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"Memorie d’acqua e fango" - Mostra documentaria a 30 anni dall’alluvione del Tanaro. L’Archivio di Stato di Alessandria commemora il tragico evento del 1994 con una mostra di documenti e fotografie
Nel novembre del 1994, il Piemonte e la città di Alessandria furono colpiti da una delle peggiori alluvioni della loro storia recente, causata dalla piena del fiume Tanaro.
Nel novembre del 1994, il Piemonte e la città di Alessandria furono colpiti da una delle peggiori alluvioni della loro storia recente, causata dalla piena del fiume Tanaro. A trent’anni di distanza, l’Archivio di Stato di Alessandria rende omaggio a questo tragico evento con una mostra intitolata “Memorie d’acqua e fango: l’alluvione del Tanaro 30 anni dopo”, un’esposizione che ripercorre quei…
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Le conchiglie
Hugh e Marguerite Stix e R.Tucker Abbott
Fotografie di H.Landshoff
Garzanti, Milano 1969, 197 pagine, 29,5x27,5
euro 25,00
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Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, nasce dal mare e da una conchiglia. È un mito che in versioni diverse compare in varie civiltà e testimonia il fascino che queste mirabili creature marine hanno sempre esercitato sull’uomo. Nelle tombe preistoriche troviamo conchiglie a profusione, talora riprodotte in metallo, in legno, in pietra. Nelle culture arcaiche le conchiglie furono usate come utensili, ornamenti, monete, persino come strumenti a fiato. Al loro potente simbolismo si riallacciarono non solo i riti magici primitivi ma anche le religioni di grandi civiltà storiche. Rilevante fu l’influenza sulle attività artistiche delle infinite forme delle conchiglie, imitate e riprodotte in ogni epoca e in ogni parte del mondo in opere architettoniche, sculture, dipinti, gioielli. In questo libro, che è il risultato delle ricerche di due appassionati collezionisti, Marguerite e Hugh Stix, e della collaborazione di un illustre malacologo, il professor R. Tucker Abbott, le conchiglie sono presentate nella loro gamma infinita di strutture, linee, lucentezze, trasparenze, luminescenze, lasciando che parlino da sé attraverso le stupende immagini di un fotografo artista: H. Landshoff. Il capitolo introduttivo illustra il significato che le conchiglie hanno assunto nei miti, nelle religioni, nelle arti, nella storia delle varie civiltà, e narra la storia affascinante del collezionismo lungo i secoli. I commenti alle singole tavole descrivono con rigore scientifico le caratteristiche d’ogni esemplare riprodotto. Un libro di grande interesse per lo specialista, per l’appassionato, per il semplice curioso.
11/08/24
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Sartoria Italiana
Uno sguardo nel mondo dei grandi sarti italiani
Yoshimi Hasegawa
Fotografie di Luke Carby
Skira, Milano 2018, 209 pagine
euro 42,00
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L’alta sartoria italiana e i suoi maggiori protagonisti: un viaggio nella storia di un’eccellenza italiana.L’alta sartoria è una tradizione d’eccellenza del nostro paese. Gli abiti, soprattutto quelli di sartoria maschile, sono infatti vere e proprie opere d’arte, che celano in sé i segreti e la storia della città in cui sono prodotti e sono il risultato di una lunga tradizione sartoriale fatta di eleganza e gusto, dove anche il minimo dettaglio è eseguito con la massima cura e attenzione. Gli abiti e le scarpe realizzati su misura comportano infatti la minuziosa esecuzione delle misurazioni sul cliente e la trasformazione di quelle misure in un capo perfetto, grazie alla sapiente manualità dei sarti e alla raffinatezza delle stoffe. Un lavoro lungo e di grande maestria per uno stile unico che si riconosce al primo sguardo. Introdotto dal capitolo dedicato a Vitale Barberis Canonico (la celebre azienda del Made in Italy che produce tessuti dal 1663) e suddiviso in quattro sezioni (Italia settentrionale, Italia centrale, Italia meridionale Napoli e Italia meridionale Bari e Palermo), il libro presenta 27 sartorie storiche in Italia e i loro maggiori protagonisti (da Donnadio a Musella Dembech, da Liverano&Liverano a Rubinacci e Attolini, da A. Caraceni a Ciardi e Pirozzi) in una guida completa attraverso l’Italia, da nord a sud, alla scoperta dell’alta sartoria e dei sarti che hanno plasmato lo stile italiano conosciuto in tutto il mondo. Giornalista freelance, Yoshimi Hasegawa è rimasta stregata dal fascino della cultura europea, in particolare quella britannica, di cui scrive abitualmente.
14/01/23
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#Sartoria Italiana#alta sartoria#sartoria maschile#Canonico tessuti#Yoshimi Hasegawa#Luke Carby#Caraceni#Donnadio#Liverano#Rubinacci e Attolini#Ciardi#Pirozzi#fashion books#fashionbooksmilano
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La seconda serie del film “Sarte Avventura” il camper che porta le protagoniste a scoprire nuove conoscenze artigianali di sartoria.
La moda diviene inclusiva, solidale e attenta all’ambiente: è questo l’importante messaggio lanciato dal Fashion Break Rules svoltosi alle storiche Scuderie Estensi di Tivoli
La moda ha sempre giocato un ruolo cruciale nella società, riflettendo cambiamenti culturali, economici, sociali e tecnologici. Per questa ragione è importante, in questo settore, stupire, come fecero ad esempio Twiggy e Mary Quant, che resero la moda un simbolo di libertà e ribellione, ma è fondamentale anche studiare ed essere consapevoli del meraviglioso e ricchissimo passato. Oggi, la moda è cambiata, è più inclusiva e sostenibile, con una maggiore attenzione alle diversità e all’ambiente. Gli stilisti di oggi non solo creano capi innovativi, ma promuovono anche valori fondamentali come l’etica e la sostenibilità. Ricalcando proprio queste linee concettuali, le sfilate, che si sono svolte alle Scuderie Estensi di Tivoli il 30 giugno scorso, hanno portato in passerella abiti, second hand e modelle con disabilità.
L’evento Fashion Break Rules, giunto alla sua 2° edizione, è stato magistralmente condotto dalla giornalista ERIKA GOTTARDI ed è stato ideato e organizzato dalle Associazioni MTM EVENTS di Massimo Meschino e STARS FOR PEACE IN THE WORLD di Maria Berardi con il sostegno della 3B Production Film, il giornale Impronte, il contributo di Think Tank Lab, e dei partner Itop Officine Ortopediche, l’Accademia l’Arte nel cuore, l’allevamento di cani Le ali di Pegaso, il Pegaso Western Show. Il tutto con il patrocinio del Comune di Tivoli, nella persona del sindaco MARCO INNOCENZI e della consigliera avv. CLIZIA LAURI.
La modella / attrice Giulia Ruggeri madrina dell’evento Ventotene fashion week by Elena Rodica Rotaru non poteva mancare alla più grande sfilata di moda dove ha indossato un abito da sposa della protagonista del film “Sarte Avventura” Carla Ruggieri sposata 30 anni fa a Cottanello in Sabina .
l'apertura della sfilata è stata con le creazioni della stilista internazionale Elena Rodica Rotaru e delle avventurose sarte, tutte protagoniste del film. La piccola Angela Maria Popa che ha indossato l'abito da sposa della madre di Carla Ruggieri sposata 68 anni fa .. già modificato dopo qualche anno per la comunione della prima e della seconda figlia insieme al fratello attore/modello Gabriele Popa. La sfilata ha continuato ad fare vedere le creazioni artigianali di Elena Rodica Rotaru ma il finale è stato molto emozionante sul palco scenico tutte le modelle e le protagoniste del film Sarte Avventura : Elena Rodica Rotaru,Carla Ruggeri,Ardeleanu Constanta ( mamma di Elena ) Rodica Panatau insieme alla loro “Miss Curvy Sabina” Vittorina D’ignazio hanno cantato la canzone che Elena ama tanto “Felicità di Albano e Romina “
Massimo Meschino e Maria Nanette sono gli organizzatori e già dalla seconda edizione, hanno dato maggiore fiducia alle sarte, premiandole con targhe premio.
Ringraziamenti va a tutti coloro che hanno collaborato: Massimo Meschino , Maria Nanette, Camelia Birlan ( assistente fashion by Elena Rodica Rotaru )
Marilena Bãcanu hairstyle
Manolo Ruggieri e Mario Buonanno fotografi ufficiale dell’evento , Jano Di Gennaro attore/ cantante,
PandatariaFilm: Salvatore Braca, Andrea Quero, Andrea Fenu e Lisa Laronzi.
Qui è il film documentario Sarteavventura realizzato dalla produzione Pandatariafilm di Salvatore Braca (già in onda prima parte su Rai 3 Geo .
Articolo di @elenarodicarotaru-blog @likarotarublogger
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Silvia Rosi
Silvia Rosi esplora lo spazio della memoria e della rappresentazione di sé, attraverso l’utilizzo di fotografia e video.
Nella sua pratica riflette sulla costruzione dell’identità con l’intento di creare una nuova realtà.
Partendo dall’archivio fotografico familiare e attingendo alle origini e all’eredità culturale, ripercorre la sua storia personale rappresentata attraverso autoritratti in cui interpreta i suoi genitori raccontando la loro esperienza di migrazione dal Togo all’Italia.
Il suo lavoro è stato pubblicato, tra gli altri, da Foam e British Journal of Photography e selezionato per diverse residenze in giro per il mondo.
Premiata con il Jerwood/Photoworks Awards e inclusa nel progetto del British Journal of Photography, Portrait of Britain, ha vinto il Premio Vic Odden della Royal Photographic Society ed è stata tra le persone finaliste del MAXXI Bulgari Prize.
Ha partecipato a numerose mostre in contesti internazionali tra cui spiccano la National Portrait Gallery, il Brooklyn Museum e il LACMA di Los Angeles.
Con l’autoritratto affronta, da una prospettiva personale, ciò che diventa un racconto collettivo, carico di messaggi che sfociano in un più ampio discorso politico.
Nata a Scandiano, Reggio Emilia, nel 1992, vive e lavora tra Lomé e Londra, città in cui si è laureata in fotografia al London College of Communication della University of the Arts nel 2016.
Sin dai primi lavori è emersa la centralità della sua storia di italiana afro-discendente.
In Election Box, realizzato nei primi anni della sua formazione, l’esperienza di scrutatrice di seggio durante le elezioni è diventata uno spunto giocoso di riflessione sulla ‘sparizione’ delle persone nella cabina elettorale, ma anche sulla sua presenza in un luogo interdetto a chi non ha la cittadinanza italiana.
In Encounter è sempre il suo corpo al centro di un’indagine fotografica che attinge da motivazioni storiche e antropologiche: partendo dall’evoluzione della fotografia vittoriana, e in particolare dalla tradizione del ritratto in studio dell’Africa occidentale, ha ragionato sui processi di auto-rappresentazione che attribuiscono agli oggetti di scena un ruolo fondamentale nel costruire l’immagine e la storia della persona ritratta. Ha incluso elementi che rimandano a episodi di vita reali, come la presenza dei pomodori nel ritratto paterno che allude allo sfruttamento nei campi delle persone migranti in Italia, di cui egli stesso ha fatto esperienza.
I membri della sua famiglia, padre e madre, sono impersonati dall’artista stessa, che si cala in un ipotetico album di famiglia per raccontare il proprio vissuto attraverso quello dei suoi genitori.
La necessità di focalizzarsi sulle dinamiche della famiglia, attingendo al proprio passato ma anche attraverso altri tipi di archivi che è andata a ricercare in Togo, è inserita in una più ampia riflessione sui processi di immigrazione, sui retaggi coloniali e sulla perdita di alcune tradizioni nel passaggio tra contesti diversi.
L’esercizio della memoria è la sua pratica per riagganciare radici perdute e lavorare sulle conseguenze della diaspora africana.
In Protektorat riporta alla luce documenti del periodo coloniale tedesco in Togo, evidenziando la lotta per l’egemonia della lingua tra colonizzatori nelle colonie africane.
Per il Festival di Fotografia Europea, nel 2024, ha presentato la sua prima mostra personale italiana, dal titolo Disintegrata. Per questo lavoro ha raccolto centinaia di fotografie ordinarie, scatti di album di famiglia che raccontano la quotidianità di persone giunte dall’Africa prima del Duemila, in contesti diversi.
Per questo progetto, in una prolifica operazione di community building, Silvia Rosi ha attivato una rete italiana di persone afro-discendenti per formare un archivio familiare delle diaspore.
Le foto svolgono complesse funzioni sociali e diventano strumenti per affermare o indagare identità personale, appartenenza familiare, identificazione di genere, status di classe, affinità nazionale o appartenenza a una comunità.
La sua pratica artistica si muove nella relazione tra dimensione privata e pubblica della fotografia, tra immagine trovata e quella realizzata in studio, giocando sugli slittamenti di lettura e di significato generati dai diversi contesti di fruizione.
In un percorso che si snoda dall’album di famiglia al paesaggio abitato da corpi neri, esplora, restituisce e mette in scena, con umorismo, la nuova italianità fatta di differenze e sfumature, tutte importanti e degne di nota.
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Bari: presentato un modello innovativo di valorizzazione del patrimonio culturale
Bari: presentato un modello innovativo di valorizzazione del patrimonio culturale. È stato presentato nella sala giunta di Palazzo di Città, alla presenza dell'assessora comunale alle Culture e al Turismo, il progetto iBari, realizzato da un consorzio di imprese composto dalla capofila THESIS S.r.l., dalla spin off dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro D.A.BI.MUS. S.r.l. e da Quorum Italia S.r.l., con il supporto scientifico dal Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica di UNIBA, in riscontro al fabbisogno di modelli innovativi di valorizzazione culturale e turistica del patrimonio culturale della città di Bari, manifestato dal Comune di Bari nell'ambito del bando regionale Innolabs a valere su fondi FESR. A illustrare il progetto il prof. Nicola Barbuti, legale rappresentante della D.A.BI.MUS. S.r.l., che ha spiegato come obiettivo dell'iniziativa sia quello di valorizzare il patrimonio culturale della città non solo dal punto di vista emozionale, ma anche dal punto di vista informativo, educativo e conoscitivo. A tal fine, è stato elaborato un modello innovativo di creatività digitale in grado di restituire all'esperienza della comunità monumenti e luoghi culturalmente simbolo della città, rigenerati nelle loro architetture originali in dimensione digitale. Quali evidenze particolarmente significative della storia recente, sono stati presi in considerazione due monumenti non convenzionalmente valorizzati nella loro dimensione di beni culturali: il Teatro Petruzzelli, costruito nei primissimi anni del '900 e da oltre un secolo uno dei teatri più prestigiosi al mondo, rigenerato in una suggestiva ed emozionante realtà immersiva fin nei minimi dettagli architettonici così come si presentava al momento dell'inaugurazione nei primi anni del Novecento; l'ex Mercato del pesce in piazza del Ferrarese, edificato ai margini della città vecchia nella tarda seconda metà dell'800, rigenerato nelle tre principali fasi del suo ciclo di vita in un'innovativa realtà mista fruibile on site e in movimento tramite un app scaricabile su dispositivi mobili. Le due esperienze sono state realizzate con grande accuratezza utilizzando fonti storiche originali: planimetrie, fotografie, cartoline, libri, documenti, incisioni, locandine e altri reperti, che sono state digitalizzati presso i laboratori delle imprese per creare le soluzioni interattive. Il Petruzzelli è stato ricostruito in realtà virtuale immersiva fruibile tramite visore a puntamento oculare e offre all'utente un'interazione che genera un impatto di notevole suggestione emozionale, in quanto si possono apprezzare pienamente i pregi architettonici e artistici del monumento, distrutti dall'incendio del 1991, quali gli affreschi della cupola, i tendoni dei sipari di apertura e di intervallo, gli ornamenti in legno e foglia oro che arredavano i palchi, in un gioco di luci e colori perfettamente ricostruiti per restituire le intense sensazioni emotive vissute dagli spettatori oltre cento anni fa entrando nel teatro per la prima volta. Negli ambienti è possibile integrare layer aggiuntivi con cui l'utente può interagire. Questa soluzione, che sarà disponibile al pubblico nelle prossime settimane, necessita di un punto di accesso dotato di hardware. L'app sviluppata per l'ex Mercato del pesce, disponibile sugli store digitali, offre agli utenti la possibilità di interagire con l'immobile nelle tre principali e diverse fasi edilizie che l'hanno profondamente modificato tra la fine dell'800 e i primi anni del '900, ricostruite in una dimensione digitale vivibile on site in prossimità dell'edificio e popolata da personaggi caratteristici integrati con tecnica particle system, alcuni dei quali animati tramite soluzioni audio-video che contengono narrazioni in vernacolo barese. "Siamo di fronte a due esperienze che non hanno semplicemente un valore in chiave turistica, ma anche "educational" - ha spiegato Nicola Barbuti -, in quanto i monumenti ricostruiti sono di fatto accessi tramite cui turisti e cittadini hanno la possibilità di entrare in contatto e conoscere le identità che definiscono la storia della nostra città, anche negli aspetti culturali altrimenti intangibili. Entrambe le installazioni sono incrementali e possono perciò essere ulteriormente popolate di contenuti anche attraverso il contributo partecipativo degli utenti e su richiesta di soggetti terzi. Ringraziamo il Comune di Bari per averci dato questa possibilità e aver contribuito alla realizzazione del progetto. Siamo convinti che i modelli di rigenerazione digitale creati possono diventare i nuclei primigeni di ecosistemi in cui attivare nuovi approcci di accesso alla conoscenza, che siano scalabili su diverse tipologie di contesti e di beni. In prospettiva, questo approccio potrà rappresentare un promettente avvio di strategie innovative di valorizzazione e conoscenza del patrimonio culturale locale e regionale, in grado di offrire agli utenti accessi e interazioni prima impensabili".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Architetture Inabitabili alla Centrale Montemartini di Roma
Dal 24 gennaio al 5 maggio la Centrale Montemartini di Roma ospita la mostra Architetture Inabitabili, a cura di Chiara Sbarigia con Dario Dalla Lana. L’esposizione riunisce video, pagine inedite di apprezzati autori italiani che hanno scritto per l’occasione e 150 fotografie storiche e di artisti contemporanei come Gianni Berengo Gardin, Guido Guidi, Marzia Migliora, Mark Power,…
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Una mostra su Maria Callas a Milano
Per il centenario dalla nascita di Maria Callas, che cade il 2 dicembre, Intesa Sanpaolo fino al 18 febbraio 2024, presso le Gallerie d’Italia di Milano, presenta la mostra Maria Callas. Ritratti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo a cura di Aldo Grasso. La mostra, patrocinata dal Comune di Milano, è la prima iniziativa di Callas100, il palinsesto di iniziative organizzate nei mesi di novembre e dicembre dal Comune di Milano in collaborazione con Teatro alla Scala, Gallerie d’Italia e Piccolo Teatro di Milano per rendere omaggio alla celebre artista. Le Gallerie d’Italia di Piazza Scala si uniscono alle istituzioni milanesi nel ricordare la cantante lirica più ammirata al mondo, legata alla storia della città e del suo grande teatro d’opera. Le immagini in mostra restituiscono l’eccezionalità e il fascino di Maria Callas e provengono dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, un patrimonio di memoria collettiva che arricchisce la conoscenza delle vicende storiche del Novecento Infatti c’è una selezione di 91 immagini dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo che coprono l’arco cronologico dal 1954 al 1970, molte delle quali inedite o mai esposte, che ritrae la Callas nella quotidianità del fuori scena. Nonostante questa peculiarità, la mostra si apre e si chiude con due fotografie che ritraggono la grande artista all’interno del Teatro alla Scala: la prima, del 1° dicembre 1954, la ritrae insieme ai tre grandi direttori d’orchestra Arturo Toscanini, Victor De Sabata e Antonino Votto dopo una delle prove del La Vestale, mentre l’ultima è del 7 dicembre 1970 e rappresenta il suo ritorno alla Scala, come spettatrice, accanto a Wally Toscanini. L’Archivio Publifoto conserva oltre 1500 fotografie di Maria Callas che ritraggono la soprano in occasioni pubbliche e private, in un arco cronologico che segue gli anni più significativi della sua carriera, nei suoi passaggi a Milano, come parte di una straordinaria fonte storica e iconografica in grado di restituire dettagli importanti per ricostruire il mito di una donna che ha segnato un’epoca. Maria Callas fu la prima cantante lirica a godere di una grande esposizione mediatica e il racconto giornalistico sulla grande artista si affianca a quello della donna dalla vita intensa, soprattutto in campo sentimentale, rendendola una delle protagoniste della cronaca degli anni Cinquanta e Sessanta. I fotografi la seguivano ovunque, in particolare fuori dalla scena: per strada, al ristorante, in aeroporto o sul megayacht di Onassis, nell’atelier di Biki, nella sua casa milanese e in tribunale, ma anche sugi uomini che condizionarono la sua vita, il marito, l’industriale Giovanni Battista Meneghini, e Aristotele Onassis, oltre alle amiche e amici di una vita: Antonio Ghiringhelli, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Franco Zeffirelli, e Pier Paolo Pasolini con cui girò il film Medea. Questa mostra si inserisce nell’ambito delle iniziative di valorizzazione dell’Archivio Publifoto, costituito da oltre 7 milioni di fotografie dell’Agenzia fondata da Vincenzo Carrese nel 1937, la più importante agenzia fotogiornalistica privata nata in Italia negli anni ’30. L’Archivio è stato acquistato da Intesa Sanpaolo nel 2015 e il museo di Milano, insieme a quelli di Napoli, Torino e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca. Read the full article
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In una giornata assurdamente segnata da eventi bellici, il rinomato giornalista, fotoreporter e inviato Maurizio Piccirilli ha presentato la nuova edizione ampliata del suo libro "Carabinieri Kaputt!" a Spazio5, accompagnato nel racconto da Francesca Ripanti. L'opera di Piccirilli, inizialmente pubblicata nel 2019, getta luce su un episodio poco noto ma di estrema rilevanza storica: la deportazione in massa dei carabinieri di stanza a Roma dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Il libro di Piccirilli, noto per la sua dedizione al giornalismo investigativo, rivela questa storia straordinaria grazie alle testimonianze di sopravvissuti ancora viventi, offrendo al mondo una cronaca avvincente e toccante di un capitolo oscuro della storia italiana. In "Carabinieri Kaputt!", Piccirilli svela come una settimana prima del tragico rastrellamento degli ebrei di Roma, il generale Rodolfo Graziani, ministro della Guerra della Repubblica Sociale Italiana, abbia dato l'ordine ai carabinieri di rimanere confinati nelle caserme e di consegnare le armi. Il 7 ottobre 1943, duemila di questi coraggiosi uomini sarebbero stati fatti prigionieri dalle SS tedesche e deportati nei campi di concentramento in Germania, Austria, Polonia e Cecoslovacchia. Un telegramma della Gestapo, indirizzato al colonnello Herbert Kappler, capo delle SS a Roma, rivela che i carabinieri sarebbero stati considerati un ostacolo al rastrellamento degli ebrei. Una parte significativa del libro è dedicata alle mogli dei carabinieri, donne coraggiose che, nonostante il pericolo, hanno svolto un ruolo fondamentale nella Resistenza a Roma. La storia di queste donne, a lungo dimenticata, viene riportata alla luce dall'autore, che racconta le loro vite, i loro sacrifici e il loro eroismo. Nonostante gli arresti, le vessazioni e le torture subite dai nazisti, queste donne non hanno mai perso la loro determinazione. "Carabinieri Kaputt!" è un'opera curata anche dal punto di vista documentale. Piccirilli ha incluso documenti ufficiali, fotografie storiche e telegrammi che testimoniano la veridicità degli eventi narrati. Questi elementi forniscono ai lettori una connessione tangibile con la storia, rendendo questo testo non solo un resoconto storico, ma anche una testimonianza viscerale degli orrori della guerra e della forza dell'umanità. In appendice, il libro contiene l'elenco dei novanta carabinieri detenuti nel campo di concentramento di Rosenheim, un tributo commovente alla memoria di quegli uomini coraggiosi che hanno sacrificato tutto per il loro paese. In un momento in cui la storia e la memoria sono più importanti che mai, "Carabinieri Kaputt!" di Maurizio Piccirilli è un'opera imprescindibile. Questo libro, pubblicato dalle edizioni All Around, fa luce su una pagina oscura della storia italiana e celebra il coraggio e la resilienza di coloro che hanno lottato per la libertà in tempi difficili. È un tributo doveroso a quegli uomini e donne che non hanno mai smesso di credere nei valori dell'umanità, anche nelle circostanze più avverse.
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La storia in rete: esplorando il passato nell'era digitale
Il fenomeno della "Storia in Rete" testimonia come internet ha cambiato il nostro rapporto con il patrimonio storico e culturale. Nell'era digitale in cui viviamo, la storia si è evoluta e si è spostata anche sul mondo virtuale della rete. Internet ha trasformato il modo in cui accediamo, condividiamo e apprendiamo la storia, rendendo il passato più accessibile e interattivo che mai. La storia in rete: una biblioteca globale di conoscenza Internet ha trasformato il modo in cui accediamo alle informazioni storiche. I motori di ricerca, le enciclopedie online e i siti web specializzati offrono una vasta gamma di risorse a portata di clic. Questa "biblioteca globale di conoscenza" ci permette di esplorare eventi, personaggi e luoghi storici da diverse prospettive, permettendoci di approfondire la nostra comprensione del passato. I social media hanno aperto nuove opportunità per condividere la storia e il patrimonio culturale con il mondo. Musei, archivi e istituzioni culturali utilizzano piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram per condividere immagini, documenti e storie del passato. Queste iniziative hanno ampliato il pubblico delle istituzioni culturali e hanno reso la storia più accessibile e coinvolgente per tutti. I Podcast Storici e il Racconto del Passato L'archiviazione digitale ha rivoluzionato il modo in cui conserviamo e preserviamo il patrimonio storico. Progetti di digitalizzazione stanno trasformando antichi documenti, fotografie e filmati in formati digitali, consentendo un accesso più facile e una maggiore durabilità nel tempo. Questi sforzi hanno anche contribuito a salvare e proteggere il patrimonio storico da perdite irreparabili. I podcast dedicati alla storia stanno guadagnando sempre più popolarità. Questi formati audio offrono narrazioni coinvolgenti e avvincenti su eventi storici e personaggi famosi. Le voci degli storici, degli esperti e degli appassionati ci accompagnano in un viaggio attraverso il passato, rendendo la storia un'esperienza più personale e intima. Internet ha reso la storia un'esperienza più interattiva e partecipativa. Attraverso giochi, quiz e simulazioni online, possiamo immergerci nel passato e partecipare a eventi storici. Questi approcci ludici all'apprendimento storico rendono il processo più coinvolgente e stimolante, soprattutto per le nuove generazioni. Le criticità e le fake news storiche Tuttavia, la storia in rete non è priva di sfide. La diffusione di fake news storiche e interpretazioni errate può generare confusione e distorsioni nella percezione del passato. La responsabilità di condividere informazioni accurate e verificate è cruciale per preservare l'integrità storica. La storia in rete ha aperto nuove porte all'apprendimento e alla condivisione del passato. L'accessibilità e la facilità con cui possiamo esplorare il patrimonio storico sono senza precedenti, offrendo opportunità senza fine per scoprire e comprendere il nostro passato. Tuttavia, è importante ricordare che con il potere dell'informazione viene anche la responsabilità di condividerla in modo accurato e affidabile. In questo viaggio verso la storia in rete, l'equilibrio tra accessibilità, autenticità e correttezza storica è essenziale per garantire che il passato sia trattato con rispetto e cura, lasciando alle generazioni future una storia condivisa e autentica che possa continuare a ispirare e insegnare. In copertina foto di ArsAdAstra da Pixabay Read the full article
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100 Anni di Tattoos
David McComb
24 ORE Cultura, Milano 2015, 288 pagine, 300 illustrazioni, Cartonato olandese, ISBN 9788866422703
euro 25,00
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La storia illustrata del tatuaggio, dalla Prima guerra mondiale ai giorni d’oggi. Dalle inedite fotografie storiche ai tatuaggi realizzati dai più affermati artisti contemporanei. La pubblicazione più completa disponibile in lingua italiana
Di origini antichissime, a lungo diffuso solo sulle braccia di galeotti e marinai, di bikers e punk, il tatuaggio è oggi parte di una cultura trasversale che non conosce crisi. Simboli tribali, ideogrammi giapponesi, cuori sacri, e un profluvio di fiori, farfalle, pugnali e scritte di ogni forma e dimensione, dai piedi alla fronte, dal nero pieno ai colori più accesi. Infinite sono le potenzialità di una forma d’arte che appassiona ugualmente giovani e adulti, studenti ribelli e frivole it-girl, e tutto il mondo della moda, della musica e del cinema. Un accurato taglio storico, una grafica accattivante e inedite fotografie d’epoca illustrano le più straordinarie manifestazioni dell’arte del tattoo, rivelandone la sviluppo durante la Grande Guerra, la diffusione tra gli ambienti underground, la rinascita degli anni Settanta, fino al recente esponenziale boom. La storia completa della body art, tra aghi e inchiostri.
David McComb, editor del magazine alternativo “Bizarre”, si è occupato di numerosi volumi dedicati alla body art.
04/09/24
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📖 Verso la fine di novembre 2022 sono stato contattato dall'autore di questo interessante e completo libro "Da Bergamo all'Europa - Le vie storiche Mercatorum e Priula" (che riprende, aggiorna e rinnova, la prima edizione del 2007) per inserire all'interno della pubblicazione, una delle mie fotografie scattate a Cornello dei Tasso e che fu scartata durante un concorso dedicato alla Valle Brembana. Riporto con un po' di orgoglio le sue parole: "la foto per me è bellissima e piena di poesia: avrebbe meritato uno dei premi. Purtroppo la giuria non si è accorta della sua bellezza!" 🤩 E così è stata inserita a tutta pagina all'interno del libro. Che onore 🙏 Grazie ancora a @tarcisio_1950 e al @museodeitasso per avermi contattato. Il libro è disponibile presso il Museo dei Tasso a Cornello (BG) oppure è acquistabile anche negli online shop come Amazon, La Feltrinelli o negozi simili. (presso Cornello dei Tasso) https://www.instagram.com/p/Co199mDMYnM/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Da Istanbul a Yokohama
Fotografie storiche di viaggio tra ‘800 e ‘900 dalla Raccolta “Achille Bertarelli”
Catalogo a cura dell’Associazione Amici della Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, Milano 1998, 112 pagine, 21 x 28 cm.
euro 35,00
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Volume realizzato in occasione della mostra Castello Sforzesco, Milano 14 marzo - 17 maggio 1998. Mostra a cura di Angela Madesani con la collaborazione di Giacomo Corna Pellegrini e Claudio Salsi
24/04/22
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#da Istanbul a Yokohama#photography exhibition catalogue#Castello Sfrozesco Milano 1998#Raccolta Stampe Bertarelli#fotografie storiche#Abdullah Frères#P.Sébah#Turchia#Egitto#Palestina#Sudan#India#Cina#Giappone#fashionbooksmilano
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Thandiwe Muriu
“Il mio DNA è… l’amore per i colori. Sono africana e i tessuti hanno un ruolo importante nella nostra cultura. Ogni tessuto porta con sé racconti e origini storiche diverse. Così ho deciso di fotografarne quanti più possibile, da diverse regioni dell’Africa.”
Thandiwe Muriu, artista e fotografa, celebra la sua eredità culturale mettendo in discussione gli standard di bellezza tradizionali.
Ha esposto in festival e fiere internazionali e il suo lavoro è apparso su importanti pubblicazioni come il British Journal of Photography.
Crea illusioni surreali di pura fotografia lavorando con il wax, la stoffa di cotone colorato di provenienza indonesiana introdotta nell’Africa occidentale dai mercanti olandesi nel diciannovesimo secolo, prodotta con una tecnica di tintura a riserva a cera.
Attraverso la tecnica del camouflage, fa emergere i volti dalle stoffe presentando una nuova e audace visione che, mettendo in risalto l’identità della donna keniana e della sua autonomia, propone un’estetica diversa e ispirante per le giovani generazioni.
Nata nel 1990 a Nairobi, in Kenya, dove è cresciuta, ha scoperto la fotografia quando aveva 14 anni, sperimentando con la vecchia fotocamera di suo padre. Le sue prime foto erano ritratti familiari caricati su Facebook che hanno presto attirato l’attenzione.
Si è formata da autodidatta usando libri e internet, a 17 anni ha iniziato a lavorare come fotografa professionista, a 21 anni è stata introdotta alla fotografia pubblicitaria e, nel 2013, ha firmato il suo primo contratto internazionale.
Con i suoi scatti, che hanno riscontrato da subito un grande successo, ha convinto anche i più importanti collezionisti di opere fotografiche.
Nel 2019 fotografava per alcune delle più grandi aziende dell’Africa orientale e, sperimentando e confrontandosi con grandi della fotografia, è emerso il suo stile puro, quasi freddo, con tonalità brillanti che dominano ogni singolo fotogramma.
Oggi scatta per grandi marchi, agenzie e riviste, suoi committenti sono la società di telecomunicazioni Airtel, Olgivy Africa e CNN African Voices.
L’esperienza di lavorare in un settore a predominanza maschile, in Kenya, l’ha portata a interrogarsi sul ruolo delle donne nella società contemporanea e il loro rapporto con la tradizione.
Per questo, nel 2020, è nato il suo primo lavoro artistico Camo, progetto di riflessione culturale che ha spinto la sua fotografia verso nuovi confini, conducendola nel suo personalissimo viaggio artistico.
Le sue opere sono state acquisite da numerose collezioni pubbliche e private. Le sono stati commissionati lavori per giganti come Apple, le Nazioni Unite e la Croce Rossa Svizzera.
Successivamente ha esposto alla terza edizione della Biennale di Fotografia Femminile di Mantova, lanciato il suo libro Camo, ed è stata presente all’evento collaterale della Biennale di Venezia, Passengers In Transit, presentato dal Center for Contemporary Art di Lagos.
Le sue immagini, vibranti e disorientanti, provocano una riflessione sul concetto di ciò che è sacrificabile, invitando chi le osserva a rivalutare le percezioni di valore e importanza.
Esplora il modo in cui la cultura crea e consuma identità individuali incorporando ricche tavolozze di colori, acconciature architettoniche tradizionali, tessuti wax e accessori creati con oggetti di uso comune in Kenya tra cui setacci, tappi di bottiglie di plastica e rocchetti di filo.
Il suo lavoro è caratterizzato da precisione e intenzionalità dalla concezione di un pezzo fino alla sua forma stampata finale.
L’intento del suo operato è contribuire a liberare l’Africa dalle sue aspettative limitanti in termini di bellezza.
Offre corsi online di fotografia per incoraggiare le nuove generazioni di fotografe e fotografi del continente a intraprendere questa carriera che le sta portando tanta visibilità e soddisfazioni.
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