#giallo contemporaneo.
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pier-carlo-universe · 4 days ago
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Punizione di Elizabeth George: un nuovo avvincente caso per l’ispettore Lynley. Recensione di Alessandria today
Quando i segreti di una famiglia diventano una minaccia mortale
Quando i segreti di una famiglia diventano una minaccia mortale. Elizabeth George, maestra del giallo psicologico, torna con un nuovo capitolo della celebre serie dedicata all’ispettore Thomas Lynley. In Punizione, l’autrice ci conduce in una trama intricata e oscura, dove la ricerca della verità si intreccia con le profondità dell’animo umano. Con il suo stile inconfondibile, Elizabeth George…
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stillucestore · 2 years ago
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😊 Iniziamo la settimana con un'autentica chicca del design italiano: la Mini Coupé, la scala ridotta dell'originale Coupé ideata da Joe Colombo nel 1967.
Con i suoi soli 34 cm di altezza e i suoi nuovi colori, questa lampada racchiude tutta la forza e la sperimentazione che hanno contraddistinto le creazioni di Colombo negli anni Sessanta.
Mini Coupé conserva il profilo riconoscibile e il carattere deciso che hanno reso la collezione Coupé un'icona del design contemporaneo. Ma uno dei tratti più distintivi sono sicuramente le nuove cromie: nero lucido, anodic bronze, rosso scarlet e il mio preferito, il giallo mustard.
📸 n. 4: Anna Sutor for OLuce ©
La Casa comincia dalla Luce.
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weirdesplinder · 7 months ago
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 I seguiti dei Promessi sposi
Quest'anno, anzi quest'estate nella libreria italiane è uscito ad opera della scrittrice americana di origini italiane Ben Pastor un romanzo sequel de I PROMESSI SPOSI, tra l'altro un giallo.
NELLA FOSSA DEI LUPI o COME PROSEGUONO I PROMESSI SPOSI, di Ben Pastor
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Trama: Renzo, Lucia, Don Abbondio, l'Innominato sono i grandi e indimenticabili personaggi de I promessi sposi… Ma cosa succede quando ce li ritroviamo davanti a tre anni di distanza dall'inizio delle loro avventure nel novembre del 1628? Che sorpresa: economicamente sistemati, in attesa di un figlio, mentre Milano si rialza dopo i disastri della peste. Andrebbe tutto bene se il loro persecutore pentito, l'Innominato, al secolo Bernardino Visconti, non venisse assassinato nei monti sopra Lecco, in un luogo impervio dove si dà la caccia ai lupi. Perché? Qualcuno forse non gli ha perdonato le antiche malefatte? Tutto si complica nuovamente, e questa volta a causa di un'indagine affidata al giovane luogotenente di giustizia Diego Antonio de Olivares. Il sospetto aleggia dentro e fuori una Milano dai fetidi bassifondi, tra miracoli veri o falsi, attentati e vendette. Ben Pastor ci guida con mano sicura lungo le strade che portano al confine veneto, rispondendo a domande che forse avevamo fin dalla giovinezza: il pavido curato Don Abbondio ha imparato la sua lezione? Renzo è ancora impulsivo? Cosa può la giustizia dello Stato italo-spagnolo contro la violenza di un omicidio eccellente, che qualcuno forse non vuole far risolvere? Ci imbattiamo nei "bravi" restati senza impiego, nel caso criminale della Monaca di Monza, e in una signora elusiva e affascinante come Donna Polissena, in possesso di qualcosa che aiuterà un sempre più ammirato Olivares a sciogliere l'enigma.
L'ho subito messo nella mia lista dei libri da leggere anche perchè tutti ne parlano molto bene, e come sapete io adoro scoprire i sequel di romanzi classici della letteratura, come prova il mio tentativo di leggere tutti i sequel mai scritti di Orgoglio e pregiudizio.
Tra l'altro ho notato che molti sequel moderni di questi classici della letteratura si presentano in forma di giallo...chissà perchè....?
Comunque armata di pazienza ho iniziato delle ricerche per scoprire se esistono altro seguiti dei Promessi sposi, di cui non conoscevo l'esistenza e la risposta è sì, esistono.
Già un contemporaneo del Manzoni, Antonio Balbiani, scrisse nel 1872 un proseguo del romanzo, che intitolò I figli di Renzo Tramaglino e di Lucia Mondella
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Trama: Il romanzo torna indietro rispetto al finale dei Promessi sposi del Manzoni che nell’ultimo capitolo aveva già raccontato sia le nozze, che il trasloco, che la nascita della prima figlia di Renzo e Lucia, e parte di nuovo dal matrimonio raccontandolo con novizia di particolari, e ogni cosa viene poi raccontata con molti approfondimenti, pure troppi. Balbiani segue passo passo Renzo e Lucia nella loro vita assieme. La trama ci racconta dei loro figli: dopo Maria verranno Cristoforo, Nicola (nome del papà di Renzo), Agnesina ma anche un bimbo morto «a quattr'anni d'angina, dopo una filza di rimedi» e ancora una Perpetua e un Abbondio il quale - ma pensa un po' - si farà prete. Ad affollare il racconto compaiono numerosi altri personaggi, vecchie e nuove conoscenze. Compare, un cantastorie chiamato Tabularasa, ricompare quel Nibbio che comandava i bravi dell'Innominato ed è ormai pentito, e per lettera si fa vivo anche don Abbondio . Ricompare anche il Sarto, quello che ospitò Lucia una volta liberata dall'Innominato. O, meglio, ne compaiono i figli a salvare il giovane Cristoforo assalito dai briganti, che erano, naturalmente, i banditi della Malanotte. Anni dopo, Cristoforo sposerà proprio una figlia del Sarto. Il racconto arriva fino alla morte di Lucia, proprio alla vigilia della prima messa del "novello" don Abbondio (e in futuro pure Agnesina prenderà i voti). Come il Nibbio, anche Lucia in punto di morte ha da chieder perdono per un'ingiustizia commessa nei confronti di una giovanissima filandiera.
Renzo e Lucia, di M. Giovannetti, scritto nel 1905
Trama: La vicenda è ambientata nel 1640, quando Renzo e Lucia, sono ormai marito e moglie da nove anni e Renzo è padrone di un filatoio alle porte di Bergamo. Quell'anno entra nella loro casa Clara, la figlia del servo dell’ambasciatore di Venezia finito impiccato, che è rimasta senza tetto e senza un soldo e va quindi aiutata. Peccato che sia anche molto bella e Renzo se ne invaghisca, e seppur la decisione sia tribulata, ne fa la sua amante, facendola ospitare da una vecchia e avida megera, finanziando i capricci dell’una e dell’altra. Ed è una relazione che porta Renzo alla rovina. Per amore della giovane veneziana, infatti, arriva a vendere casa e filatoio, incurante di lasciare Lucia e figli sulla strada, pronto a fuggire chissà dove con l’amante. A raddrizzare la situazione ci pensa iò vecchio factotum del filatoio che Renzo aveva cacciato tempo prima nonostante l’avvertimento di Lucia che forse un giorno avrebbero avuto bisogno dei suoi servigi…. E all’improvviso, in quattro e quattr’otto, Renzo pentito se ne torna a casa dove viene accolto come se nulla fosse accaduto, trovando una Lucia sorridente e i figli più che sereni. Perché in fondo, l’animo di Renzo Tramaglino è quello d’un uomo buono e non di un malvagio. Come del resto decreta la stessa Agnese, la madre di Lucia, sul letto di morte, dove si trova proprio per le pene datele dallo sconsiderato e fedifrago genero.
Maria Tramaglino, di Bruno Civardi
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Trama: Questo romanzo scritto nel 2012 comincia là dove erano finiti i Promessi Sposi e la sua protagonista, Maria, è la primogenita di Lucia e Renzo. Vi compaiono molti dei personaggi presenti nel celebre romanzo del Manzoni, a partire da Renzo, Agnese, e poi il Nibbio, la monaca di Monza. Ma a questi  se ne affiancano di nuovi, . La giovane protagonista, personaggio alquanto moderno, portatrice di un segreto e alla ricerca di una verità, si spinge dal suo paesello fino a una Napoli scossa dalla rivoluzione.
Non ho trovato nelle mie ricerche altri seguiti de I promessi sposi, se voi ne conoscete segnalatemeli in commento, ma esistono delle farse o parodie uscite già a breve distanza dal romanzo originale e delle riscritture moderne molto ma molto lontane dall'opera manzoniana come ad esempio la duologia fantasy Engaged formata dai libri:
Il libro di Renzo, Engaged vol.1, di Beppe Rocari
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Trama: Da secoli impegnati in una partita senza esclusione di colpi tra Bene e Male, l'angelo Mumiah e il demone Belial stanno assistendo al rogo di Giordano Bruno, nella speranza di impossessarsi del famoso Libro segreto scritto dal filosofo nolano, custode di un grandissimo potere. Quando il volume, però, sparisce nel nulla, cominciano una ricerca forsennata che li conduce fino a Lecco e che si intreccia con la vita di due giovani: Renzo e Lucia. Promessi sposi in procinto di coronare il loro sogno d'amore, diventano pedine nella partita a scacchi tra l'angelo, che cerca in ogni modo di aiutarli, e il demone, che si serve di don Rodrigo e dei suoi bravi per impedirne le nozze. Chi dei due la spunterà? E soprattutto chi dei due riuscirà a mettere le mani sul Libro di Giordano Bruno? Beppe Roncari ci consegna una riscrittura audace e innovativa de I Promessi Sposi, nella quale, oltre ai personaggi tradizionali che tutti noi abbiamo studiato a scuola, compaiono angeli e demoni che, lottando tra loro su un piano temporale ulteriore e fantastico per la supremazia sul mondo terreno, vanno a intervenire nel destino dei protagonisti.
Questo libro ha anche un sequel intitolato La storia di Lucia Engaged vol.2
E poi esistono molto romanzi e saggi che prendono spunto da alcuni personaggi dei Promessi sposi, come Fra Cristoforo o La monaca di Monza.
Questo autunno con Rizzoli uscirà il romanzo storico Lodovico, di Francesco Musesti, che racconterà le origini di Fra Cristoforo, e si sa già che sarà lo spunto per una serie televisiva prequel alla storia narrata nei Promessi sposi che si intitolerà Provvidenza.
Numerosi anche i romanzi e i saggi ispirati alla figura della  monaca di Monza , a partire da  La monaca di Monza, di Giovanni Rosini scritto nel 1829. Opere più recenti e moderne sono:
Il segreto della monaca di Monza, di Marina Marazza
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Trama: Milano, XVII secolo. La città è sotto il dominio della cattolicissima Spagna, che punisce con inaudita ferocia ogni forma di eresia. Mentre nelle piazze si accendono i roghi, l'Inquisizione estorce confessioni sotto tortura e nessuno può ritenersi immune dal fanatismo religioso. Nemmeno tra le austere mura di un monastero. Del resto, persino lì si annida la più pericolosa delle eresie: l'amore, quello che accende i sensi, travolge la ragione e spinge a gesti folli. Marianna lo sa bene: costretta dal padre a monacarsi giovanissima, da anni vive prigioniera nel convento di clausura di Monza. Ma né le grigie celle né le ore trascorse in preghiera sono riuscite a spegnere i suoi sogni, i suoi desideri più inconfessati. Finché un giorno, al di là del muro del giardino, vede lui, Paolo. La passione tra i due è immediata, intensa, sfrontata. Si consuma ogni notte, tra la silenziosa complicità di alcune consorelle, l'invidia di altre, le voci maligne che cominciano a circolare fuori dal convento. Pur di farle tacere, i due amanti sono pronti a qualsiasi intrigo e sortilegio. Anche a versare sangue innocente. E mentre si stringe la morsa dell'Inquisitore, i sospetti si fanno pressanti e le verità più torbide.
Marianna. Io sono la monaca di Monza, di Matteo Strukul
Trama: Murata viva in una cella, una donna bellissima si consuma nel proprio tormento: è Marianna Virginia de Leyva, già monaca feudataria di Monza. ‘Cinque braccia per tre’ ripete a se stessa: tanto è lo spazio buio e angusto nel quale vivrà fino alla morte. La sua colpa? Aver amato di una passione infuocata Gian Paolo Osio quando era vicaria del monastero di Santa Margherita, costretta a prendere i voti da un padre assente e tiranno. Nella disperazione della prigionia, Virginia ripercorre la sua storia, in una girandola di immagini nere d’orrore e rosse di sangue. A partire dal giorno fatidico in cui lo vide per la prima volta, di là dal muro che separava il convento dalla sua abitazione. Ricorda quanto cupi e profondi fossero i suoi occhi e quanto i suoi sensi s’accesero d’un sentimento bruciante mentre la pelle pareva andarle a fuoco. Che cosa rimane ora di lei? Da quanto dura il suo castigo? E infine, come guadagnarsi il perdono, se un perdono esiste per un’anima come la sua?
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enkeynetwork · 1 year ago
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silviascorcella · 1 year ago
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Pomandère a/i 19-20: “nomadi orizzonti”, viaggio libero nella femminilità
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Questa è una di quelle pregiate occasioni in cui qualsivoglia etichetta, nonostante la sua indiscussa utilità svelta, risulterebbe un atto brusco di assottigliamento dell’universo accogliente e denso di valore che avvolge le creazioni di stile poste al suo cuore, e le persone stesse che ai capi e agli accessori han dato vita: appoggiare il termine “brand” accanto al nome Pomandère è infatti un gesto che andrebbe eseguito con la consapevolezza felice che si sta per entrare in un mondo ricco di autenticità e bellezza gentile.
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Un mondo abitato da quella piacevole delicatezza che viene dalla passione profonda per la manifattura tessile italiana artigiana: una passione stratificata nel tempo lungo della storia di famiglia e nell’esperienza curiosa, aperta eppur discreta, che attraverso gli abiti regala la sensazione di sentirsi a casa. E allo stesso tempo, con quella stessa discretezza gentile, ogni collezione Pomandère si rivela un invito affascinante al viaggio: geografico, certo, ma anche e tanto alla scoperta delle sfaccettature cangianti che plasmano l’anima femminile.
La nuova destinazione di viaggio proposta dalla collezione a/i 2019-20 è già incastonata nel suo nome: s’intitola “nomadi orizzonti”, e l’itinerario composto dalle creazioni si muove libero nella sterminata geografia concreta della Mongolia come fosse un percorso d’ispirazione per compiere un viaggio parallelo, stavolta disegnato nella geografia del cuore di donna. Lì dove le emozioni sono libere, nomadi, e l’istinto è la guida affidabile alla scoperta degli orizzonti che definiscono la propria dimensione. Basta scorrere con lo sguardo e il tatto le creazioni, e l’itinerario si svela.
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Le atmosfere si rivelano attraverso la calda bellezza dei materiali, con le lane soffici e morbide, l’eleganza dei velluti ricamati e tinti in colori intensi, che rievocano l’avvolgenza delle stuoie colorate e dei tappeti di feltro di lana di pecora che riscaldano le abitazioni mongole. Il gusto contemporaneo prende forma fluida e asciutta con il cupro, l’habutai di seta, e la luce di lurex e paillettes: un percorso nella sofisticatezza che prosegue negli inserti di pizzo, nei contrasti di seta sulle flanelle lavate, nei check e i velluti millerighe e lisci, fino alla lavorazione dei fiori agugliati che raccontano i fiori della steppa.
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Le tappe son narrate nelle suggestioni evocate dalla palette cromatica: le cromie delle steppe, con le intense sfumature di verde, il corda delle yurte ospitali, il ginseng e l’oliva, il bianco della neve, il giallo Mongolia che brilla fino all’oro; i colori del deserto dal tenue latte al terracotta fino al rosa vibrante, e le stampe dei fiori che lo decorano; le tinte piu polverose come genziana, navy, lavagna, vulcano, argento ghiacchio, liquirizia, muschio e verde bottiglia, fino all’esaltazione della vivacità raffinata del cipria e le sue declinazioni preziose, mosto, rabarbaro e ametista.
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Gli accessori d’equipaggiamento al viaggio è allestito con altrettanta sofisticatezza: morbide sciarpe, cappelli con rifiniture pregiate, borse a secchiello e bustine che diventano astuccio, le scarpe che son quasi babbucce preziose. Bon voyage! Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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notiziariofinanziario · 1 year ago
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10 consigli di orologi per il Black Friday
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Un orologio in oro e diamanti per suggellare un traguardo raggiunto, un orologio piccolo e prezioso per lasciarla senza parole, un orologio antico personalizzato per dirle che è unica e insostituibile; sono solo alcune idee per il prossimo regalo alla tua dolce metà. La maxi wishlist di orologi donna preziosi pensata per Lei/Loro torna puntuale anche quest’anno: in questa gallery - in aggiornamento fino alla Vigilia - salveremo i modelli che sogniamo di trovare sotto l'albero la notte di Natale 2023, o anche il prossimo compleanno o anniversario. Perché potersi permettere di acquistare un orologio è un traguardo straordinario, nonché una soddisfazione unica, ma riceverne uno in regalo da una persona che amiamo e stimiamo profondamente, è altrettanto straordinario, se non di più (?). 1 Orologio VAN CLEEF & ARPELS Creato nel 1968, il motivo Alhambra® di Van Cleef & Arpels è diventato simbolo intramontabile di fortuna. Ogni gioiello, ogni orologio, con questo motivo diventa un talismano perfetto da regalare a un persona speciale. L'orologio Sweet Alhambra è realizzato in oro rosa, oro rosa guilloché, corniola, movimento svizzero al quarzo, Van Cleef & Arpels. 2 Orologio APPLE WATCH Da alternare all'orologio prezioso il nuovo Apple Watch Series 9 - lanciato a fine settembre 2023 - con il nuovo chip S9 SiP, luminosità migliorata, e nuove funzionalità come il gesto del doppio tap e Siri on-device. Questo modello rappresenta un'evoluzione significativa nella tecnologia indossabile. Inoltre, conferma l'impegno di Apple di neutralizzare l'impronta carbonica entro il 2030 a ogni livello dell’azienda, della catena di fornitura della produzione e del ciclo di vita dei prodotti: per la prima volta, i clienti e le clienti potranno scegliere una opzione carbon neutral per ogni Apple Watch. 3 Orologio CHANEL L'orologio J12 CALIBRO 12.2 di Chanel è una combinazione di eleganza, resistenza e funzionalità: la cassa 33 mm è realizzata in ceramica bianca e acciaio; il quadrante laccato in bianco è reso ancora più attraente grazie agli indici in ceramica nera; il bracciale è realizzato in ceramica bianca ad alta resistenza e presenta una tripla chiusura pieghevole in acciaio, garantendo comfort e solidità. Inoltre, con una resistenza all'acqua di 200 metri, è adatto per l'esplorazione subacquea. 4 Orologio BVLGARI L'orologio Serpenti Seduttori di Bvlgari in oro rosa 18 kt e acciaio inossidabile è una seducente combinazione di materiali preziosi, forme sinuose e fascino contemporaneo. La sua cassa presenta il riconoscibile design a goccia della Maison, un quadrante in madreperla illuminato da una lunetta con diamanti. È anche resistente all'acqua fino a 30 metri. 5 Orologio OMEGA Il Seamaster Aqua Terra di OMEGA è un orologio che fonde design classico con elementi di ispirazione contemporanea, omaggiando la ricca tradizione oceanica del marchio. Questo modello da 38 mm, realizzato in oro Sedna™ 18K lucido, vanta una lunetta incastonata di diamanti, una corona conica e un fondo in vetro zaffiro con decorazioni ondulate. Le lancette sfaccettate e gli indici delle ore, ispirati al design di uno scafo di barca a vela, sono realizzati, anche loro, in oro Sedna™ 18K e riempiti di Super-LumiNova bianca. 6 Orologio CARTIER L'orologio Tank Louis Cartier, nella sua versione di grandi dimensioni, è dotato di un movimento meccanico a carica manuale. La cassa, in pregiato oro giallo 750/1000, è impreziosita da una corona perlata sormontata da uno zaffiro cabochon. Il quadrante presenta un suggestivo effetto lacca rossa, mentre il cinturino in alligatore semi-opaco rosso bordeaux. 7 Orologio AUDEMARS PIGUET Audemars Piguet, arricchisce la sua collezione Code 11.59 con l'introduzione di una nuova cassa da 38 mm progettata per adattarsi ai polsi più sottili. Questo modello abbina il quadrante color prugna e il cinturino in alligatore con l'oro rosa per ottenere un effetto elegante e avvolgente. Questo orologio rappresenta un'evoluzione nel design della collezione ed è dotato del moderno movimento Calibro 5900, lanciato nel 2022. La cassa mantiene l'estetica distintiva del Code 11.59, mentre i quadranti in rilievo, sviluppati in collaborazione con l'artigiano svizzero Yann von Kaenel, presentano un affascinante motivo a onda con effetti cromatici unici. Il Calibro 5900, un movimento sottile di 4 mm con alta frequenza e 60 ore di riserva di carica, è visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro, evidenziando la massa oscillante in oro rosa 22 carati e le sofisticate decorazioni dei componenti. 8 Orologio VACHERON CONSTANTIN Realizzato in oro rosa, il suo design presenta un fondello scanalato e una minuteria di tipo "chemin de fer," che richiama lo stile iconico della collezione di orologi Traditionnelle di Vacheron Constantin. La lunetta è ornata da 54 diamanti di taglio rotondo, che aggiungono un tocco di lusso e raffinatezza.Ciò che rende davvero straordinario questo orologio sono le magnifiche finiture realizzate a mano del movimento manuale, visibili attraverso l'apertura del fondello. Questo dettaglio non solo conferisce un tocco di eleganza, ma anche una dimostrazione della maestria artigianale impiegata nella creazione di questo capolavoro. 9 Vintage ROLEX La combinazione di zaffiri dai vivaci colori dell'arcobaleno e un semplice quadrante bianco conferisce all'orologio in oro 18 carati di Jacquie Aiche un'armonia equilibrata di eleganza. Questo modello vintage Rolex Oyster Perpetual è stato rinnovato e restaurato con maestria a Los Angeles, mantenendo la sua originale lunetta e il celebre movimento Perpetual, ma dotandolo di un nuovo cinturino in pelle dall'effetto coccodrillo e un quadrante in cristallo di zaffiro levigato. 10 Orologio CHARLES OUDIN Omaggio alla magnificenza del giardino del Palais-Royal a Parigi, dove Charles Oudin ha aperto il suo primo laboratorio nel 1797, ogni modello della collezione Retro, di un'eleganza classica ed eterna, porta il nome di un fiore: Rosa, Viola, Margherita, Giglio, Aster... Abbinati a cinturini di raso colorato e brillanti diamanti, questi preziosi orologi sono espressione dell' art de vivre francese. Questo modello si chiama Pansy, ovvero viola del pensiero. Read the full article
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cucinamoderna · 1 year ago
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Le Cucine in Vero Legno: Oltre 40 Modelli di Qualità di Stile, Sia Classico Sia Contemporaneo
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Benvenuti nel nostro articolo dedicato alle cucine in vero legno, dove esploreremo oltre 40 affascinanti modelli di cucine che si distinguono per la loro qualità e stile. Il legno, un materiale pregiato e intramontabile, è al centro di queste creazioni che trasmettono calore e personalità a qualsiasi ambiente.
Che cosa si intende per vero legno?
Quando parliamo di "vero legno" in riferimento ai mobili, ci riferiamo a due principali categorie: il legno massello e il legno impiallacciato o tamburato. Il legno massello è costituito da pannelli di legno tagliati dal tronco dell'albero, mantenendo la sua intera struttura. Le ante in vero legno possono essere essenziali (mostrando il colore naturale del legno) o laccate in vari colori.
Come sono le ante in vero legno?
Le ante in vero legno possono essere essenziali, cioè mantenere il colore naturale del legno, o laccate in una vasta gamma di colori. Le tipiche ante in legno sono modanate o a telaio, ma possono anche essere lisce e impiallacciate, a seconda dello stile e del design della cucina.
Materiali e pannelli legnosi: scopriamo le differenze
Esistono diversi tipi di materiali legnosi utilizzati nella produzione delle cucine, ognuno con le sue caratteristiche specifiche:
Legno Massello: Questo è il legno "pieno" ottenuto dal tronco dell'albero, ed è noto per la sua durata e bellezza. I mobili realizzati interamente in legno massello sono di alta qualità ma possono essere più costosi.
Impiallacciato: Si tratta di pannelli di legno rivestiti con uno strato di legno pregiato. Questi pannelli sono più economici rispetto al legno massello, ma offrono un aspetto estetico simile.
Legno Multistrato: Questi pannelli sono composti da fogli sottili di legno incollati tra loro con fibre incrociate, offrendo maggiore resistenza rispetto al compensato tradizionale.
Compensato: Il compensato è un pannello di legno lavorato artificialmente ed è disponibile in diverse varianti, tra cui il compensato marino, che è resistente all'acqua.
MDF (Medium Density Fiberboard): Questo materiale ecologico è realizzato da scarti di lavorazione del legno e viene spesso utilizzato per la produzione di pannelli laccati o rivestiti.
Truciolare: Il truciolare è composto principalmente da scarti di lavorazione del legno, pressati e assemblati con colle termoindurenti. Viene spesso rifinito con laminato o piallacci.
Listellare: Questo pannello è costituito da listelli di legno massello incollati tra loro, permettendo la creazione di elementi curvati.
Quanto costano le cucine in legno?
Le cucine in vero legno, sia impiallacciate che in legno massello, tendono ad avere un costo superiore rispetto a quelle in laminato o melaminico. Questo è dovuto alla bellezza del materiale naturale e alle sue caratteristiche tecniche, tra cui la durabilità nel tempo. Tuttavia, il legno richiede una cura adeguata per mantenere la sua bellezza nel corso degli anni.
40 Cucine in Vero Legno
In questa sezione, esploreremo una selezione di 40 cucine in vero legno, suddivise in diverse categorie di stile e design.
CUCINE MODERNE IN VERO LEGNO
Mobili cucina impiallacciate e laccate
Un aspetto rilevante delle cucine moderne in vero legno è la varietà di ante disponibili. Oltre alle finiture in legno naturale, spesso troverete ante laccate in colori luminosi come il bianco e il grigio, ma anche colori vivaci come il giallo, che possono dare un tocco di energia all'ambiente.
Ecco alcuni esempi:
LiberaMente di Scavolini: Questa cucina angolare presenta ante impiallacciate in Rovere Grano e un'apertura a gola. I pensili in metallo color antracite aggiungono un tocco industriale. Il prezzo è disponibile su richiesta.
Natural di Stosa: Questa cucina è caratterizzata da una penisola collegata al piano snack ovale Plinto Round. Le ante lisce sono impiallacciate in Rovere Sahara liscio e sono dotate di zoccoli e maniglie a gola nella finitura Nero spazzolato. Le colonne e il top sono in Neolith® Basalt Black Satin. Il prezzo di una base da 60 cm parte da 334 euro + IVA.
Obliqua di Ernestomeda: Questa cucina si sviluppa attorno a un'isola con ante impiallacciate in Rovere Termotrattato e un'armadiatura a parete in finitura laccato Zero Gloss Mineral. Il piano di lavoro e gli schienali sono realizzati in acciaio satinato. Il prezzo è disponibile su richiesta.
Antis di Euromobil: Questa cucina presenta il legno di Noce canaletto nelle ante dell'armadiatura angolare e nella boiserie che riveste le pareti. L'isola centrale è in laccato super matt fango. Un modulo base da 60 cm in laccato ha un prezzo di 415 euro.
Lab13 di Aran Cucine: Questa cucina si sviluppa attorno a un'isola attrezzata con ante in vero legno scuro. L'armadiatura lineare a parete ha ante delle colonne in laccato verde opaco. Un modulo base da 60 cm ha un prezzo a partire da 248 euro + IVA.
Twins di Key Cucine: Questa cucina offre un effetto ottico con basi in legno Rovere Gold e basi in marmo Travertino. L'armadiatura a parete ha ante scorrevoli in allumin
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personal-reporter · 2 years ago
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Tracce sul Lago ad Orta San Giulio
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Dopo una tappa al Castello di Novara, la mostra di Sergio Floriani Tracce, promossa dalla Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini, è arrivata a Villa Gippini a Orta San Giulio, dove è aperta fino al 5 novembre. Per l’appuntamento lacustre, con il titolo Tracce sul Lago, sono state selezionate dalla curatrice Lorella Giudici, alcune delle opere presenti nella fortezza novarese a cui si è aggiunta una serie di lavori con nuove riflessioni e altri interessanti campi di ricerca della lunga carriera dell’artista padovano, che quest’anno ha superato i quaranta anni di attività. Il percorso espositivo prevede cinque sezioni, con elementi tematici e formali peculiari, a cui si aggiunge una grande scultura in corten e stagno appositamente realizzata per l’evento, che in occasione di S.O.S. Humanity 2023 verrà posizionata sulle acque cusiane grazie ad una piattaforma galleggiante. All’interno della Villa la mostra presenta una prima stanza con nove tempere brunite, tutte sui toni del turchese e del verde in un campionario di sagome dentro a preziose cornici antiche, alla ricerca di un serrato dialogo tra lo storico e il contemporaneo, tra il manufatto e la superficie dell’opera, ma anche tra lo spazio infinito e la costrizione di un bordo che ne limita lo sviluppo. La sala di fronte raccoglie un grande tondo giallo, Asportare, un Ovale color lampone,  una tempera brunita viola-bordeaux, una scultura in piombo e stagno che ripete i temi del cerchio  e una serie di carte con macchie colorate e vagamente orientali che raccontano la poesia con cui Floriani sa trattare argomenti che narrano un mondo segreto e intimo. Entrambe le stanze hanno al loro interno uno studiolo, nel quale trovano posto alcune opere del primo periodo su è profilata l’isola di San Giulio, stilizzata in una serie di  linee e piani dai colori del tramonto. Un corridoio conduce all’ultima stanza, mentre si possono ammirare acrilici e pastelli dalla forte personalità e dalle linee saettanti, composizioni di esplosive forze cromatiche e di magnetismi cosmici. L’ultima sala è dedicata al nero, con Identità complessa, l’opera da cui è partita tutta la ricerca che Floriani ha condotto sull’impronta, e sculture che riprendono l’assolutezza della geometria nel silenzio e nella profondità del metallo e del legno anneriti o nell’inafferrabile morbidezza della catramina. La mostra è sostenuta e promossa dalla Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini, impegnata nella tutela, valorizzazione e diffusione della sensibilità artistica e culturale, sia a livello locale, dato che è profondamente legata al territorio del lago d’Orta, che nazionale e internazionale. Read the full article
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mypickleoperapeanut · 2 years ago
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Guarda ""Florence Korea film fest 2023"" su YouTube
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"Florence Korea film fest 2023"
Alle 20 di giovedì 6 aprile 2023 il film “Mother” del 2009, in versione originale in bianco e nero, un
capolavoro del regista coreano Bong Joon-ho, che con sette lungometraggi, una Palma d’Oro e quattro premi Oscar, è tra i più celebri e osannati maestri del cinema coreano contemporaneo.
Un film maturo che si misura con il genere del giallo, dove Bong mette ancora una volta sotto i riflettori la storia di madre e figlio, due emarginati che vivono una vita dura, difficile, estrema, ma che proprio in virtù di questa condizione hanno la forza per capire gli eventi e ristabilire una loro verità, che sarà molto più sconvolgente di quella “ufficiale”.
Riccardo Rescio I&f Arte Cultura Attualità
Italia&friends Italia&friends Toscana
La Compagnia Fondazione Sistema Toscana Toscana Promozione Turistica Regione Toscana
Ministero della Cultura Ministero del Turismo ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo
PromoFirenze - Azienda Speciale della Camera di Commercio
Elena Tempestini Etpress Comunication
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pier-carlo-universe · 4 days ago
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"Una mente assassina": Un thriller mozzafiato firmato Angela Marsons. Recensione di Alessandria today
Un’indagine oscura nella mente di un assassino
Un’indagine oscura nella mente di un assassino Una trama avvincente e ricca di suspense Angela Marsons, acclamata regina del giallo, torna con Una mente assassina, un romanzo che affascina e inquieta. La detective Kim Stone si trova di fronte a un caso apparentemente semplice, la morte di Samantha Brown, che inizialmente sembra un suicidio. Ma piccoli dettagli, come una fotografia, fanno…
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stillucestore · 22 days ago
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Oluce presenta Mini Coupé, la versione in scala ridotta dell'iconica lampada Coupé, progettata da Joe Colombo nel 1967.
Con i suoi 34 cm di altezza e le nuove varianti cromatiche, Mini Coupé incarna con stile tutta l’energia creativa che ha caratterizzato le opere di Joe Colombo negli anni Sessanta: sperimentazione nei materiali, uso audace del colore, dinamicità e il desiderio di superare i confini del design tradizionale.
Mini Coupé conserva intatto il profilo distintivo e il carattere deciso che hanno reso la collezione Coupé un classico senza tempo, perfettamente contemporaneo 😍
Uno dei punti più interessanti sono le diverse colorazioni: nero lucido, anodic bronze, rosso scarlet e il giallo mustard, senza dubbio il mio preferito e il tuo qual'é?
☃️ Mini Coupé e tutta la Collezione OLuce puoi averla super scontata con i nostri Winter Days, il tuo sconto lo decidi tu! Ancora per pochi giorni 🥶
📸 n. 8: Anna Sutor for OLuce ©
La Casa comincia dalla Luce.
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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URU di Fabio Carbone
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Una creatura misteriosa turba il sonno di Paolo. Si tratta di un essere presente in molte culture contadine, inquietante e dalle unghie ricurve. È un essere reale o la fantasia di Paolo. In URU di Fabio Carbone, l’autore ci svela una serie di misteri  Folklore salentino URU di Fabio Carbone edito da Fernandel editore è una storia accattivante sui nostri timori, che intreccia la vita del protagonista alla tradizione popolare. Presente e passato avvolgono l’esistenza di Paolo in un contrasto sempre più evidente tra due mondi, quello della morente società contadina, e quello cinico in cui viviamo. Sullo sfondo di un Salento fatto di campagne abbandonate e invase dai rifiuti, incombe una strana morte, forse un omicidio, sul quale indaga la polizia, ma senza esito.  La vita di Paolo è scandita da una presenza misteriosa, una creatura del folklore popolare che turba le sue notti con un angosciante ticchettio delle unghie sul pavimento per annunciare la sua presenza. Poi l’incontro sconcertante. Una notte Paolo si sente soffocare e, nella penombra della camera, gli sembra di vedere un’enorme bestia acquattata sul suo petto che lo scruta. L’incontro dura pochi istanti. La creatura balza via lasciando Paolo in preda all’angoscia e allo sgomento. E’ stata un’allucinazione? E’ una creatura vera come dicono i contadini?   Fabio Carbone è nato nel 1986 e vive a Guagnano, in provincia di Lecce. Laureato in giornalismo, è un analista di contenuti radiotelevisivi. Tra il 2016 e il 2020 ha diretto la casa editrice Ofelia, da lui fondata, curando la pubblicazione di testi di narrativa di autori italiani, esordienti e non. Uru è il suo primo romanzo. URU di Fabio Carbone Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche battuta con l’autore che in questa bella intervista ci svela l’origine dell’uru, ci racconta qualcosa in più sulla trama del suo romanzo e ci parla di scrittura.  La creatura misteriosa del suo romanzo è un personaggio del folklore salentino. Ci può raccontare come è nata l’idea di tormentare con questo spiritello il suo protagonista? I racconti sull'uru, che assume innumerevoli denominazioni diverse da paese a paese, sono molto presenti nella nostra tradizione popolare. Mi ha sempre incuriosito molto sentirne parlare non solo dagli anziani, ma anche da persone più giovani che riferivano dei loro incontri notturni con questa creatura. Mi affascinava, in particolare, la commistione tra realtà e fantasia che caratterizzava questi resoconti che spesso venivano riportati come fatti veri. Da lì è nata l'idea di calare questo elemento fantastico, legato al passato, in un contesto contemporaneo. Questo gioco letterario mi ha portato a ridefinire un po' l'aspetto e la natura dell'uru rispetto alla tradizione salentina, in cui questa creatura si presenta per lo più come un folletto dispettoso. Nel mio romanzo, pur mantenendo molte caratteristiche in comune con l'uru delle credenze popolari, su tutte la capacità di provocare paralisi del sonno e incubi, questa creatura assume dei tratti zoomorfi e ha un profondo legame con le sue “vittime”, rappresentando l'incarnazione delle loro inquietudini, dei loro timori e sensi di colpa. In URU c’è anche spazio per un omicidio. Possiamo considerare il suo romanzo un giallo a tutti gli effetti? Direi di no. Nel romanzo c'è un omicidio con relativa indagine da parte di un commissario, ma questo non è l'elemento centrale della trama, che è invece il percorso psicologico che il protagonista Paolo compie per mezzo dell'uru e che conduce il lettore a riannodare i fili del passato irrisolto del ragazzo. Scrivendo URU, non mi sono posto in un orizzonte di genere e farei fatica a dargli un'etichetta precisa in tal senso. Sicuramente ci sono elementi di fantastico e new weird, di noir più che di giallo e, per alcuni tratti, di grottesco. Spero di aver mescolato bene questi ingredienti. Con la sua storia lei ha deciso di raccontare due mondi in contrapposizione. Incuriosiamo un po’ in nostri lettori? Di che mondi si parla? Sullo sfondo della storia, sotterraneo e simbolico, si svolge un conflitto tra una società contadina, arcaica e morente, e la contemporanea società basata sul terziario avanzato, che ritiene di aver definitivamente superato e cancellato la cultura e le credenze del mondo che l'ha preceduta. La comparsa nella storia dell'uru, che è espressione delle credenze di quel mondo arcaico, rappresenta un cortocircuito che rimette in discussione le presunte certezze della contemporaneità, costringendola a fare i conti con un passato che si pensava archiviato e che si ripresenta invece come profondamente insoluto. Questo conflitto si riflette tanto sulle vicende personali del protagonista, quanto sulle vite degli altri personaggi, ingranaggi di un mondo che sembra essersi inceppato in un sistema economico che favorisce il cinismo e l'isolamento sociale. Lei è un giornalista e URU è il suo primo romanzo. Secondo lei l’abitudine alla scrittura giornalistica atrofizza un po’ l’impeto creativo necessario ai romanzi? Tutt'altro. Attualmente lavoro come analista di contenuti radiotelevisivi, ma all'università ho studiato scritture giornalistiche e ho avuto in passato qualche breve esperienza nella carta stampata. Il rapporto tra giornalismo e letteratura è da sempre molto stretto e proficuo, gli esempi di grandi giornalisti-scrittori (e viceversa) sarebbero innumerevoli. Credo piuttosto che dominare i diversi generi giornalistici, dall'articolo di cronaca al reportage, costituisca una ricchezza di strumenti che consentono a uno scrittore di essere maggiormente versatile e creativo. Certo, per stimolare la fantasia è comunque necessario che la pratica della scrittura sia accompagnata dalla lettura e da altre esperienze estetiche. Tirando le somme, le è piaciuta l’esperienza di scrittore di romanzi? Pensa di riprovarci con un nuovo libro? Per me è un'esperienza nuova e, almeno per il momento, molto piacevole. È la prima volta che mi trovo a condividere con un pubblico così ampio quello che scrivo e, dal confronto che ne sta scaturendo, spero di raccogliere spunti utili a perfezionare la mia scrittura. Finora la risposta dei lettori è stata positiva, non è mancato qualche appunto che mi ha stimolato a riflettere su alcune mie scelte stilistiche. Cerco sempre di accogliere le critiche quando sono ragionate e costruttive. Per il futuro, sicuramente mi piacerebbe proporre qualcosa di nuovo ma non ho fretta, mi prenderò il tempo che sarà necessario. Read the full article
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bibliotecasanvalentino · 2 years ago
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'opera prescelta è "La misura dell’uomo" di Marco Malvaldi.
Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro.
A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l’aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi - forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero - e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione e in fretta! E Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore.
A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e ridà vita al suo genio tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani. Un romanzo straordinario, ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un’indagine sull'uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un viaggio alla scoperta di qual è - oggi come allora - la misura di ognuno di noi.
Marco Malvaldi si cimenta con il giallo storico e lo fa a suo modo, con la sua ironia e con un dialogo diretto tra narratore e lettore, facendo emergere il contrasto tra il periodo storico raccontato e l’attualità del linguaggio moderno, dove dissemina termini anacronistici ma azzeccati, come internet o influencer, sondaggi o statistiche. Gli stessi personaggi descritti sono a tratti ironici e lontani dall'immaginario collettivo ma, del resto, lo stesso autore afferma che “è sbagliato pensare che i personaggi storici fossero consapevoli di essere personaggi storici”. Anch'essi sono stati esseri reali, quindi caratterizzati da sentimenti e passioni e vizi naturalmente umani. C'è spazio per amori, tradimenti, parolacce e anche un Leonardo da Vinci un poco svampito e distratto che si aggira con aria da sognatore. Tutto questo non rende meno credibile la storia, anzi! Si percepisce chiaramente che dietro “La misura dell’uomo” si cela un approfondito lavoro di ricerca sul periodo storico e, in particolare, sulla Milano di quel tempo. Insomma, siamo molto lontani dalle atmosfere del Bar Lume a cui Malvaldi ci aveva abituato.
Marco Malvaldi (1974) è uno scrittore italiano. Ricercatore presso l’Università di Pisa (Dipartimento di Chimica biorganica), nel 2007 ha pubblicato “La briscola in cinque”; accolto con favore da critica e lettori, il romanzo è il primo di una serie di gialli (nota come ciclo del BarLume) di cui fanno parte “Il gioco delle tre carte” (2008), “Il re dei giochi” (2010), “La carta più alta” (2012) e “Il telefono senza fili” (2014). Nel 2011 sono usciti “Scacco alla Torre” (un’atipica guida alla scoperta di Pisa) e il giallo storico Odore di chiuso, mentre sono del 2012 “Come i fumi confusi” e “Milioni di milioni” e del 2013 “Argento vivo”. Nel 2014 ha pubblicato la guida enogastronomica letteraria “La famiglia Tortilla” e, in collaborazione con D. Leporini, il saggio “Capra e calcoli. L'eterna lotta tra gli algoritmi e il caos” e ha scritto uno dei racconti contenuti nel volume “Vacanze in giallo”, mentre sono del 2015 il testo “Leonardo e la marea”, realizzato in collaborazione con S. Bruzzone, il thriller “La tombola dei troiai”, il saggio “Le regole del gioco. Storie di sport e altre scienze inesatte” e il romanzo “Buchi nella sabbia”. Dal 2015 collabora con il Domenicale de “Il Sole 24 ore”. Tra i suoi lavori più recenti vanno segnalati, tutti pubblicati nel 2016, il romanzo “La battaglia navale”, il saggio “L'infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges”, la raccolta di racconti “Sei casi al BarLume” e uno dei racconti dell'antologia “Il calcio in giallo”; nel 2017, “Le due teste del tiranno. Metodi matematici per la libertà”, “Negli occhi di chi guarda” e “L'architetto dell'invisibile ovvero come pensa un chimico”; nel 2018, i romanzi “A bocce ferme” e “La misura dell'uomo” e il saggio sull'umorismo “Per ridere aggiungere acqua”; nel 2019, “Vento in scatola” (con G. Ghammouri) e “Caos. Raccontare la matematica” (con S. Marmi); nel 2020, “Il borghese Pellegrino” e “La direzione del pensiero. Matematica e filosofia per distinguere cause e conseguenze”; nel 2021, con P. Cintia, “Rigore di testa” e “Chiusi fuori” (con S. Bruzzone, 2022).
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dettaglihomedecor · 1 year ago
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Casa MRGT, un loft dallo stile urbano e minimalista firmato lamatilde
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lamatilde firma un loft su 4 piani dallo stile urbano e minimalista, situato all’interno di un edificio industriale nel quartiere Barriera di Milano a Torino. Lo studio, specializzato principalmente nella realizzazione di interior per il mondo dell’hospitality, torna con questo importante appartamento ad occuparsi anche di progetti residenziali.
Il progetto dello studio lamatilde per Casa MRGT
Lo spazio, realizzato per un car designer di origini canadesi, si sviluppa su 4 livelli, sfruttando appieno la vasta metratura disponibile: 350mq soppalcati all’interno e 250mq di terrazza con vista sulla città.
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Il carattere industriale e fortemente contemporaneo del quartiere si riverbera, anche in linea con l’estetica dello studio, nelle scelte architettoniche e nella scelta dei materiali.
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Gli ampi spazi disponibili vengono esaltati con i vuoti, rispettando così le origini della struttura e valorizzando il concetto di open space, a cui il progetto aggiunge una serie di volumi geometrici che scandiscono lo spazio e la sua fruizione. Le cromie scure del metallo trovano la loro ragion d’essere nel palese contrasto con le ampie superfici chiare, lasciate volutamente libere, e la forte luminosità degli ambienti.
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Il pianoterra è stato adibito a garage. Uno spazio grezzo, eclettico, che ospita la collezione di auto d’epoca del proprietario. Il giallo acceso che ricopre le pareti e il soffitto esalta gli elementi strutturali dello spazio, lasciati a vista. Il piano è collegato all’abitazione da un montacarichi ad uso esclusivo e da una scala in acciaio. Salendo la scala cambia l’immaginario, passando da una lavorazione grezza industriale a delle finiture più accoglienti e domestiche.
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Al primo piano, un’ampia zona giorno libera da partizioni vede protagonista la cucina ad isola realizzata su disegno de lamatilde da Disé Italia che affaccia direttamente sulla zona living. Per il soggiorno accompagnano il racconto visivo i divani Charles di B&B Italia e le poltroncine vintage Wassily Chair di Knoll sovrastati dalla lampada da terra Sampei di Davide Groppi che crea un forte segno grafico, restando al tempo stesso leggera e sottile. Nella zona pranzo, dall’ampio Tavolo 25 firmato Desalto con sedute Calligaris, su cui troneggia una composizione della lampada Algorithm di Vibia.
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I maestosi spazi della zona living sono stati sfruttati, attraverso l’utilizzo di due volumi metallici sovrapposti, per creare due ambienti chiusi. Il primo, in lamiera acciaio al carbonio brunito, è dedicato alla sala cinema privata. Il secondo, in lamiera microforata all’esterno, diventa un’intima camera per gli ospiti, un nido privato ed accogliente. I due volumi sono collegati da una scala.
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Alle spalle della cucina, il progetto prevede altre due camere da letto, ciascuna con bagno privato en-suite.
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Il secondo piano è interamente destinato alla grande e luminosa stanza padronale che si sviluppa intorno ad un corpo centrale chiuso, occupato dalla cabina armadio. Questa disposizione crea un percorso che permette di passare senza soluzione di continuità dalla zona lettura all’ambiente bagno, dal letto alla vasca alla doccia walk-in.
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Gli arredi e i rivestimenti scelti hanno un’estetica minimale contemporanea, qui come al piano sottostante. Inoltre, sono presenti pezzi storici della storia del design come la chaise longue LC4 di Cassina. La camera da letto è strategicamente affacciata sulla zona living attraverso un’apertura coperta da una struttura con doghe in legno mobili. Queste, se aperte o chiuse, permettono di far entrare più luce o, viceversa, di garantire maggiore privacy al piano superiore.
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L’ultimo piano ospita la terrazza con vista sulla città. Uno spazio conviviale con pergolato e cucina all’esterno, piscina e sauna finlandese Mirror Sauna di ÖÖD, circondati da arbusti e piccole piante da frutto. Progetto: lamatilde studio si architettura e design fotografie: Alessandro Saletta DSL Studio   Read the full article
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......    oggi, allo scoccare di un nuovo millennio di storia, tento di rinvigorire valori che sembrano appannati in una poltiglia di immagini frullate, provenienza il mondo, destinazione il mondo, evviva il villaggio globale, la grande rete, tutti contro tutti, tutti per tutti, e giro la visiera del mio cappellino, affondo le mani nelle grandi tasche e cerco di intonare un rap, come i neri incazzati delle megalopoli statunitensi, alla fine ci provo anche io a trasformarmi in un contemporaneo, e fanculo se mi ridono dietro, mi agito, dimeno la mia figura come un fumetto sul ciglio di un dirupo, e proprio in quel momento mi raggiunge l’anomala immagine di Virgilio, proprio lui il Publio Virgilio Marone mentore perfino dell’amico Dante, che a casa di Mecenate, si appresta a far ascoltare ai suoi colleghi la sua ultima creazione letteraria, un nuovo genere, in modo che Quintiliano non possa più lamentarsi che solo la satira è latina e il resto è tutto copiato dai Greci: il rap in esametri dattilici, perché il ritmo è simile, le allitterazioni riducono la separazione di millenni di storia a una sottile corrispondenza di amo­rosi sensi, questa volta sì, possiamo dirlo, pur se banale, perché alla fine di un ciclo il passato ritorna a galla, come un sacchetto di rifiuti gettato in mare da un miliardario di passaggio sul suo smisurato natante che fai fatica anche a definire yacht, e il vate latino tossisce, modesto si schermisce dai complimenti dei rivali, qualcuno alle sue spalle intona alcuni accordi prefissati con uno strano strumento a corda, qualcun altro soffia in una bucolica siringa, gli altri accompagnano il ritmo ripetitivo con un battito attutito delle mani, il mantovano gira la visiera del suo cappellino giallo con la scritta fuck you, schiocca le dita per chiamare il tempo, scuote la testa per assecondare i suoni, i piedi sono infilati in enormi scarpe da ginnastica, i pantaloni verde disertore sono di almeno sei taglie più grandi e gli cascano da dosso come i moniti di un insegnante durante la versione di latino, e su tutto ricade una felpa azzurra e sdrucita, larga come l’equatore terrestre attorno al collo della luna.
Uno, due, tre e dai…
Titiro io ti dirò \ che tu sei soltant(o) uno stronzo
Non so se suonando così \ davvero educhi (i) boschi
Ma nel silenzio sarà \ d’Amarillide l’eco del nome  
O non sia solo che  \ durante l’ombroso ristoro
Con Melibeo starà \ silenziosa (a) cercare sollazzo            
 (e tutt’attorno il coro)
 Titiro –                                                                                                Titiro -        
       sei solo un Titiro –                                              sei solo un Titiro -    
                                              per sempre un Titiro –
 Titiro –                                                                                                Titiro -
           soltanto un Titiro –                                soltanto un Titiro -
                                           e ancora un Titiro -                    
 E tutti con lui a cantare come dei forsennati l’Egloga-rap, perché non esiste alcun confine per la modernità…    .......
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vvintagesoull · 4 years ago
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Storia della bandiera arcobaleno.
La bandiera arcobaleno è il simbolo principale del movimento gay e LGBTQ+ in generale.
Fu creata da Gilbert Baker nel 1978 a San Francisco, e prima di arrivare alla bandiera di oggi ha subito varie modifiche. Se attualmente la bandiera è composta dai sei colori (dall'alto verso il basso) rosso, arancione, giallo, verde, blu e viola, inizialmente era composta da otto colori (dall'alto verso il basso): rosa, rosso, arancione, giallo, verde, turchese, blu e viola.  Ogni colore rappresenta un elemento principale:
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Dopo l'assassinio del consigliere comunale Harvey Milk - dichiaratamente gay - il 27 novembre 1978, Baker eliminò la striscia rosa perché il tessuto era difficile da reperire mentre l'anno dopo fu tolto il turchese, perché veniva oscurato quando la bandiera veniva appesa ai lampioni, ottenendo così l'attuale bandiera.
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L'attuale bandiera è facilmente confondibile con la bandiera della pace, però la differenza è che nella bandiera della pace c'è la scritta PACE al centro e la striscia rossa sta in basso invece che in alto come nella bandiera LGBTQ+.
Nel 2015 il Museum of Modern Art ha acquistato la prima e originale bandiera ad 8 strisce, esponendola nella galleria di design contemporaneo.
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