#fotografia disabilità
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Allora ci sono ancora persone civili in questa società almeno rispettose di chi si trova su una sedia a rotelle, quasi tutti hanno chiesto se servisse un aiuto ed erano persone perfettamente sconosciute e vedendo la difficoltà di trovare un posto a sedere senza dover fare le scale un gruppo ha deciso spontaneamente di alzarsi e lasciare il posto
Grazie 🙏 c'è ancora speranza ❤️🩹
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#pensieri#sedia a rotelle#disabilità#momentaneamente invalida#invalido#diversamente abile#civiltà#rispetto#grazie#aiuto spontaneo#speranza#foto#fotografia#scatto fotografico
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La fotografia per raccontare una disabilità "invisibile"
Il progetto con la fotografia di Tito Borsa e Luna Vanzetto Anni di dolore cronico senza che i medici le credessero, finché non ha incontrato un genetista che ha finalmente dato una risposta alle sue domande: sindrome di Ehlers-Danlos, una rara patologia genetica che causa dolore cronico e indebolisce il tessuto connettivo, una sorta di “impalcatura” che regge ogni singola parte del corpo.…
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“Giorni e nuvole”
La fotografia stenopeica come strumento di ricerca di sé dalla mostra “Giorni e nuvole” La fotografia stenopeica come strumento di ricerca di séDa quattro anni Luca Baldassari, fotografo stenopeico, si impegna quotidianamente in una serie di attività volte a sostenere soggetti in stato di disabilità, favorendone l’inclusione.Attraverso le immagini proposte, lui si fa testimone dei vissuti di…
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#advancedselfportrait#ArteTrasformativa#autoriitaliani#autoritratto#autoritrattofotografico#autoritrattoterapeutico#autoritrattotrasformativo#conosceresestessi#emozioniinarte#fotografiaterapeutica#fotografiatrasformativa#ishoothumans#lensculture#passionefotografia#processocreativo#RitrattoPersonale#selfportraitideas#selfportraitinspired#selfportraitl#selfportraiture#selfshoot#theportraitproject#trasformareildoloreinarte
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Carlotta vive a Santa Maria a Monte, in Toscana. È il 2019. Siede sul divano, prende il telefono, scorre le foto del suo cane scomparso, piange. È passato del tempo, ma il dolore è ancora forte. Carlotta sente un grande vuoto. Si asciuga le lacrime, si distrae guardando i social, dopo un po’ legge un annuncio. In Puglia c’è un cane che rischia di essere soppresso perché è cieco e nessuno lo vuole. Carlotta fissa la fotografia, sente qualcosa di forte. Dietro quegli occhi socchiusi c’è molto di più. Il cuore ha già fatto la sua scelta, ma prima vuole dei pareri. Veterinari ed esperti sconsigliano l’adozione. Quel cane non correrà, non salterà, non giocherà, non darà nessuna soddisfazione, è un caso perso, meglio lasciar perdere. Carlotta guarda quel muso sorridente, beato, trasmette tanta voglia di vivere. Marley arriva dopo qualche mese. Gira per la casa senza paura, annusa, sbatte contro i mobili, scodinzola sempre. Carlotta indossa dei sonagli alle caviglie per portarlo fuori. Hanno detto che è l’unico modo perché la segua. Dura qualche giorno. Poi Marley le va dietro senza bisogno neanche del guinzaglio. Impara subito dove si trovano le ciotole, in poco tempo memorizza la strada di casa. Dopo aver annusato il pallone non c’è verso di levarglielo dalle zampe. Marley corre nei prati, gioca con gli altri cani, salta i fossi, va dietro a tutte le cagnoline, è il terrore dei gatti del vicinato. Percepisce gli ostacoli con l’istinto, e se a volte non prende bene le misure, basta un attento! gridato ad alta voce per rimetterlo sulla giusta strada. Va a sbattere, cade, ma si rialza sempre. Carlotta guarda quella lingua penzoloni, quel muso sorridente. E piange. Piange perché Marley ha inondato il suo cuore di amore, e perché è vero, non è un cane come gli altri, è molto di più. Con quegli occhioni socchiusi ha dimostrato che non c’è un solo modo di vivere il mondo, che si può cadere, ma ci si deve rialzare più forti di prima. Le ha insegnato che la volontà è più potente di qualsiasi disabilità. E che la parola impossibile non esiste.
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La Liguria terza regione per capacità di risposta nei casi di Ictus. Da rapporto Agenas emergono buone performance anche dalla rete cardiologica per l'emergenze
La Liguria terza regione per capacità di risposta nei casi di Ictus. Da rapporto Agenas emergono buone performance anche dalla rete cardiologica per l'emergenze. GENOVA. La Liguria è tra le regioni che hanno ottenuto risultati positivi nella fotografia scattata da Agenas attraverso la terza indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo-dipendenti. Si tratta di un report che mette in luce le capacità di risposta nell'emergenza-urgenza per le patologie (come infarti, ictus e traumi gravi) rispetto alle quali le conseguenze dipendono dalle decisioni e dagli interventi effettuati nelle prime ore dall'insorgenza dei sintomi. L'indagine è stata condotta sui risultati del monitoraggio 2022, nell'ambito degli adempimenti e dei mandati conferiti all'Agenzia per affiancare le Regioni nel rispetto degli standard organizzativi del Dm70. La Liguria si piazza al terzo posto tra le regioni con i migliori indici di performance nella presa in carico dell'Ictus (dietro a provincia di Bolzano ed Emilia-Romagna). Gli indicatori considerati riguardano i tassi di mortalità a 30 giorni dal ricovero, il trattamento e le dimissioni. Buon piazzamento anche nella rete cardiologica per l'emergenza, dove la Liguria è all'ottavo posto. In questo caso gli indicatori della graduatoria, che vede al comando le Marche, riguardano il tasso di mortalità legato a infarto miocardico acuto o intervento di bypass aorto-coronarico, l'individuazione dei pazienti ad alto rischio ischemico e i programmi di cardiologia riabilitativa. "Questo risultato – spiega il presidente della Giovanni Toti – è estremamente importante per una regione come la nostra, visto che si tratta di patologie che possono insorgere soprattutto nelle fasce di popolazione più anziana. Ma è anche un risultato che è frutto di una rete ospedaliera all'avanguardia e dello sforzo fatto in questi anni da Regione Liguria nel campo della gestione dell'emergenza-urgenza e della capacità di risposta in tempi rapidi nella gestione dei casi più gravi". "Globalmente – aggiunge l'assessore alla Sanità Angelo Gratarola – la valutazione che Agenas fa ci vede sostanzialmente nella media nazionale con una punta di eccellenza nella rete Ictus, tra le prime tre in Italia, e con un buon piazzamento anche per la rete cardiologica per l'emergenza che sono tra l'altro le due principali voci di mortalità o di grave disabilità. Cogliamo l'indicazione della maggiore percentuale di ricoveri rispetto ad altre regioni come punto sul quale riflettere ed agire, ma va considerata anche la particolare fragilità della popolazione ligure in virtù del profilo anagrafico prova ne é che regioni simili come l'Umbria hanno performance sovrapponibili alle nostre. Anche questa volta, quindi, c'è la dimostrazione plastica che la sanità ligure eroga prestazioni in media con il resto del paese con alcune peculiarità positive".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Eccoci pronti a svelare le voci della challenge 2024 della nostra Biblioteca San Valentino
Le regole le abbiamo pubblicate qualche giorno fa, se qualcuno volesse recuperarle le trova fissate nella parte alta della nostra bacheca Facebook, oppure può contattarci e richiederle espressamente.
Detto questo... Ecco le voci...
1) Mese di Gennaio: Un libro che abbia in copertina uno strumento musicale
2) Un libro proposto nella nostra bibliografia sulla primavera https://www.bibliotecasanvalentino.it/primavera/
3) Un libro ambientato o in Biblioteca o in Libreria
4) Un libro pubblicato nell'anno in cui è nata tua madre
5) Mese di Febbraio: Un libro che abbia in copertina una maschera
6) Un libro con più di 550 pagine
7) Un libro che abbia a che fare con il mondo degli scacchi
8 ) Un libro fantasy
9) Mese di Marzo: Un libro che abbia in copertina una chiave
10) Un libro vincitore del premio Pulitzer per la narrativa
11) Un libro edito dalla casa editrice Sellerio
12) Un libro ambientato a Roma
13) Un libro che abbia tra i suoi protagonisti un medico
14) Mese di Aprile: Un libro che abbia in copertina un paio di scarpe
15) Un libro pubblicato per la prima volta tra il 1945 e il 1990
16) Un libro di un/una autore/autrice portoghese
17) Mese di Maggio: Un libro che abbia in copertina un utensile da cucina
18) Un libro ambientato in un paese che hai visitato e che ti ha affascinato (o che ti sia comunque rimasto nel cuore)
19) Mese di Giugno: Un libro che abbia in copertina un simbolo religioso
20) Un libro la cui ultima pagina numerata sia 9
21) Un libro proposto dal nostro GdL "Chiave di Lettura" https://www.bibliotecasanvalentino.it/chiave-di-lettura/
22) Un libro comprato nel 2023 ma che non hai ancora avuto modo di leggere
23) Mese di Luglio: Un libro che abbia in copertina una farfalla
24) Un libro scritto da Agatha Christie
25) Un libro che non avresti voluto finire di leggere
26) Un libro che è diventato o diventerà un film
27) Mese di Agosto: Un libro che abbia in copertina uno o più segni zodiacali
28) Un libro proposto nella nostra bibliografia sulla festa della donna https://www.bibliotecasanvalentino.it/8-marzo/
29) Un libro che abbia più di un/una protagonista
30) Un libro ambientato nella brughiera
31) Mese di Settembre: Un libro che abbia in copertina un dolce
32) Un libro del genere chick-lit
33) Un libro che nel titolo abbia un numero in cifre arabe
34) Un libro il cui protagonista ha una disabilità
35) Mese di Ottobre: Un libro che abbia in copertina un ombrello
36) Un libro che ti ha fatto piangere
37) Un libro il cui titolo abbia almeno tre parole (compresi gli articoli)
38) Un libro non-fiction (saggio, teatro, manuale, poesia)
39) Un libro che contenga al suo interno una mappa
40) Un romanzo di formazione
41) Mese di Novembre: Un libro che abbia in copertina una fotografia
42) Un libro appena acquistato
43) Un libro appartenente alla lista "100 classici di nuova generazione"
44) Un libro dalla copertina marrone o beige
45) Un libro ambientato al mare
46) Un libro scritto da un autore/un'autrice che abbia il doppio cognome
47) Mese di Dicembre: Un libro che abbia in copertina un simbolo del Natale
48) Un libro di un autore che già conosci
49) Un libro scelto solo per la sua copertina
50) Un libro a tua scelta
#bibliotecasanvalentino#bibliosanvalechallengebook2024.#challenge#challengebook#bookchallenge#challenge2024#bibliosanvalechallengebook2024#prontiaripartire#eccoilregolamento#nuovoregolamento#challengenellachallenge#50letture#50lettureinunanno#challengemensile#buoneletture#tanteletture#limportanzadellalettura#limportanteèleggere#leggere#libri#50libriinunanno#bookreader#bibliotecacomunale#bibliosanvalentino#bibliosanvale#biblioteca
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INGE MORATH. L’OCCHIO E L’ANIMA: a Caraglio fino al 25 Febrbaio 2023
Il profondo e mai convenzionale sguardo sulla realtà di una donna, consacrata fra le più importanti fotografe del XX secolo, guida la mostra monografica “Inge Morath. L’occhio e l’anima”. Al Filatoio di Caraglio, dal 19 ottobre al 25 febbraio, celebra, nel centenario dalla nascita, la prima fotogiornalista dell’agenzia Magnum Photos, portando oltre 200 delle sue opere nelle sale dello storico opificio, che per secoli ha impiegato proprio la manodopera femminile nella filatura della seta. Il progetto espositivo, curato da Brigitte Blüml-Kaindl, Kurt Kaindl e Marco Minuz, mira a far emergere tutte le principali esperienze umane e professionali della grande fotografa austriaca, offrendo così la più vasta monografia italiana a lei dedicata. Per la prima volta in Italia, al Filatoio di Caraglio verrà esposta in esclusiva anche una sezione con fotografie a colori. Nata Graz in Austria nel 1923, dopo studi linguistici a Berlino lavora come traduttrice e giornalista. Collabora con il fotografo Ernst Haas illustrando con la parola i suoi reportages. Lascia la Germania nel primo dopoguerra e si trasferisce a Londra ove conosce Endre E. Friedman nome vero di un altro famosissimo esule del centro Europa, Robert Capa. Assunta dalla nota agenzia fotografica MAGNUM dello stesso Capa, H. Cartier Bresson ed altri, continua il lavoro di redattrice. Le prime esperienze fotografiche risalgono al 1951 curando sin d' allora "il patrimonio di Umanità che incontrava: persone semplice o personaggi famosi" con grande attenzione per il contesto visuale. Due curiosità non da poco, fu la terza moglie di Arthur Miller (appena dopo il divorzio da Marilyn Monroe) con cui ebbe un figlio, Daniel, rifiutato e abbandonato in una casa di cura. Come spesso accade proprio ai personaggi famosi che non accettano ciò che appare un fallimento personale. Il filatoio di Caraglio è una struttura unica al mondo. Un po' dimora signorile ( vi abitavano i nobili proprietari) un po' opificio. Risale alla fine del 17° secolo, quando il ducato sabaudo e la Francia si combattevano ferocemente. Scampato a tali drammatiche circostanze, fu attivo come filatoio di seta sino a inizio 900. Dopo un lungo periodo di abbandono ed uso improprio (caserma e deposito) è stato riportato all' antico splendore sul finire del secolo scorso. La mostra personale di Inge Morath è promossa e organizzata da Fondazione Artea e Regione Piemonte in collaborazione con Suazes, Fotohof, Magnum Photos e Comune di Caraglio, e realizzata con il supporto del Forum Austriaco di Cultura Milano, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e con il contributo della Fondazione CRC e Fondazione CRT ORARIgiovedì e venerdì, ore 15.00 – 19.00; sabato, domenica e festivi, ore 10.00-19.00. Chiusura biglietteria ore 18.30.BIGLIETTIintero: € 12,00 (esclusi i diritti di prevendita)ridotto: € 9,00 (esclusi i diritti di prevendita)riservato a: bambini/ragazzi 7- 19 anni, studenti universitari fino a 25 anni, adulti over 65, insegnanti con certificazione, soci ACLI, soci FAI, possessori di biglietto di ingresso alla mostra Fotografia è donna (La Castiglia, Saluzzo).biglietto a tariffa ridotta per gruppi (min 10, max 20 persone): € 6,00biglietto a tariffa ridotta per scolaresche (15-25 persone): € 3,00ingresso gratuito: bambini fino ai 6 anni, soci ICOM, persone con disabilità + 1 accompagnatore; possessori di “Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta” o di “Abbonamento Musei Formula Extra”; guide turistiche abilitate del territorio piemontese; giornalisti (con tesserino); residenti in Caraglio soltanto la domenica mattina.Biglietteria presso il Filatoio (via Matteotti 49, Caraglio – chiusura ore 18.30) oppure online su ticket.itCONSERVA IL TUO BIGLIETTO! Avrai diritto ad un ingresso ridotto per visitare la mostra Fotografia è donna. L’universo femminile in 120 scatti dell’agenzia Magnum Photos alla Castiglia di Saluzzo (fino al 25 febbraio).INDIRIZZOFilatoio di CaraglioVia Matteotti, n.4012023 Caraglio (CN) Articolo di Roberto Curione Read the full article
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Le aziende italiane e l'inclusione: tra il dire e il fare
La storia di oggi parla di aziende italiane ed inclusione. Un binomio che spesso non riceve le giuste considerazioni ma la domanda da porsi è una: quanto ancora c'è da fare? Qual è la situazione in Italia sotto questo importante punto di vista? Aziende italiane e inclusione: cosa significa gender pay gap? Il gender pay gap, o divario retributivo di genere, indica la differenza di retribuzione tra uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro o lavori di uguale valore all'interno di un'azienda o di un settore lavorativo. Il gender pay gap è uno dei problemi più diffusi e persistente nel mondo del lavoro, nonostante siano stati fatti progressi per ridurlo negli ultimi anni. Il divario retributivo di genere ha conseguenze negative sia per le donne che per l'economia nel suo complesso. Per le donne, rappresenta una forma di discriminazione che impedisce loro di ottenere la giusta remunerazione per il lavoro svolto e di raggiungere la parità economica con gli uomini. Per l'economia, invece, il gender pay gap implica una perdita di talenti e di potenziale produttività delle donne, con conseguenze negative sulla crescita economica e sullo sviluppo sociale. Le parole di Linda Gilli, Cavaliere del Lavoro, presidente e AD di Inaz Una chiara fotografia della situazione in Italia è stata "scattata" da Inaz. Con Linda Gilli, Cavaliere del Lavoro, presidente e AD di Inaz andremo a parlare proprio del loro ultimo studio e della loro molto interessante storia: Cos'è Inaz? Da oltre settant’anni è il punto di riferimento per l’organizzazione aziendale e per il mondo degli uffici del personale, con i suoi software e servizi per l’amministrazione e la gestione delle risorse umane. Con una rete commerciale presente in tutta Italia, Inaz offre le sue soluzioni a più di diecimila clienti fra aziende, pubblica amministrazione, studi professionali, consulenti del lavoro e associazioni di categoria. Inaz, con il suo Centro Studi, è anche punto di riferimento per imprese e professionisti in tema di aggiornamento, consulenza e formazione. Quali sono le sensazioni che mergono dal vostro ultimo studio? L’indagine – commenta il Prof. Lepri in chiusura del report – restituisce nell’insieme un’immagine di vivacità delle aziende italiane sui temi Diversity & Inclusion ma, al tempo stesso, mostra che siamo ancora lontani da una condizione generalizzata di maturità sul piano dell’ampiezza e della profondità delle azioni messe in atto. Se volgiamo lo sguardo anche fuori dal mondo del lavoro, si può intuire che in uno scenario sociale, politico e geostrategico come quello attuale, in cui i temi della diversità e dell’inclusione sono interpretati in modo altalenante, controverso e talvolta regressivo, la spinta di cui le imprese hanno ancora bisogno, per una più completa assunzione di responsabilità e chiarezza di prospettive, sembra poter venire nei prossimi anni dalla graduale crescita di protagonismo delle nuove generazioni. Quindi, a che punto è l'Italia per quanto riguarda il gender pay gap? La ricerca Future of Work 2022 conferma quanto da anni viene indicato dalle classifiche internazionali investigando per prima cosa sulle ragioni che spingono i vertici aziendali italiani a occuparsi di D&I: spicca la grande importanza che al tema viene attribuita sul piano etico (84% delle risposte), ma sono poco compresi i suoi risvolti in termini pratici, cioè di business (50% delle risposte) e fiducia della comunità finanziaria (42%). D’altra parte, una percentuale interessante di risposte è però raccolta dalla voce “Engagement, attraction e retention” (64%): questo significa che sta crescendo nelle aziende l’attenzione alle generazioni più giovani, che sono più sensibili alle tematiche D&I. Per quanto riguarda poi le differenti aree di diversity, emerge che la maggiore attenzione è posta su disabilità (78% delle risposte) e genere (76%), seguite dalle differenze generazionali (62%) e poi, a maggiore distanza, da orientamento sessuale, origine geografica e religione. Cosa stanno facendo le aziende italiane in questo senso? Fra le azioni messe in campo dalle aziende spiccano quelle dedicate a contrastare la disparità di genere (76% delle preferenze), disparità che si manifesta principalmente nello sbilanciamento di responsabilità e retribuzioni fra uomini e donne. In questo ambito salta all’occhio però che solo il 44% delle aziende intervistate monitora in modo sistematico il gender pay gap e solo il 38% fa effettivamente qualcosa per ridurlo; per contro, le aziende dichiarano di concentrarsi di più nell’incrementare il numero di donne in ruoli manageriali (il 60% ha azioni in corso in questo senso). Foto di Gerd Altmann da Pixabay Read the full article
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#Fotografia: la #disabilità rielaborata di #MariKatayama @ #VeniceBiennale2019 @katayamari Click for more info: https://barbarapicci.com/2019/07/12/mari-katayama-biennale-arte-2019/ #photography #disability #arte #art #BiennaleArte2019 #biennalearte #museums #mayyouliveininterestingtimes #biennaledivenezia #veniceartbiennale #artecontemporanea #contemporaryart #cultureisfreedom #artisfreedom #curiositykilledtheblogger #artblogging #photooftheday#artistsoninstagram #contemporaryart #artecontemporanea #artmuseum #artcurator #artwatchers #artcollectors #artdealer #arthistory https://www.instagram.com/p/Bzz67CCo5Jz/?igshid=by4bbqn8q63m
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Empatia? Quella e molto altro
Questa fotografia mostra il bellissimo muso di Mia, concentrata mentre guarda un suo simile. Tutto qui? No, dietro a questa immagine c’è una piccola storia bellissima alla quale ho avuto l’onore di assistere oggi.
La cucciola vive con due cani adulti con i quali gioca in maniera abbastanza fisica e, come fanno tutti i giovani cani, usa molto la bocca. Durante la nostra uscita di oggi, abbiamo incontrato questo anziano ‘signore’, ipovedente e ipoudente con numerosi acciacchi e Mia ha completamente modificato la sua modalità di approccio. Si è avvicinata a lui, comprendendo all’istante che Lui era diverso, speciale. Con grande delicatezza lo ha annusato e si è lasciata annusare; ha seguito i movimenti di Cane Anziano con grazia e gentilezza; si è sdraiata a terra per osservarlo meglio; ha pazientemente atteso i tempi del ‘Vecchietto’.
Una giovane con ben poca esperienza di disabilità si è semplicemente lasciata guidare dal suo istinto, la sua sensibilità, la sua empatia.
Noi umani che la accompagnavamo siamo rimasti affascinati e commossi nel ricevere una così grande lezione di vita da una piccola, spontanea, sana e nobile creatura.
Grazie Mia!
#cani#nobiltà#intelligenza#delicatezza#empatia#apprendimento#educatrice_cinofila#istruttore_cinofilo#facilitatrice_relazione#etologia#siamo_tutti_uno#rispetto#sintonia#relazione#antispecismo#educazione_esperienziale
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CODA
Scheda informativa
Regia: Sian Heder
Cast: Emilia Jones (Ruby Rossi), Eugenio Derbez (Bernanrdo Villalobos), Troy Kotsur (Frank Rossi), Ferdia Walsh-Peelo (Miles), Daniel Durant (Leo Rossi), Marlee Matlin (Jackie Rossi), Amy Forsyth (Gertie), Kevin Chapman (Brady)
Produzione: Vendôme Pictures, Pathé Films
Fotografia: Paula Huidobro
Musiche: Marius de Vries
Costumi: Brenda Abbandandolo
Montaggio: Geraud Brisson
Uscita: 28 gennaio 2021
Durata: 111 minuti
Trama
A Gloucester, nel Massachusetts, Ruby Rossi è l’unico membro udente della sua famiglia. I genitori Frank e Jackie e il fratello maggiore Leo sono, infatti, tutti sordi, e per questo motivo Ruby li aiuta con l’attività di pesca di famiglia, con l’intenzione di unirsi a tempo pieno dopo aver terminato il liceo.
Recensione
Il film CODA, ovvero Club of Deaf Adults, all’inizio, non sembrerebbe essere nulla di particolare, e addirittura sembrerebbe forse essere un po’ pieno di cliché. Ma non è nulla del genere. CODA è, infatti, un film al contempo scorrevole e profondo, nel quale la disabilità della sordità è la vera protagonista della pellicola: si è costretti a seguirla – anche se la si vede in streaming – nelle comodità della propria abitazione, in quanto la lingua dei segni, è totale protagonista, così come il gioco effettuato con i suoni. La regia e la fotografia non sono “nulla di che”, ma essendo che la sceneggiatura racconta di una famiglia come tante, pur con le sue particolarità, ambientata in una cittadina statunitense nelle quali si riconoscono le caratteristiche culturali sono riuscite. Entrando nel merito della sceneggiatura, si può dire che la trama non sia tra le più originali, ma è comunque molto significativa: una ragazzina di diciassette anni che ha già deciso di sacrificare le proprie passioni per dare una mano alla propria famiglia è una scelta quanto mai onorevole. Per quanto riguarda la recitazione, c’è da dire che è stata una piacevolo scoperta l’ingaggio degli stessi attori Troy Kutsur, Marlee Matlin e Daniel Durant, realmente sordi, che hanno reso la recitazione ancora più vera e commovente.
Valutazione
★★★★★ 5/5
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#CODA#CODA - I segni del cuore#Club of Deaf Adults#recensione#recensione del film#movies rewiews#movie review#katnisshawkeye#myriamystery#myriamagic#myriamworld#Rì Sir8#Myriam Sirotto
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‘NESSUNO ESCLUSO’: fotografie tra sogni, disabilità e inclusione
‘NESSUNO ESCLUSO’: fotografie tra sogni, disabilità e inclusione
Apre il 5 maggio alla Fabbrica del Vapore la mostra di Christian Tasso. Con le sue immagini fa emergere storie, situazioni e aspirazioni di persone con disabilità in varie parti del mondo (foto copertina Narok, Kenya 2017 @Christian Tasso) Apre il 5 maggio a Milano alla Fabbrica del Vapore – Sala delle Colonne, NESSUNO ESCLUSO. La nuova mostra di Christian Tasso, a cura di Adelina von…
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Era il 16 giugno 1976, diecimila bambini e adolescenti di Soweto decisero di scendere in piazza per protestare pacificamente contro la scarsa qualità della loro istruzione e contro l’Apartheid.?Negli scontri che seguirono per giorni la polizia aprì il fuoco, uccidendo centinaia di minori. La fotografia del corpo inerte del tredicenne Pieterson divenne simbolo della violenza perpetrata dalla polizia. Per questo ogni anno dal 1991 l’Unione Africana ha deciso di celebrare la Giornata del Bambino Africano. Questa decisione è nata al fine di richiamare l’attenzione di tutti sulle difficili condizioni di vita dei bambini e dei ragazzi, che rappresentano la maggior parte della popolazione del continente nero, e per sensibilizzare le persone sul continuo bisogno di progressi nel campo dell’educazione. Quest anno non sarà da meno. Il tema scelto, dalla Commissione Africana di esperti dei Diritti e del Benessere del Bambino, per le celebrazioni del 2012 è “I diritti dei bambini con disabilità. Il dovere di proteggere, rispettare, promuovere e realizzare”. Forte la volontà di richiamare l’attenzione su una categoria ancora troppo vulnerabile e messa da parte in Africa, sia da parte della comunità che dei governi: i minori diversamente abili. In Kenya l’evento nazionale si terrà a Nairobi, nel distretto di Kasarani, presso la Tree Side Special School. Alla presenza del ministro Hon. Dr. Naomi Shaban, migliaia di persone, soprattutto bambini, celebreranno questo anniversario, ribadendo il loro impegno e la loro speranza in un futuro che dia corpo ai loro diritti e alle loro aspirazioni. Istituzioni scolastiche ed organizzazioni locali attive nel campo della disabilità riuniranno i propri beneficiari nel luogo dell’evento, per far sentire la propria voce di fronte alle autorità, al pubblico e ai media nazionali e internazionali. In tutto il territorio del Kenya si svolgeranno eventi nei quali verranno messi al centro dell’attenzione i bambini, chiedendo più incisive misure e interventi sociali a loro favore (...) La situazione in Kenya: Il 50% della popolazione del Paese vive sotto la soglia di sussistenza. Il tasso di abbandono minorile è molto elevato. La povertà, le malattie e la scarsa disponibilità di risorse costringono migliaia di famiglie ad abbandonare i propri figli. Si stima che 8.6 milioni di bambini vivano in condizioni di assoluta povertà; 2.4 milioni sono orfani e di questi il 47% lo è a causa della morte dei genitori per AIDS. In Kenya gli orfani perdono il diritto di andare a scuola, sono soggetti a discriminazione e sfruttamento per il lavoro minorile, sono esposti al rischio di traffico dei minori e turismo sessuale. Migliaia di bambini senza famiglia finiscono in istituto: strutture sovraffollate con poche risorse per garantire una nuova speranza di vita. Fonte: AiBi (Ranfagni Roberto)
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The Victims’ Game
“ Essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. “
The Victim’s Game è un drama thriller/ mistery made in Taiwan da soli 8 episodi che non solo consiglio vivamente, ma che ho trovato fatto molto bene anche se non mi ha fatta innamorare.
Nonostante la sua brevità - data anche dai 50 minuti di puntata - riesce ad essere coinvolgente, carica di tensione, con colpi di scena e svolte interessanti ed imprevedibili lungo tutta la storia. Per un verso, mi ha ricordato il kdrama Tell What You Saw: c’è un omicidio, c’è una squadra di investigazione, c’è un killer da acchiappare. la trama basic di questo genere
Tuttavia questa serie si allontana da tutto ciò, prendendo pieghe decisamente più inaspettate e intimistiche, spostando il piano su un’altra prospettiva. Non posso dire di più per non spoilerare
Fang Yi Ren, interpretato da un magistrale Joseph Cheng, è un detective forense con una sindrome di Asperger, che mentre raccoglie prove di un brutale omicidio [corpo sciolto nell’acido...argh] scopre l’impronta di sua figlia nel luogo del delitto. Figlia che non non vede, sente o ascolta da anni e che risulta sparita nel nulla. Turbato e spaventato da questa scoperta, inizia un appassionante corsa all’ultimo respiro per risolvere il caso e ritrovare sua figlia.
A fargli compagnia, la giornalista d’assalto Xu Hai Yin ( Tiffany Hsu ) donna intelligente e sveglia e con una moralità talmente bassa che Ditocorto di Game Of Thrones gli ha lasciato il suo posto per indegnità.
* Forense , Sindrome di Asperger , Detective , Giornalista , Emarginato sociale , Autismo , Omicidio , Serial Killer , Disabilità.
Questi sono alcuni dei tag che mydramalist inserisce per definire questa storia e che ricalcano perfettamente il carattere della serie: Fang Yi Ren e la sua sindrome sono un argomento, che viene toccato con bravura e sensibilità e che permette di far vedere il grande impegno degli addetti ai lavori. Alla fine di ogni puntata, è presente un “dietro le quinte” dove attori, regia e tutta la compagnia cantante, parlano dei loro personaggi, di come si sono approcciati ad essi ed alla storia. Si sa che dottori, psicologi, e professionisti, hanno dato una mano ed un parere sulle vicende della serie...e si vede. Tuttavia devo fare una nota a margine e sotto spoiler per quanto riguarda la malattia e la narrazione che mi ha fatto storcere leggermente il naso.
Un altro piccolo difetto che mi sento di menzionare, per me è stato nella parte narrativa, talvolta molto complessa e da cervello impostato su ON: i nomi, le dinamiche, le investigazioni qualche volta mi hanno costretta a mettere un attimo in pausa per fare il punto della situazione.
Tornando a Joseph Cheng: Lo avevo già visto in Drunken to Love You, ma qui si è decisamente superato con una recitazione davvero convincente. Il suo personaggio poi è davvero complesso ed è stato bravissimo nel portarlo in scena e renderlo credibile.
Meno sensazionale ma ancora brava Tiffany ( anche lei in Druken to love you) chiamata a interpretare questo personaggio a cui riesce a dare comunque uno spessore non da poco. E poi, l’ho amata tantissimo nel finale.
The Victim’s Game è una serie complessa, sia dal punto di vista narrativo sia da quello riflessivo. Anche qui non posso spoilerare, ma vi basti sapere che la serie porta in campo i valori etici e morali di ognuno di noi, costringendo lo spettatore ad inevitabili riflessioni personali. Se pensate di vedere il solito drama crime/investigativo con un serial killer da catturare...beh, vi sbagliate.
La serie riesce bene a giostrarsi tra la parte narrativa e riflessiva, creando un prodotto unitario e ben calibrato e che non si appesantisce mai.
Belle anche le scenografie e la fotografia: cupa, scura. Perfettamente adatta al contesto che la serie sta raccontando.
VOTO: 8.3
Ok lo ammetto: passare 3 episodi a cercare un Serial Killer che poi alla fine manco esiste è stato...strano. Geniale, ma strano. Un colpo di scena che decisamente non ti aspetti e che ho adorato.
Come dice anche il Capitano Kang, non c’è nessun omicidio ma siamo davanti ad un gruppo di suicidio assistito, dove persone senza più speranza, si uccidono dopo aver espresso il loro ultimo desiderio.
Tematica forte, attuale e che spinge alla riflessione lo spettatore, mettendo in campo dinamiche emotive e valoriali di ognuno di noi.
Ho inoltre amato come nel finale grazie a Hai Yin, venga portata in scena la speranza: se la cantante non si fosse uccisa, gli sarebbero arrivate lettere d’amore dai bambini che ha aiutato e che avrebbero potuto farle vedere quanto in realtà fosse amata. Se l’assassino non si fosse suicidato, avrebbe potuto conoscere suo figlio, portarlo a scuola, fare i compiti assieme a lui. Se il ragazzo non avesse preso questa decisione estrema, avrebbe trovato sua sorella pronto ad accettarlo nella sua sessualità...
Più che altro, al di là della tematica, non mi aspettavo che la serie parlasse di questo.
Oltre che alla recitazione del due lead, mi è anche piaciuta la loro chimica e ruolo: dove Fang Yi, geniale raccattatore di prove, non riesce ad arrivare per via della sua malattia, Hai Yin interviene, coprendo qualsiasi mancanza relazionale del protagonista. E devo dire che sono stati anche simpatici.
Ed è forse per questo che la Sindrome di Asperger è stata inserita nella storia: riflettevo infatti sul fatto che la storia sarebbe stata identica ( parlo della parte narrativa) anche se Fang Yi non avesse avuto questa malattia. La Sindrome infatti, non mi pare che incida nella trama, risultandomi quasi un plus ultra. Che tuttavia ho apprezzato tantissimo.
Ed è qui che entra in gioco la lead, che con una parlantina da conquistatore ed una faccia tosta impressionante, riesce a instaurare legami emotivi e relazionali con chiunque, dando un aiuto non da poco al lead e alla sua ricerca della figlia. Devo ammettere che all’inizio non amavo particolarmente Hai Yin, ritenendola un avvoltoio senza morale. Fingere di essere una fan della cantante per andare dalla mamma della donna e riprenderla mentre piange disperata per la figlia sciolta nell’acido e farci uno scoop, non me l’ha resa simpaticissima. Che poi, manco per amor di verità, per informare le persone...ma per accaparrarsi lo scoop.
Tuttavia mi è piaciuto come lungo l’arco della serie, non solo si leghi emotivamente alle vicende del lead, ci diventi amica e gli dia supporto, ma si resposabilizzi nel suo lavoro.
Ultima nota, per quanto riguarda la parte narrativa. Per quanto io adori le serie fatte a puzzle, con indizi sparsi lungo l’arco della serie, ho trovato difficoltà, alcune volte, nel seguire tutto il piano delle persone che poi si sono suicidate. Non ha aiutato poi, che ci fossero due investigazioni parallele sullo stesso omicidio e alcune volte ho dovuto prestare grande attenzione.
#the victims game#tw driving#taiwanese drama#fang yi ren#joseph cheng#xu hai yin#tiffany hsu#thriller#netflix
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Bologna: quasi 3mila alloggi comunali gestiti da Acer. Rinnovata la convenzione
Bologna: quasi 3mila alloggi comunali gestiti da Acer. Rinnovata la convenzione. Sono quasi 3 mila gli alloggi di proprietà comunale gestiti da Acer. È la fotografia sul patrimonio comunale abitativo che è emersa in occasione del passaggio, prima in Commissione poi in Consiglio comunale, della nuova convenzione per l'affidamento all'Azienda casa dell'Emilia-Romagna di Modena della gestione e manutenzione del patrimonio di Edilizia residenziale pubblica (Erp), degli alloggi extra Erp (di proprietà comunale gestiti al di fuori delle graduatorie Erp) e di altre tipologie di alloggi di proprietà del Comune. Nella seduta di giovedì 22 febbraio, infatti, il Consiglio comunale ha approvato la delibera presentata dall'assessora all'Urbanistica e Politiche abitative Anna Maria Vandelli con il voto a favore dei gruppi di maggioranza (Pd, Europa Verde-Verdi, Modena Civica e Sinistra per Modena), mentre si sono astenuti Alternativa Popolare, Modena Sociale-Indipendenza!, Forza Italia, Movimento 5 stelle, Fratelli d'Italia e Lega Modena. La precedente concessione ad Acer del servizio era scaduta a fine 2023 e l'accordo quadro tra Comune e Acer e il contratto di servizio erano stati prorogati con delibera di Giunta fino all'approvazione della nuova concessione da parte del Consiglio comunale. Nell'affidamento, ad Acer rimangono confermate le funzioni di gestione di patrimoni immobiliari, tra cui gli alloggi Erp, e la manutenzione, gli interventi di recupero e qualificazione degli immobili, compresa la verifica dell'osservanza delle norme contrattuali e dei regolamenti d'uso degli alloggi e delle parti comuni; la fornitura di servizi tecnici di programmazione, progettazione, affidamento e attuazione di interventi edilizi o urbanistici o di programmi complessi; la gestione di servizi volti al soddisfacimento delle esigenze abitative delle famiglie, tra cui le agenzie per la locazione e altre iniziative, come l'accertamento dei requisiti soggettivi degli utenti delle abitazioni; le attività legali inerenti il recupero dei crediti e la tutela della proprietà (solleciti, piani di rientro-rateizzazione, ingiunzioni, sfratti, decadenze). I principali elementi di novità della nuova convenzione sono la progressiva condivisione tra Comune e Acer delle banche dati e delle informazioni in formato digitale, nel rispetto della normativa sulla privacy; la definizione e conciliazione delle operazioni contabili e delle rendicontazioni degli interventi di manutenzione e delle morosità; il potenziamento delle attività di verifica dei requisiti, delle variazioni dei nuclei familiari, delle mobilità e delle decadenze; il potenziamento delle azioni di recupero crediti, con la gestione puntuale dei piani di rateizzo; una nuova classificazione degli interventi di manutenzione e della metodologia per favorire l'adattamento degli alloggi a utenti portatori di disabilità; la revisione delle spese tecniche spettanti per gli interventi di manutenzione con specifica progettazione e la revisione della tariffazione per la gestione. Con la sottoscrizione della nuova convenzione, per l'anno 2024, su un ammontare medio di circa 150 euro di affitto ad alloggio al mese (importo variabile a seconda delle situazioni), la quota del monte canoni che va ad Acer per la gestione e manutenzione a guasto, passa da 44 a 47 euro ad alloggio al mese e potrà crescere nelle successive annualità fino a 51 euro, massimale deliberato dalla Giunta regionale per l'incremento dell'andamento dei prezzi da indice Istat. Nel dibattito, Enrica Manenti (M5s) ha espresso "disagio per la sproporzione tra necessità che ci sono e risposte che Acer e Comune mettono in campo. Apprezziamo il lavoro che viene fatto, vediamo le migliorie introdotte nella convenzione e ci rendiamo conto della complessità delle questioni, ma è desolante che a fine mandato l'Amministrazione sia riuscita a fare così poco pur provandoci. Se questa è una questione prioritaria non possiamo affrontarla con mezzi ordinari e con semplici correttivi allo status quo". Apprezzando in particolare, l'incremento delle attività di gestione sociale nei condomini per risolvere problemi e prevenire e mediare conflitti, Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha affermato che "pur essendo un diritto sancito dalla Costituzione, la casa non è accessibile per un numero sempre più alto di persone. È necessario e urgente che l'Amministrazione consideri il problema prioritario e lo affronti con un radicale cambio di paradigma, recuperando sia con propria liquidità, sia tramite finanziamenti e bandi esterni il massimo delle risorse per riqualificare i troppi alloggi oggi non disponibili". Elisa Rossini di Fratelli d'Italia ha annunciato un voto di astensione: "Si sta facendo un semplice rinnovo di concessione, senza particolari innovazioni e i problemi restano sempre quelli. A ogni rinnovo si introduce qualche elemento perché Acer migliori la propria prestazione ma mi sembra che da anni si sia fermi. Proprio perché parliamo di persone in particolare stato di vulnerabilità e bisogno, sarebbe opportuno che la valutazione sull'operato di Acer fosse più rigorosa". Per il Pd, Marco Forghieri ha evidenziato che "Acer Modena ha gli stessi problemi di altre realtà analoghe nel centro-nord Italia, pur con colori politici diversi. Il sostentamento di queste aziende che si occupano di casa, al di fuori di piani straordinari nazionali, si fonda sui canoni di locazione che sono molto al di sotto di quelli di mercato. Credo che senza una grande opera di legislazione nazionale con un nuovo Piano casa sia complicato ipotizzare scelte straordinariamente diverse nei prossimi anni in materia di casa". Anche per il capogruppo Antonio Carpentieri "la delibera e la convenzione apportano miglioramenti ma, in una situazione così complessa e drammatica in cui ci sono 1000 famiglie che aspettano un alloggio e non lo avranno a breve e medio termine, è un pezzo importante e necessario ma non sufficiente. Il tema vero è cosa può fare la politica per cominciare a dare risposte concrete: nelle ultime leggi di bilancio del governo non si prevede pressoché nulla per l'edilizia popolare e, al di là delle posizioni politiche, credo sia opportuno che le comunità locali facciano un'azione politica più ampia per portare questo tema sul piano nazionale". Per Europa Verde-Verdi, Paola Aime ha sottolineato che "senza risorse il problema casa non si risolve; bisogna aprire riflessioni serie perché i finanziamenti che arrivano ai Comuni sono del tutto insufficienti e gli enti locali da soli non possono farcela. A Modena – ha proseguito – la lista di attesa è di oltre mille famiglie a fronte di 2800 alloggi Erp: i numeri fanno paura e indicano una percentuale altissima di persone che non hanno una casa. Spero che si riesca a trovare il modo per dare una risposta efficace al diritto delle persone di avere una abitazione". In replica, l'assessora Vandelli ha evidenziato che "le politiche abitative senza risorse non si fanno; noi siamo riusciti a prendere ogni euro disponibile per andare a rigenerare il patrimonio edilizio esistente. Le famiglie hanno bisogno di risorse per restare nei luoghi in cui hanno costruito le loro relazioni sociali e svolto percorsi formativi e scolastici, ma il Fondo affitti è stata una delle prime cose tagliate dallo Stato". L'assessora ha infine aggiunto che "bisogna iniziare a declinare insieme Ers, Erp e libero mercato, perché il mix e la capacità di costruire progetti di sostegno alle famiglie nel gestire le difficoltà è ciò che può aiutare a farle salire nell'ascensore sociale".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Anche l’università fotografa
di Andrea Scandolara
-- La fotografia non ha mai salvato una vita umana; anzi, a volte si è resa responsabile di un’uccisione, come in Vietnam quando Eddie Adams fotografò il generale Nguyễn Ngọc Loan mentre sparava a bruciapelo alla testa di un prigioniero vietcong; si è sempre sostenuto che senza la presenza del fotografo il Generale non avrebbe messo in atto quell’azione esemplare mirata a fiaccare la resistenza dei nordvietnamiti. Questa è la posizione dei paladini del pensiero negativo.
Ma ci sono altri modi per pensare alla funzione sociale della fotografia. La stessa foto di Eddie Adams, o quella famosa di Nick Ut alla bambina nordvietnamita ustionata dal napalm americano, sono state di supporto alla formazione negli Stati Uniti di un movimento d’opinione contrario alla guerra del Vietnam che gradualmente ha contribuito a porre fine al conflitto. E questa è la posizione dei fautori del pensiero positivo.
Ma gli esempi su questo tema sono tanti, basti pensare all’intervento fatto negli anni Trenta negli Stati Uniti dalla Farm Security Administration, che assunse alcuni tra i più famosi fotografi dell’epoca (tra gli altri Ben Shahn, Walker Evans, Dorothea Lange, Margareth Bourke-White, Jack Delano, Gordon Parks) per documentare la vita durante gli anni della Grande Depressione e per sensibilizzare l’opinione pubblica al problema della povertà e dell’emarginazione.
Sono storie vecchie, d’accordo, ma la fotografia sociale c’è ancora. Photovoice è una metodologia partecipativa nata per evidenziare le condizioni e i problemi degli esclusi e degli emarginati attraverso le immagini, capaci queste di un maggior impatto emotivo e di adeguati contenuti rispetto al testo scritto. Non ci sono dubbi sul fatto che la fotografia in quanto linguaggio debba relazionarsi con la società e con la vita degli individui al pari degli altri linguaggi. Quando nel 1992 nacque Photovoice, ideata da Caroline C. Wang, si è pensato subito che immagini e parole insieme potessero effettivamente esprimere i bisogni, i problemi e i desideri delle comunità e degli individui; i partecipanti poi possono appartenere a tutte le età e gli stati sociali, inclusi coloro che possono essere discriminati dal linguaggio, dal genere, dalla razza, dalla disabilità.
L’Università di Padova, nell’ambito del corso di laurea Magistrale in Psicologia di comunità, ha già da tempo istituito un laboratorio di photovoice il cui ultimo lavoro di 12 partecipanti riguarda come l’attuale pandemia da Covid19 abbia compromesso la cultura, sia questa artistica, sportiva o universitaria. “Spazio alla cultura” è il titolo del lavoro che ha dato origine a un libro di 60 pagine e a un sito web per la versione on-line
https://photovoice4.wixsite.com/spazioallacultura
https://www.instagram.com/spazioallacultura
Le possibilità si riducono: mettere da parte i vestiti di scena nell’attesa di esibirsi di nuovo oppure cercare momenti d’incontro, destrutturato e incontrollato. Sono solo queste le alternative possibili?
Ma sentiamo cosa dicono i tutor del laboratorio Marta Gaboardi e Massimo Santinello.
“L’Università, uno dei centri principali nella trasmissione della cultura, prende così posizione attraverso la voce (e le fotografie) di chi la vive quotidianamente, in un momento cruciale per la propria crescita personale e professionale. Quale impatto ha avuto il Covid-19 sulla cultura? Questa è la domanda a cui hanno cercato di rispondere attraverso le fotografie, non limitandosi a evidenziare i limiti della situazione ma riflettendo insieme su cosa si è fatto e si potrebbe fare per portare avanti e lottare per la cultura.
“Non è stato quindi un laboratorio di fotografia, un’occasione per apprendere come fare una buona fotografia, ma un modo per cercare di raccontare come sia stata percepita e vissuta la sostanziale sospensione di offerta culturale che il nostro paese ha vissuto come conseguenza dell’epidemia da Covid-19. Le immagini sono state solo una parte del percorso, e sono servite a favorire una discussione sulle contraddizioni e le difficoltà legate alla gestione della pandemia. Ma non solo, sono parte di un processo di accresciuta consapevolezza: le scelte, gli scatti fatti dagli studenti accompagnati dai loro brevi testi ci portano a ricostruire la loro idea di cultura, la loro visione di come sta evolvendo questo momento storico, e l’importanza che assume nella loro vita.”
Fotografia partecipativa, fotografia sociale, tutti interventi mirati a migliorare le condizioni di vita. Una goccia nell’oceano, dirà qualcuno: ma se manca, l’oceano rimarrà per sempre privo di quella goccia.
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Studenti partecipanti al laboratorio: Alex Agnoletto, Luisa Alma Casapulla, Elisa Cocco, Thieny Ribeiro de Figueroa, Valeria Giorgi, Marco Godizzi, Lucia Meroni, Nicola Orlando, Martina Padovani, Amelia Privitera, Elisa Mariangela Quagliano, Teresa Schiavato.
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