#frasi sui libri
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« Forse può essere comodo riuscire a non tradirsi davanti alla gente », rispose Charlotte. « Ma essere troppo prudenti può costituire anche uno svantaggio. Se una donna nasconde i suoi sentimenti con tanta cura all'oggetto amato, può perdere l'occasione di conquistarlo, e in questo caso sarebbe una ben magra consolazione pensare che nessuno ne ha saputo mai nulla. Vi è tanta parte di gratitudine e addirittura di vanità in quasi tutti i sentimenti, che è più prudente saper far vibrare tutte queste corde all'unisono. Ognuno di noi s'innamora spontaneamente, ma sono ben poche le persone dal cuore tanto generoso da amare senza essere incoraggiate. »
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Le cose cambiano.
Avevo fatto un sogno tempo fa, ero vecchio e dei ragazzi mi chiedevano come era internet un tempo, la faccio breve, dicevo loro che era gratis, che non c'era bisogno di pagare, perché nel sogno vivevo un futuro prossimo dove i social e altre cose erano a pagamento e che solo chi poteva permetterseli aveva un profilo e tutto quello che abbiamo ora noi. Leggo che Meta, l'azienda di facebook e di altre applicazioni social, vuole mettere i suoi prodotti a pagamento in Europa, almeno a quanto ho capito, sono giorni che il tubo mi chiede di chiudere l'adblock o di pagare per non vedere la pubblicità con un popup, sta veramente cambiando qualcosa? Andiamo verso il mio sogno consapevoli che un giorno pochi avranno accesso alla rete e quindi ai vari contenuti che non sono solo quelli futili, vi ricordo che la rete è un immenso archivio pieno di tutta la conoscenza umana, anche se spesso è manipolata. Cosa ci aspetta in futuro? Il paradigma odierno è incentrato sugli investitori che però a quanto pare si stanno limitando a promuovere i loro brand sui social, forse si sono accorti che spendere tantissimi soldi per ricavarne pochi non ha più molto senso, oppure che i numeri che vengono propinati a loro dai vari CEO e consigli di amministrazione dei social sono gonfiati? Qualsiasi sia la motivazione non la sapremo mai. Fatto sta che ieri mi sono imbattuto in un video di un tizio che parlava a raffica, in inglese, nonostante sia parecchio ferrato ho fatto fatica a seguirlo, anche perché passava dal tema principale ad esempi e mi perdevo; allora ho cercato l'argomento, ve la faccio breve, sono arrivato ad un libro di Mark Fisher Realismo Capitalista, forse qualcuno di voi lo conosce o l'ha già letto io l'ho scaricato aggratis da qui.
Mi piace leggere ma non dal pc, anche se spesso trovo i libri solo in formato PDF, farò questo sforzo tanto sono meno di 100 pagine. Mi ha colpito la frase "E' più facile immaginare la fine del mondo che quella del capitalismo", diciamo la fine del genere umano perché per fortuna il pianeta continuerà a vivere anche senza di noi, i dinosauri ne sanno qualcosa. Nel video che ho visto la tipa snocciola alcune delle frasi e dei riferimenti che Fisher fa nel libro e parla del fatto che il capitalismo ci ha sovraccaricato di responsabilità e di conseguenza di problemi psicologici come ansia e depressione, questo deriva dalle nostre aspettative, dal fatto che ognuno di noi vuole realizzarsi a livello lavorativo, quindi scalare quella famosa piramide, ma non tutti siamo Bill Gates o uno dei tanti che sono diventati ricchissimi, anche sul sangue degli altri. L'inizio viene inserito più o meno negli anni 80, quando a governare l'UK c'era la Lady di ferro e lo zio sam era un attore, un periodo di cambiamento forte.
Adesso non voglio portarmi avanti e immaginarmi di cosa parla il libro dopo aver visto un video sommario, quindi mi fermo e vi aggiornerò dopo che avrò trovato il tempo di leggerlo. A proposito di cambiamenti, oggi mi sono svegliato col rumore del telefono che vibrava sul tavolo del soggiorno, maledetto orecchio sensibile, mi alzo e quando sono vicino smette di squillare, un classico, prendo gli occhiali, un numero, penso che potrebbe essere uno dei tanti posti a cui ho mandato il CV, temporeggio, faccio colazione, riguardo la cronologia per vedere chi mi ha chiamato e scopro che è un'azienda che si occupa delle cucine nelle scuole, allora richiamo, anche perché mi hanno mandato un sms chiedendomi se sono interessato e di richiamare. Mi risponde una tizia con una voce squillante, non con un tono fastidioso fortunatamente, ma bella forte, parliamo in estone anche se a quanto ho capito si potrebbe fare anche in inglese, no problem, così faccio capire che almeno so parlare la loro lingua, mi da appuntamento domani alle 9, bene, il lavoro è comunque mattutino alle 7.30 fino alle 16 e dal lunedì al venerdì, non male, non ha parlato della paga quindi suppongo sia il minimo salariale che qua è di 725€ lordi al mese, se così fosse rifiuto, sti cazzi. E questo è quanto per oggi, domani si vedrà, album, si mi sono un pò amminchiato con sti compositori giappi, mi rilassa questa musica la trovo ottima per scrivere o disegnare, che poi è strano perché quando suono tendo a incattivire tutto 😂 boh
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Passi del Piccolo Principe sui muri di un bar, frasi di libri e quadri
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Oggi ho finito di leggere questo libro. È stata una lettura molto veloce rispetto ai miei standard, circa 300 pagine in massimo una settimana. Indico questo limite massimo perché prima di passare l'orale di BDSI non l'avevo ancora iniziato. Deve essere detto che l'impaginazione è particolare: spesso frasi che sintetizzano i paragrafi vengono ripetute e affiancate al testo vero e proprio per attirare l'attenzione di chi sfoglia il libro pensando di comprarlo, immagino, oppure semplicemente per sottolineare ciò che viene detto.
Guardando l'indice avevo il timore che questo libro risultasse ridondante per me che seguo Dario da tempo, sui social e attraverso i suoi libri. Di fatto molti degli argomenti toccati li avevo già sentiti. Nonostante questo il libro è risultato utile, come al solito. Ero particolarmente interessato ai capitoli sull'iodio e sull'acqua del rubinetto, per approfondire e trovare informazioni con cui smuovere/aiutare la mia famiglia. Lo consiglio volendo leggere un libro utile riguardo la salute in generale, l'autore cerca di insegnare a valutare da soli l'attendibilità delle varie informazioni con cui veniamo in contatto.
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Quel torcicollo che mi viene sempre per colpa del maledetto vizio di voltarmi indietro è tornato a trovarmi Rimetto per l’ennesima volta quella playlist di musica indie su spotify e non so nemmeno io perché ora che tutte quelle parole non mi dicono più niente ma io continuo a cantare sperando ritrovino un senso Ho visto tornare tutto quando avevo smesso di aspettarlo o se non altro lo avevo dimenticato Forse scriverò un’altra storia che parla ancora di qualcuno che ti somiglia e stavolta tenterò un lieto fine Mi chiedo perché sia così difficile anche inventarlo Forse perché siamo troppo abituati al niente che dura per sempre e alle cose belle che come bolle di sapone è meglio non toccarle o sparisce tutto Parlerò ancora di qualcuno che parla con le tue parole e indossa le tue stesse scarpe solo che fa scelte migliori o almeno cerca di farlo Ti darò un finale fuori dagli schemi Stare dentro non ti è mai piaciuto Portati un costume e un paio di occhiali da sole Pensavo di portarti al mare che insieme ci siamo stati una sola volta ed era brutto pure il tempo Ti farò comprare un biglietto di sola andata Molleremo tutto E se la noia prenderà il sopravvento scriveremo un altro libro Potremmo improvvisare uno tsunami da cui salvarci O un serial killer che cerca di trovarci Mi racconterai tu il resto mentre terrai la testa sui miei fianchi Fumo un’altra sigaretta per studiare meglio i dettagli Ma tu aspettami Verrò di nuovo a prenderti Presto o tardi #karenlojelo #poetry #poetryaddict #poetrycommunity #instapoesia #poesiedistrada #inspiracionpoetica #frasi #poesiaitaliana #poesiacontemporanea #scrittori #scrittrice #ioscrivo #bookstagram #libri #love #amore #lovequotes #quoteoftheday (presso SOME WHERE) https://www.instagram.com/p/Co6gFWaoc0s/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#karenlojelo#poetry#poetryaddict#poetrycommunity#instapoesia#poesiedistrada#inspiracionpoetica#frasi#poesiaitaliana#poesiacontemporanea#scrittori#scrittrice#ioscrivo#bookstagram#libri#love#amore#lovequotes#quoteoftheday
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Di monogamia e poligamia poi ne riparliamo un giorno che non sarò più anonima. 😂
Di paesaggi... la tua terra... anzi! mi stavo ricredendo da qualche dì perché dalle tue parti si può sognare ad occhi aperti passeggiando in uno di quei bellissimi boschi o parchi pieni di alberi, che in questo periodo assumono colori meravigliosi...
E si, mi ritorni in mente per citare un certo artista di anni ormai passati, giusto per dire che ti stavo pensando.
Ti ho pensato più volte ma non avendo ricevuto più risposta e vedendo che continuavi a postare, mi sono fatta da parte per un po'.
Vorresti fare del tuo blog una libreria? Non male come idea (anche se preferisco la parte più personale). A quale libro daresti il primo posto?
Effettivamente sono argomenti che andrebbero trattati in separata sede, magari una volta venuto meno quell'alone di mistero che ti circonda.
Ci è voluto veramente poco per farti ritornare sui tuoi passi. Parlando di boschi e di passeggiate mi sentirei di consigliarti il bosco di sant'Antonio. Un luogo magico quasi fiabesco che, nel periodo autunnale, quando gli alberi si spogliano delle loro foglie diventa qualcosa di surreale e romantico.
Devo dire che di ciò sono lusingato, sapere di essere nei pensieri di qualcuno fa sempre un certo effetto e in tutta onestà pensavo che, non avendo ricevuto risposta, ti saresti fatta avanti in chat. Non posso nascondere che un po' ho pensato anche io a quella Rose che sapeva incuriosirmi con i suo messaggi.
Si mi piacerebbe ampliare il blog scrivendo o riportando frasi di libri che comunque in un modo o nell'altro hanno lasciato un segno dentro di me.
Questa è una domanda veramente molto complicata, ultimente due hanno saputo catalizzare la mia attenzione e sono "l'ombra del vento" e "il calamaro gigante"
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Bergamo: dai proggeti inclusivi alle politiche green, tanti spunti al BIC Festival delle Biblioteche
Bergamo: dai proggeti inclusivi alle politiche green, tanti spunti al BIC Festival delle Biblioteche. A Bergamo, Capitale della Cultura 2023 insieme a Brescia, si è svolta la prima giornata dell'iniziativa. Dai progetti inclusivi dedicati a persone con fragilità, alle politiche green nelle scelte dei mezzi di consegna, dall’innovazione al factchecking alla creazione di blog, social e portali, dalla rigenerazione urbana alla valorizzazione del territorio. I bibliotecari si scambiano le loro buone pratiche al BIC, il festival dedicato alle biblioteche in corso allo spazio Daste di Bergamo. Raccontano le loro esperienze prendendo parola sul palco delle ignite talk: interventi che non devono superare i 5 minuti e che potrebbero servire da spunto per altre realtà. Due le sessioni previste nel primo giorno di lavori al Daste: la prima è stata introdotta dal filosofo Telmo Pievani, la seconda da Alessandro Bollo, esperto in management e progettazione culturale, già direttore del Polo del ‘900 di Torino. Pievani ha raccontato una storia: quella di Frances Arnold, chimica e ingegnere statunitense che nel 2018 ha vinto il premio Nobel per la chimica. “Frances nel 1976 si trovava a Madrid quando per caso legge “La biblioteca di Babele” di Jorge Luis Borges e ha un’illuminazione: immagina quegli scaffali sterminati pieni di libri senza senso dove solo alcuni contengono frasi di senso compiuto, li immagina pieni di enzimi ed inizia a navigarci dentro, come se fosse una bibliotecaria a caccia di senso. Ci lavora 25 anni inserendo gli enzimi esistenti e applicando tutte le possibili mutazioni. E, grazie alla sua caparbietà, arriva a vincere il Nobel. Questo per dirvi che se si ha un obiettivo bisogna perseverare e che spesso la risposta che si cerca si trova nel libro accanto a quello che si stava cercando. E ci si imbatte per caso. Siamo molto ignoranti, caratteristica che nella scienza è molto positiva, perché ci spinge a scoprire sempre cose nuove. E in questo senso il dialogo è fondamentale, anche tra discipline diverse, perché è dal confronto che arrivano le scoperte più grandi”. Bollo ha puntualizzato sulla diversa narrazione che deve essere prodotta attorno alle biblioteche: “Negli ultimi 25 anni sono state al centro del cambiamento sociale, culturale, tecnologico. Le biblioteche non sono più i luoghi in cui si prendono in prestito i libri e sono i presidi culturali che maggiormente si sono messi in gioco, uscendo spesso dalle loro zone di comfort. È necessario lavorare sui luoghi e sulla vocazione degli spazi che possono essere inclusivi, abilitanti e militanti: le biblioteche hanno tutte e tre queste caratteristiche ma devono lavorare maggiormente sulla narrazione che viene fatta attorno a questi luoghi. Devono raccontarsi diversamente per uscire dallo stereotipo valorizzando tutte le loro potenzialità”. Tanti i progetti presentati negli interventi dei partecipanti. Laura Boni, responsabile del Sistema Bibliotecario Urbano di Bergamo ha parlato dei progetti attivi nell’ambito dell’inclusione, come “La biblioteca a casa tua” e il progetto Incoop, che coinvolgono giovani con fragilità, o la biblioteca del carcere. Anche il progetto BookBox coinvolge persone con disturbi dello spettro autistico. Ne ha parlato, commuovendosi, Stefania Romagnoli della biblioteca La Fornace di Maiolati Spontini, in provincia di Ancona: “Book Box permette di coinvolgere i ragazzi nella raccolta di libri donati dalle case editrici o dai cittadini, che possono lasciarli in scatole disseminate in giro per la città. Una volta raccolti e catalogati, questi libri vengono distribuiti nelle sale d’attesa degli ambulatori, dei pronto soccorso, nei centri estetici, delle parrucchiere, delle aziende e in tutti i luoghi di attesa. Le persone che collaborano al progetto si occupano di cambiare periodicamente i titoli. Il dentro non basta più, andiamo noi a stanare i nuovi utenti della biblioteca”. C'è il progetto bergamasco DigEducati, finalizzato alfabetizzazione digitale sostenuto da Fondazione della Comunità Bergamasca insieme a Fondazione Cariplo e Impresa sociale ‘Con i Bambini’. Illustrato da Chiara Di Carlo della Biblioteca di Seriate, promuove, per il triennio 2021-2024, attività dedicate ai bambini dai 6 ai 13 anni. Ci sono i progetti, quasi tutti nati dall’esperienza del Covid e legati quindi alle nuove tecnologie. C’è Librida, illustrato da Maria Stella Rasetti della biblioteca San Giorgio di Pistoia, che nel lockdown ha organizzato una fiera del libro digitale che è poi diventata uno spazio virtuale permanente dove gli utenti possono interagire con i bibliotecari, porre domande, chiedere informazioni, ricevere un servizio virtuale come quello in presenza. Damiano Orrù dell’Università di Roma Tor Vergata ha parlato di BiblioVerifica, un blog di bibliotecari nato per sviluppare il senso critico dell’utente al quale vengono fornite informazioni rispetto alle strategie di verifica delle informazioni. Davide Bassi della Rete Bibliotecaria di Mantova ha illustrato il progetto della Casa Digitale del Lettore, un portale a metà tra un blog e un social network. “Funziona come un catalizzatore, come hub delle esperienze di lettura, una comunità attiva e dialogante di lettori, in particolare rivolto al pubblico giovanile. Abbiamo avviato un percorso con le scuole superiori come esperienza di alternanza scuola lavoro: 274 ragazzi hanno aderito, un numero straordinario per la nostra provincia. In tanti si sono appassionati al mondo della biblioteca e, incredibilmente, alla catalogazione, tant’è che alcuni hanno cominciato a catalogare la biblioteca scolastica”. Lorenzo Gobbo, delle Biblioteche dell’università della Svizzera Italiana ha parlato di Gesnet, un modello di rete decentralizzata per l’accesso permanete al patrimonio culturale digitale di cui possono farsi carico le biblioteche per combattere vulnerabilità di internet e garantire la permanenza delle risorse e trasmetterle alle generazioni future. Per tutti gli appassionati di viaggi, ma non solo, c’è la Mappa Letteraria, un sito illustrato da Daniela Mena dell’associazione L’Impronta, Microeditoria e Centro per il libro e la lettura di Brescia. Il progetto connette libri e luoghi: “La letteratura abita i nostri paesaggi, vogliamo fornire una risposta a lettore viaggiatore che vuole prepararsi, portandosi in valigia non solo le guide. Coloro che conoscono i luoghi e territori sono i bibliotecari, quindi li abbiamo coinvolti chiedendo loro di caricare sul portale i libri che parlano dei loro territori. Vogliamo affermare il concetto di turismo letterario”. Le biblioteche svolgono un’importante funzione anche a livello di promozione del territorio. Laura Campopiano della biblioteca Gianico, in provincia di Brescia, ha illustrato il progetto La Funsciù, mutuando il nome da una celebrazione religiosa che avviene in paese ogni dieci anni. Si tratta una biblioteca digitale che mira a salvaguardare il patrimonio storico culturale del comune. C’è il progetto che la Rete Bibliotecaria Bergamasca ha creato per Bergamo Brescia Capitale della Cultura. Si chiama Produzioni Ininterrotte ed è stato spiegato dal presidente della Rbbg Gianluca Iodice: “Il progetto è nato per trasferire sui territori oltre i capoluoghi le potenzialità di una capitale italiana della cultura. Le biblioteche, così capillari, sono state protagoniste ed hanno attivato alleanze con le associazioni e gli enti del terzo settore creando un calendario di appuntamenti lungo un anno. Il risultato è stato un successo e i numeri parlano: 31 i comuni coinvolti, 33 i luoghi interessati, 40 le associazioni che hanno collaborato, 93 gli eventi da gennaio a dicembre”. Giancarlo Zoccheddu del Centro Servizi Culturali di Macomer, piccolo centro Sardegna, in provincia di Nuoro ha presentato dodici pillole partendo da citazioni di autori e libri. Fabio Fornasari è un architetto e museologo che è stato chiamato a riqualificare la biblioteca Sala Borsa Lab di Bologna – Liquid lab, e lo ha fatto con una visione completamente nuova, utilizzando materiali di riciclo. A Orvieto, la biblioteca Luigi Fiumi ha ideato il Bibliobike service. Roberto Sasso, il referente della biblioteca Luigi Fiumi, ha spiegato il servizio, nato per raggiungere tutte e 36 le frazioni della città, anche quelle più lontane dal centro. Alla Fiumi si noleggiano anche le biciclette e con il ricavato si sostiene il progetto. Francesco Serafini del Sistema Bibliotecario di Pavia ha illustrato il progetto Biblioinsieme, che ha parlato di quanto i cittadini, nonostante la città offra ben 50 biblioteche, 11 delle quali comunali, abbiano chiesto a gran voce di riattivare le biblioteche di quartiere. Avendo a disposizione pochi fondi hanno chiesto ad associazioni di gestire questi luoghi facendosi carico della riqualificazione, ottenendo risposte entusiaste. Questi spazi sono diventati tematici: una di queste biblioteche è gestita da un’associazione di gaming, un’altra da una compagnia teatrale ed è specializzata in libri dedicati al cinema, al teatro e alla musica. BIBLIOTECA DI CONFINE GIACOMO BARONI: Giacomo Baroni ha parlato di una realtà particolare, come la biblioteca di Rosarno: “Troppo spesso ci definiamo biblioteche di confine, marginali, situate in luoghi difficili, ma vorrei che questa logica, grazie alle nostre azioni concrete, si possa ribaltare. Dal confine possiamo anche osservare a distanza ciò che avviene al centro, possiamo sperimentare. La nostra società cooperativa si chiama Kiwi e facciamo della cultura il nostro lavoro. Siamo un gruppo di professionisti che ha deciso di investire in Calabria, a Rosarno, per riabilitare questo territorio troppo spesso etichettato come marginale. Abbiamo riaperto la biblioteca, abbiamo tolto le cancellate che chiudevano lo spazio e abbiamo avviato una progettazione con scuole della città per ridisegnare la biblioteca di Rosarno, insieme. Abbiamo inserito una playstation per portare bambini in biblioteca, facciamo teatro, corsi di ceramica, yoga, presentiamo libri, facciamo incontri con gli autori. La biblioteca è un luogo flessibile e versatile, quasi una casa. Tant’è che sfruttiamo eventi popolari come ad esempio il festival di Sanremo per attirare le persone, che vengono a vedere insieme la finale, la commentano, socializzano, si conoscono. I cittadini non solo utenti, ma partecipano a creazione di prodotti culturali come ad esempio la guida di Rosarno o la progettazione di un gioco per la costruzione di storie. C’è anche biblioteca fuori, per strada, nelle piazze, per azzerare il divario di chi frequenta la biblioteca e chi no, senza limiti”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il Mondo al Contrario
L’uscita del libro Il Mondo al contrario del Generale Roberto Vannacci ha sollevato un vespaio di polemiche, ma offre spazio ad una riflessione molto importante.
I libri nascono per esprimere opinione, per dare senso al pensiero del suo autore. Per questo i libri sono fonte inesauribile di conoscenza.
“Il Mondo al contrario” vuole infatti provocatoriamente rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che, come l'autore, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità.
Il caso del libro Il mondo al contrario
Il testo al centro delle polemiche, Il mondo al contrario, è stato autopubblicato il 10 agosto scorso.
L’autore, Roberto Vannacci, è un generale delle forze armate che ha ricoperto importanti incarichi, tra cui quello di comandante della “Folgore”.
Inizialmente, del libro si è parlato più che altro su siti minori e/o legati al mondo militare, ma dopo Ferragosto è scoppiato il caso su scala nazionale, complici alcuni stralci del libro e, per l’appunto, il rango nell’esercito dell’autore.
Al momento della pubblicazione Vannacci era a capo dell’Istituto geografico militare. Tuttavia, dopo le polemiche lo Stato maggiore dell’esercito l’ha rimosso dall’incarico. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, invece, ha annunciato un’indagine disciplinare.
Nel frattempo, la notizia ha raggiunto anche la stampa estera, con titoli tutt'altro che lusinghieri. "Per il generale italiano Roberto Vannacci l'adozione gay è come il cannibalismo", titola il Times, quotidiano conservatore britannico.
Ma di cosa parla il libro IL MONDO AL CONTRARIO del generale Vannacci?
Roberto Vannacci intende “provocatoriamente rappresentare (ecco il manifesto,l’appello!) lo stato d’animo di tutti quelli che percepiscono ogni giorno una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità”.
Dalle “occupazioni di alloggi disabitati da parte di persone senza fissa dimora, (dai desideri di genitorialità degli omosessuali fino al cosiddetto “politicamente corretto”:
“Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione !.. La normalità è l'eterosessualità.
Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionale che ha vietato termini che fino a pochi anni fa erano nei nostri dizionari: pederasta, invertito, frocio, ricchione, buliccio, femminiello, bardassa, checca, omofilo, uranista, culattone che sono ormai termini da tribunale…
Che piaccia o no, non nasciamo uguali su questa terra e..quindi chi arriva in Italia dovrebbe ringraziare immensamente per la compassione e la generosità... I tratti somatici di Paola Egonu non rappresentano l’italianità”.
“Nelle mie vene una goccia del sangue di Enea, Romolo, Giulio Cesare, Mazzini e Garibaldi...
E infine: "Perché se qualcuno mi aggredisce non posso ammazzarlo... Se un ladro entra in casa “perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani?” “...se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?”.
Può darsi che non la pensiate in questo modo ma anche se in alcuni tratti le frasi sono dure da digerire la realtà è questa.
Il libro "Il mondo al contrario" autoprodotto da Vannacci e vendutissimo su Amazon, è quindi un saggio in cui il generale si scaglia contro la "dittatura delle minoranze", una categoria trasversale e "nefasta" che vede riuniti gay, clandestini, femministe e marxisti.
Il caso Vannacci arroventa il clima politico di fine estate tra chi lo vuole fuori dall'Esercito e chi lo difende ma quanto al contenuto del libro nessun passo indietro, nessun cambio di rotta.
Al contrario Vannacci argomenta le sue tesi. Sui gay spiega: "La definizione di normalità si riferisce alla consuetudine, è un dato statistico, il 97% della popolazione è eterosessuale, quindi essere non eterosessuale li racchiude in una minoranza.
Ma non sono stato offensivo nei confronti di chiunque, ho espresse le mie opinioni, lecite e discutibili, non sono stato discriminatorio però, non ho detto che gli omosessuali devono essere messi in un ghetto.
Le mie opinioni sono discutibili ma non offensive. Sfido chiunque a trovare con gli omosessuali che potrei aver avuto alle dipendenze, degli atteggiamenti offensivi o discriminatori".
La sua linea, ai suoi occhi, è chiara, quasi stupito che in tanti non siano sulla sua stessa lunghezza d’onda: «L’odio è un sentimento, così come l’amore - spiega Penso sia lecito provare odio, disprezzo per qualcuno. Sono libero di provare odio per chi stupra i bambini? Certo che sì, ma facendolo non sto istigando ad un linciaggio».
Tu come la pensi?
Nessun attacco ad personam, dunque, quanto piuttosto nei confronti di azioni che l’ufficiale non valuta come edificanti:
«Sono il primo a dire che ho sempre rifuggito la normalità - spiega - e non per questo mi sento migliore o peggiore di qualcun altro.
Nel mondo degli anormali, che non seguono cioè i canoni della normalità, sono in buona compagnia con tutti i gay e gli omosessuali che ci sono nel pianeta».
«È un disprezzo che viene espresso nei confronti di un’azione - ha detto - Nel mio libro "Il mondo al contrario" non mi sono mai rivolto a delle categorie». Azioni tra le quali, però, nelle 357 pagine del volume, rientrerebbe anche l’omosessualità, definita "non normale".
Nessun passo indietro neanche per quanto riguarda l’invettiva contro la pallavolista azzurra Paola Egonu, definita da Vannacci «non italiana».
«Non vedo perché dovrei scusarmi con Paola Egonu dice - Il colore della pelle di Egonu non la individua immediatamente come italiana, posto che da migliaia di anni lo stereotipo dell’italiano è quello di un individuo bianco. Ma tutto questo non significa essere razzisti».
Davanti alle polemiche, il generale ha risposto: "Sono pronto a confrontarmi sulle mie opinioni e nel campo delle argomentazioni, del merito, non di altri aspetti.
La libertà di opinione è una delle radici della nostra radice libera e occidentale. Giordano Bruno lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente".
Si definisce come l'erede di Giulio Cesare e afferma che nel nostro Paese esiste una dittatura imposta dalle minoranze attraverso "discutibili regole di inclusione e tolleranza".
Questo anche perché in Italia ci sarebbe "un lavaggio del cervello di chi vorrebbe favorire l’eliminazione di ogni differenza compresa quella tra etnie, per non chiamarle razze".
"L'odio è un sentimento, un'emozione che non può essere repressa in un'aula di tribunale. Rivendico a gran voce anche il diritto all'odio e al disprezzo".
Ecco dove leggere il libro: "IL MONDO AL CONTRARIO"
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ChatGPT in cucina: come sfruttare l'AI per trovare nuove ricette
L'Intelligenza Artificiale sta cambiando il modo in cui viviamo e lavoriamo, e ora anche il modo in cui cuciniamo. Con l'aiuto di ChatGPT, un assistente virtuale basato su una tecnologia di linguaggio naturale, è possibile usarla in cucina trovare nuove ricette in una frazione di secondo e creare piatti gourmet unici.
Scopri come utilizzare ChatGPT, l'assistente virtuale basato sull'Intelligenza Artificiale, per trovare nuove ricette e creare piatti gourmet unici in cucina.
ChatGPT può fornire consigli e suggerimenti per migliorare le proprie abilità culinarie e sperimentare con nuovi ingredienti e tecniche di cucina. Utilizzare i prompt su ChatGPT per trovare nuove ricette è un modo divertente e intuitivo per migliorare la propria esperienza culinaria, rendendo la cucina ancora più creativa e appagante.
Come funziona ChatGPT?
ChatGPT è un assistente virtuale che utilizza l'Intelligenza Artificiale per comprendere e generare testo in linguaggio naturale. In pratica, questo significa che ChatGPT può "capire" il significato delle parole e delle frasi che gli vengono sottoposte e generare risposte coerenti in base al contesto. Per utilizzare ChatGPT in cucina, tutto ciò che serve è un dispositivo connesso a Internet, come uno smartphone o un computer, e una connessione stabile. Basta aprire il sito web o l'applicazione di ChatGPT e digitare una richiesta per trovare una ricetta.
Come utilizzare ChatGPT per trovare ricette
Per trovare una ricetta con ChatGPT, basta digitare una richiesta, ad esempio "ricetta pasta al pomodoro" o "ricetta vegan con avocado", e premere invio. ChatGPT cercherà tra le sue fonti online e genererà una lista di ricette pertinenti alla tua richiesta. Ma ChatGPT non si limita solo a generare una lista di ricette standard. Grazie alla sua tecnologia di Intelligenza Artificiale, ChatGPT può anche suggerire varianti personalizzate delle ricette esistenti, in base ai tuoi gusti e alle tue preferenze. Ad esempio, se hai intolleranze alimentari o preferenze specifiche come la cucina piccante o senza glutine, ChatGPT può adattare la ricetta di conseguenza. Inoltre, ChatGPT può anche suggerire abbinamenti tra ingredienti e piatti, e fornire suggerimenti su come preparare e cucinare gli ingredienti. Insomma, ChatGPT può diventare un vero e proprio assistente di cucina virtuale, pronto a rispondere alle tue domande e a fornirti sempre nuove idee per i tuoi pasti.
Vantaggi di utilizzare ChatGPT in cucina
L'utilizzo di ChatGPT in cucina presenta numerosi vantaggi, tra cui: Risparmio di tempo: con ChatGPT, puoi trovare nuove ricette in pochi secondi, senza dover cercare manualmente su internet o sui libri di cucina. Variazione dei piatti: grazie alla vasta gamma di ricette disponibili su ChatGPT, puoi facilmente variare i tuoi pasti e scoprire nuovi sapori e ingredienti. Personalizzazione delle ricette: ChatGPT può adattare le ricette in base ai tuoi gusti e alle tue preferenze alimentari, rendendo i piatti ancora più adatti ai tuoi bisogni. Imparare nuove tecniche di cucina: ChatGPT può fornire suggerimenti e consigli sulla preparazione degli ingredienti e sulla cottura, aiutandoti a migliorare le tue abilità di cucina. Possibilità di cucinare piatti internazionali: grazie alla sua vasta base di dati di ricette, ChatGPT può aiutarti a scoprire piatti della cucina internazionale e a sperimentare nuovi sapori.
Usa i prompt su ChatGPT per trovare nuove ricette
Come ho scritto nei paragrafi precedenti ChatGPT può essere utilizzato anche in cucina, per trovare nuove ricette e creare piatti unici e deliziosi. Ma vediamo come utilizzare i prompt su ChatGPT per trovare nuove ricette e migliorare le nostre abilità culinarie. Che cosa sono i prompt su ChatGPT? I prompt su ChatGPT sono frasi o domande che vengono inserite nell'assistente virtuale per generare una risposta specifica. In cucina, i prompt possono essere utilizzati per trovare nuove ricette, adattarle ai propri gusti e alle proprie preferenze, e scoprire nuovi modi di cucinare gli ingredienti. Ad esempio, alcuni prompt comuni per trovare ricette includono: - "Ricetta per pasta al pomodoro" - "Ricetta vegetariana con zucchine e melanzane" - "Ricetta senza glutine con pollo e verdure" - "Ricetta a base di avocado per un pranzo leggero" Inoltre, i prompt possono essere utilizzati per chiedere suggerimenti su come cucinare o preparare un ingrediente specifico, come ad esempio: - "Come cucinare il pollo alla griglia?" - "Come preparare le zucchine per una ricetta vegetariana?" - "Quali sono i migliori abbinamenti per il pesce spada?" Come utilizzare i prompt su ChatGPT per trovare nuove ricette Per utilizzare i prompt su ChatGPT per trovare nuove ricette, basta aprire l'applicazione o il sito web di ChatGPT e inserire un prompt correlato alla ricetta che si desidera trovare. Ad esempio, se si vuole trovare una ricetta per la pasta al pomodoro, basta digitare "ricetta pasta al pomodoro" e premere invio. Una volta ricevuta la risposta di ChatGPT, si possono visualizzare le varie opzioni di ricette e scegliere quella più adatta alle proprie esigenze. Inoltre, ChatGPT può anche suggerire varianti personalizzate delle ricette esistenti in base ai propri gusti e alle proprie preferenze alimentari. Ad esempio, se si è intolleranti al lattosio, ChatGPT può fornire una versione della ricetta senza latticini. Inoltre, i prompt possono essere utilizzati per chiedere consigli su come preparare e cucinare un ingrediente specifico. Ad esempio, se si vuole cucinare il pesce spada, basta digitare "come cucinare il pesce spada" e ChatGPT fornirà consigli su come preparare e cuocere il pesce. I vantaggi di utilizzare i prompt su ChatGPT per trovare nuove ricette L'utilizzo dei prompt su ChatGPT per trovare nuove ricette presenta numerosi vantaggi, tra cui: - Risparmio di tempo: grazie alla velocità di risposta di ChatGPT, è possibile trovare nuove ricette in pochi secondi. - Variazione dei piatti: grazie alla vasta gamma di ricette disponibili su ChatGPT, è possibile variare i propri pasti e scoprire nuovi sapori e ingredienti. - Personalizzazione delle ricette: ChatGPT può adattare le ricette in base ai propri gusti e alle proprie preferenze alimentari, rendendo i piatti ancora più adatti alle proprie esigenze. - Imparare nuovetecniche di cucina: ChatGPT può fornire consigli e suggerimenti sulla preparazione degli ingredienti e sulla cottura, aiutando a migliorare le proprie abilità culinarie. - Possibilità di cucinare piatti internazionali: grazie alla vasta base di dati di ricette, ChatGPT può aiutare a scoprire piatti della cucina internazionale e sperimentare nuovi sapori. L'utilizzo dei prompt su ChatGPT per trovare nuove ricette è un modo innovativo per scoprire nuovi piatti e sperimentare nuovi sapori in cucina.
Conclusione
ChatGPT è un assistente virtuale che può diventare un prezioso alleato in cucina. Grazie alla sua tecnologia di Intelligenza Artificiale, può aiutarti a trovare nuove ricette, personalizzarle in base ai tuoi gusti e alle tue preferenze, e fornirti consiglie suggerimenti per migliorare le tue abilità di cucina. Utilizzare ChatGPT in cucina può essere un modo divertente e innovativo per scoprire nuovi piatti e sperimentare nuovi sapori, rendendo la cucina ancora più creativa e appagante.
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida su ChatGPT in cucina: come sfruttare l'AI per trovare nuove ricette. Prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluti. Read the full article
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Voi non avete neppure la minima e lontana idea del numero di lecchini che conosco assolutamente maestri dell'arte dell'adulazione: gente che per una ricondivisione sui Social farebbe il peggio, e gente che, all'età che si ritrova, ostenta una sorta di curiosa ridicolaggine che dovrebbe servire più a farsi quattro domande che a mostrarsi per quello che non è! ...Cos'è? Le verità scomode fanno male? #amore #tristezza #love #sentimenti #sad #sadnees #feeling #amare #me #pensieri #frasi #emozioni #goodbye #addio #insta #instalove #autumn #autunno #abbandono #cuoreapezzi #frasiamore #frasitumblr #frasitop #libri #libro (presso Palermo, Italy) https://www.instagram.com/p/Cp_ZMJrolAY/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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🌳LA FORESTA NERA 🏝️ . C’è un’isola nell’oceano in cui le donne non esistono. 😮O meglio le donne esistono, ma vanno in qualche modo cercate. 🕵🏻Capita che giovani maschi eccitati, smarriti e naufraghi arrivano su quella spiaggia. 🧔🏻 . . 📚Capitolo 1️⃣ - Ho la faccia schiacciata sui granelli ruvidi. Il pisəllo inizia ad indurirsi conficcato nella sabbia bagnata. 😳 La pressione del mio corpo al suolo, il sole caldo sulla schiena sgocciolante, il rumore dell’oceano in lontananza mi rilassa. 😌 . . ✅ Disponibile su AMAZON e KINDLE UNLIMITED in formato eBook e cartaceo ~ Link in BIO . .
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15 dicembre 2022
Se il primo esame è stato fuori da ogni logica questo è stato so underwelming. Dopo aver preso le tavole e averle sistemate sui pannelli nel corridoio delle aulette e aver fatto colazione con Daniele che arriva col fuso orario, chi si presenta? La prof di urbanistica! Da quanto tempo bestie! Ci dice faccio revisione al gruppo accanto a noi e poi passa qui. Ci mettiamo subito a recuperare le stampe che non avevamo più uscito dalle buste dopo il disastro mail e iniziamo a ripassare un po’ di info. Quando arriva fa una revisione abbasta scrupolosa di tutto, tra grafica e contenuto, e sostanzialmente ci distrugge. Vuole tavole diverse da come le abbiamo fatte e dato che abbiamo solo una settimana ci dice che tipologia fare e poi se ne va. Il lavoro è tantissimo perché vuole graficizzare su una tavola territoriale delle informazioni che noi abbiamo su dei grafici perché non sono graficizzabili. Ma lei dice che dobbiamo riuscire a fare questo ‘sforzo’ e comunque dobbiamo trovare un modo per passare questo esame e l’unica soluzione è mettere insieme le nostre teste e fare l’impossibile.
Nel frattempo l’esame di disegno consiste nel prof, che entrando di fretta in auletta, ci chiede di consegnarli la tesina che lui esplicitamente detto di non stampare tanto non serviva (l’ultima revisione ha iniziato con noi, poi deve aver cambiato idea quando ha fatto gli altri gruppi e si è scordato di aggiornarci) e noi gli diciamo che la abbiamo comunque pronta da stampare e lui di risponde ok allora consegnatemela prima delle 5. Andiamo di corsa a stampare ed esce piuttosto carina per avere solo una copertina e 0 impaginazione particolare. Mentre torniamo nel campus il prof ci scrive un messaggio dicendo di confermare il voto dal sito e di avvisarlo appena lo abbiamo fatto tutti. Apriamo il sito e ci dice che ci ha messo 30. Torniamo in auletta, avvisiamo Daniele che ormai il cell lo usa solo per giocare e non per leggere messaggi, andiamo a consegnarli la tesina e quasi manco ci dice niente perché lo chiamano per una revisione online e lo lasciamo ai suoi impegni. That’s it. Underwelming.
Facciamo nel pomeriggio un recap delle tavola da fare per urbanistica. Daniele prende il treno delle 5. Io rimango con ile un’altra mezz’ora. Poi me ne torno e per strada riesco a fermarmi alla bancarella coi libri e ci metto giusto una mezz’ora per guardare bene bene ciascun libro. Non ne aveva di granché ma all fine ne prendo due, uno sul concetto di labirinto da vari punti di vista (sembra abbastanza particolare) e uno in francese tascabile da poter con calma, magari d’estate al mare, leggere segnando tutte le traduzione delle parole (perché io mica so il francese ma almeno il senso vago delle frasi dovrei capirlo). Posso ritenermi soddisfatta di questo acquisto impulsivo di ben 2 euro :)
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Ricerche d’identità: Tra memoria storica e realtà conflittuale. Breve postilla sulla poesia di Alberto Mario Moriconi
(Ma cosa sono queste “Ricerche d’identità”? Semplicemente, si tratta di un tentativo, risultante da alcuni libri o testi disparati ma significativi, in riviste e antologie che abbiamo letto in questi anni, sin dagli anni scolastici e giovanili ‒ in alcuni casi aggiornati da letture più recenti ‒, molto illogico, come la struttura semantica delle postille stesse. Organizzate spesso per frammentazione, per frasi “singole”, cioè con gli accapo dopo ogni punto, in quanto sono essenzialmente sensazioni estemporanee, si propongono di individuare – appunto – lineamenti d’identità con cui riconoscere, per grosse linee, al di là delle dottrine e suggerimenti partigiani, alcuni poeti. Nella composizione degli abbinamenti (tre poeti per volta legati dalla stessa identità, secondo noi), facendo comunque attenzione al fatto di evitare di coinvolgere il lettore nel vortice della confusione, non si è tenuto conto della diversità di stile, di generazioni, di formazione o di notorietà tra gli autori dello stesso gruppo. Ciò che andiamo dicendo ‒ occupandoci anche di quei poeti che hanno prodotto o producono poesie a margine delle loro principali attività di critici, di narratori o di artisti, per cui sono conosciuti ‒, a volte in poche righe e non sempre con un giudizio favorevole, con semplicità e sovente ricorrendo al sostegno di citazioni e lacerti di alcuni critici, creando tra i due concetti ‒ quello nostro e quello del critico citato ‒ un filo logico, un principio di compattezza, un sentimento comune ‒ ma anche una dialettica costruttiva ‒, vuol essere un piccolo orientamento non scientifico sul corpus poetico di alcuni autori, lasciando al lettore, attraverso l’approccio con i testi che chiudono le varie postille, ogni giudizio finale). * * * La prima volta che feci la conoscenza letteraria con questo poeta fu alle scuole superiori: in una delle antologie letteraria che ci facevano studiare, c’erano alcune sue poesie. Quando ne parlai con Moriconi di questo “incontro”, notai in lui una certa soddisfazione che più tardi esternò nella dedica sulla prima pagina di Decreto sui duelli («a Giorgio che mi dovette studiare a scuola e non mi odiò». Luglio 2002), che mi fece recapitare – come vedremo più avanti – tramite Carlo Di Lieto. Già intravedevo la sua verve ironica. Ho un ricordo indelebile di Moriconi, soprattutto attraverso le nostre conversazioni telefoniche (ci siamo incontrati di persona poche volte, in qualche serata dedicata alla poesia. Egli arrivava sempre per ultimo, come le grandi star; d’altronde era il decano dei poeti napoletani, quindi come tale veniva accolto dalla platea, con molto rispetto). Mi diceva che io potevo essere, dopo la sua morte, la persona adatta per divulgare la sua arte: «Sai, potresti incominciare a parlare del bestiario presente nelle mie poesie. Quindi ti farò avere tutte le mie pubblicazioni». Insomma una specie di ornitologo letterario. Un giorno mi vidi recapitare a casa da Carlo Di Lieto ciò che mi aveva promesso. Ce n’era di che occuparsi in fatto di bestiario! Per es. nella Canzone per la liana del Mato Grosso, che apre Un carico di mercurio (Laterza, 1975), facciamo la conoscenza di animali dal nome in portoghese: il caititu, una varietà di cinghiale; la jibóia, il serpente boa; il jacaré, l’alligatore: il campeiro, il capriolo della prateria; il veado mateiro, piccolo cervo di foresta ( il caititu grugna / la jibóa strizza / il jacaré / sgrigna / solca il cerrado lustre / aspre foglie il tenero / corno del veado…). Ma per vari motivi dovetti abbandonare l’aspirazione di Moriconi: niente bestiario, almeno per ora. Riuscii solo a buttare giù un breve scritto che rimase inedito e che ora fa parte di questa breve postilla. Continuando a sfogliare questo volume, leggiamo una poesia dal titolo Ippopotamo (Poi so d’un ippopotamo che / un impala, nel bere, addentato / da un coccodrillo ritrasse / a riva / – fugò lo scaglioso / orrore, la ratta arzilla / maciulla…; dove l’impala è un’antilope, p. 33) che certifica la partecipazione alla realtà da parte di Moriconi. Per chi non lo conoscesse, Alberto Mario Moriconi era nato a Terni nel 1920, ma sin dall’infanzia visse a Napoli, dove è morto nel 2010. Svolse attività di penalista, poi docente di letteratura drammatica all’Accademia di Belle Arti e collaboratore letterario di quotidiani e riviste. Per «Il Mattino» di Napoli ha tenuto rubriche culturali, anche con lo pseudonimo di Morick. Fu soprattutto un poeta (pubblicò Vortici rupi mammole, Gastaldi, 1952; Trittico fraterno, Ceschina, 1955; Anno Mille, Rebellato, 1958); Le torri mobili, Guanda, 1963; La ballata del guano, Ed. Uomini e Idee, 1996; poi in Dibattito su amore, Laterza, 1969; Un carico di mercurio, id., 1975; Decreto sui duelli, id., 1982; Il dente di Wels, Pironti, 1995; Io, Rapagnetta Gabriel e altre sorti, id., 1999), ma pubblicò anche un volume in prosa: Un autocommento (discreto), Liguori, 2003). «Poesia esplosiva, che attrae il lettore, lo avvince per la piacevolezza e la scorrevolezza della lettura, la ricchezza delle immagini, la musicalità del linguaggio ma non si creda che la poesia di Moriconi si esaurisca in questa giocosità. Al “fondo” di tutto c’è una grande amarezza, il senso della tragedia, della solitudine dell’uomo» (S. Grasso, rec. a Dibattito su amore, in «La Tribuna del Mezzogiorno», 27 gennaio 1970). Aggiungiamo poesia innovatrice del linguaggio lungo un intenso impegno di denuncia, di cronachismo lirico ma moderno, di citazioni anche dotte, plurilinguismo, allusioni, che interroga da un punto di vista anche di metafisica autocritica e demistificata; il grottesco che diventa anarchico tra tragedie e diversità, relazioni umane, accadimenti per accumulo di materiale verbale; sarcasmo pronto a farsi guidare da uno stile sperimentale da un estremo all’altro del discorso frammentario, «ora allusivo e sfumato, ora gergale e corposo, nell’imprevedibilità di modi sempre geniali, per il sapore, i toni, i richiami, i ritmi. Il lessico stesso è carico di intensità poetica, perciò è provocatorio» (C. Di Biase, in «Corriere di Napoli», 28 settembre 1974). In Moriconi le assonanze (senza dimenticare la parodia, l’allegoria, l’ironia, le rime interne, epiteti s’impastano con un’affascinante dissacralità che spesso strappa una risata tra tradizione e modernità, personaggi storici e contemporanei per un nuovo genere letterario tutto suo (come ebbe a dire Raffaele La Capria) che ‒ secondo Elio Gioanola ‒ «sfugge a ogni possibilità di inquadramento nel panorama della poesia novecentesca», o come aggiunge Claudio Toscani, «il poeta più originale del nostro Novecento» (queste due espressioni sono tratte dalla descrizione riportata al volume La trilogia tragicomica. Dibattito su amore Un carico di mercurio Decreto sui duelli, a cura di Armando Maglione, sul sito del compianto editore Tullio Pironti). Dai personaggi del reale e della nostra storia moderna e antica, spesso conflittuali con la realtà in cui sono calati (citando alla rinfusa: la madre di Balzac, i lebbrosi, i filantropi inventori, l’aeronauta Arban, i sensitivi, i nomadi, etc.; Cesare, Garibaldi, Catone e i due Scipioni, mister Brown , Vivaldi, Campanella, Marc’Aurelio, etc.), discerne la poesia di Alberto Mario Moriconi: sono personaggi storici “rivisitati”, a suo modo, e presentati come personaggi “nuovi”, ovvero nelle forme e rivoli sconosciuti, dove in primis campeggia la psicologia. Tra memoria storica e realtà conflittuale, facciamo, quindi, la scoperta di un Belli a double face (ci riferiamo al testo Gioacchino Belli e i ribelli, inserito in Decreto sui duelli, opera moriconiana che chiude la trilogia pubblicata da Laterza, e che prendiamo come riferimento, unitamente a Io, Rapagnetta Gabriel e altre sorti, per questo nostro breve excursus sulla poesia di Moriconi). Dal ribelle e mangiapapi che era, si ritrova un giorno “ammaestrato” e devoto al potere: «Questo, il Luogotenente, ed il possente / Belli... / Be’... / s’aggrovijò sotto la sottana / de quarche panzanera de curato / quann’arrivò quer macero spretato / che seppe accenne troppa de mattana, / quer cacchio rosso de Mazzini, e vola / la bona pace der, sì, zozzo, ovile, / ma sempre pace, sagramento! E frana / er vecchio monno? Ah sor fischietto, a scola! / ah sor Mazzì, a ’sto monno senz’er titolo / o de Papa o de Re o d’Imperatore / che Cristo ce po’ avé voce in capitolo? / Annate a fa’ la cacca a la sediola: / io ce manno mi’ fijo: l’ho ammojato / pe’ dispenzallo da guardia civile» (A. M. Moriconi, Gioacchino Belli e i ribelli (II), da Decreto sui duelli, op. cit., p. 29). Il serio e il giocoso, il tragico e il comico, si combinano in una sorta di commistione carica di corpus narrativo-epigrammatico, al limite dell’esopico e dell’epico, quasi escatologico, nel senso di mito terreno più che di sorte del singolo individuo dopo la morte, benché qui pure è interessata in qualche modo: «solo chi non è amato / muore senza dolore: / il solo desolato / ch’ora si aspetta amore. / / invidio il desolato / che senza un cane muore / accanto, / e sorride un compianto / al mio schianto d’amore / sognando amore, vita, / all’uscita da questa / sua vita camposanto» (Id., L’eterna rima in ore (il distacco), da Io, Rapagnetta Gabriel e altre sorti, op. cit., p. 57). Dicevamo all’inizio della conflittualità esistente tra i personaggi della poesia di Moriconi che sperimenta un diverso modo di fare ricerca poetica (ironica e materialmente giocosa, sperimentale, attuale, con il ricorso di una metrica che si avvale anche della tradizione duecentesca), conflittualità sfaccettata e densa di un plurilinguismo di lingue vive e morte (e il francese, lo spagnolo, l'inglese, il portoghese, etc.) frammiste ai gerghi dialettali, spregiudicato e originale, che innesta una contraddizione di fondo, leopardiana: “sregolare” la tradizione e “rivendicare” gli elementi esclusi dalla natura, dalla vita quotidiana. E il piacere che ne trae dalla contaminatio è indefinito; più forte è la capacità di sovvertire le apparenze o gli errori della storia-natura, tanto più piacevole è affidarsi ai contrari, all’intreccio dell’investigazione. La poesia di Moriconi si alimenta di drammaticità attraverso la citazione di eventi e personaggi di tutti i luoghi e di tutte le epoche: si tratta di un duplice dramma, colpa di una realtà in contrasto con il poeta e viceversa. Allora, per ridimensionare una realtà così nefasta e avvilente, il poeta usa le armi dell’ironia e dell’allegoria, non per una poesia stralunata alla Sereni – per intenderci –, ma per preservare proprio quel dramma umano, quella inquietudine che è alla base del fare creativo: altrimenti, sarebbe robetta la poesia. L’ironia, dunque, è il piacere dell’impossibile che diventa possibile, sembra dirci Moriconi, tra percezione dei sensi e l’abisso, tra il dire e il non dire. Il gioco dei paradossi, invece, è continua formazione e deformazione della realtà, curioso di possibilità in divenire, con tutti i rischi che ciò comporta, contro cui il poeta schiera il proprio linguaggio alla ricerca delle differenze, delle similitudini tra le parole, quel ruolo primario dell’uomo, le libertà nella catena di montaggio della vita. Il linguaggio è frazionato, frammentato tra pathos e comicità, tra tensione e inquietudine, senza cui la poesia non avrebbe senso di esistere: Pesce rondine S’io fossi turchino e più corto sarei quel pesce rondine (celo due, forse, aluzze vertiginose), del pari attratto da coste umane, e da oscuri venti interni distratto, ritratto. Né è più l’età per la mia sete d’alto mare. Balzo a tre o quattro metri sul viscido pelo e per cento metri anch’io volo: e il goffo rituffo, in vista d’un molo calcinato, in un liquido letame. Non ho né squame né ali turchine, son tozzo non corto, pesce gregario sì, e solo, nel fondo del tossico porto di Napoli. (da Decreto sui duelli, op. cit., pp. 98-99) Read the full article
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Ferzan Ozpetek
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