#gatto vivo e morto
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pier-carlo-universe · 12 days ago
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Il Paradosso del Gatto di Schrödinger: Tra Vita e Morte nella Fisica Quantistica. A cura di Alessandria today
Una riflessione sulla natura della realtà e della misurazione in fisica, il Gatto di Schrödinger continua a stimolare il dibattito tra scienza e filosofia.
Una riflessione sulla natura della realtà e della misurazione in fisica, il Gatto di Schrödinger continua a stimolare il dibattito tra scienza e filosofia. Uno dei paradossi più affascinanti e discussi della fisica è quello del Gatto di Schrödinger. Formulato nel 1935 dal fisico austriaco Erwin Schrödinger, questo paradosso esplora le bizzarre implicazioni della meccanica quantistica e la natura…
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i-am-a-polpetta · 5 months ago
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ho 29 anni e mi ritengo una persona abituata alla morte. o almeno penso di esserla mentre guardo fuori dalla finestra ingnorando il telefono che mi suona in cuffia. se fossimo in quel film con tutte le emozioni probabilmente ora sarebbero tutte chiuse sottochiave mentre in plancia di comando ci sarebbe solo l'apatia. non ho ancora ben capito quale emozione provo nei confronti della morte, se paura, tristezza o rabbia. in questo momento provo apatia. poi mi fermo a rivedere le foto di Leo e mi dico che a volte qualcosa di buono questa famiglia del cazzo lo sa fare. Eri un bravo micio, ciecato completamente e quando ti abbiamo trovato in mezzo a quella boscaglia era un miracolo se il tuo cuore ancora continuasse a battere. eppure oh possiamo girarci intorno finché vogliamo ma quando dicono che l'amore è prendersi cura hanno ragione. sei arrivato che eri molto più morto che vivo e probabilmente te ne sei andato nello stesso modo, con quella stessa immensa incredibile voglia di rimanere attaccato alla vita. tutto ciò che su sull'amore l'ho imparato dagli animali non dalle persone. e ti giuro che abbiamo fatto davvero tutto il possibile ma a volte non è sufficiente cazzo, non basta, perché a volte i miracoli succedono ma non sono eterni e mi dispiace così tanto.... eri bellissimo anche se eri un gattino disastrato e adoravo giocare con te prima di andare a letto perché volevi saltarmi addosso anche se non ci vedevi un cazzo. eppure tu vedevi molto più di quanto si possa fare, anche se non avevi più gli occhi. un micetto con la 104 ti dicevo sempre.
mi sono sempre ritenuta una persona abituata alla morte.
soprattutto perché quando lavori con gli animali ne vedi tanti andarsene. la loro vita è breve, un soffio e forse tutto ciò che possiamo fare e voler loro bene e fare in modo che questa esistenza gli faccia meno male possibile. e mi fa sorridere questa cosa che non ci vedevi una minchia ma sapevi perfettamente dover'ero sempre, in ogni momento. e che quando mi sentivi rientrare a casa scendevi le scale. a raccontarla così sembra na cosa impossibile ma vi giuro che lui saliva sul divano, scendeva le scale, si arrampicava sul tetto.
e adesso che non ci sei più mi sento un pochino persa. sei solo un gatto sì, però sei uno di quegli animali che ti lasciano qualcosa quando incrociano la tua esistenza.
ah comunque non è vero che sono abituata alla morte, perché a quella non ti abitui mai.
ti porto nel cuore, ovunque io vada.
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l-incantatrice · 1 year ago
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É morto Leone,il gatto scuoiato vivo ad Angri e ricoverato nell’ambulatorio veterinario di Cava dei Tirreni. Mi chiedo quale essere può aver commesso un’atrocità del genere. Lo chiamo “essere” perché non è degno di essere chiamato uomo chi ha fatto una cosa simile
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levysoft · 7 months ago
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Il paradosso di Schrödinger
Il fisico austriaco Erwin Schrödinger si è servito di un esempio diventato poi famosissimo per illustrare questo paradosso, paragonando un sistema quantistico a un gatto chiuso in una scatola a cui è collegato un dispositivo potenzialmente letale: se una certa sostanza esegue un decadimento radioattivo, questo fenomeno rompe una boccetta di veleno che provoca la morte del gatto. Dal momento che il decadimento radioattivo è un fenomeno quantistico, in virtù di quanto dicevamo sopra il gatto si può considerare (paradossalmente) vivo e morto allo stesso tempo finché qualcuno non guarda dentro la scatola, ossia compie una misura sul sistema.
Ora, tutto questo è stato in realtà già riprodotto su scala macroscopica: lo scorso anno, un'équipe di ricercatori dell'Eth di Zurigo ha ricreato una versione dell'esperimento in cui il gatto è sostituito da un cristallo oscillante, la sostanza radioattiva è sostituita da un circuito superconduttore e il marchingegno che collega il gatto alla sostanza radioattiva è uno strato di materiale piezoelettrico in grado di generare un campo elettrico quando il cristallo cambia forma mentre oscilla. Con questo setting, i ricercatori hanno osservato che effettivamente il cristallo oscilla in due diverse direzioni contemporaneamente (ossia �� in una sovrapposizione di stati, ossia è allo stesso tempo vivo e morto) finché non si compie una misura, facendo collassare il sistema su uno dei due stati.
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tvttb · 8 months ago
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lì dove c'era un gatto nero sull'asfalto morto da giorni ora ci sei tu gatto nero vivo che cammini sul muretto e gatto nero sull'asfalto morto non ci sei più
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libero-de-mente · 1 year ago
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𝗜𝗹 𝘀𝗮𝗯𝗮𝘁𝗼 𝗺𝗮𝘁𝘁𝗶𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝘃𝗶𝗹𝗹𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 - 𝟮𝟬𝟮𝟯 𝗲𝗱��𝘁𝗶𝗼𝗻
Il donzelletto vien dalla casa,
In sul sorger del sole,
Con la sua borsa della spesa; e reca in mano
Lo comunicatore digitale.
Così alle otto in punto, all'apertura del supermercato, mi reco a prendere cibarie et pozioni alcoliche per lo sabato caloroso.
La prole chiede che cucini io questa sera, ci sarà anche il cuore di figlio 2 a passare il fine settimana da noi.
Dovrò accendere il forno, se dovessimo trasportare questo sabato sera in un film io sarei il macchinista, quello tutto sporco e sudato, che fa l'impossibile per far si che il motore della nave, o del treno, non si fermi. Mentre gli attori protagonisti dalla cabina di comando si prendono gli onori di aver salvato la situazione.
Alla fine non ci saranno inquadrature per me, ridotto a una pezza mi farò una doccia.
Però come gli eroi che si immolano per la compagnia al barbecue sotto un sol leone, verrò ricompensato dalla birra ghiacciata che avrò nel frigorifero.
Con questi pensieri giro tra le corsie cercando di ricordarmi cosa manca tra gli ingredienti che dovrò utilizzare.
Passo per una corsia, dopo pochi minuti ci ripasso, sembro perso. Invece no, il mio disordine cerebrale da neuro divergente mi fa fare percorsi alternativi e panoramici.
Incontro una signora che vedendomi mi sorride, alza il dito nell'atteggiamento tenero che hanno alcune persone prima di farti una domanda. Percepisco questa cosa e comincio a entrare in modalità ansia.
Solo io so quante persone che mi hanno chiesto indicazioni stradali sono finite a "Chi l'ha visto?".
Una volta una coppia in auto si fermò e mi chiese "Scusi sa dov'è Via Roma?"; "Non lo so, mi dispiace" - risposi repentinamente.
Mentre si allontanavano mi chiedevo dove fosse Via Roma, l'avevo già sentito il nome di quella Via.
Poi mi ricordai che in Via Roma ci abitavo, oltre al fatto che ero appena uscito da casa.
La signora si avvicina e mi chiede se io fossi (nome di mio cugino).
Mio cugino. Un anno meno di me, le nostre madri sono sorelle e i nostri padri erano fratelli tra loro. Madre natura si è divertita molto con i cromosomi e geni. Così spesso mi chiedono o mi chiamano con il suo nome. Però questa cosa non capitava da decenni.
La signora si ricorda di me e di mio cugino, abitavamo anche nello stesso condominio da piccoli, perché abitava appunto nella nostra stessa Via.
Le rispondo che non sono cugino ma Rino, lei mi dice che mi segue qui su Facebook.
Poi mi guarda, nota che non sono come quello nella foto.
Le dico che generalmente uso da ventordici a trentanta filtri per essere decente. Lei mi fissa e mi dice: "Se posso, lei è meglio dal vivo. Con i suoi capelli e quel viso da buono".
Il "viso da buono", me lo dicono spesso. Si tratta dell'eredità più forte che mi ha lasciato mio padre. Un buono, che fu paraculato dalla vita e dal sangue del suo sangue. Ma per lo meno è morto credendo in una vita migliore. Secondo me fu per questo motivo che sorrise esalando l'ultimo respiro.
Arrivo alla cassa, oltre le cibarie metto sul nastro il bottino di guerra: birre. Diverse tra di loro.
La cassiera mi guarda, le dico - "Sono per la mia colazione"; "Se questa è la colazione non voglio sapere cosa si beve a pranzo e cena" - risponde lei.
"Però accompagno la birra con biscotti integrali e senza glutine" - aggiungo, ma credo di aver peggiorato la mia posizione nei suoi confronti. A far lo spiritoso puoi anche essere frainteso.
Esco di corsa, sulla strada di ritorno mi fermo in un altro negozio per le bombolette di ricarica per un gasatore di acqua. Consegno quelle vuote e prelevo quelle piene, a una delle mie due bombolette vuote manca il tappo di protezione di plastica.
Lo faccio notare alla commessa: - "È stato il gatto, si è preso il tappo e chissà dove lo ha portato. Se vuole glielo porto dopo".
"Ma no si figuri" - mi risponde gentile - "Ci mancherebbe, per un tappo".
"Io intendevo il gatto" - le dico serio.
Mi guarda, la guardo, si gira dandomi le spalle, la guardo, lei scoppia a ridere e si rigira verso di me, io già ero pronto con il telefonino aperto su una foto "coccolosa" di Alvin.
"Ma è lui il colpevole?" - Mi chiede.
"Si" - le rispondo.
I suoi occhi diventano dolci - "Se me lo porta poi lo terrò con me però, io l'avviso".
Rientro a casa con due convinzioni: la faccia da buono va bene solo con le signore d'antan, per il resto se ne approfittano in molti.
I gatti domineranno il mondo, dato che riescono a dominare i cuori delle donne.
Altro dirvi non vo’; ma la mia testa
Cincischia fino a tardi, speriam che a pensar troppo non sia grave.
ps ai due richiedenti informazioni sulla Via Roma, poi, corsi appresso. Lui mi vide dallo specchietto retrovisore e si fermò.
Mi avvicinai ansimando per la corsa: - "Anf anf, s-so dov'è Via anf anf Roma. Me lo sono ricordato"; E la lei della coppia: - "Bene! Dov'è?". La guardai fissa negli occhi "È questa!" - risposi trionfante.
So che non riuscirono a salutarmi dalle risate che si fecero, solo lei riuscì a farmi "ciao ciao" con la mano, mentre lui ripartì con l'auto.
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safeplacewithyourname · 2 years ago
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Il paradosso del gatto di Schrödinger è un esperimento mentale ideato nel 1935 da Erwin Schrödinger con lo scopo di illustrare come la meccanica quantistica fornisca risultati paradossali se applicata a un sistema fisico macroscopico.
Esso descrive un apparato sperimentale in cui un gatto è collegato a un meccanismo che ne determina la morte, attivato da un evento subatomico che può verificarsi spontaneamente con una certa probabilità in un dato sistema fisico. Secondo la meccanica quantistica, finché non viene osservato, un tale sistema si trova in una sovrapposizione degli stati evento avvenuto-non avvenuto; da questo deriva che anche l'animale dovrebbe trovarsi nella stessa condizione, con la conseguenza paradossale che gli stati di gatto vivo e morto sarebbero entrambi presenti contemporaneamente. Il paradosso compare di frequente nelle discussioni teoriche sulle interpretazioni della meccanica quantistica.
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scienza-magia · 7 months ago
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Vivo e/o morto il gatto fantasma della quantistica
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Il gatto di Schrodinger è stato modificato e rivoluzionerà la fisica. Recentemente, un team di fisici teorici ha proposto una nuova soluzione al paradosso del gatto di Schrödinger, che potrebbe consentire alle teorie della meccanica quantistica e della relatività di Einstein di convivere nel migliore dei modi. Non è mai facile parlare di determinati argomenti, tuttavia, questa volta cercheremo di "semplificare brutalmente" (per quanto possibile) concetti fisici realmente avanzati e complessi. Siete pronti? Per cominciare, è opportuno ricordare come le leggi della fisica quantistica postulano che gli oggetti fisici possono esistere in una combinazione di più stati. Sarà quindi possibile per loro trovarsi in due posti contemporaneamente o possedere diverse velocità allo stesso tempo. Si introduce dunque il concetto di "sovrapposizione", secondo cui un sistema rimane in tale stato, finché non interagisce con un dispositivo di misurazione (ovvero, viene osservato direttamente), grazie al quale assumerà solo valori ben definiti come risultato della misurazione stessa. Un cambiamento così brusco nello stato del sistema, è chiamato "collasso".
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A questo punto entra in gioco il fisico Erwin Schrödinger, che riassunse questa teoria nel 1935 con il suo famoso paradosso del gatto di Schrödinger, che è contemporaneamente vivo e morto e di cui vi abbiamo già abbondantemente parlato. Le leggi quantistiche, valgono però per il regno delle particelle elementari. Gli oggetti più grandi, si comportano infatti in accordo con la fisica classica come previsto dalla teoria della relatività generale di Einstein e non vengono mai osservati in una sovrapposizione di stati. Come sottolinea l'autore principale Matteo Carlesso, fisico teorico dell'Università di Trieste in Italia: "La domanda è: è possibile che l'Universo si trovi in una tale sovrapposizione? Le osservazioni dicono di no: tutto segue le previsioni classiche della Relatività Generale". Come conciliare dunque le due cose? Per affrontare il problema, i ricercatori hanno proposto modifiche all’equazione di Schrödinger, che governa il modo in cui tutti gli stati, compresi quelli in sovrapposizione, evolvono nel tempo. In particolare, il team ha aggiunto termini all'equazione che catturavano il modo in cui il sistema interagisce con sé stesso. È stata poi eliminata la distinzione tra oggetti soggetti a misurazione e dispositivi di misurazione, proponendo che lo stato di ciascun sistema subisca un collasso spontaneo a intervalli regolari. "Senza alcuna azione da parte di entità esterne, qualsiasi sistema si localizza (o collassa) spontaneamente in uno stato particolare. Parafrasando, invece di avere un gatto morto E vivo, lo si trova morto O vivo", ha detto Carlesso. Per i più curiosi, potete trovare l’intero paper al seguente link. "Il nostro modello descrive un universo quantistico, che alla fine collassò diventando così effettivamente classico", ha dichiarato lo stesso Carlesso. Dopo aver visto la 'scoperta che trasformerà il mondo e nonostante questa teoria spieghi perché l'universo possa essere governato dalle leggi classiche della fisica, mettere alla prova sperimentalmente la teoria stessa, non sarà così semplice. FONTE: LIVESCIENC Read the full article
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cerentari · 11 months ago
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Mai 'na gioia 567
Questo è Leone un povero micio scuoiato vivo ad Angri in provincia di Salerno, è stato curato e dopo quattro giorni è morto. Indicibile. Anche qui a Castello tanti anni fa c’era un gatto che si chiamava Leone per via della sua criniera, era bellissimo ma si cacciava sempre nei guai perché spesso e volentieri dovevano intervenire i pompieri per tirarlo giù da qualche albero su cui saliva e non…
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sognosacro · 1 year ago
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Dunque, il giornale di oggi dice che ci sono un pó troppi necrologi.
Che le persone hanno perso contatto con la terra.
Che il cielo indica buone tempistiche per il volo, ma possibile aviazione di papere, vari stormi e migrazioni di uccelli.
Ora leggiamo il necrologio.
Funerale alle ore 03.00 am
Funerale alle ore 08.00 di Gianpatrizio, Coldrerio
***
Fumetto
Il morto che cammina, non è piú vivo dentro
La vita vera è quella che si vive una volta sola e piú alungo di come la si pensa.
Non è vero che siamo qui solo una volta, siamo qui per tutti, in una volta sola.
Gioco
Il gatto pelosetto muove un topetto
Gioca con il gatto e il suo pupazzetto.
Fine
Giornale dello spirituale del giorno
Notizie delle 10.00 del mattino
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gcorvetti · 2 years ago
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Piccola correzione
Avevo scritto stamane che il tizio non si era fatto vivo, bene mi ha scritto, nella email oltre a ripetermi le solite menate sui loro eventi al castello il primo e il tre di Giugno, mi dice che stanno preparando l'orario e che cercano in qualche modo un appartamento, di contratto e della mia richiesta di stipendio neanche l'ombra, te pareva. Quando parlammo mi ricordo che al sentire la cifra il tizio un pò è sbiancato, poi ha detto ma si tranquillo li prenderai si parla di più di 200 ore al mese, al che mi andava di alzarmi e andare via; il contratto nazionale prevede 160 ore, 180 perché nella ristorazione avvolte si allungano i tempi in chiusura, ma farne più di 200 è un suicidio soprattutto alla mia età e con la tendinite che va e viene, sti cazzi se perdo il pollice sinistro non posso fare più niente. Alla fine già ieri avevo deciso che non mi andava più di lavorare in stagione schiavizzato, forse l'entusiasmo della scorsa settimana derivava dal fatto che dopo 8 mesi qualcuno finalmente mi faceva un colloquio, fatto sta che domani gli scrivo e gli dico sta cosa, semplicemente ho cambiato idea, non invento scuse o cause per cui non posso mi è morto il gatto, le cavallette ecc ecc, non mi va. Sono anche dell'idea che dopo gli eventi poi mi dice che non possono pagarmi quanto ho chiesto e che se accetto bene se no ciao, intanto mi fa fare ste giornate pesanti che a loro serve personale, ma purtroppo non sono più consensuale a farmi schiavizzare. Il punto dolente sarà dire a quella del fondo di disoccupazione che è stata l'ennesima buca, non posso dirle che non mi va, mi prende a calci nel culo, anche se ho sempre pensato che anche loro non fotte niente, pessimismo e fastidio? Può essere. Mi è capitato più di una volta di rifiutare un lavoro, a Venezia all'hotel Concordia, che è in piazza S. Marco, con uno stipendio favoloso quando sono andato per lavorare e il portiere mi ha detto :"Ma non hai i vestiti?", gli ho risposto :"Pensavo li davate voi", poi mi ha guardato con gli occhi da triglia e gli ho detto :"Dammi il libretto del lavoro, cercatevi un altro"; il tutto però era nato dal fatto che una
mattina alle 7, per me è notte fonda, squilla il telefono e rispondo ancora in coma e dall'altra parte c'era una vecchia, che mi grida nell'orecchio :"Lei dov'è, perché non è a lavoro, cosa crede...", al che la fermo, anche perché per me era una voce e non avevo capito chi era e di cosa parlasse e le dico :"Mi scusi ma lei chi è? Forse ha sbagliato numero", e li si è calmata e prima mi ha chiesto se ero tizio caio e poi ha ripreso con le urla sul fatto che non ero a lavoro, era la proprietaria dell'hotel. Quando ho potuto prendere la parola con la calma di un monaco tibetano le ho fatto notare che nessuno mi aveva avvertito che dovevo essere a lavoro, era un posto per le colazioni, e che si doveva calmare che non è il modo di parlare alle persone, anche in quel caso non avevo ancora firmato niente quindi non ero un suo dipendente. Poi mi dice di andare alle 5, 30 il giorno dopo, ok. Mi era passata la voglia, andai tanto per. Passai un paio di ore a passeggiare in una Venezia deserta, poi feci colazione in un bar e tornai a casa. Il giorno stesso mi chiamò un altro albergo per un lavoro di portiere di notte pagato oro, andata. Questa cosa mi è capitata altre volte, quando rifiuto lo schiavismo mi arriva il lavoro decente. Certo non è più il periodo di rifiutare o di fare il capriccioso, ma non ho proprio voglia, non sarei simpatico e farei il lavoro male, quindi non vado.
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basidellislam · 2 years ago
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ISLAM 101: Il Tuo Cibo e Le Tue Bevande: Parte 2
Pesci ed alimenti marini
Sono tutti quegli animali che vivono nell’acqua per la maggior parte del tempo.
A questa categoria appartengono tutte le creature che vivono in grandi quantità d’acqua (mari, laghi, fiumi, ecc.).
È lecito il consumo di tutti questi tipi di alimenti marini, siano essi animali o piante, siano stati catturati o trovati morti, a condizione che non siano nocivi alla salute. Ha detto l’Altissimo: “Vi è lecita la pesca e il cibo che ne ricaverete” (Corano 5, 96).
Col termine “pesca” si intende qui il pesce vivo, mentre con “cibo” si intende quel che il mare fa trovare già morto. (Questo secondo la scuola Shafiita. La scuola Hanafita differisce leggermente).
Animali di terra
Esistono due condizioni per rendere lecito il consumo di carne di animali di terra:
1) Che si tratti di animali di cui è lecito cibarsi 
2) Che siano uccisi o macellati in conformità alla legge islamica (Sharia)
Quali sono gli animali permessi ?
La regola generale è che tutti gli animali sono permessi, ad eccezione di quelli esplicitamente dichiarati illeciti dal Corano e dalla sunnah.
Gli animali vietati sono:
Il maiale: esso è illecito ed impuro in ogni sua parte, per cui nulla di esso può essere utilizzato. Ha detto l’Altissimo: “Vi sono vietati gli animali morti, il sangue, la carne di porco” (Corano 5, 3) e ha detto anche: “ … e la carne di porco che è immonda” (Corano 6, 145).
> È lecito cibarsi di ogni animale dopo averlo macellato islamicamente, con alcune eccezioni menzionate nel Corano e nella sunnah 
1) Tutti gli animali carnivori di grande taglia, come il leone o la tigre, e di piccola taglia, come il gatto o il cane.
2) Gli uccelli predatori, come l’aquila, il falco, il gufo, ecc.
3) Gli insetti: sono illeciti in quanto non possono essere macellati; ad eccezione delle locuste, in base alla parola del Profeta (Allah lo benedica e gli dia la pace): “Ci sono stati resi leciti due tipi di animali morti: i pesci e le locuste” (Ibn Majah, 3218).
4) Serpenti, vipere e topi: È vietato cibarsene ed è raccomandato uccidere tali animali. Ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Ci sono cinque animali che è lecito uccidere, anche se ci si trova nello stato di sacralità del pellegrinaggio (ihrām): il serpente, il corvo, il topo, il cane rabbioso, lo scorpione”.
5) L’asino domestico, che viene utilizzato nei villaggi per il trasporto di cose e persone.
Tipi di animali permessi:
Gli animali resi leciti da Allah in questa categoria si dividono in due tipi:
1) Gli animali selvatici che fuggono l’uomo per non farsi catturare, quindi non è possibile macellarli ritualmente, ma si possono cacciare o pescare nel rispetto delle norme islamiche.
2) Gli animali addomesticati o da allevamento, quindi le cui carni sono lecite solo se macellati islamicamente.
La macellazione islamica:
La macellazione rituale deve essere conforme ad alcune regole specifiche.
Regole islamiche per la macellazione:
Allah, gloria a Lui, ha reso il cibo della Gente del Libro (Ebrei e Cristiani) lecito per noi se osservano le regole per la macellazione.
1) La pesona che esegue la macellazione deve essere un Musulmano o appartenente alla Gente del Libro (Ebreo o Cristiano), capace di eseguire la macellazione, avendo raggiunto l’età del discernimento e avendo l’intenzione di eseguire la macellazione.
2) La lama utilizzata per la macellazione deve essere adatta e ben affilata, come un coltello. È vietato uccidere l’animale con qualcosa di pesante o per stordimento o per shock elettrico.
3) Deve essere menzionato il nome di Allah dicendo: Bismillah (Nel Nome di Allah) nell’atto di affondare la lama
4) Devono venire recisi almeno tre delle seguenti quattro parti: l’esofago, la carotide, le due vene maggiori della gola.
Solo se tali condizioni vengono rispettate è lecito consumare le carni dell’animale macellato.
Tipi di carni nei ristoranti e negozi:
1) Le carni macellate da quanti non sono Musulmani né appartenenti alla Gente del Libro (come Buddisti, Indù, atei, ecc.) sono illecite. Questa è la situazione dei paesi dove le popolazioni non sono musulmane né fanno parte della Gente del Libro. Questo tranne nel caso esistano eccezioni.
2) Le carni macellate da Musulmani o Gente del Libro sono lecite. L’opinione degli studiosi musulmani su questo punto è unanime.
3) Le carni macellate da Musulmani o Gente del Libro ma non nel rispetto delle norme islamiche (ad esempio con shock elettrico o annegamento) sono illecite.
4) Le carni macellate da Gente del Libro ma di cui non sappiamo come sono state macellate sono da considerarsi generalmente lecite, ma è raccomandato pronunciare il Nome di Allah prima di mangiarle. Resta tuttavia preferibile cercare di procurarsi della carne di cui si è certi essere carne lecita dal punto di vista islamico (halal).
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falcemartello · 2 years ago
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Secondo l'interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica, nel paradosso del gatto di Schrödinger quando si apre la scatola si creano due mondi paralleli, uno in cui il gatto è vivo e un altro in cui il gatto è morto.
Voi finite sempre in quello dove governa il PD.
Peppe Brillo
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giovaneanziano · 4 years ago
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È morto il mio ex padrone di casa e mia madre si dice triste. Io zero proprio, chissene anche. Mi prendo dell'insensibile, ma perché? Io mi credo coerente: non è che se uno ti sta sul cazzo da vivo, quando morte diventa una persona per cui spiacersi e piangere, un luminare, qualcuno d'amare per cui struggetsi. Mi stai sul cazzo da vivo, mi sai sul cazzo da morto. Mi spiace per il dolore della famiglia, perché nessuno deve soffrire, ma per lui proprio e vabbè tanto tocca a tutti ci vediamo dall'altra, chissà se mi vorrai fare pagare la disinfestazione per le pulci del gatto (che manco aveva) 6 mesi dopo che ho lasciato casa PURE ALL'INFERNO.
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kymyit · 4 years ago
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Meeting the professor
-Chiudi la bocca, Weisz.- Weisz ammutolì per qualche secondo, poi si riscosse. -Buon giorno anche a te, iena spaziale.- borbottò accennando all'altro un inchino a braccia aperte. Si era appena svegliato e la prima frase che Laguna gli rivolgeva era: "Chiudi la bocca, Weisz." Frugò seccato fra le lenzuola alla ricerca dei boxer, ma non riuscì a distogliere lo sguardo per troppo tempo da Laguna, che si stiracchiava come un gatto con indosso la sua felpa. Solo la sua felpa. E dato era abbastanza larga, creava uno strano effetto su di lui. Gli dava quasi un'aria innocente, con l'inguine a malapena nascosto dal bordo e le punte delle dita che sbucavano dalle maniche. Per non parlare dei capelli in disordine e dell'aria assonnata. Assonnata ma sempre sveglissima quando si trattava di provocarlo dalla mattina. -Buongiorno.- gli disse tirandosi su, per poi scoccargli un bacio sulla guancia e dirgli -Andiamo a fare colazione prima che Rebecca e Couchpo divorino tutto.- Lentamente, ancora intorpidito dal sonno, s'infilò gli slip e i pantaloni, si sistemò la felpa addosso e poi si diede un'aggiustatina a capelli e trucco. Il tutto mentre Weisz si rivestiva a sua volta. Quando Laguna fu pronto, fece per uscire, ma Weisz saltò su. -Aspetta, vieni così?- Laguna inarcò il sopracciglio, poi si guardò. -Vuoi che venga in baby doll e calze a rete?- -No, ma la mia felpa... - Laguna alzò gli occhi al cielo. Eccolo lì, di nuovo... Parlava di culi e tette dalla mattina alla sera, ma quando gli prendeva la mano in pubblico, o faceva qualsiasi altra cosa che metteva in mostra la loro relazione, arrossiva come una mammola. -Ancora?- gli chiese -Sanno che non facciamo solitari la notte.- -Sì, ma... - Laguna represse l'istinto omicida. E dire che si era svegliato bene ed era pieno di tanti buoni propositi. Voleva sfotterlo di meno, coccolarlo di più, fargli capire che amava anche passare del tempo tranquillo in sua compagnia. Stavano insieme da quasi tre mesi, ma Weisz era in qualche modo bloccato. Ne avevano parlato diverse volte. Mettendosi con lui, il biondo aveva messo in discussione tutto se stesso. Era passato dall'essere un donnaiolo incallito a scoprire di essere bisessuale e Lagunadipendente nel giro di poche settimane. Temeva che l'immagine che gli altri avevano di lui finisse per indebolirsi. Lui era quello duro, un ribelle, un uomo di mondo, quello che non deve chiedere. Aveva una visione virile di sé e non era tanto il piacergli un uomo a disturbarlo, quanto il mostrarsi dipendente. Aveva bisogno di trovare un equilibrio e Laguna lo capiva. Perciò pazientava, ma iniziava ad avere bisogno di esternazioni quotidiane, non solo al sicuro della camera da letto. Lui aveva superato la fase dello "Oh santissima Mother mi piacciono gli uomini" praticamente durante l'adolescenza, ma era già un tipetto che se ne fregava altamente del giudizio altrui. Weisz no. Iniziava a sospettare che durante quelle conversazioni non gli avesse detto proprio tutto, che ci fosse ancora qualcosa a bloccarlo, perciò pazientava e aspettava che parlasse. Nonostante l'altro mostrasse poco le sue emozioni, Weisz riuscì a decifrarle comunque. Non gli stava solo dando un dispiacere, lo stava offendendo col suo comportamento. "Sono un idiota... " si disse e gli prese la mano. -Volevo dire che dovrei proprio metterla in lavatrice.- provò a rigirare la frittata. Un maldestro tentativo di rimediare, ma Laguna lo accettò di buon grado e strinse la sua mano. Quando arrivarono in mensa, la ciurma era riunita al completo ed erano tutti su di giri, in particolare Rebecca ed Happy. -Che succede?- domandò Laguna. Quando l'attenzione si spostò su di loro, Weisz s'irrigidì appena e il suo primo istinto fu quello di lasciargli la mano, ma non ci riuscì, perché lo Spirito dell'Acqua gliela tenne ben stretta. Gli altri dedicarono a quel dettaglio e alla felpa ben pochi istanti, quasi impercettibili, erano troppo galvanizzati dalla novità. Infatti, Rebecca rispose subito: -Il professore sta venendo a farci una visita!- Weisz inarcò il sopracciglio. -Quando?- -Chi?- domandò Laguna sedendosi. -Il professor Weisz!- rispose Rebecca. Dopo un attimo di confusione, lo Spirito dell'Acqua fece cenno a tutti di non aggiungere altro e versò il caffè per sé e Weisz. Ne bevve qualche sorso e attese che la caffeina facesse il suo effetto. Poi riuscì a mettere insieme le informazioni in suo possesso, basandosi sui racconti di Jinn, Shiki e Witch. -Capisco.- disse -In pratica la sua versione più intelligente.- Weisz masticò un insulto a mezza voce, poi domandò: -Che ci viene a fare?- -Dobbiamo discutere di alcune cose.- rispose Witch -È chiaro che sappia qualcosa su Ziggy e Pino. È ora di mettere le carte in tavola.- Pino bevette il suo succo, con una crescente ansia ed emozione in lei. Forse i misteri sulla sua memoria sarebbero stati dipanati. La cosa la preoccupava ed emozionava al tempo stesso. -Che tipo è?- domandò Laguna. -Più affascinante di Weisz Junior.- rispose Rebecca. -E più responsabile!- infierì Happy. -Ehi!- berciò il diretto interessato. -Potremmo filmare l'incontro!- soppesò la ragazza. -Non ignorarmi!- sbottò il biondo. Laguna si godette il siparietto con aria rilassata, divertito dalla novità. Incontrare il Weisz adulto e maturo di cui tutti parlavano sempre bene lo incuriosiva non poco. Sarebbe stato solo un po' strano. Come da accordi, incontrarono il professor Weisz su un pianeta nelle vicinanze. Rebecca ed Happy andarono a prenderlo con una navicella per portarlo sull'Edens e quando il trio sbarcò nell'hangar della corazzata, la ragazza e il gatto erano al settimo cielo. -Vedrai, ti piacerà stare qui per un po'!- -Il cibo è buonissimo!- -Magari Sister può fare qualcosa per il tuo braccio!- -Abbiamo delle terme fantastiche!- -Calma, calma!- esclamò quello, arginando gli entusiasmi. Alzò lo sguardo e vide la ciurma al completo che osservava la scena, incuriosita. -Avete messo su un bel gruppetto di amici, eh?- sorrise- -Sì!- esclamarono Happy e Rebecca raggianti. Shiki si precipitò a presentarsi e a dichiarare amicizia, visto che non avevano mai avuto occasione di farlo per bene. Quando il professore gli strinse la mano di buon grado, lui si voltò verso Weisz. -Lui si che è una brava persona.- -Una persona responsabile.- continuò Rebecca, con Happy che faceva da eco. -Ehi, mi sto offendendo!- sbottò Weisz sentendosi toccato. Quando però lo sguardo del professore si posò su di lui s'irrigidì e sentì le viscere contrarsi. Era assurdo trovarsi davanti il sé stesso invecchiato. Un conto era vederlo attraverso uno schermo o un ologramma, dal vivo era tutta un'altra cosa. Era inquietante... E per di più aveva una orrenda stempiatura. E sembrava proprio uno di quei nerd noiosi... se non avesse visto la ragazza coniglio abbracciarlo con i suoi occhi non gli avrebbe dato un soldo bucato. Diavolo, sarebbe davvero finito così? Ok essere un genio, ma aveva una visione più esteticamente figa del se stesso futuro! -Vedo che hai cambiato pettinatura.- esclamò il professore -Oh e questa bellezza... - Weisz trasalì. Quello che il professore aveva chiamato "questa bellezza" non amava essere scambiato per una donzella. Guardò di sottecchi Laguna, aspettandosi che rispondesse a tono o che nel peggiore dei casi massacrasse l'ospite (ma con stile), ma poi l'uomo afferrò le mani dello Spirito dell'Acqua e gli sorrise. -Tu sei il suo ragazzo, vero?- -Cos- -Sì.- confermò Laguna. -Hai fatto la spia!- Weisz accusò subito Rebecca. -Ma non è vero!- Il professore rise. -Ma no, ma no! Conosco i miei gusti e poi si capisce guardandovi!- -Sbrigati ad invecchiare, Weisz Junior, magari ti cresce il cervello.- -Vaffanculo, Laguna. Ok?- Il professore rise. -Decisamente, state bene insieme.- -Ma se si battibeccano in continuazione?!- fece Homura. -Quello non significa nulla.- rispose il vecchio Weisz -Aggiunge un po' di pepe alla cosa, giusto?- -La sua maturità è quasi anomala.- commentò Laguna e Weisz lo trucidò con lo sguardo. In quel momento capì che la permanenza del se stesso del presente sarebbe stata il suo inferno personale. E infatti, fu così. Laguna andava schifosamente d'accordo col professor Weisz. Parlava con lui senza sfotterlo, con educazione, rispetto e complicità. Ascoltava le sue "dissertazioni scientifiche" con grande attenzione e, cosa peggiore di tutte: rideva. Rideva, sorrideva, era schifosamente divertito da lui e sul suo sorriso non sembrava esserci la benché minima ombra di maliziosità. A parte quando si erano messi a parlare di questioni piccanti e il professore gli aveva spiattellato il suo mortale segreto. Lo aveva praticamente venduto! Aveva venduto entrambi!! -Dietro l'orecchio?- soppesò Laguna -Me lo ricorderò.- Oh e se lo aveva ricordato a letto quella notte. -Che fai!- aveva urlato cercando di sfuggirgli. -Non fare così, Junior. Weisz senior mi ha detto che ti eccita se ti leccano dietro l'orecchio.- -Ora che so che te l'ha detto lui non mi eccita più!- aveva cercato di opporsi, di lottare, di staccarselo di dosso, di allontanargli la testa dalla bocca, ma Laguna lo teneva abbracciato saldamente e alla fine la ebbe vinta. Su tutti i fronti. Weisz strinse lo stipite della porta, osservandoli di nascosto e rodendosi l'anima. -Che stai facendo?- domandò Shiki, facendolo saltare sul posto. Non l'aveva sentito arrivare, -Nulla.- mentì. Jinn, che era con lui e Homura, scoccò un'occhiata all'interno e capì immediatamente il problema. Accennò un mezzo sorriso. -Smetti di ridere!- -Stiamo andando ad allenarci.- disse Homura -Vuoi venire con noi?- Weisz fu per rifiutare l'invito, quando udì la risata cristallina di Laguna. -Sì, meglio!- ruggì, Non era solo gelosia. Era incazzato nero perché Laguna sembrava fare gli occhi da cerbiatto morto al se stesso del presente, quando era LUI il suo ragazzo. Se voleva un tizio maturo poteva non sedurlo dall'inizio. Personalmente lo vedeva come un  comportamento da stronzo, ma sapeva benissimo che se fosse entrato in cucina in quello stato, non ne sarebbe uscito vincitore. Gli avrebbero riso dietro insistendo che le sue erano solo paranoie dettate dalla gelosia. Poteva già sentire la voce dell'altro dirgli -Cresci Weisz Junior- E santa Mother non aveva voglia di stare lì a guardare quei due fare i piccioncini. Si sentì derubato di tutto. Da se stesso. La vita era davvero stronza... Al poligono le cose non andarono meglio, dato che non riusciva a concentrarsi. Non beccava un bersaglio neppure pagandolo. Andò tutto così storto che era sicuro non potesse esserci giornata peggiore per lui. Alla fine, frustrato, lanciò il fucile a terra e gli diede un calcio, poi si sedette a terra, la testa fra le mani. Homura gli si avvicinò, con la spada d'Ether poggiata sulla spalla e fissò il bersaglio a cui aveva mirato. -Sei geloso, eh?- -Non hai proprio filtri, eh?- rispose piccato. Homura scosse il capo. -Le parole sono importanti. Se vuoi dire qualcosa a Laguna, devi dirgliela. Se vuoi fare qualcosa, fallo.- Weisz alzò il capo e la fissò. -Se aspetterai ancora, prima o poi... - -Non aggiungere altro.- la interruppe stringendo il pugno. -Lo so. Dannazione, lo so!- Sapeva cosa doveva fare, lo aveva sempre saputo, ma aveva sempre liquidato quella risposta, lasciando che il tempo sistemasse da solo il tutto, senza sforzo. Senza aggiungere altro, corse in mensa, da Laguna, perché aveva delle cose da dirgli. Cose importanti, prima di perderlo stupidamente. Laguna sorseggiò il suo cocktail azzurro. Il professore accanto a lui era un bell'uomo e poteva facilmente riconoscere i tratti di Weisz. Era una cosa assurda parlare con la versione invecchiata del suo ragazzo, ma interessante, quasi eccitante. Weisz Senior era un uomo carismatico, di mondo, era divertente e non temeva di esprimersi. Laguna poteva cogliere quella scintilla di sicurezza in Weisz solo in alcune occasioni, per il resto lo trovava molto insicuro e questo nonostante il biondo si nascondesse dietro una facciata da teppista scassacazzo. Sapeva benissimo che il più giovane stava crescendo, mentre il vecchio aveva già fatto le esperienze che lo avevano maturato, eppure... -Rebecca mi ha accennato qualcosa.- iniziò ad un tratto il professore, pensieroso -Riguardo te e quei due fratelli.- Laguna tacque, aspettando un discorso che già conosceva. -Eravate fra gli uomini di Drakken Joe... - -Sì.- non mentì, tanto era inutile. -Tu sai cos'ha fatto?- Laguna gli guardò il braccio. Il professore sollevò l'arto meccanico. -Non solo questo.- Si sorprese. -Sai che... - -Ad un certo punto ho scoperto che era stato lui ad uccidere mia madre e non una malattia.- confermò l'uomo con aria grave -Ma non mi sono vendicato. Avrei buttato al vento la mia vita, perché non avevo la forza. Invece, questi ragazzi... il destino è qualcosa di ironico e grandioso, non trovi?- Lo Spirito dell'Acqua non rispose, si limitò ad annuire. Il professore continuò il discorso. -Pensa che sorpresa, scoprire che il me del passato, con ancora fresca la memoria di sua madre sul letto di morte, è riuscito ad innamorarsi di uno degli Elementi di DJ Zombie.- La sua aria era diventata tremendamente seria. Laguna poteva percepire col proprio Ether un mutamento in lui. Dopotutto l'acqua è presente in gran parte del corpo umano e lui la sentiva, anche se meno chiaramente di come poteva sentire Drakken Joe quando il legame alchemico era attivo. -È stato qualcosa che nessuno di noi due si sarebbe aspettato.- disse, in guardia. -Ah, ma non è un problema!- esclamò il professore -Dopotutto non è la mia vita questa.- -Bene.- fece Laguna, alzandosi in piedi per andarsene. Finì di bere il cocktail e rimise il bicchiere sul bancone. -Perché non avresti comunque il diritto di scegliere per la sua.- disse. Il suo sguardo serio fece sorridere il professore, che si alzò in piedi superandolo di una spanna. -Tagliente come una lama... è una cosa che mi è sempre piaciuta.- Avanzò, intrappolandolo fra sé e il bancone. Laguna lo allontanò, ma non riuscì a spostarlo di molto. Sembrava insospettabilmente solido per essere attempato. Il professore gli prese il polso col braccio meccanico. -Che diavolo stai facendo?!- lo fulminò lo Spirito dell'Acqua, ragionando se usare Tears Lover o meno. -A differenza dell'altro me, io non sono mai stato con un uomo, non ho mai provato. Voglio capire cosa mi sono perso.- -Beh, trovati un bordello spaziale.- cercò di liberarsi Laguna, ma inutilmente. -Andiamo, sono sempre Weisz. Fra una cinquantina d'anni sarò così, quindi puoi approfittarne per fare un salto sul futuro.- Era la peggior frase d'abbordaggio che avesse mai sentito... era talmente shockato che non reagì in tempo quando le labbra dell'altro s'impossessarono delle sue. Si divincolò, ma senza grande successo e quando il professore lo spinse ancora di più contro il bancone si sentì davvero in pericolo. Ok, era ora di passare alle maniere forti. Attivò Tears Lover e cercò di pestargli il piede con forza, ma non ci riuscì. -Che sta succedendo qui?- Impallidì. Con la coda dell'occhio, vide Weisz sulla porta, che li osservava con gli occhi spalancati. A quel punto, il vecchio professore parve abbassare la guardia e lui ne approfittò per pestargli il piede. Quello urlò, ma non lasciò la presa. -Weisz, posso spiegarti.- si affrettò a dire lo Spirito dell'Acqua, ma l'altro replicò: -Non c'è niente da spiegare!- disse serio e avanzò a passo di carica verso di loro con i marchi dell'Ether sul braccio. Afferrò la mano meccanica del professore che in un istante si scompose e ricompose in un ammasso informe. -Giù le mani dal mio ragazzo.- ordinò Weisz con aria omicida, per poi afferrare un incredulo Laguna e allontanarlo dall'altro e portandoselo alle spalle. -Ahiahiahiahi... -borbottò il professore, ancora dolorante a terra. Weisz continuò a stringere il polso di Laguna. -Weisz, da quanto... - -Sono appena arrivato.- disse secco, poi lo tirò via -Andiamo.- Laguna lo seguì, leggermente rosso in volto e molto, molto colpito. -Ora puoi lasciarmi la mano sai... - -No.- si oppose Weisz. -Prima non ho sentito bene.- Lo vide arrossire fin sulla punta delle orecchie e borbottare qualcosa. -Cosa?- Weisz si fermò nel corridoio e ripeté a voce più alta. -Giù le mani dal mio ragazzo.- A quel punto sarebbe dovuta arrivare la battuta, ma Weisz non diede tempo all'altro di dire niente, perché si voltò di scatto e gli afferrò le spalle. -Ok, Lovely, apri bene le orecchie:- iniziò, ricordando le parole di Homura -Non sono mai riuscito a dimostrartelo apertamente come avresti voluto. Sono stato egoista e codardo, ma ciò non cambia il fatto che ti amo!- Lo scandì a voce alta e probabilmente mezzo equipaggio lo aveva sentito, infatti, poteva vedere alcune teste far capolino, incuriosite dal tafferuglio. Weisz si sentiva abbastanza imbarazzato, ma anche felice di essere finalmente riuscito a dire una cosa così... semplice. Laguna restò semplicemente secco lì. Il biondo aspettò la sua reazione con grande ansia, ma con sua sorpresa, lo Spirito dell'Acqua lo baciò. -Anch'io, Arsenal.- Weisz sentì un grosso groviglio sciogliersi nel suo stomaco e ricambiò velocemente il bacio. Si guardarono negli occhi e le loro mani s'intrecciarono. Riunirono le bocche in un bacio più lungo e dolce, accompagnato da carezze sui volti arrossati. Quando si separarono, Weisz continuò a tenere stretta la mano di Laguna e lo accompagnò nella propria stanza senza fare scenate davanti agli altri, anzi, si tirò Laguna stretto a sé e non lo lasciò neppure quando furono soli, al riparo da sguardi indiscreti nella propria camera. Si appoggiarono alla parete, in preda alle effusioni. Le loro mani si separarono solo per cercarsi lungo i corpi e sotto i vestiti. Le labbra s'incontravano fra un bacio e l'altro sulla pelle del collo e delle spalle e le voci mutarono in sospiri, mentre i bacini si sfregavano. -Laguna... - sospirò Weisz, sentendo la propria virilità indurirsi. -Weisz... - Lo Spirito dell'Acqua gli mise una mano dietro la nuca e lo strinse a sé. Gli sollevò la felpa e scoprì il petto, per stuzzicargli l'addome. Weisz sussultò, mentre Laguna scendeva lungo i suoi addominali, solleticandogli l'ombelico con baci delicati. Gli calò appena i pantaloni per liberargli il sesso e prese a dare piacere anche a quello. Weisz si strinse contro la parete aggrappato alle spalle dell'altro, mentre quello glielo prendeva in bocca e gli regalava la fellatio più intensa che ricordasse. In preda alle sue labbra, Weisz non riuscì che a godere e restò con le spalle al muro ad ansimare e gemere. Ad un tratto, Laguna gli sollevò le gambe e con una manovra rapida riuscì a mettersele sulle spalle, inchiodandolo fra sé e la parete. Weisz affondò le dita nella sua chioma azzurra e gemette sonoramente, per tutto il tempo, in preda a quella bocca che sembrava più quella di un mostro prodigo di lussuria. Laguna succhiò e pompò il sesso del biondo ad un ritmo che sapeva l'avrebbe fatto impazzire. Sentiva il piacere incendiargli il basso ventre e i gemiti di Weisz, le sue mani e le sue gambe che si irrigidivano e contraevano su di lui, ogni suo sospiro. Lo stava portando alla deriva. Gli dava piacere al ritmo della sua voce, gli dava piacere per darsene a sua volta, solo il sentire Weisz godere così tanto gli mandava tutto il sangue fra le gambe. Aveva un'erezione dura e dolorante che gli premeva contro gli slip e i pantaloni attillati. -Lag... - Weisz annaspò, gli occhi liquidi di lussuria. Laguna aumentò la velocità delle pompate e lui s'irrigidì, con le punte dei piedi incurvate verso l'interno e le dita delle mani strette fra i capelli dell'altro. Si svuotò nella sua bocca, travolto dall'orgasmo. Poi restò accasciato contro la parete, con ogni muscolo del corpo intorpidito. Laguna si staccò da lui e inghiottì il suo seme, per poi ripulirsi di quello rimastogli sul viso. Lo fece scendere, sedendolo sulle proprie ginocchia. -Tu... sei... un mostro... - sussurrò Weisz. -Lo prendo come un complimento.- rispose dandogli una pacca sulla testa, per poi sussurrargli all'orecchio -È colpa tua... mi hai salvato... assumiti le tue responsabilità... - -Sarà fatto.- sogghignò il biondo e gli premette la mano sull'erezione. Laguna si morse il labbro, mentre col bacino si spinse contro il suo palmo. -Andiamo sul letto.- gli fece Weisz, passandogli una mano intorno alla vita e tirandolo su in piedi. Si lasciarono cadere sulle lenzuola e ripresero da dove avevano lasciato. Weisz si liberò dei pantaloni che aveva ancora infilati ad una caviglia e posizionandosi su Laguna, gli calò la lampo, per liberargli il sesso gonfio e turgido. Laguna si accomodò meglio sul materasso, stringendo il lenzuolo fra le dita. Weisz gli prese in mano l'erezione e iniziò a masturbarlo, mentre con l'altra mano, s'insinuava fra le sue natiche per prepararlo. Laguna inarcò la schiena nel sentire l'intrusione. Weisz aveva imparato piuttosto in fretta ciò che lo faceva impazzire e stava applicandosi con impegno a farlo uscire di testa. -Piano... -protestò. Di quel passo sarebbe venuto prima della penetrazione vera e propria. Weisz rallentò il ritmo e cercò di risvegliare il proprio sesso, che si era appena ammorbidito. Non fece una grande fatica, vedere Laguna con le guance imporporate e gli occhi languidi, bramoso di essere posseduto, l'avrebbe fatto rizzare a chiunque. Lo Spirito dell'Acqua si sollevò sulle ginocchia, alla sua altezza e sostituì la propria mano a quella del biondo, così che quello si dedicasse solo a prepararlo. Appoggiò il capo contro la sua spalla e sospirò profondamente, mentre le dita di Weisz affondavano in lui. -Weisz... - mormorò quando sentì di non resistere più -Va... - sospirò -Bene... così... - Weisz lo distese sul lenzuolo e s'inserì fra le sue gambe, portando il proprio sesso, di nuovo turgido e pulsante, a premere contro la sua intimità. Laguna si strinse fra le lenzuola e strinse i denti mentre entrava in lui. Weisz si mosse, affondando il proprio sesso in tutta la sua lunghezza e strappandogli alti e sonori gemiti. In quel momento non sentirono il bisogno di farsi battutine o di istigarsi, andava bene così, quel momento era perfetto così. Weisz continuò a spingere e Laguna strinse le gambe intorno al suo busto, inarcando la schiena ad ogni spinta, fino a quando non raggiunse l'orgasmo e il nome di Weisz gli sfuggi alto come un lamento, un grido d'immenso bisogno. -Mi sento tradito.- sbottò Weisz. -Esagerato.- ribatté Laguna -È solo una tazza di caffè.- Weisz osservò la suddetta tazza venir portata alle labbra dall'altro. Il pomo d'Adamo di Laguna andò su e giù mentre la bevanda nera veniva inghiottita. Il tutto con una lentezza rituale da brivido. -Solo tu bevi il caffè così.- -Uno che fa colazione con latte affogato nei cereali non può capire.- replicò lo Spirito dell'Acqua incrociando le gambe. Erano seduti entrambi sugli sgabelli della mensa. Quella mattina, ancora una volta, Laguna aveva preso la felpa di Weisz, che di contro aveva indossato la sua maglia a scacchi. Dopotutto non era stato male quanto accaduto la sera prima, se quello era il risultato. -Io almeno ci faccio colazione.- ribatté Weisz girando il cucchiaio nella sua tazza -Non un porno.- Laguna quasi sputò il caffè che aveva in bocca. -Un cosa?- Weisz mise su la sua miglior imitazione dell'altro. -L'aroma forte e robusto di questa miscela speziata ti avvolge voluttuosamente il palato, pervadendoti con la sua intensità travolgente. Seriamente. Mai visto un porno caffè così... - -Beh, di sicuro è sempre meglio di fare dei porno cereali... mi passa la voglia solo a vederli.- -Sicuro?- Weisz prese un fiocco al mais dalla scatola e se lo mise fra le labbra. -Sicuro, Lag?- domandò agitandolo a pochi centimetri dal viso. Laguna socchiuse gli occhi. -Hai vinto solo per questa volta.- borbottò prendendoglielo di bocca coi denti e poi baciandolo. -Sono lieto di vedervi andare d'amore e d'accordo.- La voce del professore li interruppe. I due si girarono verso di lui, infastiditi. -Restate, restate!- fece quello a mani alzate -Non interrompete il vostro corteggiamento mattutino per me.- -Che diavolo vuoi?- sbottò Weisz saltando giù dallo sgabello e avanzando verso di lui. Laguna rimase fermo alle sue spalle, scrutando l'uomo per capire cosa volesse. -Non ti è bastato ieri?- Il professore si guardò il braccio meccanico. Era tornato normale. -Direi di sì.- ammise -Ci sei andato giù pesante.- -Voglio ben vedere.- -Giù le mani dal mio ragazzo.- esclamò con enfasi il professore -Non ti senti libero adesso?- -Eh?- Weisz sbatté le palpebre. Laguna si mise una mano sulla fronte. -Non... dirmi che... - -Lo hai fatto apposta!?- trasalì il biondo. -Di niente.- rispose il professore, riempendosi una tazza di cereali e caffellatte e togliendo le tende. -Quando volete!- Se ne andò ridacchiando, lasciando i due immobili come stoccafissi al bancone. -Non ci credo... -borbottò Laguna -Mi sono fatto prendere per il culo da un Weisz attempato... - -Ehi!!- sbottò Weisz, sentendosi toccato -Non dirlo come se fosse un'offesa!- Laguna ribatté e Weisz replicò a sua volta. Quando Shiki e gli altri entrarono a fare colazione, i due stavano ancora lanciandosi frecciatine più o meno esplicite. Weisz vide che gli altri li guardavano e guardavano i loro vestiti, ma li ignorò altamente. Come aveva potuto essere così timoroso nei confronti di quella che poteva considerare la sua famiglia? -Dannazione, sto perdendo colpi.- si autocommiserò Laguna. Weisz sentì come una freccia trafiggerlo. -Te li do io due o tre colpetti!- esclamò infastidito. -Quando vuoi.- rispose Laguna con un sorrisetto sensuale da schiaffi. Weisz tacque. "Mi ha appena fregato... " Almeno gli restava la consapevolezza.
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in-the-uncertain-hour · 4 years ago
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Piove, ed è anche giusto. Poi ci sono quelli che imbrattano la statua di Montanelli, e io scrivo da qualche parte che il mondo non migliora mai. Manica di cornuti, lo volete capire che non serve a niente? Siete figli del mondo che volete cambiare, e non volete cambiarlo davvero. Siete vivi e soddisfatti e la rivoluzione è una tecnica di rimorchio come tutte le altre.
Bisogna far trasparire in filigrana se stessi in testi che parlano d’altro: gli articoli, la tesi, sul fondo dev’esserci la disperazione, come scaramanzia, atto di devozione. Io ho un ricordo di Montanelli: è morto lo stesso giorno in cui è morto il mio gatto. Io ero un ragazzino, Montanelli era vecchissimo, il gatto era un cucciolo. L’avevo trovato per strada, stava già malissimo. Non si poteva far niente, è vissuto poco, forse un mese. Dei tre, io sono quello vivo. Si potrebbe dire che faccio lo stesso mestiere di Montanelli, ed è davvero un mestiere di merda. Dei tre, è andata meglio al gatto.
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