#futuro delle utility italiane
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XIII edizione di TOP UTILITY Il Gruppo ACOS tra le migliori utility d’Italia. La multiutility di Novi Ligure tra le migliori 5 aziende nelle categorie competitività ed efficienza e progetti con le scuole. Milano
Milano, 12 marzo 2025 – Il Gruppo ACOS – multiutility di Novi Ligure che opera nei territori del Basso Alessandrino, nei settori: energia, acqua, ambiente e gestione di impianti sportivi – si conferma tra le realtà più virtuose del panorama nazionale dei servizi pubblici, ottenendo importanti riconoscimenti nel corso di “Top Utility”, evento organizzato da Althesys in collaborazione con…
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“ Ricordo che andavo in giro per i paesi della Castellana, in tutta la provincia, prima di tutto per convincere le donne a votare e poi davo l’orientamento di voto a favore della Democrazia cristiana, che era diventato il mio partito. Peccato che io non potessi votare, all’epoca si diventava maggiorenni a ventuno anni, ma ciò non diminuì il mio entusiasmo, il mio impegno. E devo dire che, andando a parlare con le contadine al mattino presto, perché si alzavano alle cinque, cinque e mezza per governare gli animali nelle stalle e poi per accudire uomini, vecchi e bambini, io e le mie amiche non trovavamo difficoltà a convincerle a partecipare. Piuttosto, i dubbi erano sul come partecipare: «Che cosa dobbiamo fare? Come facciamo a non sbagliare? Ne saremo capaci?». Per noi militanti è stato gratificante vedere che comprendevano i nostri discorsi, li condividevano, si rendevano conto che il voto era il punto di partenza di una nuova partecipazione alla vita sociale e politica del paese: un diritto-dovere che ci proiettava, da protagoniste, nel futuro. E le italiane, fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero maggiore degli uomini, spazzando via le tante paure di chi temeva che fosse rischioso dare a noi il diritto di voto perché non eravamo sufficientemente emancipate, non eravamo pronte. Il tempo delle donne è stato sempre un enigma per gli uomini.
E tuttora vedo con dispiacere che per noi gli esami non sono ancora finiti. Fortunatamente ci furono politici convinti non solo che il voto alle donne era giusto, ma che era utile per la democrazia; di più: sarebbe stato una garanzia di democrazia. E mi ricordo – oggi un tale comportamento sarebbe inconcepibile – che Palmiro Togliatti, riguardo alla decisione da prendere, disse: «Sentite prima quello che pensa De Gasperi». In quell’occasione – come poi si vide – i loro giudizi, i loro comportamenti concordarono. Al di là della valutazione squisitamente politica, sembrò giusto a entrambi affidarsi al nostro buon senso e accordarci fiducia. Purtroppo il buon senso femminile, che è uno dei nostri talenti, in troppe altre situazioni non è stato ascoltato. “
Tina Anselmi con Anna Vinci, Storia di una passione politica, prefazione di Dacia Maraini, Chiarelettere (Collana Reverse - Pamphlet, documenti, storie), 2023; pp. 38-39.
Nota: Testo originariamente pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2006 e nel 2016.
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Ho riflettuto sul Nutriscore e ne ho concluso che non mi sembra la cura alla disinformazione popolare. Sono d'accordo su quanto letto riguardo olio evo ed eccellenze alimentari italiane, tuttavia non riesco a farmi piacere un modello semplicistico, perché l'ignorante di turno intuirà che non può sbafarsi di olio evo, ma sarà convinto che scolarsi litri di Coca zero faccia bene perché è verde, che un intero pacchetto di gallette di riso vada bene, che un cibo processato vada bene perché povero di sale e grassi e quindi verde, e aberrazioni di questo tipo. Mi sembra concettualmente simile a Yuka, con prodotti che finiranno per adeguarsi agli algoritmi dei punteggi cambiando qualche grammatura di macro qua e là. Non è meglio l'altra batteria visiva (inutile), ma Nutriscore ha davvero dato benefici? Per quel che so, gli studi di efficacia che hanno valutato il riscontro sulla popolazione, sono stati condotti su commissione e tendo a non fidarmi. In ultimo, avendo un passato di dca, etichette simili sono piuttosto triggeranti e fuorvianti, alimentano visioni distorte del rapporto col cibo. Penso sia meglio investire in educazione alimentare fin dalle scuole.
Il NS non è certo la panacea di tutti i mali!
Hai ragione, è un'etichetta molto semplice da visualizzare e può portare fraintendimenti o condotte che non dovrebbero essere sottovalutate, ma non è certo solo su questo che ci si basa.
Voglio dire: sull'etichetta continueranno a essere presenti anche tutte le indicazioni che ci sono ora, e magari anche di più in futuro (mi aspetto ad esempio che compaia la possibilità di disturbi intestinali per uso abbondante di bevande con dolcificanti, o se faranno come con le sigarette addirittura indicazioni sul rischio di obesità anche sulle bibite 0 kcal). Il NS sarà una delle indicazioni in etichetta, certo, molto evidente e rassicurante/minacciosa (a seconda dei casi), ma se una persona se ne frega o semplicemente non ha le competenze per fregarsene, se c'è il NS è una indicazione in più che può aiutarlo nella maggioranza dei casi.
Immagina di fare la spesa per un mese solo e unicamente basandoti sul NS. Vai al supermercato quante volte... quattro? Otto? Diciamo che ci vai due volte a settimana, quindi otto volte nel mese. Per otto volte valuti quello che devi mangiare solo e unicamente su questa etichetta. Viene fuori una spesa decente?
No, non viene fuori una spesa decente. Ma viene fuori una spesa che almeno limita i danni. Gallette e coca zero sono alimenti al più mediocri, ma che comunque sono migliori di cracker salati e bibite zuccherate. Il fatto che l'olio venga etichettato come rosso implica che ne devi comprare e consumare poco, ed è una buona cosa. È ovvio che sia del tutto insufficiente e che bisogna puntare sull'educazione nutrizionale, perché il NutriScore non mi garantisce che io prenda abbastanza proteine, o vitamine, o calcio, da quello che compro.
Risulta però una spesa migliore se lo si segue rispetto a quanto risulti se non lo si segue. E questo non lo dico io, addirittura c'è stata una pubblicazione scientifica che valutava le valutazioni del NS nelle pubblicazioni scientifiche, e ha promosso questo strumento, sottolineando comunque che
The Nutri-Score is not a substitute for general public health recommendations
come giustamente fai notare tu.
È uno strumento, che spero diventi importante anche qui in Italia, che può tornare utile a molti per valutare a colpo d'occhio quello che stiamo acquistando e rende un minimo più consapevoli i consumatori. Non può e non deve essere l'unica cosa su cui basarsi e di certo l'educazione alimentare deve essere la materia principale su cui investire, in aggiunta a queste cose il NS può trovare il suo spazio di utilità.
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I bonus per la sostituzione degli infissi nel 2024

Quali bonus saranno a disposizione delle famiglie italiane per l'installazione e la sostituzione degli infissi nel 2024? Anche nel nuovo anno ci saranno dei bonus per la ristrutturazione e l'installazione e la sostituzione dei serramenti di casa e del condominio, vediamo insieme quali.
Il mercato dei serramenti in Italia
Il mercato di infissi e serramenti, nel nostro Paese, produce introiti annuali per oltre 7 miliardi di euro. Un enorme flusso di denaro che, non solo supporta migliaia di aziende nel settore, ma anche una galassia di attività che si occupano di rivendita di prodotti collegati e della posa di pavimenti, serramenti e infissi.
In quest'ottica, i diversi bonus per favorire l'installazione e la sostituzione degli infissi, hanno rappresentato sia uno strumento utile per il sostegno alle imprese e a chi si è rivolto loro. Parliamo di proprietari di casa, di impresa o amministratori di condominio che, in questi anni, hanno effettuato lavori di ristrutturazione per un immobile. La sostituzione degli infissi rappresenta uno dei lavori più gravosi da sostenere in fase di ristrutturazione; tuttavia è anche la chiave per ottenere un efficientamento energetico in grado di incidere sul costo finale della bolletta.
I nuovi infissi e serramenti sono progettati, infatti, con un'attenzione tutta particolare, non solo per la sostenibilità ma anche per il risparmio energetico: grazie a una minore dispersione di calore è possibile abbattere i consumi e le emissioni inquinanti. Il lavoro di un serramentista esperto, poi, garantirà la massima resa dell'investimento.
Bonus per infissi e serramenti nel 2024
Dopo le prime esperienze con il Superbonus al 110%, il governo è alle prese con dei tagli sulle spese: la nuova legge di bilancio è più restrittiva sui vari incentivi ancora in essere e ha eliminato la sostituzione degli infissi da alcuni incentivi. Questi tagli dovrebbero essere propedeutici al varo di una nuova forma di Superbonus in prossimo futuro.
Come prima cosa, la manovra di Bilancio 2024 ha escluso la sostituzione di infissi e serramenti dal Bonus barriere architettoniche. Non sarà quindi più possibile inserire la detrazione Irpef al 75% per il rifacimento di porte o finestre, all'interno dei lavori di rinnovamento dell'edificio per migliorare l'accessibilità e che ora riguardano esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici.
Rimarranno comunque a disposizione delle agevolazioni, ma viene ridotta dal 75% al 50% per l’aliquota delle detrazioni fiscali disponibili per la sostituzione degli infissi di casa con nuovi prodotti più performanti in termini di isolamento termico. Nel 2024, le famiglie che vorranno puntare su nuove finestre e risparmio energetico potranno avvalersi dell'Ecobonus e del Bonus Casa (o bonus Ristrutturazioni), in vigore fino al termine di Dicembre di quest'anno.
Come funziona l'Ecobonus 2024?
L'Ecobonus è una agevolazione che viene rilasciata per gli interventi di miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici e consiste in una detrazione Irpef o Ires (per le aziende). La detrazione fiscale è del 50%, spalmabile in 10 anni, fino a un massimo di 120mila euro per unità immobiliare (il limite è di 60mila euro).
L'aliquota dell'Ecobonus è variabile a seconda della tipologia del lavori: parte dal 50% ma se la sostituzione rientra in un intervento di riqualificazione di tutto l’edificio (comprese le parti comuni e tutti gli appartamenti) l’aliquota arriva al 65% e il tetto di spesa è di 100mila euro (da ripartire tra gli aventi diritto).
Ricordiamo che i requisiti per l'Ecobonus prevedono che i lavori siano esclusivamente per la sostituzione degli infissi (e non per l'installazione di nuove porte o finestre), i nuovi serramenti devono migliorare l'isolamento termico degli ambienti riscaldati e devono rispettare specifici valori di trasmittanza termica.
Sostituzione degli infissi con il Bonus Casa
Il Bonus Casa è un'altra agevolazione che sarà possibile richiedere nel 2024. Riguarda esclusivamente le persone fisiche (quindi solo detrazioni Irpef) e arriva a coprire fino al 50% delle spese. I lavori devono avere un tetto di spesa di 96mila euro per unità immobiliare e la detrazione sarà ripartita in dieci quote annuali.
Tra le opere che possono essere detratte con questo tipo di bonus abbiamo: la manutenzione straordinaria, il restauro e risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia. I beneficiari del bonus ristrutturazioni dovranno inviare all’Enea i dati relativi agli interventi per consentire il monitoraggio del risparmio energetico conseguito.
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Opera di scarso valore.
Il film, splendido, di Paola Cortellesi ha incassato in poche settimane più di 20milioni di euro, il film italiano più visto nelle sale, che, come si sa, sono in forte sofferenza.
Riceve quotidianamente riconoscimenti, premi, elogi, tranne da Adinolfi, ma una critica di Adinolfi è utile come una banana per fare la carbonara.
È uno splendido affresco sulla famiglia, spiace dirlo, patriarcale, sulla violenza sulle donne, sulla condizione delle donne.
Molto intelligentemente è ambientato nel passato, ma è solare che parla al presente e forse anche al futuro.
Tutto ottimo, tutto strameritato, tutto bellissimo.
E si potrebbe davvero farlo vedere nelle scuole e aprire un importante ed utile dibattito tra gli studenti su temi di così scottante attualità, purtroppo.
Il problema è che è una “Opera di scarso valore”.
È il ministero della Cultura a dirlo, infatti negò i finanziamenti al film della Cortellesi.
Il ministero della Cultura di cui è titolare Sancoso, quello che giudica i libri senza leggerli e fa pubblicità istituzionale al libro di Gioggia.
Sancoso, quello che ha iniziato nel Movimento Sociale, che ha scritto per Feltri, IL Giornale, Libero ed Il Foglio.
Ecco, questo Coso qui e il suo ministero non hanno capito il valore del film italiano più visto dell’anno negandogli i finanziamenti.
Questi non riconoscerebbero un diamante da un sasso.
Questi sono talmente inadeguati, incapaci, arroganti e cialtroni che qualsiasi cosa tocchino non la trasformano in oro, ma in materia organica di scarto.
E viene da chiedersi quante altre opere di registi o registe italiane non hanno visto la luce, in un momento di crisi del nostro cinema, perché ritenute da Sancoso e soci “opere di scarso valore
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Autonomia energetica in un mix con l'energia nucleare
Nucleare, così l’Italia può tornare in campo. La ricetta di Ripani (Infn). Dalla politica è arrivato un forte impulso a riconsiderare il ruolo dell’atomo nel mix energetico italiano. E l’industria italiana è già pronta alla sfida. In questa intervista, il direttore di ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare disegna una roadmap per un futuro low carbon ed economicamente sostenibile, ricordando il lavoro e l’impatto di Umberto Minopoli. Due avvenimenti recenti hanno sconvolto la normalità di chi si occupa di nucleare in Italia. Il primo è stata la scomparsa di Umberto Minopoli, caposaldo del settore in veste di Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare, ricordato con affetto da industriali, politici e giornalisti (anche) per la sua attività di patrocinio dell’atomo. Il secondo, pochi giorni dopo, sono state due mozioni della Camera che hanno esortato il governo Meloni – a sua volta ricettivo sul tema – a valutare come reinserire il nucleare nel mix energetico italiano. Le condizioni per una rinascita del nucleare civile in Italia, anche grazie alla strenua attività di persone come Minopoli, sembrano sempre più solide. L’impellenza di combattere il cambiamento climatico con fonti low carbon e la volatilità sul fronte del gas, nostra prima fonte di energia, hanno riacceso l’interesse per questa tecnologia. La quale, a sua volta, sta attraversando uno stadio di evoluzione e affinamento che ne aumenta l’attrattività. Così Formiche.net ha raggiunto Marco Ripani, dirigente di ricerca presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e vicepresidente dell’Ain, per fotografare il momento.

Dottor Ripani, cosa ci lascia Minopoli? La sua perdita inaspettata ci ha colpito nel profondo. Sono all’Ain da pochi anni ma ho avuto modo di apprezzare la sua capacità di spaziare dalla tecnica all’industria e alle possibilità delle aziende italiane, unita alla sua profonda conoscenza del mondo politico. Sapeva tenere insieme questi mondi e la ricerca, facendo in modo che dialogassero, tenendo il punto sui dati di fatto e le possibilità concrete al di là della propaganda e delle fumosità emerse dal dibattito politico, che spesso può essere fuorviante rispetto alle esigenze concrete del settore. Penso al suo ultimo libro (Nucleare. Ritorno al futuro, Guerini e Associati), tra i suoi ultimi sforzi per ravvivare questa discussione. Si direbbe che abbiano dato frutto: come commenta il sì del Parlamento sul riconsiderare il nucleare? Alcune forze politiche sono consapevoli del fatto che il nostro Paese – come altri, del resto – affronta il problema della sicurezza energetica. I partiti dietro alle mozioni pensavano già che il nucleare fosse necessario nel mix energetico italiano; la riflessione si è fatta più intensa con gli sviluppi geopolitici degli ultimi due anni, tra cui l’aumento vertiginoso del prezzo del gas in relazione all’invasione russa dell’Ucraina. Riposavamo, per così dire, sugli allori del gas russo a buon mercato, e questi avvenimenti hanno causato un brusco risveglio. Dunque le forze politiche che consideravano il nucleare come tecnologia utile sono state spinte a prendere una posizione più forte. La discussione, naturalmente, si colloca nel contesto della transizione energetica e della necessità di decarbonizzare. Quale ruolo per l’atomo? Molti ritengono che si possa puntare unicamente sulle rinnovabili. Tuttavia, il dibattito in corso ha convinto una parte di opinione pubblica del fatto che il nucleare sia una tecnologia necessaria per affrontare seriamente il tema. Segnalo gli studi guidati da Giuseppe Zollino sul costruire un mix energetico che punti al famoso net zero al 2050; i suoi numeri sono stati ripresi nelle mozioni approvate in Parlamento ed evidenziano l’enorme aumento di potenza installata e di apparati di accumulo dell’energia, nonché la necessità di rivoluzionare le reti di trasmissione in modo da affidarsi solo alle rinnovabili. Confindustria e RSE hanno stimato che un piano senza nucleare ispirato agli obiettivi europei Fit for 55 non elimina i combustibili fossili e prevede investimenti nell’ordine di 1.100 miliardi da qui al 2030. Inoltre, in Ue vediamo che i Paesi più virtuosi in termini di CO2 emessa per kWh prodotto sono Francia e Svezia, che hanno il nucleare, mentre Germania e Italia, che hanno già investito molto sulle rinnovabili, fanno decisamente peggio.

In risposta alle mozioni parlamentari, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha parlato di cooperazione con i partner europei. E i rappresentanti del governo già partecipano, seppur come osservatori, alle riunioni dell’“alleanza nucleare” a trazione francese. È un segnale molto importante. Il ministro non aveva ritenuto di partecipare in maniera ufficiale perché voleva un chiaro mandato dal Parlamento. Credo che queste mozioni lo siano. Certamente il dibattito è acceso e la discussione rimane molto conflittuale, anche in Europa, dove alcuni Paesi come la Germania sono chiaramente schierati contro e altri sono nettamente a favore. La discussione all’interno della Commissione è molto difficile; lo si è visto sulla tassonomia, che indirizza gli investimenti “verdi”, dove alla fine sono stati inseriti nucleare e gas ma continuano i tentativi di rimuoverli. Il peso politico dell’Italia può rafforzare il fronte pro-nucleare in Ue? Potrebbe. Ma l’Italia al momento non è forte in questo senso. Per dire: non abbiamo ancora stabilito un sito per il deposito dei rifiuti nucleari (anche se non è necessario per ripartire con gli impianti, le cose possono andare in parallelo). Completare questo iter dimostrerebbe che abbiamo ripreso in mano la capacità di programmare e gestire impianti di tipo nucleare. Tuttavia, trent’anni di denuclearizzazione e un dibattito interno lacerante indeboliscono la nostra posizione internazionale. A ogni modo, l’Italia può certamente rientrare in alleanze che consentirebbero di ravvivare la rete di industria e competenze. E può partecipare a progetti esteri. Non si deve pensare solo al fatto di ripartire con un programma nucleare nazionale, cosa che andrebbe fatta in fretta: come sistema-Paese abbiamo la possibilità di esplorare il terreno e stringere accordi industriali in modo da sfruttare l’innovazione, gli aggiornamenti decisi e implementati in altri Paesi europei. L’industria nucleare italiana sarebbe pronta alla sfida? Non siamo mai usciti dalle reti di competenze europee e siamo perfettamente in grado di competere anche sul piano internazionale. Oggi i nostri ricercatori e le nostre aziende sono parte di molti consorzi vincitori di bandi Euratom e partecipano al partenariato di ricerca sui piccoli reattori modulari. In sostanza, abbiamo molte carte da giocare e possiamo giocare molto bene. Lo dimostra l’assoluto protagonismo delle nostre aziende nel recente accordo con la francese Edf, che peraltro si è appoggiata ai fornitori di componenti italiani per la manutenzione della sua flotta di reattori. Se poi la politica ci aiuta – magari supportando la ricerca e l’industria con dei provvedimenti ad hoc che facilitino questo tipo di accordi – possiamo tornare agilmente in campo; se non con impianti nel nostro Paese, almeno con progetti all’estero. Che forma prenderebbe un nuovo piano nucleare italiano? Si parte da due decisioni politiche. Primo, la quota di energia nucleare che si vuole inserire nel mix energetico. Secondo, scegliere se adoperare i reattori di grossa taglia o puntare sullo sviluppo di quelli piccoli e modulari, che richiedono meno capitali e meno tempo. I primi (di terza generazione avanzata) esistono già, i secondi sono in via di progettazione, e le versioni più facili da mettere a terra sono quelle ispirate ai “fratelli maggiori”, da cui si può mutuare la tecnologia. Può darci un’idea dei tempi? Spesso si portano come esempi in negativo gli ultimi reattori messi a punto da Francia e Finlandia, che hanno sofferto ritardi e costi maggiori. Quelli, però, sono i primi esemplari di una classe nuova e hanno scontato una serie di problemi tra venditori e appaltatori. Complicazioni del genere non sono la norma. Basti guardare agli Emirati Arabi, che hanno deciso nel 2012 di costruire la centrale nucleare di Barakah. Il primo reattore (da 1,400 megawatt) è stato completato nel 2017, in soli cinque anni. Oggi sono funzionanti tre reattori su quattro, e il quarto sta entrando in funzione. E il fatto che gli Emirati fossero totalmente novizi in fatto di nucleare (hanno fatto grande ricorso all’Agenzia internazionale dell’energia atomica) dimostra che se ci sono le condizioni giuste è possibile farlo in tempi rapidi. E da noi come si potrebbero affrontare l’opposizione pubblica e il fenomeno Nimby (not in my backyard)? La sindrome Nimby è un problema trasversale. Ha già impattato termovalorizzatori, rigassificatori, trivelle, gasdotti come il Tap – quello che poi ci ha salvato nel periodo di crisi del gas. In Italia, forse più che altrove, c’è un grande scetticismo, frutto in parte della diffidenza verso le autorità politiche e tecniche e la sfiducia nelle informazioni che forniscono. Ma ci sono esempi molto positivi altrove in Europa, in Paesi dove sono stati avviati dei percorsi di comunicazione con il pubblico. Negli anni Ottanta la Svezia si è accorta che l’autorità che gestiva i rifiuti aveva un approccio troppo tecnico; così ha cambiato il modo di comunicare e oggi è in procinto di aprire uno stoccaggio sotterraneo all’avanguardia. È famoso anche il caso del deposito di superficie nella regione dello Champagne, in Francia, dove gli agricoltori continuano a produrre dell’ottimo vino e i sindaci sono i primi sponsor di un’opera importante per l’economia locale. Insomma, è possibile aprire un dibattito col pubblico che permetta di chiarire le questioni e creare fiducia verso chi deve costruire e gestire. Dobbiamo semplificare e trasmettere conoscenza, senza rinunciare alla precisione, e prevedere un sistema di compensazione economica per i luoghi che potrebbero ospitare le nuove centrali. Read the full article
#energiaelettrica#energianucleare#Euratom#GiuseppeZollino#infn#MarcoRipani#Nimby#nuclearecivile#tassonomia#UmbertoMinopoli
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É deciso. Titubanza. Emozione. Panico. Amore. Bianco o Nero. Rimanere aspettando l'evoluzione viru..lenta su territorio della corona inglese o andare nella terra d'origine italiana contaminata in primo grado ? Tentativi cancellati, ma questo no. Parto da Londra per raggiungere le mie montagne trentine. Non una fuga, ma un bisogno ancestrale. Qui Ho Me. In London. Là ho Casa. In Trentino. Non é una vacanza. É un senso di richiamo, di sopravvivenza nell'emergenza. Ritorno al futuro o rivado nel passato? É un viaggio introspettivo questo. Lo so bene. Saluto la mia magica jungle che in pochi mesi mi ha offerto ciò che cercavo da sempre, con un arrivederci, a presto... chissà quando ? Con la fobia di non avere sufficienti ed efficienti precauzioni, ma ora non si cambia più idea, non ho nemmeno il tempo..al rifugio d'origine si torna costi quel che costi. Job in stanby insieme a tutto il resto, come l'anima d'altronde. Corro, mi inciampo, indosso la mascherina con filtro e i guanti, sguscio fuori dalla blue door che adoro, per non perdere l'Uber che mi sta aspettando fuori casa. Nella foga di non sapere ciò che sarà per tutti, per sempre. Salgo, andiamo verso casa dei miei amici. Escono mascherati, salgono in macchina e ci dirigiamo verso Heathrow l'aeroporto più trafficato d'Europa, settimo al mondo, un gigante “hangar” che trasporta più passeggeri internazionali di ogni altro aeroporto al mondo. Terminal 4. Arriviamo, il cielo é di un azzurro e sereno sorprendente. Cominciano i primi tiepidi accenni della bella stagione. Perché in UK c'é più sereno di quel che si pensi! L'aeroporto appare da subito deserto.. Tutti i check-in mummificati nel tempo, l'unico operativo é quello che ci attende, garantendo speriamo il rimpatrio. Ormai di sicuro c’è nulla. THE ITALIAN TRIP. Compiliamo la modulistica che ci consegnano per giustificare il nostro viaggio, sapendo che una volta arrivati dovremmo blindarci in casa isolati da tutto e tutti. Ci mettiamo in coda..distanziati.. Ognuno con la sua maschera che copre la faccia.. Il tutto fluisce rapidamente. Andiamo verso il gate. Siamo gli unici a poter volare. Ci sentiamo quasi fortunati. Non c'é attesa lunga e controlli a tappeto con i raggi X come al solito, passiamo. Zero intoppi. Sembra un gioco da ragazzi. Tutti i negozi firmati e tutti i duty free che un posto di queste dimensioni contiene mostrano saracinesche scese o vetrine svuotate, a parte uno che sembra simulare uno di quegli empori notturni aperti H24 che si trovano ai distributori di benzina nei film americani. Piccola sosta e via verso il miraggio dantesco. Ci chiamano a blocchi secondo le file numerate dell' aeromobile, ci puntano una piccola pistola in fronte per misurarci la temperatura.. sembra di essere deportati ma trattati al contrario. Con molta attenzione. Velocità. Ciò che però mi intoppa in modo smisurato, é il nodo in gola... Nell'intraprendere un viaggio che ci riporta dritti al punto di partenza. Un trip che droga anche l'animo meno sensibile. Emotivamente severo, senza sconti di pena. Nei reconditi spifferi umani del disagio collettivo. Il silenzio che caratterizza questo viaggio me lo ricorderò per sempre. La desolazione regna imperante, incoronandoci nell'ultimo anello della catena animale. L'unica compagnia che sostiene questo viaggio in un caso eccezionale del genere provenendo dall'estero é quella di bandiera, Alitalia. Enigmatica concezione, nel siglare i nostri desideri: ci sta donando le ali per tornare a casa. Ne siamo grati. Quasi orgogliosi, senza nazionalismi. Pura appartenenza alla nostra originale popolazione. Il personale di bordo é gentile, responsabile e accortissimo per ricevere ogni nostro bisogno di aiuto. Il clima é incredibilmente rasserenante, ci vogliono trasmettere tranquillità e fiducia. Al di là dei mezzi. We can do it, si sente dentro. Grazie grazie. Siamo seduti tutti a distanza di sicurezza.. Ci viene ripetuto dal comandante di indossare assolutamente la mascherina per tutta la durata del volo. Noi lo faremo per quindici ore consecutive. Compiliamo un nuovo modulo che ci viene consegnato e che servirà una volta giunti in Italia. Decollo. Dentro scoppio a piangere, fuori mi brillano gli occhi di sconosciuta paura e una lacrima mi sfugge andando ad infilarsi sotto la maschera. Intorno a me, scorgo altri sguardi intontiti, tristi, dispiaciuti, senza parole, ma non li posso vedere, hanno tutti la loro maschera, ovviamente. Possono sfogarsi senza timore. Li guardo al volo. Mi addormento in fretta. Ho in memoria notti e notti di risvegli e sonno turbolento. Ma qui ad alta quota, turbolenze non se ne sentono. Quasi il cielo, riesca a rassicurarti nelle sue seducenti sfumature che solo squarciandolo hai la fortuna di vedere. Esoterismo atmosferico. Che mi manda in trance ogni volta, mi culla la dormiveglia, mi fa stare in pace. Il dramma é epocale. Nessuno mai si sarebbe aspettato tanta impotenza da parte dell'uomo in un colpo solo. Catapultando in un mondo rovesciato, tutto nuovo. Con i valori ricontemplati, la ricchezza inutile, la forza titanica della natura, il tatto proibito. Alt. Destinazione Roma. L'unica tratta operativa per chi desidera davvero tornare a casa. Atterriamo a Fiumicino, mi commuovo di nuovo. L'onda amara di un'Italia al capolinea mi sale proprio nelle viscere. Dobbiamo fare scalo per salire a Milano. Una Lady a me particolarmente cara, messa disgraziatamente in ginocchio. Ci riaccodiamo, in una colonna che non ci permette di intravedere la fine. Due metri di distanza l'uno dall'altro. Trasgrediamo nel limite del possibile comunicandoci lo stretto necessario, mi scappa qualche battuta esorcizzando il momento sinistro ed inquietante. Si sente che siamo in Italia. Eccome. A Londra, nel Regno Unito in generale, il clima nefasto non si avverte.. Lockdown in vigore ma senza troppo scrupolo. Lo si sa. Anche se i punti nevralgici di turismo formicante appaiono ormai da settimane privi di calpestamento umano. Il comandante della polizia ci fa passare superando la fila infinita perché dobbiamo imbarcarci per Malpensa. Ci rimettono in fila, rapidamente, ci risparano il rilevatore di temperatura. Il poliziotto mi fa alcune domande scrutando il passaporto, raccomandandomi il periodo di quarantena obbligato una volta giunta a casa, nella residenza di famiglia. Quando mi guarda negli occhi, mi rassicura dicendomi: Buon rientro a casa Alessia. Come me l'avesse detto uno zio, un caro amico, io l'ho letta in modo intimo, italiano. Perché noi siamo così, incazzati con tutti più di tutti quando é routine, ma uniti e solidali più di tutti quando é emergenza. Vera. Mi ha fatto sentire meno sola in tutto questo trip emozionazionale. Ci imbarchiamo per Milano. Altro volo stesso trip. Tutto italiano. Dura il tempo di filmare, appuntare due cose e si atterrà nuovamente. L'aeroporto é drammaticamente vuoto.. Come ci si aspettava. Recuperiamo il bagaglio e via verso l'esterno. Usciamo come gatti randagi senza più controlli. Ormai hanno esaurito le necessarie misure cautelari. Siamo liberi. Illusione, ma l'aria pulita ci è utile a farcelo credere. Fuori ci attende un pulmino taxi, altro modulo, altro viaggio. Non credo sia mai successo dall'invenzione delle autostrade che sia trascorso un solo giorno di assenza totale di mezzi in circolazione come questi giorni. Asfalto, paracarro, guardrails, barriere del suono, cartelli..tutto costruito dall'uomo di cui non si vede nemmeno l'ombra. Passiamo le zone rosse. il tassista cortese e disponibile munito di tutte le protezioni, in sole due ore ci riporta nelle nostre bolle. Dalle quali siamo scappati, o semplicemente rimbalzati fuori un tempo senza tempo. Siamo fantasmi nella notte, arriviamo, ma dove siamo? Nella nostra Isola che non c'é. Finalmente o purtroppo, il dilemma resta. Una chimera invisibile si sta pappando il mondo, infinitamente piccola, subdola e dinamica. Non gli teniamo testa. Mutando i nostri sogni, i nostri sguardi, la nostra ragione. Regione. Per farci capire, in modo tanto brutale e sofferente quanto, come ci ha scalfito il Piccolo Principe in post adolescenza, che l'essenziale é invisibile agli occhi. Per tornare ad amare, a sentire, a comunicare. Nel rispetto dell'amico terrestre che ci ospita. Tradito per troppo tempo. Gli extra terrestri siamo noi, ora l'abbiamo capito. Al collasso economico o forse solo alla deriva di noi stessi, tocca restar fermi, ascoltar. Stop. A casa. Finalmente giunta, non abbraccio più. Non posso. Posso solo respirare, capire, assaporare. Sognando alla mia sweet HoMe presto di tornare. All’Italia. Quella che fu, che è e che sarà. 5 Aprile 2020 Un’Indiot in città
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Weathering with You, il nuovo film di Makoto Shinkai arriva finalmente nelle sale italiane
Dopo il travolgente successo di Your Name il regista torna nei cinema il 14, 15 e 16 ottobre con una nuova acclamata opera d’animazione!

Prosegue da oggi la seconda parte della Stagione degli Anime al Cinema 2019, curata da Nexo Digital e Dynit, con l’atteso debutto nelle nostre sale di “Wheathering with You” il nuovo film d'animazione firmato da Makoto Shinkai (Your Name, Il Giardino delle Parole), del quale è già possibile trovare in Italia il romanzo, scritto dal regista stesso, edito da J-POP.
Come al solito, sul sito del distributore è consultabile l’elenco dei cinema che proietteranno il film il 14, 15 e 16 ottobre (se verranno confermate delle repliche non mancheremo di informarvi!), mentre tramite VVVVID potete avere accesso ad un utile coupon sconto, che mostrato in cassa vi garantirà un biglietto a prezzo ridotto.
Di seguito trovate il trailer ufficiale con in sottofondo il tema musicale “Grand Escape”, realizzato dalla band RADWIMPS assieme all’attrice e cantante Toko Miura.
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Il cast italiano del film:
Hodaka Morishima: Simone Veltroni (Ryuji Takasu in Toradora!)
Hina Amano: Annalisa Usai (Yui in Sword Art Online)
Keisuke Suga: Marco Bassetti (Uzu Sanageyama in Kill la Kill)
Natsumi: Roisin Nicosia (Shoko Nishimiya in La Forma della Voce)
Nagi: Emanuele Suarez (William Byers in Stranger Things)
Yasui: Stefano De Sando (Tomomi Masaoka in Psycho-Pass)
Tomi: Alessandra Chiari (Kristeva in Ergo Proxy)
La pellicola della durata di 116 minuti è stata prodotta ancora una volta presso lo studio CoMix Wave Films (Flavors of Youth,Your Name, Il Giardino delle Parole). Il design dei personaggi è stato curato a Masayoshi Tanaka (anohana, Your Name), mentre Atsushi Tamura ne ha supervisionato il comparto animazioni. L’art director coinvolto nel progetto è invece Hiroshi Takiguchi (Il giardino delle parole, Ajin).
L'estate del suo primo anno al liceo, Hodaka fugge dalla sua remota isola natale per andare a Tokyo. Qui si ritrova rapidamente a dover affrontare i propri limiti sia finanziari che personali. Il tempo è insolitamente cupo e piovoso, quasi a suggerire il futuro che lo attende. Un giorno, Hodaka incontra Hina ad un angolo di strada affollato di gente. Questa ragazza brillante e volitiva possiede un'abilità strana e meravigliosa: il potere di fermare la pioggia e far risplendere il sole…
In Giappone “Wheathering with You” ha incassato oltre 100 milioni di dollari americani, diventando il 10° film giapponese con il maggior incasso di tutti i tempi e il film giapponese con il più alto incasso del 2019. Inoltre, il film è stato selezionato come potenziale candidato del Giappone nella categoria: “miglior film in lingua straniera” per i prossimi Oscar.

Autore: SilenziO))) (@s1lenzi0)
[FONTE]
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Dopo la grande manifestazione dell’8 dicembre il movimento No Tav invita tutti e tutte a partecipare alla manifestazione del 1 Maggio a Torino per portare, ancora una volta in piazza, una visione diversa e maggioritaria della città e dell’intero Paese.
Una visione del presente, e soprattutto del futuro, distante dalle parole d’ordine che abbiamo sentito in questi mesi da parte di Madamine, industriali e partiti che hanno inquinato il dibattito pubblico figurando una seconda linea tra Torino Lione come la panacea di tutti i mali.
Ricette vecchie per l’economia, insostenibili economicamente e ambientalmente, falsate e già conosciute, che sono diventate un ritornello stonato che oggi si trasforma in mera campagna elettorale da parte di volti noti che hanno già fatto abbastanza danni.
Il modello TAV è precisamente il modello di sviluppo che ci ha portato alla catastrofe attuale: disoccupazione di massa in particolare per i giovani, lavoro temporaneo e precario, enorme consumo di suolo, concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, tagli ai servizi e mancanza di manutenzione delle infrastrutture essenziali.
Ancora più insopportabile è che si parli del supertreno come qualcosa di utile al lavoro. I dati forniti da TELT, la società che vorrebbe costruire il tunnel, sono chiarissimi: a fronte di un impatto ecologico devastante sulla Val di Susa, le ricadute occupazionale sarebbero minime. Per i dieci anni di durata del cantiere, il TAV darebbe lavoro sui due lati delle frontiera in media a 470 persone. Anche tolti gli incerti finanziamenti europei, a carico delle casse statali italiane restano 3 miliardi di euro di costi per il solo tunnel. Il calcolo è presto fatto: ogni singolo posto di lavoro creato con il Tav costerebbe 640.000 euro di investimento di soldi pubblici ogni anno. Dopo dieci anni il problema della disoccupazione sarà esattamente dove si trova ora, ci troveremmo da capo con una nuova infrastruttura inutile costruita solo per compiacere qualche costruttore.
Per quanto ci riguarda, non siamo più disposti ad accettare l’odioso ricatto tra lavoro e salute. Un treno misto treni passeggeri tra Torino e Lione esiste già e non vogliamo vedere un ennesimo buco nelle nostre montagne mentre scorre parallelo un tunnel che potrebbe sostenere 20 milioni di tonnellate di merci all’anno mentre a oggi il traffico è di soli 3 milioni di tonnellate.
Quanti posti di lavoro utili per tutti si potrebbe creare con i soldi del TAV? Quante piccole opere di cui abbiamo disperatamente bisogno potrebbero essere realizzate?
La nostra opposizione al TAV Torino Lione parla di un modello di sviluppo diverso, funzionante e sostenibile, capace di dare benefici immediati a tutto il Paese, dirottando da subito i fondi pubblici sprecati con grande opere inutili, in tante, piccole opere utili a tutti, da subito senza aspettare trent’anni.
Vogliamo un 1 maggio che parli di diritti, di lavoro, e soprattutto di reddito per tutti e tutte.
Vogliamo soffiare via, con la nostra vitalità e le nostre bandiere, quel fumo negli occhi che industriali e politici hanno lanciato in tutti questi mesi, mentendo, consapevoli di mentire per mantenere i propri benefici, costruiti solamente sulla pelle dei lavoratori e sulle spalle del nostro pianeta, che non ha più tempo per questi modelli produttivi.
Invitiamo tutti e tutte a popolare la manifestazione del 1 maggio, in piazza Vittorio dalle 9 partecipando al tradizionale spezzone dei movimenti, con bandiere e cartelli.
Avanti No Tav! Ci vediamo il primo maggio!
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Ambiente e sostenibilità in italia

L'Italia è un paese che ha fatto grandi passi avanti nell'adozione di politiche di sostenibilità ambientale. Nonostante i suoi molteplici problemi, tra cui l'inquinamento atmosferico e il consumo di suolo, il paese ha sviluppato un forte impegno nei confronti della sostenibilità ambientale e delle energie rinnovabili. L'energia rinnovabile rappresenta un'opportunità significativa per l'Italia, che dispone di una grande quantità di fonti rinnovabili, come il sole, il vento e le biomasse. Il paese ha sviluppato una serie di politiche e iniziative per promuovere l'utilizzo di energie rinnovabili, tra cui la produzione di energia solare, eolica e idroelettrica. Grazie a questi sforzi, l'Italia è diventata un importante produttore di energia rinnovabile e ha raggiunto importanti obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. Tuttavia, l'Italia deve ancora affrontare importanti sfide ambientali. Il consumo di suolo è uno dei problemi più preoccupanti per il paese, con un'elevata urbanizzazione che sta mettendo a rischio importanti ecosistemi naturali. Il governo italiano sta cercando di limitare il consumo di suolo attraverso politiche di pianificazione territoriale sostenibile e di riqualificazione urbana, ma è necessario fare di più per proteggere le risorse naturali del paese. Inoltre, l'inquinamento atmosferico rappresenta una minaccia per la salute pubblica in molte città italiane, soprattutto a causa del traffico e dell'industria. Il governo ha adottato politiche volte a ridurre le emissioni inquinanti, come l'implementazione di zone a traffico limitato e incentivi per l'utilizzo dei mezzi pubblici, ma la lotta all'inquinamento atmosferico resta una priorità per il paese. L'Italia ha inoltre sviluppato un forte impegno nei confronti del riciclaggio e della gestione dei rifiuti, con importanti progressi nel recupero di materiali e nella riduzione dell'uso di materiali non riciclabili. Il paese ha adottato politiche volte a promuovere l'economia circolare, che prevede il recupero e il riutilizzo dei materiali al termine della loro vita utile, riducendo al minimo lo spreco di risorse. Infine, l'Italia si è impegnata a proteggere la sua ricca biodiversità, promuovendo la conservazione delle specie e degli habitat naturali. Il paese ha creato numerose aree protette, tra cui parchi nazionali e riserve naturali, che coprono una vasta gamma di ecosistemi unici. La conservazione della biodiversità rappresenta un importante pilastro della sostenibilità ambientale in Italia. In sintesi, l'Italia sta facendo importanti passi avanti nella promozione della sostenibilità ambientale e dell'energia rinnovabile. Tuttavia, il paese deve continuare a lavorare per affrontare importanti sfide ambientali, come il consumo di suolo e l'inquinamento. Inoltre, in Italia ci sono numerose organizzazioni e movimenti ambientalisti che si impegnano per la salvaguardia dell'ambiente e la promozione della sostenibilità. Ad esempio, il WWF Italia è attivo dal 1966 e si concentra sulla tutela della biodiversità, sullo sviluppo di pratiche sostenibili e sulla lotta ai cambiamenti climatici. Anche le istituzioni italiane hanno fatto importanti passi avanti nella promozione della sostenibilità. Nel 2020, il governo italiano ha adottato il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), un piano di investimenti per la ripresa economica post-pandemia che prevede, tra le altre cose, importanti investimenti in sostenibilità e nella transizione energetica. Inoltre, sempre nel 2020, è stata presentata la Strategia Nazionale per la Transizione Ecologica, un piano di azione che mira a promuovere la sostenibilità in tutti i settori, dalla mobilità alla produzione di energia. In generale, l'Italia sta facendo importanti progressi nella promozione della sostenibilità e nella lotta ai cambiamenti climatici. Tuttavia, ci sono ancora molte sfide da affrontare e molte azioni da intraprendere per garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta. In conclusione, l'ambiente e la sostenibilità sono temi di grande importanza in Italia, dove le bellezze naturali e il patrimonio culturale sono parte integrante dell'identità nazionale. Tuttavia, le sfide ambientali sono numerose e complesse e richiedono l'impegno di tutti, dalle istituzioni alle imprese e ai singoli cittadini. Solo attraverso un forte impegno per la sostenibilità e una rigorosa attenzione alla protezione dell'ambiente possiamo garantire un futuro migliore per noi stessi e per le generazioni future. Read the full article
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#Italian 12.mar.23 12 Marzo 2023 Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi Studenti! Il futuro della nazione dipende da voi nel bene e nel male, la generazione precedente non può riformarla; soltanto dei giovani ben educati e disciplinati possono servire bene il Paese in qualità di amministratori futuri. Considerate il mondo intero una residenza grandissima, impegnatevi per il benessere di Bharat e delle altre nazioni, attenetevi ai vostri principi e credenze indipendentemente da ciò che gli altri potrebbero dire. Abbiate in mente l’esempio delle Gopi: la loro devozione a Krsna era salda e incrollabile. Considerate la Verità il respiro vitale; se dite la verità e seguite la rettitudine, vi eleverete allo stadio più alto. Attenetevi alla Verità nel guadagnarvi da vivere e nello sperimentare qualunque cosa nella vita. La ricchezza ottenuta con mezzi disonesti verrà perduta per cause simili. Impegnatevi in qualche attività utile alla società nel campo educativo, medico o in altri; sacrificarsi è più importante che guadagnare del denaro. Gli studenti imbevuti di spirito di servizio possono andare in qualunque Paese; non andate a elemosinare un lavoro usando il vostro diploma, fate buon uso dell’educazione per fare servizio alla nazione e per vivere nobilmente. Questa è la Mia Benedizione per tutti voi. Discorso Divino del 22 novembre 1993 I passi utili a preparare una persona a diventare un capo sono costituiti dall’apprendimento delle tecniche di servizio e dal coltivare la disposizione a servire. Con Amore, Bab #sathyasai #saibhakta #sathyasaibaba #saibaba https://www.instagram.com/p/CpqnBn7uELx/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Cesare de Berardinis scrive: il PD di Zingaretti torna alla carica con lo #iussoli, in pratica vuole fare una legge per cui chiunque nasce o è nato in Italia automaticamente è cittadino italiano!!! Praticamente il nuovo segretario del PD non non porta avanti nuove idee politiche e sociali per risolvere i problemi degli italiani e dell'Italia, ma è la fotocopia identica dei precedenti PD, bocciati dagli italiani!!! Se, come si capisce, il cavallo di battaglia del PD è lo ius soli, risulta chiaro che non non è una battaglia di civiltà, ma un tentativo di pescare voti dagli immigrati, perché come si sa gli italiani, tra cui un pdino su tre, per l'80% non non vuole regalare la cittadinanza italiana agli immigrati solo perché nati in Italia, anche perché così l'Italia diventerebbe la sala parto del mondo intero, visto i benefici che l'Italia concede per le mamme di tutto il mondo che partoriscono in Italia!!! Per il PD l'Italia non non va ripopolata dagli italiani ma dagli immigrati!!! E per questo che sono per l'accoglienza incontrollata e che fa business!!!! Ancora una volta e consci della ennesima sconfitta pesante elettorale in Basilicata, si ripresentano con un tema che non interessa gli italiani e non è nemmeno utile all'Italia!!! La cittadinanza italiana non non è un pezzo di carta con cui approfittare del welfare italiano, va chiesta dopo un percorso culturale, sociale e di tradizione e di usi comuni che identificano l'appartenenza ad un popolo e se si è anche convinti di voler essere italiani, perché ci sono persone straniere che al 18 anno di età, quando possono chiedere la cittadinanza, non la chiedono perché non la vogliono!!! L'attuale legge sulla cittadinanza italiana ha concesso ben 200 mila cittadinanze italiane nel 2018, cifra più alta tra i paesi europei!!!! Quindi lo scopo del PD, senza più idee e argomenti, è qualcosa di diverso da una battaglia di civiltà!!!! È inutile che ci prendiate per i fondelli: la vostra è solo una battaglia per assicurarvi dagli afroislamici i voti che avete perso "in casa". Il gioco è ormai stato smascherato, e l'avvicinarsi delle europee, con relativi sondaggi MOLTO sfavorevoli per voi, vi getta nel panico. Da qui il tentativo di assicurarvi soldi e poltrone "per vie traverse". Ma gli italiani fessi non sono, e a maggio vi arriverà il saldo, iva compresa, di tutte le (giuste) legnate elettorali prese finora. Tanto per schiarirvi le idee sul fatto che ANDARE CONTRO la volontà popolare non è MAI una scelta azzeccata. Del resto voi komunisti quando mai azzeccate qualcosa?? Il potere sapete tenerlo non per capacità politiche, ma tramite manovre sporche, dittatura e soprusi.
Alla SX non è ancora pervenuto che gl'immigrati già residenti non condividono le loro idee di accoglienza a tutti costi, se sperano con lo ius soli di raccattare in futuro consensi, hanno già sbagliato prima di partire. Così come sbagliano a parlarne ora, non arrivano molto sopra al 20%, anche M5S è contrario, provino prima a sperare di tornare al Governo, solo dopo potranno a ragione parlarne, ora dimostrano quello che sono, incapaci di individuare i veri problemi, disperdere energie in cose che non servono e nessuno sente. Che sia anche quello che li ha fatti 'precipitare' oppure sono sempre gl'elettori che hanno sbagliato a non dare a loro il voto???
Battaglia di civiltà? Con 5 milioni di italiani in povertà assoluta, dei quali 1,5 sono bambini, parlate di battaglia di civiltà? Perchè non parlate mai di loro?? Le vostre battaglie non sono di civiltà ma del suo esatto contrario ovvero DI INCIVILTA'.....Vergognatevi, mistificatori seriali!!!
Zingaretti..ma non avete ancora capito che lo ius soli non e' la priorita' e non lo sara' mai?..bravo, avanti cosi'...ormai siete sulla strada dell'estinzione!!!
Che cosa vuol dire in pratica Veltroni?? Che la Sinistra non deve aver paura di andare contro il popolo e le sue idee, che il popolo va educato dalle elites, essendo per natura rozzo ed ignorante. Bene, continuate così e visto che i voti ve li dà il popolo, non credo proprio che ne prenderete tanti, insistendo su queste idee buoniste, peraltro sempre a favore di chi è arrivato ieri in barchetta al quale in pratica non si richiede alcunché.
Firmato Walhall e Gisvelto e Cesare de Berardinis
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NASCE AIDA46, LA NUOVA JOINT VENTURE DI DIGITALPLATFORMS E ASC27
Intelligenza Artificiale e Cyber Security per le infrastrutture critiche
Roma, 03 NOV. – Dalla joint venture tra DigitalPlatforms S.p.A. e ASC27 S.r.l è nata AIDA46, una nuova società high tech che, grazie al supporto della Intelligenza Artificiale, punta a soluzioni sempre più avanzate nel settore della CyberSecurity per le infrastrutture critiche. DigitalPlatforms, attraverso AIDA46, svilupperà soluzioni e prodotti per CyberSec, Cyber Intelligence, Smart/Safe Cities, Critical Infrastructures rivolte in particolare alle aziende e agli enti che fanno parte del perimetro di sicurezza nazionale e al mondo della difesa di Italia e Nato.
AIDA46 nasce con un portfolio di prodotti sviluppati e conferiti da ASC27, tra cui Safe People (software che impiega Intelligenza Artificiale per scenari di Smart/Safe Cities attraverso un’applicazione AI IMINT - Image Intelligence); AI Black Box (software con il quale si può ispezionare sicurezza e vulnerabilità di firmware IoT di cui non si dispone di codici sorgenti); Qnetic (piattaforma di ottimizzazione per il trasporto pubblico); ATM-SEC (piattaforma per la sicurezza degli sportelli ATM); Osint/Closint Platform (già in uso presso alcune Istituzioni Nazionali); AuthSpine (device da collegare ad un normale telefono mobile che permette un’autenticazione sicura, basato anche sul comportamento del soggetto); software di Manutenzione Predittiva di sistemi complessi industriali e militari; Digital Twins.
La nuova società si avvarrà di tecnologie proprietarie, frutto di comprovate competenze CyberSec, e dell’utilizzo spinto dei più innovativi sistemi legati all’Intelligenza Artificiale. La produzione del software è 100% Made in Italy deriva dall’esperienza di un team di lavoro proveniente da 20 anni di attività nel settore. La joint venture, realtà unica in Italia, sarà controllata al 51% da DigitalPlatforms e al 49% da ASC27. Ceo di Aida46 sarà Nicola Grandis, alla guida già di Asc27.
“Accolgo con estrema soddisfazione la nascita di Aida46 grazie al lavoro congiunto con ASC27. Sin dal primo giorno dalla sua nascita, DigitalPlatforms ha tra i suoi obiettivi quello di sostenere e promuovere la ricerca su temi cruciali per il futuro del nostro Paese come la CyberSecurity, l’AI e l’Internet of Things”, ha dichiarato Claudio Contini, Amministratore Delegato di DigitalPlatforms.
“L'obiettivo di AIDA46, che nasce dalla sinergia di due partner strategici – spiega Nicola Grandis, Ceo di Asc27 e Aida46 - è quello di portare innovazione per risolvere le sfide sempre più importanti che il mercato imprenditoriale e istituzionale cercano. Il portfolio CyberSec e la competenza di ASC27 relativamente all’'Intelligenza artificiale, unite alle soluzioni sviluppate da un gruppo industriale italiano di primaria importanza come DigitalPlatforms, rafforza le risposte in tema di CyberSecurity a disposizione delle strutture nazionali italiane ed internazionali. Questo incontro punta a rafforzare un ecosistema in via di espansione e di primaria importanza in termini di sicurezza, sviluppo, competitività e innovazione del Paese”
DigitalPlatforms S.p.A. è un gruppo industriale italiano nato nel 2018 e in costante e rapida crescita, con più di 430 risorse altamente qualificate che operano in sette aziende/business unit, tutte basate interamente in Italia. Il Gruppo DP è focalizzato sull’Internet of Things (IoT) e sulla Digital Transformation, partendo dalla ideazione e produzione di device e sensori, ai sistemi di comando e controllo, fino alle piattaforme digitali e alla CyberSecurity. Il target primario di clienti è rappresentato dai gestori di infrastrutture critiche, in particolare nei settori energia/utilities, telecomunicazioni, trasporti, Pubblica Amministrazione e Difesa.
ASC27 è una startup italiana, pluripremiata a livello internazionale, specializzata in Intelligenza Artificiale e CyberSecurity. Con un portfolio di prodotti amplissimo e la capacità di costruire intelligenze artificiali “su misura”, opera principalmente nei settori della Security, Salute, Retail, Logistica, Smart cities e Cyber Security. Tra gli altri riconoscimenti, nel 2021 ha vinto la Shanghai World AI Conference (WAIC) con il sistema ASIMOV, rientrato nella Top 10 dei software AI dell’anno e nel 2022 è arrivata prima, nella categoria eHealth, al "Noovle Cloud Challenge" organizzata da TIM, Noovle e Google Cloud. È partner tecnologico anche di Nvidia, Microsoft, Amazon AWS, OVH, Scaleway e Noovle.
Per ulteriori informazioni:
DigitalPlatforms S.p.A.
Marketing & Communication Manager
Giada Rossetto
+39 331 6849616
Asc27 srl
Marketing & Communication Manager
Renata Yusupova
+39 340 9967402
Ufficio Stampa DigitalPlatforms
Tommaso Accomanno – Comin & Partners
+ 39 340 770 1750
Ufficio Stampa Asc27
Cristina Calzecchi Onesti – Asc27
+39 333 653 8300
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Vivo e lavoro a San Cesareo, un paesino in provincia di Roma. Sono illustratrice da circa 8 anni, subito dopo aver finito la Scuola Internazionale di Comics a Roma ho pubblicato il mio primo libro illustrato. Ho lavorato per case editrici italiane, francesie qualcosina sparsa anche per il mondo. Mi piace collaborare ogni tanto con le gallerie e realizzare qualche immagine a tema film, serie tv o cartoni animati. Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione? Ho sempre voluto fare questo mestiere, il problema è che ci ho messo un po' a capire che si poteva fare davvero Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni? Per lo più uso tecniche tradizionali: quindi fogli matita e gomma per studiarmi tutte le immagini e poi coloro tutto con le tempere. Spesso mi aiuto in digitale per fare delle prove colore prima di dipingere, oppure per modificare delle piccole cose a lavoro finito. Cosa pensi del tuo futuro da illustratrice? in verità credo sia davvero un mestiere imprevedibile. Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari? Ho conosciuto parecchi colleghi e con alcuni di loro sto cercando di mandare avanti dei progetti personali, ma fin'ora non mi è ancora capitata una collaborazione inaspettata o un colpo di scena diciamo. Perché illustrazione per bambini? Immagino perchè più vicina al mio gusto estetico e alla mia visione artistica del mondo. Mi piacciono le immagini sognanti, colorate, ragionate con gusto e divertimento. Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri? Ho tantissimi riferimenti, dalla storia dell'arte al fumetto, dall'illustrazione all'animazione, e ...all'infinito. Dipende anche un po' dal progetto che sto affrontando e dal gusto o la piega che vorrei prendere, comunque fra tutti Norman Rockwell, Rebecca Dautremer e Edward Hopper Descrivici il tuo stile. Ironico, un po' alla francese, con i colori e l'immaginario un po' retrò. Colori vivaci ma mai troppo aggressivi, qualche volta malinconici. Mi piace pensare che sia uno stile che abbia il dono di regalare un sorriso. La giusta ricetta per una illustrazione efficace. Domandone! Per quanto mi riguarda mi sforzo di compiacere il mio gusto, per cui mi impegno a fare qualcosa che io stessa acquisterei o appenderei in casa, cercandone con obiettività la composizione migliore possibile. Superato poi questo passo bisogna lavorare molto di progettazione, studio dei colori inquadratura, luci, ombre.... ecc ecc. Se fossi libera da ogni vincolo... Cosa ti piacerebbe illustrare? Il mio sogno nel cassetto è poter illustrare La Storia Infinita di Michael Ende, e sicuramente anche qualcosa di attinente ai supereroi. Il consiglio più utile che hai ricevuto. Assolutamente quello di aprirmi subito un sito internet che mostrasse le mie immagini. è da lì che è arrivato tutto. Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura? Di insistere, di disegnare tutti i giorni, di sperimentare molto e realizzare più illustrazioni su uno stesso tema o storia. Andare in libreria e sfogliare quanti più libri possibile. Provare a partecipare a concorsi di illustrazione e confrontarsi con gli altri. E, ovviamente, aprirsi un bel sito internet. Segui Daniela Volpari sul sito web e facebook
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La birra artigianale può farcela solo se esce dalla sua bolla
Eugenio Signoroni
La birra artigianale italiana è diventata una delle realtà più interessanti della scena gastronomica nazionale. È nel 1996 che si fa strada nel nostro paese una produzione brassicola fino a quel momento inedita.
Il nostro movimento deve molto, soprattutto in termini di ispirazione, a quanto avvenuto negli Stati Uniti a partire dagli anni Sessanta del Novecento e per questo analizzare il movimento americano può essere per capire meglio anche le prospettive italiane
I princìpi che definiscono un birrificio artigianale negli Stati Uniti sono simili ai nostri però le dimensioni sono molto diverse e se da noi, per esempio, un birrificio per essere craft deve produrre meno di 200 mila ettrolitri, oltreoceano il valore è 35 volte più alto.
La storia della birra artigianale italiana viene fatta iniziare nel 1996. È allora che si fa strada nel nostro paese una produzione brassicola fino a quel momento inedita: indipendente da qualsiasi grande gruppo industriale, condotta su impianti microscopici, poco più che casalinghi e dedita a birre dai gusti complessi e variegati. Oltre vent’anni dopo, da quel primo piccolo nucleo è fiorito un movimento culturale ed economico che oggi conta oltre mille produttori, vale il 3,7 per cento del mercato totale della birra italiana e che ha portato la nostra nazione, nel 2016, a essere la prima al mondo a dotarsi di una legge che stabilisce il confine tra industria e artigianato in tre semplici paletti: indipendenza societaria ed economica da qualsiasi industria brassicola, produzione annua inferiore ai 200mila ettolitri, divieto di pastorizzazione e microfiltrazione.
Ora che il settore artigianale è maturo e solido e che ci si è definitivamente lasciati alle spalle l’idea che si possa trattare di un fatto modaiolo e passeggero, una delle sfide principali per il comparto è quella di uscire dalla propria zona di comfort. Una bolla che in questi anni l’ha certamente aiutato a crescere e, in parte, l’ha protetto, ma che oggi rappresenta anche uno dei principali ostacoli alla crescita.
Uscire da questa bolla è, infatti, necessario per accrescere la quota di mercato occupata dalla birra artigianale così che possa definitivamente diventare anche per il consumatore occasionale, una vera alternativa al prodotto massificato dell’industria.
La craft beer
È questo che è avvenuto, per esempio, negli Stati Uniti, la nazione che tra la metà degli anni Sessanta e la fine dei Settanta, per prima ha visto svilupparsi un movimento di birra alternativo e dove oggi la craft beer rappresenta il 13 per cento del mercato interno (dieci punti percentuali più del nostro), contribuisce all’economia statunitense con 62 miliardi di dollari e impiega 400mila addetti, dei quali 140mila direttamente nei birrifici e gli altri in pub, beer shop e nei vari ambiti collegati.
Capire la scena americana, anche se con le doverose differenze, prima tra tutte quella legata ai consumi che vedono gli statunitensi bere una media di 99 litri di birra pro capite all’anno e noi italiani fermi a quota 32, può essere molto utile per cogliere quale potrebbe essere il futuro della birra artigianale italiana, quali le opportunità e quali i rischi.
Tra poco arriveremo ai numeri, ma prima è necessario avere un quadro più preciso di cosa il termine craft indichi per la Brewer association, l’associazione di categoria dei birrifici artigianali statunitensi. Pur non trattandosi di una prescrizione di legge, è comunque la descrizione che più ci si avvicina.
Le condizioni
Il primo aspetto a essere preso in considerazione sono le dimensioni produttive. Per poter essere considerato craft un birrificio dev’essere piccolo. Un termine che per gli standard d’oltreoceano significa non superare i sei milioni di barili (poco più di 7 milioni di ettolitri) prodotti in un anno solare. E qui iniziano le differenze: la dimensione massima della descrizione americana è 35 volte più grande rispetto alla nostra.
«È un valore molto grande, è vero» sottolinea in un’intervista concessa a Domani Bart Watson, responsabile degli aspetti economici della Brewer association «ma si deve considerare che per il nostro mercato sei milioni di barili non sono poi così tanti se li si paragona agli 80-90 milioni che ogni anno l’industria mette in distribuzione».
Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è che i birrifici che arrivano a produrre queste quantità, e che sono catalogati come regional breweries, sono poco più del 2,5 per cento dei produttori attivi: il restante 97,5 produce meno di 15mila barili ed è catalogato come microbirrificio, brewpub o taproom.
Il secondo fattore è invece quello dell’indipendenza economica: per poter essere catalogato come craft un birrificio non deve essere posseduto per più del 25 percento da un altro produttore di una qualsivoglia bevanda alcolica. «L’indipendenza è ancora oggi un valore molto importante per i consumatori», afferma Watson, «da una nostra indagine interna per oltre il 60 percento si tratta ancora oggi di uno degli elementi che più indirizzano le scelte».
Anche per questo da qualche anno la Brewer association si è dotata di un logo che può essere messo sull’etichetta dai birrifici craft e che li identifica immediatamente come indipendenti. Una strategia talmente efficace da essere stata adottata anche dall’omologa associazione italiana Unionbirrai.
Ora che abbiamo più chiaro come vengono catalogati i birrifici statunitensi possiamo passare ai numeri. I birrifici craft negli Stati Uniti sono oggi 9.118 e da almeno dieci anni la loro crescita si è fatta più intensa (nel 2012 erano poco più di 2.500) e non si è arrestata nemmeno con la pandemia, che pur avendo fatto segnare un calo nella produzione e nelle vendite di circa il dieci per cento, in gran parte già recuperato con l’anno 2021, non ha portato a un numero così elevato di chiusure.
I grandi gruppi
Da segnalare, infine, il dato legato alle acquisizioni: a partire dal 2011 i grandi gruppi industriali hanno iniziato ad acquisire alcuni dei birrifici più importanti e noti della scena craft. Il primo è stato Goose Island di Chicago comprato dal gruppo AbInBev, mentre il più clamoroso per valori economici è stato l���acquisto del californiano Ballast Point che nel gennaio 2015 è passato nelle mani della società di distribuzione Constellation per un miliardo di dollari.
Queste operazioni, che nel periodo tra il 2015 e il 2017 sembravano destinate a crescere, si sono invece quasi del tutto interrotte già prima della pandemia. Questo calo non ha però limitato le conseguenze: i birrifici acquisiti oggi rappresentano da soli il quattro per cento del mercato e poiché nell’immaginario collettivo continuano a essere considerati craft rappresentano un problema per il settore e un motivo di confusione per il consumatore.
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[ARTICOLO] La fisionomia di Band PD e dei membri dei BTS
“Il professor Baek Jaekwon ha un master e un dottorato in Geografia Feng Shui e sta attualmente perseguendo un dottorato in Educazione. Al momento è anche il CEO del centro Korea Future Prediction Research (il Centro Coreano della Ricerca Predizioni del Futuro). Il professore ha analizzato la fisionomia di Bang PD e dei membri dei BTS.
Bang Sihyuk PD
Bang Sihyuk PD ha la fisionomia di un bradipo. I bradipi sono gentili e piacevoli. Le persone che hanno questo tipo di fisionomia sono generalmente delle buone persone degne di fiducia quindi si può fare affidamento su di loro. I bradipi sono molto lenti nei movimenti, hanno il pelo lungo e il corpo coperto da minuscole alghe. Le persone con la loro fisionomia sono solitamente attive di notte e tendono a dormire per molte ore durante il giorno. Sono anche un po’ pigre. Le occupazioni e i lavori che si svolgono di notte si addicono bene a loro poiché hanno idee migliori durante la notte. Sono abituati alla vita da single e apprezzano studiare le cose e passare del tempo da soli. È un buon segno quando queste persone prendono peso. Le persone con questa fisionomia non dovrebbero stressarsi con diete rigide perché potrebbero correre il rischio di perdere la loro fortuna. Bang non dovrebbe parlare velocemente. Più lui parla più diminuiscono le sue possibilità di avere successo. La sua fama continuerà a crescere all’estero. Proprio come il bradipo che è più o meno in uno stato di dormiveglia durante tutto il giorno, la chiave del successo è di mantenere quegli occhi assonnati aperti (ad eccezione di quando sta dormendo).
RM
RM, membro dei BTS, ha le fattezze giuste per un leader. Ha la leadership e la forza propulsiva caratteristiche di un leader. Ha opinioni forti ed è testardo. Non è il tipo che gioca con malizia. Sente le cose e le situazioni con il suo corpo, si comporta e giudica di conseguenza. Dal punta di vista di un adulto o di un datore di lavoro, RM è una persona gentile che può essere difficile da controllare. Ad RM non piace accontentarsi del secondo posto. Gli serve essere nella posizione di leader per fare con efficienza il suo lavoro e per aumentare la sua produttività. Deve stare attento a non farsi male fisicamente.
JIN
Jin ha la fisionomia di un ragazzo piacevole, gentile e di uno studente modello. Una volta che si sposerà sarà controllato da sua moglie. Ha una grande sensibilità umana, rispetta gli altri, è ben educato e ha quella rara fisionomia di chi nella vita intraprenderà una strada senza intoppi. Jin, sebbene non sappia come maneggiare le cose/le persone, ha buon senso. Una volta che avrà accumulato una fortuna, potrebbe essere vittima di una frode quindi è sempre bene essere cauti negli investimenti e negli accordi finanziari.
SUGA
Ha una fisionomia innocente. Il suo carattere è competitivo ma pecca di pazienza ed è un po’ esigente. Potrebbe avere successo se avesse un po’ più di sicurezza in se stesso. Nasconde un lato timido quindi quando si arrabbia tende a tenersi tutto dentro. È popolare tra le donne e ha la tendenza a uscire con qualcuno segretamente. Una volta che trova l’amore, il legame si fortifica in un breve periodo di tempo.
J-HOPE
J-Hope ha la fisionomia del multi-talentuoso. Lui è bravo in tutto e viene molto amato ovunque vada. Ha una fisionomia amata da uomini, donne, giovani e anziani. Ha un talento innato per l'intrattenimento che può utilizzare per migliorare una cosa di dieci o più volte. Lui può usare il suo talento nel canto, nella danza, nella recitazione, nei film, andando avanti e indietro in tutti i generi.
JIMIN Jimin ha la fisionomia di qualcuno di professionale. La sua personalità mostra una grande differenza quando è sul palco e quando non lo è. Lui ha chiaro ciò che gli piace e per questo tende ad essere selettivo con le persone. È testardo e ha carisma e in questo modo domina il pubblico con il suo fascino. La sua concentrazione durante il lavoro è eccezionale e questo gli permette di realizzare qualcosa di ancora più grande.
V
Le fattezze di V sono delicate ma mostrano un carattere molto forte. Ha un’indole socievole e innocente, e va d’accordo con gli altri. Dal momento che è uno dei più belli del gruppo, riesce a conquistare le donne. Potrebbe essergli utile sviluppare un modo di fare più energico e ampliare le sue abilità pratiche. La sua fisionomia è amata da tutti. Una volta scoperta la sua vera natura, avrà sicuramente una vita più tranquilla.
JUNGKOOK
Jungkook ha un lato timido, ed è paragonabile a un acquerello. Ha quell’anima pura e quelle caratteristiche tipiche di chi dà la precedenza agli altri e si sacrifica per loro. Ha la tendenza a rimanerci male per le piccole cose. È introverso di natura, quindi trova difficile avvicinarsi alle persone, e questo può farlo soffrire. Se riuscisse ad aprirsi di più, riuscirebbe a migliorare e a fare progressi costanti.���
(N/B: Gli oroscopi e la lettura della fisionomia sono pratiche che non vanno prese come scienze esatte. La traduzione dell’articolo aveva come scopo quella di divertire e intrattenere. Niente di ciò che è stato qui sopra riportato deve essere preso con serietà.)
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©Cam, ©CiHope, ©lynch) | Trans ©glitter_jk
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