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Lee Miller A Woman’s War
Hilary Roberts, Introduction by Antony Penrose
Thames & Hudson, London 2015, 224 pages, 156 illustrations, Hardback, 28 x 23 cm, ISBN 9780500518182
euro 39,00
email if you want to buy :[email protected]
Lee Miller photographed innumerable women during her career, first as a fashion photographer and then as a journalist during the Second World War, documenting the social consequences of the conflict, particularly the impact of the war on women across Europe. Her work as a war photographer is perhaps that for which she is best remembered; in fact, she was among the 20th century's most important photographers on the subject. Published to coincide with an exhibition at the Imperial War Museum, Lee Miller: A Womans War tells the story beyond the battlefields of the Second World War by way of Miller's extraordinary photographs of the women whose lives were affected. Introductions by Hilary Roberts and Antony Penrose, Lee Miller's son, precede Miller's work, which is divided into chronological chapters. Miller's photographs, many previously unpublished, are accompanied by extended captions that place the images within the context of women's roles within the landscape of war.
11/03/23
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ECCIDIO DI FORLI'
Dopo la guerra, all'aeroporto di Forlì furono riesumati 52 cadaveri. Erano uomini e donne rastrellati e uccisi in giugno e settembre del '44, tra i quali ostaggi, antifascisti ed ebrei. I responsabili, facenti parte delle SS di stanza in città, furono identificati grazie a un disertore e a una foto scattata prima di abbandonare la città. Il fotografo era Duilio Zanelli, che aveva lo studio in Corso Garibaldi 13. Zanelli era stato arrestato il 19 agosto precedente per essersi rifiutato di scattare delle fotografie ai corpi della Banda Corbari appesi ai lampioni della piazza. Rimase in prigione fino al 15 settembre, denunciato per istigazione a delinquere in danno all'autorità militare germanica. Il giorno successivo al suo rilascio, il comandante delle SS Karl Schutz e 12 ufficiali si presentarono al suo studio costringendolo a scattare una foto a ciascun ufficiale e alcuni giorni dopo una foto di gruppo. Nonostante ciò, il fascicolo con i nomi dei responsabili nel dopoguerra fu occultato e rinvenuto soltanto nel '94 dentro al cosiddetto “armadio della vergogna”, unito ai documenti sulle inchieste per i crimini di guerra in Italia. Nel 2003 furono riaperte le indagini ma dopo aver accertato che i responsabili dell'eccidio di Forlì erano tutti deceduti o irrintracciabili, gli atti furono archiviati.
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“ Roma, fino al 19 luglio [1943], era una città fuori del mondo. Chi vi arrivasse da qualunque parte, rimaneva sbalordito e irritato. Chi di lontano ne sentiva parlare, soffrendo della guerra, ne provava un sordo rancore. Il bombardamento di Roma è stato accolto in qualche città lontana e già provata, da brindisi di gioia. Chi stava a Roma da venti anni, non finiva di stupirsi di Roma solo a uscire di casa. Gente vestita bene, tranquilla; e le signore non affrettavano il passo neppure quando suonava la sirena d'allarme, mentre altrove si moriva. Roma è entrata nel dolore comune. E quelle stesse persone vestite bene e tranquille in un modo irritante, ora a vederle per la strada preoccupate della loro grazia nel pericolo, sono piú vicine all'umanità. Quello che pareva cinismo diventa dignità, la cura di sé stessi in circostanze tanto drammatiche, un segno di personalità, la vanità strafottenza, la leggerezza superiorità. Cosí alcuni difetti diventano virtú.
Una famiglia del popolo, rimasta senza tetto, veniva avanti per un viale di villa Borghese. Il vecchio portava appesa a una mano la gabbia del merlo casalingo, e sotto l'altro braccio, una coperta. C'era una donna esile con un medaglione ricordo sul petto, e una ragazza che aveva dimenticato di darsi il rossetto sulle labbra. Spiegavano a un passante che non avevano piú casa. Sotto gli alberi c'erano altre persone coi loro fagotti. Sull'erba secca avevano disposto il fiasco del vino e la merenda. Non avevano se non quello che portavano con loro. Cacciati dalle mura domestiche, formavano qualcosa di intimo sotto gli alberi sterili e ombrosi del parco pubblico. Mentre prima avevano parlato della loro casa distrutta come d'un paese natio abbandonato, ora, intorno al loro posto, formavano l'immagine di un provvisorio focolare. Non ho notato un solo sguardo di odio o di invidia verso i due passanti che si fermavano perplessi a guardare, e poi tiravano via impensieriti, e alcuni vestiti bene, e certo con una casa in piedi.
Longanesi ha diffuso una delle sue spiritosaggini a proposito dei bombardamenti delle città italiane: « Ci stanno rovinando gli originali delle fotografie Alinari ». È lo stesso autore di alcuni manifesti di propaganda di guerra. È sempre pronto al disprezzo dei caduti, come tutti quelli che disprezzano se stessi e il proprio paese. Egli trova facilmente il ridicolo in tutto. È la forza dei deboli.
Collezionista di morti. I bollettini ufficiali, mentre durava l'azione di bombardamento su Roma, già lo registravano. La radio ne dava i particolari mentre si sentivano le bombe da San Lorenzo. Trentamila morti. I giornali ci si sono buttati sopra con tanta avidità da rendere teatrale anche questo. Vogliono commuovere l'opinione pubblica, e nello stesso tempo ripararsi dietro le memorie e la Chiesa e i bambini e le donne. La città è mutata. Si vede gente preoccupata; visi lunghi come per un torto e uno scomodo personale.
Uno di quelli che vivono sul bilancio delle sovvenzioni ai giornali di propaganda, mi diceva che la colpa è interamente del popolo italiano. “
Corrado Alvaro, Quasi una vita: giornale di uno scrittore, Bompiani, prefazione di Geno Pampaloni, Bompiani, 1951; pp. 355-356.
#Quasi una vita#Corrado Alvaro#letture#leggere#giornalismo#seconda guerra mondiale#Geno Pampaloni#Città Eterna#libri#diario di guerra#19 luglio 1943#villa Borghese#sfollati#Roma#scrittori italiani#Leo Longanesi#Collezioni Alinari#propaganda#popolo italiano#Vaticano#papa Pio XII#San Lorenzo#Urbe#intellettuali italiani del XX secolo#citazioni#memorie#cinismo#regime fascista#fanatismo#Città Santa
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Anche il rimpianto (a mia madre)
Io sciupai il tuo candido seno di giovane madre, di donna piacente
Rubai allo specchio la tua bellezza
E nelle tue mani sempre più vecchie, fotografie.
I discorsi di mio padre
li ho imparati a memoria.
Fosse per lui crederei ancora ai libri di storia.
Con te devo riincontrarmi in un fiume nero
E tra fiori e marmi ritorna il rimpianto.
La guerra ti tolse dalle labbra il sorriso
Io cancellai anche quel po' di rossetto.
Ti vedevo gigante, poi un rivolo di saliva all'angolo della bocca.
E ti vidi bambina, ti vidi morire e tra fiori e marmi
Tra un pugno e un bacio, tra la strada e il mio portone
Tra un ricordo e un giorno nero
Torna e vive anche il rimpianto.
Massimo Troisi
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There is only one way to end the crisis in Palestine,the creation of a palestinian state!
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
😘 ZHANG JUN: FERMARE LA CRISI UMANITARIA, PROMUOVERE L'ISTITUZIONE DI UNO STATO DI PALESTINA CHE SIA INDIPENDENTE E SOVRANO 🇵🇸
🤔 Si può guardare al Mondo con la Prospettiva dell'Occidente, tramite l'artificiosa visione delle «democrazie contro le autocrazie», fondata sulla divisione, sulla competizione scorretta, sulla guerra e sul continuare a gettare benzina sul fuoco dei conflitti, o con quella della Cina e degli altri Paesi in Via di Sviluppo, secondo il Progetto della Comunità dal Futuro Condiviso (人类命运共同体), riconoscendo che l'Umanità (人类, rénlèi) ha un Destino Comune (命运共同, mìngyùn gòngtóng), e che la Cooperazione è il corretto percorso per il raggiungimento della Prosperità Comune (共同富裕) ❤️❤️
😘 Di fronte alla Questione Palestinese, ogni Paese responsabile deve lavorare per la Pace e per una risoluzione concreta e sostenibile nel lungo periodo, che risolva l'ingiustizia storica che ha subito il Popolo Palestinese 🇵🇸
🇨🇳 Il Compagno Zhang Jun - Rappresentante Permanente della Cina alle Nazioni Unite, è intervenuto durante una Riunione d'Emergenza del Consiglio di Sicurezza, osservando che questo nuovo ciclo di conflitto sta causando una crisi umanitaria senza precedenti 😭
🇮🇱 A causa dei bombardamenti di Israele, sono stati assassinati civili, e anche personale delle Nazioni Unite. Fotografie e video delle brutali azioni punitive di Israele contro il Popolo Palestinese sono ora stampate nella mente delle persone 😡
🤮 Nel mentre, per giorni, l'Occidente ha portato avanti una notizia fasulla, su "bambini decapitati da HAMAS", con tanto di ammissione di colpa di chi ha diffuso una simile aberrazione, foto e video dei crimini contro la Popolazione Palestinese commessi dalle forze armate israeliane sono dilagati su internet 😭
🤔 Onestamente, la mia risposta verso qualsiasi Occidentale che da ora in poi tenterà, dal "piedistallo" della sua ignoranza, di criticare Internet Cinese o il giornalismo Cinese, senza - tra le altre cose, conoscerlo, dato che non conoscendo neanche un carattere non potrebbe neanche fare una piccola ricerca, non riceverà più una risposta approfondita, ma solo una risata 👍
🤔 È la Cina che vuole vietare le manifestazioni pro-Palestina? È la Cina che diffonde fake news atte a promuovere idee fasulle, creando falsi parallelismi tra organizzazioni terroriste jihadiste-salafite e i movimenti di resistenza in Palestina? Non mi sembra. Onestamente, i Cinesi hanno molta più competenza e comprensione di cosa sia realmente il terrorismo di qualche occidentale annoiato intriso di pregiudizi anti-Cinesi, anti-Musulmani e anti-Palestinesi: il Partito Islamico del Turkistan, il Movimento Islamico per il Turkistan Orientale che hanno terrorizzato, per anni, lo Xinjiang. Gli attacchi dell'IS-KP in Afghanistan contro il personale Cinese ad agosto del 2022. Il sostegno del terrorismo jihadista-salafita uiguro alle organizzazioni terroristiche anti-Assad in Siria. Questo è il vero terrorismo 😡
🇨🇳 La Cina è seriamente preoccupata per le dolorose ripercussioni del "completo assedio" di Gaza da parte di Israele, e Zhang Jun ha invitato Israele ad ascoltare, una volta per tutte, gli Appelli della Comunità Internazionale, e a fermare le atroci operazioni da punizione collettiva contro Gaza 🕊
🇺🇳 Ci sono più Risoluzioni ONU di Condanna contro Israele che contro qualsiasi altro Paese nella Storia delle Nazioni Unite, ma una manciata di Paesi, tra cui Israele, tende sempre a salvarsi dalle conseguenze delle proprie azioni, in quanto il Diritto Internazionale viene ogni giorno calpestato dal cosiddetto "ordine internazionale basato sulle regole", di matrice statunitense 😡
🇨🇳 Nel mentre i Diplomatici Cinesi lavorano senza sosta, per costruire le Basi per una Soluzione Politica alla Questione Palestinese, tramite l'Istituzione di uno Stato di Palestina che sia indipendente e sovrano, è necessario promuovere la costruzione di un Corridoio Umanitario di Gaza, per aiutare la Popolazione 🇵🇸
🌸 Iscriviti 👉 @collettivoshaoshan 😘
😘 ZHANG JUN: STOP THE HUMANITARIAN CRISIS, PROMOTE THE ESTABLISHMENT OF AN INDEPENDENT AND SOVEREIGN STATE OF PALESTINE 🇵🇸
🤔 We can look at the world from the perspective of the West, through the artificial vision of "democracies against autocracies", based on division, on unfair competition, on war and on continuing to throw fuel on the fire of conflicts, or with that of China and other Developing Countries, according to the Project of the Community with a Shared Future (人类命运共同体), recognizing that Humanity (人类, rénlèi) has a Common Destiny (命运共同, mìngyùn gòngtóng), and that Cooperation is the correct path to achieving Common Prosperity (共同富裕) ❤️❤️
😘 Faced with the Palestinian issue, every responsible country must work for peace and for a concrete and sustainable resolution in the long term, which resolves the historical injustice suffered by the Palestinian people 🇵🇸
🇨🇳 Comrade Zhang Jun - Permanent Representative of China to the United Nations, spoke during an Emergency Security Council Meeting, noting that this new cycle of conflict is causing an unprecedented humanitarian crisis 😭
🇮🇱 Due to Israel's bombings, civilians have been murdered, as well as United Nations personnel. Photographs and videos of Israel's brutal punitive actions against the Palestinian People are now imprinted in people's minds 😡
🤮 Meanwhile, for days, the West has carried forward a false news story about "children beheaded by HAMAS", complete with an admission of guilt by those who spread such an aberration, photos and videos of crimes against the Palestinian population committed by Israeli armed forces have spread across the internet 😭
🤔 Honestly, my response to any Westerner who from now on attempts, from the "pedestal" of his ignorance, to criticize the Chinese Internet or Chinese journalism, without - among other things, knowing it, given that not knowing even a character does not he might not even do a little research, he will no longer receive an in-depth answer, but just a laugh 👍
🤔 Is it China that wants to ban pro-Palestine demonstrations? Is it China that spreads fake news aimed at promoting false ideas, creating false parallels between jihadist-Salafi terrorist organizations and resistance movements in Palestine? I do not think. Honestly, the Chinese have much more knowledge and understanding of what terrorism really is than some bored Westerners steeped in anti-Chinese, anti-Muslim and anti-Palestinian prejudices: the Turkistan Islamic Party, the East Turkistan Islamic Movement who have terrorized Xinjiang for years. IS-KP attacks in Afghanistan against Chinese personnel in August 2022. Uyghur jihadist-Salafi terrorism support for anti-Assad terrorist organizations in Syria. This is real terrorism 😡
🇨🇳 China is seriously concerned about the painful repercussions of Israel's "complete siege" of Gaza, and Zhang Jun called on Israel to listen, once and for all, to the calls of the International Community, and to stop the atrocious punishment operations collective against Gaza 🕊
🇺🇳 There are more UN Resolutions of Condemnation against Israel than against any other country in the History of the United Nations, but a handful of countries, including Israel, always tend to escape the consequences of their actions, as International Law comes into play every day trampled by the so-called "rules-based international order", of US origin 😡
🇨🇳 While Chinese diplomats work tirelessly to build the foundations for a political solution to the Palestinian issue, through the establishment of an independent and sovereign State of Palestine, it is necessary to promote the construction of a Gaza Humanitarian Corridor, to help the population 🇵🇸
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La fotografia documentaria come forma d’arte (sesta parte)
La fotografia umanista
di Lorenzo Ranzato
Introduzione
Con questo articolo completiamo il nostro racconto sul vasto mondo della fotografia documentaria, affrontando il significativo capitolo della fotografia umanista. Com’è facile intuire, la selezione degli argomenti e degli autori trattati è stata del tutto personale: quindi una scelta selettiva e parziale, che trascura inevitabilmente molti altri fenomeni del documentarismo che si sono manifestati nella seconda metà del ‘900.[1]
Come abbiamo visto, questo importante filone della fotografia del ‘900 si afferma a partire dagli anni ‘30, con un comune filo conduttore che può essere ben riassunto in questa frase: “il desiderio di vedere qualcosa riconosciuto come una realtà”[2]. Come ci segnala David Bate, questa aspirazione o volontà di raccontare in modo diretto (straight photography) il reale in tutte le sue manifestazioni “può includere approcci differenti, dove la verità è valutata in termini di interpretazione e rappresentazione”.
In effetti, seguendo il suo ragionamento, possiamo riconoscere all’interno del genere documentario la presenza di due tendenze diverse che si relazionano con il reale in modo oggettivo oppure soggettivo.[3]
A grandi linee, avremo un tipo di fotografia oggettiva o descrittiva che tende a porre un filtro tra fotografo e soggetto, cercando di mantenersi in una posizione neutrale senza farsi coinvolgere all’interno della scena ripresa. Questo tipo di fotografia è comune ad autori che abbiamo già conosciuto nelle precedenti puntate e che si esprimono con modalità espressive diverse: ci riferiamo a fotografi come Albert Renger-Patzsch o August Sander, oppure ai fotografi del Gruppo f/64.
1-Cartier-Bresson, foto da Images à la Sauvette 1952, “il libro” per eccellenza secondo Federico Scianna
Diversamente, la fotografia soggettiva o espressiva non pone barriere tra il fotografo e il soggetto, anzi vuole entrare dentro le cose che desidera raccontare, cercando di coinvolgere lo spettatore nella narrazione, pubblica o privata che sia. In questo filone molto variegato possiamo riconoscere le esperienze del documentario sociale (in particolare quella della Farm Security Administration) e più in generale quelle del fotogiornalismo – da Robert Capa, il più famoso fotoreporter di guerra, alla Bourke-Withe -, sino ad abbracciare la stagione d’oro della fotografia umanista che si afferma come “la tendenza dominante del documentario postbellico”[4].
A conclusione di questo breve riepilogo, segnaliamo che sul sito di Fotopadova è presente un contributo in due puntate di Guillaume Blanc, La storia della fotografia documentaria, tradotto e pubblicato da Gustavo Millozzi (a cui dedichiamo questo articolo). Una sua consultazione potrà essere utile per inquadrare l’argomento in una prospettiva temporale più allargata, che non solo riassume la storia del documentarismo sviluppatosi nel corso del ‘900, ma va anche alla ricerca dei precursori e di tutti quei fenomeni ragruppabili sotto l’etichetta di “documento”, che rappresenta fatti o persone reali oppure descrive avvenimenti storici.[5]
La fotografia umanista
“L'oggetto della fotografia è l'uomo, l'uomo e la sua vita breve, fragile, minacciata”.
La frase di Henri Cartier-Bresson, registrata in un’intervista del 1951 viene generalmente considerata da molti studiosi un modo per definire “la fotografia umanista”.[6]
2-Innamorati per le vie di Parigi, foto di Doisneau, Boubat e Izis.
In realtà, questo filone della fotografia soggettiva/espressiva, nasce all’interno del milieu fotografico francese degli anni ’30, dove un nutrito gruppo di fotografi condivide un comune interesse per l’uomo e le sue vicende di vita quotidiana. Particolarmente attenti alla vita della città, ci restituiscono “le figure di un’umanità autentica e sincera: uomini semplici, lavoratori e le loro famiglie di ceti modesti, bambini ricchi della loro innocenza e spontaneità solitaria, o coppie di innamorati rese migliori dalla forza dei loro sentimenti”.[7]
3-Brassaï, Paris de nuit, libro sulla vita notturna parigina.
La maggior parte dei fotografi umanisti condivide la professione di “reporter-illustratore”, ma ciò non toglie che molti di loro raggiungano lo status di fotografi-autori, grazie all’editoria che costituisce la parte più gratificante del loro lavoro. Valga per tutti il famoso libro fotografico Paris de nuit (1933) del fotografo ungherese Brassaï, che si stabilisce a Parigi nel 1924 dove frequenta l’ambiente surrealista e conosce Picasso. Dopo la seconda guerra mondiale “le flaneur des nuit de Paris” si trasformerà in un “globe-trotter”, grazie a una lunga e fruttuosa collaborazione con Harper’s Bazaar.[8]
4-Foto di bambini di Doisneau, Ronis, Izis e Boubat
Assieme a lui, ricordiamo i quattro più importanti rappresentanti della fotografia umanista francese: Robert Doisneau, Willy Ronis, Izis e Édouard Boubat che hanno in comune un grande amore per la città di Parigi e per le sue strade che diventano la principale scenografia dei loro scatti. Soprattutto a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, trasmettono al mondo “une certaine idée de la France”, attratti da quanto c’è di incanto o di mistero nei fatti quotidiani oppure alla ricerca di temi cari ad altre arti quali le canzoni, il cinema, la poesia e la letteratura.[9]
5-Doisneau Au Pont des Art 1953, Un regard oblique 1948
Ma per il pubblico restano due gli indiscussi protagonisti di quella stagione d’oro della fotografia: da un lato Robert Doisneau, con la sua visione del mondo romantica e compassionevole e il suo sguardo attento a cogliere lo spettacolo permanente della vita quotidiana, che trasforma le anonime persone della strada in attori naturali della commedia umana, trasfigurandoli spesso in figure fantastiche e oniriche [10]; dall’altro, Henri Cartier-Bresson, che nei diversi periodi della sua vita è sempre riuscito a rinnovare il suo sguardo sul mondo, tanto da essere definito l’occhio del secolo e considerato il massimo interprete del cosiddetto “realismo espressivo”, che si contraddistingue per la capacità di saper individuare e cogliere dentro il flusso ininterrotto del tempo l’istante decisivo.[11]
6- Cartier-Bresson, Hyères 1932, Ivry sur Seine 1955
Il movimento umanista inizia ad avere un certo seguito anche al di fuori della Francia a partire dagli anni ’50, come reazione al terribile dramma della seconda guerra mondiale, con la volontà di affermarsi nel resto del mondo come linguaggio universale accessibile a tutti.
Il movimento raggiunge il suo apice con la Mostra The Family of Man - organizzata da Edward Steichen al Museum of Modern Art di New York nel 1955 - che assume una risonanza planetaria, grazie ai suoi messaggi di fratellanza universale e di dignità dell’uomo, di speranza e di condivisione di un medesimo destino. È un progetto grandioso, costituito da 503 fotografie provenienti da 68 paesi diversi, che diventa la più grande manifestazione nella storia della fotografia e che verrà esposta negli anni successivi in molte parti del mondo.
7- The family of man, 1955
Alle fotografie di grandi autori come Ansel Adams, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Édouard Boubat, Robert Capa, David Seymour, Bill Brandt, Elliott Erwitt, Eugene Smith, Robert Frank, August Sander, Sabine Waiss, Margaret Bourke-White, Richard Avedon, Garry Winogrand, si affiancano immagini di fotografi meno noti, mentre altre fotografie di Dorothea Lange e Russel Lee provengono dall’ archivio della Farm Security Administration, realizzato negli anni della Grande Depressione statunitense.
Come abbiamo già detto nell’introduzione, il movimento umanista diventa la principale espressione della fotografia a livello mondiale a cavallo degli anni ’50 e ’60, ma verrà ricordato anche come uno dei periodi più caratterizzanti della fotografia francese, che dagli anni ’30 fino agli anni ’60 ha avuto il suo centro indiscusso nella metropoli parigina.
8- The family of man, 1955
Gli anni del secondo dopoguerra sono caratterizzati da importanti trasformazioni politiche, sociali e culturali, dove il generale benessere dell’occidente, sostenuto dal boom economico, convive con “la guerra fredda” e il rischio nucleare. Ma già negli anni ’60 iniziano a manifestarsi fenomeni di crisi, alimentati anche dalla contestazione dei tradizionali valori borghesi da parte delle giovani generazioni in nome di una nuova ideologia libertaria: contestazione che raggiunge l’apice nel 1968, che verrà ricordato come l’anno delle grandi manifestazioni di piazza e degli scioperi dentro le fabbriche e le università.
Nello stesso tempo, con l’affermarsi del pensiero liberale e il propagarsi di nuove forme di consumismo, al di là dell’oceano gli Stati Uniti acquisiscono progressivamente un ruolo egemone a livello mondiale, diventando la principale forza trainante dell’economia di mercato, che porterà a radicali cambiamenti anche in ambito culturale.
In particolare nel campo delle arti visive, assisteremo a un grande sviluppo dell’arte e della fotografia americana - inizialmente influenzate da quella europea - che nel corso del tempo si imporranno autonomamente a livello internazionale. Con lo sviluppo dell’Espressionismo astratto (in particolare l’Action painting di Jackson Pollock) e con l’affermarsi di una particolare forma di street photography tipicamente americana, si aprirà una nuova stagione per le arti visive caratterizzata da una radicale trasformazione dei linguaggi, che segnerà una forte discontinuità con il passato.
Anche il mondo della fotografia a cavallo fra gi anni ’50 e ’60 dovrà affrontare una vera e propria “rivoluzione visiva” attuata da Robert Frank con il suo libro The Americans: dalla critica Frank verrà considerato come l’anticipatore di un nuovo linguaggio che sovverte radicalmente i paradigmi che hanno contraddistinto l’estetica e le più tradizionali forme espressive della fotografia umanista, un linguaggio “informale” che ancor oggi possiamo riconoscere in molte manifestazioni della fotografia contemporanea.[12]
---- [1] Ci riferiamo in particolare a quanto già scritto in un mio precedente articolo pubblicato il 18 giugno 2021: I territori del “fotografico”: pittorialismo, documentarismo, concettualismo. Documentarismo va inteso nello specifico significato che gli attribuisce David Bate nel suo libro La fotografia d’arte, (Einaudi, 2018). Bate prova a reinterpretare il mondo della fotografia, della sua storia e dei suoi autori attraverso tre categorie del fotografico - pittorialismo, documentarismo e concettualismo -, entro le quali circoscrivere i diversi comportamenti della fotografia, così come si sono evoluti a partire dalle origini sino ai giorni nostri: comportamenti che di volta in volta hanno assunto proprie specificità linguistiche e poetiche e che, a mio avviso, in alcuni casi hanno avuto modo di contaminarsi o ibridarsi, soprattutto nella più recente fase della contemporaneità.
[2] David Bate, Photography. The Key Concepts, 2016, Trad. it. Il primo libro di fotografia, Einaudi, 2017, p. 89.
[3] Bate, op. cit. p. 83.
[4] Bate, op. cit. p. 68.
[5] Gli articoli sono stati pubblicati rispettivamente il 10 dicembre 2022 e il 23 gennaio 2023. Il testo originale è consultabile al seguente indirizzo: https://www.blind-magazine.com .
[6]Ricordiamo che sul sito di Fotopadova ci sono diversi articoli che trattano della fotografia umanista, articoli rintracciabili con una ricerca dal menu collocato in alto a sinistra: Edouard Boubat, sguardo di velluto di Marie d'Harcourt, da: https://www.blind-magazine.com/news/edouard-boubat-a-velvet-gaze/ (trad. Gustavo Millozzi); Henri Cartier-Bresson: “Non ci sono forse - vivere e guardare”, da https://lens.blogs.nytimes.com/ (trad. Gustavo Millozzi); Adolfo Kaminsky: la Parigi “umanista” e popolare (seconda parte) di Lorenzo Ranzato; Templi, Santuari, Cappelle e capitelli della Fotografia: 2, Casa dei Tre Oci a Venezia:“Esposizione” di WillY Ronis, di Carlo Maccà; Sabine Weiss, ultima fotografa umanista, di Gustavo Millozzi.
[7] Si veda: La photographie humaniste sul sito del Ministero della Cultura francese-Biblioteca nazionale di Francia: https://histoiredesarts.culture.gouv.fr/Toutes-les-ressources/Bibliotheque-nationale-de-France-BnF/La-photographie-humaniste-1945-1968.
[8] Brassaï, Photo Poche n. 28, 2009, con introduzione di Roger Grenier e un’ampia bibliografia alla fine. La collezione di questi agili ed economici libretti tascabili, pubblicati dal Centre national de la photographie, presenta un vastissimo catalogo di fotografi con più di 150 titoli.
[9] La photographie humaniste, cit. Segnaliamo anche il libro La photographie humaniste, 1945-1968: Autour d'Izis, Boubat, Brassaï, Doisneau, Ronis..., Catalogo della Mostra omonima, a cura di Laure Beaumont-Maillet e Françoise Denoyelle, con la collaborazione di Dominique Versavel, ed. Biblioteque Nationale de France, 2006
[10] Fra i molti libri si veda il recente: Robert Doisneau, Catalogo della Mostra a cura di Gabriel Bauret, Rovigo 23 settembre 2021-30 gennaio 2022, Silvana Editoriale 2021.
[11] Fra l’immensa bibliografia consigliamo la lettura del libro tascabile: Henri Cartier-Bresson, Gallimard 2008, con testi di Clément Chéroux, storico della fotografia e conservatore per la fotografia al Centro Pompidou. Alla fine, oltre ad un’ampia bibliografia, sono riportati alcuni testi e aforismi di HCB. Ricordiamo una delle sue celebri frasi: “Scattare una fotografia significa riconoscere, simultaneamente e in una frazione di secondo‚ sia il fatto stesso sia la rigorosa organizzazione delle forme visivamente percepite che gli conferiscono significato. È mettere testa, occhio e cuore sullo stesso asse”.
[12] Per un approfondimento si rinvia a: Claudio Marra, Fotografia e pittura nel Novecento (e oltre), Mondadori, 2012. Particolarmente interessanti i capitoli: Sull’onda dell’informale e La grande armata delle avanguardie che racconta il rapporto fra mezzo fotografico e i nuovi fenomeni artistici della Body Art, Narrative Art e Conceptual Art che si affermano nel corso degli anni ’70.
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Intorno alle 11 di mattina di mercoledì 24 gennaio un aereo da trasporto militare russo Il-76, partito da Mosca e diretto all’aeroporto di Belgorod, vicino al confine ucraino, è stato abbattuto ed è precipitato, causando la morte di tutte le persone a bordo.
Anche se non hanno ammesso l’abbattimento, le forze armate ucraine non lo hanno mai negato, e con ogni probabilità l’aereo è stato abbattuto dalla contraerea ucraina. L’analisi dei filmati che mostrano la fase finale della discesa dell’aereo e le fotografie della fusoliera dopo l’incidente mostrano chiaramente le tracce dell’esplosione causata da un missile antiaereo.
Inoltre, pochi minuti dopo l’incidente, fonti militari ucraine anonime avevano detto di aver colpito l’aereo al giornale Ukrainska Pravda. Il giornale stesso, però, poco dopo l’abbattimento ha ritirato le dichiarazioni, sostenendo di aver ricevuto smentite da altre fonti. In una serie di dichiarazioni, l’esercito ucraino ha lasciato intendere che i voli da e per l’aeroporto di Belgorod vengono regolarmente sorvegliati e costituiscono un legittimo bersaglio militare.
Sappiamo inoltre che il 24 gennaio era previsto uno scambio di circa 130 prigionieri, una circostanza confermata dagli ucraini e dalla Croce rossa internazionale. I russi affermano, senza essere smentiti, che un secondo aereo da trasporto carico di prigionieri è tornato a Mosca dopo l’abbattimento del primo Il-76.
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MEMORIA
La storia insegna, ed è così.
Ma l'uomo è un cattivo allievo.
Mi chiedo allora, a cosa serve ricordare?
"Bisogna ricordare perché bla, bla, bla"
Allora riformulo la domanda, a cosa serve ricordare se non s'impara nulla dagli errori, dalle atrocità e dalla crudeltà del passato?
Se si ripetono puntali e ciclicamente le guerre, i massacri e gli stermini di massa?
Queste ricadute di disumanità collettiva risalgono alla notte dei tempi, la prima guerra documentata avvenne fra le città-stato di Lagash e Umma nel c. 2450 a.C.
"Eh, ma si parla di tempi diversi"
Ah già, allora i conflitti di oggi? Sono diversi? Sicuramente per le modalità, ma la crudeltà resta.
Allora penso a una cosa: che questa è la natura dell'uomo.
Deve dimostrare di avere il potere, per motivi economici e territoriali (anche religiosi), brama la supremazia.
Lo ha sempre fatto e continuerà a farlo.
Le vittime di ieri diventeranno gli aguzzini del domani, chi subirà poi si vendicherà. Una ruota sanguinaria che continuerà a girare.
Se anagrammiamo MEMORIA ne esce REMARE.
I conflitti generano un mare di sangue, per lo più di innocenti, in questo mare rosso dovremmo tutti remare con forza nella stessa direzione. Quella della pace tra gli esseri viventi.
Memoria, ricordo, contro le violenze e altre giornate istituite per non dimenticare ci dividono sempre di più.
Ogni anno che passa la situazione e l'accanimento peggiora, con l'avvento dei media e dei social questo disagio sociale è come un'onda che investe tutti.
Perché oramai di queste ricorrenze se n'è impossessata la politica peggiore, le lotte e le ideologie sociali vengono usate per sfogare la rabbia, che nell'uomo da sempre sopravvive e si rigenera.
Mi sento meglio, durante queste ricorrenze, nel chiudere tutto quanto sia "in collegamento" e leggere un libro, sfogliare un album di vecchie fotografie o dedicarsi ad aiutare qualcuno. Meglio.
Spero che venga istituito presto la giornata della ragione e del cuore, per ricordare a tutti di usare il cervello aiutandosi con il cuore.
Se tu fai del male oggi, domani ti si ritorcerà contro. Allora tu dopodomani reagirai, ma il giorno dopo di nuovo subirai. Un loop di tragedie.
Avremmo tutti bisogno di nuove persone che governino con sapienza e in collaborazione. Ma a quanto pare quei posti di comando sono riservati solo a dei burattini.
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Interior d'una fàbrica de joguines a Barcelona. Fons Brangulí, 1914. La fàbrica no feia només joguines, sinó també figures de pesebre i d'altra mena. Més enllà de la gran qualitat artística de la fotografia, que sembla un posat o una obra teatral, cal fer notar el diari El Poble Català, que podeu veure a l'esquerra de l'escena, sobre la taula, amb el titular «La guerra europea». Més fotografies del lloc:
#art#fotografia#Fons Brangulí#joguines#fàbrica de joguines#fàbrica#factoria#Barcelona#Catalunya#Principat de Catalunya#El Poble Català#catalans#1914
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Lee Miller . Man Ray Fashion . Love . War
a cura di Victoria Noel-Johnson
testi della curatrice, di Ami Bouhassane, co-direttore dei Lee Miller Archives (e nipote di Lee Miller) e Anthony Penrose (unico figlio di Lee)
Skira, Milano 2022, 200 pagine, 150 ill.colori, 22 x 28 cm, Hardcover, ISBN 9788857244051
euro 37,00
email if you want to buy [email protected]
Lee Miller, musa di Man Ray, ma soprattutto professionista alla pari e pioniera del Surrealismo in fotografia Modella, fotografa, musa, prima donna reporter di guerra a documentare gli orrori dei campi di concentramento liberati dalle truppe americane, icona del Novecento. Lee Miller è stata tutto questo e molto di più, ha attraversato la vita con passione e determinazione. E la vita l’ha ricambiata con amore e amici, ma anche con dolore e riconoscimenti postumi o quanto meno tardivi.Attraverso circa 140 fotografie di Lee Miller e di Man Ray, alcuni oggetti d’arte e documenti video, con prestiti provenienti da Lee Miller Archives e Fondazione Marconi, Lee Miller • Man Ray. Fashion - Love - War intende rendere giustizia a questa donna, tanto bella quanto brillante e talentuosa, togliendola dall’ombra di Man Ray che l’ha sempre accompagnata per svelare il loro rapporto profondo quanto complicato in maniera più oggettiva: Man Ray, prima suo insegnante, poi amore e infine grande amico. Pubblicato in occasione dell’esposizione veneziana, il volume offre il giusto riconoscimento a Lee Miller, pioniera del surrealismo in fotografia, ponendola su un piano di parità con Man Ray, il cui lavoro tendeva a oscurarla sia in vita che negli anni a venire. Cuore del progetto è il rapporto tra Lee Miller e Man Ray – sbocciato a Parigi nel 1929 e terminato nel 1932 – con un focus sulle loro vite, carriere e relazioni in quel periodo; viene documentata l’ispirazione che entrambi esercitarono uno sul lavoro dell’altro, inclusa la tecnica fotografica della solarizzazione che Man Ray fece sua al punto che spesso sono stati erroneamente attributi a Ray i lavori di Miller. Vengono presentati anche i ritratti scattati da Man Ray degli amici e grandi protagonisti di quella stagione artistica: Max Ernst, Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Jean Cocteau, Salvador Dalí e gli scatti surrealisti a Lee Miller nei quali cerca di indagare e rivelare la sua anima e i suoi tormenti.
02/03/23
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#Lee Miller#Man Ray#surrealismo fotografia#solarizzazione#photography books#libri fotografia#fashionbooksmilano
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Elliott Erwitt [Elio Romano Erwitz], fotografo staunitense (26/7/1928-29/11/2023)
Nessuna scelta può dare il giusto rilievo a questo grande fotografo. Grazie di tutto
[*] Mother and baby 1953 - NY
[*] Smoke break - NYC (1955)
[*] California (1955)
[*] Marylin Monroe - NY (1956)
[*] Provenza (1955)
[*]
"Qualche volta ho fatto foto che forse erano utili. Segregazione razziale, Guerra fredda… Ma non l’ho fatto in modo premeditato. Le fotografie non si preparano, si aspettano. Si ricevono."
https://guardache.wordpress.com
https://24hoursinthelifeofawoman.tumblr.com
http://photojunkie.livejournal.com
https://artslife.com/2023/11/30/morto-elliott-erwitt-il-poeta-della-fotografia-in-bianco-e-nero/
http://www.faciepopuli.com/post/122092510694/elliott-erwitt-provence-1955
https://biografieonline.it/biografia-elliott-erwitt
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Dalla bolla FB di Ivano Porpora
"Mi piacerebbe avere una piccola sezione dei 20, 25 libri più rappresentativi dei migliori autori in Italia; e credo che interessi anche i miei allievi, e chi mi segue.
Qui sotto la lista dei libri. Parte l'elezione de L'ALTRO LIVELLO. Potete votarne solo dieci. Se ne votate undici, cancello il vostro commento, perché state portando rumore. Il libro può anche non essere quello: ripeto, per me Nove ha raggiunto l'apice con La vita oscena.
Aldo Nove - Milano non è Milano, 2010
Alessandra Carnaroli - La furia, 2023
Alessandra Sarchi - L’amore normale, 2014
Alessandro Baricco - Mr Gwyn, 2011
Alessandro Piperno - Con le peggiori intenzioni, 2005
Alessio Forgione - Napoli mon amour, 2018
Alessio Mosca - Chiromantica Medica, 2022
Alfredo Palomba, Quando le belve arriveranno, 2022
Andrea Bajani - Un bene al mondo, 2016
Andrea Canobbio -
Andrea Donaera - Io sono la bestia, 2019
Andrea Pomella - L'uomo che trema, 2018
Andrea Tarabbia - La calligrafia come arte delle guerra, 2010
Andrej Longo - L'altra madre, 2016
Antonella Cilento, Lisario o il piacere infinito delle donne, 2014
Antonella Lattanzi - Questo giorno che incombe, 2021
Antonio Manzini - 7/72007, 2016
Antonio Moresco - La lucina, 2013
Aurelio Picca - Il più grande criminale di Roma è stato amico mio, 2020
Benedetta Palmieri - Emersione, 2021
Carola Susani - Eravamo bambini abbastanza, 2012
Claudia Durastanti - La straniera, 2019
Claudia Petrucci - L'esercizio, 2020
Claudio Morandini - Neve, cane, piede, 2015
Claudio Piersanti - Quel maledetto Vronskij, 2021
Daniela Ranieri - Stradario Aggiornato di tutti i miei baci, 2021
Daniele Del Giudice - Orizzonte mobile, 2009
Daniele Mencarelli - Tutto chiede salvezza, 2022
Daniele Petruccioli - La casa delle madri, 2020
Dario Voltolini - Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia, 2006
Davide Orecchio - Storia aperta, 2021
Demetrio Paolin - Conforme alla gloria, 2016
Domenico Starnone - Vita mortale e immortale della bambina di Milano, 2021
Donatella Di Pietrantonio - L’arminuta, 2017
Edgardo Franzosini - Questa vita tuttavia mi pesa molto, 2015
Edoardo Albinati - La scuola cattolica, 2016
Edoardo Zambelli - Storia di due donne e di uno specchio, 2018
Elena Ferrante -
Emanuela Canepa - Insegnami la tempesta, 2020
Emanuela Cocco - Tu che eri ogni ragazza, 2018
Emanuele Tonon - La luce prima, 2011
Emanuele Trevi - Due vite, 2020
Emidio Clementi - L’amante imperfetto, 2017
Emiliano Ereddia - Le mosche, 2021
Eraldo Baldini - L’uomo nero e la bicicletta blu, 2011
Ernesto Aloia - I compagni del fuoco, 2007
Ezio Sinigaglia - Eclissi, 2016
Fabio Bacà - Nova, 2021
Fabio Bartolomei - We are family, 2013
Fabio Geda - Nel mare ci sono i coccodrilli, 2010
Fabio Genovesi - Esche vive, 2011
Fabio Stassi - L'ultimo ballo di Charlot, 2012
Fabrizio Patriarca - Tokyo transit, 2016
Federico Platania - Il Dio che fa la mia vendetta, 2013
Filippo Nicosia - Come un animale, 2010
Filippo Tuena - Ultimo parallelo, 2007
Francesca Genti - Anche la sofferenza ha la sua data di scadenza, 2018
Francesca Manfredi - L’impero della polvere, 2019
Francesca Marzia Esposito - Corpi di ballo, 2019
Francesca Mattei - Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa, 2019
Francesco Dimitri - Pan, 2008
Francesco Maino - Cartongesso, 2014
Francesco Pacifico - Class, 2014
Francesco Pecoraro - La vita in tempo di pace, 2014
Francesco Targhetta - Perciò veniamo bene nelle fotografie, 2012
Franco Stelzer - Il nostro primo solenne stranissimo Natale senza di lei, 2003
Fulvio Abbate - Roma vista controvento, 2015
Giacomo Sartori - Anatomia della battaglia, 2005
Gian Marco Griffi - Ferrovie del Messico, 2022
Gianluca Morozzi - Blackout, 2004
Gilda Policastro - La parte di Malvasia, 2020
Giordano Meacci - Il cinghiale che uccise Liberty Valance, 2016
Giordano Tedoldi - Tabù, 2017
Giorgia Tribuiani - Blu, 2018
Giorgio Falco - La gemella H, 2014
Giorgio Fontana - Il mago di Riga, 2022
Giorgio Vasta - Il tempo materiale, 2008
Giovanni Dozzini - Qui dovevo stare, 2021
Giulio Mozzi - Le ripetizioni, 2021
Giuseppe Genna - Dies irae, 2006
Greta Pavan - Quasi niente sbagliato, 2023
Helena Janeczek - La ragazza con la Leica, 2017
Ilaria Palomba - Vuoto, 2022
Laura Pariani -La valle delle donne lupo, 2011
Laura Pugno - Sirene, 2007
Letizia Muratori - Casa madre, 2008
Licia Giaquinto - La briganta e lo straniero, 2014
Lorenza Pieri - Il giardino dei mostri, 2019
Lorenzo Mercatanti - Il babbo avrebbe voluto dire ti amo ma lo zio ne faceva anche a meno, 2014
Luca Ricci - Gli autunnali, 2018
Luigi Romolo Carrino - Non è di maggio, 2021
Maddalena Fingerle - Lingua Madre, 2021
Marcello Fois - Nel tempo di mezzo, 2012
Marco Balzano - Resto qui, 2015
Marco Drago - Innamorato, 2023
Marco Mancassola - Last love parade, 2005
Marco Missiroli - Atti osceni in luogo privato, 2015
Marco Peano - L'invenzione della madre, 2015
María Grazia Calandrone, Dove non mi hai portata, 2023
Maria Rosa Cutrufelli - Il giudice delle donne, 2016
Marino Magliani - Peninsulario, 2022
Mario Desiati - Spatriati, 2022
Marta Cai - Enti di ragione, 2019
Massimiliano Santarossa - Pane e Ferro, 2019
Matteo Cavezzali - Nero d'inferno, 2018
Matteo Galiazzo - Cargo, ne 2013
Matteo Melchiorre -Requiem per un albero, 2004
Mauro Covacich - La sposa, 2016
Michele Mari - Leggenda privata, 2017
Michele Orti Manara - Il vizio di smettere, 2018
Michele Vaccari - Un marito, 2018
Niccolò Ammaniti - Io non ho paura, 2001
Nicola Lagioia - La città dei vivi, 2020
Orso Tosco - Aspettando i naufraghi, 2018
Paola Barbato - Zoo, 2019
Paolo Cognetti - Sofia si veste sempre di nero, 2012
Paolo Colagrande - Salvarsi a vanvera, 2022
Paolo Giordano -
Paolo Nori - Vi avverto che vivo per l’ultima volta, 2023
Paolo Zanotti - Bambini bonsai, 2010
Paolo Zardi - Il giorno che diventammo umani, 2013
Piera Ventre - Gli spettri della sera, 2023
Piersandro Pallavicini - Atomico Dandy, 2005
Raul Montanari - Il buio divora la strada, 2002
Remo Rapino - Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, 2019
Romolo Bugaro - Non c'è stata nessuna battaglia, 2019
Rosa Matteucci - Costellazione familiare, 2016
Rosella Postorino - Le assaggiatrici, 2018
Rossana Campo - Dove troverete un altro padre come il mio, 2015
Sacha Naspini - I cariolanti, 2020
Sandro Campani - I passi nel bosco, 2020
Sandro Veronesi - Caos Calmo, 2005
Sara Gamberini - Maestoso è l’abbandono, 2018
Sebastiano Vassalli - Le due chiese, 2010
Sergio Claudio Perroni - Entro a volte nel tuo sonno, 2018
Silvia Ballestra - La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, 2022
Silvia Bottani - Il giorno mangia la notte, 2020
Simona Baldanzi - Figlia di una vestaglia blu, 2006
Simona Baldelli - Vicolo dell'Immaginario, 2018
Simona Vinci - La prima verità, 2016
Tiziano Scarpa - Cose fondamentali, 2010
Tommaso Pincio - Panorama, 2015
Tullio Avoledo -
Ugo Cornia - Quasi amore, 2001
Valentina Durante - Enne, 2020
Valentina Maini - La mischia, 2020
Valeria Corciolani - La regina dei colori, 2023
Valeria Parrella - Lo spazio bianco, 2008
Valerio Evangelisti - Noi saremo tutto, 2004
Vanni Santoni - Gli interessi in comune, 2008
Veronica Galletta - Nina sull’argine, 2021
Veronica Tomassini - L’altro addio, 2017
Vincenzo Pardini - Il valico dei briganti, 2023
Viola Di Grado - Fame blu, 2022
Vitaliano Trevisan - Works, 2016
Walter Pozzi - Carte scoperte, 2015
Walter Siti - Troppi paradisi, 2006
Wu Ming - 54, 2002"
Poi è partita una lotta nel fango di scrittori che gridano e si tirano i capelli e dicono meglio quello meglio quell' altro e poi io, ci devo essere io. Ed i miei amici x e y..."
E lui alla fine ha tolto il post.
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Apprezzo il disegno realista, davvero, quei disegni che sembrano fotografie sono incredibili, frutto di molta pazienza, cura al dettaglio, impegno e molto altro. Ma non fa per me. Più mi sento dire "sei migliorata" da chi definiva i miei disegni "infantili e stilizzati" più mi sembra di perdere qualcosa.. qualcosa di mio, di unico, uno stile che creavo sacrificato per un immagine che già c'è, per una copia invece di un idea. Più so copiare da un immagine visiva meno so fare uscire quello che sta nella mia testa.
Qui un elenco di persone che fortunatamente non hanno ascoltato certe critiche, o non ci avrebbero regalato certi scenari:
Lora Zombie,
Chiara Bautista,
Zoe Lacchei,
Robin Eisenberg
Phazed
1. Jasmine Becket-Griffith: Jasmine Becket-Griffith è un'artista statunitense con uno stile unico e distintivo. Le sue opere spesso raffigurano figure eteree e mistiche, con dettagli intricati e colori vivaci.
2. Chet Zar: Chet Zar è un artista americano noto per le sue opere che fondono horror e fantastico. Le sue raffigurazioni spesso presentano figure bizzarre, mostruose e oscure, in una miscela unica di dettagli realistici e immaginazione distorta.
3. Nicoletta Ceccoli: Nicoletta Ceccoli è un'artista italiana con uno stile fiabesco, ma al tempo stesso inquietante. Le sue opere spesso raffigurano bambine dalle espressioni malinconiche e sognanti, immerse in scenari surreali e simbolici.
4. Camille Rose Garcia: Camille Rose Garcia è un'artista americana le cui opere sono ispirate dal mondo delle fiabe, ma con un tocco oscuro. Le sue raffigurazioni sono caratterizzate da colori vibranti, figure distorte e dettagli intricati.
5. Ray Caesar: Ray Caesar è un artista canadese noto per le sue rappresentazioni di un mondo fantastico e sognante. Le sue opere spesso presentano figure femminili sofisticate e misteriose, ambientate in scenari intricati e dettagliati.
1. Ai Weiwei: Artista cinese e attivista politico, il suo lavoro affronta temi come la censura, i diritti umani, la critica al governo cinese e l'immigrazione.
2. Banksy: L'identità di Banksy è ancora sconosciuta, ma il suo lavoro di street art politica e provocatoria ha attirato l'attenzione a livello internazionale. I suoi murales spesso affrontano questioni sociali, politiche e ambientali.
3. Kara Walker: L'arte di Kara Walker indaga il razzismo, l'identità e la storia dell'oppressione degli afroamericani negli Stati Uniti con raffigurazioni provocatorie e spesso violente.
4. Marina Abramović: Conosciuta per le sue performance estreme, Abramović esplora i confini del corpo, del tempo e dell'interazione umana. Le sue performance sono spesso cariche di simbolismo e suscitano reazioni emotive intense.
5. Yayoi Kusama: Kusama è famosa per le sue installazioni immersive e ad alto impatto visivo che spesso utilizzano il concetto dell'infinito e della sovrapercezione. L'artista giapponese ha affrontato temi come la salute mentale, il consumismo e la sessualità.
6. Jenny Holzer: Holzer utilizza la parola scritta come mezzo d'espressione principale, proiettando messaggi provocatori e contestanti su facciate di edifici, installazioni lumino- testuali e scritte su supporti vari. I suoi lavori si concentrano sul potere delle parole e affrontano temi come l'oppressione delle donne, la guerra e la politica.
7. Olafur Eliasson: Eliasson creane installazioni interattive che coinvolgono il pubblico attraverso l'utilizzo di luce, specchi e elementi naturali. Le sue opere esplorano temi come il cambiamento climatico, la percezione umana e l'interazione con l'ambiente.
8. Shirin Neshat: L'arte di Neshat esplora le dinamiche culturali, le divisioni di genere e la politica nel contesto del Medio Oriente. Attraverso fotografie, video e film, l'artista iraniana-america affronta temi come l'identità, l'oppressione e il conflitto.
9. Damien Hirst: Hirst è noto per i suoi lavori che coinvolgono animali morti o parti di animali. Le sue opere sollevano questioni etiche sulla vita e la morte, il consumo e la bellezza.
10. Cindy Sherman: Sherman è famosa per le sue fotografie in cui lei stessa si trasforma in personaggi diversi, spesso stereotipi femminili. Il suo lavoro affronta la cultura dei media, l'identità e il concetto di autorappresentazione.
Questi artisti spingono i limiti dell'arte e affrontano questioni cruciali che suscitano discussioni e riflessioni sulla società, la politica, l'identità e molto altro ancora.
9. Roger Ballen: Roger Ballen è un fotografo sudafricano noto per le sue immagini disturbanti e surreali, spesso ambientate in ambienti claustrofobici e con protagonisti animali o persone marginalizzate.
10. Jock Sturges: Jock Sturges è un fotografo americano famoso per i suoi ritratti di adolescenti nudi in ambientazioni naturali, creando immagini intime e sensuali che esplorano la transizione dalla giovinezza all'età adulta
11. Elinor Carucci: Elinor Carucci è una fotografa israeliana-americana che si concentra sulla sua famiglia e sulla sua vita quotidiana, creando immagini intime e personali che rivelano emozioni complesse e universali.
12. David LaChapelle: David LaChapelle è un fotografo e regista americano noto per le sue immagini audaci ed eccentriche, spesso con icone pop, celebrità e riferimenti culturali, creando immagini che catturano l'attenzione estraendo la bellezza e l'assurdità del mondo moderno.
13. Antoine D'Agata: Antoine D'Agata è un fotografo francese noto per il suo lavoro provocatorio e crudo, spesso mostrando la vita nei margini della società, con immagini sessuali esplicite, droga e violenza.
14. Daido Moriyama: Daido Moriyama è un famoso fotografo giapponese noto per le sue immagini in bianco e nero che catturano la vita urbana di Tokyo, con un occhio brutale e decisamente moderno.
15. Francesca Woodman: Francesca Woodman è stata una fotografa statunitense che ha creato immagini intime e poetiche di sé stessa e del suo corpo, spesso intrecciati con l'architettura delle case e degli ambienti in cui si trovava.
16. Vivian Maier: Vivian Maier è stata una fotografa statunitense-americana scoperta in modo postumo, nota per le sue immagini di strada catturate principalmente a Chicago, offrendo uno sguardo unico sulla vita urbana degli anni '50 e '60.
1. Jan Saudek: Jan Saudek è un famoso fotografo ceco noto per le sue immagini poetiche e surreali. Le sue fotografie spesso raffigurano soggetti nudi o seminudi in pose suggestive, creando immagini che evocano emozioni profonde e complesse.
2. Sally Mann: Sally Mann è una rinomata fotografa statunitense con uno stile molto intimo e personale. Le sue fotografie spesso raffigurano la sua famiglia e la vita nella Virginia rurale, esplorando concetti di memoria, tempo e degrado.
3. Duane Michals: Duane Michals è un fotografo americano noto per il suo approccio narrativo e sperimentale. Le sue fotografie sono spesso una sequenza di immagini che raccontano una storia o esplorano temi come l'amore, la morte e l'identità.
4. Sarah Moon: Sarah Moon è una fotografa francese con uno stile onirico e poetico. Le sue immagini spesso sfocano i confini tra realtà e fantasia, creando atmosfere surreali e misteriose.
5. Joel-Peter Witkin: Joel-Peter Witkin è un fotografo americano noto per le sue fotografie provocatorie e inquietanti. Le sue immagini spesso includono soggetti "diversi" come deformità, corpi mutilati o oggetti macabri, creando immagini che sfidano le norme sociali e provocano riflessioni sulle nostre paure e perversioni.
6. Nan Goldin: Nan Goldin è una fotografa americana con uno stile documentaristico e intimo. Le sue fotografie spesso raffigurano la sua cerchia di amici e conoscenti, documentando la vita notturna, l'amore, la dipendenza e le relazioni umane con un occhio sincero e senza filtri.
7. Arno Rafael Minkkinen: Arno Rafael Minkkinen è un fotografo finlandese-americano noto per i suoi autoritratti in natura. Le sue immagini spesso esplorano la connessione e l'interazione tra il corpo umano e l'ambiente, creando composizioni suggestive e poetiche.
Ricorda che ognuno di questi fotografi ha uno stile unico e distintivo, quindi ti consiglio di esplorare il loro lavoro per trovare quello che più ti ispira.
46. Ray Troll
47. Daniel Merriam
48. Jasmine Worth
49. Sonya Fu
50. Michael Page
51. Chie Yoshii
52. Yoko D'Holbachie
53. Sarah Louise Davey
54. Kit King
55. Femmepop
56. Travis Lampe
57. Sheri DeBow
58. Mab Graves
59. Popovy Sisters
60. Amy Brown
61. Laurie Lipton
62. Mark Bryan
63. Ray Caesar
64. Joel Rea
65. Simona Candini
66. Tom Bagshaw
67. Marion Bolognesi
68. Lora Zombie
69. Heather Watts
70. Paul Rumsey
71. Brian M. Viveros
72. Nom Kinnear King
73. Brendan Monroe
74. Jeremy Geddes
75. Lesley Oldaker
76. Kim Simonsson
77. Jana Brike
78. Jeff Soto
79. Hikari Shimoda
80. Yoskay Yamamoto
81. Olek
82. Yayoi Kusama
83. Atsushi Suwa
84. Fem Jasper-King
85. Tina Lugo
86. Zoe Keller
87. Erik Jones
88. Moki
89. Justin Mortimer
90. Gustavo Rimada
91. Michael Shapcott
92. Sachin Teng
93. Laura Colors
94. Erwin Olaf
95. Fairy Teller
96. Michelle Mia Araujo
97. Martin Eder
98. Lin Fengmian
99. Marissa Oosterlee
100. Andrew Hem
Ognuno di questi artisti ha una prospettiva unica e un modo particolare di rappresentare concetti e emozioni nella loro arte. Potresti scoprire nuove ispirazioni e dimensioni artistiche esplorando il loro lavoro.
1. Audrey Kawasaki
2. Marion Peck
3. Mark Ryden
4. James Jean
5. Tara McPherson
6. Jenny Frison
7. Brandi Milne
8. Kukula
9. Amy Sol
10. Peter Gric
11. Femke Hiemstra
12. Josh Keyes
13. Brian Despain
14. Kris Kuksi
15. Nicoletta Stamatelatos
16. Gary Baseman
17. Scott Musgrove
18. Sarah Joncas
19. Natalie Shau
20. Shag (Josh Agle)
21. Greg "Craola" Simkins
22. Luke Chueh
23. Caitlin Hackett
24. Soey Milk
25. Audrey Pongracz
26. Alex Pardee
27. Travis Louie
28. Natalia Fabia
29. Chris Mars
30. Casey Weldon
31. Brandi Read
32. Jeanie Tomanek
33. Jessica Joslin
34. Scott Radke
35. Camilla d'Errico
36. Lori Earley
37. Michael Hussar
38. Benjamin Lacombe
39. Miho Hirano
40. Kindra Nikole
41. James Gurney
42. Kris Lewis
43. Martin Wittfooth
44. Timothy Robert Smith
45. Colin Christian
Questi sono solo alcuni dei tanti artisti che potrebbero piacerti.
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Sono più di sei mesi che non guardo i tuoi social.
Una parte di me muore dalla curiosità di vedere come sei diventata, ammesso che tu sia cambiata. Avrai cambiato di nuovo colore dei capelli? E il taglio? E la guerra col tuo corpo sarà finalmente terminata? Chi lo sa.
Se solo avessi avuto più coraggio avrei continuato a guardarti vivere nelle tue fotografie e in quelle dei tuoi amici. Avrei gioito dei tuoi piccoli traguardi, e applaudito da così tanti km di distanza i tuoi successi. Avrei guardato le tue stories con il cielo e le stelle ed avrei chiesto ad una di quelle di sfiorarti il viso da parte mia con una carezza.
Perdonami se non ci sono riuscita.
Sarai diventata di sicuro più intelligente, più bella e sarai cresciuta e maturata tanto e forse avrai visitato nuovi posti e mangiato sushi mai provati prima. Ti manca mai la panzarotto che ti prendevo io? Mi fa un po’ strano pensare che probabilmente senti più la sua mancanza che la mia ( o meglio: solo quella della pizza).
Ti abbraccio
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#romenagiovani incontra Folco Terzani
E’ Massimo Orlandi a introdurre Folco al giovane e fresco pubblico dell’auditorium.
“Alla vostra età – dice Massimo - la cosa più importante e' essere ZERO, che non vuol dire non valere niente. Vuol dire essere capaci di ascoltare. Lo diceva Margherita Hack , da non credente: la sostanza di cui sono fatti gli uomini è la stessa delle stelle. Noi siamo stelle.E lo diceva anche Giovanni Vannucci: ogni uomo è un messaggio irripetibile che Dio manda al mondo.”
L’incontro con Folco è scandito dalle fotografie, tantissime, della sua vita.
“ Il nostro ospite è uno scrittore e un documentarista. Ha viaggiato tantissimo nel mondo. Ci porterà delle idee spiazzanti. E’ una persona vera e appassionata. La condizione fondamentale della sua vita e stata proprio il viaggiare”
Folco inizia così:
“Io sono nato in valigia. Il mio babbo ha preso anche i bambini e moglie e ci ha portato in Asia. Lui era interessato alla guerra, capire cos’era. E all’epoca quella interessata era in Vietnam. Ci ha parcheggiato in un posto sicuro ed è partito.
Poi si è interessato al comunismo e quindi siamo andati in Cina dove c’era un esperimento in corso su un’idea di uguaglianza.
E per capire come funzionava ci ha mandato a scuola li, anche se non capivamo il cinese. Sono stati anni difficili ma poi si sono rivelati i più importanti . Questo è il modo che mi ha insegnato ad andare in giro per il mondo.
Né in Cina né in Giappone mi sono sentito a casa. Dopo l’università in Inghilterra sono andato in India per conoscere l'opposto di tutto quello che avevo conosciuto fino a quel momento.
Volevo capire se la direzione che avevo preso era la giusta direzione per me.
Quali erano le alternative? Cos’altro potevo fare?
E mi sono ricordato di un paese che avevo visto a 11 anni, l’India. Io all’epoca non la volevo vedere, perché quella povertà mi terrorizzava.
Avevo paura di prendere la lebbra. Poi un giorno girando vidi degli uomini che non avevano nulla, vivevano nelle grotte. Erano gli asceti e sembravano dei re da quanto erano sereni.”
Da lì è iniziato un cammino diverso, dove fondamentale è stato l’anno passato nella casa dei morenti con Madre Teresa di Calcutta.
Un’esperienza che si dimostrerà decisiva anche per un’altra pagina importante della sua vita, quando il padre Tiziano propone al Folco un viaggio speciale che diventerà prima un libro e poi un film: La fine è il mio inizio. Un libro testamento che toccherà a lui rimettere assieme.
Cosa resta a Folco di questo viaggio ? “ All’epoca stavo in America a montare un documentario sugli asceti. Mi arrivò una lettera dal babbo che mi proponeva questo viaggio, e di fare pesto perché stava per morire. Fu una cosa meravigliosa. Io ero l’unico che non aveva paura quando lui mi parlava della morte. Mi ero abituato nell’anno in cui ero stato con Madre Teresa.
Arrivato a casa ad Orsigna, trovai il mio babbo abbacchiato ma sempre allegro. E gli chiesi: come mai sei allegro e sereno mentre ti stai avvicinando alla morte? Lui rispose: ho avuto la fortuna di esplorare il mondo per capire la vita. Allora gli chiesi di raccontarmi quello che aveva capito sulla vita. E stato un bellissimo racconto. Ho scoperto che il mio babbo era un maestro. E lui ci teneva moltissimo a lasciare a me quello che aveva capito. Quando ha finito di raccontare, ha taciuto per due giorni e poi é morto. Io volevo vedere la sua faccia dopo la morte, perché quello è il momento che resta (come una statua) dopo che l’anima si è distaccata dal corpo. E il suo volto era sereno.
Lui mi diceva: sai perché non ho paura di morire ? Perché tutto quello che volevo fare l’ho fatto. L’unica cosa che ancora non conosco era la morte.
Fare una vera vita é fattibile. E’ possibile fare una vita in cui tu sei tu, in cui ti riconosci. Si può fare! Se segui la cosa che ti piace, alla fine la fai. Mio babbo con queste parole mi ha incoraggiato ad esplorare. Qui sta anche il suo insegnamento. Sta a noi andare per il mondo ad esplorare. E voi - dice Folco, rivolgendosi ai ragazzi e alle ragazze - avete un età fantastica, tra gli studi e il lavoro. Andate per il mondo ad esplorare.
L’ultima tappa di questo viaggio è “innamorarsi”: Innamorarsi del creato, innamorarsi in una relazione a due.
“La fonte della vita non è l’economia ma il sole. Il sole è i giorni, egli anni. E’ il donatore della vita. Per questo la mattina la passo spesso ad ammirare la meraviglia dell’alba, come abbiamo fatto in tanti e insieme, durante la marcia del solstizio ‘estate camminando da Firenze alla croce del Pratomagno e aspettando sul crinale della montagna la nascita di un nuovo giorno.
L’altra esperienza dell’innamorarsi è l’amore tra le persone. Qualche giorno dopo il solstizio Folco è venuto qui a Romena per sposarsi con la sua compagna da tanti anni.
“Io ho imparato molto dai miei – conclude Folco - . Mi hanno insegnato che ciascuno ha un proprio percorso e che occorre dare molto spazio alla crescita di entrambi. Per questo è importante l’amore ma anche l’amicizia. Di Geia amo la complementarietà, lei mi tiene per terra, la sua concretezza”.
Chiudiamo con degli incoraggiamenti e la speranza che queste giornate abbiano suscitato nei ragazzi un sentimento di nostalgia.
Alcuni pensieri:
Vi auguro la cosa di cui avete maggiormente bisogno: l’innamoramento più vero, più vivo, più forte (Don Tonino Bello).
Cercate la felicità ce l'abbiamo dentro ce l'hanno data in dono. È lì che vi aspetta (Roberto Benigni)
Ho viaggiato molto, ho visto tanti dei tutti belli, ma qui è il posto dove sento quella vibrazione che ci può portare al senso del grande (Folco Terzani)
L’ultimo pensiero e di Don Luigi:
“Sono felice che ci siate voi, perché ringiovanite il mondo. Portate freschezza. Gesù diceva: lasciate che i bambini vengano a me, perché hanno mantenuto la sensibilità.
Vi lascio alcune cose da vivere concretamente:
- spezzare l’idolo, quello che ti compra.
- Si ricomincia se non si ha paura del nuovo, se non si ha paura di fare brutte figure.
- Si deve saperci stare dentro la vita e viverla oltre ogni logica.
- Non esiste una strada senza la meta. La vita ha sempre un finale, un compimento. Non si deve aver paura della crisi. E quando c’è un terremoto il punto più sicuro è la strada.
Vi auguro di camminare. E per farlo bisogna farsi uno zaino leggero. Poi è importante il passo. Ognuno deve trovare il proprio passo, seguire quello. Ultima cosa sono gli occhi, l’amore non è astratto, è concreto.
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Dunya Mikhail
"La Guerra Lavora Molto"
La guerra
com’è
seria
attiva
e abile!
Sin dal mattino
sveglia le sirene
invia ovunque ambulanze
scaglia corpi nell’aria
passa barelle ai feriti
richiama la pioggia dagli occhi delle madri
scava nel terreno
dissotterra molte cose dalle macerie
alcune luccicanti e senza vita
altre pallide e ancora vibranti.
Suscita più interrogativi
nelle menti dei bambini.
Intrattiene gli dei lanciando
missili e proiettili
in cielo.
Pianta mine nei campi
semina buche e vuoti d’aria
sollecita le famiglie a emigrare
affianca i sacerdoti
quando maledicono il diavolo
(disgraziato, la sua mano è ancora infuocata. Brucia.)
La guerra è inarrestabile, giorno e notte.
Ispira i lunghi discorsi dei tiranni
conferisce medaglie ai generali
e argomenti ai poeti.
Contribuisce all’industria di arti artificiali
fornisce cibo alle mosche
aggiunge pagine ai libri di storia
mette sullo stesso piano vittima e assassino.
Insegna agli innamorati come si scrivono le lettere
insegna alle ragazze ad aspettare
riempie i giornali di storie e fotografie
fa rullare ogni anno i tamburi per festeggiare
costruisce nuove case per gli orfani
tiene occupati i costruttori di bare
dà pacche sulle spalle ai becchini
sorride davanti al capo.
La guerra lavora molto
non ha simili
ma nessuno la loda.
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