volta nella storia, sotto un solo vessillo nero. Entro la primavera, forse anche prima, colui che è conosciuto come il Senza Nome raggiungerà con il suo esercito le mura della grande città di Avendoom. A meno che Harold l'Ombra, uno dei ladri più abili al mondo, non trovi un modo di fermarlo. Un romanzo che porta ai vertici la epic fantasy, il primo di una trilogia che segue le imprese di Harold l'Ombra, leggendario ladro di Siala, alla ricerca di un corno magico in grado di riportare la pace nel suo regno. Compagni d'avventura nel suo viaggio saranno una principessa elfica, Miralissa, la sua scorta, dieci Cuori Selvaggi, i guerrieri più esperti e mortali del mondo... e il giullare di corte del re (che potrebbe essere molto più - o molto meno - di quanto sembra).
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Influenzer
L'influencer anticipa un futuro in cui il lavoro, almeno quello del terziario avanzato che conosciamo oggi, sparirà. L'influencer è un tizio totalmente occupato e nello stesso tempo totalmente ozioso. Che cosa fa Chiara Ferragni? Lavora mentre viaggia in prima classe, mentre prova un vestito griffato, mentre degusta uno champagne. La pagano per essere sé stessa, al contrario delle modelle che hanno un contratto. Oggi le case di moda, le compagnie aeree, gli hotel di lusso, i ristoranti, i brand della gioielleria sono disposti a pagare da 5 mila a 50 mila euro per un post in cui un influencer indossa un capo, si fotografa nel letto di una camera d'albergo o davanti a un piatto, sfoggia un orologio, taggando i relativi marchi.
Paolo Landi
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The one with che Christmas present
(Ecco finalmente la storiella natalizia che avevo annunciato ormai un mese fa - il fatto che sia già passato un mese mi turba - e che ora finalmente vede la luce. Spero che vi piaccia e che sia all’altezza delle vostre aspettative.)
So please just fall in love with me this Christmas
There's nothing else that I would need this Christmas
Won't be wrapped under the tree
I want something that lasts forever
So kiss me on this cold December night
Erano passati più di due mesi da quando aveva avuto quell'idea assurda, ma solo in quel momento Fabrizio si rese conto della portata che avrebbero avuto gli eventi di quel giorno.
L'idea assurda in realtà non lo era poi nemmeno così tanto. O meglio, non sarebbe stata assurda se di mezzo non ci fossero state implicazioni sentimentali.
Ma forse sarebbe meglio andare con ordine.
Era l'inizio di ottobre quando Ermal, durante una delle sue solite telefonate con Fabrizio, aveva detto che Antonello Venditti lo aveva invitato a prendere parte al suo concerto a Roma il 21 e il 22 dicembre.
Fabrizio era felice per lui, sapeva quanto fosse importante Antonello per Ermal e sapeva quanto lo rendesse felice cantare con qualcuno che vedeva come la figura paterna che per anni non aveva avuto. E così, preso dall'entusiasmo che ormai l'aveva contagiato, quella proposta era semplicemente sfuggita dalle sue labbra.
"In quei giorni potresti stare da me."
"Sei sicuro?" aveva chiesto Ermal.
"Certo! Mi sembra assurdo farti andare in albergo. Puoi stare da me un paio di giorni, così riusciamo a vederci prima di Natale."
E Ermal, ovviamente, aveva accettato.
Con il passare del tempo, non avevano più toccato l'argomento e per un po' entrambi l'avevano addirittura dimenticato. Ma poi era arrivato dicembre e Ermal - sempre durante una delle loro telefonate, ormai talmente frequenti che entrambi parlavano di più tra di loro che con chiunque altro - aveva chiesto a Fabrizio se la sua proposta fosse ancora valida. E Fabrizio, ovviamente, aveva risposto di sì perché non vedeva l'ora di rivedere Ermal.
Solo qualche giorno più tardi - precisamente quando Anita aveva insistito per mettere sotto l'albero anche un regalo per Zio Ermal, perché sicuramente bisognava fargli un regalo visto che sarebbe stato lì pochi giorni prima di Natale - Fabrizio si era reso conto di quante cose implicasse la sua proposta.
Il Natale non è una festa che si condivide con chiunque. Si sta in famiglia, con gli amici più stretti, con la persona che ami. E Ermal non rientrava in nessuna di quelle categorie. O meglio, rientrava nell'unica categoria che spaventava a morte Fabrizio.
Era stato poco dopo il Festival di Sanremo che Fabrizio si era accorto di provare per Ermal qualcosa che andava oltre l'amicizia, ma non ci aveva dato peso. A lui non piaceva dare etichette, definire le cose. Sapeva che per Ermal sentiva qualcosa di forte e quello gli bastava.
E poi, comunque, era una cosa che non avrebbe mai ammesso ad alta voce quindi non c'era bisogno di dare una definizione a tutto quel groviglio di sentimenti che occupavano la sua mente e il suo cuore. Con il passare del tempo, però, pur non ammettendo ad alta voce i suoi sentimenti, aveva dovuto ammettere almeno a sé stesso di essere innamorato. Era innamorato del suo sorriso, dei suoi occhi, dei suoi capelli, del suo modo di parlare, del modo in cui le sue mani accarezzavano i tasti del pianoforte. Semplicemente amava ogni cosa di lui. E nonostante tutto, Fabrizio si era convinto che quel sentimento dovesse restare un suo segreto e che non lo avrebbe mai confidato a nessuno.
Ma ora si ritrovava a poche ore dall'arrivo di Ermal - e a pochi giorni da Natale - con il cuore in gola e un paio di regali sotto l'albero, che non sapeva se avrebbe mai avuto il coraggio di dargli.
C'erano i plettri che Anita e Libero avevano insistito per comprare perché secondo loro era assurdo che Ermal suonasse la chitarra senza uno di quelli, ritrovandosi puntualmente con le dita sanguinanti.
E poi c'era quell'orologio costoso che Fabrizio aveva comprato qualche giorno prima, non perché gli piacesse o gli sembrasse adatto a Ermal ma solo perché era convinto che non avrebbe potuto regalargli ciò che avrebbe voluto. Il suo cuore, la sua mente, la sua anima.
Sé stesso. Pacchetto completo.
Perché ormai era ovvio che ogni cellula del suo corpo fosse inevitabilmente attratta da Ermal e non c'era nulla che lui potesse - o volesse - fare al riguardo.
Però, insomma, Fabrizio sapeva che consegnare quei regali a Ermal non avrebbe fatto altro che metterlo di fronte alla triste verità: non potergli dare ciò che avrebbe voluto.
Quindi, a conti fatti, non era stata poi una grande idea invitare Ermal a casa sua.
Ma il vero problema era che Fabrizio se n'era reso conto davvero solo in quell'istante, mentre il suo sguardo si soffermava sulla finestra del salotto da cui riusciva a vedere Ermal che scendeva dalla macchina con un piccolo trolley e camminava a passo spedito verso casa sua.
Sospirò mentre si avviava verso la porta dell'ingresso. In fondo, erano solo un paio di giorni. Poteva resistere.
Appena aprì la porta, Ermal gli sorrise e Fabrizio dovette trattenersi per non sembrare una ragazzina innamorata. Il sorriso di Ermal lo faceva innamorare un po' di più ogni volta che lo vedeva.
"Ciao, Bizio" lo salutò Ermal sorridendo, mentre entrava in casa trascinandosi dietro il trolley.
"Ciao. Allora? È andato bene il concerto?" chiese Fabrizio chiudendo la porta e poi seguendo Ermal in salotto.
"Benissimo. Mi spiace solo di non essere passato prima da te, ma non ce l'ho fatta."
"Non fa niente. Birra?"
Ermal annuì e rimase a fissare l'albero di Natale in mezzo al salotto, mentre Fabrizio andava in cucina a prendere due birre.
"Che hai?" chiese il più grande tornando nella stanza e notando il suo sguardo pensieroso.
Ermal scosse la testa. "Niente. Pensavo a quante cose sono cambiate in un anno. L'anno scorso a Natale ho scritto Mi salvi chi può. Mi sentivo come se stessi cercando di tenere il passo con il mondo ma ogni cosa fosse più veloce di me. Poi le cose si sono rimesse a posto e ora sono qua. È cambiato tutto."
"Forse riesci finalmente a correre a passo con il mondo" disse Fabrizio, mentre gli passava una birra.
"O forse è il mondo che ha smesso di correre" rispose Ermal.
Dopo la rottura con Silvia, tutto intorno a lui aveva iniziato a crollare. Pur essendo consapevole che lasciarsi fosse la scelta migliore per entrambi, concludere una storia di nove anni significava distruggere buona parte della propria vita.
Rimasto solo, Ermal non aveva fatto altro che pensare a ciò che aveva perso insieme a quella relazione. Non solo Silvia, la donna che per nove anni era stata il suo per sempre, ma anche il suo futuro, la prospettiva di una famiglia insieme, le fantasie che avevano fatto tante volte su loro due che si sposavano e avevano dei bambini. Era sparito tutto e Ermal si era ritrovato, ormai più vicino ai quarant'anni che ai trenta, a dover ricominciare tutto da capo.
Gli era sembrato di sentire un orologio ticchettargli nella testa, come a dirgli che non era più un ragazzino e che il mondo continuava a girare anche se il suo si era fermato.
Era stato difficile, all'inizio.
Poi era arrivato Fabrizio, Sanremo, l'Eurovision, il tour estivo... E tutto aveva iniziato ad andare per il verso giusto. Il mondo finalmente andava al suo passo.
"Già. Forse è così" disse Fabrizio sedendosi sul divano.
"Un sacco di regali, eh?" disse Ermal indicando i pacchi sotto l'albero.
"La maggior parte sono dei bambini. Stanno da me a Natale, Giada me li porta la sera della vigilia" spiegò Fabrizio.
"Allora credo dovresti aggiungerne un paio" disse Ermal. Poi appoggiò la sua bottiglia sul tavolino di fronte al divano e aprì il trolley, che era rimasto abbandonato in mezzo alla stanza.
Tirò fuori tre pacchetti e li passò a Fabrizio. "I due più grandi sono per i bambini, l'altro è per te."
"In realtà, anch'io ho qualcosa per te" disse Fabrizio posando i pacchetti sotto l'albero e afferrando un pacchetto con la carta argentata.
Ermal riconobbe immediatamente l'adesivo di una nota catena di gioiellerie e disse: "Bizio, ma che hai comprato?"
"È solo un pensiero" rispose Fabrizio stringendosi nelle spalle. Poi prese il regalo dei bambini e lo porse a Ermal dicendo: "Questo è da parte di Libero e Anita."
Ermal gettò un'occhiata al regalo che aveva dato a Fabrizio, sentendosi improvvisamente un'idiota per l'idea che aveva avuto. Ma ormai non poteva tornare indietro.
"Credo che sia comunque troppo rispetto a quello che ti ho regalato io, ma grazie. Li aprirò a Natale" rispose infilando i regali nel trolley. Poi, con la scusa della stanchezza e del sonno arretrato, salutò Fabrizio e si chiuse nella camera degli ospiti.
Si sentiva imbarazzato e un po' in colpa.
Fabrizio gli aveva comprato qualcosa in una gioielleria, mentre lui... Beh, lui in realtà non aveva fatto nemmeno lo sforzo di andare a comprare un bigliettino d'auguri decente.
Certo, il suo era un regalo sentito ma a Fabrizio sarebbe piaciuto? Sperava di sì, ma in realtà non ne aveva idea.
Fabrizio buttò l'ennesima occhiata verso il regalo che Ermal gli aveva consegnato appena venti minuti prima.
Aveva promesso ad Anita che avrebbero aperto i regali insieme, la mattina di Natale, ma era troppo curioso di sapere cosa ci fosse all'interno di quel pacchetto.
Avrebbe potuto dare un'occhiata senza che nessuno se ne accorgesse. In fondo, Ermal era già andato in camera e non c'era nessun altro in casa.
Cercando di non fare rumore, afferrò il pacchetto.
Era rettangolare, ricordava un po' la forma di un libro. L'aveva incartato Ermal - Fabrizio era certo che la carta blu e il nastrino giallo non fossero un caso - e già solo per quel motivo si sentiva in colpa per avergli regalato qualcosa di impersonale e che non era certo avrebbe gradito.
Aprì il pacchetto velocemente, impaziente di vedere il contenuto, e rimase sorpreso quando si trovò di fronte un quaderno. Era un semplice quaderno a spirale, con la copertina bianca e delle note musicali disegnate sopra.
Se lo rigirò tra le mani incuriosito e, proprio mentre passava il quaderno da una mano all'altra, dal suo interno scivolò fuori un foglietto di carta piegato a metà.
Fabrizio sorrise rendendosi conto che non era altro che il biglietto d'auguri di Ermal e sprofondò maggiormente nel divano mentre iniziava a leggere attentamente quelle parole.
Forse ti stai domandando per quale motivo ho deciso di regalarti un quaderno. O forse hai già aperto la prima pagina e hai capito tutto.
Se non l'hai ancora fatto, aspetta! Ho qualcosa da dire prima.
Il 2018 è stato un anno stupendo per me e il merito è soprattutto tuo e di ciò che abbiamo fatto insieme. Sarebbe fantastico se il 2019 potesse essere altrettanto bello e, forse, questo potrebbe essere l'inizio.
Buon Natale, Bizio.
Fabrizio spostò lo sguardo sul quaderno, sempre più curioso di cosa contenesse. Aprì la prima pagina e tutto fu improvvisamente più chiaro.
Il testo di una canzone, scritto a mano con la calligrafia di Ermal, occupava la prima facciata della pagina. Ma non era una canzone qualsiasi.
Era l'insieme delle parole e dei versi che entrambi si erano scritti tramite messaggio per mesi, dopo aver deciso di scrivere ancora qualcosa insieme.
Ermal gli aveva regalato una canzone. Ma non solo.
Gli aveva anche regalato la prospettiva di un futuro insieme - anche se forse solo a livello professionale - ed era più di quanto Fabrizio potesse sperare.
Senza pensarci troppo, si alzò dal divano e raggiunse rapidamente la camera di Ermal.
Rimase un attimo fermo davanti alla porta, cercando di mettere insieme tutti i pensieri che gli affollavano il cervello. Poi bussò e attese.
Ermal aprì la porta pochi secondi dopo, quasi come se stesse aspettando una visita di Fabrizio.
"Ehi. Tutto bene?"
"Ho aperto il tuo regalo" rispose Fabrizio.
"Avresti dovuto aspettare Natale."
"Non sono un tipo molto paziente."
Ermal sorrise. "Lo so. E so che il regalo che ti ho fatto non è nulla in confronto a quello che mi hai regalato tu, però..."
"No, aspetta!" lo bloccò Fabrizio. Poi sospirò passandosi una mano tra i capelli, indeciso se continuare a parlare o no.
Avrebbe voluto avere la forza di tenersi quel segreto, di dimenticare quanto fosse perdutamente innamorato dell'uomo che aveva davanti, ma si sentiva così egoista in quel momento. Non riusciva più a sopportare di non condividere quel segreto, si sentiva scoppiare. E se l'unico modo per stare meglio con sé stesso era dire tutto a Ermal, lo avrebbe fatto.
"Il tuo regalo mi piace da morire e non vedo l'ora di riempire tutte quelle pagine."
Il sorriso di Ermal si allargò. "Magari potremmo scrivere un intero album insieme."
"Sì, sarebbe bello" rispose Fabrizio, sorridendo a sua volta. Poi aggiunse: "Per quanto riguarda il mio regalo, in realtà è solo una cosa che ho comprato perché ero convinto che non avrei mai avuto il coraggio di regalarti ciò che avrei davvero voluto."
Ermal inclinò la testa di lato e lo guardò curioso. "Cioè?"
Fabrizio allargò le braccia sorridendo imbarazzato. "Me."
Lo sguardo curioso di Ermal lasciò il posto ad un'espressione sorpresa e, per un attimo, Fabrizio temette di avere fatto un'enorme cazzata.
"Che vuoi dire?" chiese Ermal. La voce era ridotta a un sussurro, eppure Fabrizio aveva sentito quella domanda chiaramente.
"Niente. Scusa, non avrei dovuto disturbarti. Ci vediamo domani" rispose Fabrizio abbassando lo sguardo e voltandosi.
Un attimo dopo, la mano di Ermal si chiuse delicatamente attorno al suo polso fermandolo.
"Non scappare da me, Bizio" sussurrò Ermal, mentre faceva scorrere le dita sulla pelle di Fabrizio.
Il più grande sospirò e chiuse gli occhi.
Stava combinando un casino, ne era certo, e ormai non c'era modo di uscirne.
"Di cosa hai paura?" chiese Ermal, cercando di richiamare la sua attenzione.
Aveva sentito cosa gli aveva detto poco prima, ovviamente. Ma era rimasto spiazzato. Insomma, quante possibilità ci sono che la persona che ami ti dica che vuole regalarti sé stessa?!
Ma poi Fabrizio aveva tentato di scappare da lui - ma soprattutto da quella confessione - e Ermal si era reso conto che doveva fermarlo, che non poteva permettere che Fabrizio pensasse che ci fosse qualcosa di sbagliato in ciò che aveva appena detto.
"Di rovinare tutto" rispose Fabrizio.
E a quel punto Ermal capì che c'era una sola cosa che poteva fare per scacciare via quella paura.
Si avvicinò ulteriormente a lui, posandogli la mano libera sul collo e stringendo leggermente la presa sul polso. E poi, con una lentezza e una tranquillità che non credeva facessero parte di lui - almeno non quando c'era di mezzo Fabrizio - lo baciò.
Fabrizio si rilassò contro le sue labbra, appoggiando una mano sul suo fianco e sfuggendo dalla presa sul polso solo per intrecciare le dita con le sue.
Aveva immaginato quel momento così tante volte.
"Quindi, sei il mio regalo?" chiese Ermal separandosi da Fabrizio qualche attimo dopo.
Fabrizio arrossì e abbassò lo sguardo. "È una cosa banale, vero?"
"No, per niente."
Un attimo dopo le labbra di Fabrizio erano di nuovo premute su quelle di Ermal, questa volta con più forza.
Ermal lo prese per i fianchi trascinandolo nella camera e chiuse la porta dietro di sé, appoggiandoci la schiena. Fabrizio, le cui labbra ancora non si erano staccate dalle sue, gli si premette addosso incastrandolo tra il suo corpo e la porta chiusa ed Ermal non riuscì a trattenere un gemito sentendo una gamba del più grande incastrarsi tra le sue.
Era strano trovarsi in quella situazione, quando entrambi avevano immaginato quel momento così tante volte da perdere il conto.
Ermal reclinò la testa all'indietro mentre Fabrizio si spostava a baciargli il collo, lasciando una scia umida al passaggio delle sue labbra.
Le mani di Ermal si spostarono velocemente sul bordo dei jeans di Fabrizio, cercando di sbottonarli più rapidamente possibile.
"Non eri tu quello che diceva di aspettare Natale per aprire i regali" scherzò Fabrizio.
Ermal allontanò le mani di scatto e, guardandolo curioso, disse: "Vuoi davvero che aspetti Natale?"
"Non ci provare" rispose Fabrizio prima di avventarsi nuovamente sulle sue labbra.
Baciare Ermal, far scivolare le mani sul suo corpo, sentirlo ansimare... Tutto sapeva di novità e allo stesso tempo era così naturale che Fabrizio si sentiva come se non avesse fatto altro per tutta la vita.
Ermal si liberò della maglia che Fabrizio aveva iniziato a sollevare, poi riportò velocemente le mani sul bordo dei jeans del più grande. Lo guardò per un attimo titubante, sapendo che stavano camminando su un filo sottile e che sarebbe bastato pochissimo per cadere dall'altra parte. E a quel punto tornare indietro sarebbe stato impossibile.
Ma bastò uno sguardo perché Ermal capisse che ormai tornare indietro sarebbe stato comunque impossibile. Amava Fabrizio più di quanto avesse mai amato chiunque altro e l'unica cosa che voleva in quel momento era sentire le sue mani su di sé, il suo respiro che si infrangeva sulle labbra, i brividi sulla pelle e il cuore che esplodeva di gioia.
Mordendosi il labbro inferiore e continuando a fissare Fabrizio, gli sbottonò lentamente i pantaloni e li spinse verso il basso lasciandoli cadere a terra.
"Tu non hai idea di cosa mi stai facendo" disse Fabrizio, con il fiato corto e gli occhi puntati sulle labbra di Ermal.
"Credo di saperlo piuttosto bene" rispose il più piccolo prima di baciarlo nuovamente.
Non poteva più farne a meno. Ogni bacio lo distaccava dalla realtà e gli faceva appannare i sensi, e Ermal non ricordava di essersi mai sentito così bene prima di quel momento.
Nessuno dei due sapeva con esattezza come fossero arrivati fino al letto e come fossero finiti l'uno sull'altro, ormai senza nulla che dividesse i loro corpi. Non che fosse importante.
L'unica cosa che contava era che fossero insieme.
Quando Ermal si spinse lentamente dentro Fabrizio, ad entrambi mancò il respiro e allo stesso tempo si sentirono come se avessero appena ripreso a respirare dopo aver trattenuto il fiato.
Ermal chiuse gli occhi, godendosi quella sensazione di completezza che non aveva mai provato prima di quel momento.
In fondo, l'aveva sempre saputo che Fabrizio sarebbe stato importante per lui. Solo non pensava così tanto, non al punto da farlo sentire davvero vivo per la prima volta in vita sua.
Non riusciva nemmeno a ricordare quando avesse iniziato a provare per lui qualcosa di più profondo. Forse perché non c'era stato un momento preciso, si era innamorato di Fabrizio lentamente. Ma ora che lo amava, non riusciva a pensare di poter vivere in un mondo in cui fossero soltanto amici.
Amare qualcuno - amare Fabrizio, nello specifico - lo rendeva più felice, più sorridente.
Lo faceva dormire sereno. Lui, che per anni, si era portato dietro le occhiaie e i sintomi del sonno arretrato.
Quando crollò esausto accanto a Fabrizio, dopo aver fatto l'amore, l'unica cosa che riuscì a pensare fu che non avrebbe potuto desiderare un regalo migliore.
Osservò il più grande - che se ne stava sdraiato su un fianco accanto a lui, con un braccio sotto il cuscino e l'altro a circondargli la vita - e disse: "Posso avere lo stesso regalo l'anno prossimo?"
Fabrizio sorrise. "Ogni giorno, Ermal. Puoi averlo ogni giorno, per tutta la vita."
They call it the season of giving
I'm here, yours for the taking
They call it the season of giving
I'm here, I'm yours
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la vista si è appannata per un secondo e tutto quanto mi girava intorno ha assunto la dimensione del ricordo non appena lo vivevo. il vento in una serata irlandese, la gioielleria dietro di noi che spegneva le luci, lo sguardo chiaro dove trovavo riflessa un po’ della stessa commozione. - non è niente, è piccolo- al mio anulare, lì dove nelle antiche leggende si dice esserci un filo collegato direttamente al cuore, un anello. un cerchio dorato, luminoso, perfetto nella sua semplicità. me ne ero innamorata subito quando l’avevo visto dietro la vetrina, ma non ne avevo fatto parola. certi doni non si possono chiedere. stavo pensando di acquistarlo quando ho scoperto che in realtà era mio. lo era davvero. ancora prima di entrare in quel negozio o di prendere un’aereo e raggiungere l’isola che lo ospitava. una promessa che attendeva da mesi, coccolata dietro un racconto messo giù davanti a una birra. un accenno raccolto e tenuto in serbo tutto questo tempo per il momento giusto. ho sentito le lacrime farsi strada. era inevitabile. una volta in strada ho guardato l’uomo che amo e gli ho chiesto un gesto antico quanto il mondo. l’ho guardato sorridere ed emozionarsi, ho pianto un’altro po’. -sai che significato hanno questi simboli, vero? sì che lo so, proprio per questo- me l’ha infilato in silenzio, in un momento in cui il cuore è salito al petto e l’ho sentito in ogni battito. un abbraccio lento e profondo, con la coda dell’occhio mi sono accorda di due ragazze ai margini della scena che sorridevano scattandoci una foto. ho riso con le guance umide e il resto è come diventato più leggero. l’anellino faceva sue tutte le luci dei locali poggiando verso l’alto del dito. non lo toglierò mai. qualsiasi cosa riservi il futuro continuerò a guardarlo per ricordarmi che sono stata così fortunata da conoscere l’amore vero e la vera felicità.
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Cartier, Kering guida l'iniziativa per la produzione di gioielli del futuro
Cartier, Kering guida l'iniziativa per la produzione di gioielli del futuro #bassaemissioneCO2 #ecosistema #Gioielli
I due giganti del lusso e il Responsible Jewellery Council hanno collaborato su un’iniziativa di primo piano per ampliare e rafforzare gli sforzi per trasformare l’industria della gioielleria per la resilienza climatica, con gli SDGs al centro. Mentre le singole aziende, tra cui Pandora e Tiffany & Co, hanno lavorato sulle proprie iniziative di sostenibilità, l’iniziativa Watch & Jewelry 2030…
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OROLOGI E PASSIONE
Orologi e passione: Piccola storia dell’orologeria svizzera È dagli albori della civiltà, se non prima, che la misura del tempo affascina gli esseri umani. Si iniziò con l’osservare le regolarità dei movimenti celesti: i cicli della luna, del sole e del firmamento. La misura del tempo aveva una necessità pratica: coordinare sull’arco dell’anno le semine e i raccolti o del giorno per le necessità giornaliere. Con l’avanzare della civiltà e delle sue esigenze la misura del tempo doveva essere sempre più precisa. Dal consumarsi di una candela, all’ombra del sole (meridiane), al flusso di predeterminate quantità d’acqua, allo scorrere della sabbia in una clessidra, all’invenzione di aggeggi meccanici dal funzionamento sempre più regolare (pendolo, bilanciere, ecc.) al contare le vibrazioni di un cristallo (quarzo), alla frequenza di risonanza di un certo atomo (orologio atomico), la misura del tempo è diventata sempre più precisa, permettendo un coordinamento sempre maggiore delle attività umane e la misura temporale di fenomeni fisici senza dimenticare i progressi fatti nel tempo dalla navigazione oceanica con l’utilizzo di orologi sempre più precisi (cronometri di bordo). In sintesi, il progresso. Senza la misura del tempo sempre più accurata, non ci sarebbe la civiltà che conosciamo. Ma dedichiamoci a orologi e passione. La storia che ci interessa qui è quella dell’orologeria meccanica, particolarmente di quella svizzera. I primi orologi meccanici risalgono al XIV secolo e furono costruiti in Europa e i primi orologi portatili (non possono essere definiti ancora orologi da tasca per le loro dimensioni e forme) furono introdotti nella seconda metà del XV secolo. Apparvero simultaneamente in Italia e in Germania. Quelli da tasca, seppure fossero per decenni assai ingombranti, furono introdotti nei primi decenni del XVI secolo e via via furono perfezionati con sempre maggiori innovazioni meccaniche e miniaturizzati, anche se i principi basilari del loro funzionamento rimasero inalterati per secoli fino all’introduzione degli orologi elettronici. L’industria orologiera più importante e significativa per quel che riguarda orologi e passione è l’industria orologiera svizzera. Va comunque ricordato che nell’orologeria meccanica la Francia e l’Inghilterra ebbero un ruolo determinante nello sviluppo tecnico degli orologi. Il riformatore francese Giovanni Calvino, a Ginevra, a metà de XVI secolo, proibì i segni esteriori di ricchezza (Ginevra era già protestante con Farel e aveva già promulgato editti che proibivano il lusso nella religione) obbligando i gioiellieri a trasformarsi sostanzialmente in orologiai. Un certo Bayard, dell’ondata di protestanti francesi e italiani arrivati a Ginevra nella prima metà del XVI secolo per sfuggire alle persecuzioni religiose, divenne il primo orologiaio ”ufficiale” nel 1554, ma altri apprendisti orologiai erano presenti a Ginevra in quel periodo. Infatti gli orologi non erano considerati gioielli perché utili ma potevano comunque essere oggetti di gran lusso. Nacque e si sviluppò così l’orologeria ginevrina che si caratterizzava per la sofisticazione e la ricchezza (pietre preziose, oro, smalti) dei suoi manufatti. Molti dei rifugiati ugonotti - così numerosi da raddoppiare il numero di abitanti della città - erano infatti artigiani, chi nel settore tessile, chi nella gioielleria, chi nell’orologeria o banchieri e aiutarono lo sviluppo industriale e commerciale di Ginevra. Una seconda ondata di rifugiati protestanti arrivò a Ginevra dopo la strage di San Bartolomeo nel 1572.
Orologio del 1650 (Wiki) Una terza ondata di ugonotti francesi arrivò a Ginevra dopo la revoca dell’Editto di Nantes, che li proteggeva, nel 1685, e fu più importante numericamente delle prime due. Una parte di questi nuovi rifugiati con molti orologiai e artigiani tra di loro, non potendo più stabilirsi a Ginevra, si distribuì nell’arco giurassiano (Vallée de Joux, regione del lago di Neuchâtel, Giura bernese, ecc.), fondando piccole manifatture anche orologiere. I contadini del Giura - regione dagli inverni lunghi e molto nevosi - avevano molto tempo a disposizione durante l’inverno e molti di loro si dedicarono, nella scia dei nuovi arrivati, all’orologeria. Erano aziende agricole d’estate e laboratori orologieri durante la brutta stagione. Una semi-leggendaria origine dell’orologeria giurassiana, particolarmente di quella dell’alto cantone di Neuchâtel, vuole che nel 1679 un mercante di cavalli tornato dall’Inghilterra con un orologio da tasca che si era rotto si rivolgesse al figlio di un fabbro nato a La Sagne (piccolo borgo del cantone di Neuchâtel) per ripararlo. Quest’ultimo, Daniel JeanRichard, lo esaminò, si appassionò alla meccanica e in un anno, dopo aver realizzato tutti gli strumenti necessari, lo riparò. Trasferitosi a Le Locle vi fondò un’impresa orologiera che divenne il seme del futuro sviluppo dell’industria della regione. Una leggenda? Forse, ma Daniel JeanRichard divenne comunque il nume tutelare dell’orologeria neocastellana e giurassiana. Anche nella pianura ai piedi del Giura in direzione di Zurigo, in città come Granges/Grenchen, Soletta, sciaffusa e Langendorf si svilupparono successivamente aziende orologiere.
Statua di Daniel JeanRichard a Le Locle Tra la fine del XVIII e il XX secolo l’industria si sviluppò ulteriormente e vennero fondate aziende importanti sia a Ginevra sia nell’arco giurassiano e le sue vicinanze. Nel cantone di Neuchâtel, ad esempio, si svilupparono due città gemelle: Le Locle e La Chaux-de-Fonds che divennero centri importantissimi dell’industria orologiera. La città di La Chaux-de-Fonds nel 1794, già centro orologiero, fu distrutta da un incendio e fu ricostruita con l’orologeria in mente seguendo un piano a scacchiera (all’americana) con strade dritte molto larghe per l’epoca, disposte ad angolo retto, onde permettere alla luce di penetrare meglio negli atelier degli orologiai, generalmente siti sotto o sopra l’abitazione dei dipendenti. Le 2 città funzionavano esse stesse come orologi. Costituite principalmente da una miriade di piccoli atelier che fabbricavano pezzi specifici degli orologi: chi le sfere (lancette), chi le casse, chi i quadranti, chi pezzi dei movimenti (calibri), ecc. Ogni azienda dipendeva dall’altra. Rare erano le aziende che facevano tutto o quasi in casa. Certe grandi aziende, all’inizio del XX secolo, avevano più di mille dipendenti e producevano centinaia di migliaia di orologi all’anno. Karl Marx definì la città nel “Il Capitale* come un’immensa città fabbrica. Per questi motivi entrambe le città sono diventate patrimonio dell’umanità Unesco per il loro urbanismo orologiero. A la Chaux-de-Fonds ha sede il museo internazionale dell’orologeria (MIH) che senz’altro vale una visita anche per chi non è un appassionato. https://www.chaux-de-fonds.ch/musees/mih/
Vista parziale di La Chaux-de-Fonds Nella seconda metà del XIX secolo l’importante industria americana degli orologi era molto meccanizzata e fordista ante-litteram e l’industria svizzera, più frammentata e artigianale, dovette adattarsi per competere. Anche con l’aiuto di imprenditori ebraici immigrati dall’Alsazia che si stabilirono principalmente nelle montagne neocastellane, ma non solo, l’industria adottò metodi produttivi più moderni. Alla fine del XIX secolo l’industria svizzera iniziò a dominare per innovazione e qualità l’industria orologiera mondiale; dominazione che si protrasse per quasi tutto il XX secolo. A Ginevra e nella Vallée de Joux grandi “Maison” si affermarono come icone a livello mondiale: Rolex, Patek Philippe, Vacheron & Constantin (fondata nel 1755), Universal Genève, Audemars Piguet. Nel Giura bernese e a Biel/Bienne: Longines, Omega, Heuer, Marvin. A Le Locle: Zenith, Tissot, Ulysse Nardin. A La Chaux-de-Fonds: Movado, Election, Girard- Perregaux, Eberhard, Breitling, Invicta, Vulcain, Ogival. Nel Giura neocastellano: Piaget. A Soletta: IWC. A Granges /Grenchen: Eterna. Le aziende erano centinaia e ovviamente non si possono citare tutte in questa breve retrospettiva. Certe manifatture producevano quasi tutto l’orologio in casa, altre aziende assemblavano solo componenti prodotti da terzi. Altre grandi aziende erano (sono) specializzate nella produzione di “ébauche” ovvero solo del movimento (calibro) nudo. Ad esempio alla sua fondazione nel 1926 Ébauches SA a Neuchàtel (oggi ETA), essa stessa un conglomerato di altre preesistenti aziende (A. Schild, FHF, Michel), impiegava 6000 dipendenti, per - successivamente inglobando altre importanti aziende (Landeron, Felsa, Venus, Unitas, FEF, Valjoux, ecc.) - arrivare a più di 10000. L’industria orologiera svizzera aveva un’importanza fondamentale per l’economia nel suo insieme: infatti l’orologeria ha stimolato tutto il comparto industriale delle macchine utensili necessarie per la sua meccanizzazione, macchine utensili che servivano anche ad altri scopi (micromeccanica e meccanica di precisione in generale) e che si affermarono sul mercato mondiale per la loro grande qualità e precisione. All’avvento degli orologi da polso al quarzo, resi ubiqui dai giapponesi negli anni 70 del secolo scorso seguì una grave crisi dell’industria svizzera che non seppe adeguarsi alla nuova tecnologia in tempo seppure la possedesse. Molte aziende scomparvero, altre furono salvate per il valore del loro brand, certe vissero sul loro prestigio. Quel decennio e l’inizio del successivo fu, per l’industria orologiera svizzera, un vero e proprio calvario con grave danno per l’occupazione. Dai primi anni ottanta però l’industria svizzera reagì (concentrazioni e investimenti in ricerca e sviluppo) e si dedicò a quello che sa fare meglio: gli orologi meccanici di alta gamma partendo paradossalmente da un orologio rivoluzionario nel suo concetto, semplice e al quarzo: lo “Swatch”! La rinascita fu inaspettata e superò tutte le più rosee previsioni. Mettendo in gioco la sua storia, le sue capacità tecniche e il suo prestigio secolare l’industria svizzera dell’orologeria riconquistò il suo posto sul gradino più alto del podio. Di tutti gli orologi prodotti nel mondo la Svizzera attualmente ne produce poco meno del 3% ma rappresentano più del 50% del valore complessivo della produzione orologiera mondiale. Ad esempio le esportazioni svizzere di orologi, nel 2014, hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 22,2 miliardi di CHF (Circa 20,3 mia di EUR).
Non mi dilungherò sulle vicissitudini dell’assetto proprietario delle aziende orologiere svizzere degli ultimi 5 rivoluzionari decenni. Si può sommariamente dire che a fronte di grandi e iconiche aziende rimaste indipendenti (Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet, ecc.) molte altre fanno parte di grandi gruppi orologieri o del Lusso: Swatch Group, LVMH, Richemont, Kering, ecc. Altre ancora sono di proprietà estera o sono state spostate in altri lidi. Inoltre, negli ultimi decenni si sono create aziende indipendenti che producono orologi meccanici in piccole quantità ma di grandissimo pregio tecnologico o di alta gioielleria.
Un orologio Philippe Dufour (orologiaio indipendente)
Greubel Forsey La Chaux-de-Fonds
Franck Müller Genève Orologi e passione: Il collezionismo Ci sono varie forme di collezionismo di orologi. Le due più importanti sono gli orologi da tasca e gli orologi da polso, collezionismi a volte combinati. Ci occuperemo brevemente in orologi e passione di quelli da polso che sono gli orologi più ricercati dai collezionisti, soprattutto i modelli realizzati nel secondo dopoguerra, anche se gli orologi da polso dei primi decenni del secolo scorso non sono disdegnati. La storia del primo orologio da polso è assai dibattuta: i primi furono orologi per signore, più gioielli che orologi, per gli orologi maschili invece c’è chi dice che il primo fu realizzato addirittura nel XVI secolo, chi attribuisce la sua paternità a Patek Philippe nel 1868 e chi la attribuisce a Girard-Perregaux che realizzò una serie di orologi da polso per la marina tedesca alla fine del XIX secolo.
Patek Philippe da tasca del 1908 Si può senz’altro affermare che gli orologi da polso sono diventati ubiqui, per gli uomini, dai primi decenni del secolo scorso. Durante la prima guerra mondiale gli ufficiali e i piloti portavano spesso orologi da polso detti “trench watch”, concepiti per l’uso militare, con una griglia metallica protettiva, più o meno impermeabili. Erano orologi assai grandi e spessi e realizzati con movimenti da orologi da tasca, molto più pratici durante i combattimenti (trincee, aviazione) che non i tasca. Dopo la prima guerra mondiale gli orologi da tasca ebbero tendenza a scomparire e l’industria si mise a produrre orologi da polso accessibili a quasi tutti i ceti sociali. Negli anni 30 la proporzione nella produzione tra gli orologi da polso e quelli da tasca era di circa 50/1. Inoltre gli orologi da polso furono aiutati nella loro diffusione planetaria da innovazioni che li rendevano sempre più affidabili e solidi. Si affermarono alla fine della prima metà del secolo scorso, nella grande produzione, la cassa impermeabile, l’antiurto e soprattutto il movimento automatico. Già esistenti nella prima metà del secolo scorso ma relativamente rari e considerati orologi da lavoro i cronografi, dagli anni 60/70, divennero orologi molto diffusi. Le casse degli orologi da polso possono essere in acciaio, in argento, in oro con varie gradazioni (9,14,18 carati), in platino e più recentemente in titanio - e anche se più raramente - in bronzo. I cinturini e i bracciali hanno materiali e fogge infinite, inutile descriverli.
Trench watch della WWI
Movimento cronografico Valjoux 72 per un Rolex Daytona anni 60/70
1982 Movimento (calibro) ETA 2824-2 automatico, antiurto Il collezionismo di orologi non è una novità. L’orologio, se è sempre stato considerato un oggetto utilitaristico, è anche e soprattutto un oggetto che nelle sue varie forme può acquisire un grande valore tecnico (cronografi, calendari completi, annuali, perpetui, rattrappante, répétition minute, tourbillon, ecc.), essere uno status symbol o diventare un vero e proprio gioiello sia per la presenza di complicazioni straordinarie sia per il lavoro orafo che lo compone e questo ne fa, anche per l’immensa varietà di modelli, le varie tipologie, le sue dimensioni e la grande diversità dei prezzi, un oggetto ideale da collezionare.
Movado cronografo M95 degli anni 40
Patek Philippe calendario perpetuo del 1943 Seppure il collezionismo di orologi fosse già molto diffuso nella seconda metà del secolo scorso, l’avvento del web ha amplificato il numero di collezionisti. Infatti molti ritrovano orologi dei nonni o dei padri e il web permette di venderli o di scambiarli, commercianti di orologi nuovi o vintage vi trovano una vetrina globale e i collezionisti una miniera da scavare. Inoltre il web fornisce la possibilità di informarsi sui modelli, le “Maison”, i movimenti (calibri), la tecnica, le sempre più frequenti aste, la storia delle singole aziende, anche di quelle scomparse, ecc. Anche l’editoria si è accodata pubblicando molti periodici e libri dedicati al collezionismo di orologi. Non si collezionano solo orologi di gran pregio ma anche orologi a basso costo, seguendo spesso un personale “fil rouge” che può essere la storia, l’innovazione tecnica, il periodo storico, una tipologia (solo tempo, cronografo, cronometro, subacqueo, complicato, ecc.), una “Maison” particolare o semplicemente l’estetica. Va detto che per i loro movimenti assai complicati ed esteticamente pregevoli i cronografi godono di grande considerazione presso i collezionisti.
Rolex submariner del 1953 (il primo) Il collezionismo di orologi apre un mondo fatto di tecnica sopraffina. Un orologio meccanico è un oggetto dal fascino particolare, che allea utilità, tecnica ed estetica, non è solo uno status symbol ma spesso procura una soddisfazione intima al collezionista quando pensa che al polso ha un oggetto del quale conosce la meraviglia meccanica che nasconde, o la sua storia. Ovviamente anche i più moderni orologi al quarzo non sono da disdegnare e meritano rispetto e considerazione. Inoltre la storia dell’orologeria meccanica non si ferma in Svizzera. Orologi e passione vale anche per gli orologi giapponesi, tedeschi e americani spesso prodotti di grande orologeria, ma anche i russi, i cinesi, gli indiani e altri meritano considerazione e sono spesso oggetto di collezionismo.
Cronografo Omega Speedmaster professional del 1968 (detto Moonwatch). Due Libri su tutti per iniziare a conoscere l’orologeria da collezione: di Marco Strazzi: Giornalista, scrittore e storico dell’orologeria. Libri (italiano/inglese) ottenibili su AMAZON o direttamente sul suo sito The Museum Collection.
“The Museum Collection è un viaggio attraverso gli strumenti per la misura del tempo, il biglietto d'ingresso di una mostra, una fonte d'ispirazione per gli appassionati desiderosi di costruire la collezione perfetta. Cos'è la "collezione perfetta"? Secondo l'interpretazione proposta dal libro, è quella che comprende i cento orologi da polso più rilevanti del Ventesimo Secolo sotto il profilo tecnico ed estetico…”
”Lancette & C. è l’avventura dell’orologio da polso come non è mai stata raccontata prima: anno per anno, modello per modello, immagine per immagine. Il volume ripercorre un secolo di tecnica e design…” L'articolo su orologi e passioni: Piccola storia dell'orologeria svizzera è stato scritto da Mauro Locatelli: appassionato collezionista, ha lavorato per più di trent’anni come trader e gestore per le più importanti case di brokeraggio USA/UK, tra le quali ED&F Man e Refco. Specializzato in trading speculativo e hedging su valute, commodities e strumenti derivati, dispone della licenza USA per operare sui mercati americani (03 series). Nel 1989, inoltre, ha ottenuto la licenza di Fiduciario Finanziario dal Consiglio di Stato del Cantone Ticino. Read the full article
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CNA: Un corso specialistico sul corallo. Lunedi’ 27 gennaio ore 10,30 Oromare/ Marcianise
Oromare, il Centro Orafo produttivo di Marcianise (Caserta), che raccoglie svariate aziende specializzate del comparto gioielleria, punta al futuro con un ambizioso progetto che mira a rafforzare il valore e l’unicità del Corallo, gemma che è il simbolo di eccellenza dell’artigianato campano nel mondo e che deve trovare finalmente una propria collocazione nel settore delle pietre preziose...
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source http://www.ilmonito.it/cna-un-corso-specialistico-sul-corallo-lunedi-27-gennaio-ore-1030-oromare-marcianise/
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The Protagonist, il lusso è sostenibile
The Protagonist Designers
KBrunini
Alessio Boschi
Alexander Laut
Alexandra Mor, Chiara Passoni, David Wong
Alexander Laut
Alexandra Mor
Alexandra Mor
Alexandra Mor
Alexandra Mor
Atmosfera
Campari
Faraone Mennella
Faraone Mennella
Ilaria Anghinoni, Siddharth Kasliwal, Francesca Ragazzi, Elisa Colosimo
Karen Suen
Karen Suen
Leandro Scarpa, Gennaro Auletto
Liza Borzaya
Liza Borzaya
Liza Borzaya
Lydia Courteille, Francesca Ragazzi
Lydia Courteille
Munnu the Gem Palace
Peggy Gulnness
Sarah Narici, Alessandro Cremona
Alessio Boschi
Alessio Boschi
Alessio Boschi
Empress Gin
L’evento internazionale di Vogue Italia, The Protagonist, anche questa edizione ha scelto di presentare le creazioni di designer internazionali di alta gioielleria al Salon Art + Design, la fiera di arte e design che si è svolta dal 14 al 18 novembre al The Park Avenue Armory a New York.
The Protagonist è la prima esposizione che presenta gioielli di qualità realizzati utilizzando solo materiali alternativi di origine naturale e sostenendo progetti ambientali e sociali. In questi anni è diventato sinonimo di sostenibilità e innovazione e si conferma un vero e proprio apripista nel mondo dell’alta gioielleria.
“Più forti insieme.” – commenta Francesca Ragazzi, Fashion and Accessory Market Director di Vogue Italia – “Oggi la sostenibilità è diventata una conversazione globale. Ecco perché Vogue Italia e Alexandra Mor si sono uniti, scovando i più talentuosi designer di gioielli di tutto il mondo, per unire le forze sulla scia di una causa importante. Tutti sono stati chiamati all’azione – redattori, creativi ed esperti – per adempiere al dovere di condividere le conoscenze, creare consapevolezza e proteggere le realtà locali. Unisciti a noi in un viaggio significativo dei nostri valori, patrimonio, talento e bellezza.”
“Il nostro gruppo di designer di gioielli di alta gamma sta aprendo la strada a un’industria di gioielleria di alta qualità.” – afferma Alexandra Mor, Haute Couture designer and Artistic Director – “Grazie all’utilizzo di materiali sostenibili, rispettosi dell’ambiente e di provenienza responsabile senza comprometterne valore, artigianalità, estetica o qualità.”
Per questa edizione a presentare le loro creazioni di haute jewellery, realizzate con materiali naturali, sostenibili e riciclati come pietre e metalli preziosi e legno di recupero, sono stati Alessio Boschi, Alexandra Mor, Alexander Laut, Chiara Passoni, Chris Davies, Amedeo by Faraone Mennella, Feng J, Munnu The Gem Palace, Karen Suen, KBrunini, Liza Borzaya, Lydia Courteille, Neha Dani, Peggy Guinness e Yair Shimansky.
“Siamo lieti e orgogliosi di ospitare The Protagonist, un evento in collaborazione con Vogue Italia che celebra la sostenibilità e focalizza l’attenzione sul futuro del nostro pianeta” – afferma Jill Bokor, Esecutive Director di Salon Art – “Alexandra Mor ha svolto un lavoro incredibile nella selezione di queste opere di alta gioielleria che saranno in mostra al Salon Art + Design e che coniugano artigianalità e lusso sostenibile”.
The Protagonist è stato inaugurato il 14 novembre con una serata su invito al The Salon Art + Design, mentre il 16 Novembre, un panel di ospiti ha trattato il tema della sostenibilità nel mondo dell’alta gioielleria. Hanno moderato il talk Alexandra Mor e Francesca Ragazzi.
Il 10% di tutti i profitti delle vendite sarà destinato a Space for Giants, un’organizzazione internazionale per la conservazione che protegge i grandi paesaggi della fauna selvatica africana di cui gli elefanti hanno bisogno per sopravvivere e prosperare.
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COLLEZIONE MONDO WHITE BY FARNESE GIOIELLI: ANELLO LUXOR
La COLLEZIONE MONDO è la linea di alta gioielleria che la Maison Farnese Gioielli dedica all’universo interiore femminile ed è ispirata a due concetti contrapposti che ben rappresentano la donna: mutevolezza e solidità. Una collezione che segna un taglio netto col passato e annuncia la nascita dell’Alta Giolleria del futuro.
La COLLEZIONE MONDO by Farnese Gioielli dispone di tre modelli di anelli e di orecchini: LUXOR, PANTHEON, VERSAILLES.
I tre modelli variano per complessità, per numero di diamanti incastonati ed inoltre vengono realizzati in due differenti versioni: oro giallo (MONDO GOLD) ed oro bianco (MONDO WHITE).
Gli SPINES, pavè di pietre preziose intercambiabili sono l’essenza e l’anima della COLLEZIONE MONDO, permettono di vesire ogni anello rendendolo perfetto per ogni occasione. Gli SPINES sono disponibili in cinque colori: BLUE SPINE (Pavè adornato da 60 zaffiri), RED SPINE (Pavè adornato da 60 rubini), GREEN SPINE (Pavè adornato da 60 rubini) e BLACK SPINE (pavè adornato da 60 diamanti neri) e WHITE SPINE (pavè adornato da 60 diamanti).
L’anello LUXOR WHITE è relizzato in oro bianco senza diamanti incastonati. Come tutti e tre i modelli presenta un sistema di chiusura meccanica al cui interno possono esser inseriti i pavè di pietre preziose intercambiabili (SPINE), disponibili sia in oro bianco che giallo.
La Collezione Mondo rappresenta la massima espressione orafa del nostro tempo perché in grado di unire il grande ingegno ingegneristico italiano, alla raffinata tradizione orafa Valenzana.
Per ulteriori informazioni: www.farnesegioielli.com Blu Wom Milano www.bluwom-milano.com 02 87384640 [email protected]
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Intervista al duo creativo Pandora
Cosa collega il Rinascimento e questi tempi digitali di “experience” ed “expression”? Lo racconta il duo creativo di PANDORA con una nuova collezione.
«Il Rinascimento ci ha sempre affascinato, esiste un filo sottile ma forte tra questo periodo storico e l’emancipazione femminile. È lì che le donne hanno iniziato a forgiare il loro futuro, a prendere coscienza del loro potere. E la gioielleria era uno strumento vitale per esprimere se stesse ». Così A. Filippo Ficarelli e Francesco Terzi, duo creativo di Pandora, il brand danese che dal 1982 produce gioielli rifiniti a mano in modo sostenibile, con materiali di alta qualità e a prezzi accessibili. Filippo il visionario, l’appassionato, Francesco il risoluto, l’incisivo. Opposti e complementari in un sodalizio che dura da anni. Con loro si discute di creatività, stile, preziosità. «Il gioiello ha il vantaggio del tempo», spiega Filippo. «È nel tempo che cresce di valore, passa di mano, e nascono nuove suggestioni». Qual è oggi il suo significato? È puro decorativismo? «Il décor è quasi ovvio, ma oggi sta tornando forte il desiderio di prezioso con un senso, un significato, che sia un ricordo o un tratto di sé», dice Francesco. La nuova collezione di bracciali e speciali charms che hanno ideato per Pandora si chiama “Reflexions”, ed è un inno allo stile personale: «È una nuova tappa del nostro percorso dopo “Primavera”, ispirata a Botticelli», chiarisce poi. «Nella “X” sono racchiusi significati come experience, expression che rimandano al carattere di chi li indossa». La costruzione del look personale si basa su bracciali flessibili in maglia Milano – morbida texture che segue i movimenti del corpo – abbinati a charms dalle linee grafiche e pulite, con inserti di silicone che li mantengono a posto. «Abbiamo lavorato su pochi elementi iconici del brand come corona, cuore, infinito… Elementi che compongono lo stile, non un trend, parola inutile per i gioielli. Il loro carisma dipende più dal modo in cui li si indossa».
Vogue Italia, settembre 2018, n.817, pag. 304
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Quando i giochi non sono più “una cosa da bambini”
Parliamo di gamification, ma prima di poter iniziare ad approfondire dobbiamo capire di cosa si tratta.
Da come si può intuire dal nome, è un processo che induce l’utente a compiere diverse azioni come se fossero un gioco. Semplice no?
Facciamo un esempio: pensate di essere un insegnante che deve incentivare i suoi ragazzi a studiare costantemente, non solo il giorno prima della verifica.
Ripetere che lo studio è importante non ha funzionato, quindi pensate di ingaggiare l’attenzione degli studenti attraverso dei piccoli giochi, come ad esempio un quiz a punti. All’inizio i ragazzi potrebbero essere un po' scettici, ma poi, una sana rivalità potrà incentivare i ragazzi ad impegnarsi di più, soprattutto se alla fine possono riceverne dei vantaggi in cambio.
La gamification è una prassi che sta prendendo sempre più piede sia da parte di aziende che vogliono avvicinarsi di più al proprio pubblico, sia da influencer e simili per interagire meglio con la propria community e testare gli umori riguardo argomenti “caldi”, ma ci sono anche startup che cercano di portare un valore aggiunto alle aziende, alle scuole o ai liberi professionisti proprio sfruttando questo processo.
Per quanto riguarda le aziende, abbiamo già parlato del try-on di Gucci qui, che attraverso la sua app rende divertente la prova di specifiche collezioni; oppure possiamo citare Swarovski con i suoi store digitali che sfruttano specchi particolari per permetterti di provare diverse linee di gioielleria e condividere direttamente l’esperienza con i tuoi followers sui social; o ancora Intesa San Paolo, con la sua app “Reward”, che settimanalmente mette a disposizione agli utenti più veloci, diversi premi e sconti.
Insomma, molte aziende stanno iniziando a dare spazio alla gamification: chi in modo più evidente, chi inserendo semplicemente una ruota della fortuna all’interno del proprio sito o app.
Per quanto riguarda gli influencer o le pagine social più attive, basta pensare a quante volte vi capita di rispondere a un quiz piuttosto che a un sondaggio, nelle loro stories. Si, anche questa è gamification.
Se viene fatta in questo modo, non solo crea engagement nel pubblico, ma permette di raccoglie molti dati utili come il numero di persone che partecipa attivamente, rispetto ai followers totali; se un argomento può essere interessante o rivelarsi un campo minato; quali sono gli interessi della community riguardo un dato argomento; cosa la community si aspetta da chi segue, ecc… Quei simpatici quiz possono anche fidelizzare la community, che vedendo rispettati i propri interessi e aspettative si sente ascoltati e valorizzati.
Ricordate sempre che quando si hanno dubbi su un contenuto o su qualcosa di cui si vuole parlare, potete sempre fare affidamento sulla community a patto che non lo facciate sempre (altrimenti può sembrare che non siate in grado di gestire il vostro social e che cerchiate solo like) e che abbiate una community attiva e presente, in caso contrario potreste aggiungere come obbiettivo nella vostra strategia “creare una community funzionale”.
Se volete sfruttare i social e non avete una strategia, male male!
C’è poi chi decide di entrare nel mondo del gaming con tutti e due i piedi: Chiara Ferragni, colei che ha praticamente inventato gli influencer, questa settimana ha lancio il suo gioco personalizzato.
Con chiare ispirazioni al caro vecchio Super Mario, lo scopo del platform pixelato a scorrimento è quello di salvare Matilda, la french bulldog che da anni accompagna la ragazza, superando diversi livelli e raccogliendo piccoli oggetti senza farsi uccidere dai mostri. Si, lo so perché l’ho provato, è parte del mio lavoro studiare anche le dinamiche dei “big” per capire come e se funzionano.
Tutto questo è un sistema mirato a far conoscere e avvicinare il pubblico al proprio brand, nulla è lasciato al caso, sono comunque curiosa di vederne poi i risultati.
Arriviamo a parlare di chi si è posto come obbiettivo quello di mettere a disposizione la gamification a scuole, liberi professionisti e aziende, aiutandole così anche ad avvicinarsi al mondo del digital.
Una fra queste è Wibo, una start up che ho avuto modo di conoscere e veder crescere nel corso degli ultimi anni e quindi sono felice di proporla come esempio.
Ho chiesto ad Alessandro Busso COO & Co-Founder di Wibo, di rispondere a qualche domanda che possa aiutarci a capire quanto e in quanti modi si possa sfruttare la gamification.
La prima domanda è stata “Perché scegliere proprio il quiz come app di gioco?”, sembra scontato, ma in realtà le tipologie di gioco sono tantissime (infatti la Ferragni ha scelto un platform); Alessandro mi ha risposto così:
“Crediamo che il format del quiz abbia un grandissimo potenziale, sia per la creazione di engagement, sia per la formazione: innanzitutto si tratta di un gioco, quindi è un’esperienza piacevole per l’utente, che è portato a interagire moltissimo e viene costantemente gratificato dalla possibilità di ricevere ricompense, come i punti utili a scalare la classifica o le medaglie per i primi classificati. Ma il quiz, oltre a essere un gioco, è anche un format utile a veicolare informazioni che l’utente deve o vuole apprendere: in questo senso è anche educativo. La parte di gioco aiuta a mantenere alta l’attenzione dell’utente e il suo coinvolgimento, in questo modo i contenuti del quiz saranno più facilmente memorizzati.”
Nulla di più vero, fai divertire i tuoi utenti e avrai vinto 2 volte: lo avrai fidelizzato e avrai aumentato la tua brand awarness, garantendoti uno spazio più ampio all’interno della sua mente.
Abbiamo però detto che Wibo è riuscita a fare un passetto in più instaurando delle collaborazioni con aziende, liberi professionisti e scuole, gli ho quindi chiesto: “Cosa vi ha fatto decidere di fare il salto da app di gioco a app di servizio e cosa rende Wibo utile alle aziende con cui collaborate?”
Con la sua risposta, Alessandro, mi fa capire lo studio accurato del proprio target e delle necessità delle aziende sviluppatesi anche durante la pandemia: “Le aziende si stanno rendendo conto di quanto sia importante coinvolgere i propri dipendenti e clienti per mantenere tutti allineati, produttivi e in una generale condizione di benessere. La pandemia, che ha costretto molti a lavorare da remoto, ha reso ancora più difficile la creazione di engagement perché ha di fatto azzerato le relazioni nel mondo fisico. Da qui l’esigenza, a guardare a nuovi strumenti, che facilitino il coinvolgimento e stimolino la collaborazione. Tra questi strumenti, Wibo è un’ottima soluzione per catturare l’attenzione e rendere più efficace la comunicazione, anche da remoto. […] Le aziende si affidano a noi per migliorare i propri webinar o eventi interni, spesso noiosi perché poco interattivi per i partecipanti. Oltre alla creazione di coinvolgimento, Wibo è utile per la formazione: se i partecipanti di una lezione sono più coinvolti, impareranno più velocemente e in meno tempo.”
Ecco, quando pensiamo a migliorare il nostro brand, indipendentemente da quale esso sia, ci concentriamo sul cliente, ma non sempre è la soluzione migliore. Qui Alessandro ci fa notare che coinvolgere i propri dipendenti e creare un piacevole ambiente di lavoro, può essere un’idea vincente: ricordate che un dipendente felice, sarà il primo brand ambassador della nostra attività.
Alessandro mi ha poi spiegato di come stanno iniziando a collaborare con insegnati, soprattutto della scuola secondaria: “Nel mondo scolastico stiamo ancora validando il nostro prodotto: gli insegnanti con cui collaboriamo sanno che i loro feedback sono indispensabili per creare un prodotto sempre più vicino alle loro esigenze.”
Il team di Wibo è riuscito a coltivare collaborazioni con aziende del calibro di Boing, Deliveroo e Fkc e non ha intenzione di fermarsi qui: al momento stanno lavorando sui feedback che ricevono dalle varie collaborazioni, così da poter fornire un prodotto sempre migliore.
Quando ho chiesto ad Alessandro quali fossero i programmi per il futuro, la sua risposta è stata molto chiara e mi ha fatto capire quanto, lui e tutto il team di Wibo, siano determinati a crescere: “[…] In futuro vogliamo automatizzare la vendita del prodotto, che si potrà quindi acquistare direttamente dal nostro sito, https://wibo.app, e svilupperemo delle funzionalità enterprise, utili soprattutto al settore HR e People and Culture delle grandi aziende. Lato scolastico, invece, cercheremo di offrire un prodotto utile agli insegnanti, per quanto possibile gratuito, e che li aiuti davvero a costruire un programma didattico innovativo.”
Vi consiglio di seguire i progressi di Wibo e magari fare un giro sul loro sito e sulla pagina di instagram @wibo.family
Per noi è il momento di tirare le somme perché, si tutto questo è molto bello, ma a noi piccoli, con budget tendenzialmente molto più basso rispetto a quello di Chiara Ferragni, come possiamo utilizzare la gamification?
Le soluzioni sono diverse, come ad esempio sfruttare i social usando i quiz o i bottoni interattivi delle stories per ingaggiare il pubblico; creare delle landing page “giocose” per attirare l’attenzione di chi atterra per la prima volta sul nostro sito; proporre attività interattive che coinvolgono i nostri utenti e che li facciano interagire tra loro, attraverso app di terzi come Wibo; ecc…
Ma perché limitarsi ai clienti, perché non creare un sistema interattivo per il proprio team?
Il lavoro di un gruppo coeso è sempre migliore di quello di un gruppo che non comunica o che non ha feeling, quindi perché non investire un po' per migliorare il clima all’interno della nostra società? Una persona felice di andare a lavoro crea una reazione a catena da non sottovalutare, ma di questo parleremo un’altra volta.
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